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lunedì 16 aprile 2018

SGUARDO FETISH - Carta canta! Escono i tarocchi dei telefilm, dall'"appeso" Dexter alla "luna" di "Twin Peaks"...

Articolo tratto da "La Stampa"
La papessa? «Vita da strega». Il carro? «La casa nella prateria». La morte? «Dead Like me». L'appeso? «Dexter» Il bagatto? «The mentalist». La luna? «Twin Peaks». I tarocchi più nuovi (e già prenotati on line da centinaia di Netflixdipendenti) sono quelli in grado di fornire una doppia lettura, quella del futuro e quella della favola moderna che ci inchioda per un weekend davanti allo schermo: gli arcani delle serie-tv. Ben disegnati e omologati dai professionisti dell'arte divinatoria, garantiti quindi per la lettura del futuro. Ad inventarli uno scrittore e sceneggiatore torinese, con il pallino della fantasy, il quarantacinquenne Gero Giglio che dopo aver pubblicato sei romanzi ora scrive film fra l'Italia e l'America. Editi da Scarabeo, leader mondiale nel settore delle carte da gioco, i tarocchi dedicati alle fiction saranno in vendita fra circa un mese. Disegnati cosi da piacere a un pubblico di tutte le età, sul loro retro (nero come uno schermo) campeggia la «spinning wheel» la ruotina che precede l'atteso «play» della serie tv preferita. Niente come i tarocchi sono stati raccontati con tutte le sfumature delle mode del momento. L'ultima mostra allestita a Torino, al Museo Ettore Fico ne è stata la prova: i bastoni, le spade, le coppe e i denari si baloccavano con Diabolik, David Bowie o Hugo Pratt, dimostrando che non c'è briciola dello scibile umano che non sia stato tentato dalla fiaba dei tarocchi. Le immagini psicologiche per definizione, come le aveva definite Carl Gustav Jung, funzionano da archetipi dell'inconscio collettivo che hanno sedotto da Renato Guttuso a Italo Calvino, e da Emanuele Luzzati a Gero Giglio «serie-tv-addicted» che insiste su un'affinità profonda tra queste e gli arcani, tale da meritare un mazzo che ne celebri il matrimonio: «I tarocchi e le fiction sono due metodi narrativi complementari - spiega - soprattutto se si guarda alla narrativa anglosassone che si basa sul viaggio dell'eroe». Nel mazzo, carte positive, medie e negative, come nei tarocchi tradizionali, abbinate a serie tv storiche: dal primo episodio di «Twin Peaks» a oggi, accostando la faccia Fonzie a quella Merlin (la spada nella roccia rappresenta l'asso di spade), passando per «Black Mirror», «Miami Vice» e «Battlestar Galactica» che è la carta preferita dall'ideatore del mazzo «quella che mi porterei su un'isola deserta». Il metodo usato da Giglio è stato scientifico: «Ho preso un arcano alla volta e, basandomi sul suo significato tradizionale, ho pensato alla serie tv che più gli corrispondesse» (un pò alla cazzo: n.d.r.). Il mazzo, però, che contiene le 78 carte regolamentari inserisce anche nuove simbologie, «il cui significato potrà essere più o meno criptico: ma proprio come i tarocchi illustrano il grande percorso dell'esistenza, ognuna di queste fiction mostra diversi aspetti di questo cammino: sarà poi un bel viaggio nella memoria riconoscere una serie del passato aggiungendo un gioco in più alla divinazione classica». Ed ecco che secondo uno degli autori di Camera Cafè (Giglio ha curato parecchi programmi di successo) l'unione fra esoterismo e racconto a puntate non ha nulla di blasfemo e molte affinità. «Creare questo mazzo di tarocchi è diventata un'urgenza - confessa - durante la visione, per la decima volta, proprio del primo episodio di Twin Peaks, serie tv che a mio modesto parere ha dato il via alla terza era d'oro della medesima. È n che mi so- no detto quanto sarebbe stato bello trasformare queste forme di narrazione pop in qualcosa di iniziatico». Lo dice mentre apre il mazzo a caso ed esce la carta di «Battlestar Galactica». «Vede? Mi segue sempre».

lunedì 26 marzo 2018

NEWS - Achtung, compagni! Dal 3 aprile parte sul digitale terrestre "20", nuovo canale free Mediaset di serie tv di magazzino (ma anche film e quant'altro venga in mente). Questo il primo palinsesto (alquanto datato), ma arriveranno anche prime tv in chiaro come "The Sinner"...
Mediaset rompe l'Uovo di Pasqua (e gli indugi) e il 3 aprile lancia un nuovo canale free sul digitale terrestre (ex Rete Capri) denominandolo senza molta fantasia ma efficacemente "20" (numero della frequenza sul telecomando). Un canale a prima vista di fondi di magazzino neanche tanto stimolanti, serialmente parlando (ancora "The Mentalist"? ancora "Dr. House"? "Battlestar Galactica" all'1.30 di notte tutti i giorni?...), anche se il dubbio è quanto un network del genere possa dissanguare più o meno evidentemente canali casalinghi come Italia 1 ("Chicago Fire/Med"), Top Crime (oltre a "The Mentalist" anche "Rizzoli&Isles", "Person Of Interest"...) e soprattutto l'ormai dismessa Premium: dopo il lancio del palinsesto post-pasquale per niente accattivante sono previste prime tv free tipo "The Sinner" e "The Girlfriend Experience". Perché abbonarsi quindi alla pay del Biscione, visto che non è che si propongono titoli in contemporanea con gli Usa? Tanto vale aspettarli - mesi più, mese meno - sul "20". Oltretutto il canale partirà con l'esclusiva free deluxe di Juventus-Real Madrid, altro motivo per far imbestialire gli attuali abbonati di Premium che l'hanno pagata con l'idea che si potesse vedere solo a pagamento...

