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domenica 31 dicembre 2017

SGUARDO FETISH - Cin Cin al 2018! Le serie tv abbattono il taboo della vista del seme, da "Girls" a "Girlfriend Experience", da "The Deuce" a "Insecure"

Articolo tratto da "Mic"
Meglio eiaculare tardi che mai, potrebbe dire qualcuno, vista l’improvvisa comparsa del seme sui network a pagamento e nelle serie tv, finora estromessi dallo schermo. A parte un accenno in ‘Sex and the City’ nel 1999, il punto di svolta forse è stato un episodio di ‘Girls’ di Lena Dunham nel 2013. Lo sperma di recente è apparso in ‘Insecure, in una scena di “Girlfriend Experience”, dove la escort si ripulisce lo stomaco dopo il climax del cliente, in ‘The Deuce’ con la prostituta interpretata da Maggie GyllenhaalIl tabù, secondo la scrittrice e sessuologa Logan Levkoff, sta nel fatto che non amiamo parlare dei fluidi che il nostro corpo produce (incluse le mestruazioni), perciò sebbene la vista dello sperma sia normale durante una scena di sesso, il pubblico non la tollera. O non la tollerano gli investitori in pubblicità. Infatti sembra che questo tipo di contenuto marchi la differenza fra i canali premium e quelli ‘regolari’. Bisogna sempre vedere il perché si fa questa scelta. In ‘Girls’ probabilmente serviva a mettere sullo stesso piano uomini e donne, visto che i corpi femminili sono stati sempre esposti, o a dare autenticità al piacere. Serve a distanziare l’orgasmo maschile dal porno, e aiuta il fatto che appare in serie come ‘Insecure’, ‘Girls’, ‘Girlfriend Experience’, ‘Big Mouth’, tutte create o co-create da donne. Le scene sono viste dalla prospettiva femminile, provocano il disgusto, la rabbia, l’umiliazione della protagonista e sovverte la fantasia pornografica maschile. Il rischio sono sempre i gruppi di controllo tipo il ‘Parents Television Council’, che ad esempio monitora ‘Big Mouth’, la serie animata per adulti di Netflix che non solo ha mostrato eiaculazione in cartoni, ma anche il dialogo con lo sperma evacuato. I genitori si sono lamentati, i difensori rispondono che omettere le polluzioni notturne significa stigmatizzare una realtà biologica. Il che apre anche il dibattito sull’accesso a certi programmi e sulla supervisione dei genitori: il problema non sono gli autori dei contenuti, ma gli adulti che devono proteggere i figli. Insomma, dobbiamo abituarci ai nostri sgraditi fluidi corporei, come alla violenza gratuita e alla volgarità in tv. Per molti questo è un progresso. Come si dice, quando il genio è uscito dalla lampada, non puoi rimandarlo indietro.

mercoledì 22 febbraio 2017

GOSSIP - Blonde ambition Allison! La Williams di "Girls" si fa bionda platino come il comandante Straker di "Ufo" per "Allure" con la fantasia di diventare una "bomba sexy"
Allison Williams debuts a hot new look on the cover of Allure magazine’s March 2017 issue.
Here’s what the 28-year-old Girls star had to share with the mag:
On her new look: “Maybe I’ll become this gorgeous bombshell vixen. Or maybe I’ll still just be the adult-spelling-bee spirit I’ve always been. I bet people won’t recognize me, and that’s gonna be a fun reveal with my friends.”
On how she feels after being a blonde: “I like it! Especially this blonde—it feels like it is just a new twist on the same old me. It’s just hair! But it’s fun.

