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venerdì 1 febbraio 2019
sabato 17 giugno 2017
GOSSIP - La reunion del cast di "The L Word" in vista dell'assai probabile ritorno!
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lunedì 24 febbraio 2014
Sarah Shahi è il volto da tener d’occhio
della 3° stagione inedita di “Person of
Interest” (Premium Crime ogni
domenica in prima serata), la serie di Abrams-Nolan che ha anticipato il caldo
tema del Datagate. Secondo il “New York Post” la sua (ri)conferma nella nuova
stagione dopo la rapida apparizione nella 2° nei panni della killer governativa
Samantha Shaw si deve all’”impressione
indelebile della sua interpretazione tesa a dar vita a una figura senza pietà,
dal sangue freddo, capace di sbarazzarsi di una mezza dozzina di uomini come se
niente fosse”. “Dominare gli uomini e
sottometterli è divertente”, confessa l’attrice messasi in evidenza in “The L Word” (diventando idolo della
comunità lesbica), “Life” (al fianco
di Damian Lewis) e “Fairly Legal”
(passata su Joi). Gli stessi uomini che Shahi ha intrigato dalle pagine di “Maxim”, rivista specializzata in
fascino femminile che anche nel 2014 ha inserito l’attrice tra le “100 donne più sexy dell’anno”.

venerdì 30 settembre 2011
NEWS - Tutti a terra! Omaggio di solidarietà alle Uh Huh Her di Leisha Hailey
In solidarietà con Leisha Hailey e in attesa che si faccia luce su quanto avvenuto a bordo dell'aereo della Southwest Airline dal quale l'ex attrice di "The L Word" è stata pregata di scendere dopo aver dato un bacio alla sua compagna Camila Grey, pubblichiamo il video delle Uh Huh Her - la band composta da Hailey-Grey - "Not a Love Song". Chi lo guarda si aggiudica 15 punti MilleMiglia.
In solidarietà con Leisha Hailey e in attesa che si faccia luce su quanto avvenuto a bordo dell'aereo della Southwest Airline dal quale l'ex attrice di "The L Word" è stata pregata di scendere dopo aver dato un bacio alla sua compagna Camila Grey, pubblichiamo il video delle Uh Huh Her - la band composta da Hailey-Grey - "Not a Love Song". Chi lo guarda si aggiudica 15 punti MilleMiglia.
giovedì 29 settembre 2011

Articolo tratto da Corriere.it
È stata cacciata dall’aereo perchè lesbica? Perlomeno di questo avviso è l'attrice statunitense Leisha Hailey. Un bacio tra lei e la sua amica ha creato scompiglio a bordo di un volo della Southwest Airlines. E mentre Hailey giura vendetta, la compagnia americana descrive l'incidente in modo leggermente diverso. Lei è Leisha Hailey, 40 anni, musicista e attrice. È stata Alice Pieszecki nel popolare telefilm The L World, ma è apparsa pure in Csi e Grey's Anatomy. L’altra è la 32enne musicista e fidanzata Camila Grey. Entrambe oggi formano la band indie Uh Huh Her. Lunedì scorso le due donne, che hanno una storia da qualche mese, si sono infatti scambiate un bacio a bordo di un volo da Baltimora a St. Louis. Un’assistente di volo della compagnia low-cost è intervenuta, si sarebbe avvicinata alla coppia ed avrebbe esclamato: «Questo è un volo per famiglie. I baci non sono consentiti!» A causa di quella presunta osservazione, se vera indiscutibilmente discriminatoria, è scoppiato il putiferio, tanto che le due donne sarebbero state scortate fuori dall’apparecchio dai membri dell’equipaggio. Se non altro questo racconta la diretta interessata, Leisha Hailey. Ora l’attrice riversa tutta la sua collera su Twitter: «Boicottate Southwest Airlines; loro non ci vogliono». E ancora: «È uno scanadalo!»; «Dalla Southwest esigo delle scuse pubbliche e un rimborso»; «L'odio non è un valore da trasmettere alle famiglie». Ai sui 23 mila seguaci sul microblog ha aggiunto di non volare mai più con la compagnia statunitense che, a suo avviso, assume personale omofobo. «È stato solo un bacio modesto», afferma, «da quando l’affetto per qualcuno che ami, dimostrato in pubblico, è illegale?» Hailey mette inoltre in discussione il termine «compagnia aerea per famiglie».
La Southwest Airlines, che oltretutto si promuove per essere la linea aerea ufficiale dell’organizzazione Gay & Lesbian Alliance Against Defamation (GLAAD), ha spiegato che diversi passeggeri si sarebbero lamentati per l’«eccessivo» sbaciucchio tra Hailey e la sua amica. Ciò nonostante, non è la prima volta che la compagnia di Dallas finisce nelle cronache per alcune linee guida forse prese troppo alla lettera. Nel febbraio dello scorso anno il regista di «Clerks», Kevin Smith, è rimasto a terra perchè «troppo grasso», a inizio settembre il rocker Billie Joe Armstrong, frontman dei Green Day, ha dovuto lasciare l’apparecchio per colpa di pantaloni troppo larghi e bassi. In tutte le occasioni la compagnia aerea ha poi chiesto scusa. Anche stavolta Southwest Airlines ha cercato di limitare i danni (all’immagine): «La nostra squadra agisce sulla base del comportamento, non del genere dei passeggeri», è stata la replica. In altra parole: «Hailey non è stata allontanata dall’aereo per il suo orientamento sessuale, ma perchè la disputa tra lei e il personale di bordo si stava inasprendo. L’equipaggio ha ritenuto fosse meglio risolvere la questione a terra e non a bordo», si legge nel comunicato stampa. Al centro della discussione nei forum americani c’è la domanda quanto «eccessivo» possa effettivamente essere stato quel bacio tra Hailey e la sua partner per far arrabbiare così tanto i passeggeri. Hailey sostiene di aver documentato il presunto incidente con il suo telefono cellulare e di essere in possesso delle registrazioni audio e video. Nel frattempo però è già cliccatissimo in Rete l’animazione che descrive l'episodio, creato dalla oramai nota tv taiwanese Nma.
venerdì 23 settembre 2011


