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mercoledì 24 agosto 2011

NEWS - Toglietevi le infradito e mettetevi i sandali, da domani arriva "Spartacus: gli dei dell'arena"
(di Alessandra Magliaro) - ISCHIA (NA) - Un po' del Gladiatore di Ridley Scott, un po' di 300 di Zack Snyder e molto del televisivo Rome: la serie Spartacus, che toglie la polvere dal peplum storico per aggiornare l'antica Roma in un mix cinema fumetto, horror, sangue e' stata uno dei casi televisivi internazionali, per la paternita' illustre (e' prodotto da Sam Raimi, regista di tre Spiderman) e il successo conseguito negli 80 paesi del mondo in cui e' stato trasmesso. La serie Spartacus: sangue e sabbia e' andata bene anche in Italia tra gli spettatori di Sky Uno e ora dal 25 agosto alle 21,10 arriva il prequel, Spartacus: gli dei dell'arena, che e' stato presentato in anteprima all'Ischia Global Fest. Sono sei episodi che ricostruiscono l'antefatto della storia di Spartaco, il famoso schiavo diventato il gladiatore piu' famoso di Roma e simbolo universale di tutti gli eroi-idealisti, con lo stesso effetto dei 13 della serie 'madre', ossia un impatto visivo ipnotizzante per una storia che fa dell'antica Roma materiale da fumetto per adulti. Le Guerre civili di Appiano di Alessandria o Le vite di Crasso e Pompeo di Plutarco che allo schiavo della Tracia che intorno al 72 a.C. guido' la piu' importante guerra servile hanno dedicato pagine e pagine, sono piu' che altro un pretesto di partenza per raccontare gli eccessi e le provocazioni del sangue e arena del Ludus di Capua con tutta la tecnologia degli anni Duemila. Nella serie c'e' tutto e tutto insieme: amore e tradimento, horror e sesso, amicizia e intrigo politico. Il protagonista e' John Hannah, Batiato, il proprietario dell'arena di Capua in cui si battono i gladiatori. Nei sei episodi ritroviamo quasi tutti i protagonisti della serie originale tra cui Lucy Lawless (Lucrezia), Manu Bennet (Crisso) e Lesley-Ann Brandti, che interpreta l'affascinante Nevia, e una new entry. Dustin Clare interpreta Gannicus, il primo gladiatore che diventa campione del Ludus e la cui fama di abilissimo lottatore e' eguagliata solo da quella di ribelle e vizioso, amante delle donne e del vino. "Mi piaceva l'idea che la serie avesse tutto quello che amo della leggenda di Roma ma anche quello che fa parte della cultura pop di oggi come i Sopranos", ha detto di recente dice Raimi, realizzando un prodotto adatto ad un pubblico adulto, che non si scandalizza, anzi trova che alcune scelte rendano la serie piu' realistica e affascinante. Ma il fatto che ci sia sangue e sesso e' comunque secondario rispetto al racconto, al dramma di Spartacus, che e' ricco e emozionante. "Non volevamo fare una serie horror, volevamo mostrare i gladiatori che si battono nell'arena in una maniera spettacolare e vivida". La vera seconda stagione di Spartacus arrivera' su Sky Uno a inizio 2012.

