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sabato 28 aprile 2018

L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
LA STAMPA
E se "The Looming Tower" fosse la miglior serie tv del 2018?
"Con buone probabilità, la serie migliore di questi primi mesi del 2018 è The Looming Tower. Omonimo adattamento del libro di Lawrence Wright, giornalista del New Yorker, racconta i mesi - e anche gli anni - immediatamente precedenti all'attentato dell'll settembre. E una mini-serie, quindi si conclude con la sua fine. Presenta una visione decisamente diversa rispetto alla narrazione mainstream di quello che è successo tra agenzie americane e del perché un attentato del genere sia stato possibile sul suolo di uno dei Paesi più controllati e militarmente più avanzati del Pianeta. Ci sono diverse prospettive da cui, volendo, poter seguire la storia. C'è la prospettiva dell'Fbi, sempre messo in disparte dalla Cia e mai informato sulle indagini; c'è la prospettiva della stessa Cia, e c'è anche quella del governo americano, prima sotto Clinton e poi sotto Bush. La ricostruzione dei fatti che offre The Looming Tower, già disponibile su Prime Video di Amazon, si alterna a video di repertorio (soprattutto delle udienze della commissione post-11 settembre). E come un moderno The Wire, si concentra sui protagonisti, sulla loro umanità e sulla loro fallibilità; non mostra eroi invincibili e incorruttibili. John O'Neill,  per esempio, interpretato da un bravissimo Jeff Daniels, è uno dei migliori uomini dell'Fbi: e però ha anche un pessimo carattere, ha più di un'amante e ha un rapporto difficile con i suoi superiori. C'è New York e c'è il resto del mondo. In alcuni momenti arrivano quasi a sovrapporsi: i grattacieli sulle case polverose, i quartieri affollati alle moschee. Poi c'è Al Qaeda: com'è vissuta da chi ne fa parte e come, alla fine, viene vista da chi la combatte. I bombardamenti, gli attacchi contro i civili; quella che, per il mondo arabo, è stata vissuta come un'invasione. Paradossi su paradossi. Errori su errori. Sappiamo già come andrà a finire, e più ci avviciniamo alla conclusione più sentiamo crescere la tensione. Ma ci sono anche il modo e il tempo per comprendere una delle più importanti vicende della storia contemporanea, una che ha letteralmente plasmato il futuro e il presente in cui, oggi, viviamo. Può suonare banale e in un certo senso lo è, ma in The Looming Tower c'è uno sforzo considerevole nel non fare di tutta l'erba un fascio, nel non voler generalizzare e nel non voler etichettare nessuno e nessuna parte come buoni e cattivi, giusta o sbagliata. E una storia di uomini, questa. Uomini che si odiano e uomini, soprattutto, che non si parlano". (Gianmaria Tammaro)

venerdì 27 aprile 2018

L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
L'ossessione Usa per l'impeachment, da "Scandal" a "Homeland"
"Chiamiamola ossessione narrativa. Chiamiamola aspirazione. Chiamiamola non so come, ma nelle serie americane che si occupano di potere, di presidenza degli Stati Uniti, di deriva autoritaria c'è un grande tema attorno cui si aggrovigliano tutte le vicende e questo tema si chiama impeachment, il procedimento d'accusa contro il Presidente, sospettato di aver violato la legge nell'esercizio delle proprie funzioni. In questi giorni circola una curiosa fotografia ufficiale scattata al termine dei funerali di Barbara Bush: la foto racchiude gli ultimi 30 anni della Casa Bianca: Bush senior (1989-1993), Bill Clinton (1993-2000), George W. Bush (2001-2008), Barack Obama (2009-2017). C'era anche l'attuale first lady, Melania Trump. Manca solo lui, l'ossessione narrativa. In realtà, l'impeachment contro Trump è al momento una prospettiva molto remota: non solo per ciò che è accaduto finora nella questione Trump-Russia-Comey, ma anche per come funziona la procedura negli Stati Uniti. Tuttavia, questo assillo è presente in Scandal, in The Good Fight (lo spin-off di The Good Wife), in The Designated Survivor e soprattutto nella settima stagione di Homeland che è appena iniziata su Fox. Qui, l'ossessione narrativa si concentra su una vicenda tutta interna alla presidenza degli Stati Uniti. Dopo un tentato omicidio ai danni della presidente eletta Elizabeth Keane (Elisabeth Marvel), duecento membri dell'intelligence americana vengono fatti arrestare, fra cui Saul Berenson (Mandy Patinkin). La sua protetta, la protagonista Carrie (Claire Danes), è costretta a lasciare la Casa Bianca per impegnarsi a liberare gli altri membri dell'intelligence. Intanto la figura presidenziale è sempre più caratterizzata da comportamenti che ricordano quella vera. Che potere hanno le serie televisive? Il loro soft power ha una decisa forza di convincimento? E a chi si rivolge? Gli elettori di Trump guardano le serie?". (Aldo Grasso)