Ritratta in un loft di Soho, capigliatura rosso tiziano che la rendono più sexy e sbarazzina dei tempi di "Senza traccia", Poppy Montgomery è la protagonista dell'arcimitica rubrica di "Esquire" di settembre "Me in my Place" (in passato ci si era sottoposta anche Sarah Shahi di "The L Word" e "Life": http://www.esquire.com/women/me-in-my-place/sarah-shahi-photos-2011#fbIndex1). L'attrice australiana 36enne è ritratta in un'ambientazione domestica - tipico escamotage per riprenderla con poche vesti - in occasione del lancio di "Unforgettable" su CBS, partito il 20 settembre. Montgomery interpreta una sorta di donna-spugna che assorbe tutto quello che vive (a parte i dettagli dell'assassinio della sorella)...Al suo fianco il detective Al Burns (con il volto di Dylan Walsh di "Nip/Tuck"). Il debutto della serie ha segnato in America oltre 14 milioni di spettatori e ha visto una Poppy che in alcune scene è sembrata "disinibita" almeno quanto nel servizio fotografico di "Esquire"...
Vedi il backstage del servizio fotografico di "Esquire"
Vedi il trailer di "Unforgettable"
venerdì 16 settembre 2011

(ASCA) - Roma, 16 set - Jennifer Beals festeggera' a dicembre 48 anni, ma per tutti restera' sempre la giovane Alex Owens, una diciottenne che vive in un magazzino dismesso con il suo american pit bull che riesce a superare il provino della sua vita....All'eta' di vent'anni, mentre studiava nella prestigiosa universita' americana Yale, venne scritturata per partecipare ad un film che incasso' cento milioni di dollari e la porto' al successo e alla fama planetaria: Flashdance (1983).Nonostante le prestigiose ed allettanti offerte che seguirono alla pellicola, la Beals decise di continuare i propri studi a Yale e alla fine si laureo' con lode in letteratura americana nel 1986.E' molto amica di Quentin Tarantino (sono apparsi insieme nel film Four Rooms) e Nanni Moretti la volle per un cameo in 'Caro diario' in cui recito', nei panni di se stessa, accanto al marito di allora Alexandre Rockwell. Stasera la vedremo protagonista de ''I migliori anni'', lo show di Carlo Conti che celebrera' il successo dell'indimenticabile film.
giovedì 24 febbraio 2011


Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Ha incantato milioni di persone ballando sulle note di 'What a feeling' in 'Flashdance', ora Jennifer Beals torna in tv - dopo il successo personale di "The L Word" - nei panni dell'agente speciale Teresa Colvin, primo sovrintendente donna di Chicago alle prese con lobby potentissime. Lo fa nella serie 'The Chicago Code' - firmata da Shawn Ryan, in onda su Fox (Usa) da febbraio - in cui dice di non essersi ispirata a nessun modello di donna: "In realta', piu' che a modelli, basta guardare a donne come Hillary Clinton. Guardate la sua campagna presidenziale. Come e' stata criticata, se era emotiva o se non era emotiva. Critiche che non ci sarebbero state se fosse stata un uomo. Questo basta a far capire che quando una donna e' potente e in una posizione di leadership, le regole sono molto diverse". La Beals non dimentica il ruolo di Alex interpretato in 'Flashdance', un mito che vive ancora oggi: il musical e' attualmente in scena con grande successo anche nel nostro Paese, prodotto da Stage Italia. In questi giorni e' in tour a Padova, e poi sara' di scena il 2 marzo al Teatro Alfieri di Torino per poi proseguire a Napoli, Bologna, Bari e Roma. "Flashdance e' stato certamente un battesimo di fuoco -spiega oggi la Beals- Mentre tutto stava accadendo, pero', ero ancora all'universita', cosi' ero realmente all'oscuro di quello che stava succedendo. Ero piu' interessata al mio trimestre universitario, a studiare e a dove sarei andata a fare il bucato".
venerdì 29 gennaio 2010