martedì 15 febbraio 2011

NEWS - Cambiate Canalis: per chi rifiuta Sanremo (e Benigni) debutta giovedì "Spartacus" di Raimi, orgia di sesso e sangue da far sembrare il bunga-bunga una processione di educande (versione "circoncisa" il giovedì, "uncut" la domenica)
(ANSA) - Roma, 15 Feb. - Un guerriero solo contro la tirannia dell'impero (e di Sanremo). Combattimenti all'ultima goccia di sangue. E incontri ad altissimo tasso erotico. In piena settimana del Festival, debutta giovedi' 17 (quella sera all'Ariston ci sara' Roberto Benigni) su Sky Uno 'Spartacus: sangue e sabbia', spettacolare serie che ha fatto dell'eccesso la sua forza, raccontando al pubblico americano la storia del piu' grande gladiatore di tutti i tempi. Prodotta dal genio visionario di Sam Raimi (Spiderman) e ideata da Steven Deknight (Smalville e Dollhouse), la serie si ispira alle graphic novel di Frank Miller, soprattutto Sin City e 300, in un universo di passioni primordiali e combattimenti tanto crudi e violenti da spingere Sky a proporne una versione light il giovedi' alle 21.10 e una 'uncut' la domenica alle 23.10. In tutto, 13 episodi con lo statuario Andy Withfield nei panni dello schiavo gladiatore, che sulla rete via cavo Starz ha conquistato 13 milioni di spettatori e gruppi di 950 mila fan su Facebook. ''Negli ultimi dieci anni le serie tv sono il luogo dove piu' si Š sperimentato - racconta Andrea Scrosati, vicepresidente di Sky -. Cosi' come 'Lost' segno' una svolta, ora 'Spartacus' e' uno spartiacque dal punto di vista grafico. Vedremo se sara' il capostipite di un genere''. Quanto di piu' lontano dal film di Kubrick del '60, ''la forza della serie - ribadisce Nils Hartmann, direttore canali cinema Sky - e' proprio nell'unione tra concept visivo e contenuti estremi, tra romanticismo e sangue''. Pur con qualche incongruenza storica, teatro delle gesta e' la Capua del 79 a.C., luogo di perdizione e lussuria, dove per una volta sono gli uomini, in un tripudio di bicipiti e pettorali, gli oggetti sessuali del mondo femminile. Separato dall'amata Sura per essersi ribellato al pretore Claudio Glabro, qui Spartacus viene acquistato da Batiato per diventare il miglior combattente della scuola di gladiatori. Tra teste mozzate, tronconi umani che arrancano e torrenti di sangue, la crudezza dei combattimenti, acrobatici quanto i film orientali, e' talmente accentuata dal ralenti da diventare parossistica, in modo cosi' ''irrealistico da esser molto meno fastidiosa che in altri programmi'', commenta Scrosati, difendendo la scelta di un debutto in pieno Sanremo, per di piu' con un genere che dai tempi di 'Roma', non ha avuto molto successo nella nostra tv. ''Credo che in Italia non piacciano le ricostruzione storiche mal riuscite - dice -. Ma questo e' dichiaratamente un fumetto, senza pretese di messaggi politici e documentazioni storiche, anche se su armi e armature e' stato fatto un gran lavoro''. A giugno Sky proporra' anche il prequel, 'Spartacus: Gods of the arena', sui giorni che portarono alla conquista della Tracia. Ed e' al via anche la seconda serie sulle avventure di Spartacus. A interpretarlo, pero', non sara' Withfield, impegnato con un'altrettanto dura lotta contro il cancro, ma l'australiano Liam McIntyre (The Pacific).

Spartacus : Blood And Sand - Trailer / Bande-Annonce [VO]

mercoledì 17 febbraio 2010

NEWS - Anteprima, Lucy Lawless esce di "Xena" in "Spartacus"
Lucy Lawless esce di "Xena" in "Spartacus", già etichettato come il nuovo "Roma" (anche per via del budget), in onda su Starz. Nel serial la Lawless interpreta Lucrezia e si ricongiunge con il produttore esecutivo Sam Raimi, che la volle protagonista di "Xena, Principessa Guerriera" (1995).

