GOSSIP - Fiori d'arancio a "Gotham"! Ben McKenzie e Morena Baccarin si sono sposati!
A major congrats is in order for Ben McKenzie and Morena Baccarin of "Gotham"! The 38-year-old actors tied the knot on Friday (June 2) – her birthday – at the Brooklyn Botanical Gardens in Brooklyn, N.Y., a source close to the couple confirms to JustJared.com. They were “joined by family members and close friends for the small, intimate ceremony,” according to People. That weekend, Ben‘s former on-screen brother from The O.C., Logan Marshall-Green, posted a photo of them together, writing, “So proud of this guy. Here is to you @mrbenmckenzie”. Ben and Morena were first linked back in September 2015 and welcomed a daughter, Frances Laiz Setta Schenkkan, in March 2016. Congrats to the happy couple on the exciting news!
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giovedì 8 giugno 2017
lunedì 6 settembre 2010


Colpo di testa! Cambio di look "del terzo tipo" - nel senso che dalla lunga chioma è passata al taglio corto scuro, ora al biondo platino - per Morena Baccarin di "V". L'attrice di origini venete-brasiliane si è presentata nei giorni scorsi al Comic Con e al party di HBO con una capigliatura degna di Belouise Some o del cantatnte degli Erasure: più biondo di così non si può. Gli esperti di criniera notano i segni della ricrescita e omaggiano l'attrice, comunque, per il coraggio, mentre i lookkologi s'interrogano se essa dimostri più o meno di 100 anni! Che abbia visto un topolino sull'astronave e sia rimasta terrorizzata? (al Telefilm Festival, Morena si è detta pronta al "grande passo" dell'ingoio - del topolino - ma preferirebbe evitarlo...). Chissà...E voi come la preferite, bionda o mora? Votate nel Sondaggio ad hoc a sinistra, dopo l'effige de "La vita è un telefilm".
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lunedì 7 giugno 2010


Altro che reintegro con tutti gli onori del transfuga Piero Marrazzo in Rai. Altro che pacchi milionari “scavicchiati” all’ora di cena con pianti e lacrime prodotti ad arte. Il vero Servizio Pubblico lo ha reso Raidue con la trasmissione quotidiana, da fine aprile, di “Lost by Night”: tutti gli episodi del cult di J.J. Abrams dalla puntata-pilota all’ultima della quinta stagione. Un modo, si suppone, di preparare i telespettatori al meglio per l’arrivo del sesto conclusivo ed attesissimo capitolo finale. Certo, l’orario – intorno alle 2 di notte, 2 episodi a botta – non è stato dei più affrontabili – roba da mettersi 4 maxi-cucchiaiate di Nesquik nel latte bollente la mattina dopo per riprendersi – ma l’intenzione era buona. Un pò’ meno lo è stata la promozione dell’iniziativa, da elogiare. Non che si pretendesse paginate sul “Corriere della Sera” delle esclusive a tutti i costi o su “La Repubblica” di Giovanni “Angel” Valentini. Però ultimamente, nell’ultima stagione, i telefilm fanno meno notizia. Pensateci. Se siete lettori di quotidiani, soprattutto, quanti articoli sulle serie tv vi ricordate quest’anno? Tituli zero o giù di lì. Anche sullo stesso finalissimo di “Lost”, che smuove fans e dibattiti in tutto il mondo: pochi, quasi nessuno. Eppure è oggettivamente un evento: la serie più rivoluzionaria e misteriosa degli ultimi anni sta per chiudersi e, probabilmente, fornirà qualche risposta alle tante domande che rendono insonni i seguaci. Sicuramente si correrà al riparo alle ultime battute, cercando di assemblare le indiscrezioni e le ipotesi su come finirà. Diciamocelo: non che la Disney abbia fatto molto per aiutare i giornalisti, imponendo il clima di top-secret che un tempo poteva funzionare, suscitando ulteriore curiosità e caccia allo scoop. Vedi il caso di “Twin Peaks”, oggetto della rubrica del prossimo mese. Oggi non è più così: se non si riesce a scrivere che fine farà Sawyer, ci si getta a capofitto sul boom dei fatti/rifatti di “Ciao Darwin” o sui talenti minorenni di “Ti lascio o una canzone”…C’è molta più offerta di un tempo (non che sia per forza migliore, sia chiaro!). E i telefilm in quest’ultima stagione hanno fatto meno notizia. L’unico titolo di cui si sono occupati tutti i giornali – meritoriamente – è stato “Glee”, il suo rilancio del musical e la fila di guest-stars che bussano alla porta di Ryan Murphy per parteciparvi. Qualcuno (come il “Corsera”) si è avventurato su “Modern Family”, senza però vederlo come il capostipite del ritorno alla sit-com a “stelle e strisce”. Piuttosto ben coperti, mediaticamente, anche gli arrivi di “V” e di “Vampire Diaries” (questa volta contrapposti, rispettivamente, alla serie-madre degli anni ’80 e alla Vamp-Wave tra piccolo e grande schermo). Qualche ufficio stampa ha forzato la mano spargendo spoiler (come nel caso della pazzia del Dr. House), trovando sponda in