sabato 2 giugno 2018
GOSSIP - Evan Peters rivela: "ancora un personaggio insoddisfatto per Ryan Murphy in 'Pose'!"
Evan Peters looks so handsome in the latest issue of The Journal through Mr. Porter.
In the feature, the 31-year-old American Horror Story actor opened up about his role in the highly-anticipated new series Pose from Ryan Murphy.
On his character on Pose: “My character has a lot of unrest and doesn’t feel very good about where he’s at. How did he get here? And to what end? It’s this life that you’re supposed to want, but is it really true to you? The whole show is about being authentic. I’ve got this thing inside of me that’s been there a long time…My character does.”
venerdì 1 giugno 2018
giovedì 31 maggio 2018
NEWS - "Il Miracolo" a processo! Lo scopritore della Madonna sanguinante di Sant'Agostino denuncia Ammaniti per calunnia e diffamazione
News tratta dal "Corriere della Sera"
«Il culmine s'è raggiunto l'altra sera. C'era Monica Bellucci nei panni di una Madonna con i tentacoli da piovra. Ho spento subito la televisione...». Fabio Gregori, turnista dell'Enel, è appena tornato nella sua casa di via Fontanatetta, dove in giardino c'è ancora la piccola grotta che 23 anni fa custodiva la statua della Madonnina che per 15 volte — tra il febbraio e il marzo del `95 — lacrimò sangue. Mistero insoluto. Non c'è mai stato un riconoscimento ufficiale del miracolo da parte della Chiesa, ma papa Wojtyla «non esitò a venerarla e a incoronarla, quando venne qui di persona a vedere», ricorda commosso l'operaio dell'Enel. Oggi la statua è conservata in una teca di vetro nella vicina parrocchia di Sant'Agostino, eletta a santuario mariano, che dista appena un chilometro da casa Gregori. Il signor Fabio si dice «addolorato». Per questo, assistito dall'avvocato Bruno Forestieri, ha deciso ieri di querelare per calunnia e diffamazione Niccolò Ammaniti, lo scrittore premio Strega nel 2007 che è anche il regista e lo sceneggiatore della serie tv «Il Miracolo», i cui ultimi due episodi — con la Bellucci nei panni della Madonna tentacolare — sono andati in onda martedì sera su Sky Atlantic. L'operaio dell'Enel dice che la Madonnina di Civitavecchia, a cui lui naturalmente è devoto, viene tirata in ballo nel terzo episodio della fiction. «Ma senza alcun rispetto», protesta. Non solo: Gregori cita alcune interviste rilasciate da Ammaniti nei mesi scorsi. C'è un passo, soprattutto, che lo fa imbestialire: «Ricordo quando, da ragazzo, mia nonna mi portò a Civitavecchia per vedere la Madonnina che piangeva sangue, ma era sangue di pollo...», disse Ammaniti. Sangue di pollo? Gregori si sente diffamato: «Per il regista, dunque, questa storia sarebbe tutta una truffa — s'inalbera —. Dimentica, però, che una commissione teologica per anni ha studiato il caso, riconoscendo infine la verità della lacrimazione». La polemica, ieri, ha lasciato di stucco lo stesso Ammaniti, che ha preferito non replicare. L'ha fatto invece «Wildside», la società che ha prodotto la fiction: «Siamo dispiaciuti se qualcuno si è sentito offeso. Non c'è mai stata la volontà di mancare di rispetto nei confronti della religione e dei credenti. Il tema religioso, nella serie "Il Miracolo", viene trattato con la serietà che merita». Il vescovo di Civitavecchia, Luigi Marrucci, non vuole entrare nella discussione. Lui, piuttosto, aspetta novità dal Comune: «Ho pure votato per il sindaco 5 Stelle — confessa —. Ma sono quattro anni che è in sella e ancora non arriva il via libera per il nuovo santuario. La chiesetta di Sant'Agostino è troppo piccola per ospitare la massa dei fedeli». Il sindaco 5 Stelle, Antonio Cozzolino, «pur non credente» assicura che per la fine del 2018 dovrebbero partire i lavori. Rispetto alle folle oceaniche di un tempo, però, il culto per la Madonnina di Pantano sembra sfumato. «In questo mese mariano —dicono Assunta e Donatella Quartili, della trattoria che sorge accanto alla parrocchia — non c'è stato neppure un pellegrinaggio».
