GOSSIP - Non c'è due senza tre! Anche Nicole Beharie di "Sleepy Hollow" nuda su "Allure" (dopo Laverne Cox di "OITNB" e Katheryn Winnick di "Vikings")
Nicole Beharie, 30, has experience being physical onscreen, whether in bed with Michael Fassbender in Shame or "fighting demons in the woods" in Sleepy Hollow. As for the latter: "It requires athleticism. As a woman, it's good to be able to handle your own shit."
How do you stay in shape for Sleepy Hollow?
"I run; I do a lot of dance classes; I swim; I really love lifting
weights. I'll make myself do something every day, even when my heart's
not in it."
What was the best part of the shoot?
"I just turned 30, and I was really nervous [about posing].... But I wanted to celebrate and accept my body in an artistic way."
Do you have a favorite body part?
"I love my bum. I have a good bum."
sabato 2 maggio 2015
venerdì 1 maggio 2015
GOSSIP - La neo-single Hilary Duff di "Younger" (e "Lizzie McGuire") incontra al buio su Tinder come una sfigata qualsiasi! "Anche 9 ragazzi insieme!". E intanto conquista la cover di "Shape"...
Hilary Duff ("Lizzie McGuire", "Younger") just told the world that she’s on Tinder – and going on her first date tonight! “It’s true. I’m on Tinder,” the 27-year-old actress said on the radio earlier April 28. “I was sitting with my friends one night at the house and we were joking around. In my life, I have always had really serious boyfriends. I’ve always met people through work and I have never been on a blind date. What’s the worst that could happen?”. “The whole process is wildly addicting….[I'm] talking to probably about nine guys right now,” Hilary said.
“I have my first date tonight and I’m really, really nervous,” Hilary continued. “I think some people know. You only have your first name. Some people don’t know. I think some people act like they don’t know but they do. And a lot of people are like, ‘This is a joke, right?’”. She explained what she’s attracted to in a guy. “I think the first thing is obviously looks, which sounds super vain, but that is what you first go for: natural chemistry. Also what they say in their profile has to be funny. I don’t want to see a shirtless, mirror selfie. That is instantly a left. I don’t know. Someone who looks like they like to do fun things and someone who can make you laugh in their profile. My profile says: Let’s eat pizza. I’ve had a lot of convos because of that.”
And if the date goes south, she said, “Hopefully the bathroom window will be big enough to crawl out.” In all seriousness, she said, “I’m too nice…I’ll stick around.”
“We’re going bowling, so it can’t be too expensive. I like that. I’ve never dated just a total normie,” Hilary added.
Hilary Duff ("Lizzie McGuire", "Younger") just told the world that she’s on Tinder – and going on her first date tonight! “It’s true. I’m on Tinder,” the 27-year-old actress said on the radio earlier April 28. “I was sitting with my friends one night at the house and we were joking around. In my life, I have always had really serious boyfriends. I’ve always met people through work and I have never been on a blind date. What’s the worst that could happen?”. “The whole process is wildly addicting….[I'm] talking to probably about nine guys right now,” Hilary said.
“I have my first date tonight and I’m really, really nervous,” Hilary continued. “I think some people know. You only have your first name. Some people don’t know. I think some people act like they don’t know but they do. And a lot of people are like, ‘This is a joke, right?’”. She explained what she’s attracted to in a guy. “I think the first thing is obviously looks, which sounds super vain, but that is what you first go for: natural chemistry. Also what they say in their profile has to be funny. I don’t want to see a shirtless, mirror selfie. That is instantly a left. I don’t know. Someone who looks like they like to do fun things and someone who can make you laugh in their profile. My profile says: Let’s eat pizza. I’ve had a lot of convos because of that.”
And if the date goes south, she said, “Hopefully the bathroom window will be big enough to crawl out.” In all seriousness, she said, “I’m too nice…I’ll stick around.”