compiacenti agenzia di stampa. Oltre ai succitati titoli, il nulla o quasi. Quello più preoccupante, trovo, è che si ricomincia a parlare di singoli titoli, non più di genere seriale, di filoni, di tendenze. Ribadisco: non che i telefilm di quest’anno fornissero fonti di notizie da apertura delle pagine degli Spettacoli. Tuttavia lo scollamento mi ricorda quando sui giornali si parlava ora del fenomeno “X-Files” (e via con i pareri di sociologi, ufologi, tuttologi sul fascino del “terzo tipo”), ora del successo di “ER” (vai col medico che chiosa sul realismo in corsia, della firma femminile di costume che spiega i motivi del sex-appeal di George Clooney…), ora del caso “Beverly Hills” (chi puntava sull’idolatria per i protagonisti culminata con la loro partecipazione ai Telegatti, chi sui genitori che guardavano il serial coi figli, chi sul fenomeno generazionale). Forse va di pari passo con la frammentizzazione dell’offerta, ma io lo vedo come un preoccupante passo indietro. (Articolo di Leo Damerini pubblicato su "Telefilm Magazine" di Giugno)
venerdì 14 maggio 2010

E' una strage di titoli su ABC. Sintomo della crisi creativa o meno (oltre che degli ascolti), spicca una doppia buona notizia: "Chuck" e "V" sono stati rinnovati per un'altra stagione. Che il Telefilm Festival, che ha ospitato i rispettivi protagonisti (Zachary Levi e Morena Baccarin), porti fortuna? O che i produttori abbiano visto su internet (e facebook) l'ovazione e le "grida" (checchè ne dica Davide Maggio) per entrambi? E per due serie che continuano, ben quattro ci lasciano le penne: "Flash Forward", tra le più pompate della stagione (ma che poi si era un pò accartocciata su sè stessa, spingendo i produttori ad una pausa riflessiva), chiude i battenti e ferma l'orologio. Chiusa anche l'insegna d'oro di "Scrubs", seguita a ruota da "Better Off Ted" (carino ma niente di che) e, dopo poche puntate, "Romantically Challenged" (serie "stregata" per Alyssa Milano!). Una chance in più dovrebbe essere data invece ad "Heroes" - nonostante il jump the shark del bacio lesbo - con un film tv conclusivo che chiuda le vicende super-eroiche.
In rampa di lancio, invece, una masnada di serie tv targate ABC: "Mr. Sunshine" con Matthew Perry (interprete e produttore) nei panni di un allenatore con una crisi di mezza età che lo tormenta; il poliziesco "Detroit 1-8-7" con Michael Imperioli de "I Soprano"; la coppia che si molla sull'altare al centro di "Happy Endings" (con Elisha Cuthbert di "24"); il super-eroico "No Ordinary Family" con Michael Chiklis ("The Shield") e Julie Benz ("Dexter"); "My Generation" (storia di un gruppo di liceali che si incontrano dopo 10 anni); la comedy "Better Together" (con Joanna Garcia di "Privileged"); la nuova serie-fotocopia di Jerry Bruckheimer (in questo caso di "Law&Order" et simila): "The Whole Truth", con Joely Richardson ("Nip/Tuck") e Rob Morrow ("Numb3rs"), indaga su fatti criminosi sia dal punto di vista della procura che della difesa.
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domenica 9 maggio 2010
TELEFILM FESTIVAL 2010 - Chiusa con successo l'ottava edizione del TF. Tutto esaurito per "The Pacific", il triplo cross-over di "CSI" e, a sorpresa, "Casa Vianello". Bagni di folla per Zach Levi di "Chuck" e Morena Baccarin di "V". Boom di accessi per la tv del festival e le web series. E nel sondaggio di Sorrisi, "Bones" scalza "Dr.House" ed è il telefilm più amato della stagione
Milano, 9 mag. (Adnkronos) - Tra crisi vera e presunta delle serie tv, al centro dell'ottava edizione del Telefilm Festival di Milano, la manifestazione che chiude oggi dopo aver raccolto 20.000 spettatori nel corso di 3 giorni ricchi di anteprime, dibattiti e ospiti illustri, fornisce gia' un'indicazione dei gusti del sempre piu' folto pubblico dei telefilm. Il genere poliziesco e di detection e' l'unico che attualmente garantisce ascolti continuativi e una fedelta' trasversale indipendentemente dalla piattaforma di trasmissione: dopo che un Workshop coordinato da Aldo Grasso lo ha messo in evidenza alla presenza dei piu' importanti direttori di reti tv (tra gli altri, Carlo Freccero di Rai 4, Luca Tiraboschi di Italia 1, Fabrizio Salini di Fox Channels), spicca il risultato del sondaggio di Tv Sorrisi e Canzoni che vede il serial investigativo "Bones" scalzare, a sorpresa, il medico "Dr. House" dopo 3 anni di dominio assoluto. E se gli ospiti Zach Levi di "Chuck" e Morena Baccarin di "V" sono stati salutati da bagni di folla oceanici, le proiezioni da "tutto esaurito" sono risultate "The Pacific", il triplo cross-over di "CSI" e, altra sorpresa di questo festival, "Casa Vianello": le prime due puntate della serie, omaggio alla memoria di Raimondo Vianello, non andavano piu' in onda dal 1997.
