StraCult: serie top della settimana, Hart of Dixie, nuovo show della CW ideato da Josh Schwartz e Leila Gerstein. Protagonista principale, Rachel Bilson, attrice amata dal giovane pubblico, diventata famosa grazie al ruolo della divertente Summer in The O.C. In Hart of Dixie, che riporta alla memoria il film Tutta colpa dell’amore, la Bilson interpreta Zoe Hart, specializzanda di chirurgia in un rinomato ospedale di Manhattan, studentessa modello laureata a pieni voti, disposta a tutto pur di affermarsi come medico. Troppo precisa e distaccata sul lavoro però, viene redarguita dal suo capo poiché poco incline a dialogo e comunicazione con i pazienti, e spedita a Bluebell (Alabama), in una piccola clinica, luogo ideale dove approfondire i rapporti interpersonali. Semplice e genuino, seppur infarcito di buoni sentimenti ed esiti inevitabilmente disneyani, Hart of Dixie è l’incrocio ben riuscito tra Everwood e Gilmore Girls, e la protagonista, Zoe, è la giusta sintesi tra la Cristina Yang di Grey’s Anatomy e la Serena Van Der Woodsen di Gossip Girl.
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StraCotti: ad andare inaspettatamente giù è Person of Interest, la serie firmata da J.J. Abrams (Lost, Alias, Fringe,) e Jonathan Nolan (Memento, The Prestige, Batman Begins), in onda sulla CBS e interpretata da Michael Emerson, l’indimenticabile Benjamin Linus di Lost, e Jim Caviezel (The Prisoner). Pur apprezzando notevolmente l’idea che c’è alla base della storia (che ricorda parecchio Minority Report), oltre alla regia, indubbiamente eccellente, la serie non può però essere annoverata tra le migliori novità dell’anno. Aldilà di magnifiche inquadrature e ottimi movimenti di macchina, il resto proprio non va: la trama scorre lenta, i dialoghi risultano prolissi e l’interpretazione di Jim Caviezel, statico e per nulla espressivo, non convince affatto. Non c’è coinvolgimento né pathos, ogni episodio pare fine a sé stesso e sembra mancare la voglia di scavare a fondo nel background e nella psicologia dei personaggi. Il potenziale c’è, ma non viene sfruttato. Non c’è introspezione, né approfondimento e affezionarsi a uno dei protagonisti, risulta, per il momento, molto difficile. Manca, insomma, quel tocco in più che possa far decollare la serie, manca quell’anima che Abrams aveva conferito a Lost.
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