“We’re going bowling, so it can’t be too expensive. I like that. I’ve never dated just a total normie,” Hilary added.
giovedì 30 aprile 2015
NEWS - Tutti contro Netflix! Voci (attualmente smentite) di un fronte comune Sky+Mediaset in vista dell'avvento in autunno
Articolo tratto da "La Repubblica"
C'era un convitato di pietra a Villa San Martino che aleggiava sopra le teste dei due tycoon ritrovati, i sorridenti Rupert Murdoch e Silvio Berlusconi: si chiama Netflix. La società americana di produzione e distribuzione via internet di tv a pagamento, co-fondata nel 1997 da Reed Hastings, dichiara già oggi 62 milioni di abbonati nel mondo e sta aggredendo il mercato europeo. Nei prossimi tre anni vuole arrivare a 150 milioni di clienti ed è facile prevedere che i primi a farne le spese saranno proprio le pay tv esistenti, satellitari o sul digitale terrestre, di Murdoch e Berlusconi. I due sanno bene che negli Stati Uniti Netflix ha distrutto i business model delle pay tv, con prezzi nettamente più bassi e la possibilità di veicolare le serie in streaming su internet con costi di distribuzione bassissimi. È uno scenario inquietante ed è da questa consapevolezza che nasce l'incontro di Arcore, facilitato dai buoni uffici di Tarak Ben Ammar, l'imprenditore franco tunisino presente all'incontro, grande amico sia di Murdoch che di Berlusconi e da poco entrato anche nel cda di Vivendi su indicazione del maggiore azionista Vincent Bollorè. Murdoch è arrivato a Villa San Martino insieme al primogenito Lachlan, cioè colui che dovrà raccogliere le redini del colosso News Corp quando il padre (oggi 84 enne) non ci sarà più. A Villa San Martino, dopo due anni di assenza, ha trovato Berlusconi insieme al figlio Pier Silvio, già buon amico di Lachlan, ma senza i fratelli e senza il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri. Si è discusso della possibilità di far confluire Mediaset Premium, la pay tv del Biscione in perdita ma con due milioni di abbonati, sotto l'ombrello del colosso europeo Sky che ha recentemente inglobato le attività di Gran Bretagna, Germania e Italia all'interno di un unico contenitore con sede a Londra. Il ragionamento di Murdoch è molto semplice: l'unico modo per contrastare l'avanzata di Netflix in Europa è quello di consolidare le posizioni in anticipo.
Un gruppo Sky più grosso, diciamo da 30 milioni di abbonati (con Premium ne aggiungerebbe 2 ai 20 milioni già in casa) potrebbe avere le risorse per comprare più contenuti e produrre più serie televisive in modo da contrastare il nemico sul nascere. Perché una cosa è certa: la battaglia è sui contenuti, non sulle piattaforme di distribuzione. Murdoch lo sa da almeno due anni e non a caso con la sua News Corp voleva comprare Time Warner, proprio per competere ad ampio raggio sul terreno dei contenuti. L'affondo nonè riuscito ma nel frattempo con il riassetto di Sky ha portato parecchie risorse in capo alla Fox che verranno impiegate per produrre contenuti da veicolare sulle piattaforme "pay" del gruppo. A Bruxelles la Commissione Ue è consapevole di questi sviluppi e ora rende più facili le aggregazioni tra operatori dello stesso settore. Telefonica in Spagna con l'acquisto di Digital Plus è diventato l'unico operatore pay tv del paesee la stessa Sky ha avuto disco verde in breve tempo alla sua concentrazione. Dunque un acquisto di Mediaset Premium da parte di Sky con il Biscione che resta con una quota di minoranza è un'operazione che s'ha da fare e che a questo punto entrerà nel vivo con le discussioni tra Lachlan e Pier Silvio. D'altronde il tempo stringe, Netflix ha già un protocollo d'intenti firmato con Telecom Italia che sta cercando di espandere il più possibile la sua rete in banda larga e dunque l'ingresso ufficiale del colosso americano in terra italiana è questione di mesi. E sullo sfondo, con un portafoglio gonfio di cassa, si aggira la francese Vivendi, che sta studiando come muoversi al meglio in Europa ed entro giugno diventerà il socio di riferimento nella stessa Telecom Italia. Uno scenario in grande movimento che il pranzo di Arcore potrebbe aver accelerato ancora di più.
