New York, 28 mag. (Adnkronos) - E' morto in un ospedale dello Utah, negli Stati Uniti, Gary Coleman. L'attore, celebre per avere interpretato il piccolo Arnold nella serie tv 'Il mio amico Arnold', aveva 42 anni. Coleman e' nato con una malattia congenita ai reni che come conseguenza ha avuto l'interruzione della sua naturale crescita. Era stato ricoverato in gravi condizioni qualche giorno fa, dopo avere battuto violentemente la testa, nell'ospedale dello Utah dove e' morto. Coleman aveva subito due operazioni chirurgiche nei primi mesi dell'anno. Famoso soprattutto per il simpatico Arnold della serie tv americana andata in onda tra il 1978 e il 1986, Coleman ha lavorato come guardia privata facendo solo qualche apparizione in alcune produzioni minori o per qualche 'cameo'. E' apparso nella sit com 'I Jefferson', ma anche in un episodio de 'I Simpson' e, due anni fa, anche nella trasmissione di Rai Uno, 'I migliori anni', condotta da Carlo Conti. Nel 2003 ha tentato la carriera politica candidandosi come governatore della California dopo la discesa in campo di Arnold Schwarzenegger. Ottenne 14.282 preferenze (0,16%) ed arrivo' ottavo su 135. Nel 2007 si e' sposato con Shannon Price, divorziando dopo solo 8 mesi di matrimonio.
venerdì 28 maggio 2010
PICCOLO GRANDE SCHERMO - Il ritorno di quella "zebratona" di Sarah Jessica! Da oggi nelle sale "Sex and the City 2"
(Adnkronos) - L'ultimo amore di Sarah Jessica Parker? Un miniabito zebrato di Blumarine. L'attrice, che da oggi torna nei cinema italiani nei panni di Carrie in 'Sex and The City 2', ha dichiarato nei giorni scorsi di avere "due alternative" quando si veste: "pezzi vintage tipo Givenchy e Mc Queen, ma anche nuovi designers emergenti che sono molto entusiasmanti e mi piace l'idea di sostenerli". Ma per le vie della sua amata Manhattan, Sarah, indossa un miniabito zebrato in micro paillettes della maison italiana, sfoggiato anche martedi' durante l'intervista al "Late Show" di David Letterman. Inanto domani arriva nei cinema italiani in 500 copie l'atteso sequel cinematografico di cui e' protagonista, ispirato alla fortunata serie televisiva tratta dai personaggi del libro di Candace Bushnell. Le anteprime a pagamento organizzate in tutta Italia per stasera sono tutte esaurite da giorni e anche i dati di prevendita per l'uscita confermano la grande attesa per il film, tutto all'insegna di divertimento, 'fashion' e amicizia tra le quattro protagoniste. Carrie, Samantha, Charlotte e Miranda ancora una volta addentano la "Grande Mela" - e non solo perche' questa volta ci sono anche Dubai e il Marocco - alle prese con vite e amori indaffarati in un sequel decisamente scintillante. Cosa accade dopo aver pronunciato il fatidico "si"'? Le nostre eroine hanno realizzato i loro desideri piu' importanti, ma non sarebbe "Sex and the City" se la vita non serbasse qualche sorpresa in piu'; e questa volta sotto le spoglie di un'avventura 'glamour' e assolata che le porta via da New York verso uno dei luoghi piu' sontuosi, esotici e coloriti della terra, dove le feste non finiscono mai e dietro ad ogni angolo si nasconde qualcosa di misterioso. Una fuga che arriva al momento propizio per le quattro amiche che si trovano a vivere - e combattere contro - i ruoli tradizionali imposti dal matrimonio, dalla maternita' e altro. Diretto da Michael Patrick King, il film e' interpretato da Sarah Jessica Parker, Kim Cattrall, Kristin Davis e Cynthia Nixon, con John Corbett e Chris Noth.