lunedì 6 febbraio 2017

NEWS - Gone "Girls"! Addio alla serie tv cult dove "la gente fatica a distinguere i personaggi e le attrici che li interpretano" (Lena Dunham dixit)
The cast of Girls gets dressed up ahead of the final season in this new cover story for The Hollywood Reporter.
Stars Lena DunhamAllison WilliamsJemima KirkeAdam DriverZosia MametAlex Karpovsky, and Andrew Rannells opened up to the mag:
Lena on Adam: ”Look, Adam is something unusual that Hollywood was waiting for, and he has ‘movie star’ written all over his face in both an old-fashioned and a modern way. But I do think that — and I experience it, too — it can be harder for people to separate female TV characters from the actors playing them.
Allison on not wanting to do nudity: “So instead, they bent me over a counter with someone’s face to my butt. [Marnie's music partner and love interest Desi performs analingus during season four.] It’s funny because my character actually had the vast majority of sex on the show, but it just doesn’t stick to me. People are like,’ ‘So you’ve never had sex in the show, have you?’ I’m like, what do I have to do? I’ve literally had someone in my butt.”‘(Laughs.) And with that scene, the headlines were all, ‘Brian Williams’ daughter gets her salad tossed.’ Well, no, not to reveal too much, but that is definitely not something I’m interested in, and it’s definitely never happened to me in real life. But the media often decides when to believe us as characters and when to just portray us as ourselves.
Adam on getting cast: “I was doing a play at the time, so I was feeling very self-righteous. I thought that that was what I should be doing, and TV was for evil people, and I didn’t want to be part of any system or corporation. (Laughs.) But because it was HBO, it seemed different. And then the writing was so good, and I thought it would be fun to play someone who does these things that are morally questionable.”

domenica 22 gennaio 2017

GOSSIP - Lena Dunham in procinto dell'addio a "Girls": "non rifarei una serie con 4 donne bianche!"
Lena Dunham takes the cover of Nylon magazine’s February 2017 issue.
Here’s what the 30-year-old Girls actress had to share with the mag:
On what she’d change about Girls: “I wouldn’t do another show that starred four white girls…When I wrote the pilot I was 23…I was not trying to write the experience of somebody I didn’t know, and not trying to stick a black girl in without understanding the nuance of what her experience of hipster Brooklyn was.”
On Donald Trump: “It’s going to be interesting promoting this show right after Trump is inaugurated. The final season definitely tackles some topics that are complicated and wouldn’t be beloved by the incoming administration. Hopefully it’ll bring up important conversations, and not just become the worst Twitter abuse storm in history—or it will.”
On public criticism: “I used to think the worst thing in the world could be for someone to have a thought about you that you didn’t have yourself. Now I’m like, ‘Have at it, guys!’”
For more from Lena, visit Nylon.com.

mercoledì 18 gennaio 2017

L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri

LA STAMPA
Ultime battute per "Girls", ecco perchè ci mancherà
"Ci voleva Lena Dunham, enfant prodige della scrittura e della regia, perché la normalità - che parola stupenda - dell'essere donna arrivasse a migliaia e migliaia (e anche di più, forse) di persone. Se Girls, la serie tv che ha creato, scritto e - qualche volta - diretto per Hbo, ci mancherà (e ci mancherà, non dubitatene) è anche per questo: per l'onestà, talvolta estrema, con cui ha saputo raccontare il mondo e, in particolare, New York e i suoi abitanti. Hannah, la protagonista, interpretata dalla stessa Dunham, è un'aspirante scrittrice; ha tre carissime amiche, una vita sessuale travagliata e soffre di depressione. Sembra il profilo perfetto per il personaggio di uno show televisivo, e invece è molto più di questo: è reale. Lo spettatore tende a provare empatia per Hannah (anche se è così particolare, e viziata e assurda); e segue la sua storia non solo per noia, ma perché è curioso, perché ci si riconosce. Certo, anche Girls ha avuto i suoi problemi (accuse di razzismo e elitarismo) ma ha mantenuto nel corso degli anni un andamento (quasi) crescente, dove ogni personaggio ha avuto la sua parte e la sua dignità. La rivoluzione che la Dunham e le sue Girls hanno iniziato è una rivoluzione mediatica, a tutto tondo. Titolo: chi sono le donne e che cosa vogliono. Durante le sue cinque stagioni (dal 12 febbraio su Hbo andrà in onda la sesta e ultima), Girls è cambiata: ha raccontato prima un aspetto, poi un altro della vita delle sue protagoniste; ha messo a fuoco, con incredibile lucidità, il maschilismo - che non è solo un atteggiamento degli uomini ma un'idea che appartiene anche alle donne - e la latitanza di una classe di intellettuali. Il merito è della Dunham, ovviamente: suo, della visione disincantata che ha del mondo e del coraggio che ha dimostrato nel sapersi confessare". (Gianmaria Tammaro