Articolo tratto da "La Repubblica"
C'era un convitato di pietra a Villa San Martino che aleggiava sopra le teste dei due tycoon ritrovati, i sorridenti Rupert Murdoch e Silvio Berlusconi: si chiama Netflix. La società americana di produzione e distribuzione via internet di tv a pagamento, co-fondata nel 1997 da Reed Hastings, dichiara già oggi 62 milioni di abbonati nel mondo e sta aggredendo il mercato europeo. Nei prossimi tre anni vuole arrivare a 150 milioni di clienti ed è facile prevedere che i primi a farne le spese saranno proprio le pay tv esistenti, satellitari o sul digitale terrestre, di Murdoch e Berlusconi. I due sanno bene che negli Stati Uniti Netflix ha distrutto i business model delle pay tv, con prezzi nettamente più bassi e la possibilità di veicolare le serie in streaming su internet con costi di distribuzione bassissimi. È uno scenario inquietante ed è da questa consapevolezza che nasce l'incontro di Arcore, facilitato dai buoni uffici di Tarak Ben Ammar, l'imprenditore franco tunisino presente all'incontro, grande amico sia di Murdoch che di Berlusconi e da poco entrato anche nel cda di Vivendi su indicazione del maggiore azionista Vincent Bollorè. Murdoch è arrivato a Villa San Martino insieme al primogenito Lachlan, cioè colui che dovrà raccogliere le redini del colosso News Corp quando il padre (oggi 84 enne) non ci sarà più. A Villa San Martino, dopo due anni di assenza, ha trovato Berlusconi insieme al figlio Pier Silvio, già buon amico di Lachlan, ma senza i fratelli e senza il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri. Si è discusso della possibilità di far confluire Mediaset Premium, la pay tv del Biscione in perdita ma con due milioni di abbonati, sotto l'ombrello del colosso europeo Sky che ha recentemente inglobato le attività di Gran Bretagna, Germania e Italia all'interno di un unico contenitore con sede a Londra. Il ragionamento di Murdoch è molto semplice: l'unico modo per contrastare l'avanzata di Netflix in Europa è quello di consolidare le posizioni in anticipo.
Un gruppo Sky più grosso, diciamo da 30 milioni di abbonati (con Premium ne aggiungerebbe 2 ai 20 milioni già in casa) potrebbe avere le risorse per comprare più contenuti e produrre più serie televisive in modo da contrastare il nemico sul nascere. Perché una cosa è certa: la battaglia è sui contenuti, non sulle piattaforme di distribuzione. Murdoch lo sa da almeno due anni e non a caso con la sua News Corp voleva comprare Time Warner, proprio per competere ad ampio raggio sul terreno dei contenuti. L'affondo nonè riuscito ma nel frattempo con il riassetto di Sky ha portato parecchie risorse in capo alla Fox che verranno impiegate per produrre contenuti da veicolare sulle piattaforme "pay" del gruppo. A Bruxelles la Commissione Ue è consapevole di questi sviluppi e ora rende più facili le aggregazioni tra operatori dello stesso settore. Telefonica in Spagna con l'acquisto di Digital Plus è diventato l'unico operatore pay tv del paesee la stessa Sky ha avuto disco verde in breve tempo alla sua concentrazione. Dunque un acquisto di Mediaset Premium da parte di Sky con il Biscione che resta con una quota di minoranza è un'operazione che s'ha da fare e che a questo punto entrerà nel vivo con le discussioni tra Lachlan e Pier Silvio. D'altronde il tempo stringe, Netflix ha già un protocollo d'intenti firmato con Telecom Italia che sta cercando di espandere il più possibile la sua rete in banda larga e dunque l'ingresso ufficiale del colosso americano in terra italiana è questione di mesi. E sullo sfondo, con un portafoglio gonfio di cassa, si aggira la francese Vivendi, che sta studiando come muoversi al meglio in Europa ed entro giugno diventerà il socio di riferimento nella stessa Telecom Italia. Uno scenario in grande movimento che il pranzo di Arcore potrebbe aver accelerato ancora di più.
Etichette:
James Murdoch,
L'EDICOLA DI LOU,
Lachlan Murdoch,
Mediaset,
network,
NEWS,
Piersilvio Berlusconi,
Reed Hastings,
Rupert Murdoch,
Sky,
Telecom,
Vincent Bollorè
News: @ABC Cancels #Revenge After Four Seasons!
http://t.co/yO2JyPL0Tq via @Variety
— AccademiaTelefilm (@AcademyTelefilm) 29 Aprile 2015
mercoledì 29 aprile 2015
NEWS - Fermi Tutti! "House of Cards" giù dal trono (di spade)! Non è più la serie più scaricata di Netflix: battuta da "Unbreakable Kimmy Schmidt" e, soprattutto, "Daredevil" (prima!)
