NEWS - "Gheddafi" secondo Roberto Saviano: la nuova scommessa seriale di Sky
Sky Italia sta sviluppando 'Gheddafi', un progetto Palomar co-prodotto e distribuito internazionalmente da Entertainment One (eOne). La serie, una nuova produzione originale, sarà basata sulla vita di Muammar Gheddafi, le vicende legate alla sua epoca e il suo impatto sul mondo moderno. 'Gheddafi' è scritta e creata da Roberto Saviano in collaborazione con Nadav Schirman (The Green Prince) e Clive Bradley (Trapped, City of Vice), che recentemente si è unito al team di scrittura. Una serie evento epica, narrata da diversi punti di vista, che racconta la vita di una delle figure più prominenti e discusse degli ultimi sessanta anni, il dittatore libico Muammar Gheddafi, la sua incredibile parabola di vita e come la sua dittatura abbia influenzato il mondo circostante. La serie traccerà il percorso di Gheddafi da beduino idealista figlio del deserto a spietato dittatore con a disposizione risorse pressoché illimitate, provenienti da uno dei più ricchi giacimenti petroliferi del mondo. Nel raccontare la storia di uno dei più famosi e temibili leader mondiali, la serie esplora le complessità del business petrolifero e l'attuale rapporto del mondo arabo con l'Occidente. Roberto Saviano e Nadav Schirman saranno i produttori esecutivi di Gheddafi. La serie sarà prodotta da Carlo Degli Esposti e Nicola Serra della Palomar. Per eOne i produttori saranno Polly Williams e Carolyn Newman e per Sky Italia Nils Hartmann e Sonia Rovai. La distribuzione internazionale della serie sarà a cura di eOne.
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venerdì 23 febbraio 2018
sabato 9 dicembre 2006
NEWS - All'armi, produttori di fiction nostrana! Le serie italiane rischiano di diventare marginali rispetto a quelle americane (chiedersi come mai, no, eh?)
(ANSA) - Roma - Centrale nei palinsesti, determinante negli ascolti, la fiction italiana vive stagioni felici. Su Raiuno e Canale 5 ottiene in genere il 4% in piu' della media di rete ma l'attacco della fiction straniera (leggi americana), sia sui canali generalisti come Raidue e Italia 1 e sia soprattutto sui tanti canali-vetrina della piattaforma satellitare Sky come ad esempio Fox, e' forte e preoccupante. "Il rischio per la fiction italiana e' di diventare marginali", ha detto il direttore di Rai Fiction Agostino Sacca' lanciando l'allarme ai produttori televisivi dell'Apt in un'incontro-bilancio a Roma. La questione e' ancora piu' di attualita' alla luce dei risultati indubbiamente ottenuti dai produttori nell'ambito del triennale contratto di servizio appena firmato tra la Rai e il Ministero delle comunicazioni. Il contratto prevede l'aumento da 280 a 390 milioni di euro della quota di risorse che il servizio pubblico dovra' investire per la produzione di audiovisivo italiano ed europeo ma anche la garanzia da parte Rai di valorizzare ciascun diritto separatamente e per non piu' di 7 anni, adeguandosi cosi' a quello che avviene gia' nel resto d'Europa. Prima infatti la Rai acquistava in perpetuo i diritti di queste produzioni e anche i diritti accessori, le repliche, le vendite all'estero, l'home video, il merchandising e altro. Per l'Apt e' un passo importante verso il consolidamento e la crescita dell'industria audiovisiva nazionale indipendente. La norma contenuta nel contratto di servizio, che scontenta ovviamente la Rai, pone pero' un problema piu' generale visto che riguarda solo la tv pubblica. Mediaset e Sky per intendersi non hanno alcun obbligo e per questo, si fa notare negli ambienti produttivi, e' inevitabile che l'autorita' adegui anche agli altri la stessa normativa. La questione dei diritti e' centrale: "la Rai - ha sostenuto Sacca' - sente la propria ricchezza nella library. L'azienda si sente un grande produttore di contenuti". Privare la tv pubblica di una parte di diritti, o comunque negoziarli, puo' depauperarla. Al tempo stesso bisognera' vedere tra i produttori chi sara' in grado con le proprie forze di utilizzare al meglio i diritti accessori: le grandi societa' come Lux Vide, Palomar, Publispei e altre probabilmente si', i piccoli produttori indipendenti, quelli da una fiction a stagione, potrebbero trovarsi in difficolta' visto che per loro la forza contrattuale Rai potrebbe essere difficile da vincere. "E' una battaglia generale sulle risorse del sistema", ha aggiunto Sacca', "e il rischio e' il collasso del sistema, non solo un problema tra Rai e produttori". Per tutti, ha replicato a questo Sergio Silva, ex dirigente Rai e ora produttore indipendente: "il problema non e' solo nostro ma della stessa Rai, ne va infatti della sua sopravvivenza riuscire a far vincere la scommessa di una nascita dell'industria della fiction. Altrimenti restera' - ha ribadito Carlo Degli Esposti - un indotto piu' o meno tonico al servizio del principe". Secondo il produttore della Palomar, "Il nostro prodotto, la Rai se lo ripaga 3 volte, con il canone, con la pubblicita' e con l'estero". Ma intanto, mentre Rai e produttori si fronteggiano, la fiction straniera delle serie di successo come "Lost", "CSI", "Desperate Housewives", occhieggia con grande successo dalle vetrine satellitari e poi dalle due reti Raidue e Italia 1 che ne fanno un grande enorme utilizzo. Anni fa queste stesse serie salvarono i grandi network Usa come Abc e Cbs dalla crisi seguita all'abbuffata dei reality show, ora potrebbero affossare le nostre tv generaliste.