domenica 11 dicembre 2016

mercoledì 13 aprile 2016

L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri

CORRIERE DELLA SERA
"Love", la serie di Apatow tra alti e bassi
"L’amore ai tempi di Netflix. La serie «Love», una nuova produzione originale della piattaforma di streaming, racconta lungo il corso di dieci episodi tra cinismo e buoni sentimenti, tra sarcasmo e dolcezza, la storia d’amore di Mickey e Gus. Due anime in pena, due trentenni molto ego riferiti che s’incontrano nel momento in cui entrambi sono cumuli di macerie sentimentali, appena scaricati dai rispettivi partner. I due non potrebbero essere più diversi, sembrerebbero male assortiti ma all’improvviso scatta l’amore, forse per colmare due solitudini, due simili disagi esistenziali, forse perché le loro stranezze in fondo si bilanciano. Diciamo subito che «Love» parla d’amore ma non è una commedia romantica, o meglio lo è secondo i canoni del cinema indipendente americano che hanno ormai valicato i confini dei film per estendersi a molte serie tv, da «Girls» a «Master of None» o «You’re the Worst». Il riferimento a «Girls» non è casuale perché anche la serie di Netflix è una creatura dello sceneggiatore e produttore Judd Apatow, già firma di molte commedie di Hollywood, che ha scritto «Love» con Paul Rust, anche interprete del protagonista maschile (quanto di più lontano dall’immaginario da «fidanzato della porta accanto») e un’altra sceneggiatrice di «Girls». Sullo sfondo c’è Los Angeles e non mancano i riferimenti «meta» all’industria dell’intrattenimento. La serie inizia con un passo lento e non cattura da subito, bisogna avere pazienza e seguire il procedere degli episodi per seguire con più empatia le vicende della volitiva Mickey e del timido Gus, entrambi spesso preda della loro immaturità. Complessivamente l’esperimento è riuscito a metà: molte chicche preziose di scrittura e interpretazione (come il personaggio della star bambina a cui Gus fa da insegnante privato sul set) si perdono in un racconto che procede tra molti alti e bassi, a volte avviluppato su se stesso". (Aldo Grasso, 12.04.2016)

martedì 5 gennaio 2016

LA VITA E' UNA COSA SERIAL - Sono strane e anche serial. Viaggio tra le "strambe" delle serie tv (a cominciare dalla "friend" capofila Phoebe)