News tratta da "Variety"
One of the media business’s best-kept secrets isn’t entirely confidential after all: Netflix audience ratings. Select content companies have been turning to San Diego-based Luth Research, which has assembled a sizable panel of Netflix subscribers in the U.S. as a means of determining the most popular programs on the streaming service. An analysis shared exclusively with Variety revealed the numbers for many of Netflix’s most recently launched original series — including which new shows already seem to be challenging “House of Cards” in popularity. “Daredevil,” the first of multiple superhero dramas coming to Netflix as part of a deal with Marvel, premiered April 10, and is seeing strong sampling, with an estimated 10.7% of subscribers watching at least one episode in its first 11 days on the streaming service.
By way of comparison, the third season of “House of Cards,” which premiered Feb. 27, attracted 6.5% of subs over its first 30 days of availability. New comedy “Unbreakable Kimmy Schmidt” also bettered “Cards” in its first month (7.3%), while new drama “Bloodline” appears to be a slow starter (2.4%).
Still, any way you look at it, “House of Cards” is clearly a big attraction for Netflix. When all three seasons of the show are taken into account, the program has been the most popular series on all of Netflix in March (6.4%). Its third season was also binge-viewed more than any of the other aforementioned originals, with nearly half of subs having watched at least three episodes in a single day in the first 30 days after release.
The data was drawn from a sample of 2,500 Netflix subscribers watching via computers, tablets or smartphones. There’s one caveat: Luth Research does not yet track Netflix viewing on TVs, whether Internet-connected sets or those linked to streaming-media players or gaming consoles. Because Netflix hasn’t offered much recent insight into its audience composition across devices, it’s not easy to conclude whether TV viewers watch different programming than those watching via other platforms.
But the data provides a rare glimpse into viewing patterns on Netflix, which has frustrated many in its refusal to divulge audience data. That’s proved problematic for producers creating original programming for Netflix and for the studios that pocket billions of dollars in licensing fees from the company.
Netflix declined comment regarding the Luth findings. While the streaming giant’s execs have credited the sophistication of their extensive user data with helping inform everything from their content-acquisition strategies to audience-recommendation-engine algorithms, the company has also long held firm on its disinclination to publicize any measurement findings. Because Netflix does not carry any advertising, the company professes not to care when a subscriber watches content.
Luth Research captured the viewing behavior with its ZQ Intelligence tool, which the company bills as an “industry-first” solution capable of extracting encrypted data within Netflix’s apps. Luth can drill down to viewing patterns on an episode by episode basis including audience demographics cross-indexed with user behaviors outside of Netflix.
ZQ Intelligence hasn’t been the only third-party research source to shed light on Netflix viewing patterns. Companies tracking broadband usage like Procera Networks have been able to calculate the consumption of specific programs, but Netflix has made adjustments to thwart such efforts.
With its focus on device-based Netflix consumption, Luth Research could prove a good complement for industry research giant Nielsen, which has pledged to offer measurement of subscription VOD services over connected TVs. However, that data isn’t expected to extend to Netflix original programming.
As with Nielsen data, the Luth numbers can provide an approximation of the audience size for a given series. For instance, if 10.7% of the 40.9 million domestic subs Netflix has watched at least one episode of “Daredevil,” that would mean nearly 4.4 million tuned in over the first 11 days. The 2.3% who tuned in first day of release? 940,000 viewers.
That’s far from an exact comparison to Nielsen ratings for particular episodes, but they can provide a ballpark sense of just how many are watching top shows on Netflix on a given night or over a given period.
Luth expects to add Amazon Prime–which also doesn’t disclose its audience data–to ZQ Intelligence later this year, according to Becky Wu, senior executive VP at the company. Luth began offering ZQ Intelligence in March and has data going back to the third quarter of 2013.
