NEWS - Ultima ora! L'uragano Maya (Veronica) si abbatte sulla tv! Dopo la soppressione di "Incredibile" su Raiuno modificati tutti i palinsesti
Dopo la soppressione di quella cagata "Incredibile" del programma di Raiuno condotto da Miss Flop Veronica Maya, un uragano di variazioni si è abbattuto sulla tv italiana. Innanzitutto, al posto dello show che visse una sola puntata è stato piazzato "Il Commissario Rex": come dire, al posto di una cagna, un altro cane (ma almeno questo è più espressivo e ha un pedigree di tutto rispetto). Poi, nella catena di spostamenti ("X Factor" e "Amici" al martedì, su tutti), spicca la serata "CSI" di Italia 1 al giovedì, mentre i cugini italiani dei "RIS" si spostano al mercoledì. Avremo modo di parlarne meglio in seguito, di questo domino da record, ma intanto mano alle agende...
sabato 14 marzo 2009
venerdì 13 marzo 2009
LA VITA E' UNA COSA SERIAL - Restyling, il brivido del braille per le guide tv
Ho un diavolo per capello. E non sto parlando del Milan, nè dell'allenatore della Nazionale di calcio di Sua Maestà. Mi sto riferendo a quello che i lettori di un giornale più temono dopo l'aumento del prezzo di copertina: il famigerato restyling. Ormai fa più paura dell'assassino nello specchio di Profondo Rosso. Forse per questo non esiste un termine italiano abbastanza indovinato che possa tradurre questa operazione del terrore. Quando un giornale annuncia il temutissimo restyling - eccezion fatta per QUESTO giornale, obviously - lo si inserisce automaticamente nelle preghiere della sera. "Fai che per una volta renda il giornale più leggibile", si recita col rosario in una mano e l'ultima copia pre-restyling nell'altra. Solo che generalmente le litanie rimangono più a terra che la hostess dell'Alitalia del Grande Fratello. Se va bene, i caratteri diminuiscono a vista d'occhio, a un passo dal braille (non basta manco la lente d'ingrandimento di Ellery Queen!); al posto di 6 servizi più o meno interessanti, si preferisce metterne in sommario 12 assolutamente dimenticabili; si cerca di abbracciare tutto lo scibile umano per perdere di vista - te credo, con quei caratteri microscopici! - il cuore del giornale; si strilla in copertina esclusive che il più delle volte fanno sbottare il lettore in un fatidico e fragoroso "me cojoni!". Un piccolissimo preambolo per chiedersi: ma le guide televisive hanno ancora senso? Nell'epoca di Internet, in un periodo in cui le variazioni (di telefilm) fioccano come la neve dello scorso dicembre, che senso ha comprare un giornale che non sta al passo coi tempi? Si cerca di compensare allestendo siti internet che informino in tempo reale: ma allora non sarebbe meglio abbandonare la versione cartacea? Per non parlare dei palinsesti televisivi. Devo conservare tutto il mio amplomb alla Simon Templar per non diventare il Nerone delle case editrici di guide tv. Innanzitutto: ci fosse mai non dico un genio, ma un illuminato che capisse che il telespettatore non sceglie i programmi da vedere in base alla rete televisiva, ma all'orario. Così è impostato ad esempio "Tv Guide", il settimanale tv americano più popolare. In Italia uno torna a casa la sera stanco morto e che dovrebbe fare? Leggersi rete per rete cosa va in onda! In realtà si tratta di una metodologia vecchia come il cucco: quando nel Bel Paese esisteva solo il Programma Nazionale (l'attuale Raiuno), affiancato in seguito dal Secondo Canale (la Raidue di oggi). Siamo rimasti al tempo in cui quando partiva il programma sul Secondo c'era la freccetta bianca che lo indicava! Un fair-play che non esiste più, nella guerra a tutto campo tra Rai, Mediaset e Sky. E' come se avessimo compiuto un flashback alla "Journeyman". Per non parlare dei cosiddetti, in gergo, "tamburini". Che non è una banda di percussionisti di