Articolo di Arnaldo Greco per "Rivista Studio"
Quando ho visto Lisa Kudrow sul palco assieme a Taylor Swift per cantare Smelly cat (“Gatto Rognoso”) ho capito che la rivincita era completata. Non che la cosa non fosse chiara già da un pezzo, ma quell’immagine la rendeva palese. Ciò che resta maggiormente di Friends è Phoebe Buffay. Il resto vivacchia, resiste come eco, come ricordo, al massimo come citazione. Ma di Phoebe è zeppa la televisione di oggi. Si girano un bel po’ di sit-com classiche in cui si continua a usare l’amico strambo come contorno – il tizio con la sensibilità fuori dal mondo che non ha pudore a dire ai protagonisti che il re è nudo ogni puntata, perché fa ridere – ma non mi capita mai di vedere una delle serie tv che “fanno parlare”, quelle che prendono i premi, senza la certezza che a un certo punto uno dei protagonisti mi faccia pensare “pure qui un’altra Phoebe Buffay”.
Durante le oltre duecento puntate di Friends, il bilanciamento tra i vari personaggi non è mai cambiato. Poteva capitare che a uno dei sei protagonisti nascesse un figlio, morisse un parente o perdesse il lavoro, ma gli altri cinque non potevano fare da comprimari. Avevano la loro trama. Striminzita o secondaria nei termini del coinvolgimento emotivo degli spettatori, non come spazio. A Ross nasceva il primo figlio, Joey assisteva al parto di una ragazza madre appena conosciuta, Rachel flirtava con un dottore, Phoebe faceva da paciere tra Ross e la nuova compagna della moglie, etc. Era, però, altrettanto chiaro che il centro dell’azione fosse il salotto di Monica e Rachel (poi Chandler), al massimo l’abitazione di fronte o il locale sotto casa. Tutto orbitava lì attorno. Ci si allontanava un po’, a turno, ma si ritornava sempre lì. L’orbita più distante è sempre stata quella di Phoebe, persino negli episodi in cui abitava in quella casa. Là cercava il saltuario calore della famiglia mentre gli altri, chi più chi meno, cercavano un luogo fisso dove evitare la propria. A volte perfino in maniera un po’ forzata. Tant’è vero che chiunque almeno una volta ha pensato: “Perché è amica di queste persone?”.
Per farla breve ho sempre avuto l’impressione che Phoebe fosse la più sacrificabile tra i sei. Non che non fosse simpatica – era anzi la preferita di molti fan – e spesso risultava essere la cosa migliore di un episodio, ma il suo apporto allo sviluppo della storia, sulla lunga durata, era praticamente nullo (per esempio non troverà la conclusione della “sua” vicenda, unica tra tutti e sei, nell’ultimo episodio. Si sposerà a metà dell’ultima serie mentre tutti gli altri cambieranno la propria vita nelle ultime scene). Abbiamo sempre avuto l’impressione che avesse tanto da dire e niente di raccontabile. Ci piaceva la sua alienità, ma poi ci interessava di più che Ross e Rachel si mettessero assieme o che Monica e Chandler si comportassero da persone serie. O che tutti trovassero un lavoro vero. O che lo trovassero il più tardi possibile in modo da continuare a cazzeggiare.
Avevo torto. Perché oggi delle vite delle Monica e delle Rachel non ci interessa quasi niente. Da quanto tempo non vediamo una serie con un personaggio ordinario come Monica Geller protagonista non lo so neanche. Guardereste una serie su una ragazza maniaca della pulizia che vuole fare la cuoca? La cuoca ancora ancora, ma facciamo che intanto è incinta perché il fratello le ha chiesto di impiantare nel suo utero il figlio che vorrebbe avere con l’anziana professoressa di scuola con cui è fuggito (cosa davvero successa a Phoebe). Una serie su una figlia di buona famiglia che vuole provare a farcela da sola a New York e fa la cameriera in attesa che le si presenti un’occasione? Siamo seri. È troppo poco. Facciamo che uno spirito è migrato in lei così che possa alternare espressioni proprie a esclamazioni dello spirito (altra cosa successa in Friends). O che la mamma s’è suicidata ma – attenzione – lei crede che il suo spirito sia trasmigrato in un gatto (successo anche questo, ovviamente). Ecco che il pitch già suonerebbe più attuale.
Se non vestisse come un personaggio di un film del Sundance in uno sketch del Saturday Night Live non ne guarderemmo neanche il pilota. Ora, non è che voglia sopravvalutare Friends o Phoebe oltre quanto già meritino, dopotutto negli stessi anni dello show cresceva il Sundance che è il vero mandante morale del “quirky”, geniale definizione di qualcosa che sa essere “strano e carino” al tempo stesso (non a caso nell’Urban dictionary “Phoebe” risulta come primo esempio della definizione di “quirky”). Ma Phoebe è stata fondamentale per abituare al quirky quelli che poi avrebbero adorato Dharma & Greg, Miranda July, Little Miss Sunshine, eccetera.
Phoebe ha anche avuto l’obbligato difetto della stanchezza del personaggio: alla nona stagione potevano pure decidere che avrebbe raccolto chewing-gum dai marciapiedi per fare qualcosa per la pace nel mondo (no, questo non l’hanno fatto davvero), ma così ha anche sdoganato quella stanchezza che ci fa passivamente accettare qualsiasi stramberia all’insegna dell’ormai vale tutto. Che dal mio punto di vista è il grande difetto di, per esempio, Unbreakable Kimmy Schmidt, qui messo giù bene in un inaspettato autodafé.

O Transparent, in cui da contorno a Maura che vive il vero conflitto, per cui siamo curiosi di vedere gli episodi, dobbiamo sorbirci le bizzarre avventure senza capo né coda dei tre figli e fingere di credere davvero che una risposta come questa che segue alla domanda «Che cosa mangi?» sia spiazzante o rivelatoria di qualcosa e non solo quirky. (Nota bene: stiamo usando quirky senza alcun significato dispregiativo).
Potrei trovare analoghi esempi pure in Modern Family o in The Last Man on Earth o Parks and Recreation (quasi tutti show che guardo avidamente, intendiamoci, l’intrattenimento davvero scarso è altrove) ma soprattutto Girls che, per me, è l’apoteosi del Phoebismo. Tra le quattro protagoniste ci sono almeno tre Phoebe e nessuna Monica. A malapena una Rachel, cioè Marnie. Le altre: Shoshanna è evidentemente una Phoebe rimasta sotto qualche acido, Hannah è una Phoebe che deve ancora rinunciare all’idea che per stare bene devi combinare qualcosa nella vita e perfino Jessa è chiaramente una Phoebe a cui è stato brutalmente sradicato ogni senso dell’umorismo. Anche perché, dopotutto, noi sappiamo perfettamente come sarebbe una Phoebe senza senso dell’umorismo. Ogni tanto, in Friends, faceva capolino Ursula, la sorella gemella “cattiva” di Friends. Che non era solo una parodia delle gemelle cattive delle telenovelas, ma anche una parodia di Phoebe stessa. Ed ecco qui una scena: ditemi se non è uguale a Jessa, perfino nell’espressione.
Ovviamente per non cadere negli stereotipi c’è anche un quirky maschile. Per rimanere sempre in tema Girls.
O, ancora meglio, Master of None.