Jane Lynch, la mitica allena-cheerleaders di "Glee", si sposerà a maggio con la sua compagna. Quest'ultima, la dottoressa-psicologa Lara Embry, deve però risolvere la battaglia per l'affidamento dei due figli avuti con la precedente partner. Al suo fianco si è schierato il National Center for Lesbian Rights. Nel frattempo la Lynch è sola con un cane tra un ciak e l'altro, bevendo caffè americano per entrare sempre più nella parte della machiavellica Sue Sylvester nella serie di Ryan Murphy. Non sembra nutrire preoccupazioni per le vicende legali della compagna: del resto dopo l'esperienza a "The L Word" nei panni di Joyce, qualche asso nella manica da fornire alla futura sposa potrebbe tirarlo fuori, no?
venerdì 13 febbraio 2009

(ANSA) - ROMA - Approda a Sky Vivo (canale 109 di Mondo Sky), dopo esser transitata negli anni scorsi su Jimmy, la scandalosa serie americana sull'omosessualita' femminile, in onda da oggi, venerdi' 13 febbraio, tutti i venerdi' e sabato alle 22.00. Ambientata a Los Angeles, "The L word" ruota intorno a un gruppo di donne, lesbiche e non, tutte con storie e caratteristiche diverse l'una dall'altra. Queste storie si intrecciano tra di loro, e raccontano senza ambiguita' quello che e' l'universo omosessuale al femminile: dalla convivenza all'inseminazione artificiale, dalla dichiarazione della propria omosessualita' alle relazioni familiari. La prima delle sei serie, prodotte e trasmesse con grande successo negli Stati Uniti, vede protagoniste Bette (Jennifer Beals, nota al grande pubblico per il suo ruolo di protagonista in Flashdance), la sua compagna Tina (Laurel Holloman), e le loro amiche Shane (Katherine Moennig), Alice (Leisha Hailey), Dana (Erin Daniels), Marina (Karina Lombard), la sorella di Bette, Kit (Pam Grier) e la scrittrice, appena trasferitasi a Los Angeles, Jennifer (Mia Kirshner).
venerdì 24 ottobre 2008


Era la sempre più emergente Sarah Shahi - una delle più convincenti rivelazioni telefilmiche degli ultimi anni - al centro (o meglio, in piscina) del Quiz di Telefilm Cult del 29 settembre scorso. Complimenti all'indovinatrice Mary! Sarah sarà pure in ascesa, ma quello che ascende di più sembra essere il suo maglioncino, forse ristretto per via della caduta nella piscinetta...Ma ora che dopo l'exploit con "The L Word" l'attrice ex pon-pon-girl sembra aver conquistato il grande pubblico con "Life", siamo sicuri che i soldi per un bel cardigan da Gap possa sganciarli. L'unico problema è: dove metterli, (s)vestita così?
A breve un nuovo ed entusiasmante Quiz, roba da cambiare l'ora solare in un attimo!
lunedì 6 ottobre 2008

Tenete d’occhio Sarah Shahi, interprete della detective Dani Reese, perfetta contraltare del collega zen Charlie Crews in “Life”. Già messasi in evidenza nel lesbo-cult “The L Word” (dava il volto alla sexy Carmen de La Pica Morales: l’unica in grado di strappare un “ti amo” alla playgirl Shane!), l’attrice il cui vero nome è Aahoo Jahansouz (padre persiano, madre spagnola), ex cheerleader dei Dallas Cowboys di football, sembra pronta al salto sul grande schermo dopo una gavetta di cameo telefilmici (tra gli altri, “I Soprano”, “Sleeper Cell”, “Dawson’s Creek”, “Alias” e “Reba”, dove sul set ha incontrato l’attuale fidanzato Steve Howey). In questa stagione, Sarah sarà al centro del dolce-amaro “Shades of Ray” - storia di integrazione razziale con altre due star di serie tv come Zachary Levi (“Chuck”) e Bonnie Sommerville (“Cashmere Mafia”, “NYPD”) – e di un film ancora senza titolo sul mondo dell’informazione tv. Anche in questo caso, al fianco di due nomi cari ai fans dei telefilm: Jeffrey Dean Morgan (il mitico Denny di cui s’innamora tragicamente Izzy in “Grey’s Anatomy”) e Tony Shalhoub di “Monk”. (Articolo di Leo Damerini pubblicato su "TU")
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lunedì 14 aprile 2008