lunedì 8 giugno 2015

NEWS - Mediaset-te-te! Da "The Big Bang Theory" all'eternità: confermato l'accordo di Mediaset di esclusiva per le serie tv di Warner e Universal fino al 2020
Perfezionati i nuovi accordi che assicurano al gruppo Mediaset in esclusiva per l'Italia i film e le serie tv delle due major ai vertici delle classifiche produttive mondiali: Warner Bros. International Television Distribution (fino al 2020) e NBCUniversal International Television Distribution (fino al 2018). Gli accordi prevedono circa 3.500 ore di prodotto Usa all'anno con 1.000 ore di titoli inediti e contengono un'importante innovazione: l'esclusiva a favore di Mediaset comprende tutte le modalità di visione e tutte le piattaforme distributive, tv free, tv pay (satellite compreso) e online in modalità lineare e on-demand.
Grazie ai nuovi contratti, tra i nuovi film in onda in prima tv esclusiva su Mediaset Premium si segnalano "American Sniper", "Interstellar", "Cinquanta sfumature di grigio", "Fast & Furious 7", "Jurassic World" e molti altri.
Oltre a serie televisive come "
The Big Bang Theory", "Arrow", "The Flash", "Person of interest", "Law&Order", "The Mentalist", "Suits", più tutte le novità previste nei prossimi anni.
Quanto alla forza delle library cinema, le due major sono titolari di brand globali come "Harry Potter", "Batman", "Cattivissimo me", "Ocean's Eleven", "Jurassic Park", "Troy", "The Bourne Ultimatum", "Mamma Mia" e "Fast and Furious", tutti disponibili per la tv free, la tv pay e lo streaming online. 
Dichiarazione di Jeffrey R. Schlesinger, president Warner Bros. Worldwide Television Distribution: «Siamo molto soddisfatti di questo nuovo accordo globale. Mediaset è nostro partner in Italia da molti anni e siamo lieti di poter proseguire un rapporto che vede i nostri contenuti avere grande successo sui canali del Gruppo. Questo nuovo accordo testimonia la forte popolarità dei film e delle serie tv di qualità Warner Bros. e conferma l'importanza dei nostri prodotti per il pubblico italiano».
Dichiarazione di Belinda Menendez, president NBC-Universal International Television Distribution & Universal Networks International: «Da molti anni abbiamo relazioni professionali eccellenti con il Gruppo Mediaset e siamo lieti di rendere la nostra partnership ancora più solida. I telespettatori italiani avranno a disposizione i migliori successi di NBCUniversal, non solo serie tv e blockbuster cinematografici ai vertici del gradimento attuale ma anche tutti i nuovi titoli in arrivo nei prossimi anni».
Dichiarazione di Franco Ricci, amministratore delegato Mediaset Premium: «Con gli accordi conclusi oggi, il gruppo Mediaset potenzia per qualità e quantità l'offerta di Mediaset Premium, pay tv leader nel calcio e non solo. Ma soprattutto conferma la volontà di investire a lungo termine in contenuti esclusivi, quelli che fanno la differenza tra offerte concorrenti, sia free sia pay sia di streaming online. Con questi accordi Mediaset si pone sempre più al centro degli interessi internazionali legati alla convergenza tra contenuti video e offerte broadband».

mercoledì 6 maggio 2015

NEWS - Mediaset-te-te! Accordo da Big Bang con Warner (fino al 2020) e Universal (2018) per l'esclusiva delle serie tv su tutte le piattaforme

Articolo tratto da "Il Sole 24 Ore"
Mediaset lancia la sua sfida sui contenuti grazie a due accordi in esclusiva per l'Italia con due major: Warner Bros e NbcUniversal. Ad annunciarlo è stato l'amministratore delegato di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, ieri durante l'edizione serale del Tg5. Un annuncio che arriva dopo che il neo ad unico del gruppo tv di Cologno aveva anticipato - la settimana scorsa a margine dell'assemblea dei soci- che erano in corso manovre sul tema dei contenutie che risultati di rilievo sarebbero stati comunicatia breve. Ieri dunque l'annuncio che in fondo rispondea un'esigenza evidenziata dalle stesse perplessità di chi, a ragione, riteneva i diritti della Champions League - che Mediaset avrà in esclusiva per il 2015-2018 - non sufficienti a sostenere da soli il nuovo corso di Premium. «L'accordo che oggi abbiamo comunicato- afferma Pier Silvio Berlusconi, contattato dal Sole 24 Ore - ha un'importante innovazione visto che l'esclusiva riguarda anche tutte le modalità di visione e le piattaforme: canali free, canali pay, ma anche on-demand e streaming». Insomma, «parliamo di un accordo strategico della massima importanza e che riconosce la nostra centralità per due delle più importanti major al mondo». Bocche cucite sulla parte economica, Mediaset ha reso noto che l'accordo con Warner è fino al 2020 e con Universal fino al 2018. In ballo ci sono circa 1000 ore annue di prodotto inedito, oltre a 2.500 ore di film che non saranno compresi in nessun'altra offerta né televisiva né via web. Cinema e serie tv, dunque, con contenuti che annoverano per esempio "American Sniper", "Interstellar", "Cinquanta sfumature di grigio", per stare ai titoli citati ieri nel servizio del Tg5. Tra le serie televisive, le due major detengono invece titoli come "The Big Bang Theory", "The Mentalist", "The Flash", "Arrow", "Suits", "Chicago Fire"...«Dal nostro punto di vista - aggiunge Pier Silvio Berlusconi - gli elementi importanti sono due. Da una parte il fatto che questo accordo ha evidenziato una centralità di Mediaset. Dall'altra c'è il rafforzamento di Premium, ma non solo, visto che Mediaset avrà contenuti in esclusiva per tutte le piattaforme». Fra queste c'è da considerare anche il satellite. E qui si aprono inevitabilmente due scenari. O la rivendita alla pay tv satellitare (leggi Sky), oppure il lancio di un'offerta satellitare diretta da parte di Premium (porta, questa, lasciata aperta dallo stesso Pier Silvio Berlusconi al termine dell'assemblea degli azionisti). A ogni modo, l'accordo in esclusiva per on demand e streamingè un punto distintivo dell'accordo che in altri termini esisteva già fra Mediaset e le due major. Dall'altra parte, con lo step annunciato ieri Mediaset sembra lanciare un messaggio anche ai partner, che si tratti di eventuali soci in Premium (per ora c'è solo Telefonica all'11%), o di telco alle quali l'ad Mediaset ha chiarito di volere un accordo "non solo commerciale".

venerdì 24 ottobre 2014

L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri

CORRIERE DELLA SERA
"Gotham" ammicca ai fans per non deludere
"Una metropoli dalle tinte scure, soffocante, piena di ombre e priva di luci che non siano artificiali. Un agglomerato caotico di vicoli e sopraelevate. Questa è Gotham, alter ego immaginario dell'iper-reale New York, come si è costruita nei fumetti della DC Comics, nei tre film di Christopher Nolan e ora in una serie tv, «Gotham» appunto, in onda negli Stati Uniti su Fox e in Italia a poca distanza su Premium Action (ogni lunedì, alle 21), dopo l'anteprima in chiaro su Italia 1. Il telefilm, scritto da Bruno Heller (già autore di «Roma» e «The Mentalist»), tiene Batman fuori dallo schermo e dagli eventi narrati, per concentrarsi su quanto è avvenuto prima, sulle origini del mito. L'uccisione dei facoltosi coniugi Wayne di fronte agli occhi del piccolo Bruce, il futuro Cavaliere Oscuro, e la ricerca del colpevole tra depistaggi e false piste, ma non solo: il giovane detective James Gordon (Benjamin McKenzie, già in «The OC» e «Southland»), in coppia con il ben più scafato e disilluso Harvey Bullock (Donal Logue), si muove in un sottobosco criminale fatto di degrado e corruzione, in una città allo sbando e senza punti di riferimento, in mano al boss criminale don Falcone. L'idea del prequel però da sola non basta: se le scene e la fotografia sono molto curate, la scrittura e la recitazione non sono sempre all'altezza. E i richiami costanti alla mitologia di Batman si affacciano sullo schermo, ancora giovani o bambini, molti dei suoi futuri nemici: il Pinguino, l'Enigmista, Catwoman sono forse l'indice più evidente di una narrazione che non trova appieno una sua originalità, ma è costretta a lanciare continue strizzate d'occhio ai fan per risultare interessante". (Aldo Grasso, 23.10.2014)

giovedì 18 settembre 2014

NEWS - Su Premium Crime la capitale del crimine è Chicago (PD)! Nuove stagioni per "Sherlock", "The Following", "L&O:. unità speciale", "Rizzoli" e "The Mentalist"