(Adnkronos) - L'ultimo amore di Sarah Jessica Parker? Un miniabito zebrato di Blumarine. L'attrice, che da oggi torna nei cinema italiani nei panni di Carrie in 'Sex and The City 2', ha dichiarato nei giorni scorsi di avere "due alternative" quando si veste: "pezzi vintage tipo Givenchy e Mc Queen, ma anche nuovi designers emergenti che sono molto entusiasmanti e mi piace l'idea di sostenerli". Ma per le vie della sua amata Manhattan, Sarah, indossa un miniabito zebrato in micro paillettes della maison italiana, sfoggiato anche martedi' durante l'intervista al "Late Show" di David Letterman. Inanto domani arriva nei cinema italiani in 500 copie l'atteso sequel cinematografico di cui e' protagonista, ispirato alla fortunata serie televisiva tratta dai personaggi del libro di Candace Bushnell. Le anteprime a pagamento organizzate in tutta Italia per stasera sono tutte esaurite da giorni e anche i dati di prevendita per l'uscita confermano la grande attesa per il film, tutto all'insegna di divertimento, 'fashion' e amicizia tra le quattro protagoniste. Carrie, Samantha, Charlotte e Miranda ancora una volta addentano la "Grande Mela" - e non solo perche' questa volta ci sono anche Dubai e il Marocco - alle prese con vite e amori indaffarati in un sequel decisamente scintillante. Cosa accade dopo aver pronunciato il fatidico "si"'? Le nostre eroine hanno realizzato i loro desideri piu' importanti, ma non sarebbe "Sex and the City" se la vita non serbasse qualche sorpresa in piu'; e questa volta sotto le spoglie di un'avventura 'glamour' e assolata che le porta via da New York verso uno dei luoghi piu' sontuosi, esotici e coloriti della terra, dove le feste non finiscono mai e dietro ad ogni angolo si nasconde qualcosa di misterioso. Una fuga che arriva al momento propizio per le quattro amiche che si trovano a vivere - e combattere contro - i ruoli tradizionali imposti dal matrimonio, dalla maternita' e altro. Diretto da Michael Patrick King, il film e' interpretato da Sarah Jessica Parker, Kim Cattrall, Kristin Davis e Cynthia Nixon, con John Corbett e Chris Noth.
mercoledì 26 maggio 2010
NEWS - Finalissimo di "Lost": ascolti non eccezionali in Usa ma boom su Internet
Mentre il finalissimo di "Lost" divide il mondo, tra entusiasti-talebani e delusi-marci (anche nel Sondaggio di Telefilm Cult), gli ascolti in America non sono stati eccezionali, ma c'è la consolazione del web. Mentre il doppio episodio che domenica notte ha chiuso la serie culto della Abc è stato visto da una media di 13,5 milioni di telespettatori, sul web, in una sola giornata, un milione di utenti hanno scaricato le due puntate attraverso il software BitTorrent. "Lost" è stato comunque il programma tv più visto domenica negli Usa, è l'episodio più visto della sesta serie, in termini di spettatori totali. Tuttavia, la puntata di due ore e mezzo non ha raccolto un ascolto «epico», sottolinea il portale TvByTheNumbers, soprattutto dopo l'immenso tam-tam esploso nelle settimane precedenti sul web. Per la serie è comunque il dato più alto dal 2007, quando il finale della terza stagione raggiunse i 13,8 milioni. Tantissimi fans in giro per il mondo hanno infatti scelto il web e scaricato il finale dagli applicativi più consultati. Per la rete di filesharing BitTorrent è stato record. In meno di 24 ore i due episodi dell'ultima puntata sono stati scaricati da circa 1 milione di utenti, riferisce TorrentFreak. Un unico file di tipo BitTorrent è stato condiviso contemporaneamente da 100.000 persone. E nella prima settimana sono attesi non meno di 5 milioni di downloads. C'è da dire che già lo scorso anno "Lost" è stata la seconda serie più scambiata tra gli «scaricatori», con una media di sei milioni di download a puntata. In vetta, staccata solo di qualche migliaio di downloads, c'era "Heroes". Moltissimi poi gli utenti che hanno visto il finale in streaming, su portali quali Megavideo. La maggior parte dei downloads sono arrivati da fuori dei confini statunitensi; il 15% delle richieste dall'Australia, dove le puntate sono andate in onda mercoledì. Negli Usa gli episodi possono essere visti gratuitamente (e legalmente) sul sito ufficiale della Abc. L'epilogo, trasmesso in 59 Paesi, in contemporanea o 48 ore più tardi dalla messa in onda americana, è stato senza dubbio un evento planetario che gli spettatori italiani hanno potuto seguire in lingua originale alle 6 di mattino su Fox o Cubovision, la tv via Internet di Telecom. La puntata doppiata in italiano verrà invece trasmessa su Fox, lunedì 31 maggio alle 22.