Non per influenzare il voto di queste ore, ma lo spunto è la canzone "Colombo" contenuta nell'ultimo CD di successo dei Baustelle, "Amen". La track, una sorta di omaggio al tenente monoculare (vedi anche "L'Edicola di Lou"), recita per intero: "Siamo architetti ricchi di Bel Air/E vecchie dive del noir/Abbiamo ville/Abbiamo cadillac/Ed uccidiamo per soldi come te/Puoi controllare i nostri alibi/Siamo eleganti e sereni/Siamo avvocati rispettabili/E ci inchiniamo al denaro come te/Ci annoiamo, abbiamo mogli e amanti/Abbiamo tanti amici/A guardarli bene, tutti vermi/che siamo costretti a eliminare/La logica spietata del profitto/o chissà cosa ci fa figli/dell’Impero Culturale Occidentale/Meno male che qualcuno o che qualcosa ci punisce/Arriva un investigatore, ci deduce l’anima/La nostra cognizione del dolore illumina/Siamo scrittori in crisi a Beverly Hills/E siamo John Cassavetes/Siamo i dentisti di Los Angeles/Ed adoriamo il potere come te/Prepariamo le aragoste per chi viene a colazione/Prepariamo piani misteriosi/Appena ne cogliamo l’occasione/La logica spietata del profitto/o chissà cosa ci fa figli/dell’Impero Culturale Occidentale/Meno male che qualcuno/o che qualcosa ci punisce/Arriva un investigatoreCi deduce l’anima/La nostra cognizione del dolore illumina". La visione di un Colombo bertinottiano lanciata da Bianconi è affascinante: la classe operaia che incastra i colpevoli e va in Paradiso. Oppure immaginare Peter Falk nelle liste del Partito Democratico (manca solo lui, ormai!): "Il Cielo sopra Veltroni". Magari un domani i Lacuna Coil si decideranno a scrivere un brano dedicato al Dottor Troy di "Nip/Tuck", divenuto novello compagno della Santanchè. Oppure i Tiromancino dedicheranno una canzone ai licenziamenti in "The Office". La Tatangelo si farà paladina di "Queer as folk" (a patto che D'Alessio scriva una canzone su "The L Word", per par condicio!). Se Colombo andasse a votare, la biro gli macchierebbe l'impermeabile, l'occhio di vetro gli cadrebbe davanti agli attoniti esaminatori, Cane evacuerebbe i suoi bisogni, il suo sigaro darebbe fuoco alla cabina elettorale. E alla fine sospirerebbe alla Baustelle: "Amen". (Articolo di Leo Damerini pubblicato su "Telefilm Magazine" di Aprile)
mercoledì 6 febbraio 2008


Sulla relazione (presunta) lesbo, con tanto di smentite, tra Paris Hilton ed Elisha Cuthbert di "24", interviene la miticissima Lexi Amberson (http://alexandra-amberson.blogspot.com/).
"Paris Hilton è meno stupida di quanto la si faccia passare. La si potrebbe definire una tipica “attention whore”, cioé una che è disposta a fare di tutto pur di mantenersi al centro dell’interesse. Ma tutto quello che fa rientra in un gioco in cui è lei a dettare le regole. Lei non è lesbica o bisessuale, però lo fa. Nel senso che a letto con le donne (anche con le donne) ci và. Fa in modo di farlo sapere e poi di poterlo smentire. In questo momento deve alimentare questa sua “nuova” immagine, anche per accreditare una sua partecipazione a “The L Word”. Non è un caso che nell’ultimo mese si sia fatta vedere almeno un paio di volte al Falcon, un noto ritrovo lesbo sul Sunset Boulevard. La prima volta in compagnia di Daniela Sea e Katherine Moennig e con quest’ultima è poi uscita mano nella mano, sembrando molto affiatata. La settimana scorsa, dopo essere apparsa al Crustacean, un noto ristorante di cucina vietnamita di Beverly Hills, insieme a Brittny Gastineau, è poi tornata al Falcon, dove ha passato la sera abbracciata a Courtenay Semel, la figlia di Terry Semel (ex-presidente di Yahoo) ed ex-ragazza di Lindsay Lohan. Ma anche in passato Paris Hilton ha avuto avventure con altre donne. Lindsay Lohan, Britney Spears, Kimberly Stewart, Ingrid Casares, Kim Kardashian, Nicole Lenz (con la quale dovrebbe aver girato un video amatoriale esplicito). Che la sua relazione con Elisha Cuthbert vada oltre al bacio oppure no non cambia molto la sostanza delle cose. La puntata del Letterman Show l’ho vista e non mi è piaciuta. Non tanto Paris Hilton, che era sempre la stessa, ma piuttosto David Letterman, il cui gioco al pentimento pubblico è stato solo una farsa di scarso appeal. Tutto molto falso e moderatamente sgradevole".
venerdì 15 giugno 2007