paese, ma la griglia(ta) dei programmi giornalieri: illeggibili, indecifrabili, indistinti. Tutti schiacciati, adesso che oltre alle reti generaliste e quelle satellitari ci si sono messe anche quelle del digitale terrestre. Una compilazione senza criterio (lo dico per buona pace di noi poveri autori di dizionari!). Bisogna sapere che tutte le fiction in onda dopo la mezzanotte diventano per le guide tv, automaticamente, telefilm: siano esse mini-serie, film-tv o sceneggiati, non c'è un cane che si premuri di verificare la durata degli episodi e quanti siano. L'altro scempio ormai in uso è etichettare come sit-com quelle che in realtà sono - in tutto il mondo - sketch comedy (così succede, ad esempio, per "Mr. Bean" o "Camera Cafè"). Roba da far girare nella tomba il povero Benny Hill. Ma qui il problema è più di fondo, in quanto il più delle volte è la produzione stessa, alla fonte, ad ammantare di sit-com quella che in realtà è una compilation di sketch. Come se ci si vergognasse di un termine in realtà nobilissimo: è nato in Inghilterra sul finire del 1880 con i primi teatranti da strada interpreti del vaudeville e del burlesque. Riuniti per la prima volta in un unico teatro, divennero a rotazione gli attori di brevi scenette ironiche. Gli antenati del "Flying Circus" dei Monty Python. Vallo a spiegare ai ragionieri dei "tamburini": più che una compilation di sketch, si meriterebbero una compilation di schiaffazzi! Wild Boys!
Ho un diavolo per capello. E non sto parlando del Milan, nè dell'allenatore della Nazionale di calcio di Sua Maestà. Mi sto riferendo a quello che i lettori di un giornale più temono dopo l'aumento del prezzo di copertina: il famigerato restyling. Ormai fa più paura dell'assassino nello specchio di Profondo Rosso. Forse per questo non esiste un termine italiano abbastanza indovinato che possa tradurre questa operazione del terrore. Quando un giornale annuncia il temutissimo restyling - eccezion fatta per QUESTO giornale, obviously - lo si inserisce automaticamente nelle preghiere della sera. "Fai che per una volta renda il giornale più leggibile", si recita col rosario in una mano e l'ultima copia pre-restyling nell'altra. Solo che generalmente le litanie rimangono più a terra che la hostess dell'Alitalia del Grande Fratello. Se va bene, i caratteri diminuiscono a vista d'occhio, a un passo dal braille (non basta manco la lente d'ingrandimento di Ellery Queen!); al posto di 6 servizi più o meno interessanti, si preferisce metterne in sommario 12 assolutamente dimenticabili; si cerca di abbracciare tutto lo scibile umano per perdere di vista - te credo, con quei caratteri microscopici! - il cuore del giornale; si strilla in copertina esclusive che il più delle volte fanno sbottare il lettore in un fatidico e fragoroso "me cojoni!". Un piccolissimo preambolo per chiedersi: ma le guide televisive hanno ancora senso? Nell'epoca di Internet, in un periodo in cui le variazioni (di telefilm) fioccano come la neve dello scorso dicembre, che senso ha comprare un giornale che non sta al passo coi tempi? Si cerca di compensare allestendo siti internet che informino in tempo reale: ma allora non sarebbe meglio abbandonare la versione cartacea? Per non parlare dei palinsesti televisivi. Devo conservare tutto il mio amplomb alla Simon Templar per non diventare il Nerone delle case editrici di guide tv. Innanzitutto: ci fosse mai non dico un genio, ma un illuminato che capisse che il telespettatore non sceglie i programmi da vedere in base alla rete televisiva, ma all'orario. Così è impostato ad esempio "Tv Guide", il settimanale tv americano più popolare. In Italia uno torna a casa la sera stanco morto e che dovrebbe fare? Leggersi rete per rete cosa va in onda! In realtà si tratta di una metodologia vecchia come