mercoledì 4 ottobre 2006

PICCOLO GRANDE SCHERMO - "The Black Dahlia", il minestrone hard-boiled di Brian De Palma. Le atmosfere di Ellroy raggelate dal vice-maestro del brivido. Si salvano Hilary Swank e Josh Hartnett, ma spicca Mia Kirshner di "The L Word"
Portare sul grande schermo un romanzo di James Ellroy, sulla carta è come tirare un rigore a porta vuota, vista la ricchezza e gli spunti di cui sono intrisi gli scritti del capofila del genere hard-boiled. A guardare "The Black Dahlia", però, sembra che Brian De Palma abbia colpito il palo pieno. Tratto dal romanzo omonimo ambientato nel sottobosco della Hollywood degli anni '40, ispirato a una storia vera, il film ruota attorno al ritrovamento del cadavere orrendamente mutilato di Betty Ann Short (Mia Kirshner), aspirante attricetta e prostituta occasionale nota come la "Dalia Nera". A occuparsi del caso si ritrovano i due poliziotti Lee Blanchard (Aaron Eckhart) e Bucky Bleichert (Josh Hartnett), soprannominati rispettivamente Mr. Fuoco e Mr.Ghiaccio, entrambi ex pugili ed entrambi uniti in un triangolo isoscele con la bella Kay Lake (Scarlett Johansson). Mentre Blanchard entra in un baratro ossessivo che minaccia la sua relazione con Kay, il suo partner Bleichert si sente sempre più attratto dalla enigmatica Madeleine Linscott (Hilary Swank), figlia di uno degli uomini più importanti della città, che si rivela stranamente legata alla vittima (alla quale peraltro assomiglia e con la quale aveva intrecciato una torbida relazione). La ricostruzione scintillante e insieme decadente della Hollywoodland (messa in scena da Dante Ferretti a Praga) è il climax di un racconto che regge fino al menage a trois tra Lee-Kay-Bucky, ma poi stenta a decollare e si contorce con l'arrivo della dark-lady Madeleine. La narrazione perde fluidità comprimendo in poche battute e sequenze una serie di eventi che conduce a una didascalica rappresentazione dei profili e delle ambigue relazioni tra di essi. De Palma non tradisce tuttavia se stesso dando ampio spazio a omaggi al cinema del passato ("L'uomo che ride", già presente nel romanzo di Ellroy, su tutti), alle immancabili riletture hitchcockiane (Betty è la "donna che visse due volte"), alle autocitazioni (nella sequenza fin troppo rievocativa di quella finale de "Gli Intoccabili", al rallenty sulle scale nella scena clou), alla sua passione per le doppie personalità e gli opposti (Mr.Ghiaccio vs. Mr.Fuoco, la bionda Kay vs. la bruna Madeleine, la Hollywood degli Studios vs. quella dei filmetti porno). Ma a deludere maggiormente è l'atmosfera apparentemente raggelata di un racconto che originariamente sprizzava passione da tutte le pagine: le scene di sesso - a parte il filmino che vedeva protagonista Betty, volutamente insistita per mostrare la decadenza di una Hollywood che si nutriva di speranze - sono tutte sfumate, rendendo frigide soprattuto le relazioni di Mr.Ghiaccio, poliziotto ingenuo ma non innocente, diviso tra due donne all'opposto e attratto sessualmente (e virtualmente) dalla Dalia Nera, ossessione edipica di Ellroy e del quale Bucky rappresenta il suo alter ego narrante. Su tutti gli interpreti, fatti salvi Hartnett e la Swank, mentre Eckhart e Johansson appaiono troppo di maniera, spicca Mia Kirshner (la Jenny di "The L Word", vedi anche Post del 1 settembre) - l'unica a non comparire col nome nel cartellone pubblicitario - alla quale De Palma sembra aver affidato le svisate più convincenti. Oltre alle "telefilmiche" Kirshner (sia in "The L Word" che in "24" nei panni lesbo) e alla Swank (ve la ricordate agli esordi in "Beverly Hills"?), compaiono più che da guest-stars Rose McGowan di "Streghe" (è Sheryl, la compagna di stanza di Betty) e Troy Evans di "ER" (è Greene, il capo del distretto), mentre Jemima Rooper di "Hex" sfila in un cameo. Per i cul-tori del genere, il deretano di Hilary Swank merita da solo la visione; per i cul-tori di tutt'altro genere, e per par condicio, anche quella del sedere di Josh Hartnett.
(Nella foto, la meritevole Mia Kirshner)

Giudizio: **

2 commenti:

Anonimo ha detto...

L'ho trovato modesto e deludente

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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