"A tre settimane dalle primarie, anche gli schieramenti politici delle celebrità (attori e cantanti) sono ormai pressoché definiti. Anche se – e questa non è una novità - le dichiarazioni di voto della fauna hollywoodiana sono come sempre una questione interna al Partito Democratico. Sono rari i personaggi del mondo dello spettacolo che ammettono apertamente di votare repubblicano, benché, paradossalmente, gli esempi più clamorosi di ex-attori o cantanti che si sono imposti anche in politica (Reagan, Clint Eastwood, Schwarzenegger, Sonny Bono, adesso Fred Thompson) portano tutti al Grand Old Party.Ma, normalmente, andare controcorrente a Hollywood non è opportuno. E’ sintomatico in questo senso l’esempio della “casalinga disperata” Teri Hatcher. Pur essendo una frequentatrice di casa Bush, ha pensato di rendere pubblico, tramite lettera del proprio avvocato distribuita alla stampa, di non essere repubblicana (ma neppure democratica). Semplicemente, fa sapere, non ritiene di voler utilizzare la propria notorietà e la propria immagine a scopi elettoralistici. Il che, dal mio punto di vista, sarebbe anche l’atteggiamento più serio ed apprezzabile, solo che, nel suo caso, si annusa a miglia di distanza la motivazione opportunistica al contrario. Ossia, in parole povere: la paura che, esponendosi dalla “parte sbagliata”, ci possano essere ripercussioni negative sulla propria carriera. A volerli cercare, se ne trovano anche di attori di cui si conosce la simpatia repubblicana.Qualche nome: Bo Derek, Kevin Costner, Mel Gibson, Paris Hilton, Bruce Willis, Dennis Hopper, Kurt Russell, Danny Aiello, Sylvester Stallone, Joe Pesci, Tom Selleck, Tom Berenger, James Belushi, James Caan, Scott Baio, Britney Spears, Paul Sorvino, Bruce Boxleitner, Leslie Nielsen, Shannen Doherty, James Woods, Hunter Tylo, Heather Locklear, Cheryl Ladd, Jaclyn Smith, Gary Sinise, John Voight, Janine Turner...ma, pur di non dover manifestare pubblicamente la propria idea politica, soprattutto in periodo elettorale, preferiscono eclissarsi.
Tra i pochi “coraggiosi” che hanno scelto di appoggiare i candidati del GOP ci sono Robert Duvall, Adam Sandler (per Rudolph Giuliani), Jim Caviezel e Chuck Norris (per Mike Huckabee). In confronto alla parte democratica è come voler affrontare una squadra che ha insieme Kakà, Messi e Ronaldinho, schierando in risposta Santino Quaranta.
Sulla sponda democratica, invece, a parte il caso clinico di Sean Penn che ha tanta simpatia per Hugo Chavez (al quale l’accomuna la faccia da cretino), c’è solo l’imbarazzo della scelta.E se a sostenere John beautiful hair Edwards ci sono Kevin Bacon, Tim Robbins, Madeleine Stowe, Jean Smart, Bonnie Raitt, Jackson Browne, Angelina Jolie, Neil Young, John Fogerty, Dixie Chicks, Harry Belafonte, l’emergente Dennis Kucinich (quello che ha visto atterrare gli UFO a casa di Shirley MacLaine) può contare su Michael Douglas e Stephen Stills.
A fare la parte del leone, per quanto riguarda il sostegno hollywoodiano, è naturalmente Barack Obama. La sua squadra è composta, tra gli altri, da: Oprah Winfrey, Jessica Biel, Scarlett Johansson, Jennifer Esposito, Kate Walsh, Olivia Wilde, George Clooney, Eddie Murphey, Steven Spielberg, David Geffen, Denzel Washington, Ben Stiller, Edward Norton, Will Smith, Laurence Fishburne, Rob Reiner, Matt Damon, Emilio Estevez, Sharon Stone, Halle Berry, Ben Affleck, Oliver Stone, Jennifer Aniston, Tobey Maguire, Morgan Freeman, Brad Pitt, Tyra Banks, Susan Sarandon, Ellen Pompeo, John Cleese, Louis Gossett, Billy Zane, Graham Nash, Bruce Hornsby, Jesse Dylan. Nonché Caroline Giuliani (figlia di), la quale, se tutto andrà come deve andare, tra un anno si ritroverà a pulire i cessi della Casa Bianca, così impara.
Anche
Hillary Clinton ha la sua porzione di Hollywood, soprattutto bacucchi rintronati come Barbra Streisand, Elizabeth Taylor, Bette Midler, Tom Hanks, ma l’appassionata discesa in campo di Oprah Winfrey a favore di Obama è stato un brutto colpo per lei. Questo perché, a differenza di tutti i personaggi finora citati, i quali si fanno belli nel loro snobismo chic ma in definitiva non spostano un solo voto,
Oprah Winfrey, invece, ha un’incredibile influenza mediatica, in particolare sul mondo femminile.
Per questo motivo la furba Hillary fa spallucce davanti al sostegno mondano e vippaiolo di cui dispone Obama e si rifugia nella sempre rassicurante immagine familiare, tirando fuori dall’armadio la madre e la figlia, da lei convocate in veste di damigelle. Tutti sanno che, in realtà, la fredda Hillary, partita come giovane sostenitrice di Goldwater, ha da sempre una sola cosa in testa e pur di arrivare alla Casa Bianca sarebbe disposta ad impersonare un Abramo ancora più oltranzista e sacrificare la stessa madre e la stess
a figlia sull’altare presidenziale.Così come tutti sanno che la sua unione con Bill (con il quale è furente per via di contrasti sulla linea da tenere in campagna elettorale) è da decenni un’alleanza strategica prima ancora che un contratto matrimoniale. Però,
nella mentalità americana, l’immagine, anche solo apparente, di una bella famigliola felice è un quadretto che piace sempre. Ne sa qualcosa Giuliani, sulle cui vicende familiari (mogli, divorzi, figli, amicizie gay) vanno quotidianamente a rompergli le balle. Abbastanza stranamente, invece, il clan Clinton ha lasciato cadere il fatto che il sostegno di Oprah Winfrey a Barack Obama, che tutti sottolineano come un grandissimo colpo ad effetto, potrebbe rivelarsi un boomerang per il senatore dell’Illinois. Se c’è una critica, infatti, che gli si muove è quella dell’inesperienza e della non sufficiente personalità a rivestire il massimo incarico istituzionale del paese.Bene, quello che si è visto in questi giorni, su televisioni e giornali, è stato qualcosa tipo: OPRAH WINFREY-Barack Obama. Non so se ho reso l’idea. Naturalmente, alla fine di tutto questo, va anche detto che il sostegno degli attori e dei cantanti porta tradizionalmente sfiga al candidato che se ne fa carico. Il che è pure giusto, dal momento che la maggior parte di loro sono degli snob ipocriti con una capacità intellettuale che non fa il solletico a quella dei ruminanti".