News tratta dal "Corriere della Sera"
«Il culmine s'è raggiunto l'altra sera. C'era Monica Bellucci nei panni di una Madonna con i tentacoli da piovra. Ho spento subito la televisione...». Fabio Gregori, turnista dell'Enel, è appena tornato nella sua casa di via Fontanatetta, dove in giardino c'è ancora la piccola grotta che 23 anni fa custodiva la statua della Madonnina che per 15 volte — tra il febbraio e il marzo del `95 — lacrimò sangue. Mistero insoluto. Non c'è mai stato un riconoscimento ufficiale del miracolo da parte della Chiesa, ma papa Wojtyla «non esitò a venerarla e a incoronarla, quando venne qui di persona a vedere», ricorda commosso l'operaio dell'Enel. Oggi la statua è conservata in una teca di vetro nella vicina parrocchia di Sant'Agostino, eletta a santuario mariano, che dista appena un chilometro da casa Gregori. Il signor Fabio si dice «addolorato». Per questo, assistito dall'avvocato Bruno Forestieri, ha deciso ieri di querelare per calunnia e diffamazione Niccolò Ammaniti, lo scrittore premio Strega nel 2007 che è anche il regista e lo sceneggiatore della serie tv «Il Miracolo», i cui ultimi due episodi — con la Bellucci nei panni della Madonna tentacolare — sono andati in onda martedì sera su Sky Atlantic. L'operaio dell'Enel dice che la Madonnina di Civitavecchia, a cui lui naturalmente è devoto, viene tirata in ballo nel terzo episodio della fiction. «Ma senza alcun rispetto», protesta. Non solo: Gregori cita alcune interviste rilasciate da Ammaniti nei mesi scorsi. C'è un passo, soprattutto, che lo fa imbestialire: «Ricordo quando, da ragazzo, mia nonna mi portò a Civitavecchia per vedere la Madonnina che piangeva sangue, ma era sangue di pollo...», disse Ammaniti. Sangue di pollo? Gregori si sente diffamato: «Per il regista, dunque, questa storia sarebbe tutta una truffa — s'inalbera —. Dimentica, però, che una commissione teologica per anni ha studiato il caso, riconoscendo infine la verità della lacrimazione». La polemica, ieri, ha lasciato di stucco lo stesso Ammaniti, che ha preferito non replicare. L'ha fatto invece «Wildside», la società che ha prodotto la fiction: «Siamo dispiaciuti se qualcuno si è sentito offeso. Non c'è mai stata la volontà di mancare di rispetto nei confronti della religione e dei credenti. Il tema religioso, nella serie "Il Miracolo", viene trattato con la serietà che merita». Il vescovo di Civitavecchia, Luigi Marrucci, non vuole entrare nella discussione. Lui, piuttosto, aspetta novità dal Comune: «Ho pure votato per il sindaco 5 Stelle — confessa —. Ma sono quattro anni che è in sella e ancora non arriva il via libera per il nuovo santuario. La chiesetta di Sant'Agostino è troppo piccola per ospitare la massa dei fedeli». Il sindaco 5 Stelle, Antonio Cozzolino, «pur non credente» assicura che per la fine del 2018 dovrebbero partire i lavori. Rispetto alle folle oceaniche di un tempo, però, il culto per la Madonnina di Pantano sembra sfumato. «In questo mese mariano —dicono Assunta e Donatella Quartili, della trattoria che sorge accanto alla parrocchia — non c'è stato neppure un pellegrinaggio».
mercoledì 30 maggio 2018
martedì 29 maggio 2018
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NEWS - Fateci "Il Miracolo"! La Bellucci che sa recitare nel finale della serie di Ammaniti nei panni della Madonna
È arrivato il momento dell’attesissimo finale di stagione de "Il Miracolo", la prima serie tv di Niccolò Ammaniti: stasera, martedì 29 maggio, gli ultimi due episodi andranno in onda dalle 21.15 in esclusiva su Sky Atlantic HD e Sky Cinema Uno HD. La serie è disponibile, inoltre, su Sky On Demand e anche in 4K HDR, per i clienti Sky Q. L’intera stagione sarà disponibile on demand su Sky Box Sets. Il finale di stagione vedrà la partecipazione straordinaria di Monica Bellucci, che nei panni della Madonna comparirà in sogno a Marcello, il prete dalle pericolose e peccaminose frequentazioni interpretato da Tommaso Ragno. Nell’episodio 8, tutti dovranno fare i conti con il miracolo, fra segreti affiorati dal passato e scelte future. Ma con un ultimo colpo di scena… Fabrizio e Sole vengono messi di fronte a qualcosa di troppo grande, e non saranno mai più quelli di prima.
