NEWS - Emmy Awards, i soliti noti alle nomination con qualche sorpresa (Timothy Olyphant, Martha Plimpton e Matt LeBlanc su tutti). Ben 3 nomination che contano per "Justified", solo una per "Game of Thrones"...
(ANSA) - LOS ANGELES, 14 LUG - Sono state annunciate a Los Angeles le serie televisive nominate per la prossima edizione degli Emmy Awards, gli Oscar della tv conferiti dall'Academy of Television Arts and Science. Gli attori Melissa McCarthy e Joshua Jackson hanno letto la lista degli attori e dei programmi che il prossimo 18 settembre si contenderanno gli ambiti premi. Lo show di punta della AMC, Mad Men, ha conquistato 19 nomination. La serie che vede protagonista l'attore Jonathan Hamm concorrera' nella categoria di miglior serie drammatica fianco a fianco con Dexter della Showtime, Game of Thrones, The Good Life, Friday Night Lights e la sorpresa dell'ultima stagione televisiva a stelle e strisce: Boardwalk Empire. Lo show con Steve Buscemi e' un percorso noir nella malavita di Atlantic City durante il proibizionismo. La serie e' la scommessa vinta di Terence Winter, gia' produttore dei Sopranos. Tra i telefilm comici si prevede una sfida a due tra Modern Family, che con l'attore Eric Stonestreet potrebbe aggiudicarsi anche il premio di miglior attore non protagonista. Per quanto riguarda il miglior attore protagonista, Steve Buscemi dovra' vedersela con Michael Hall di 'Dexter', Kyle Chandler di 'Friday Night Lights', Hugh Laurie di 'House', Timothy Olyphant di 'Justified' e Jon Hamm di Mad Men. Alec Baldwin potrebbe dominare la categoria di miglior attore in una serie comica con 30 Rock.
Ecco tutte le candidature agli Emmy Awards con le scelte, in rosso, di Telefilm Cult.
Outstanding Lead Actor In A Comedy Series
The Big Bang Theory • CBS • Jim Parsons as Sheldon Cooper
The Big Bang Theory • CBS • Johnny Galecki as Leonard Hofstadter
Episodes • Showtime • Matt LeBlanc as Matt LeBlanc
Louie • FX Networks • Louis C.K. as Louie
The Office • NBC • Steve Carell as Michael Scott
30 Rock • NBC • Alec Baldwin as Jack Donaghy
Outstanding Lead Actor In A Drama Series
Boardwalk Empire • HBO • Steve Buscemi as Nucky Thompson
Dexter • Showtime • Michael C. Hall as Dexter Morgan
Friday Night Lights • DirecTV • Kyle Chandler as Coach Eric Taylor
House • FOX • Hugh Laurie as Dr. Gregory House
Justified • FX Networks • Timothy Olyphant as Raylan Givens
Mad Men • AMC • Jon Hamm as Don Draper
Outstanding Lead Actress In A Comedy Series
The Big C • Showtime • Laura Linney as Cathy Jamison
Mike & Molly • CBS • Melissa McCarthy as Molly Flynn
Nurse Jackie • Showtime • Edie Falco as Jackie Peyton
Parks And Recreation • NBC • Amy Poehler as Leslie Knope
Raising Hope • FOX • Martha Plimpton as Virginia Chance
30 Rock • NBC • Tina Fey as Liz Lemon
Outstanding Lead Actress In A Drama Series
Friday Night Lights • DirecTV • Connie Britton as Tami Taylor
The Good Wife • CBS • Julianna Margulies as Alicia Florric
Harry's Law • NBC • Kathy Bates as Harriet "Harry" Korn
The Killing • AMC • Mireille Enos as Sarah Linden
Law & Order: Special Victims Unit • NBC • Mariska Hargitay as Detective Olivia Benson
Mad Men • AMC • Elisabeth Moss as Peggy Olson
Outstanding Supporting Actor In A Comedy Series
Glee • FOX • Chris Colfer as Kurt Hummel
Modern Family • ABC • Jesse Tyler Ferguson as Mitchell Pritchett
Modern Family • ABC • Ed O'Neill as Jay Pritchett
Modern Family • ABC • Eric Stonestreet as Cameron Tucker
Modern Family • ABC • Ty Burrell as Phil Dunphy
Two And A Half Men • CBS • Jon Cryer as Alan Harper
Outstanding Supporting Actor In A Drama Series
Game Of Thrones • HBO • Peter Dinklage as Tyrion Lannister
The Good Wife • CBS • Josh Charles as Will Gardner
The Good Wife • CBS • Alan Cumming as Eli Gold
Justified • FX Networks • Walton Goggins as Boyd Crowder
Mad Men • AMC • John Slattery as Roger Sterling
Men Of A Certain Age • TNT • Andre Braugher as Owen
Outstanding Supporting Actress In A Comedy Series
Glee • FOX • Jane Lynch as Sue Sylvester
Hot In Cleveland • TV Land • Betty White as Elka Ostrosky
Modern Family • ABC • Julie Bowen as Claire Dunphy
Modern Family • ABC • Sofia Vergara as Gloria Delgado-Pritchett
Saturday Night Live • NBC • Kristen Wiig as Various characters
30 Rock • NBC • Jane Krakowski as Jenna Maroney
Outstanding Supporting Actress In A Drama Series