martedì 25 maggio 2010
LA VITA E' UNA COSA SERIAL - “RIS”, tutte le strade dei telefilm portano a Roma
Non dite ai vertici della Lega Nord che il popolare “RIS” di Parma si è trasferito, almeno telefilmicamente, all’ombra del Cupolone. Al momento di andare in stampa stranamente nessuno degli esponenti del Carroccio si è indignato per la partenza di “RIS: Roma” e la chiusura della serie originale girata nel parmense. Eppure, il cambio di città poteva presupporre una qualche indignazione d’orgoglio padano. Non si tratta in effetti di uno spin-off vero e proprio come il quasi contemporaneo – relativamente alla trasmissione italiana – “NCIS”, che ha aperto una succursale nella più scontata Los Angeles. Tant’è che la produzione italica considera il “trasferimento” romano come la “sesta stagione” di questo fac simile di franchising. Qui si tratta di un vero e proprio smantellamento, con solo due personaggi “sopravvissuti” (agli ascolti in flessione) che permangono nel tentativo di rivitalizzare l’interesse scemato. Impresa non facile, a dire il vero: a fronte di una polizia scientifica che nella realtà dei grandi casi italiani degli ultimi anni ha scoperto ben poco di risolutivo (vedi Cogne, Perugia, Garlasco…), pure il mitico Luciano Garofalo a capo dei (veri) RIS ha mollato il colpo per dedicarsi a consulenze private e ospitate televisive. E così uno dei pochi (pochissimi) telefilm non ambientato a Roma ha ceduto al richiamo della Lupa. Povero tenente Venturi, povero Flaherty, che ha sommessamente protestato per la distruzione del DNA del suo personaggio. Strano destino avverso quello delle serie tv “alla larga da Roma”: mi vengono in mente lo sperimentale “48 ore” (2006), girato a Genova (bensì con la presenza romana garantita di Claudio Amendola), sospeso come un camallo con i suoi echi evidenti di “24” e “Senza traccia”; il più meritevole “Il Bene e il Male” (2009), con Gianmarco Tognazzi sotto la Mole Antonelliana, soppresso ad interim; il “volemo fà Carrie e Samantha di SATC” a Milano di “Amiche mie” (2008), con una delle quattro protagoniste, comunque, in fuga da Roma; la recente debacle dei salumieri “Fratelli Benvenuti” di Massimo Boldi&Co., tagliati a fettine sottili dall’Auditel nel loro centro commerciale del Nord. Altro che delocalizzazione, altro che federalismo: nei telefilm italiani, piaccia o meno, vige il motto “Roma Padrona”. Che sia il sintomo di una mancanza di incentivi economici? Il cinema italiano, al contrario, sembra conoscere una lieve inversione di tendenza: vedi “Io sono l’amore”, con Tilda Swinton sulle guglie del Duomo di Milano, a fianco della Madunina. Chissà come son fischiate le orecie al Ministro alle Infrastrutture Roberto Castelli, che alcuni mesi fa ha lanciato strali sulle fiction nostrane, adducendo che “parlano tutti in romanesco, è una cosa insopportabile”! Strano che la Lega, solitamente sensibile a quanto passa sul piccolo schermo, si sia distratta su “RIS: Roma”. Scintilla ancora negli annali quando Umberto Bossi in persona espresse la sua indignazione per il bacio lesbo tra Ally McBeal (Calista Flockhart) e Ling Woo (Lucy Liu) trasmesso dalla Rai all’ora di cena, chiedendo le dimissioni dell’allora presidente Roberto Zaccaria: peccato che si trattasse della riproposizione di “Blob” di una sequenza del telefilm in onda il giorno prima su Canale 5 nella fascia protettissima del day-time. A ben vedere, ora per le strade della Capitale si rischia l’ingorgo: tra Trastevere, il Tuscolano e la Garbatella, è tutto di un via-vai di medici, poliziotti, investigatori della scientifica: se un Cesaroni si rollasse una canna, rischierebbe di venire fermato da uno di “Distretto di polizia”, per poi venir esaminato da capo a lingua da una dei “RIS”. Se poi avesse dato inavvertitamente fuoco alla casa nel tentativo di nascondere il cannone, magari verrebbe salvato da un vigile del fuoco di una serie di prossima produzione…(sperando che si realizzi in tempo!) e portato a farsi controllare in uno delle decine di ospedali dove in corsia si fa tifo per Totti. Ma forse è meglio così. Vuoi mettere un telefilm girato al Nord, magari intitolato “Ecopass: Zona 15”, sull’aria di “sapessi com’è strano, incontrarsi al coprifuoco di Via Padova, a Milano…”? (Articolo di Leo Damerini pubblicato sul Telefilm Magazine di Maggio)