Alla faccia di "Maxim" e della sua Top 100 delle donne più "hot" del pianeta, contro la quale si è scagliata con tanto di strip in diretta Kate Walsh (Vedi Post e Video del 13 giugno 2007), il noto sito lesbo e bisex AfterEllen.com ha stilato una sorta di contro-sondaggio ad hoc. E così, nella lista delle donne più desiderabili del globo secondo il giudizio di donne lesbo e bisex, risulta che la maggior parte delle votate è contraddistinta da attrici "telefilmiche". Al primo posto svetta Leisha Hailey, l'interprete di Alice nella serie lesbo-cult "The L Word", vera e propria fucina di donne desiderabili dallo stesso sesso. Al quarto, a sorpresa, si posiziona Lena Headey, protagonista dell'imminente serial "The Sarah Connor Chronicles", seguita al quinto da Sarah Shahi e al sesto da Jennifer Beals, entrambe di "The L Word". Alla settima posizione si colloca Tina Fey di "30 Rock", alla nona Salma Hayek - produttrice e interprete guest-star di "Ugly Betty". Seguono: Eliza Dushku di "Tru Calling" e "Buffy" (11 posto), Piper Perabo futuro cameo di "Dr.House" (13), la "ribelle" Kate Walsh ex di "Grey's Anatomy" e ora in "Private practice" (14: "Maxim", tiè!), Kate Moennig di "The L Word" (17), Elisabeth Mitchell di "ER" (18), Evangeline Lilly di "Lost" (22), Erin Daniels di "Jericho" (23), Michelle Rodriguez di "Lost" (24), Mariska Hargitay di "Law&Order: SVU" (25), Rachel Shelley di "Ghost Whisperer" (27), Mary-Louise Parker di "Weeds" (29), America Ferrera di "Ugly Betty" (30). E ancora: Lauren Graham di "Una mamma per amica" (32), Carly Pope di "Dirt" (33), Portia de Rossi ex di "Ally Mcbeal" e "Arrested Development" (34), Gillian Anderson ex di "X-Files" (35), Lucy Lawless di "Battlestar Galactica" (36), Jessica Alba ex "Dark Angel" (38), Kristanna Loken di "Painkiller Jane" e "The L Word" (39), Clea DuVall di "Heroes" (40). Nella seconda metà della classifica: Jessica Biel di "Settimo cielo" (41), Mandy Musgrave di "South of Nowhere" (49), Ellen DeGeneres ex di "Ellen" (50), Famke Janssen ex di "Nip/Tuck" (51), Olivia Wilde di "The O.C." e "The Black Donnellys", Kristen Bell di "Veronica Mars" (56), Maura Tierney di "ER" (57), Jorja Fox di "CSI" (60), Renee O'Connor ex di "Xena" (63), Katherine Heigl di "Grey's Anatomy" (65), Karina Lombard di "The L Word" (66), Jennifer Garner ex di "Alias" (67), Sarah Michelle Gellar ex "Buffy" (70). E infine: Lauren Lee Smith di "The L Word" (78), Sara Ramirez di "Grey's Anatomy" (80), Mia Kirshner di "The L Word" (81), Angie Harmon di "Women's Murder Club" (82), Elisha Cuthbert di "24" (83), Katee Sackhoff di "Battlestar Galactica" (84), Stephanie March di "Law&Order: SVU" (85), Michelle Williams ex di "Dawson's Creek" (89), Amber Benson ex di "Buffy" (90), Deanna Casaluce di "Degrassi" (91), Sandra Oh di "Grey's Anatomy" (93), Allison Janney ex di "West Wing" (97).
(Nella foto a destra, la vincitrice del sondaggio Leisha Hailey; sopra in alto, il cast di "The L Word")
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giovedì 4 gennaio 2007

CORRIERE DELLA SERA
«Sex and the City», ultimo clone. Ora le amiche abitano a Berlino in "Sex and more"
"Quattro amiche trentenni che parlano di sesso. A New York? Sbagliato. Questa volta siamo a Berlino. È 'Sex and More', la serie made in Germany che racconta la storia di quattro amiche che si dividono tra lavoro, mariti, amanti e carriera. Già visto? Sì, ma la formula di 'Sex and the City' funziona e crea sempre nuovi cloni. Carrie Bradshaw e le sue amiche hanno iniziato a parlare di uomini nel 1998, ma a distanza di anni il cliché non cambia. Territorio tradizionalmente maschile, il sesso (nei telefilm) è in mano alle donne. Conferma Leo Damerini, autore con Fabrizio Margaria, del Dizionario dei Telefilm: «Sex and the City ha rappresentato un vero e proprio big bang. E che siano le donne a parlare di sesso è naturale: tra loro c'è più complicità e intimità. Gli uomini invece misurano tutto in termini di conquiste. Per l'universo maschile le donne di Sex and the City hanno rappresentato uno specchio: gli uomini hanno finalmente capito come le donne vivono il sesso». Altra ragione, non secondaria, del prevalere delle donne, il marketing: «Quando una donna è protagonista di un telefilm, accorre il pubblico femminile ma anche quello maschile. E poi rispetto a un tempo sono aumentate le donne all' interno del cast tecnico: sceneggiatrici, direttrici di produzione, autrici...». In 'Sex and More' (venerdì alle 21 su FoxLife) Minza è una mamma single incasinata che ha tante storielle da una notte. Valerie è romantica e istintiva, ma sprofonda in una crisi nera quando il marito le confessa il suo desiderio di paternità. Edda fa il medico in un ospedale: ama gli uomini, ma fino a quando mantengono una giusta distanza. Frenzy infine vive chiedendosi chi è e che cosa prova: fa la fotografa e quando si trova catapultata nel mondo dei ricchi e famosi le sue insicurezze aumentano. Il filone funziona. C' è la declinazione spagnola ('Mujeres', 2006) e quella lesbo ('The L Word', 2004). Nel primo caso protagonista una famiglia matriarcale: quattro donne normali, più sfigate che glamour, che vivono in un quartiere povero, sono spesso al verde e devono combattere con i piccoli grandi problemi della quotidianità. La risposta mediterranea alle provincialotte Casalinghe disperate (anche loro quattro: il nuovo numero perfetto?). Variopinto il mondo di L Word, tante storie intrecciate per parlare dell' universo omosessuale al femminile: dalla convivenza all' inseminazione artificiale, dal coming out alle relazioni famigliari. Anche la Russia è stata toccata dal successo planetario di 'Sex and the City' e ha avuto la versione moscovita delle quattro amiche che parlano di sesso. Titolo letterario: 'L' età di Balzac'. Sottotitolo inequivocabile: «Tutti gli uomini sono bastardi»".
(Renato Franco, 03.01.2007)
mercoledì 4 ottobre 2006