Boardwalk Empire • HBO • Kelly Macdonald as Margaret Schroeder
The Good Wife • CBS • Archie Panjabi as Kalinda Sharma
The Good Wife • CBS • Christine Baranski as Diane Lockhart
Justified • FX Networks • Margo Martindale as Mags Bennett
The Killing • AMC • Michelle Forbes as Mitch Larsen
Mad Men • AMC • Christina Hendricks as Joan Harris
Outstanding Comedy Series
The Big Bang Theory • CBS
Glee • FOX
Modern Family • ABC
The Office • NBC
Parks And Recreation • NBC
30 Rock • NBC
Outstanding Drama Series
Boardwalk Empire • HBO
Dexter • Showtime
Friday Night Lights • DirecTV
Game Of Thrones • HBO
The Good Wife • CBS
Mad Men • AMC
venerdì 15 luglio 2011
Etichette:
30 Rock,
Alec Baldwin,
Betty White,
Big Bang Theory,
Dexter,
Emmy Awards,
Game of Thrones,
Glee,
Jim Parsons,
Jon Hamm,
Justified,
Mad Men,
Michael C. Hall,
NEWS,
The Big C,
Timothy Olyphant
giovedì 14 luglio 2011
LA VITA E' UNA COSA SERIAL - Quella baby-coppia da urlo (di Munch)
Il giorno di Pasquetta, per evitare le code del rientro fuori porta e complice un nuvolone che non prometteva nulla di buono, io ed alcuni amici abbiamo avuto la malaugurata idea di andare al cinema. A vedere "Scream 4". Un capolavoro, in realtà, che consiglio a tutti sia per la folta presenza di volti telefilmici, sia per la sceneggiatura sopraffina di Kevin Williamson. Fatto sta che, nonostante la pellicola meritasse, in sala eravamo in 8. Considerando che io e i miei amici eravamo in 4, il conto è presto fatto. Gli altri erano una famigliola così composta: padre con in braccio bambino di qualche mese, madre di nazionalità oriunda e figlio ribelle di 4 o 5 anni che se avesse visto Arnold se lo sarebbe pappato a colazione al primo "che diavolo stai dicendo?". Il film di Wes Craven, nonostante fosse un ironico e satirico sguardo sull'horror, zeppo di citazioni e richiami metalinguistici, non disdegnava squartamenti e zampilli di sangue che in qualche modo devono aver colpito i due infanti, visti i pianti e le urla della fila dietro la nostra (sul perchè il film non fosse vietato ai minori o, nel caso lo fosse, sul motivo per il quale non fosse stato fatto rispettare il divieto, e soprattutto sul destino che ha fatto accomodare la famigliola Addams proprio dietro di noi, vorrei sorvolare). A pellicola finita, in una di quelle labirintiche multisale di periferia che ti promettono aria condizionata anche a dicembre e fritti da cowboy al galoppo, è partito il dibattito. Non sul film, per carità: sulla famigliola infanticida. Il tema del dibattito morettiano era siffatto: come crescerà la prole che aveva appena assistito a coltellate in pieno petto, strangolamenti vari e decapitazioni riprese in stile reality-show? Già ci immaginavamo il soave ritorno all'ovile della simpaticissima famigliola, in una casetta dove campeggiano la maschera di Jason di "Venerdì 13" e quella di Michael Myers di "Halloween", in cui il riso cantonese si mangia con gli artigli di Freddy Krueger di "Nightmare" e prima di andare a letto ci si rivede tutti insieme sul divano la saga de "La Casa" e "Non aprite quella porta". Sì, la loro! Chissà tra qualche anno, i due pargoli come diventeranno...Per loro "Dexter" sarà una favola per poppanti, il protagonista di "Californication" sarà un povero impotente, Tony Soprano un timido affarista di quartiere. I due piccoli mostri - Lady Gaga, visto che ci sfracelli le palle di essere la "Queen of monsters", non è che adotteresti anche questi due? - gireranno indisturbati a seminare terrore in qualche centro commerciale al sabato pomeriggio, soggiogheranno i compagni di liceo con un racket degno del "Padrino", salteranno fuori da uova di Pasqua giganti a mò di sorpresona killer...Dal kinderheim agli ovoni Kinder: la quadratura del cerchio! Ma no, suvvia, son solo pessimistiche supposizioni, proiezioni degne di coloro che davano per sicura la vittoria della Moratti su Pisapia a Milano...Una volta sepolti i genitori in cantina, dopo aver squartato il gatto sucandone le interiora con le cannucce flessibili, si accomederanno in poltrona a guardare - il massimo della perversione - un'ennesima puntata di "Porta a porta". Un pò infastiditi che quelle maschere calate sul volto che riproducono l'Urlo di Munch non permettano un'eccellente visuale di quel Vespone che ha i giorni contati...