il cucco: quando nel Bel Paese esisteva solo il Programma Nazionale (l'attuale Raiuno), affiancato in seguito dal Secondo Canale (la Raidue di oggi). Siamo rimasti al tempo in cui quando partiva il programma sul Secondo c'era la freccetta bianca che lo indicava! Un fair-play che non esiste più, nella guerra a tutto campo tra Rai, Mediaset e Sky. E' come se avessimo compiuto un flashback alla "Journeyman". Per non parlare dei cosiddetti, in gergo, "tamburini". Che non è una banda di percussionisti di paese, ma la griglia(ta) dei programmi giornalieri: illeggibili, indecifrabili, indistinti. Tutti schiacciati, adesso che oltre alle reti generaliste e quelle satellitari ci si sono messe anche quelle del digitale terrestre. Una compilazione senza criterio (lo dico per buona pace di noi poveri autori di dizionari!). Bisogna sapere che tutte le fiction in onda dopo la mezzanotte diventano per le guide tv, automaticamente, telefilm: siano esse mini-serie, film-tv o sceneggiati, non c'è un cane che si premuri di verificare la durata degli episodi e quanti siano. L'altro scempio ormai in uso è etichettare come sit-com quelle che in realtà sono - in tutto il mondo - sketch comedy (così succede, ad esempio, per "Mr. Bean" o "Camera Cafè"). Roba da far girare nella tomba il povero Benny Hill. Ma qui il problema è più di fondo, in quanto il più delle volte è la produzione stessa, alla fonte, ad ammantare di sit-com quella che in realtà è una compilation di sketch. Come se ci si vergognasse di un termine in realtà nobilissimo: è nato in Inghilterra sul finire del 1880 con i primi teatranti da strada interpreti del vaudeville e del burlesque. Riuniti per la prima volta in un unico teatro, divennero a rotazione gli attori di brevi scenette ironiche. Gli antenati del "Flying Circus" dei Monty Python. Vallo a spiegare ai ragionieri dei "tamburini": più che una compilation di sketch, si meriterebbero una compilation di schiaffazzi! Wild Boys!
(Articolo di Leo Damerini pubblicato su "Telefilm Magazine" di Marzo)
NEWS - Tutti in libreria, compagni! E' uscito Link N.7, "Mash-UP Television", sull'arte del riciclo e del remake nel piccolo schermo (telefilm compresi). Interventi, tra gli altri, di Carlo Freccero, Aldo Grasso, Gregorio Paolini, Marco Giusti...
SCOPRI COSA È VERO
È disponibile in libreria Link n. 7 "Mash-Up Television", dedicato alla televisione del remix, del riuso e del riciclo, il remake dei grandi classici del piccolo schermo, la replica sulle reti vecchie e nuove. Attraverso nuovi studi, ricerche e interviste a professori, giornalisti e professionisti del settore, il nuovo numero di Link racconta la creazione di nuovi significati e la nostalgia della tv del passato in modo inedito. Il tutto corredato da una grafica curatissima, ricca di illustrazioni d'autore. Tra gli argomenti trattati da Link n. 7 "Mash-Up Television":
OBAMA AND THE MEDIA
Usa 2008, una campagna elettorale nell'era della convergenza, di Cristian Vaccai. Everybody loves Obama. Lontano dai fumi della propaganda, ecco il racconto del ruolo giocato dai media, dal web alla televisione, nella grande partita elettorale che lo scorso novembre ha portato alla sua elezione a presidente. "Barack Obama ha rappresentato una "tempesta perfetta", una combinazione riuscita di personalità, messaggio e strategia comunicativa".
SCOPRI COSA È VERO
Le sigle delle serie tv americane di Violetta Bellocchio. La maggior parte delle serie in onda sui canali americani in chiaro non ha una sigla: due o tre minuti di prologo, poi arrivano il titolo e l'episodio vero e proprio. "Cosa si nasconde nella sigla di un telefilm: una porta da attraversare per conoscere luoghi e personaggi, un marchio che si imprime nella memoria dello spettatore. In viaggio tra mondi, possibili e impossibili".