Non ho citato tutti questi show per accusarli di limitarsi al “quirky” (tranne forse UKS, quello è solo quirky e basta), ma perché a mio parere personaggi che richiedono una sospensione dell’incredulità perfino superiore a quella richiesta dai Fantastici 4 diventano meno efficaci – è il loro limite – quando l’ambizione sarebbe, oltre a intrattenere, anche quella di raccontare cose “significative”. Da un po’ di anni a queste parte usiamo “superficiale” anche come complimento. Ne capisco il senso. Ma è altrettanto vero che certi show possono essere superficiali e basta, senza alcuna nuova accezione.
Al momento c’è, però, in onda un personaggio che a suo modo rappresenta già una presa in giro del quirky ed è Peggy Blumquist, interpretata da Kirsten Dunst nella seconda stagione di Fargo.
Perché mentre la naiveté dei personaggi citati finora è l’espediente per farla franca sempre e comunque, in qualsiasi situazione, episodio dopo episodio, per Peggy è una condanna (no spoiler, non ho ancora idea di come prosegua la serie mentre scrivo, basta un episodio per comprendere quanto sia una condanna a prescindere dallo sviluppo). La sua stramberia la mette in pericolo, la costringe a mentire, la fa impazzire. È perfettamente in linea con la serie: le storie di Fargo sono piene di stupidi. Ma se il marito è più simile agli stupidi della prima stagione, stupidi evangelici, del tipo “beati i poveri di spirito perché di essi è il regno dei cieli”, la stupidità di Peggy, invece, è negativa. È un quirky antipatico. Che sia, però, l’anticipo di una nuova tendenza è forse più una speranza che una possibilità.

venerdì 13 novembre 2015

NEWS - Pokerissimo Atlantico! Sky firma accordo quinquennale con HBO per avere i suoi titoli in 1° tv

Articolo tratto da "Il Sole 24 ore"
Sky siederà per almeno altri cinque anni sul Trono di spade. Sarà annunciato oggi il nuovo accordo quinquennale tra Sky e Home Box Office (Hbo), la pay tv via cavo del gruppo Tim e Warner, che raggiunge 127 milioni di sottoscrittori nel mondo. La pay tv europea controllata dalla britannica BskyB avrà i diritti esclusivi per le prime visioni di Hbo in Italia, Germania e Austria sino al 2020, allineando la durata di tali diritti a quella esistente in Gran Bretagna e Irlanda. È il primo accordo pan-europeo sui contenuti che arriva dopo il riassetto dell’estate 2014, a seguito di un’operazione da nove miliardi di euro che ha portato tutte le attività europee del gruppo Murdoch sotto la britannica BskyB, dando vita a soggetto paneuropeo forte di ventuno milioni di abbonati. L’obiettivo è la conquista delle poco meno di 66 milioni di case nei mercati dove è attivo - su 97 milioni totali - che non accedono alla pay tv. Ora si tratta anche di competere con l’offerta in streaming on line di Netflix, arrivata da ottobre anche in Italia. Netflix è il vero competitor di Hbo negli Stati Uniti e diversi altri mercati mondiali. Hbo ha circa il doppio degli abbonati rispetto ai 60 milioni (di cui 40 negli Stati Uniti) raggiunti da Netflix nell’aprile di quest’anno. Hbo ha profitti per 1,8 miliardi di dollari nel 2014, sette volte maggiori dei 266 milioni di Netflix, anche per i costi sostenuti da quest’ultimo per l’espansione internazionale, ma la crescita di Netflix corre più veloce: 13 milioni di nuovi abbonati nel 2014 contro i cinque di Hbo, che alla sua offerta via cavo ha aggiunto Hbo Now. un servizio on line in streaming sul modello Netflix e Amazon, a 14,99 dollari al mese contro i 9,99 di Netflix. Ora Netflix è in Italia e non a caso, la rinnovata partnership tra Sky e Hbo mette a disposizione degli utenti europei della pay tv un maggior numero di contenuti usufruibili on demand. Il canale Sky Atlantic sarà la “casa” dei prodotti firmati Hbo, che saranno trasmessi, quan do po ssi bile , an che in contemporanea con gli Stati Uniti. Oltre alle prime visioni, vi saranno più titoli della library di Hbo disponibi li su Sky: tutti gli episodi di True Detective, ad esempio, saranno disponibili durante la programmazione dell’ultima serie, anche su Sky Go, il servizio in mobilità della pay tv italiana del gruppo Murdoch. Tornerà così su Sky Atlantic una serie ormai di culto come Il Trono di Spade, I Soprano, Boardwalk Empire, The Newsroom, Girls, The Leftovers-Svaniti nel nulla e True Detective. Nel 2016 uscirà la prima coproduzione realizzata tra Sky e Hbo insieme alla francese Canal +, The Young Pope, con la regia di Paolo Sorrentino. Tra i prodotti HBO più attesi del 2016 vi è WestWorld, thriller fantascientifico ispirato all’omonimo film del 1993 di Michael Crichton.

