GOSSIP - Nina, che Self...control! La Dobrev che non ti aspetti: "felice che Ian si sia sposato, eravamo amici e lo siamo tutt'ora"
Nina Dobrev shows off her figure in a skin tight outfit on the cover of Self magazine’s June 2015 issue, on newsstands May 26. Here’s what the 26-year-old actress had to share with the mag:
On leaving The Vampire Diaries: “I’ve loved
working on this show. It’s been such a crazy, awesome adventure, and
I’ve been surrounded by so many people who I consider family. I know
this is a new exciting step in the right direction for me, but it’s
going to be so strange not to be with them.”
On preparing to audition for roles: “I’m ready to put up that fight again. I’m excited to put up that fight.”
On a roadtrip she’s taking before getting ready to hit the pavement: “There are no hotel reservations, no real plans. Just six people, three vehicles, two in each car.”
Nina Dobrev has nothing, but wonderful things to say about ex Ian Somerhalder, who just married Nikki Reed! “I’ve said this before, that we didn’t break up because anything bad
happened or because there wasn’t love or friendship,” the 26-year-old
actress shared to E! News.
“I love him and the friendship is still strong and I think he’s great
and I care about him. And that didn’t change. Yes, we’re professional
and that’s fine. We were friends long before we dated and we still are
now.”
She added about Ian‘s wedding, “When I heard about
the wedding, I thought it was beautiful. They look happy and I am happy,
and so I don’t see why there should be a problem with that… Of course,
we’re on a teen drama show, everyone’s going to look for drama…I just
ignore it.”
sabato 16 maggio 2015
venerdì 15 maggio 2015
(ANSA) - Le
indiscrezioni sul recente incontro ad Arcore tra Rupert Murdoch e Silvio
Berlusconi riferiscono che l'argomento all'ordine del giorno e' stata la
possibile vendita di Premium, la pay tv del gruppo Mediaset, a
Sky, la tv satellitare del magnate australiano. E
certamente il confronto e' in corso, con possibilita' di alleanze sui
contenuti. Ma la trasferta di Murdoch ha una motivazione di
fondo. La volonta' e' di verificare la possibilita' di fare fronte
comune contro il vero nemico di entrambi: Netflix, la public
company americana che in pochi anni e' diventata un vero
colosso puntando sulla televisione on demand, su richiesta, un
mercato in continua espansione molto diverso dai palinsesti
tradizionali, basato anche sull'offerta di produzioni originali.
Tra quelle di maggior successo, per esempio, e' House of
cards, che accende i riflettori sulle lotte dietro le quinte alla
Casa Bianca. Netflix e' gia' sbarcata
nel Regno Unito e in buona parte dei Paesi europei, con piani di forte crescita.
L'allarme di Murdoch a Berlusconi e' stato senza giri di parole:
attenzione, e' stato il senso del suo pensiero, perche' il
rischio, tra cinque anni, e' di essere spazzati via. Un allarme, quello di
Murdoch, che per Berlusconi e' stato soltanto l'ultima
conferma. In Italia, per il momento, il gruppo americano non e' ancora
entrato, anche se le sue serie televisive stanno acquistando
notorieta'. Soprattutto tra i giovani e nelle grandi citta' i canali
televisivi generalisti sono in netto calo di ascolti,
mentre cresce l'abitudine alla tv on demand. Ma la crescita
di Netflix sul mercato italiano, a partire dall'esordio previsto
per fine anno e su cui sono in corso trattative con
l'amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuano, e'
condizionato alla costruzione di una rete nazionale in cavi di
fibra ottica superveloce, che ancora manca. Per questo lo scontro in corso
tra Cdp (Cassa depositi e prestiti), d'intesa con il governo, e Telecom
Italia va letto tenendo conto della variabile televisiva. Cdp
punta a recuperare i ritardi dell'Italia rispetto agli obiettivi
europei della banda larga rendendola disponibile ad oltre
meta' degli italiani, come spiega il documento sulle "linee
guida del progetto nazionale della fibra", presentato nel
marzo scorso a Telecom Italia. La proposta di piano lascia alla
societa' un ruolo chiave ma non esclusivo e, soprattutto, condizionato
agli investimenti che verranno effettivamente realizzati. Il
progetto, in aprile, e' stato bocciato da Telecom, che ha
controproposto la firma di una lettera d'intenti con accordi diversi. Le
principali differenze sono tre: il controllo da subito
delle operazioni arrivando poi al 100% di proprieta' della
nuova rete, una copertura del territorio molto meno estesa,
la previsione di arrivare con la fibra ottica soltanto alla
base degli stabili e non nei singoli appartamenti (mantenendo
cosi' l'ultimo tratto della rete in rame, di cui Telecom ha
l'esclusiva e che ha tutto l'interesse a valorizzare per piu' tempo
possibile). La rottura e' stata inevitabile,