News tratta da "Variety"
One of the media business’s best-kept secrets isn’t entirely confidential after all: Netflix audience ratings. Select content companies have been turning to San Diego-based Luth Research, which has assembled a sizable panel of Netflix subscribers in the U.S. as a means of determining the most popular programs on the streaming service. An analysis shared exclusively with Variety revealed the numbers for many of Netflix’s most recently launched original series — including which new shows already seem to be challenging “House of Cards” in popularity. “Daredevil,” the first of multiple superhero dramas coming to Netflix as part of a deal with Marvel, premiered April 10, and is seeing strong sampling, with an estimated 10.7% of subscribers watching at least one episode in its first 11 days on the streaming service.
By way of comparison, the third season of “House of Cards,” which premiered Feb. 27, attracted 6.5% of subs over its first 30 days of availability. New comedy “Unbreakable Kimmy Schmidt” also bettered “Cards” in its first month (7.3%), while new drama “Bloodline” appears to be a slow starter (2.4%).
Still, any way you look at it, “House of Cards” is clearly a big attraction for Netflix. When all three seasons of the show are taken into account, the program has been the most popular series on all of Netflix in March (6.4%). Its third season was also binge-viewed more than any of the other aforementioned originals, with nearly half of subs having watched at least three episodes in a single day in the first 30 days after release.
The data was drawn from a sample of 2,500 Netflix subscribers watching via computers, tablets or smartphones. There’s one caveat: Luth Research does not yet track Netflix viewing on TVs, whether Internet-connected sets or those linked to streaming-media players or gaming consoles. Because Netflix hasn’t offered much recent insight into its audience composition across devices, it’s not easy to conclude whether TV viewers watch different programming than those watching via other platforms.
But the data provides a rare glimpse into viewing patterns on Netflix, which has frustrated many in its refusal to divulge audience data. That’s proved problematic for producers creating original programming for Netflix and for the studios that pocket billions of dollars in licensing fees from the company.
Netflix declined comment regarding the Luth findings. While the streaming giant’s execs have credited the sophistication of their extensive user data with helping inform everything from their content-acquisition strategies to audience-recommendation-engine algorithms, the company has also long held firm on its disinclination to publicize any measurement findings. Because Netflix does not carry any advertising, the company professes not to care when a subscriber watches content.
Luth Research captured the viewing behavior with its ZQ Intelligence tool, which the company bills as an “industry-first” solution capable of extracting encrypted data within Netflix’s apps. Luth can drill down to viewing patterns on an episode by episode basis including audience demographics cross-indexed with user behaviors outside of Netflix.
ZQ Intelligence hasn’t been the only third-party research source to shed light on Netflix viewing patterns. Companies tracking broadband usage like Procera Networks have been able to calculate the consumption of specific programs, but Netflix has made adjustments to thwart such efforts.
With its focus on device-based Netflix consumption, Luth Research could prove a good complement for industry research giant Nielsen, which has pledged to offer measurement of subscription VOD services over connected TVs. However, that data isn’t expected to extend to Netflix original programming.
As with Nielsen data, the Luth numbers can provide an approximation of the audience size for a given series. For instance, if 10.7% of the 40.9 million domestic subs Netflix has watched at least one episode of “Daredevil,” that would mean nearly 4.4 million tuned in over the first 11 days. The 2.3% who tuned in first day of release? 940,000 viewers.
That’s far from an exact comparison to Nielsen ratings for particular episodes, but they can provide a ballpark sense of just how many are watching top shows on Netflix on a given night or over a given period.
Luth expects to add Amazon Prime–which also doesn’t disclose its audience data–to ZQ Intelligence later this year, according to Becky Wu, senior executive VP at the company. Luth began offering ZQ Intelligence in March and has data going back to the third quarter of 2013.
Secondo Il Messaggero in edicola oggi, se @Netflix arrivasse in Italia #HouseOfCards potrebbe tornare da mamma (via da @SkyAtlanticHD).