(ANSA) - Roma - Centrale nei palinsesti, determinante negli ascolti, la fiction italiana vive stagioni felici. Su Raiuno e Canale 5 ottiene in genere il 4% in piu' della media di rete ma l'attacco della fiction straniera (leggi americana), sia sui canali generalisti come Raidue e Italia 1 e sia soprattutto sui tanti canali-vetrina della piattaforma satellitare Sky come ad esempio Fox, e' forte e preoccupante. "Il rischio per la fiction italiana e' di diventare marginali", ha detto il direttore di Rai Fiction Agostino Sacca' lanciando l'allarme ai produttori televisivi dell'Apt in un'incontro-bilancio a Roma. La questione e' ancora piu' di attualita' alla luce dei risultati indubbiamente ottenuti dai produttori nell'ambito del triennale contratto di servizio appena firmato tra la Rai e il Ministero delle comunicazioni. Il contratto prevede l'aumento da 280 a 390 milioni di euro della quota di risorse che il servizio pubblico dovra' investire per la produzione di audiovisivo italiano ed europeo ma anche la garanzia da parte Rai di valorizzare ciascun diritto separatamente e per non piu' di 7 anni, adeguandosi cosi' a quello che avviene gia' nel resto d'Europa. Prima infatti la Rai acquistava in perpetuo i diritti di queste produzioni e anche i diritti accessori, le repliche, le vendite all'estero, l'home video, il merchandising e altro. Per l'Apt e' un passo importante verso il consolidamento e la crescita dell'industria audiovisiva nazionale indipendente. La norma contenuta nel contratto di servizio, che scontenta ovviamente la Rai, pone pero' un problema piu' generale visto che riguarda solo la tv pubblica. Mediaset e Sky per intendersi non hanno alcun obbligo e per questo, si fa notare negli ambienti produttivi, e' inevitabile che l'autorita' adegui anche agli altri la stessa normativa. La questione dei diritti e' centrale: "la Rai - ha sostenuto Sacca' - sente la propria ricchezza nella library. L'azienda si sente un grande produttore di contenuti". Privare la tv pubblica di una parte di diritti, o comunque negoziarli, puo' depauperarla. Al tempo stesso bisognera' vedere tra i produttori chi sara' in grado con le proprie forze di utilizzare al meglio i diritti accessori: le grandi societa' come Lux Vide, Palomar, Publispei e altre probabilmente si', i piccoli produttori indipendenti, quelli da una fiction a stagione, potrebbero trovarsi in difficolta' visto che per loro la forza contrattuale Rai potrebbe essere difficile da vincere. "E' una battaglia generale sulle risorse del sistema", ha aggiunto Sacca', "e il rischio e' il collasso del sistema, non solo un problema tra Rai e produttori". Per tutti, ha replicato a questo Sergio Silva, ex dirigente Rai e ora produttore indipendente: "il problema non e' solo nostro ma della stessa Rai, ne va infatti della sua sopravvivenza riuscire a far vincere la scommessa di una nascita dell'industria della fiction. Altrimenti restera' - ha ribadito Carlo Degli Esposti - un indotto piu' o meno tonico al servizio del principe". Secondo il produttore della Palomar, "Il nostro prodotto, la Rai se lo ripaga 3 volte, con il canone, con la pubblicita' e con l'estero". Ma intanto, mentre Rai e produttori si fronteggiano, la fiction straniera delle serie di successo come "Lost", "CSI", "Desperate Housewives", occhieggia con grande successo dalle vetrine satellitari e poi dalle due reti Raidue e Italia 1 che ne fanno un grande enorme utilizzo. Anni fa queste stesse serie salvarono i grandi network Usa come Abc e Cbs dalla crisi seguita all'abbuffata dei reality show, ora potrebbero affossare le nostre tv generaliste.
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