con il presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi, e la maggioranza del
consiglio di amministrazione che hanno isolato la
posizione di Patuano, piu' disponibile alla trattativa con Cdp e con il
governo. In consiglio il confronto sulla linea da seguire
nei negoziati con Cdp, tenuto strettamente riservato, risulta
avere avuto toni serrati. Da segnalare il pieno appoggio a
Patuano del consigliere francese Jean Paul Fitoussi,
mentre altri hanno sostenuto la linea dura. Spicca, tra loro,
Tarak Ben Ammar, l'imprenditore tunisino che, per una volta,
e' venuto meno al ruolo che ama di piu', quello di mediatore. Proprio Tarak va tenuto d'occhio
perche' ha un ruolo determinante nei rapporti con il finanziere
bretone Vincent Bollore', presidente di Vivendi, leader nei
media e nei contenuti, che sta subentrando agli spagnoli
di Telefonica come azionista di riferimento dell'azionariato di
Telecom Italia. Patuano ha scommesso su un assetto azionario
da public company. La realta' e' che Vivendi e i francesi si
annunciano come protagonisti. Il passo successivo e' che, nel
nome della convergenza tra contenuti e tlc, potrebbero
favorire la grande alleanza tra Telecom e un gruppo molto vicino
da sempre a Tarak: Mediaset e le sue televisioni. Tarak, che si
divide tra Parigi, Roma e Milano, e' un grande amico di Silvio
Berlusconi ed e' stato anche consigliere di amministrazione
Mediaset. Netflix, con massima soddisfazione per Murdoch, puo' aspettare.
giovedì 14 maggio 2015
NEWS - Fox attack! Possibilità: "i titoli di Fox Crime e Fox Life su Mediaset Premium come 2° finestra". Progetto: "al via autoproduzioni italiane seriali". Netflix: "non fa paura e spinge all'on demand". Parla il CEO di Fox International Channels
Articolo tratto da "Il Sole 24 ore"
«In Italia affrontiamo quotidianamente la concorrenza di oltre 70 canali in chiaro. Che diventino settanta più Netflix deve preoccuparmi?». Argentino, Hernan Lopez come numero uno mondiale di Fox International Channels siede su un business di 3 miliardi di dollari grazie a canali che raggiungono una platea di 2 miliardi di spettatori nel mondo. Il presidente e ceo di Fox International Channels nei giorni scorsi è stato in Italia, a Roma, per l'anteprima mondiale della serie tv targata Fox, Wayward Pines. «Da oggi, giovedì sarà trasmesso in contemporanea in 126 Paesi. E questo la dice lunga sulla forza e la capacità di un'azienda come la nostra». In Italia il gruppo- di proprietà di quella 21st Century Fox nata dallo split delle attività di intrattenimento della galassia Murdoch - ha un business che «sul fatturato totale pesa a una cifra percentuale, ma significativa» e ha 11 canali televisivi satellitari distribuiti da Sky Italia con Fox Sports distribuito anche in Mediaset Premium. Ma dalla prossima stagione il canale sarà in esclusiva sulla piattaforma Sky. È la prova che Fox è parte in causa nella battaglia fra Sky e quella Mediaset colpevole di avere vinto i diritti della Champions league per il 2015-18? È solo il risultato di trattative di mercato. Sky è nostro partner per quanto riguarda la distribuzione di contenuti ed è stato il nostro partner in esclusiva per molti anni. Fino a quando non abbiamo deciso di lanciare Fox Sports. Questo tipo di contratto andava verso la scadenza (a giugno, ndr.) e la controparte Sky ci ha fatto una proposta economica che ci ha portato a optare per un'offerta in esclusiva. È possibile la distribuzione attraverso Mediaset Premium di vostri canali come FoxLife o FoxCrime? I canali sono e restano esclusiva Sky. I prodotti, non i canali, potrebbero essere eventualmente disponibile in una seconda finestra. In Italia sta per sbarcare Netflix. Che impatto avrà sulle vostre scelte strategiche? Il lancio di Netflix ha avuto un effetto molto importante su aziende come la nostra soprattutto nella misura in cui ci ha spinti verso l'on demand per una maggiore offerta di nostri contenuti. Siamo però pronti a competere. Quindi avete intenzione di potenziare l'on demand, magari con una vostra piattaforma? In molti Paesi noi abbiamo una nostra piattaforma: Fox Play. Non in Italia, dal momento che operiamo in esclusiva con Sky che ha una sua piattaforma. E se una delle motivazioni alla base della creazione di Fox Play è stata quella di avere un unico punto di accesso ai contenuti Fox, la presenza di una piattaforma Sky in questo senso riduce la nostra esigenza. Nel mondo siete presenti nel free-to-air in Finlandia e Turchia. Avete intenzione di replicare in altri mercati europei? Siamo alla ricerca di opportunità, ma anche rigorosi nelle nostre scelte. Per potere avere successo nel free-to-air devi avere la scala necessaria in termini di vendita di contenuti pubblicitari, di produzione di contenuti e titolarità dei diritti. Quindi una nostra scelta nel free-to-air potrebbe avvenire solo considerando questi fattori.