Non dite ai vertici della Lega Nord che il popolare “RIS” di Parma si è trasferito, almeno telefilmicamente, all’ombra del Cupolone. Al momento di andare in stampa stranamente nessuno degli esponenti del Carroccio si è indignato per la partenza di “RIS: Roma” e la chiusura della serie originale girata nel parmense. Eppure, il cambio di città poteva presupporre una qualche indignazione d’orgoglio padano. Non si tratta in effetti di uno spin-off vero e proprio come il quasi contemporaneo – relativamente alla trasmissione italiana – “NCIS”, che ha aperto una succursale nella più scontata Los Angeles. Tant’è che la produzione italica considera il “trasferimento” romano come la “sesta stagione” di questo fac simile di franchising. Qui si tratta di un vero e proprio smantellamento, con solo due personaggi “sopravvissuti” (agli ascolti in flessione) che permangono nel tentativo di rivitalizzare l’interesse scemato. Impresa non facile, a dire il vero: a fronte di una polizia scientifica che nella realtà dei grandi casi italiani degli ultimi anni ha scoperto ben poco di risolutivo (vedi Cogne, Perugia, Garlasco…), pure il mitico Luciano Garofalo a capo dei (veri) RIS ha mollato il colpo per dedicarsi a consulenze private e ospitate televisive. E così uno dei pochi (pochissimi) telefilm non ambientato a Roma ha ceduto al richiamo della Lupa. Povero tenente Venturi, povero Flaherty, che ha sommessamente protestato per la distruzione del DNA del suo personaggio. Strano destino avverso quello delle serie tv “alla larga da Roma”: mi vengono in mente lo sperimentale “48 ore” (2006), girato a Genova (bensì con la presenza romana garantita di Claudio Amendola), sospeso come un camallo con i suoi echi evidenti di “24” e “Senza traccia”; il più meritevole “Il Bene e il Male” (2009), con Gianmarco Tognazzi sotto la Mole Antonelliana, soppresso ad interim; il “volemo fà Carrie e Samantha di SATC” a Milano di “Amiche mie” (2008), con una delle quattro protagoniste, comunque, in fuga da Roma; la recente debacle dei salumieri “Fratelli Benvenuti” di Massimo Boldi&Co., tagliati a fettine sottili dall’Auditel nel loro centro commerciale del Nord. Altro che delocalizzazione, altro che federalismo: nei telefilm italiani, piaccia o meno, vige il motto “Roma Padrona”. Che sia il sintomo di una mancanza di incentivi economici? Il cinema italiano, al contrario, sembra conoscere una lieve inversione di tendenza: vedi “Io sono l’amore”, con Tilda Swinton sulle guglie del Duomo di Milano, a fianco della Madunina. Chissà come son fischiate le orecie al Ministro alle Infrastrutture Roberto Castelli, che alcuni mesi fa ha lanciato strali sulle fiction nostrane, adducendo che “parlano tutti in romanesco, è una cosa insopportabile”! Strano che la Lega, solitamente sensibile a quanto passa sul piccolo schermo, si sia distratta su “RIS: Roma”. Scintilla ancora negli annali quando Umberto Bossi in persona espresse la sua indignazione per il bacio lesbo tra Ally McBeal (Calista Flockhart) e Ling Woo (Lucy Liu) trasmesso dalla Rai all’ora di cena, chiedendo le dimissioni dell’allora presidente Roberto Zaccaria: peccato che si trattasse della riproposizione di “Blob” di una sequenza del telefilm in onda il giorno prima su Canale 5 nella fascia protettissima del day-time. A ben vedere, ora per le strade della Capitale si rischia l’ingorgo: tra Trastevere, il Tuscolano e la Garbatella, è tutto di un via-vai di medici, poliziotti, investigatori della scientifica: se un Cesaroni si rollasse una canna, rischierebbe di venire fermato da uno di “Distretto di polizia”, per poi venir esaminato da capo a lingua da una dei “RIS”. Se poi avesse dato inavvertitamente fuoco alla casa nel tentativo di nascondere il cannone, magari verrebbe salvato da un vigile del fuoco di una serie di prossima produzione…(sperando che si realizzi in tempo!) e portato a farsi controllare in uno delle decine di ospedali dove in corsia si fa tifo per Totti. Ma forse è meglio così. Vuoi mettere un telefilm girato al Nord, magari intitolato “Ecopass: Zona 15”, sull’aria di “sapessi com’è strano, incontrarsi al coprifuoco di Via Padova, a Milano…”? (Articolo di Leo Damerini pubblicato sul Telefilm Magazine di Maggio)
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Telefilm Magazine
lunedì 24 maggio 2010
domenica 23 maggio 2010
NEWS - Svegliaaaa! Oggi (all'alba di domani per noi) il finalissimo di "Lost". Altra genialata per concludere degnamente dopo la realtà parallela: "il finale fatevelo voi...!". Lindelof e Cuse condannati al "silenzio stampa" (a vita?) dopo il "The End"
(ANSA) - WASHINGTON - La sedia a rotelle ed i coltelli di John Locke, il biglietto della lotteria vincente di Hurley, la birra con il logo 'Dharma'. Questi alcuni degli oggetti della serie televisiva 'Lost' che saranno offerti in vendita all'asta agli appassionati del programma culto che chiudera' oggi (all'alba di domani in Italia) i battenti con la puntata finale. Milioni di appassionati di 'Lost', dopo avere seguito per sei anni le avventure di un gruppo di superstiti di un disastro aereo bloccati su un'isola misteriosa del pacifico, stanno facendo in queste ultime ore lo slalom tra i siti internet per evitare che il 'gran finale' di domenica sia rovinato dalle numerose anticipazioni affiorare online. Per lo stesso motivo lo Disney ha deciso di anticipare la trasmissione dell'ultima puntata di 'Lost' nel resto del mondo: il finale sara' quindi trasmesso quasi in contemporanea con gli Usa in diversi paesi (compresa l'Italia). Gli autori del programma hanno promesso un finale diverso da quello famoso dei 'Soprano' - dove lo schermo diventa nero all'improvviso a meta' di una scena - ma hanno gia' anticipato che non sara' possibile dare una risposta a tutti i misteri presentati in quasi 120 ore di avventure. I creatori Damon Lindelof e Carlton Cuse si chiuderanno inoltre in 'silenzio stampa' dopo il finale: ''Non daremo spiegazioni: non vogliamo togliere agli appassionati il piacere di formulare le loro teorie su cosa e' veramente accaduto''. Per colmare il vuoto provocato dalla fine di 'Lost' la Abc ha deciso di mettere all'asta centinaia di oggetti usati durante le riprese. Dalla sedia a rotelle di Locke (che sull'isola torna miracolsamente a camminare) ai documenti di viaggio di Sayid (il soldato iracheno specializzato in tortura). Sara' messa in mostra anche 'Jughead', l'ordigno nucleare che ha un ruolo cosi' importante nella trama della serie. L'asta sara' curata dalla compagnia specializzata 'Profiles in History' e si terra' tra alcune settimane in California. ''I responsabili di Lost vogliono consentire agli appassionati, con questa asta, di possedere un pezzetto del programma che hanno seguito per sei anni in modo cosi' intenso'', ha spiegato il curatore della vendita. La fine di 'Lost' segnera' una grossa perdita economica per le Hawaii, il luogo dove sono state girate quasi tutte le scene della serie. Si calcola che nel corso di sei anni sia stato di oltre 400 milioni di dollari il beneficio economico per l'arcipelago. Ma alcune fonti di guadagno non sparianno. La guida Scott Burchett portera' avanti la sua iniziativa di grande successo: un tour guidato ai luoghi dove sono state girate le scene piu' famose di 'Lost': dal villaggio creato da Dharma e poi abitato dagli 'Altri' al campo da golf costruito da Hurley. Il quotidiano Washington Post, in un saggio su 'Lost', ha definito la serie ''una allegoria perfetta delle insicurezze della societa' americana''.