Portare sul grande schermo un romanzo di James Ellroy, sulla carta è come tirare un rigore a porta vuota, vista la ricchezza e gli spunti di cui sono intrisi gli scritti del capofila del genere hard-boiled. A guardare "The Black Dahlia", però, sembra che Brian De Palma abbia colpito il palo pieno. Tratto dal romanzo omonimo ambientato nel sottobosco della Hollywood degli anni '40, ispirato a una storia vera, il film ruota attorno al ritrovamento del cadavere orrendamente mutilato di Betty Ann Short (Mia Kirshner), aspirante attricetta e prostituta occasionale nota come la "Dalia Nera". A occuparsi del caso si ritrovano i due poliziotti Lee Blanchard (Aaron Eckhart) e Bucky Bleichert (Josh Hartnett), soprannominati rispettivamente Mr. Fuoco e Mr.Ghiaccio, entrambi ex pugili ed entrambi uniti in un triangolo isoscele con la bella Kay Lake (Scarlett Johansson). Mentre Blanchard entra in un baratro ossessivo che minaccia la sua relazione con Kay, il suo partner Bleichert si sente sempre più attratto dalla enigmatica Madeleine Linscott (Hilary Swank), figlia di uno degli uomini più importanti della città, che si rivela stranamente legata alla vittima (alla quale peraltro assomiglia e con la quale aveva intrecciato una torbida relazione). La ricostruzione scintillante e insieme decadente della Hollywoodland (messa in scena da Dante Ferretti a Praga) è il climax di un racconto che regge fino al menage a trois tra Lee-Kay-Bucky, ma poi stenta a decollare e si contorce con l'arrivo della dark-lady Madeleine. La narrazione perde fluidità comprimendo in poche battute e sequenze una serie di eventi che conduce a una didascalica rappresentazione dei profili e delle ambigue relazioni tra di essi. De Palma non tradisce tuttavia se stesso dando ampio spazio a omaggi al cinema del passato ("L'uomo che ride", già presente nel romanzo di Ellroy, su tutti), alle immancabili riletture hitchcockiane (Betty è la "donna che visse due volte"), alle autocitazioni (nella sequenza fin troppo rievocativa di quella finale de "Gli Intoccabili", al rallenty sulle scale nella scena clou), alla sua passione per le doppie personalità e gli opposti (Mr.Ghiaccio vs. Mr.Fuoco, la bionda Kay vs. la bruna Madeleine, la Hollywood degli Studios vs. quella dei filmetti porno). Ma a deludere maggiormente è l'atmosfera apparentemente raggelata di un racconto che originariamente sprizzava passione da tutte le pagine: le scene di sesso - a parte il filmino che vedeva protagonista Betty, volutamente insistita per mostrare la decadenza di una Hollywood che si nutriva di speranze - sono tutte sfumate, rendendo frigide soprattuto le relazioni di Mr.Ghiaccio, poliziotto ingenuo ma non innocente, diviso tra due donne all'opposto e attratto sessualmente (e virtualmente) dalla Dalia Nera, ossessione edipica di Ellroy e del quale Bucky rappresenta il suo alter ego narrante. Su tutti gli interpreti, fatti salvi Hartnett e la Swank, mentre Eckhart e Johansson appaiono troppo di maniera, spicca Mia Kirshner (la Jenny di "The L Word", vedi anche Post del 1 settembre) - l'unica a non comparire col nome nel cartellone pubblicitario - alla quale De Palma sembra aver affidato le svisate più convincenti. Oltre alle "telefilmiche" Kirshner (sia in "The L Word" che in "24" nei panni lesbo) e alla Swank (ve la ricordate agli esordi in "Beverly Hills"?), compaiono più che da guest-stars Rose McGowan di "Streghe" (è Sheryl, la compagna di stanza di Betty) e Troy Evans di "ER" (è Greene, il capo del distretto), mentre Jemima Rooper di "Hex" sfila in un cameo. Per i cul-tori del genere, il deretano di Hilary Swank merita da solo la visione; per i cul-tori di tutt'altro genere, e per par condicio, anche quella del sedere di Josh Hartnett.
(Nella foto, la meritevole Mia Kirshner)
Giudizio: **
venerdì 1 settembre 2006