IN ANTEPRIMA ASSOLUTA
Chicago PD” (in anteprima assoluta su PREMIUM CRIME dall’8 ottobre), lo spin-off di “Chicago Fire” (Premium Action), conserva la firma DOC di Dick Wolf e accende i riflettori su un distretto della polizia di Chicago che mischia, come ogni buon poliziesco che si rispetti oggigiorno, pattuglia on the road e conflitti interiori. E’ stato girato nella stessa location del mitico “Hill Street giorno e notte” (1981) del quale il serial si candida ad essere la versione 2.0 e, come ha scritto il “New York Times”, “un ritorno ai polizieschi maschili vecchia maniera nonostante figure femminili toste in grado di tener testa ai colleghi”. Nel cast, Sophia Bush (“One Tree Hill”) e Elias Koteas (“The Killing”).
 
Nella schiera dei detective a puntate entra in squadra anche l’ispettore inglese Alan Banks (Stephen Tompkinson) di “DCI Banks”, tratto dalla saga best-seller omonima. La tenacia nelle indagini sono il distintivo del protagonista. In prima tv dal 20 settembre su PREMIUM CRIME.

I PROSEGUIMENTI DI CULTO IN PRIMA TV

 E’ stato Sherlock” il titolo più premiato alla recente 66esima edizione degli Emmy Awards. Con 7 statuette conseguite, la miniserie di Steven Moffat attesa con la 5° stagione inedita su PREMIUM CRIME nel 2015. Tra i 7 premi ricevuti dalla serie interpretata da Benedict Cumberbatch, che proprio con “Sherlock” ha conosciuto popolarità planetaria, svettano tra quelli principali i primati di “miglior attore protagonista” di miniserie (a Cumberbatch stesso), alla “miglior sceneggiatura” (del curatore Steven Moffat), al “miglior attore non protagonista” in una miniserie (Martin Freeman). A completare la bacheca di trofei vinti da “Sherlock” anche quelli definiti “Creative Arts”: “outstanding music composition”, “outstanding sound editing”, “outstanding cinematography” e la “outstanding single-camera picture editing” in una miniserie/movie. I 7 Emmy Awards pareggiano i conti con gli altrettanti BAFTA inglesi (gli Oscar di Sua Maestà) e affollano la bacheca già ricca di 5 Royal Television Society, 2 Satellite Awards, il Critics Choice Award, il Television Critics Association Award, il Peabody Award.

Ci sono titoli che anticipano la realtà. E’ il caso clamoroso di “Person of Interest” – altra produzione di J.J. Abrams, in collaborazione con l’ideatore Jonathan Nolan – capace di prevedere la vicende del Datagate fin dal 2011. Nella serie che va in onda con la 4° stagione inedita su PREMIUM CRIME il 18 febbraio ogni singolo cittadino risulta 'person of interest', soggetto sotto controllo ed intercettazione per prevenire crimini e, originariamente, atti terroristici

Anche nel genere crime e nelle sue derivazioni le “strane coppie” funzionano. Sono due facce della stessa medaglia dark quelle di Ryan Hardy (Kevin Bacon) e Joe Carroll (James Purefoy) lungo la 3° stagione inedita di “The Following”, in anteprima assoluta su PREMIUM CRIME prossimamente.

La detective Olivia Benson (Mariska Hargitay) e la collega Amanda Rollins (Kelli Giddish) del longevo “Law&Order: unità speciale” pattugliano al femminile anche nell’inedita 15° stagione (su PREMIUM CRIME dal 3 ottobre). Cybill Shepherd, Rosanna Arquette e Bradley Whitford sono tra i cameo della stagione che annovera anche il cross-over, nella 15° puntata, con “Chicago PD (PREMIUM CRIME).

Così come sono ormai coppie d’indagine “di fatto” quelle formate da Patrick Jane (Simon Baker) e Teresa Lisbon (Robin Tunney) di “The Mentalist” (la 7° stagione inedita su PREMIUM CRIME dal 31 gennaio) e da Jane Rizzoli (Angie Harmon) e Maura Isles (Sasha Alexander) in “Rizzoli&Isles” (5° stagione inedita su PREMIUM CRIME dal 29 dicembre). La detective Sharon Raydor (Mary McDonnell) di “Major Crimes” (la 3° stagione inedita su PREMIUM CRIME dal 26 dicembre) sembra ormai essere sopravvissuta al fantasma di Brenda Johnson di “The Closer”, del quale la serie è spin-off.

Anche nella 2° stagione inedita della serie canadese “Motive” (PREMIUM CRIME dal 28 settembre) l’investigatrice mamma-single Angie Flynn (Kristin Lehman) deve scoprire i colpevoli mentre i telespettatori già li conoscono. Come in “Colombo”, il telefilm rivela da subito gli autori dell’omicidio, lasciando la detective nel dedalo investigativo per arrivare alla soluzione del caso mentre l’autore del delitto cerca in tutti i modi di sviare i sospetti. Il format è risultato vincente con la conferma della 3° stagione.

giovedì 8 marzo 2012

PICCOLO GRANDE SCHERMO - Oltre "The Mentalist" c'è di più: Simon Baker nella commedia "I Give it a Year"
Articolo tratto da "Variety"
Simon Baker looks to have found his next project during his hiatus as "The Mentalist" star is set for the Working Title's "I Give it a Year". Rafe Spall is already attached and Dan Mazer is on board to helm from a script he wrote. The story revolves around the comedic trials and tribulations of a pair of newlyweds during their first year as a married couple. Eric Fellner and Tim Bevan are producing the project. No distributor has come on board yet. Best known for his role on CBS' "The Mentalist," the last film Baker was seen in was Lionsgate's "Margin Call".

mercoledì 7 settembre 2011

NEWS - "House of the series" a chi? Se Raidue spara le sue esclusive, Mediaset non sta a guardare...La seconda di "Glee" da metà ottobre su Italia 1 (alle 16.30), "I Pilastri della Terra" su Retequattro da novembre
Se Raidue si proclama "House of the series", Italia 1 e Retequattro non stanno certo a guardare. Le attese nuove puntate in chiaro della seconda stagione di "Glee" partiranno da metà ottobre su Italia 1 nello slot delle 16.30 inaugurato dalle repliche del primo ciclo (in partenza da lunedì 12 settembre).
Dal 13 settembre, "The Mentalist" si trasferisce dalla rete giovane del Biscione a Retequattro con le nuove puntate del terzo ciclo (in prima serata), seguite in seconda serata dall'11a stagione di "Law&Order: unità speciale". Il 19 settembre è la volta su Italia 1, in prima serata, della nona stagione di "CSI: Miami", il quale cede il testimone (alle 23.00) a "Rookie Blue". Mentre non c'è ancora una collocazione definitiva per "No Ordinary Family" (originariamente previsto su Italia 2), la vera "notizia" dell'ultima ora è che "I Pilastri della Terra" esordirà in chiaro su Retequattro da novembre in prima serata...