E mentre il piccolo schermo dei telefilm conosce una seppur lieve crisi di ascolti, cresce invece l'attenzione del genere seriale su internet. Con tremila utenti al giorno e circa 70 video realizzati e trasmessi live dall'Apollospazio Cinema di Milano, il Telefilm Festival ha vinto anche la scommessa online di produrre una web tv dedicata agli appassionati delle serie tv. Il canale www.youtube.com/telefilmfestival, curato dalla redazione news di Bonsai.tv, e' stato tra i 20 piu' visitati di YouTube, classificandosi anche come uno dei canali con piu' iscrizioni. I video piu' gettonati sono stati le interviste di Zachary Levy, protagonista della serie tv "Chuck", e quella di Morena Baccarin, volto di punta di "V". Proprio quest'ultima e' stata mandata online in anteprima su Repubblica.tv dove ha realizzato in poche ora ventimila visualizzazioni. Altrettanto seguite con attenzione e curiosita' sono risultate le Web Series e il successo non piu' underground di Flop Tv, con Maccio Capatonda - uno dei protagonisti della web tv, al centro di un incontro affollatissimo.
Milano, 9 mag. (Adnkronos) - Tra crisi vera e presunta delle serie tv, al centro dell'ottava edizione del Telefilm Festival di Milano, la manifestazione che chiude oggi dopo aver raccolto 20.000 spettatori nel corso di 3 giorni ricchi di anteprime, dibattiti e ospiti illustri, fornisce gia' un'indicazione dei gusti del sempre piu' folto pubblico dei telefilm. Il genere poliziesco e di detection e' l'unico che attualmente garantisce ascolti continuativi e una fedelta' trasversale indipendentemente dalla piattaforma di trasmissione: dopo che un Workshop coordinato da Aldo Grasso lo ha messo in evidenza alla presenza dei piu' importanti direttori di reti tv (tra gli altri, Carlo Freccero di Rai 4, Luca Tiraboschi di Italia 1, Fabrizio Salini di Fox Channels), spicca il risultato del sondaggio di Tv Sorrisi e Canzoni che vede il serial investigativo "Bones" scalzare, a sorpresa, il medico "Dr. House" dopo 3 anni di dominio assoluto. E se gli ospiti Zach Levi di "Chuck" e Morena Baccarin di "V" sono stati salutati da bagni di folla oceanici, le proiezioni da "tutto esaurito" sono risultate "The Pacific", il triplo cross-over di "CSI" e, altra sorpresa di questo festival, "Casa Vianello": le prime due puntate della serie, omaggio alla memoria di Raimondo Vianello, non andavano piu' in onda dal 1997.
E mentre il piccolo schermo dei telefilm conosce una seppur lieve crisi di ascolti, cresce invece l'attenzione del genere seriale su internet. Con tremila utenti al giorno e circa 70 video realizzati e trasmessi live dall'Apollospazio Cinema di Milano, il Telefilm Festival ha vinto anche la scommessa online di produrre una web tv dedicata agli appassionati delle serie tv. Il canale www.youtube.com/telefilmfestival, curato dalla redazione news di Bonsai.tv, e' stato tra i 20 piu' visitati di YouTube, classificandosi anche come uno dei canali con piu' iscrizioni. I video piu' gettonati sono stati le interviste di Zachary Levy, protagonista della serie tv "Chuck", e quella di Morena Baccarin, volto di punta di "V". Proprio quest'ultima e' stata mandata online in anteprima su Repubblica.tv dove ha realizzato in poche ora ventimila visualizzazioni. Altrettanto seguite con attenzione e curiosita' sono risultate le Web Series e il successo non piu' underground di Flop Tv, con Maccio Capatonda - uno dei protagonisti della web tv, al centro di un incontro affollatissimo.
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venerdì 7 maggio 2010
(ANSA) - MILANO, 7 MAG - E' una visitor attraente, spigliata, perfino suadente e manageriale Morena Baccarin, che nelle vesti di Anna in 'V', remake dello storico serial, deve fare dimenticare la cattivissima Diana mangia-topolini. E al Telefilm Festival di Milano, la tre giorni che si e' aperta oggi all'Apollo SpazioCinema, la trentenne attrice brasiliana, figli d'arte, rimarcate origini italiane, che ha studiato negli States fin da quando aveva 7 anni, ha spiegato sia il taglio della nuova produzione, sia la sua ammirazione per Barak Obama tanto che lo inviterebbe su un'astronave per conoscerlo nel profondo. Troncando cosi' l'opinione di chi ha visto nei primi quattro episodi - che si sono aggiornati al Terzo Millennio parlando di terrorismo, tempi difficili e crisi economica - una indiretta critica all'amministrazione del presidente americano (i 9 episodi inediti, subito messi in pista dopo l'inaspettato successo, arriveranno su Joi, canale pay del digitale terrestre di Mediaset, in autunno). ''Si', sostengo Obama e l'ho votato - spiega l'attrice, con taglio di capelli neri corto e sbarazzino - anche se ho sentimenti contrastanti sulla sua riforma sanitaria, ma devo anche ammettere che non la conosco ancora bene. Se potessi lo inviterei in astronave - ha detto, rispondendo a una domanda in stile fantasy, dovendo scegliere con chi parlare fra l'uomo piu' potente del mondo, il suo omologo brasiliano Lula e il premier Berlusconi -. Vorrei conoscere tutto di lui, i suoi sogni, le sue aspirazioni e ambizioni e sapere se crede al 100% in quello che dice, se c'e' speranza per un cambiamento reale e un miglioramento. Mi sento brasiliana e statunitense, ma ai Mondiali di calcio la risposta e' semplice: terro' per il Brasile''. Felicemente fidanzata con il compagno Austen (''anche io mi ritengo molto fortunata ad avere una storia con lui'', ha tenuto a precisare), Morena deve pero' confrontarsi con la sua omologa dell'epoca, la terrificante Diana. ''Da ragazzina ho visto la serie e mi ha fatto paura - ha detto - ma non l'ho riguardata. Ci siamo adattati ai tempi, pero' ci sara' un 'omaggio' con un visitors che mangera' un topolino, ma non saro' io. Non e' detto, comunque, che non tocchi anche a me presto. Un alieno integrale si vedra' solo alla fine, molto alla fine, ma ci saranno braccia, occhi e altre parti del corpo che ogni tanto saranno messe in vista''. ''I serial che mi piacciono? 'Modern Family', 'Dexter' e 'The Wire', anche se e' terminato. Non ho al momento progetti cinematografici''. Quindi la Baccarin ha concluso facendo venire un po' i brividi in sala con la frase di rito con cui e' iniziato il suo arrivo sulla Terra: ''We arrive in peace, always'' (''Noi arriviamo in pace sempre'', con un implicito non preoccupatevi).