— Leo Damerini (@LeoDamerini) 29 Aprile 2015
NEWS - La BBC non ci sta! Il network inglese combatte il boom di Netflix e Amazon on line
(ANSA) - LONDRA - La BBC diventa sempre piu' digitale, con l'aspirazione ad essere un "broadcaster internet-centrico", visto che sempre piu' persone nel Regno Unito e all'estero ne seguono i programmi online e non piu' attraverso le tradizionali televisioni e radio. "Dobbiamo adattare la nostra produzione e la nostra trasmissione al nostro pubblico giovane, che ci segue sempre piu' online e su dispositivi portatili", dice Matthew Postgate, Chief technology officer dell'azienda radiotelevisiva britannica, che lancia una sfida a providers come Netfix ed Amazon. "Nei prossimi cinque anni la mia policy sara' 'Internet first'", dice in un'intervista al 'Financial Times'. Uno dei tre canali in chiaro della Bbc, il terzo, quello dedicato ai giovani, lascera' la programmazione in chiaro per essere visibile solo on line, proprio per venire incontro al fatto che i giovani non guardano piu' la televisione in modo tradizionale ma lo fanno attraverso i pc ed i tablet.
(ANSA) - LONDRA - La BBC diventa sempre piu' digitale, con l'aspirazione ad essere un "broadcaster internet-centrico", visto che sempre piu' persone nel Regno Unito e all'estero ne seguono i programmi online e non piu' attraverso le tradizionali televisioni e radio. "Dobbiamo adattare la nostra produzione e la nostra trasmissione al nostro pubblico giovane, che ci segue sempre piu' online e su dispositivi portatili", dice Matthew Postgate, Chief technology officer dell'azienda radiotelevisiva britannica, che lancia una sfida a providers come Netfix ed Amazon. "Nei prossimi cinque anni la mia policy sara' 'Internet first'", dice in un'intervista al 'Financial Times'. Uno dei tre canali in chiaro della Bbc, il terzo, quello dedicato ai giovani, lascera' la programmazione in chiaro per essere visibile solo on line, proprio per venire incontro al fatto che i giovani non guardano piu' la televisione in modo tradizionale ma lo fanno attraverso i pc ed i tablet.
martedì 28 aprile 2015
January Jones dons a red lip on the cover of Marie Claire UK‘s May 2015 issue, out on newsstands now!
Here is what the Mad Men actress had to share with the mag:
On marriage: “I mean, if someone came along and was obsessed with marrying me, I would think about that. But growing up, all my family was married and never really got divorced, so marriage was a big deal, it was something you definitely did, so it’s not that I’m afraid of it.” she said before adding with a laugh, “I just don’t need the tax write-off.”
On the entertainment business: “I have yet to feel I can make a living from this. I still feel like they are going to find me out and I won’t be able to support my family in five or ten years. There is this insecurity, because this is the job where you put yourself out there to be judged, so we kind of ask for that insecurity.”
On taking placenta pills combat post-partum depression: “Whenever I felt down, I would take a placenta vitamin and feel better. I didn’t have a fork and knife and eat it like a steak, I took it with my vitamin C and B12. I don’t know if they were a placebo, but they made me feel better. People act like I’m doing some kind of witchcraft.”
For more on January, visit Marieclare.co.uk!
lunedì 27 aprile 2015
NEWS - Fiat Netflix! In attesa dello sbarco in Italia in autunno, il brand streaming rivoluziona il piccolo schermo: chi ha Netflix non guarda più la tv e batte ogni pirateria (una rivoluzione culturale che affonderà anche i pirati italiani?)