lunedì 15 novembre 2010

LA VITA E' UNA COSA SERIAL - Le due televisioni sul nostro telecomando
Ormai esistono due televisioni, sempre più distinte e distanti. Quella di pancia e quella di testa. La prima va in onda sulla tv generalista: è quella delle risse nei talk-show, del voyeurismo da reality, dei bambini spacciati da cantanti adulti, delle fiction "santificate", dei funerali in diretta, dei pacchi scavicchiati con lacrimuccia, delle faccine da circostanza. Quella che fa spippettare Davide Maggio, tanto per intenderci. La seconda è quella che vola alta sul satellite e sul digitale terrestre: programmi tematici e, soprattutto, telefilm. La prima è da pugno nello stomaco, la seconda ti invita a riflettere. Le serie tv, in questo contesto, rimangono un'oasi felice e sempre più solitaria. L'Isola del tesoro. Viene da chiedersi retoricamente se chi guardi "Dexter" o "Mad Men" possa poi abbassarsi a guardare "Grande Fratello" o "Ti lascio una canzone". Se chi ormai guarda in contemporanea con l'America il finale di "Lost" o il lancio di "The Event" possa poi scanalare sulle Miss Italia di Milly Carlucci. In questo inizio di stagione, dati alla mano, sembra di no, guardando la significativa trasfusione di pubblico dalla generalista al satellite. Ancor più, i recenti flop di ascolti sulla generalista di "Lie to me", "The Mentalist", "FlashForward" e "The Big Bang Theory", la dicono lunga. Serie eccellenti rifiutate da un pubblico che si nutre di scazzi e schiamazzi fin dalle prime ore del mattino. E' come se la tv trash avesse generato i suoi anticorpi per rigettare il virus della qualità. Eppure sono i telefilm che tracciano la linea dell'originalità, che t'invitano a riflettere anche dopo il the end di puntata, con i suoi meravigliosi puntini di sospensione. La generalista, tanto per dire, ti incolla due puntate a botta, non lasciandoti il tempo. Il satellite ultimamente ci mette il suo, cambiando la "casa" di serial avviati su altri canali; Cielo, seppure in chiaro, ha scippato a Fox Retro parte dell'egemonia vintage; vengono lanciate in pompa magna anche serie chiuse dopo pochi episodi; è in atto una guerra a colpi di comunicati tra il satellite (Sky) e la generalista (Mediaset e Rai) sull'immobilità del sistema televisivo; la qualità d'Oltreoceano della nuova stagione telefilmica non pare sia eccelsa (a parte "The Boardwalk Empire" e "The Big C"). Nonostante le contingenze, il pueblo unido dei telefilm è più vivo che mai: è rincorso dai pubblicitari (i quali lo definiscono "attivo" rispetto al "passivo" che si nutre dei Pippi Baudi), è il core business delle promozioni dei "pacchetti", è quello che vede gruppi sempre più folti su facebook e twitter. E' quello ignorato dai giornali, che non hanno ancora compreso il suo valore di opinion leader: Natalia Aspesi su "La Repubblica" è arrivata solo oggi a segnalare il sorpasso della tv americana sul cinema - si veda L'Edicola di Lou - quando ormai si è a rischio di ri-sorpasso. Meglio piazzare in pagina le polemiche di Baudo che rifiuta Sanremo o le proteste sui bambini cantanti di Scotti e della Clerici. Nell'opinione pubblica italiana si ragiona ancora di pancia, con i numeri dell'Auditel (anche se non sono più quelli di una volta sulla generalista), con le polemiche create ad arte che si presume attirino lettori-spettatori, con gli orari sballati e i continui cambi di programmazione, con la proposta utopica di Antonio Marano - vicedirettore della Rai - di girare serie tv in inglese (quando la maggior parte degli attori del nostro paese dovrebbe imparare a parlare, perlopiù, in italiano...). Una rivoluzione sotterranea pronta ad esplodere, un bivio davanti al quale occorre prendere una decisione, fare una scelta, schierarsi. La tv di pancia o quella di testa: una scissione che al confronto la separazione di Fini e Berlusconi sembra un neo di Bruno Vespa.
(Articolo di Leo Damerini pubblicato su "Telefilm Magazine" di Novembre)

lunedì 13 settembre 2010

NEWS - Eraserhead! I telefilm "di testa" non reggono sulle generaliste: vanno male "The Mentalist", "Lie to me" e "FlashForward". Che sia un rigetto delle serie che si basano sull'intuizione?
I telefilm mentali (o "di testa") non reggono sulle tv generaliste. Il primo dato di quest'autunno televisivo è piuttosto intrigante. Lasciando stare i classici e ritriti discorsi (legittimi) che ormai le serie tv si guardano "scaricate" o successivamente sul satellite/digitale, dal punto di vista dei contenuti emerge l'ipotesi che le serie che si basano sull'intuizione ("The Mentalist", "Lie to me", "FlashForward") e non sulla scienza ("CSI", "Criminal Minds", "Cold Case"...), abbiano meno appeal...Almeno sul pubblico generalista. O che forse il "nuovo corso" intuitivo - che in realtà è un corso "classico", da "Ellery Queen" a "Colombo" - non sia stato ancora metabolizzato...

Insomma, tante pippe, per dire che Italia 1 ha rivoluzionato il palinsesto dopo le prime 2 puntate della seconda stagione di "The Mentalist" e il debutto di "FlashForward". La prima, con un ascolto di 1.740.000 telespettatori nel primo episodio e di 1.977.000 nel secondo, non ha raggiunto i risultati sperati dalla rete, e per questo è stato spostato sia di giorno che di orario: dal 20 settembre, ogni lunedì alle 22.05, preceduto da un episodio di "CSI: Miami" (il meccanismo che la scientifica faccia da traino all'intuizione è seducente...!). Stesso destino (avverso, è il caso di dirlo: come nel telefilm!) per "FlashForward", anch'esso al lunedì dal 20 settembre, ma alle 23.55 con ben due puntate. Confermato - al momento - il doppio appuntamento di giovedì 16 settembre in prima e seconda serata.

Così come ad oggi è confermato per sabato prossimo su Retequattro "Lie to me" dopo il 5% dell'esordio...