COME CREARE UNA SERIE TV
Manuale di istruzioni per una scrittura davvero televisiva di Denis Mc Grath. Denis Mc Grath, autore televisivo americano, spiega le strategie essenziali per una scrittura seriale di successo. "Creare una serie televisiva è una cosa diversa dallo scrivere un film...Tutto sta nel trovare un motore... Joey, ad esempio, è stata l'arma segreta di Friends".
Arricchiscono Link n. 7 "Mash-Up Television" testi di Carlo Freccero; Fausto Colombo; Aldo Grasso; Gregorio Paolini; Carlo Antonelli; Violetta Bellocchio; Matteo Bittanti; Patrick Mc Grath; Dr Pira; Matthew Weiner; Antonio Dini; Tommaso Tessarolo e interviste a Piero Angela e a Marco Giusti.
Le illustrazioni del volume sono di Marco Corona, Moneyless, Puverille, John Doe (Andrea Facelli), Elena Giavaldi, Valerio Vidali, Luca Falcone. Il progetto grafico è realizzato da Marco Cedron (art director di Rolling Stone Italia). Link, edita da RTI, è la collana di libri dedicata al piccolo schermo ma più in generale ai media, che racconta i meccanismi dell'industria televisiva al di là dei luoghi comuni. Ogni numero approfondisce un argomento specifico dal punto di vista del prodotto, del business, dei mercati e delle tecnologie attraverso un dibattito con docenti universitari, personaggi e addetti ai lavori nazionali e internazionali. Direttore editoriale è Marco Paolini, direttore è Laura Casarotto.
Link / Sito Internet: http://www.link.mediaset.it/
LinkBlog: http://www.linkmagazine.blogspot.com/
Le illustrazioni del volume sono di Marco Corona, Moneyless, Puverille, John Doe (Andrea Facelli), Elena Giavaldi, Valerio Vidali, Luca Falcone. Il progetto grafico è realizzato da Marco Cedron (art director di Rolling Stone Italia). Link, edita da RTI, è la collana di libri dedicata al piccolo schermo ma più in generale ai media, che racconta i meccanismi dell'industria televisiva al di là dei luoghi comuni. Ogni numero approfondisce un argomento specifico dal punto di vista del prodotto, del business, dei mercati e delle tecnologie attraverso un dibattito con docenti universitari, personaggi e addetti ai lavori nazionali e internazionali. Direttore editoriale è Marco Paolini, direttore è Laura Casarotto.
Link / Sito Internet: http://www.link.mediaset.it/
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giovedì 12 marzo 2009
NEWS - Che c'azzecca Fiorello con "Lost" e "Desperate Housewives"? C'entra, c'entra...
Articolo tratto da "Il Sole 24 ore"
Se per Sky il debutto di Fiorello il 2 aprile è una sorta di esperimento, per il mercato della pubblicità potrebbe essere un'ottima occasione per fare affari a buon prezzo. «Non sappiamo ancora che tipo di offerte economiche farà Sky, ma qualitativamente quello dello show sarà un buon pubblico », dice Marco Fontana, amministratore delegato di Piano!, il centro media del network Brand Portal. Insomma per chi pianifica i break resta ancora da sciogliere il nodo del costo per contatto, ma ai prezzi di listino di Sky Vivo (il canale satellitare che da aprile si chiamerà Sky 1) scommettere su Fiorello potrebbe essere una scelta vincente. La rete d'intrattenimento del gruppo guidato da Tom Mockridge viaggia con un'audience media in prima serata di 15mila persone con contatti che arrivano fino a 245mila telespettatori (elaborazioni Studio Frasi su dati Auditel). I programmi più visti hanno invece ascolti di circa 100mila persone e a questi numeri il costo contatto (1.250 euro il prezzo di uno spot da 30 secondi) è nell'ordine 12,5 centesimi per mille persone. Una cifra alta rispetto a un programma della tv generalista (che ha un costo contatto di 8-10 centesimi), che però potrebbe dimezzarsi con l'arrivo di Fiorello. Da Sky nessuno parla, ma la speranza è che lo showman siciliano incrementi almeno del 50-60% il seguito delle serate di successo. Secondo gli esperti, però, potrebbe andare anche meglio: in molti scommettono che Fiorello attrarrà almeno 200mila persone, soprattutto nelle prime puntate. Se la previsione si avverasse il costo contatto per uno spot scenderebbe a 6,25 centesimi. «Una pianificazione sul satellite, e sul programma di Fiorello - continua Fontana - non è adatta a un prodotto di massa, ma piuttosto a chi deve fare investimenti mirati. In quel caso sarei disposto a pagare un costo contatto più alto».