(Articolo di Leo Damerini pubblicato sul Telefilm Magazine di Giugno)
Il giorno di Pasquetta, per evitare le code del rientro fuori porta e complice un nuvolone che non prometteva nulla di buono, io ed alcuni amici abbiamo avuto la malaugurata idea di andare al cinema. A vedere "Scream 4". Un capolavoro, in realtà, che consiglio a tutti sia per la folta presenza di volti telefilmici, sia per la sceneggiatura sopraffina di Kevin Williamson. Fatto sta che, nonostante la pellicola meritasse, in sala eravamo in 8. Considerando che io e i miei amici eravamo in 4, il conto è presto fatto. Gli altri erano una famigliola così composta: padre con in braccio bambino di qualche mese, madre di nazionalità oriunda e figlio ribelle di 4 o 5 anni che se avesse visto Arnold se lo sarebbe pappato a colazione al primo "che diavolo stai dicendo?". Il film di Wes Craven, nonostante fosse un ironico e satirico sguardo sull'horror, zeppo di citazioni e richiami metalinguistici, non disdegnava squartamenti e zampilli di sangue che in qualche modo devono aver colpito i due infanti, visti i pianti e le urla della fila dietro la nostra (sul perchè il film non fosse vietato ai minori o, nel caso lo fosse, sul motivo per il quale non fosse stato fatto rispettare il divieto, e soprattutto sul destino che ha fatto accomodare la famigliola Addams proprio dietro di noi, vorrei sorvolare). A pellicola finita, in una di quelle labirintiche multisale di periferia che ti promettono aria condizionata anche a dicembre e fritti da cowboy al galoppo, è partito il dibattito. Non sul film, per carità: sulla famigliola infanticida. Il tema del dibattito morettiano era siffatto: come crescerà la prole che aveva appena assistito a coltellate in pieno petto, strangolamenti vari e decapitazioni riprese in stile reality-show? Già ci immaginavamo il soave ritorno all'ovile della simpaticissima famigliola, in una casetta dove campeggiano la maschera di Jason di "Venerdì 13" e quella di Michael Myers di "Halloween", in cui il riso cantonese si mangia con gli artigli di Freddy Krueger di "Nightmare" e prima di andare a letto ci si rivede tutti insieme sul divano la saga de "La Casa" e "Non aprite quella porta". Sì, la loro! Chissà tra qualche anno, i due pargoli come diventeranno...Per loro "Dexter" sarà una favola per poppanti, il protagonista di "Californication" sarà un povero impotente, Tony Soprano un timido affarista di quartiere. I due piccoli mostri - Lady Gaga, visto che ci sfracelli le palle di essere la "Queen of monsters", non è che adotteresti anche questi due? - gireranno indisturbati a seminare terrore in qualche centro commerciale al sabato pomeriggio, soggiogheranno i compagni di liceo con un racket degno del "Padrino", salteranno fuori da uova di Pasqua giganti a mò di sorpresona killer...Dal kinderheim agli ovoni Kinder: la quadratura del cerchio! Ma no, suvvia, son solo pessimistiche supposizioni, proiezioni degne di coloro che davano per sicura la vittoria della Moratti su Pisapia a Milano...Una volta sepolti i genitori in cantina, dopo aver squartato il gatto sucandone le interiora con le cannucce flessibili, si accomederanno in poltrona a guardare - il massimo della perversione - un'ennesima puntata di "Porta a porta". Un pò infastiditi che quelle maschere calate sul volto che riproducono l'Urlo di Munch non permettano un'eccellente visuale di quel Vespone che ha i giorni contati...