venerdì 4 dicembre 2009

NEWS - Assedio a Telecom: la televisione pronta alla rivoluzione della banda ultralarga?
Articolo di Massimo Mucchetti sul "Corriere della Sera"
"C'è qualcosa di non detto nell' assedio a Franco Bernabè avviato dal suo sponsor pentito, Cesare Geronzi, presidente di Mediobanca, e contrastato dalla spagnola Telefonica. Qualcosa che ha a che fare non tanto con la materia dichiarata, i risultati di Telecom Italia, quanto con il destino stesso dell' azienda, la modernizzazione del Paese e gli interessi di chi - Mediaset? Murdoch? Rai? - potrebbe usare da subito le nuove autostrade della comunicazione. Parlando al Foglio, il viceministro allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani, ha imputato a Telecom uno scarso patriottismo. Bernabè nicchia davanti alla sua proposta di mettere l' infrastruttura, dove oggi passa il doppino di rame, a disposizione di una nuova società che poserebbe la fibra ottica e la porterebbe fin dentro le case e gli uffici per dare all' Italia la banda ultralarga. Epigono di quell' Angelo Rovati che aveva battuto le stesse piste (a proposito, dove sono finiti i tanti che tanto si scandalizzarono per l' interventismo del governo Prodi?), il viceministro detta l' azionariato della società della rete: Telecom, la Cassa depositi e prestiti, i grandi protagonisti, ovvero i concorrenti Fastweb, Vodafone e Wind, le Poste e forse qualche utilizzatore finale. La Cdp, aggiunge, presterebbe i 6-10 miliardi che servono. L' idea della società della rete risale alla primavera del 2006. Aveva due obiettivi: a) aumentare la concorrenza nel presupposto che, come certificavano le frequenti contestazioni dell'Agcom e dell' Antitrust, Telecom approfittasse del controllo della rete; b) creare un soggetto con le caratteristiche della public utility, capace di investire e di portare meglio il debito, mentre la casa madre avrebbe potuto concentrarsi sui servizi a valore aggiunto. Nei tre anni seguenti lo scenario è cambiato. Telecom ha cessato di essere la bestia nera del regolatore. Ha inserito la rete nel sistema Open Access, soluzione benedetta con entusiasmo dall' Autorità. I servizi a valore aggiunto non sono più il nuovo affare dei vecchi «telefonisti», ma l' offerta postmoderna, e spesso gratuita, di milioni di applicatori sparsi nei cinque continenti. Le compagnie telefoniche stanno riscoprendo ovunque il ruolo di carrier, di gestore dell' infrastruttura. Al massimo, se dotate di adeguata dimensione (centinaia di milioni di clienti, non poche decine di milioni come nel caso di Telecom Italia), offriranno servizi di rete e piattaforme d' accesso nelle quali i fornitori di servizi incontrano i clienti gestiti dalla compagnia telefonica. Separare la rete dai servizi, dunque, interessa sempre meno a Telecom Italia, che giudica non remunerativo al momento un vasto impegno sulle reti di nuova generazione, e sempre più ad altri soggetti. Come insegna l'esperienza pilota del Giappone, la banda ultralarga serve in prima battuta alla televisione. A regime può trasformare lo stile di vita di un popolo, ma negli anni d'esordio cambia soprattutto il modo di diffondere i programmi televisivi e il rapporto delle tv con gli spettatori, e dunque con gli inserzionisti pubblicitari. Di qui le nuove preoccupazioni di Mediaset. Qualche anno fa, il Biscione temeva che quei colossi pieni di soldi e, si credeva, di uno smagliante futuro, potessero diversificare nel piccolo schermo e rompere il duopolio perfetto Rai-Mediaset. Non a caso la legge Gasparri rende l' ipotetico ingresso delle telecomunicazioni nella tv più difficile del viceversa. Adesso, fa paura la piattaforma dell' Iptv, la tv su protocollo Internet. Se messa a disposizione di tutte le emittenti disposte a pagare il passaggio, potrebbe liberalizzare la competizione con la Rai e soprattutto con Sky, oggi ingessata dai decoder proprietari nello stanco conflitto tra satellite e digitale terrestre. Di più, l' interattività dell'Iptv consente al gestore della rete di profilare lo spettatore molto più di quanto non possa fare la tv e quindi di offrire un servizio di rete che darebbe al gestore medesimo non solo una quota dei profitti dell' emittente tv ma anche il controllo del cliente. Per Mediaset, un conto sarebbe trattare con una Telecom interessata ad aprire a tutti, ben altro conto aver a che fare con una società della rete influenzabile. Telecom-Mediaset non si è mai fatta perché la fusione non aveva senso industriale e perché avrebbe comportato un' eccessiva diluizione della Fininvest (oggi avrebbe il 16% dell' entità combinata). In una società della rete che avesse, poniamo, un valore di 10-13 miliardi, coperto per 10 da debito e per 3 da capitale, una partecipazione del 5-10%, a garanzia che Murdoch sia lasciato fuori, costerebbe abbastanza poco e lascerebbe Mediaset con l' azionariato attuale. Ma forse, in un' Italia dove la Rai muove guerra in perdita a Sky, non pare indispensabile l' impegno diretto: basterebbe la presenza della Cdp, controllata dal governo presieduto dall' uomo che tiene al guinzaglio il Biscione".