C'è grande fermento negli Usa nel settore televisivo. Voi puntate a qualche acquisizione? Come dicevo, siamo alla ricerca di opportunità. Ma non vedo grandi opportunità in giro. Tendenzialmente però siamo soprattutto costruttori dei nostri asset in termini di contenuti. Oggi peraltro siamo arrivati a una situazione, in termini dimensionali e di struttura, tale da consentirci di fare produzioni in casa, come avviene in Usa, Messico e Colombia. Ma proprio sul fronte delle produzioni vogliamo aumentare il nostro impegno nel vostro Paese. Quindi un centro di produzione vostro in Italia? Non dico questo. Però l'italiano è una delle sei lingue che riteniamo strategiche insieme con inglese, spagnolo, portoghese, mandarino e turco. E quindi produrremo di più, puntando su contenuti originali, appoggiandoci su case di produzione locali. E abbiamo anche un altro progetto. Quale? Vogliamo espanderci nel licensing e nel merchandising. Quale messaggio si sentirebbe di lanciare al mercato televisivo italiano? Gli operatori dovrebbero lavorare di più insieme per riaccendere l'interesse da parte della comunità degli inserzionisti. Dall'esterno si percepisce abbastanza l'anomalia di un mercato pubblicitario in calo pur a fronte di una tv che in Italia è viva, presente, vegeta.
Articolo tratto da "Il Sole 24 ore"
«In Italia affrontiamo quotidianamente la concorrenza di oltre 70 canali in chiaro. Che diventino settanta più Netflix deve preoccuparmi?». Argentino, Hernan Lopez come numero uno mondiale di Fox International Channels siede su un business di 3 miliardi di dollari grazie a canali che raggiungono una platea di 2 miliardi di spettatori nel mondo. Il presidente e ceo di Fox International Channels nei giorni scorsi è stato in Italia, a Roma, per l'anteprima mondiale della serie tv targata Fox, Wayward Pines. «Da oggi, giovedì sarà trasmesso in contemporanea in 126 Paesi. E questo la dice lunga sulla forza e la capacità di un'azienda come la nostra». In Italia il gruppo- di proprietà di quella 21st Century Fox nata dallo split delle attività di intrattenimento della galassia Murdoch - ha un business che «sul fatturato totale pesa a una cifra percentuale, ma significativa» e ha 11 canali televisivi satellitari distribuiti da Sky Italia con Fox Sports distribuito anche in Mediaset Premium. Ma dalla prossima stagione il canale sarà in esclusiva sulla piattaforma Sky. È la prova che Fox è parte in causa nella battaglia fra Sky e quella Mediaset colpevole di avere vinto i diritti della Champions league per il 2015-18? È solo il risultato di trattative di mercato. Sky è nostro partner per quanto riguarda la distribuzione di contenuti ed è stato il nostro partner in esclusiva per molti anni. Fino a quando non abbiamo deciso di lanciare Fox Sports. Questo tipo di contratto andava verso la scadenza (a giugno, ndr.) e la controparte Sky ci ha fatto una proposta economica che ci ha portato a optare per un'offerta in esclusiva. È possibile la distribuzione attraverso Mediaset Premium di vostri canali come FoxLife o FoxCrime? I canali sono e restano esclusiva Sky. I prodotti, non i canali, potrebbero essere eventualmente disponibile in una seconda finestra. In Italia sta per sbarcare Netflix. Che impatto avrà sulle vostre scelte strategiche? Il lancio di Netflix ha avuto un effetto molto importante su aziende come la nostra soprattutto nella misura in cui ci ha spinti verso l'on demand per una maggiore offerta di nostri contenuti. Siamo però pronti a competere. Quindi avete intenzione di potenziare l'on demand, magari con una vostra piattaforma? In molti Paesi noi abbiamo una nostra piattaforma: Fox Play. Non in Italia, dal momento che operiamo in esclusiva con Sky che ha una sua piattaforma. E se una delle motivazioni alla base della creazione di Fox Play è stata quella di avere un unico punto di accesso ai contenuti Fox, la presenza di una piattaforma Sky in questo senso riduce la nostra esigenza. Nel mondo siete presenti nel free-to-air in Finlandia e Turchia. Avete intenzione di replicare in altri mercati europei? Siamo alla ricerca di opportunità, ma anche rigorosi nelle nostre scelte. Per potere avere successo nel free-to-air devi avere la scala necessaria in termini di vendita di contenuti pubblicitari, di produzione di contenuti e titolarità dei diritti. Quindi una nostra scelta nel free-to-air potrebbe avvenire solo considerando questi fattori.