Chi vivrà forward, vedrà...!

lunedì 15 febbraio 2010

L'EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti dai giornali sui telefilm dai giornali italiani e stranieri

TV BLOG
Lavoro lost, lavoro ritrovato

“Stavo lavorando alla terza stagione di Alias quando Lloyd Braun (a capo della Abc tra il 2002 ed il 2004, ndr) mi chiese di scrivere un pilot su dei sopravvissuti ad un disastro aereo. Nel giro di una settimana ci fu il via libera alle riprese. Mi sono incontrato con Damon Lindelof lunedì, andammo subito d’accordo e preparammo una traccia con gli allora autori e produttori di ‘Alias’ Jesse Alexander e Jeff Pinkner. Sabato, Lloyd ci diede l’ok. Fu uno sforzo assurdo, ed 11 settimane e mezzo dopo avevamo realizzato l’episodio pilota. Durante una delle prime riunioni, ricevetti una chiamata da Steven Spielberg, Tom Cruise e Paula Wagner (patner nelle produzioni di Cruise, ndr.). Dissi ‘Cosa?!?’ Non aveva senso. Mi sembrava di essere in una puntata di ‘Punk’d’. Mi chiesero se avessi voluto scrivere ‘La guerra dei mondi’. Conoscevo Spielberg da qualche anno, ma ogni volta che lo incontravo era come un’esperienza extracorporale, e vederlo seduto su un divano insieme a Cruise lo rendeva più assurdo. Fu un bell’incontro, io Tom ci trovammo subito, ed alla fine il mio assistente gli regalo le prime due stagioni di ‘Alias’. Non ho potuto fare ‘La guerra dei mondi’ perché stavo girando il pilot di ‘Lost’. Mi sentivo come se stessi ammazzando la mia carriera: stavo lavorando ad un pilot di cui non avevo neanche una sceneggiatura, mentre avrei potuto essere con Spielberg e Cruise. Stavamo girando l’ultima scena del pilot, che per noi era quella in cui i naufraghi sentono la trasmissione della Rousseau e Charlie dice “Ragazzi, dove siamo?”. Si stava facendo buio ed avevamo perso la luce, e dovemmo interrompere le riprese. Non potevo sentirmi più frustato quando il mio assistente mi disse ‘J.J., c’è Tom Cruise al telefono’, Mi girai verso gli altri e dissi ‘Scusate. Tom Cruise mi chiama!’. Pare che avesse visto le prime due stagioni di ‘Alias’ e che ne fosse rimasto entusiasta, e mi voleva vedere una volta che fossi tornato a Los Angeles. In quel periodo stava lavorando alla realizzazione di ‘Mission: Impossibile: 3’ e pensavo volesse vedermi per propormi qualcosa, ma non fu così. Mi invitò ad un concerto, ma non potei andare, allora mi chiese di rivederlo. Sembrava volesse chiedermi un appuntamento. Così lo invitai alla mia festa di compleanno, e diventammo amici. Un giorno mi chiamò il mio agente e mi chiese ‘Sei a conoscenza delle voci che girano?’ ed io ‘Quali voci?’ ‘Tom vuole che tu sia il regista di ‘Mission: Impossible 3’. Non aveva senso…”.
(J.J. Abrams, 30.12.2009)

CORRIERE DELLA SERA
Fenomeno "Glee", magico e surreale
"«Glee» è davvero una cosa speciale. Merita di essere seguita. A Natale, Fox (canale 110 di Sky) ha proposto l'episodio pilota della serie diretta da Ryan Murphy. «Glee» è ambientato alla McKinley High School di Lima, Ohio, dove tutto ruota attorno ai giocatori di football e alle cheerleader. Una situazione che non piace all' insegnante di spagnolo Will Schuester (Matthew Morrison) che vuole riportare in auge il Glee Club, un' attività extrascolastica dove si studia canto, ballo e musica, discipline che alla McKinley vengono considerate da sfigati. Tramite un espediente illecito, Schuester obbligherà il quarterback della squadra Finn Hudson (Cory Monteith) a entrare nel Glee Club, assieme alle cantanti Rachel Berry (Lea Michele) e Mercedes Jones (Amber Riley), al soprano Kurt Hummel (Chris Colfer), al chitarrista sulla sedia a rotelle Artie Abrams (Kevin McHale) e alla balbuziente Tina Cohen-Chang (Jenna Ushkovitz). «Glee» ha preso «High school musical» e l' ha trasformato in una storia per adulti, non rinunciando ai «problemi» tipici del liceo (la coscienza di sé, la droga, le incertezze sessuali, etc), ma aggiungendovi un aspetto surreale e magico, lontano dalla quotidianità. La trama è poco realista, come fosse il racconto di un ragazzo che ascolta un iPod «on shuffle» e interiorizza le canzoni legandole per «temi». Per questo i dialoghi sono molto serrati, da musical, costruiti sui cliché della teen comedy e possono anche permettersi il gusto di prendere in giro le questioni razziali o altri temi scottanti, sfuggendo alle regole del politicamente corretto. «Glee» significa «sensazione di gioia», «entusiasmo immotivato», «cieco ottimismo», «abbandono» (proprio quello che manca alle scuole italiane)".
(Aldo Grasso, 27.12.2009)

TV SORRISI E CANZONI
“Kings”, originalità trasposta

“7+ all’originalità del telefilm ‘Kings’ di Joi: la storia del re Davide trasposta ai giorni nostri intrecciando notazioni realistiche e clima da favola, immagini accurate e facce nuove”.
(Mirella Poggialini, 22.12.2009)

IL SOLE 24 ORE
La tv che cambia

“Nel 2009 i possessori di decoder per il digitale terrestre hanno superato quelli con decoder per la tv satellitare, sia free sia pay. Secondo Auditel oggi sono 10,7 milioni le famiglie in grado di sintonizzarsi sul digitale terrestre; 4,5 milioni gli abbonati alla tv satellitare 2,2 milioni le famiglie con parabola satellitare senza abbonamento pay”.
(Francesco Siliato, 04.01.2010)

PRIMA COMUNICAZIONE
Tecniche di programmazione

“Per le serie americane, decidiamo caso per caso se trasmetterle prima sulla pay o sulla free, in base a valutazioni sui risultati, il target, il formato, la disponibilità del prodotto, ma teniamo anche conto di aspetti più generali tipo l’andamento della stagione. Se poi una serie è irrinunciabile per una rete, penso a ‘Dr. House’ per Canale 5, non si discute nemmeno. Insomma, non c’è una regola fissa, cerchiamo di trovare un equilibrio tra le esigenze di tutti”.
(Federico Di Chio, Direttore Mediaset Premium, dicembre 2009)

VARIETY
Il clone che soffia sul…collar

“Non c’è più nulla di nuovo sotto il sole. ’White Collar’ ricicla fin troppo ‘It takes a thief’ (n.d.r.: ‘Operazione Ladro’), accentuando il taglio high-tech e puntando sull’alchimia perfetta tra Matt Bomer e Tim DeKay”.
(Brian Lowry, 19.12.2009)

IL GIORNALE
E’ l’ora dei Psycho-serial
“Nulla è più misterioso ed affascinante della mente umana. Sarà che quasi ogni giorno si ha notizia di qualche scoperta nel campo delle nueroscienze. Sarà che il ricorso alla psicoterapia è sempre più diffuso. Sarà che qualche concetto base della disciplina inventata da Freud (‘complesso di Edipo’, ‘rimozione’, ‘proiezione’) è ormai entrato nella cultura popolare. Fatto sta che in tv proliferano le serie basate sulla psicologia. ‘The Mentalist”, ‘Psych’, ‘Mental’, ‘Lie to me’, ‘In Treatment’ e adesso ‘Nurse Jackie’…”.
(Vincenzo Pricolo, 11.01.2010)

sabato 21 novembre 2009

L'EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti sui telefilm tratti dai giornali italiani e stranieri