LOS ANGELES - «Sono una persona solare, ma non so perché impersono personaggi misteriosi con zone dark nella loro personalità», dice Mia Kirshner, canadese dell' Ontario, 31 anni e notissima in America, specie a Los Angeles, non tanto per l' atteso Black Dahlia, dove interpreta Elizabeth Short, Beth per le amiche, ritrovata cadavere (segata in due) nel gennaio 1947, piuttosto perché nel terzo serial «L Word» è la scrittrice 21enne Jenny Schecter, personaggio-feticcio nella comunità gay e lesbo della West Coast. Se Elizabeth-Black Dahlia nella Hollywood Babilonia di omicidi irrisolti e connivenze con la polizia (dal romanzo di Ellroy) è un simbolo, sin da quando il corpo fu ritrovato e in un mese 400 persone si accusarono di un crimine non commesso, la complessa Jenny Schecter ha conquistato donne e uomini. Racconta Mia: «A Los Angeles la mia Jenny di "L Word" arriva dal Massachusetts con molti sogni e innamorata del boyfriend di Chicago. Poi è travolta dalla passione per una donna, la sua vita muta, la sua moralità diventa ambigua. Impersonare Black Dahlia mentre registravo il nuovo "L Word", dove decido di cambiare sesso, è stata una grande esperienza. Sono entrata nelle ombre e nei desideri di due donne interessanti». Straordinariamente somigliante alla vera Elizabeth, Mia, occhi verdi, longilinea, figlia di un noto giornalista canadese, è «l' anima» del film di De Palma, anche se Scarlett Johansson e Hilary Swank hanno fatto la parte del leone nel lancio in Usa dove il film uscirà tra 10 giorni. Dice Mia, che vive tra Toronto, Hollywood e Vancouver (dove si gira «L Word», che però si svolge a Los Angeles): «Mi sono preparata studiando negli archivi del Police Department al ruolo di Elizabeth, misteriosa, vulnerabile ventenne con ambizioni d' attrice. La sua vita e la sua morte sono emblematici di un mondo non molto cambiato: mentre giravamo il film, altre due ragazze sono state ritrovate cadaveri tra i cespugli di Mulholland Drive. Il mio giudizio su Elizabeth? Romantica e dark. Certo, meno glamour della vera femme fatale del film, una sorprendente Hilary Swank, e della sensuale amica impersonata da Scarlett. Nel film di De Palma, che lui ha definito "il noir della mia vita", ho provato grande rispetto per Beth, la sua innocenza e i suoi errori». Sostenuta dalla critica, sin da quando giovanissima nel ' 94 fu protagonista di Exotica di Egoyan tra le ossessioni di un night, Mia, nipote di sopravvissuti all' Olocausto, cresciuta dal padre nato in un lager tedesco e sposato a un' insegnante conosciuta in kibbutz in Israele, è legatissima alla famiglia. «Ero timida, introversa, decisi a 22 anni che potevo farcela da sola se mi fossi trasferita a Los Angeles per diventare attrice: in questo, la mia storia somiglia ai primi passi della Dahlia nera. Mi sono difesa dalla solitudine (tratto che unisce Elizabeth alla scrittrice di "L Word") con impegni importanti. Da due anni lavoro a un libro, che diventerà spero un documentario, per Amnesty International, I Live Here, sulle donne che subiscono violenze nel mondo. Ma per sfuggire alle trappole di Hollywood ho comprato casa a Vancouver e in un' ora e mezzo d' aereo torno a Los Angeles per ritrovare i luoghi oscuri delle mie protagoniste».
(Articolo di Giovanna Grassi, tratto dal "Corriere della Sera"; nelle foto: Mia Kirshner e la prima locandina del film "Black Dahlia", dove il nome dell'attrice non compare pur essendo la "vera" protagonista, con tanto di volto in bell'evidenza)
martedì 15 agosto 2006

