venerdì 11 febbraio 2011

LA VITA E' UNA COSA SERIAL - Il successo a pieno titolo
Tanto per volare alti, dalle parti di Shakespeare, "cosa c'è in un nome?". O per stare più bassi, come canta Rihanna, "What's my name?". Oppure, telefilmicamente parlando, come nasce il titolo di una serie tv? Dietro ogni telefilm si nasconde, il più delle volte, una scelta impensabile per oculatezza, strategia e veggenza. Decisioni che passano dagli ideatori al marketing, dalle reti televisive ai pubblicitari. Non che un titolo azzeccato migliori il prodotto, semmai vale il contrario: un titolo sbagliato può nuocere alquanto. Nell'ambiente, si dice che un titolo perfetto non sia quello che spiega il mood o il significato della serie, quanto serva perlopiù ad attirare attenzione e pubblico. Uno degli esempi più riusciti degli ultimi anni è, in questo senso, "The Big Bang Theory": nel titolo traspare l'animo geek dei protagonisti, la loro natura di "scienziati" e anche un lieve eufemismo sessuale. Altro cult è considerato "Desperate Housewives": l'intrigo che si cela nei salotti. Giudicato a "rischio", agli inizi, "How I Met Your Mother", in quanto la figura materna esposta nel titolo non era così determinante e provocava un'ansia di vederla in scena. Altra grana che un titolo deve prevedere: l'unicità e la non sovrapposizione con omonimi. Di recente FX ha modificato il titolo della serie con Timothy Olyphant - originariamente chiamata "Lawman" - in "Justified", in quanto il network A&E trasmetteva un reality, inguardabile ma omonimo, intitolato "Steven Seagal: Lawman". Altro ingrediente da considerare: il target. CBS si è chiesta per settimane se "The Good Wife" potesse essere un titolo che richiamasse anche un pubblico giovane. O anche la previsione di cambio di rotta: più di un critico ha notato che "Cougar Town" appare vetusto oggigiorno, visto che il plot della matura che se la spassa coi ventenni è ormai decaduto col passare delle puntate. Qualcuno punta sull'ironia: in "Happy town" c'è ben poco da sorridere, del resto. Qualcun'altro vira sul mistero criptico ("Lost", "Life on Mars", "Viva Loughlin", "My Own Worst Enemy"), accellerando verso il bivio che ti lancia verso il cult (nei primi due casi) o ti getta verso il flop (gli ultimi due). Talvolta si esagera e si corre ai ripari: ad "House" si è aggiunta all'ultimo la specifica "M.D.", per non creare fraintendimenti "casalinghi". Talvolta le pippe di marketing non hanno ragione di esistere ed ecco in agguato l'operazione "riciclo": la sit-com medica "E/R" degli anni '80 e il medical drama "ER" degli anni '90 hanno avuto lo stesso titolo (e addirittura uno stesso interprete: George Clooney!); forse non tutti ricordano che "Lost" era stato anche il titolo di un reality-show di NBC nel 2001. "The Walking Dead" ha avuto il merito di far dimenticare ai più la parola "zombie" (con buona pace di George Romero), lanciando quasi una sorta di neologismo (cosa non riuscita col più generico "Dead Set", ad esempio). La CBS ha passato notti insonni per dare il titolo alla sit-com con William Shatner "Shit My Dad Says", espressione usata su Twitter dal commediografo (da strapazzo) Justin