Ma "Lost" finisce davvero? Vedi il Post: http://telefilmcult.blogspot.com/2010/04/la-vita-e-una-cosa-serial-lost-la.html#links
(ANSA) - WASHINGTON - La sedia a rotelle ed i coltelli di John Locke, il biglietto della lotteria vincente di Hurley, la birra con il logo 'Dharma'. Questi alcuni degli oggetti della serie televisiva 'Lost' che saranno offerti in vendita all'asta agli appassionati del programma culto che chiudera' oggi (all'alba di domani in Italia) i battenti con la puntata finale. Milioni di appassionati di 'Lost', dopo avere seguito per sei anni le avventure di un gruppo di superstiti di un disastro aereo bloccati su un'isola misteriosa del pacifico, stanno facendo in queste ultime ore lo slalom tra i siti internet per evitare che il 'gran finale' di domenica sia rovinato dalle numerose anticipazioni affiorare online. Per lo stesso motivo lo Disney ha deciso di anticipare la trasmissione dell'ultima puntata di 'Lost' nel resto del mondo: il finale sara' quindi trasmesso quasi in contemporanea con gli Usa in diversi paesi (compresa l'Italia). Gli autori del programma hanno promesso un finale diverso da quello famoso dei 'Soprano' - dove lo schermo diventa nero all'improvviso a meta' di una scena - ma hanno gia' anticipato che non sara' possibile dare una risposta a tutti i misteri presentati in quasi 120 ore di avventure. I creatori Damon Lindelof e Carlton Cuse si chiuderanno inoltre in 'silenzio stampa' dopo il finale: ''Non daremo spiegazioni: non vogliamo togliere agli appassionati il piacere di formulare le loro teorie su cosa e' veramente accaduto''. Per colmare il vuoto provocato dalla fine di 'Lost' la Abc ha deciso di mettere all'asta centinaia di oggetti usati durante le riprese. Dalla sedia a rotelle di Locke (che sull'isola torna miracolsamente a camminare) ai documenti di viaggio di Sayid (il soldato iracheno specializzato in tortura). Sara' messa in mostra anche 'Jughead', l'ordigno nucleare che ha un ruolo cosi' importante nella trama della serie. L'asta sara' curata dalla compagnia specializzata 'Profiles in History' e si terra' tra alcune settimane in California. ''I responsabili di Lost vogliono consentire agli appassionati, con questa asta, di possedere un pezzetto del programma che hanno seguito per sei anni in modo cosi' intenso'', ha spiegato il curatore della vendita. La fine di 'Lost' segnera' una grossa perdita economica per le Hawaii, il luogo dove sono state girate quasi tutte le scene della serie. Si calcola che nel corso di sei anni sia stato di oltre 400 milioni di dollari il beneficio economico per l'arcipelago. Ma alcune fonti di guadagno non sparianno. La guida Scott Burchett portera' avanti la sua iniziativa di grande successo: un tour guidato ai luoghi dove sono state girate le scene piu' famose di 'Lost': dal villaggio creato da Dharma e poi abitato dagli 'Altri' al campo da golf costruito da Hurley. Il quotidiano Washington Post, in un saggio su 'Lost', ha definito la serie ''una allegoria perfetta delle insicurezze della societa' americana''.
Ma "Lost" finisce davvero? Vedi il Post: http://telefilmcult.blogspot.com/2010/04/la-vita-e-una-cosa-serial-lost-la.html#links
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