Vedi il video della conferenza stampa:

Al via da oggi l'ottava edizione del Telefilm Festival di Milano, dal 7 al 9 maggio all'Apollo SpazioCinema. Stamattina Workshop imperdibile con i direttori delle reti tv chiamati da Aldo Grasso a chiedersi se sia finita o meno la Golden Age dei telefilm in Italia (dalla ricerca del CERTA della Cattolica sembrerebbe di sì...). E mentre sale la febbre per la bellissima Morena Baccarin di "V" (stamattina in conferenza stampa e poi all'incontro con il pubblico nel pomeriggio), i telefilm hanno dato i numeri alla conferenza stampa di apertura di ieri...
giovedì 6 maggio 2010
Telefilmicamente parlando, è stata una stagione da rimanere a…bocca aperta. Per due motivi. Il primo per scaldare le ugole al ritmo di “Glee”, il serial evento dell’anno – per qualcuno l’unico – che ha conquistato fans in tutto il mondo (Italia compresa) e ha scalato le classifiche musicali con la sua colonna sonora. Il secondo per far risplendere i canini facili della Vamp-mania che, come un ping-pong tra piccolo e grande schermo, sono rimbalzati da “Twilight” a “Vampire Diaries” (ma prima in tv, avevano già lasciato due segni sul collo “Buffy”&Co.). Due filoni, quelli del musical-revival e della Vamp-Wave, che illumineranno in retrospettiva i corridoi dell’ottavo Telefilm Festival, sempre più aperto a declinazioni e novità extra-televisive, extra-americane, extra-telefilmiche, extra-terrestri (come nel caso di “V” e della sua protagonista Morena Baccarin in discesa dai cieli all’Apollo). Come il ritorno di fiamma del cinema verso la tv, con la prestigiosa anteprima di “The Pacific” della premiata coppia Hanks-Spielberg: una mano tesa dalla settima arte in un momento in cui – complice la crisi economica – la spinta innovatrice di qualche anno fa dei telefilm, la cosiddetta “New Golden Age” apostrofata da Entertainment Weekly, sembra conoscere un momento fisiologico di stallo. Nel frattempo, Paesi quasi “vergini” alla serialità d’autore si fanno avanti, chi con mezzi imponenti, chi con budget ridotti: è il caso delle due serie premiate con l’International Emmy Award, la messicana “Capadocia” – ritratto crudo e violentissimo dentro un carcere femminile, a metà strada tra “Oz” e “I Soprano” – e la danese “The Protectors”, sulle avventure di un team di guardie del corpo con remore morali nelle fondine, se valga o meno la pena di sacrificare la propria vita per certi personaggi in vista. Tra “Walker Texas Ranger” e “Kung Fu” irrompe il tedesco “Lasko”, mentre echi di “X-Files” corroborano l’inglese “Paradox”. E sempre dalla Gran Bretagna, bandiera che sventola ormai fissa al TF – incredibilmente ancora poco sfruttata dai programmatori italiani – arriva l’anteprima epocale del nuovo “Doctor Who”, che in Inghilterra rivaleggia in popolarità con Wimbledon e la Regina, nonchè la rivelazione super-eroica “Misfits” (da confrontare con l’americana “Heroes”, se vi va). Dai super-poteri a storie di ordinaria normalità che trovano il climax nel nerd più amato dei palinsesti: Zach Levi alias “Chuck”, ospite da bagno di folla in via di consacrazione. Una stagione seriale che sta per chiudersi con il finale attesissimo, non privo di critiche, del fantasmagorico “Lost”, al quale sarà dedicato un incontro provocatorio con fans incalliti e detrattori, pentiti dell’ultima ora o indecisi fino al “The End”. Da un cult a un altro con i 20 anni di “Twin Peaks” (e il genio di David Lynch) celebrati nell’ambito della Cattolica dal Prof. Aldo Grasso per ricordarci che il mito di Laura Palmer è tutt’altro che morto (o lost nella memoria). Riflettori accesi anche sui più piccoli con la rinnovata sezione del Telefilm Kids che ha riscosso così tanto successo l’anno scorso. Ogni edizione una novità in più: quest’anno il TF avrà la propria televisione ufficiale – Bonsai – che seguirà e trasmetterà la kermesse 24 ore su 24. In mezzo, come sempre, anteprime gustose e puntate-speciali, incontri e premiazioni tra fans club, eventi, sorprese e aperitivi nella nuova area Lounge allestita in Piazzetta Liberty. Senza dimenticare gli ormai leggendari Volontari (con la V maiuscola di Visitors in prima fila, se non in trincea!), coloro che rendono possibile il primo e unico festival interamente dedicato alle serie tv.