(Articolo di Leo Damerini pubblicato sul Telefilm Magazine di Giugno)
mercoledì 13 luglio 2011
GOSSIP - E' la nuova pubblicità di Intimissimi? E' una lap-dance che finisce a ramengo? No, è la "gostrippata" Taylor Momsen che invita le ragazze a rimanere in reggiseno al concerto di Barcellona (e loro accettano in massa)
Ormai siamo dei groupie del tour di quella "gostrippata" di Taylor Momsen e dei suoi Pretty Reckless, visto che una ne pensa e cento ne canta (possibilmente desnuda). E quando non rimane in reggiseno lei, invita le sue fans a farlo: come nel concerto di Barcellona, dove dopo l'invito alle sue seguaci di salire sul palco senza maglietta la Momsen(o) ha dovuto affrontare un'invasione di cavallette che avrebbe fatto la gioia di Russ Meyer. Una dozzina o più di fans hanno infatti gettato le t-shirt a terra lanciandosi verso la loro inarrivabile sacerdotessa (anche per via degli zepponi che solitamente calza aumentando la sua già notevole statura). La scena che ne è seguita è da scompiscio: la gigantesca Taylor canta a scquarciagola e cerca di strusciarsi con alcune di loro, ma essendo il palco con più alta densità di reggisenate al mondo, i movimenti risultano limitati e ogni tanto la "gostrippata" scompare chissà dove e con chi e a fare cosa sotto la visuale del pubblico in delirio (tremens). Alla fine un tripudio, con Taylor unica a non essersi tolta la canotta dei Guns N' Roses (ma lo farà più tardi, non temete, con tanto di nastro isolante sui capezzoli come in foto). Chissà cosa ci riserverà nelle prossime tappe la possibile erede di Courtney Love, colei che ha avuto l'onore di fare da supporter di Vasco Rossi all'Heineken Jammin' Festival (a proposito, sarà un caso che il Blasco nazionale, pochi giorni dopo abbia annunciato il ritiro dalle scene?). Con il (Mom)seno di poi...
Ormai siamo dei groupie del tour di quella "gostrippata" di Taylor Momsen e dei suoi Pretty Reckless, visto che una ne pensa e cento ne canta (possibilmente desnuda). E quando non rimane in reggiseno lei, invita le sue fans a farlo: come nel concerto di Barcellona, dove dopo l'invito alle sue seguaci di salire sul palco senza maglietta la Momsen(o) ha dovuto affrontare un'invasione di cavallette che avrebbe fatto la gioia di Russ Meyer. Una dozzina o più di fans hanno infatti gettato le t-shirt a terra lanciandosi verso la loro inarrivabile sacerdotessa (anche per via degli zepponi che solitamente calza aumentando la sua già notevole statura). La scena che ne è seguita è da scompiscio: la gigantesca Taylor canta a scquarciagola e cerca di strusciarsi con alcune di loro, ma essendo il palco con più alta densità di reggisenate al mondo, i movimenti risultano limitati e ogni tanto la "gostrippata" scompare chissà dove e con chi e a fare cosa sotto la visuale del pubblico in delirio (tremens). Alla fine un tripudio, con Taylor unica a non essersi tolta la canotta dei Guns N' Roses (ma lo farà più tardi, non temete, con tanto di nastro isolante sui capezzoli come in foto). Chissà cosa ci riserverà nelle prossime tappe la possibile erede di Courtney Love, colei che ha avuto l'onore di fare da supporter di Vasco Rossi all'Heineken Jammin' Festival (a proposito, sarà un caso che il Blasco nazionale, pochi giorni dopo abbia annunciato il ritiro dalle scene?). Con il (Mom)seno di poi...