Articolo tratto da "Il Foglio"
Mercoledì sera Netflix, la compagnia americana che fornisce su abbonamento e via streaming film, serie tv e altri contenuti, ha presentato i suoi risultati trimestrali, e il numero dei nuovi abbonati ha superato tutte le aspettative. Quasi cinque milioni di nuovi utenti, che portano il totale degli abbonati a 62,3 milioni, un dato record sia per il mercato statunitense sia per quello internazionale. Subito dopo la notizia, Netflix ha avuto un boom di oltre il 12 per cento alla Borsa di New York, e l'entusiasmo degli investitori è segno che anche loro stanno iniziando a vedere nei dati di crescita un trend, e nel trend una speranza per il futuro di un mercato che sembrava in difficoltà: i numeri di Netflix e dei suoi molti concorrenti non sono più esperimenti isolati o episodi virtuosi, i dati sono consistenti, la gente sta davvero ricominciando a pagare per avere quello che negli ultimi dieci anni ha piratato. Dopo la trimestrale eccellente, ha notato Quartz, oggi Netflix ha un valore di mercato superiore a Cbs, una delle reti televisive americane con il numero totale di spettatori più alto (Netflix però è ancora lontanissima dai grandi conglomerati mediatici come Fox), e il report presentato agli investitori dice che nel primo trimestre del 2015 gli abbonati hanno guardato in totale 10 miliardi di ore di contenuti video. Sono quasi due ore al giorno per ciascun spettatore: chi ha Netflix non guarda più la televisione. I grandi gruppi dei media lo sanno, e negli ultimi mesi in America, in Europa e in parte anche in Italia il settore dei contenuti in streaming on demand si è affollato. I dominatori del mercato dello streaming americano, Netflix, Amazon e Hulu, oggi sono insidiati da nuovi player e da alcuni campioni tradizionali, come Hbo - che ha lanciato da poco un nuovo servizio di streaming - Sony e Dish. Apple, che secondo i rumors da tempo sta contrattando con le case di produzione, ha appena annunciato che farà un keynote a giugno, e molti indizi fanno pensare che Tim Cook punterà moltissimo su una nuova versione della sua Apple Tv. In Italia, oltre ai servizi di Mediaset e Sky, la Rai ha lanciato da poco una partnership con Google per proporre alcuni suoi programmi in streaming a pagamento. Così tra il boom di abbonati, i ricavi che soddisfano le aspettative e la concorrenza che aumenta, ormai ci sono molti dati per dire che il modello Netflix dello streaming su abbonamento è un successo anche a livello di tenuta economica - e che come molti dei servizi "disruptive", da Uber ad Airbnb, è un fattore fondamentale nella lotta alla pirateria, nell'emersione dell'economia sommersa, nella riduzione del mercato illegale. E' un cambiamento anzitutto culturale, l'idea che un servizio online possa essere pagato non è più vista come un'eresia, ma è anche un cambiamento di impostazione da parte di chi i servizi li eroga: Netflix è più comodo, completo e facile da usare (oltre che sicuro e legale) di qualsiasi contenuto piratato. E' un trend che si nota bene nel mercato musicale, dove da alcuni anni il successo dei servizi di streaming musicale come Spotify si accompagna a una diminuzione della pirateria. Il mercato illegale si sconfigge quando il servizio a pagamento è migliore di quello pirata. Pagare pochi euro al mese a Spotify o a Netflix è meglio che affogare il proprio computer con gigabyte di file illegali e rischiare multe esorbitanti. I consumatori se ne sono accorti. Per questo la situazione italiana è in parte preoccupante. In Italia il mercato dello streaming video è molto frammentato, i diritti dei contenuti più popolari sono già stati concessi ai player locali, e Netflix, per esempio, continua a rimandare il suo esordio italiano proprio per il timore che la sua offerta non sia sufficiente a battere, tra gli altri, anche la pirateria. (n.d.r.: anche se si vocifera di un imminente sbarco di Netflix in Italia in autunno)
Mercoledì sera Netflix, la compagnia americana che fornisce su abbonamento e via streaming film, serie tv e altri contenuti, ha presentato i suoi risultati trimestrali, e il numero dei nuovi abbonati ha superato tutte le aspettative. Quasi cinque milioni di nuovi utenti, che portano il totale degli abbonati a 62,3 milioni, un dato record sia per il mercato statunitense sia per quello internazionale. Subito dopo la notizia, Netflix ha avuto un boom di oltre il 12 per cento alla Borsa di New York, e l'entusiasmo degli investitori è segno che anche loro stanno iniziando a vedere nei dati di crescita un trend, e nel trend una speranza per il futuro di un mercato che sembrava in difficoltà: i numeri di Netflix e dei suoi molti concorrenti non sono più esperimenti isolati o episodi virtuosi, i dati sono consistenti, la gente sta davvero ricominciando a pagare per avere quello che negli ultimi dieci anni ha piratato. Dopo la trimestrale eccellente, ha notato Quartz, oggi Netflix ha un valore di