LA REPUBBLICA
Morto un Papi...si trasforma in "Angel"
"Al povero telespettatore che paga il canone, può capitare di sintonizzarsi intorno alle 19.30 su Rai 4, la "nuova" rete del servizio pubblico sul digitale terrestre e di imbattersi in un orripilante telefilm americano, intitolato Angel, a base di sesso e violenza, interpretato da personaggi che al momento di entrare in azione cambiano sembianze e si trasformano in vampiri. Sarà pure «una delle serie televisive fantastiche più amate dal pubblico mondiale degli anni Duemila», come recita trionfalmente una locandina pubblicitaria. Ma non ha proprio nulla a che fare con la missione del servizio pubblico. E non c'è neppure bisogno del "Qualitel" per impedire visioni del genere e per di più a quell'ora, nella fascia cosiddetta preserale, mentre i bambini hanno finito i compiti e le mamme stanno trafficando magari in cucina".
(Giovanni Valentini, 19.09.2009)

BLOG RAI4
Una replica coi...Buffy
Giovanni Valentini invoca interventi censori nei confronti di Rai 4. Poche pagine più in là prosegue la raccolta di firme in calce all’appello dei giuristi per la libertà di stampa. Sono stato tra i primi ad aderire e firmare l’appello. Ma mi chiedo: “E’coerente invocare la libertà di stampa ed insieme la censura?”. E’ una censura che chiede di espellere dal servizio pubblico i nuovi telefilm e per estensione anime e fiction non tradizionali. Vuole “normalizzare” la rete imponendole lo stile e la programmazione delle reti generaliste. Possibile che ogni volta che c’è un tentativo di rinnovamento, i benpensanti decidano (fortunatamente sino ad oggi senza successo) di stroncarlo sul nascere? Spiace vedere che sia sempre la parte “progressista” la più conservatrice. Ci interroghiamo perchè i giovani votino a destra e votino Berlusconi. Oggi solo la destra detiene l’immaginario e lo spettacolo, perchè finanzia e produce tutti i prodotti di culto delle nuove generazioni. Non è ora di riflettere? La cultura di oggi, l’immaginario della nostra epoca, deve essere a disposizione di tutti, non solo delle televisioni a pagamento. Oggi la fiction è serie e anime, non biografie di santi e di eroi del passato. Lasciamo questi prodotti a chi non condivide l’immaginario contemporaneo globale. Il servizio pubblico deve comunicare e diffondere ciò che è vivo. Non può continuare ad impersonare solo l’archeologia della comunicazione. Se la sua missione è una missione culturale, bisogna ammettere che accanto alle reti generaliste che ripropongono la cultura di ieri, esistano reti nuove che diffondano la cultura di oggi. La televisione sta vivendo una fase di rinascita e sperimentazione, nei confronti di un cinema che stenta a trovare nuove identità. Oggi le serie si traducono in film e non viceversa. Oggi la fiction americana ricostruisce intrecci narrativi complessi, mentre il cinema, per attirare il grosso pubblico, ha spesso sceneggiature elementari. Siamo in molti a condividere il culto per le serie televisive, per l’animazione giapponese, per i videogiochi, per gli scambi di informazione e di contatti in rete, per la convergenza tra mezzi digitali diversi, per un ruolo attivo dello spettatore. Difendiamo la nostra identità, combattiamo l’immaginal divide. (Se vuoi continuare a vedere le tue serie di culto, l’animazione giapponese e a partecipare coi tuoi suggerimenti all’identità di Rai 4, sottoscrivi questa lettera e inoltrala al sito di “La Repubblica” o scrivi a “La Repubblica” facendo riferimento a questo appello, aggiungendo le tue osservazioni e i tuoi suggerimenti)”.
(Carlo Freccero, 21.09.2009)

TV SORRISI E CANZONI
I telefilm vengono fuori...già con le parole
"E' cambiato il mio modo di guardare la tv. Non riesco più a vedere i film, le cose lunghe e lente. I telefilm americani, invece, sono eccezionali. Penso a 'CSI': i personaggi, i dialoghi, la sceneggiatura, è tutto perfetto. E poi amo i Simpson. Fantastici. Molto meglio di 'Porta a porta'".
(Vasco Rossi, 22.09.2009)

IL SOLE 24 ORE
Numbers&Fiction

“In Rai, nel 2008, la fiction nazionale ha subito un travaso da Raidue, che scende da 104 a 35 prime serate, a Raiuno, che sale da 166 a 191. L’incidenza della fiction sul totale del trasmesso è in calo sulle reti ‘ammiraglie’, dov’è più alta la quota della fiction italiana ed è in crescita nelle altre reti, dove prevale il prodotto d’importazione. Sia Rai che Mediaset hanno i loro produttori di riferimento: solo 4 su 36 lavorano per entrambi. Tra i tre maggiori fornitori di fiction nazionale in prima tv per numero di ore, due sono collegate a Mediaset: Mediavivere e Taodue”.
(Marco Mele, 29.09.2009)

METRO
“The Mentalist” in cattedra
“Niente da fare, la nostra fiction – autori, produttori, dirigenti – deve inchinarsi a quella straniera, di gran lunga superiore anche quando propone plot scivolosi. Penso a ‘The Mentalist’ con il fascinoso Simon Baker. Inaspettatamente avvincente”.
(Mariano Sabatini, 16.09.2009)

CORRIERE DELLA SERA
“Jonas”, un telefilm di formazione
“Al di là delle osservazioni più evidenti (regia, recitazione, sceneggiatura) non è facile cercare di spiegare il successo di prodotti Disney come ‘Jonas’. Si capisce che dietro a ogni prodotto c'è un lavoro di ricerca, c'è una grande attenzione alla psicologia dei più giovani, c'è un' indiscussa capacità professionale. Ma l'aspetto più sorprendente è che, dietro a una patina di normalità (una serie «normale» per ragazzi), s'intravvede uno sguardo rivolto al domani. Mentre la tv generalista è perdutamente rivolta al passato, è una fabbrica della nostalgia per un pubblico che ama più il passato del futuro, questa tv di settore guarda ed esprime un tenace desiderio di modernità. A suo modo, ‘Jonas’ è un telefilm di formazione: legge con molta attenzione la dimensione giovanile, non tanto e non solo nella sfera del quotidiano (le «problematiche») quanto piuttosto in quella dell' eterno confronto fra il materiale e l' immateriale, tra realtà e sogno”.
(Aldo Grasso, 20.09.2009)