martedì 31 ottobre 2006

PICCOLO GRANDE SCHERMO - Arriva anche in Italia "The Grudge 2" (dal 10 novembre)
(ANSA) - MILANO, 31 OTT - E' un sequel, che a sua volta spalanca la porta a un altro sequel, il thriller 'The Grudge 2', in uscita il 10 novembre, che sembra essere stato creato proprio per portare avanti 'ad libitum' la storia della maledizione soprannaturale lanciata nel primo e fortunatissimo episodio di quella che si avvia ormai a diventare una saga, come il suo originale giapponese 'Ju on'. L'americana Sarah Michelle Gellar, che era Karen, la protagonista del film del 2004, sempre firmato da Takashi Shimizu, sceneggiato da Stephen Susco e prodotto da Sam Raimi, compare anche nel secondo episodio, ma la sua e' una tenue apparizione che serve, piu' che altro, a introdurre i nuovi personaggi, a partire dalla sorella Aubrey, interpretata da Amber Tamblyn. Aubrey viene mandata dalla madre in Giappone per riportare a casa Karen, che alla fine del primo episodio aveva perso il fidanzato nell'incendio con cui aveva tentato di distruggere per sempre la casa abbandonata, da cui si sprigiona la maledizione sovrannaturale che da' il via a tutto il plot. La morte di Karen segna il passaggio di testimone tra le due sorelle: ora tocca ad Aubrey scoprire chi o cosa abiti davvero in quella casa, nel tentativo di fermare per sempre una forza che sembra voler distruggere qualsiasi persona incontri. Come promesso dal regista giapponese, il mistero della maledizione, che non era spiegato in 'The grudge', viene rivelato nel sequel. Il rancore di Kayako, la donna-fantasma che uccide chiunque capiti nella casa e chi gli sta vicino, non e' dovuto solo alla sua morte violenta per mano del marito, che aveva ucciso lei e il loro bambino proprio nella famosa casa maledetta, ma affonda anche nell'infanzia della donna. La sua scoperta, pero', non porta alla soluzione del dramma, anzi: la struttura su diversi piani temporali e l'azione, ambientata sia a Tokyo sia a Chicago (dove tra i nuovi personaggi c'e' anche Jennifer Beals), lasciano intendere che la maledizione ha varcato l'Oceano e non ha nessuna intenzione di fermarsi. E forse questo giocare su momenti diversi, lasciando credere allo spettatore che siano simultanei, mentre sono consequenziali, e' la parte migliore di questo blockbuster che, per il resto, non aggiunge granche' al primo episodio. Al suo debutto nelle sale americane, comunque, 'Grudge 2' ha dominato le vendite di biglietti, incassando in un solo fine settimana ben 22 milioni di dollari.

"Il trivial game + divertente dell'anno" (Lucca Comics)

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