Gina Gershon, Melissa George e Bridget Fonda. Saranno loro a dare i volti a Wendy, Nico e Victory, il trio di quarantenni in carriera di “Lipstick Jungle”, il nuovo best seller dell’autrice di “Sex and the city”, Candace Bushnell, che la Nbc sta trasformando in una serie tv. Il degno sequel delle single di Manhattan, sperano le fanatiche.Le attrici interpreteranno le tre scatenate donne d’affari, belle e ricchissime, che cercheranno di fare dimenticare - impresa ardua - le trentenni Carrie, Miranda, Charlotte e Samantha, eroine del telefilm targato Hbo. Come le quattro “sorelline” minori, amano gli uomini, vivono a New York e vanno pazze per la vita notturna della Grande Mela. La differenza è che le star di “Lipstick Jungle” (la giungla del rossetto) puntano più su soldi e carriera che sul sesso e le relazioni sentimentali.
LE NUOVE EROINE. Ecco chi sono. C’è Nico, direttrice di un magazine alla moda, moglie di un uomo fedele ma noioso, mamma di una ragazzina dodicenne. Il suo amante è un modello di vent’anni più giovane (sarà l’attore Matthew Morrison), come detta l’ultima tendenza americana e non (vedi Demi Moore con il baby marito Ashton Kutcher). Ha tre figli e un marito sexy ma disoccupato Wendy, produttrice cinematografica di successo. L’unica single è Victory (che probabilmente avrà il volto della Fonda), stilista del momento, ma il lieve calo dopo il mezzo flop della sua ultima sfilata. Se Carrie e le amiche si davano appuntamento al ristorante per parlare di amanti e vibratori, le nuove protagoniste preferiscono discutere di lavoro. Ambiziose, hanno investito tutto sull’affermazione professionale e guai se l’ultima ventenne arrivata tenta di soffiare loro un’ occasione. Secondo la Bushnell, “Lipstick” è uno «di quei libri filosofici», che spiega cosa succede quando delle trentenni, come le ragazze di “Sex and the city”, raggiungono la soglia dei quaranta e cominciano a raggiungere traguardi importanti nella carriera.L’ atteso puntata “pilota” di “Lipstick Jungle” (in Italia, il libro è edito da Piemme, 17 euro) è previsto a gennaio sulla televisione americana. Il produttore è Robin Schiff, che per il piccolo schermo ha già realizzato i telefilm “Miss Match”, “Coupling” e il flop “Emily Reason’s Why not” con Heather Graham. Come è accaduto per Sarah Jessica Parker (che prima di dare il volto a Carrie era condannata a ruoli secondari al cinema), il serial potrebbe rilanciare le carriere un po’ traballanti delle sue protagoniste. Bridget Fonda, 42 anni, è parecchio tempo che non azzecca un film (tra i suoi successi, “Singles” e “City Hall”, entrambi datati anni Novanta), mentre Gina Gershon, 44 anni, esplosa come sex symbol con “Bound”, ha avuto un certo seguito in diverse serie tv. Meno conosciuta, la bionda Melissa George, 32 anni, vista al cinema in “Mulholland Drive” di David Lynch e anche in “Derailed”. Se “Lipstick Jungle” si candida come vero erede di “Sex and the city” (se non altro perché l’autrice è la stessa), sono stati molti, fino a ora, i tentativi imitazione più o meno riusciti della serie di culto, di cui La7 sta trasmettendo le ennesime repliche. Appena spunta un film, una fiction o un nuova serie che anche lontanamente parli di sesso o di un gruppo di amiche chiacchierone, si scatenano slogan come «Il sequel Sex and the city» o «l’erede di Carrie Bradshow». Ma - naufragato il progetto di un sequel cinematografico - per ora nessuno prodotto è risultato all’altezza delle quattro trentenni di Manhattan. I produttori del saffico “The L World” (in Italia in onda su La7) avevano tentato di lanciare il serial come un “Sex” versione “lesbo”. Anche le quarantenni di “Desperate Howsewives” risultano lontane dal precedente tv. Nel telefilm di Italia 1 “Grey’s Anathomy”, poi, la protagonista, un medico con problemi sentimentali, ricorda Carrie in versione ospedaliera. È stato un flop negli Usa la scopiazzature “Related”, storia di tre sorelle di Brooklyn. Anche la Russia ha provato a “clonare” la seria, con “Le età di Balzac”.
LE SINGLE ITALIANE. Anche i nostri produttori cavalcano (in ritardo) l’onda del successo delle “sexers”. Mediaset sta progettando “Donne in carriera”, una nuova fiction lanciata come un mix high class tra “ Sex and the city ” e “Casalinghe disperate”. Nel cast, Valeria Marini. Martina Colombari, poi, è stata il volto di “Radio Sex”, una sit-com trasgressiva proposta da Rosso Alice. Anche il teatro non si è lasciato sfuggire l’idea, con una pièce (dal titolo “Sex in the city”) in cui il mitico Mister Big è interpretato dal prezzemolino Beppe Covertini. Per trovare un degno sequel, le appassionate sperano nella trasposizione tv di “Lipstick Jungle”. Qui, al posto del sesso, ci sono soldi e potere. Perché, dicono le tre amiche, l’amore finisce, la carriera no. (Articolo di Alessandra Menzani per "Libero", in edicola oggi)
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