Leopoldo Damerini&Fabrizio Margaria
Direttori Artistici Telefilm Festival
http://www.youtube.com/telefilmfestival#p/u/1/F5cmzaw1oZw
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martedì 4 maggio 2010


Articolo di Renato Franco sul "Corriere della Sera"
"Prima regola: mai tornare a casa senza avvisare. Lorena infatti trova il marito a letto con un' altra. E la sua vita perfetta - il matrimonio, i tre figli - cambia per sempre. Un' innocua spinta che si trasforma in tragedia. La testa che sbatte e l' amante che muore. La porta dell' obitorio che si chiude, quella del carcere che si apre. Mica uno qualunque. Un carcere messicano sperimentale, «Capadocia», che dà il titolo alla serie televisiva che racconta in modo crudo ed estremo la vita di un gruppo di detenute. Tra le sbarre la legge è quella della violenza, la giustizia non c' è, il sesso si fa tra donne, si dipinge il peggio (ammesso che il meglio ci sia) della vita in un penitenziario: le risse, le agenti di custodia corrotte, la mattanza (18 morti, un cadavere verrà appeso a un cancello) che segue all' ennesima rivolta e che porta alla riforma carceraria. Un progetto sperimentale costretto a convergere su «Capadocia» con due anime in conflitto e distanti tra di loro come i loro leader: da una parte la paladina dei diritti umanitari Teresa Lagos (l' attrice Dolores Heredia) che non vuole che la prigione «sia convertita in un campo di lavori forzati», dall' altro lo «squalo» delle privatizzazioni a tutti i costi Federico Márquez (Juan Manuel Bernal) che punta a sfruttare le detenute per avere a disposizione manodopera gratuita. In mezzo le storie delle recluse, su tutte quella della moglie tradita Lorena (Ana de la Reguera). Tredici puntate da un' ora, cast di attori messicani, seconda stagione già in preparazione, «Capadocia» è prodotta da Hbo America Latina ed è curioso che un progetto così nasca proprio in Paesi dove violenza, storie di gay e lesbiche, sono pressoché inesistenti sul piccolo schermo, dominato da sdolcinate telenovelas. «Capadocia» è una delle novità dell' ottava edizione del Telefilm Festival che si svolgerà all' Apollo spazioCinema di Milano, dal 7 al 9 maggio con anteprime di titoli inediti e degli episodi dei telefilm più seguiti, con incontri dedicati alle serie più amate e con i volti dei protagonisti - come Morena Baccarin, attrice brasiliana e protagonista di «V», il remake di «Visitors», o la coppia argentina Liz Solari e Tomas De Las Heras star del telefilm per adolescenti «Champs 12». Il Telefilm Festival si aprirà con la proiezione in anteprima per l' Italia di «The Pacific», la serie tv di guerra prodotta da Steven Spielberg, Tom Hanks e Gary Goetzman in arrivo da domenica prossima su Sky Cinema. Tra gli altri appuntamenti il nuovo «Doctor Who Confidential», riedizione della serie inglese di culto in onda sulla Bbc dal 1963 che vedrà l' undicesima incarnazione del personaggio - ma trattandosi di fantascienza tutto si può - che avrà il volto di Matt Smith. Come cambia il mondo dei serial lo spiega Leo Damerini, direttore artistico con Fabrizio Margaria del Telefilm Festival: «Quest' anno gli americani puntano molto sulla leggerezza e la comicità: da una parte c' è il ritorno al musical che ha il suo modello nel successo di "Glee", dall' altra c' è la ricomparsa della sit-com con "Modern Family": due generi che dopo l' 11 settembre sembravano estinti. Se in America c' è più voglia di ridere, negli altri Paesi prevale invece l' impegno: in questo senso c' è un' inversione di tendenza rispetto al passato e le serie da non perdere sono proprio la scioccante "Capadocia" e la danese "The Protectors"». È la storia di un team di guardie del corpo che si batte per salvare le vite di personaggi in vista e ha una domanda che insiste nel cervello: ne vale davvero la pena?".