Insomma nessuno stress da audience. Come a dire che comunque vada, almeno per la pubblicità, il programma sarà un successo, «perché chi lo guarderà non lo farà in modo passivo», aggiunge Fontana. Di certo non sono preoccupati i vertici di Sky. Il gruppo punta piuttosto su un crescita lenta, ma costante che porti gli ascolti ai livelli di serie televisive come "Lost" o "Desperate Housewives", partite in sordina e che oggi attraggono circa 400mila spettatori. Come tutti i canali del gruppo che nel 2003 avevano uno share medio complessivo del 2,3% salito oggi all'8,3 per cento. Intanto lo sbarco di Fiorello servirà a migliorare l'intrattenimento puntando sul rafforzamento di Sky 1, con un nuovo palinsesto, più generalista, che sarà pronto per l'autunno quando Rai e Mediaset potrebbero aver abbandonato la piattaforma per trasferirsi su Tivu (la loro nuova piattaforma satellitare).
Insomma nessuno stress da audience. Come a dire che comunque vada, almeno per la pubblicità, il programma sarà un successo, «perché chi lo guarderà non lo farà in modo passivo», aggiunge Fontana. Di certo non sono preoccupati i vertici di Sky. Il gruppo punta piuttosto su un crescita lenta, ma costante che porti gli ascolti ai livelli di serie televisive come "Lost" o "Desperate Housewives", partite in sordina e che oggi attraggono circa 400mila spettatori. Come tutti i canali del gruppo che nel 2003 avevano uno share medio complessivo del 2,3% salito oggi all'8,3 per cento. Intanto lo sbarco di Fiorello servirà a migliorare l'intrattenimento puntando sul rafforzamento di Sky 1, con un nuovo palinsesto, più generalista, che sarà pronto per l'autunno quando Rai e Mediaset potrebbero aver abbandonato la piattaforma per trasferirsi su Tivu (la loro nuova piattaforma satellitare).
martedì 10 marzo 2009
GOSSIP - Forever Pam! La Anderson sfila a Parigi ed esce fuori di...seno
Arci-mitica Pamela Anderson, che alle ultime sfilate di Parigi ha sfilato per la "Queen" Vivienne Westwood. Ma più che sfilare in passerella ha lasciato sfilare l'abito, lasciando intravedere buona parte del seno. Nulla di clamoroso, visto il soggetto, ma qualcuno insinua che la mossa sia stata studiata ad arte per far parlare di sè, della collezione, della Westwood. Del resto non ci sarebbe nulla di male visto l'abito: roba che neanche a Carnevale vale la pena mettersi, con quei foularini gitani che fanno tanto gitana alla Corrida. Di certo noi non ci sottraiamo dal darne notizia, fedeli al motto "prima informare, poi decidere".
lunedì 9 marzo 2009
GOSSIP - Jessica Biel? No, Jessica Rabbit! L'attrice fa diventare di carne ed ossa la sexy-diva cartoon sotto gli occhi del nerd Justin Timberlake
Jessica Biel-Rabbit e il nerd Justin Timberlake sono stati al centro di uno sketch all'ultimo "Saturday Night Live"(quello americano, mica quello italiano dove al massimo va ospite Cristina Chiabotto). Fatevi 4 risate per cominciare bene la settimana...
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