CORRIERE DELLA SERA
"30 Rock", autoironia impensabile da noi
"Non ci si stanca mai di vedere «30 Rock», così intelligente da sembrare il più bel saggio mai scritto sulla tv, così ironico da fornire, a ogni scena, la percezione dell' inquietante perfidia che si prova a occuparsi di tv. Com' è noto, la serie creata da Tina Fey e giunta intanto in America alla quinta stagione, ruota attorno al cast e alla troupe dell' immaginario show comico «The Girlie Show with Tracy Jordan» (in breve TGS), girato nello Studio 6H del Rockefeller Center, a New York (SkyUno, lunedì, ore, 23, e sabato, terza stagione). «30 Rock» può essere considerato uno spin-off «ideologico» del «Saturday Night Live», dove la geniale Tina Fey ha imparato il mestiere e i segreti del comedy show. Tutta la serie si regge sul rapporto fra Liz Lemon (Tina Fey) e Jack Donaghy (Alec Baldwin), fra la personificazione dell' autorialità e quella del marketing, fra la tv di culto e la tv generalista, incarnata dalla star dozzinale Tracy Jordan (Tracy Morgan), tra l'esigenza di salvare e la faccia e quella di fare ascolto. Succede così che una sera, in veste di special guest-star, compaia Jennifer Aniston e non si faccia scrupolo di prendersi in giro, interpretando una sessuomane scatenata a caccia di Jack. Il quale reagisce da vecchio marpione agli avvertimenti di Liz: «Le donne emotivamente instabili sono fantastiche a letto». Vedremo mai l' alba di un giorno in cui una nostra attrice si prende in giro, non avendo paura di dichiararsi «emotivamente instabile»? Ovviamente, il gioco più sottile della serie è quello delle citazioni e dei riferimenti che affollano ciascun episodio. Metalinguaggio e parodia lavorano fianco a fianco per creare una sit-com di straordinaria complessità. E c' è anche il tempo per immortalare la prima grande figura di telefilo, l'usciere Kenneth Parcell, che ha il compito di accompagnare il pubblico nelle visite allo studio. Per lui, «la tv è l' unica vera forma d' arte americana»".
(Aldo Grasso, 23.12.2010)