mercato superiore a Cbs, una delle reti televisive americane con il numero totale di spettatori più alto (Netflix però è ancora lontanissima dai grandi conglomerati mediatici come Fox), e il report presentato agli investitori dice che nel primo trimestre del 2015 gli abbonati hanno guardato in totale 10 miliardi di ore di contenuti video. Sono quasi due ore al giorno per ciascun spettatore: chi ha Netflix non guarda più la televisione. I grandi gruppi dei media lo sanno, e negli ultimi mesi in America, in Europa e in parte anche in Italia il settore dei contenuti in streaming on demand si è affollato. I dominatori del mercato dello streaming americano, Netflix, Amazon e Hulu, oggi sono insidiati da nuovi player e da alcuni campioni tradizionali, come Hbo - che ha lanciato da poco un nuovo servizio di streaming - Sony e Dish. Apple, che secondo i rumors da tempo sta contrattando con le case di produzione, ha appena annunciato che farà un keynote a giugno, e molti indizi fanno pensare che Tim Cook punterà moltissimo su una nuova versione della sua Apple Tv. In Italia, oltre ai servizi di Mediaset e Sky, la Rai ha lanciato da poco una partnership con Google per proporre alcuni suoi programmi in streaming a pagamento. Così tra il boom di abbonati, i ricavi che soddisfano le aspettative e la concorrenza che aumenta, ormai ci sono molti dati per dire che il modello Netflix dello streaming su abbonamento è un successo anche a livello di tenuta economica - e che come molti dei servizi "disruptive", da Uber ad Airbnb, è un fattore fondamentale nella lotta alla pirateria, nell'emersione dell'economia sommersa, nella riduzione del mercato illegale. E' un cambiamento anzitutto culturale, l'idea che un servizio online possa essere pagato non è più vista come un'eresia, ma è anche un cambiamento di impostazione da parte di chi i servizi li eroga: Netflix è più comodo, completo e facile da usare (oltre che sicuro e legale) di qualsiasi contenuto piratato. E' un trend che si nota bene nel mercato musicale, dove da alcuni anni il successo dei servizi di streaming musicale come Spotify si accompagna a una diminuzione della pirateria. Il mercato illegale si sconfigge quando il servizio a pagamento è migliore di quello pirata. Pagare pochi euro al mese a Spotify o a Netflix è meglio che affogare il proprio computer con gigabyte di file illegali e rischiare multe esorbitanti. I consumatori se ne sono accorti. Per questo la situazione italiana è in parte preoccupante. In Italia il mercato dello streaming video è molto frammentato, i diritti dei contenuti più popolari sono già stati concessi ai player locali, e Netflix, per esempio, continua a rimandare il suo esordio italiano proprio per il timore che la sua offerta non sia sufficiente a battere, tra gli altri, anche la pirateria. (n.d.r.: anche se si vocifera di un imminente sbarco di Netflix in Italia in autunno)
domenica 26 aprile 2015
GOSSIP - "Senza vestiti mi sento più forte!". Oltre alla Cox di "OITNB", anche Katheryn Winnick di "Vikings" nuda su "Allure"
"I walked in nervous and vulnerable," says Katheryn Winnick, 37. And that's not a familiar feeling for the Vikings star, a third-degree black belt in Tae Kwon Do and licensed bodyguard. "There's a confidence that comes from knowing you can defend yourself," she says. In the end, "posing nude made me feel more free and empowered."
How did you prep for the shoot?
"I called my girlfriends and asked them to pose naked to show me what positions look good. I have a few crazy photos on my phone."
What's your nude comfort level at home?
"I'll do the dishes naked, learn my lines naked, walk around my house naked."
Have you ever been to a strip club?
"I used to go. There are incredible dancers there, and if it's in a classy way...I appreciated a woman's body when I was there."
Any parting words?
"Everybody should do this, in their home, hopefully with their significant other. If you can feel good in your own skin, why hide it?"
"I walked in nervous and vulnerable," says Katheryn Winnick, 37. And that's not a familiar feeling for the Vikings star, a third-degree black belt in Tae Kwon Do and licensed bodyguard. "There's a confidence that comes from knowing you can defend yourself," she says. In the end, "posing nude made me feel more free and empowered."
How did you prep for the shoot?
"I called my girlfriends and asked them to pose naked to show me what positions look good. I have a few crazy photos on my phone."
What's your nude comfort level at home?
"I'll do the dishes naked, learn my lines naked, walk around my house naked."
Have you ever been to a strip club?
"I used to go. There are incredible dancers there, and if it's in a classy way...I appreciated a woman's body when I was there."
Any parting words?
"Everybody should do this, in their home, hopefully with their significant other. If you can feel good in your own skin, why hide it?"
Iscriviti a:
Post (Atom)