lunedì 28 maggio 2018
NEWS - Oltre al Governo beffa(to) c'è pure l'Auditel farsa: annuncia la pubblicazione dei dati di ascolto on line a luglio (lo aveva già promesso per il luglio di 2 anni fa e dell'anno scorso: mai visti). Esclusi i dati di visione su altre piattaforme tipo YouTube (geni!). E per agglomerare gli ascolti della tv tradizionale e quelli on line (parziali) ci vorranno altri due anni (almeno)
News tratta da "Italia Oggi"
I nuovi dati Auditel sull'audience dei programmi televisivi online stanno per arrivare. A luglio, infatti, la società di rilevazione presieduta da Andrea Imperiali diffonderà i primi numeri sulla visione dei contenuti dei broadcaster attraverso dispositivi mobile e pc, smart tv, set top box connessi e così via. Sarà il primo risultato del progetto che ha previsto una gara attribuita 10 mesi fa a comScore, il partner che afñanca Auditel in questo tassello della rilevazione (gli ascolti della tv tradizionale sono ancora realizzati da Nielsen). Nei prossimi due anni si lavorerà ancora per produrre infine un dato di total audience unico, che conta i telespettatori ovunque guardino il contenuto televisivo o la pubblicità: davanti al classico televisore oppure con una delle nuove modalità. Oggi l'online per i contenuti televisivi è abbastanza residuale se confrontato con i grandi numeri della tv tradizionale, ma lo scopo è di fornire un dato certificato sul mercato perché il pubblico di domani arriverà soprattutto attraverso l'online. A rivelare che l'obiettivo è di uscire a luglio, esponenti dell'Auditel presenti al convegno di lab Europe a Milano insieme con il ceo di comScore Fabrizio Angelini. A quel punto il mercato avrà a disposizione due tipi di dato: quello standard Auditel sugli ascolti con la tv tradizionale e quello censuario per l'online. Semplificando, la rilevazione conterà ogni singola visione dei contenuti online grazie alla tecnologia Sdk che comScore ha licenziato in esclusiva per l'Italia ad Auditel: gli editori che vogliono che i propri programmi siano rilevati installano un piccolo codice e questo contatta i server della società di rilevazione che li conteggia (i processi sono tutti svolti internamente da Auditel). Sarà quindi un dato censuario basato sui «dispositivi unici» non su telespettatori online unici. Un utente, infatti, potrebbe teoricamente guardare uno stesso contenuto in due dispositivi diversi. In realtà, se per i siti internet questo è più probabile, per i singoli video lo è di meno e ciò significa che i numeri saranno abbastanza vicini al dato che conta le teste. Il passo successivo, quello di deduplicare i dati censuari e arrivare al telespettatore unico, avverrà successivamente grazie ai Focal Meter connessi di Kantar, che saranno installati (già ci sono i test) per gradi nel superpanel di 16.100 famiglie che attualmente serve per rilevare la tv tradizionale. II dato censuario si potrà «colorare» con l'attribuzione socio-demografica. Sarà questa la fase 3, e il 2019 e il 2020, in cui si arriverà alla fusione e a metriche uniche sugli ascolti tv e online vicine a quelle oggi utilizzate da Auditel, pur restando possibile separare le singole componenti. Di fatto sarà necessario un lavoro di armonizzazione fra metriche così differenti (l'ascolto medio tv con gli utenti online, per esempio), ma questo dipenderà dalle linee guida che si darà Auditel prossimamente e dal lavoro a stretto contatto con l'Agcom. Si sa comunque che Imperiali ha voluto dare un impronta di qualità alla rilevazione, perché oltre all'eliminazione del traffico non umano, funzione di comScore, il sistema non rileverà contenuti visualizzati per meno di una certa soglia di tempo da stabilire. Gli sviluppi futuri sono poi ancora da decidere. Per esempio all'inizio saranno rilevati i contenuti visualizzati nei player di proprietà dei broadcaster, sia che si trovino nel sito o nell'app di proprietà che nei siti di editori terzi. Restano fuori i player diversi: se un editore concede i propri programmi a un'altra piattaforma (su YouTube, su tutti) non sarà rilevato. In questo caso si tratta semplicemente di una scelta «politica» che dipenderà anche dalle strategie delle tv. In Brasile, per esempio, i broadcaster si sono affidati per lo più a Yahoo per la distribuzione dei propri video online, scelta discutibile, ma pragmatica, basata sulla considerazione che il 90% del traffico si trova sicuramente là.