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lunedì 26 aprile 2010


Articolo di Francesca D'Angelo su "Libero"
"Vampiri discendenti dalla casata “Twilight”; adolescenti con la fissa del canto; alieni sbarcati sulla Terra non certo per una visita di cortesia. Questa è la parte “ovvia” del Telefilm Festival di Milano che, dal 7 al 9 maggio, offrirà ai cittadini lombardi una scorpacciata dei telefilm del momento: “Vampire Diaries”, “Glee” e “V - Visitors”. E va bene. Ma ad attirare l’attenzione dei visitatori, ci scommettiamo, saranno tre titoli squisitamente europei, che i direttori artistici Leo Damerini e Fabrizio Margaria sono riusciti ad assicurarsi per questa ottava edizione. Il più ghiotto viene dal profondo Nord e si chiama “The Protectors”. La serie, danese, vanta un Emmy International Awards ed è firmata dagli sceneggiatori di “The Eagle” e “The Unit One”. Protagonisti, tre guardie del corpo afflitti da dubbi amletici: Rasmus, Jonas e Jasmina sono chiamati a difendere industriali, politici e diplomatici, a costo della vita. Peccato che i loro protetti non siano degli stinchi di santo, ma spazino dalla corruzione alla fornicazione. Quanto basta, insomma, per spingere i bodyguard a interrogarsi sulla moralità della loro professione. "Il Nord Europa sta avendo uno sviluppo seriale molto interessante", commenta Leo Damerini, "questa serie ne è un esempio eloquente". Dalla Germania arriva invece il singolare “Lasko”: una serie che contamina l’action con il filone delle arti marziali. Il protagonista è una sorta di Bruce Lee crucco, che utilizza lo Zen e il kung fu per fare giustizia. Chiude il terzetto, l’anteprima di “Doctor Who” con il nuovo attore protagonista. "La scelta dell’attore è stata seguita, in Inghilterra, come se si trattasse di un’elezione papale", commenta Damerini. "“Doctor Who” è infatti il simbolo del fantasy inglese". Da non perdere, inoltre, il triplo cross over di “C.s.i.”, proposto in anteprima assoluta. Quanto agli ospiti, in rappresentanza degli alieni verrà "in pace, sempre" (giusto per citare il suo personaggio in “V”) Morena Baccarin. Confermati anche Zachavary Levi, l’eroe del telefilm “Chuck”, e Liz Solari, protagonista del teen “Champs 12”. Praticamente, una Disneyana Patty in versione gnocca".
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martedì 6 aprile 2010


Sono Zachary Levi di "Chuck" e Morena Baccarin di "V" i primi ospiti annunciati dell'ottava edizione del Telefilm Festival di Milano, dal 7 al 9 maggio all'Apollo SpazioCinema. Il primo vanta fans in tutto il mondo per il suo personaggio così irresistibilmente nerd. La seconda ha già fatto dimenticare la mitica mangia-topolini Diana della serie originale del 1984. Insieme formano una (strana) coppia esplosiva che incendierà la tre giorni della kermesse milanese che riserverà altre incredibili sorprese ed anteprime. Per conoscerle, stay tuned!
venerdì 5 marzo 2010

Il 23 maggio non è una data, è LA data. Ma per coloro che stanno già preparando i fazzoletti per la fine di “Lost” affiora una luce in fondo al tunnel della depressione: il fanta-cult di J.J. Abrams potrebbe non finire con l’ultima puntata della sesta stagione. I capoccioni della Disney e del marketing di ABC – il network che trasmette il serial in America – stanno discutendo da mesi sulla possibilità di declinare il titolo all’infinito, un po’ sul modello di “Star Trek” e meno sul più sfortunato revival della prima vera serie sci-fi multimediale della storia del piccolo schermo, ovvero “X-Files”. Addirittura si parla di un sequel (più che di uno spin-off), una sorta di “Lost: The Next Generation”, mentre tra le altre idee in ballo c’è un parco di attrazioni di tutto l’universo “Lost” (“venghino, signori, venghino, fatevi calare nella botola: a soli 5 dollari!”; “colpite l’Orso Polare con le freccette e vincete la canottiera sudata di Kate!”), Dvd con le scene mai viste/tagliate dalla versione televisiva, oltre alla pubblicazione a getto continuo dei romanzi-novelizations, fumetti, videogame e action-figures già in commercio. Insomma, un mercato parallelo che però si scontra con la volontà dei produttori esecutivi della serie – Damon Lindelof e Carlton Cuse – i quali si sarebbero già tirati fuori dallo sfruttamento della gallina dalle uova d’oro, esprimendo il desiderio che tutto finisca con l’ultima puntata del 23 maggio. Poco importa che i due si siano prestati di recente a firmare i mobisodes (“Lost: Missing Pieces”) in parallelo alla trasmissione televisiva. “Il pubblico vuole una fine certa – ha commentato Lindelof – se ci fosse un proseguimento sarebbe come tradire la fiducia della gente che ti ha seguito per anni”. Mike Benson, vice-presidente del marketing dell’ABC ha invece le idee chiare e mette le mani avanti: “vogliamo far continuare il mito della serie ma nello stesso tempo preservare l’integrità del format”. Secondo alcune voci, l’operazione “Lost 2” potrebbe avviarsi senza la collaborazione dei firmatari dell’originale, così come è avvenuto con i sequel di “V” e “90210”. Nel caso vincesse la corrente ABC/Disney ci sarebbe da trovare un tutor che presieda il post-“Lost” (“l’eventuale futuro dopo l’ultima puntata della serie – chiosa Benson – dipende anche da chi sarà scelto per far sopravvivere il culto”). Non è del tutto escluso, tuttavia, che il “traghettatore” dell’operazione possa essere nientemeno che il deus ex machina J.J.Abrams – tra l’altro artefice della “rinfrescata” di “Star Trek” al cinema – la cui ultima parola rappresenta un po’ l’ago della bilancia: nel caso accettasse, potrebbe aprirsi la chance di vedere “Lost” sul grande schermo. Dati alla mano, nonostante il serial sui sopravvissuti del volo Oceanic abbia perso stagione dopo stagione quell’aurea di straculto iniziale, tra enigmi mai spiegati e situazioni troppo “ai confini della realtà”, l’attesa per l’ultimo ciclo ha ridato smalto al mito (ottavo titolo più visto di quest’anno televisivo tra i 18 e 49 anni), piazzandolo tra l’altro al secondo posto tra i programmi americani più video-registrati della stagione. Il marketing, del resto, ha già fatto le prove tecniche lo scorso 2 febbraio, quando alla “prima” della sesta stagione 815 fortunati che avevano risposto esattamente a un quiz su internet sul telefilm hanno ricevuto una bottiglia con dentro una chiavetta USB contenente le immagini in anteprima della puntata. Tra i giornalisti, è già caccia all’accredito per l’anteprima che la Disney ha programmato per la stampa sulla spiaggia delle Hawaii dell’ultima puntata, pochi istanti prima la messa in onda del 23 maggio. “Vogliamo farlo diventare il finale più chiaccherato della storia della televisione – conclude Benson – proprio come è successo con ‘Seinfeld’ o ‘MASH’, quando la gente avrebbe fatto qualsiasi cosa per vedere come andava a finire”. Chissà che in quell’occasione non giunga a riva un messaggio in bottiglia che riveli il futuro di “Lost”. Un futuro certo, per una volta. Anche se in una dimensione parallela.