venerdì 21 agosto 2015

GOSSIP - Che coppia serial! Natasha Lyonne di "Orange Is The New Black" protagonista del video musicale dei Tanlines diretto e scritto da Kapovsky di "Girls"
Tanlines' new video for "Palace" is everything you never knew you wanted in a music video. Written and directed by Girls' Alex Kapovsky and Teddy Blanks as part of the UO Music Video Series and starring Orange is the New Black's Natasha Lyonne, it's the perfect accompaniment to the synth-pop song.Meandering through different realities, "Palace" follows a recently broken-up couple (Tanlines' frontman Eric Emm and Lyonne) playing with the human obsession of "what ifs?" and the challenge of accepting the present, no matter how painful. But it's not all serious: "Palace" hangs on to Tanlines' playful nature, verging on the absurd by featuring things like a large burlap sack emblazoned with "cocaine" and electrocution by a toaster tossed into a bathtub. It's both ridiculous and confusing in all the best ways possible. Sex, drugs, drama, music, and some of our fave TV stars—it's the perfect recipe for one killer music video. Watch the video, made by Urban Outfitters.

lunedì 18 maggio 2015


GOSSIP - Fatevi il sangue amaro! Nel nuovo video di Taylor Swift che sancisce la sua conversione dal country al hip-hop, stuolo di star telefilmiche (Lena Dunham e Mariska Hargitay le mejo)
Taylor Swift‘s celeb-packed “Bad Blood” music video just opened the 2015 Billboard Music Awards and it is so epic! The video features a ton of the 25-year-old entertainer’s BFFs including Ellen Pompeo ("Grey's Anatomy"), Jessica Alba ("Dark Angel")Lena Dunham ("Girls"),  Mariska Hargitay ("SVU").
Joseph Kahn, who directed Taylor‘s “Blank Space” video, also directed the “Bad Blood” vid.
Taylor has been teasing posters for her video for weeks and we can’t believe the video is finally here!