Halpern riferendosi all'espressione non proprio aulica del padre riguardo a qualsiasi argomento (sorta di tormentone alla "Denny Crane!", tanto per ricollegarci a Shatner). Se il libro di Halpern dal quale è tratta la sit-com è stato censurato al minimo nel titolo ("Sh*t My Dad Says"), il network ha pensato a un escamotage più criptico ("$#*! My Dad Says"). Chissà come lo tradurranno i network italiani, soprattutto quelli generalisti. Quella della traduzione a tutti i costi dei titoli anglofoni - soprattutto qualche anno fa, almeno fino allo scempio di "Ti presento i miei" per "Arrested Development" - meriterebbe un capitolo a parte. Anche per vedere come si disintegri il più delle volte la filiera d'Oltreoceano, considerandola alla stregua di un cine-panettone in cui Belen si potrebbe anche tradurre con Belìn.
(Articolo di Leo Damerini pubblicato su "Telefilm Magazine" di Febbraio)
NEWS - Dio le fa e poi le accoppia: da stasera "Rizzoli and Isles" su Mya
Parte stasera in prima tv assoluta su MyaRizzoli & Isles”, serie crime basata sui romanzi della scrittrice di thriller Tess Gerritsen(*). Per risolvere i casi Jane Rizzoli (Angie Harmon), detective di Boston, si avvale della collaborazione di Maura Isles (Sasha Alexander), medico legale nonchè sua migliore amica. Jane e Maura non potrebbero essere più diverse, per estrazione sociale, approccio alla vita e metodi investigativi: Jane è l'unica detective donna della squadra omicidi di Boston, sul lavoro è tosta e coraggiosa e nella vita privata deve gestire una madre iperprotettiva. Maura, invece, veste sempre con abiti firmati dalla testa ai piedi, è di carattere molto fredda e si trova più a suo agio tra i morti piuttosto che tra i vivi. Non riesce a trovare un fidanzato proprio per questo suo carattere quasi cinico. “Rizzoli and Isles”, è stato uno dei fenomeni televisivi dell’estate 2010 in USA. In onda sulla cable TNT dal 12 luglio al 13 settembre, la prima stagione abbinata a The Closer 6 il lunedì sera ha raggiunto una media di 6.9 milioni di individui e il 6.5% di share (vs. media di rete in PT di 2.3 milioni). Il primo eps., in particolare, aveva ottenuto un ascolto medio di 7.6 milioni di individui, debutto record nella storia di tutte le cable, secondo solo a quello di Raising the Bar che nel settembre 2008 (sempre su TNT) aveva toccato i 7.7 milioni di spettatori in una premiere, tuttavia, priva di break pubblicitari. Il risultato di Rizzoli and Isles è dunque un primato, perché ottenuto nonostante la presenza standard di interruzioni pubblicitarie.
*(i suoi libri sono stati tradotti in 31 lingue con oltre 15 milioni di copie vendute.Ha abbandonato la carriera di medico per dedicarsi completamente alla scrittura. Ha vinto il Premio Nero Wolfe con "Sparizione" e il Rita Award per "Il chirurgo". Attualmente vive nel Maine.)
GOSSIP - Una copertina coi..."Buffy". Michelle Trachtenberg conquista la front-page di "Maxim" e gioca alla pin-up
Michelle Trachtenberg ("Buffy", "Gossip Girl") conquista la copertina dell'ultimo numero di "Maxim" e gioca a fare la pin-up, svelando nel video di backstage del servizio fotografico che cosa sia "eccitante" per lei...