mercoledì 11 marzo 2015

GOSSIP - You are Wright! La co-protagonista di "House of Cards" sulla cover di "Vanity Fair" (svela la ragione del taglio corto di capelli di Claire...)
Robin Wright is glowing on the cover of Vanity Fair‘s April 2015 issue, on newsstands March 12.
Here’s what the 48-year-old House of Cards actress had to share with the mag. Wright speaks about developing the icy, ambitious villain Claire Underwood for David Fincher’s House of Cards, which has made her as much a star of the show as Kevin Spacey. Claire’s wardrobe and sleek, androgynous haircut have also minted her a fashion icon. “I was just cutting off damaged hair—too much bleach over months of [appearing in] different movies,” Wright explains of Claire’s much-admired coif. “It was a mercy killing, but it works for the character.” House of Cards creator David Fincher discusses the dynamic between Wright and Spacey, who have made the two scheming, lustful antiheroes one of television’s most beloved power couples. Fincher confides that “a lot of people were asking, Is this meant to be Bill and Hillary? It shouldn’t be, but what I do love—especially with Bill and Hillary—is there’s an unfathomable place at which they meet, and you’re not going to get to the bottom of it. That was kind of where we started.”

On her ex husband Sean Penn: “I’m not in the business of talking about what ‘isn’t.’…I grew up very fast as a young girl, but I grew slowly into my womanhood. We were learning as we were going along. We agreed as parents that we’d not work at the same time, so that one of us was always with the kids. He was making more money than I was at the time, so it was a simple decision: ‘You go work—I’ll stay with the kids.’ And we got along great as creative people. Acting together, him directing me [in The Crossing Guard in 1995]—that was great. I believe we were together not only to have our beautiful children but to learn how to love…for the next time around, the right way. And then, what I’m looking for in people now, is kindness.”
On her fiance Ben Foster: “I’ve never been happier in my life than I am today. Perhaps it’s not ladylike [to say], but I’ve never laughed more, read more, or come more than with Ben. He inspires me to be the best of myself. There’s so much to learn. It’s endless. How great! It took me a long time to grow up. Love is possible as life is possible.”
On stardom coming late for her: “I feel as though I’ve just graduated. I mean, I never went to college. I was pregnant at 23. You hear people say how they have ‘arrived,’ but it was just always there, waiting to come out. For me, it just took a long time. I’m 48. I’m finally a person. I think I’m finally ready.”

"Il trivial game + divertente dell'anno" (Lucca Comics)

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Il GIOCO DEI TELEFILM di Leopoldo Damerini e Fabrizio Margaria, nei migliori negozi di giocattoli: un viaggio lungo 750 domande divise per epoche e difficoltà. Sfida i tuoi amici/parenti/partner/amanti e diventa Telefilm Master. Disegni originali by Silver. Regolamento di Luca Borsa. E' un gioco Ghenos Games. http://www.facebook.com/GiocoDeiTelefilm. https://twitter.com/GiocoTelefilm

Lick it or Leave it!

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