giovedì 22 ottobre 2009

NEWS ESCLUSIVA - Attenti a quei due! Orci e Kurtzman (JJ Abrams) al lavoro per i remake di "Hawaii Squadra Cinque Zero" e "Matt Helm"
Roberto Orci e Alex Kurtzman, i pupilli di J.J. Abrams con il quale hanno collaborato alla realizzazione tv di "Alias, "Fringe" e del XI cine-capitolo di "Star Trek" (nonchè del dodicesimo previsto per il 2011), hanno firmato per riportare sul piccolo schermo la serie cult del 1968 "Hawaii Squadra Cinque Zero", la serie poliziesca più longeva della storia della tv (è andata in onda dal 1968 al 1980). Il remake, che accende i riflettori su una squadra speciale di Honolulu che risponde direttamente al governatore, andrà in onda sulla CBS.
Ma non è il solo progetto telefilmico della coppia: prossimamente Orci-Kurtzman riporteranno in vita il mitico "Matt Helm", detective che nel 1975 aveva il volto di Anthony Franciosa (al cinema lo aveva anche interpretato Dean Martin negli anni '60). Dopo il successo di "The Mentalist", i tempi sembrerebbero maturi per far rivivere l'investigatore che indaga, più per scacciare la noia che per senso della giustizia, tra le ville del jet set di Los Angeles.
(Riproduzione riservata)

giovedì 1 ottobre 2009

NEWS - Bollettino di guerra quotidiano: "Californication" di nuovo in partenza il 7 ottobre; "Grey's" e "ER" rimandati a metà novembre
Radio Londra annuncia i cambiamenti della tv generalissima-generalista: "Californication" ritorna al 7 ottobre (non più al 14) con le nuove puntate su Italia 1, dopo "CSI: Miami" e "The Mentalist". Per i fans di camici (di forza), "Grey's Anatomy" e "ER", i due serial medici riprenderanno da metà novembre. Stay tuned finchè potete!

mercoledì 2 settembre 2009

NEWS - Al via da stasera il già cult "The Mentalist". Simon Baker: "il mio personaggio è come Charlot, un clown con le lacrime"
Articolo di Chiara Maffioletti per il "Corriere della Sera"
L' America ha un nuovo eroe. Controverso, fuori dagli schemi e smodatamente fascinoso. Professione: investigatore. Ufficialmente. In realtà, qualcosa di molto simile ad un sensitivo. Negli Usa, venti milioni di telespettatori sono già stati stregati da Patrick Jane, il detective protagonista di The Mentalist, programma in assoluto più visto nella scorsa stagione. In Italia, dopo un passaggio sul digitale terrestre, la serie partirà in chiaro su Italia 1, dal 2 settembre, in prima serata. Il volto dell' investigatore è di Simon Baker. A detta di molti, a lui e al suo charme la serie deve tanto successo. Australiano, ex muratore, occhi azzurri e penetranti e un sorriso sui cui è stato aperto più di un forum, in Internet. Per il New York Times «Baker fa bene agli occhi e alla mente» mentre Tv Guide l' ha incoronato l' uomo più sexy della tv, detronizzando dopo due anni Patrick Dempsey (Grey' s Anatomy). Bruno Heller, l' ideatore della serie, che al momento dei casting cercava «qualcuno come Cary Grant», ha ammesso: «Simon è perfetto». E non sono pochi quelli convinti che Baker sia il nuovo George Clooney. Ma nonostante tutto questo e nonostante le sempre più nutrite schiere di fan adoranti, lui (che è sposato da anni con Rebecca Rigg e che ha tre figli, l' ultimo dei quali ha avuto per madrina Nicole Kidman), da bravo sex symbol, si schermisce: «Ho appena compiuto 40 anni, non so che dire...». Diventa più loquace parlando della serie. Si aspettava un successo così clamoroso? «No, per niente. Uno lo spera sempre quando fa qualcosa che ama così tanto. Ma si può solo sperare e augurarsi che le persone apprezzino. Fortunatamente, hanno apprezzato. Ora sono davvero emozionato per la partenza della serie in Italia». The Mentalist e il personaggio di Baker in particolare, segnano in realtà una clamorosa inversione di tendenza nelle fiction investigative: dopo anni in cui i numeri, i calcoli, le analisi al microscopio portavano a risolvere i casi, con Patrick Jane la figura del detective dal famigerato «fiuto» torna prepotentemente al centro. I misteri vengono risolti grazie all' intuito, alla capacità di osservazione. È la rivincita dell' Uomo sulla Scienza, come si è scritto in America; dell' indagine deduttiva su quella scientifica. Non sembra dunque un caso che The Mentalist sia riuscito nell' impresa di spodestare, dopo anni, il primato di CSI. A differenza del matematico Grissom, Jane è un eroe umano, che basa il suo lavoro sulle sue impressionanti doti di osservazione, tali da proiettarlo nella mente degli altri. L' intuito che vince sul calcolo. «Per costruire il personaggio mi sono ispirato soprattutto a vecchi sceneggiati. A Colombo, in particolare. Ma Patrick Jane è una figura tragica, come un clown con le lacrime: una sorta di Charlot». Il dolore che il detective porta con se è da ricercare nel suo passato, quando si faceva credere un medium in tv: dopo avere sbeffeggiato nel suo show un serial killer, Red John, questi uccide sua moglie e sua figlia. Per reagire alla tragedia, Patrick sceglie di impiegare il suo talento per aiutare gli investigatori del California Bureau of Investigation. Come è comprensibile, i compagni di squadra lo guardano con circospezione dividendosi tra chi lo apprezza per le sue capacità e chi non riesce a tollerare il suo comportamento così poco ortodosso. Insomma, Patrick Jane è un Dr. House del poliziesco. «Credo che qualche similitudine tra i due personaggi ci sia. Sono entrambe due figure non convenzionali. Ma recitiamo in modo molto diverso...». E di più non aggiunge. Parlando del particolare talento del suo personaggio, della sua capacità di intercettare ogni sfuggevole dettaglio e di analizzarlo fino a comprendere il comportamento umano, Baker precisa: «Si tratta di abilità, non di poteri. Negli Usa spesso questo viene frainteso: la serie non ha nulla a che vedere con la magia». Come è cambiata la sua vita da quando è diventato Patrick Jane? «Sono molto più impegnato». Se a questo ruolo, Baker deve sicuramente la grande popolarità, nel suo curriculum però ci sono anche diversi film, tra cui L.A. Confidential e Il diavolo veste Prada. Come è ovvio, non crede alla distinzione (forse più propriamente italiana), tra attori di cinema e di tv. «Mi sembra che le cose stiano cambiando. Che non ci sia più una separazione così netta. Un attore dovrebbe essere capace di lavorare sia per il cinema che per la tv. Io non preferisco niente a priori: sono due mezzi per certi versi simili e per altri assolutamente diversi. La tv è più veloce, più immediata. Il cinema deve raccontare una storia e esaurirla tutta in una volta. Non saprei scegliere, davvero». Ama il cinema italiano? «Sì, ma non sono molto aggiornato su quello contemporaneo. Amo i classici. De Sica. Le mie due star preferite italiane sono Marcello Mastroianni e Sophia Loren. E in generale amo l' Italia». E c' è da credere che, a breve, diventerà un amore ricambiato.