mercoledì 9 febbraio 2011

GOSSIP - Clamoroso al Cibali! Il "made in Italy" non tira più: Olivia Wilde "rinTRONa" il marito Ruspoli e gli dice addio
La relazione tra Olivia Wilde ("Dr. House") e il marito arci-nobile italiano principe Tao Ruspoli è finita dopo 8 anni di matrimonio. Lo annuncia l'ultimo numero di "People". Le fonti ufficiali dicono che "hanno deciso di comune accordo la separazione". Sarà un peccato per coloro che capitando invitati a casa del principe a cena s'imbattevano nell'attuale interprete dell'eroina di "TRON: Legacy" vestita solo di una vestaglietta stile Jill St. John in "Agente 007, una cascata di diamanti"...Comunque sia, Olivia non si è persa d'animo e, in attesa di vederla in ben 6 film da qui al 2012 e ritrovarla al fianco di House in quella che si preannuncia la stagione conclusiva, è comparsa sull'ultimo numero di "GQ" (edizione italiana: sarà un caso?)...Per la cronaca, della vestaglietta non c'è traccia.

martedì 8 febbraio 2011

L'EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti sulle serie tv dai giornali italiani e stranieri

CORRIERE DELLA SERA
La parabola "scomoda" di Jason Priestley, da "BH" a "Call me Fitz"
"Può una star adolescente della tv degli anni Novanta, l'emblema del genere «kalòs kai agathòs», bello e bravo, reincarnarsi in un quarantenne stropicciato, cinico e sull'orlo della bancarotta morale? Uscire dai panni di un personaggio che ha segnato l'immaginario di intere generazioni di teenager può non essere cosa facile. Lo sa bene Jason Priestley, il Brandon Walsh del celebre teen drama «Beverly Hills 90210», che dopo quasi un decennio di oblio catodico, ha provato a sporcarsi un po' l'immagine con la serie comedy «Call me Fitz» (Sky Uno, giovedì, 21). Richard Fitzpatrick è un venditore d'auto usate della grande provincia americana nella concessionaria di famiglia, la Fritzpatrick Motors. Ha una predilezione per le serate a base di alcool, droghe e ragazze disponibili, nel suo piccolo ha una gran smania di successo ed è impudente quanto basta. Per capirci, è uno che imbroglia all' esame per la licenza di concessionario, uno che tenta di piazzare un'auto usata a una donna in coma, uno che imposta come suoneria del cellulare il gingle, ripetuto come un mantra, «spassiamocela baby!». A cambiare le cose arriva un brutto incidente d'auto: dopo il trauma subìto, per Fitz sembra essere arrivato il fatidico momento di «guardarsi dentro», di diventare «un uomo migliore», aiutato dal misterioso Larry, posato, riflessivo, giudizioso. L'opposto di lui, insomma. Nonostante il vago senso di già visto (da «My name is Earl» a una certa atmosfera alla «Californication»), va detto che la serie non è male, l'interpretazione «sgualcita» di Priestley è convincente e il telefilm cerca di compensare i limiti imposti da un budget contenuto con la qualità delle trovate narrative, che danno vita a situazioni all' insegna del politicamente scorretto raccontate con una scrittura «tossica», da black comedy".
(Aldo Grasso, 04.02.2011)
NEWS - Let's dance to the Glee. Ora anche gli stage di danza e canto ispirati al serial-cult (altro che "Amici"!)
(ANSA) - ROMA - Sulla scia del successo della serie tv, in occasione dell'uscita della prima stagione in dvd il 9 febbraio, Contourella Dance Project e 20th Century Fox H.E. presentano il primo stage dedicato alle straordinarie performance del Glee Club. A partire dal 15 marzo, otto accademie del circuito Contourella Dance Project, distribuite su tutto il territorio nazionale (Milano, Roma, Napoli, Genova, Parma, Pavia e Aversa), ospitano Glee Dansing, il primo stage di danza e canto ispirato alla serie tv. Glee e' diventato un vero e proprio fenomeno di costume in tutto il mondo grazie al mix di elementi del musical, del talent show, del teen drama e della commedia, che rende Glee una delle serie di culto del momento. Le lezioni di Glee Dansing sono costruite sui successi musicali della serie, sulle note dei piu' famosi brani di artisti di ieri e di oggi: da Madonna a Beyonce', da Britney Spears a Amy Winehouse, dai Queen a Michael Jackson.

lunedì 7 febbraio 2011

NEWS - Courteney Cox e Jennifer Aniston di nuovo "Friends": da stasera il secondo ciclo di "Cougar Town" che vede la coppia riunirsi dopo "Dirt"
(ANSA) - MILANO - Arriva in prima visione assoluta la seconda stagione del serial 'Cougar town', interpretata da Courteney Cox Arquette, in onda dal 7 febbraio, ogni lunedi' alle 22. 45 su Fox Life. Tra le guest star Jennifer Aniston (gia' in 'Friends' con Courteney Cox Arquette) nei panni di Glenn, una psichiatra che basa le terapie sulle abitudini del suo cane. Nella seconda stagione della celebre serie televisiva statunitense, Jules e Grayson (Josh Opkins) continuano la loro relazione anche se l'ex marito, Bobby (Brian Van-Holt) non nasconde la propria gelosia, mentre il figlio Travis (Dan Byrd) partira' per il college e Jules dovra' affrontarne il distacco.
NEWS - Rimettiamoci gli Stetson: da oggi il ritorno di "Dallas" su Hallmark
(AGI) - Roma, 4 feb. - Il 4 febbraio del 1981 veniva trasmesso in Italia il primo episodio TV di quello che e' diventato il serial culto degli anni '80: "Dallas". Hallmark (Sky - Canale 128), a 30 anni di distanza, ripercorre la saga della famiglia Ewing tra amori e passioni, potere e tradimenti sullo sfondo del lusso del Texas, il paese dell'oro nero. Si comincia lunedi' 7 febbraio. Le puntate andranno in onda dal lunedi' al venerdi' alle ore 11. Uscito il 2 aprile 1978 negli Stati Uniti sulla Cbs, in pieno boom del petrolio, "Dallas" si impone subito con un record di ascolti e conquista presto anche il mercato europeo; si stima sia stato seguito da 300 milioni di spettatori in 37 paesi. Ideato da David Jacobs, che ha creato anche Knots Landing (California), spin-off di Dallas e prodotto da Leonard Katzman, Lee Rich, James H. Brown, David Paulsen e dallo stesso Larry Hagman, il mitico J.R., il telefilm arriva in Italia il 4 febbraio del 1981 con la prima stagione, composta da 13 episodi. Nasce cosi' un mito destinato a non esaurirsi mai.

"Il trivial game + divertente dell'anno" (Lucca Comics)

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