lunedì 11 luglio 2011
L'EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti sui telefilm dai giornali italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
La parabola discendente dei telefilm rappresentata da "Parenthood"
"Lo strano e ingiusto destino dei telefilm. Fino a due o tre anni fa, alcune serie americane facevano il pieno: gradimento della critica, successo di pubblico, capacità di «reggere» tranquillamente le serate (prima o seconda) della tv generalista. Poi qualcosa è cambiato. Ulteriore segnale di questo cambiamento, l'atteso risultato poco significativo di «Parenthood», la saga familiare, spin-off di un film di Ron Howard, che Canale 5 ha lanciato in prime time. Certo, siamo d'estate, fuori dalla «garanzia», gli ascolti complessivi sono più bassi, ma anche qui qualcosa è cambiato: con le nuove reti digitali e l'offerta pay sempre più aggressiva, la generalista non può perdere troppo terreno nemmeno d'estate, e forse il concetto stesso di «periodo di garanzia è superato». Fatto sta Mediaset ha avuto senz'altro coraggio: «Parenthood», col bravo Peter Krause, è una serie complessa, che tratta temi importanti come la Sindrome di Asperger. Gli spettatori delle prime due puntate sono stati 2.245.000, per uno share medio del 10,8%. Quella stessa sera la ben meno raffinata serie made in Italy del «Commissario Rex» ha meglio incontrato le richieste del pubblico, raccogliendo oltre 3 milioni e 800.000 spettatori (17,2% di share). Sebbene «Parenthood» non abbia la forza di reggere una prima serata, il profilo del pubblico è incoraggiante: un'audience femminile (13% di share), decisamente giovane (miglior share sui venti/trentenni, col 16,4% di share). Ecco perché Mediaset ha deciso di non rinunciarvi: la serie resta su Canale 5, ma in seconda serata. L'impressione complessiva è che, a fronte di contenuti che restano molto alti e raffinati, come i drama, la tv generalista italiana non abbia ancora trovato un contenitore adeguato per trasmetterli e valorizzarli".
(Aldo Grasso, 11.07.2011)
CORRIERE DELLA SERA
La parabola discendente dei telefilm rappresentata da "Parenthood"
"Lo strano e ingiusto destino dei telefilm. Fino a due o tre anni fa, alcune serie americane facevano il pieno: gradimento della critica, successo di pubblico, capacità di «reggere» tranquillamente le serate (prima o seconda) della tv generalista. Poi qualcosa è cambiato. Ulteriore segnale di questo cambiamento, l'atteso risultato poco significativo di «Parenthood», la saga familiare, spin-off di un film di Ron Howard, che Canale 5 ha lanciato in prime time. Certo, siamo d'estate, fuori dalla «garanzia», gli ascolti complessivi sono più bassi, ma anche qui qualcosa è cambiato: con le nuove reti digitali e l'offerta pay sempre più aggressiva, la generalista non può perdere troppo terreno nemmeno d'estate, e forse il concetto stesso di «periodo di garanzia è superato». Fatto sta Mediaset ha avuto senz'altro coraggio: «Parenthood», col bravo Peter Krause, è una serie complessa, che tratta temi importanti come la Sindrome di Asperger. Gli spettatori delle prime due puntate sono stati 2.245.000, per uno share medio del 10,8%. Quella stessa sera la ben meno raffinata serie made in Italy del «Commissario Rex» ha meglio incontrato le richieste del pubblico, raccogliendo oltre 3 milioni e 800.000 spettatori (17,2% di share). Sebbene «Parenthood» non abbia la forza di reggere una prima serata, il profilo del pubblico è incoraggiante: un'audience femminile (13% di share), decisamente giovane (miglior share sui venti/trentenni, col 16,4% di share). Ecco perché Mediaset ha deciso di non rinunciarvi: la serie resta su Canale 5, ma in seconda serata. L'impressione complessiva è che, a fronte di contenuti che restano molto alti e raffinati, come i drama, la tv generalista italiana non abbia ancora trovato un contenitore adeguato per trasmetterli e valorizzarli".
(Aldo Grasso, 11.07.2011)
NEWS - Da "Ringer" a Ian Somerhalder, dal flop delle serie in costume ("Game of thrones" a parte) al fenomeno di "House of Anubis", è on line il secondo appuntamento con il TG Telefilm
Etichette:
Baywatch,
Being human,
Buffy,
David Hasselhoff,
House of Anubis,
Ian Somerhalder,
Jeremy Jackson,
Lost,
NEWS,
Pamela Anderson,
Ringer,
Sarah Michelle Gellar,
Tg Telefilm,
Vampire Diaries,
White Collar
Iscriviti a:
Post (Atom)