(Articolo di Leo Damerini pubblicato su "Telefilm Magazine" di Marzo)
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lunedì 8 febbraio 2010

I primi mesi del 2010 inducono già a qualche previsione per il futuro. L’anno precedente si è chiuso con un’unica scommessa, peraltro vinta alla grande: “Glee”. A fronte di network e major che, in tempi di crisi, hanno tirato i remi in barca, Fox è stata ripagata dall’investimento anche economico – si pensi solo ai diritti musicali delle cover utilizzate! – portando la serie ad essere la più seguita, tra le nuove, nel pubblico femminile tra i 18 e i 49 anni, senza contare il primato della colonna sonora nelle classifiche discografiche. Insomma: la qualità unita al rischio paga. Altra tendenza da tenere d’occhio: la programmazione americana. Se è vero che “The Big Bang Theory” sia un hit in ascesa – sit-com più vista nel pubblico 18-49 anni - è altrettanto vero che la sua collocazione dopo “Due Uomini e Mezzo” sulla CBS le ha fatto da trampolino da lancio che manco la Cagnotto si sognava. Ma non è il solo riflettore da accendere: in tempi di magra, i network tendono sempre più a giocarsi pochi episodi all’inizio di stagione per poi compiere un salto – sperando che non sia un jump the shark - di mezza stagione. Il caso di “Flash Forward” (nomen omen) è emblematico. Non è propriamente una novità, era già successo con “Lost” e “Prison Break”. Per questo major e network studiano strategie da marketing guerrilla, intasando siti, blog e community con stralci di notizie, dietro le quinte, gossip che possano in qualche modo destare l’attenzione nei mesi di pausa. Basterà? Se vogliamo è anch’essa una scommessa: il pubblico rimarrà inchiodato al teleschermo o comunque tornerà all’ovile? Se la possibilità poteva valere qualche anno fa, oggi le “distrazioni” sono sempre maggiori e il pubblico (americano in questo caso) non è più così fedele. La differenza tra il pubblico italiano e quello americano è che il nostro è schifato, il loro scafato. Riconosce una “bufala” al sol sentire “venghino, signori, venghino”. Segnale non incoraggiante per i volti famosi: non basta il nome altisonante per portare il telefilm al successo. Kelsey Grammer (mitico ex di “Frasier”) non ha sfavillato in “Hank”; se ha catalizzato l’attenzione dei gossip per le sue condizioni di salute, Mischa Barton non è riuscita a sollevare le sorti di “The Beautiful Life” (manco la firma di Ashton Kutcher è servita); nonostante la presenza di Christian Slater, “The Forgotten” era meglio che rimanesse “dimenticato” come suggeriva il titolo, nonostante, anche qui, la “benedizione” produttiva di un nome di grido qual è Jerry Bruckheimer; gli innesti vintage vanno bene alla Mostra del Castello Belgioioso alle porte di Pavia, non in una serie tv: Heather Locklear nel nuovo “Melrose Place” e l’ex coppia di rivali sul set Shannen Doherty e Jennie Garth a “90210” sembra che si impegnino più a fare una respirazione bocca-a-bocca ai rispettivi serial che a dimostrare il fascino intatto. Tendenza vampiri: l’anemia draculesca va forte, i ciuffi alla Pattinson di “Twilight” sono i più richiesti nei coiffeur alla moda e se “Vampire Diaries” è il titolo più visto di CW sotto i 35 anni ci sarà pure una ragione, nonostante una parte della critica americana gridi allo “sfruttamento” generazionale. Avranno i canini avvelenati. La primavera, oltre a “Glee”, “NCIS: Los Angeles” e “Modern Family” (quest’ultimo è il programma al debutto più visto in assoluto nel pubblico 18-49 anni), potrebbe consegnarci altre conferme con le riprese dei quasi-hit “V”, “Flash Forward”, “Cougar Town” e “The Middle”. Se son rose, soprattutto in primavera, fioriranno…
(Articolo di Leo Damerini pubblicato su "Telefilm Magazine" di Febbraio)
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mercoledì 2 dicembre 2009

Articolo di Renato Franco sul "Corriere della Sera"
"La scena della donna lucertola in uniforme rossa che si ingoia un topo intero è rimasta nella (minima) storia della tv. Lei era l' aliena Diana (Jane Badler), mente torbida di un gruppo di extraterrestri roditori addicted sbarcati sulla Terra con 31 astronavi dal diametro di otto chilometri: erano i Visitors e nel 1985 conquistarono i telespettatori di Canale 5. In realtà fu un' invasione lampo, appena 19 episodi, ma sufficienti a rimanere impressi allo scorrere del tempo. Un telefilm - nato dal successo di due miniserie costate 27 milioni di dollari, un record per l' epoca - che divampò e poi si spense per il calo degli ascolti. Ora la razza rettile extraterrestre ci riprova. I lucertoloni cannibali