venerdì 13 marzo 2015

NEWS -  HBO "GOT" Talent! 
"Game of Thrones" potrebbe durare più del previsto...
Articolo tratto da "Uproxx"
The Season 4 finale of Game of Thrones was watched by seven million people. That’s compared to the four million suckers who tuned into True Blood‘s series finale, or the 710,000 who saw Shosh freaking out over Josh Charles in the most recent episode of Girls. Point is, Game of Thrones is a massive, massive hit, and HBO wants it to stick around for longer than seven seasons, which is showrunners David Benioff and Dan Weiss’ stated preference.
Yeah, about that.
“This is the hard part of what we do,” sighs HBO programming president Michael Lombardo. “We started this journey with David and Dan. It’s their vision. Would I love the show to go 10 years as both a fan and a network executive? Absolutely.”
So if the producers prefer seven seasons and HBO prefers more, what happens? A conversation…Like amicable spouses who avoid a sensitive area of disagreement, this issue is something HBO and the showrunners haven’t discussed thus far…“We’ll have an honest conversation that explores all possible avenues,” Lombardo says. “If they weren’t comfortable going beyond seven seasons, I trust them implicitly and trust that’s the right decision—as horrifying as that is to me. What I’m not going to do is have a show continue past where the creators believe where they feel they’ve finished with the story.” (Via)
This isn’t exactly a surprise. Game of Thrones is the reason HBO is about to earn enough money to fill the Iron Bank of Braavos from HBO Now, not to mention all the merchandising and exposure from stunts like the Game of Thrones Exhibition at South by Southwest. Plus, without Game of Thrones, what is their signature show? True Detective was a sensation, but ratings were half of what Thrones pulls in. The Leftovers is too miserable, Veep and Silicon Valley too inaccessible for the average Bazinga Bang Theory fan.
HBO needs more Game of Thrones, but they don’t want a movie.
HBO isn’t keen on a Thrones film even if it’s a potential box office blockbuster, however, because the format switch could be construed as snubbing their loyal subscribers. (The showrunners won’t comment on the matter.) “Certainly there have been conversations where it’s been said, ‘Wouldn’t it be cool to do that?’” Lombardo said. “But when you start a series with our subscribers, the promise is that for your HBO fee that we’re going to take you to the end of this. I feel that on some level [a movie would be] changing the rules: Now you have to pay $16 to see how your show ends.” (Via)
If it meant watching MOTHERF*CKING DRAGONS ON THE BIG SCREEN, It’d be willing to pay $50, which is how much movie tickets are going to cost by the time the show ends after 19 seasons.

martedì 20 gennaio 2015

martedì 13 gennaio 2015

L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri

giovedì 11 dicembre 2014

NEWS - Golden Globes, le scelte di Telefilm Cult (in rosso)!

Miglior serie Drama
The Affair
Downton Abbey
Game of Thrones
The Good Wife
House of Cards

Miglior attore in una serie Drama
Clive Owen, “The Knick”
Liev Schreiber, “Ray Donovan”
Kevin Spacey, “House of Cards”
James Spader, “The Black List”
Dominic West, “The Affair”

Miglior attrice in una serie Drama
Claire Danes, “Homeland”
Julianna Margulies, “The Good Wife”
Ruth Wilson, “The Affair”
Robin Wright, “House of Cards”
Viola Davis, “How to get away with murder”

Miglior serie Comedy
Transparent
Jane the Virgin
Girls
Orange is the new black
Silicon Valley

Miglior attore in una serie Comedy
Louis CK, “Louie”
Ricky Gervais, “Derek”
Don Cheadle, “House of Lies”
William H Macy, “Shameless”
Jeffrey Tambor, “Transparent”

Miglior attrice in una serie Comedy
Gina Rodriguez, “Jane the Virgin”
Lena Dunham, “Girls”
Edie Falco, “Nurse Jackie”
Julia Louis-Dreyfus, “Veep”
Taylor Shilling, “Orange is the new black”

Miglior Miniserie o Film tv
Fargo
The Missing
The Normal Heart
Olive Kitteridge
True Detective

Miglior attore in una Miniserie o Film tv
Martin Freeman, “Fargo”
Billy Bob Thornton, “Fargo
Matthew McConaughey, “True Detective”
Woody Harrelson, “True Detective”
Mark Ruffalo, “The Normal Heart”

Miglior attrice in una Miniserie o Film tv
Maggie Gyllenhaal, “The Honorable Woman”
Jessica Lange, “American Horror Story: Freak Show”
Frances McDormand, “Olive Kitteridge”
Frances O’Connor, “The Missing”
Allison Tolman, “Fargo”

Miglior attore non protagonista in una Serie Tv, Miniserie o Film tv
Alan Cumming, “The Good Wife”
Matt Bomer, “The Normal Heart”
Colin Hanks, “Fargo”
Bill Murray, “Olive Kitteridge”
Jon Voight, “Ray Donovan”

Miglior attrice non protagonista in una Serie Tv, Miniserie o Film tv
Uzo Aduba, “Orange is the new black”
Kathy Bates, “American Horror Story: Freak Show”
Joanne Froggatt, “Downton Abbey”
Allison Janey, “Mom”
Michelle Monaghan, “True Detective”

domenica 14 settembre 2014

L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri

Imperdibile! Il "New York Times Magazine" dedica una copertina antologica a Lena Dunham di "Girls" e relativo ritratto a tutto tondo (QUI)

venerdì 11 luglio 2014

NEWS - Emmys Killa! Le scelte di Telefilm Cult dopo le candidature telefilmiche


Miglior drama
Breaking Bad (Amc)
Downton Abbey (Itv)
Game of Thrones (Hbo)
House of Cards (Netflix)
Mad Men (Amc)
True Detective (Hbo)