martedì 1 settembre 2009

NEWS - La serie più rivoluzionaria degli ultimi anni. Il programma più visto in America. Il telefilm che ha detronizzato CSI. Il serial che riporta in auge l’intuito. Da mercoledì 2 settembre, al via "The Mentalist" su Italia 1.
Nonostante riporti in auge l’intuito alla Colombo o alla Ellery Queen, è la serie più rivoluzionaria” degli ultimi anni. Quella che fa vincere l’indagine deduttiva su quella scientifica. Non per niente la serie ha detronizzato, dopo anni di egemonia, il primato di “CSI”, spingendo i critici americani a decretare che si tratti della rivincita dell’Uomo sulla Scienza. Con i suoi 19 milioni di spettatori, è stato il programma – non solo tra le serie tv – più visto della scorsa stagione a “stelle e strisce”. Ma è anche stata indicata come la serie del nuovo corso, del nuovo millennio, del post-elezione di Obama: il ritorno ad un racconto più “umano”, più sensibile e meno caratterizzato dalla scientifica e dai…numbers.
"THE MENTALIST", la serie-evento della stagione, arriva su Italia 1 dal 2 settembre, ogni mercoledì in prima serata.
Patrick Jane (Baker), forte del suo spirito di osservazione fuori dal comune, in passato si faceva passare per medium. La sua vita cambia radicalmente quando un serial killer, Red John, stermina la sua famiglia, moglie e figlioletto, dopo che Jane lo sbeffeggia pubblicamente in tv. Jane viene ingaggiato come consulente presso il California Bureau of Investigation di Sacramento, in California, per risolvere i casi più intricati, quelli in cui neanche le piastrine del DNA riescono a far luce. I compagni di squadra lo guardano dapprima con circospezione, così strambo e fuori dalle regole, talvolta fastidioso, rude e un tantino aggressivo…
Teresa Lisbon (Robin Tunney - Law and Order, Prison Break) ha 36 anni ed è a capo della squadra di investigatori che dirige con serietà e distacco. In molte occasioni è esasperata dal comportamento di Jane anche se riconosce le sue abilità nel risolvere i casi e oltre alla stima professionale prova anche una certa attrazione nei suoi confronti.
Grace Van Pelt (Amanda RighettiThe O.C., North Shore) ha solo 25 anni ed è la neofita del gruppo: nei confronti del protagonista nutre molta curiosità, perché crede nei medium. Kimball Cho (Tim KangI Soprano, The Office, Monk, Ghost Whisperer, Law and Order) e Wayne Rigsby (Owain YeomanThe Nine, Terminator: The Sarah Connor Chronicle) completano il team; il primo appoggia Patrick dichiaratamente, il secondo subisce il fascino della giovane Van Pelt.
Red John, che non si vede praticamente mai, diventa il fil rouge del telefilm, "parte integrante del lato oscuro di Patrick Jane", secondo l'ideatore Bruno Heller.

Watch closely” (Guarda da vicino), questo è lo slogan con cui il marketing della CBS ha promosso The Mentalist negli Usa. Ma “guarda da vicino” è anche un gioco di parole per introdurre l’attore che interpreta il ruolo del protagonista: Simon Baker, uomo dall’indubbio fascino che ha già conquistato le platee femminili d’oltreoceano e ora si appresta a riscuotere consensi in Italia.
Biondo, sguardo intenso e penetrante, fascino dell’australiano emigrato a cercar fortuna in America. E proprio qui, dopo passaggi in ruoli minori (nel film "L.A. Confidential") e il debutto da protagonista nella serie The Guardian, l’ha effettivamente trovata con l’exploit nel film "Il diavolo veste Prada". L’ideatore della serie, Bruno Heller (già mente della coproduzione Rome, firmata Hbo-Bbc), al momento dei casting cercava “qualcuno come Cary Grant, qualcuno che si muovesse e sembrasse grazioso perché la gente in realtà diffida delle persone troppo cerimoniose e serviva una caratteristica del genere: e Simon è ed ha tutte queste cose”. E gran parte del successo della serie, che in America ha raggiunto picchi di 19 milioni di telespettatori, attestandosi attorno ad una media di 16 milioni, è dovuto proprio a Simon Baker che è per The Mentalist quello che Gorge Clooney è stato per E.R.
Solo che è biondo…

Il canale CBS, dopo alcuni esperimenti fallimentari con le ultime serie tv, ha voluto puntare sul sicuro con The Mentalist, che segna un ritorno alle origini del genere poliziesco. Infatti l’ideatore Bruno Heller ha delineato un carattere alla Colombo piuttosto che alla Sherlock Holmes e a differenza dei drammi polizieschi di ultima generazione, in stile CSI, le indagini si risolvono con l'intuito e non più attraverso le analisi al microscopio. Che sia una nuova svolta? Se l’è chiesto anche il New York Times che ha scritto: “Quando CSI ha preso il via nel 2000 ha mitizzato la medicina legale e ha profondamente influenzato molti telefilm rivali. Ha anche cambiato il modo in cui il pubblico percepiva il lavoro della polizia, accrescendo enormemente irrealistiche aspettative”. Così la serie ha inaugurato un cambio di trend al grido di “meno dna e più intuizione!”

La serie si è aggiudicata un People's Choice Award nel 2009. Heller firma altresì da produttore esecutivo, in quest'ultima veste con David Nutter. La colonna sonora è composta da Blake Neely. Leslie Hope e Jaime Murray compaiono da guest-stars. Le riprese sono state effettuate a Glendale, in California.

Tutti d’accordo i consensi per il protagonista della serie e per il resto del cast. Hollywood Reporter ha sentenziato “Questo ruolo è cucito addosso a Baker che ha un talento naturale per interpretare con charme ruoli irriverenti!”. Usa Today ha sostenuto che “Baker: è sicuramente nata una stella”. E ancora The New York Times: “Baker fa bene agli occhi e alla mente”.

Ma chi è Simon Baker? Nasce il 30 luglio 1969 a Launceston, Tasmania, Australia. Biondo, sorriso disarmante, è sposato con la collega Rebecca Rigg (già vista nel film Jerry McGuire al fianco di Tom Cruise) e ha tre figli : Stella Breeze (classe 1993), Claude Blue (classe 1998) e Harry Friday (classe 2001). I coniugi Baker sono molto amici di Nicole Kidman che Rebecca ha conosciuto ai primi provini per tentare la carriera cinematografica in Australia. Nicole infatti è anche la madrina dell’ultimo genito di Baker, Harry.
La bibbia americana del piccolo schermo, Tv Guide, lo ha appena incoronato “uomo più sexy della tv”, detronizzando Patrick Dempsey di Grey’s Anatomy che si era aggiudicato il titolo per ben due anni consecutivi. E non è finita qui, nel 2002, People Magazine lo ha segnalato tra le 50 persone più affascinanti del mondo.
Il suo motto? “Se non sei fiero di quello che fai, cambia mestiere: vendi scarpe piuttosto!”. E se lo dice lui che prima di sfondare nel cinema faceva il muratore
Del suo personaggio in The Mentalist dice “Il detective Jane è un tipo non convenzionale, fuori dalle regole. Ha un passato tragico ma non ne è sopraffatto anzi è capace di reagire con umorismo”. Sul telefilm invece aggiunge “Noi non troviamo la verità sotto la lente del microscopio, la scopriamo indagando la natura umana”.

La verità è mia” (Patrick Jane)

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