News tratta da "Italia Oggi"
I nuovi dati Auditel sull'audience dei programmi televisivi online stanno per arrivare. A luglio, infatti, la società di rilevazione presieduta da Andrea Imperiali diffonderà i primi numeri sulla visione dei contenuti dei broadcaster attraverso dispositivi mobile e pc, smart tv, set top box connessi e così via. Sarà il primo risultato del progetto che ha previsto una gara attribuita 10 mesi fa a comScore, il partner che afñanca Auditel in questo tassello della rilevazione (gli ascolti della tv tradizionale sono ancora realizzati da Nielsen). Nei prossimi due anni si lavorerà ancora per produrre infine un dato di total audience unico, che conta i telespettatori ovunque guardino il contenuto televisivo o la pubblicità: davanti al classico televisore oppure con una delle nuove modalità. Oggi l'online per i contenuti televisivi è abbastanza residuale se confrontato con i grandi numeri della tv tradizionale, ma lo scopo è di fornire un dato certificato sul mercato perché il pubblico di domani arriverà soprattutto attraverso l'online. A rivelare che l'obiettivo è di uscire a luglio, esponenti dell'Auditel presenti al convegno di lab Europe a Milano insieme con il ceo di comScore Fabrizio Angelini. A quel punto il mercato avrà a disposizione due tipi di dato: quello standard Auditel sugli ascolti con la tv tradizionale e quello censuario per l'online. Semplificando, la rilevazione conterà ogni singola visione dei contenuti online grazie alla tecnologia Sdk che comScore ha licenziato in esclusiva per l'Italia ad Auditel: gli editori che vogliono che i propri programmi siano rilevati installano un piccolo codice e questo contatta i server della società di rilevazione che li conteggia (i processi sono tutti svolti internamente da Auditel). Sarà quindi un dato censuario basato sui «dispositivi unici» non su telespettatori online unici. Un utente, infatti, potrebbe teoricamente guardare uno stesso contenuto in due dispositivi diversi. In realtà, se per i siti internet questo è più probabile, per i singoli video lo è di meno e ciò significa che i numeri saranno abbastanza vicini al dato che conta le teste. Il passo successivo, quello di deduplicare i dati censuari e arrivare al telespettatore unico, avverrà successivamente grazie ai Focal Meter connessi di Kantar, che saranno installati (già ci sono i test) per gradi nel superpanel di 16.100 famiglie che attualmente serve per rilevare la tv tradizionale. II dato censuario si potrà «colorare» con l'attribuzione socio-demografica. Sarà questa la fase 3, e il 2019 e il 2020, in cui si arriverà alla fusione e a metriche uniche sugli ascolti tv e online vicine a quelle oggi utilizzate da Auditel, pur restando possibile separare le singole componenti. Di fatto sarà necessario un lavoro di armonizzazione fra metriche così differenti (l'ascolto medio tv con gli utenti online, per esempio), ma questo dipenderà dalle linee guida che si darà Auditel prossimamente e dal lavoro a stretto contatto con l'Agcom. Si sa comunque che Imperiali ha voluto dare un impronta di qualità alla rilevazione, perché oltre all'eliminazione del traffico non umano, funzione di comScore, il sistema non rileverà contenuti visualizzati per meno di una certa soglia di tempo da stabilire. Gli sviluppi futuri sono poi ancora da decidere. Per esempio all'inizio saranno rilevati i contenuti visualizzati nei player di proprietà dei broadcaster, sia che si trovino nel sito o nell'app di proprietà che nei siti di editori terzi. Restano fuori i player diversi: se un editore concede i propri programmi a un'altra piattaforma (su YouTube, su tutti) non sarà rilevato. In questo caso si tratta semplicemente di una scelta «politica» che dipenderà anche dalle strategie delle tv. In Brasile, per esempio, i broadcaster si sono affidati per lo più a Yahoo per la distribuzione dei propri video online, scelta discutibile, ma pragmatica, basata sulla considerazione che il 90% del traffico si trova sicuramente là.
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