Miglior comedy
Louie (Fx)
Modern Family (Abc)
Orange Is The New Black (Netflix)
Silicon Valley (Hbo)
The Big Bang Theory (Cbs)
Veep (Hbo)

Miglior attore in una serie drama
Bryan Cranston – Walter White in Breaking Bad (Amc)
Kevin Spacey – Francis Underwood in House of Cards (Netflix)
Jon Hamm – Don Draper in Mad Men (Amc)
Jeff Daniels – Will McAvoy in The Newsroom (Hbo)
Woody Harrelson – Martin Hart in True Detective (Hbo)
Matthew McConaughey – Rust Cohle in True Detective (Hbo)

Miglior attrice in una serie drama
Michelle Dockery – Lady Mary Crawley in Downton Abbey (Itv)
Claire Danes – Carrie Mathison in Homeland (Showtime)
Robin Wright – Claire Underwood in House of Cards (Netflix)
Lizzy Caplan – Virginia Johnson in Masters of Sex (Showtime)
Kerry Washington – Olivia Pope in Scandal (Abc)
Julianna Margulies – Alicia Florrick in The Good Wife (Cbs)

Miglior attore di una serie comedy
Ricky Gervais – Derek Noakes in Derek (Channel 4)
Matt LeBlanc – Matt LeBlanc in Episodes (Showtime)
Don Cheadle – Marty Kaan in House of Lies (Showtime)
Louis C.K. – Louie in Louie (Fx)
William H. Macy – Frank Gallagher in Shameless (Showtime)
Jim Parsons – Sheldon Cooper in The Big Bang Theory (Cbs)

Miglior attrice di una comedy
Lena Dunham – Hannah Horvath in Girls (Hbo)
Melissa McCarthy – Molly Flynn in Mike & Molly (Cbs)
Edie Falco – Jackie Peyton in Nurse Jackie (Showtime)
Taylor Schilling – Piper Chapman in Orange Is The New Black (Netflix)
Amy Poehler – Leslie Knope in Parks and Recreation (Nbc)
Julia Louis-Dreyfus – Selina Meyer in Veep (Hbo)

Miglior attore non protagonista di una serie drama
Aaron Paul – Jesse Pinkman in Breaking Bad (Amc)
Jim Carter – Charles Carson in Downton Abbey (Itv)
Peter Dinklage – Tyrion Lannister in Game of Thrones (Hbo)
Mandy Patinkin – Saul Berenson in Homeland (Showtime)
Jon Voight – Mickey Donovan in Ray Donovan (Showtime)
Josh Charles – Will Gardner in The Good Wife (Cbs)

Miglior attrice non protagonista di una serie drama
Anna Gunn – Skyler White in Breaking Bad (Amc)
Maggie Smith – Violet Crawley in Downton Abbey (Itv)
Joanne Froggatt – Anna May Smith in Downton Abbey (Itv)
Lena Headey – Cersei Lannister in Game of Thrones (Hbo)
Christina Hendricks – Joan Harris in Mad Men (Amc)
Christine Baranski – Diane Lockhart in The Good Wife (Cbs)

Migliore attore non protagonista di una comedy
Andre Braugher – Ray Holt in Brooklyn Nine-Nine (Fox)
Adam Driver – Adam Sackler in Girls (Hbo)
Ty Burrell – Phil Dunphy in Modern Family (Abc)
Jesse Tyler Ferguson – Mitchell Pritchett in Modern Family (Abc)
Fred Armisen – vari ruoli in Portlandia (Ifc)
Tony Hale – Gary Walsh in Veep (Hbo)

Miglior attrice non protagonista in una comedy
Julie Bowen – Claire Dunphy in Modern Family
Allison Janney – Bonnie in Mom
Kate Mulgrew – Galina ‘Red’ Reznikov in Orange Is The New Black
Kate McKinnon – vari ruoli in Saturday Night Live
Mayim Bialik – Amy Farrah Fowler in The Big Bang Theory
Anna Chlumsky – Amy Brookheimer in Veep

Miglior Miniserie
American Horror Story: Coven
Bonnie and Clyde
Fargo
Luther
Treme
The White Queen

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