con la lingua lunga venti centimetri ma che si nascondono sotto un rassicurante volto umano sono tornati. Il refrain è quello di allora: «Non abbiate paura, non vogliamo farvi del male», ma le intenzioni non sono per niente pacifiche, vogliono conquistare la Terra. «Visitors» si riaffaccia con il remake «V», nuovo cast ed effetti speciali aggiornati di 25 anni. E il debutto negli Stati Uniti è stato più che incoraggiante: 14 milioni di spettatori, per Abc il miglior esordio dai tempi di «Lost», secondo soltanto a «Ncis: Los Angeles» (in onda su Cbs) come miglior première di stagione. Lo sbarco in Italia è previsto per la primavera del 2010: Joi, il canale pay del digitale terrestre Mediaset, si è assicurato i diritti della nuova serie (che poi arriverà in chiaro su Canale 5). «V» per il momento è composto da quattro episodi (ne sono previsti 13 totali per la prima stagione). E il cast è completamente cambiato. Non c' è più la perfida lucertola Diana, che ha preferito la carriera musicale. Non c' è più il reporter Mike Donovan (Marc Singer), che scopriva la verità sui visitatori. Non c' è più Willie, il visitor buono, interpretato da Robert Englund, che nel frattempo sfogava il suo lato oscuro nei panni di Freddy Krueger, assassino da incubo di «Nightmare». Al posto di Diana, è arrivata Anna, ovvero Morena Baccarin, brasiliana di Rio, classe 1979. Si presenta agli abitanti della Terra vestita come una manager d' azienda, che per annunciare «l' invasione» comunica attraverso giganteschi megaschermi dalle astronavi, indice conferenze stampa per trasmettere al mondo il suo messaggio di pace, fa propaganda attraverso YouTube. Il ruolo di eroe è affidato all' agente dell' Fbi Erica Evans, interpretata da Elizabeth Mitchell. È lei a scoprire che in realtà è da decenni che i Visitors si stanno infiltrando tra gli uomini e il loro piano è arrivato al passo finale. La trama ricalca l' originale. Ma in America l' hanno buttata in politica. Perché c' è chi ha visto nella serie un attacco all' Obamamania. Le espressioni con cui gli alieni cercano di convincere gli umani delle loro buone intenzioni - «speranza», «cambiamento» e soprattutto il loro insistere sulla preoccupazione per «la salute universale» (hanno conoscenze scientifiche superiori a quelle dell' uomo) - sono state lette (dal Chicago Tribune, ma anche dal Washington Post) come una critica ai cavalli di battaglia del nuovo presidente americano. Il Chicago Tribune scrive che la serie è «una pungente osservazione sull' Obamamania che farà infuriare i fan del presidente e delizierà i suoi detrattori». E c' è chi ha pure sottolineato che il debutto su Abc è avvenuto nello stesso giorno in cui ricorreva il primo anno di mandato di Obama... La trama ricalca l' originale. Allora però i cattivi erano associati ai nazisti, ora l' allusione è alla minaccia terroristica, non a caso a volte vengono chiamati «terroristi» e si scopre che sono infiltrati tra gli umani. Insomma una cellula nascosta. Ma, al di là delle letture dei giornali americani, «V» è anche un avvertimento di come i media possono influenzare la nostra vita. Gli alieni sono abili nel manipolare i mezzi di comunicazione, la tv in primis, che usano per ottenere consenso. Ricorda qualcosa? Jace Hall, uno dei produttori esecutivi, ha spiegato: «Le fiction di fantascienza danno la possibilità di guardare alla condizione dell' uomo da diversi punti di vista, prendere i media come angolo di visuale è un modo molto buono per guardare alle nostre ossessioni. Viviamo nell' epoca di Facebook-Myspace, esploriamo anche questo universo»".
Il promo di "V"
giovedì 5 novembre 2009
I nuovi alieni hanno invaso le case di 14 milioni di americani lo scorso 3 novembre, miglior debutto di ABC dai tempi di "Lost". Lo “sbarco” in Italia è previsto per la primavera del 2010 Joi, il canale pay del digitale terrestre Mediaset, si è assicurato i diritti della nuova serie di culto trasmessa da ABC, dal titolo “V”. Il telefilm, remake del famosissimo “Visitors” (trasmesso in esclusiva italiana da Canale 5 nel 1985) ha debuttato lo scorso martedì 3 novembre negli USA con un boom di ascolti, “invadendo” letteralmente le case di 14 milioni di americani e risultando così la miglior première di ABC dai tempi di "Lost". La serie, che per il momento è composta da 4 episodi (ne sono previsti 13 totali per la prima stagione), arriverà in esclusiva italiana su Joi la prossima primavera, nel marzo 2010. Tra i protagonisti ci sono Scott Wolf (The Nine), Elisabeth Mitchell (Lost) e Morena Baccarin (Dirt).
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