C'è grande fermento negli Usa nel settore televisivo. Voi puntate a qualche acquisizione? Come dicevo, siamo alla ricerca di opportunità. Ma non vedo grandi opportunità in giro. Tendenzialmente però siamo soprattutto costruttori dei nostri asset in termini di contenuti. Oggi peraltro siamo arrivati a una situazione, in termini dimensionali e di struttura, tale da consentirci di fare produzioni in casa, come avviene in Usa, Messico e Colombia. Ma proprio sul fronte delle produzioni vogliamo aumentare il nostro impegno nel vostro Paese. Quindi un centro di produzione vostro in Italia? Non dico questo. Però l'italiano è una delle sei lingue che riteniamo strategiche insieme con inglese, spagnolo, portoghese, mandarino e turco. E quindi produrremo di più, puntando su contenuti originali, appoggiandoci su case di produzione locali. E abbiamo anche un altro progetto. Quale? Vogliamo espanderci nel licensing e nel merchandising. Quale messaggio si sentirebbe di lanciare al mercato televisivo italiano? Gli operatori dovrebbero lavorare di più insieme per riaccendere l'interesse da parte della comunità degli inserzionisti. Dall'esterno si percepisce abbastanza l'anomalia di un mercato pubblicitario in calo pur a fronte di una tv che in Italia è viva, presente, vegeta.
GOSSIP - (S)coppia col bacio! In attesa del reboot di "X-Files", Duchovny e Anderson si baciano sul palco di NY, cantando in duetto Neil Young
The "X-Files" reboot is happening next January, so David Duchovny and Gillian Anderson will be spending a lot of time together. But we didn't expect them to sing and kiss on stage.
On Tuesday night, Duchovny played a show in New York City to celebrate the release of his debut album, "Hell or Highwater." The actor-singer-songwriter-author-director was joined on stage by Anderson in what may be the most adorable reunion ever.
Per Anderson's request, the two sang Neil Young's "Helpless" for the encore. Agent Mulder whispered into Agent Scully's ear during the performance, then kissed her at the end, imploding "X-Files" hearts across the galaxy.
The "X-Files" reboot is happening next January, so David Duchovny and Gillian Anderson will be spending a lot of time together. But we didn't expect them to sing and kiss on stage.
On Tuesday night, Duchovny played a show in New York City to celebrate the release of his debut album, "Hell or Highwater." The actor-singer-songwriter-author-director was joined on stage by Anderson in what may be the most adorable reunion ever.
Per Anderson's request, the two sang Neil Young's "Helpless" for the encore. Agent Mulder whispered into Agent Scully's ear during the performance, then kissed her at the end, imploding "X-Files" hearts across the galaxy.
SGUARDO FETISH - Oh my GOT (1)! Emilia Clarke svela che Jay Z ha regalato a Beyonce un uovo originale di "Game Of Thrones"
News tratta da "Uproxx"
The gift-buying process is so integral to a relationship that screwing it up can end a union just like that. In fact, when you’re together long enough that you just aren’t breaking up no matter what, most folks put a cap on gifts so when we do screw it up it’s just stupid, and not expensive as well.
I’m guessing it doesn’t work like that for the billion-dollar Carters, because Jay Z and Beyonce have enough money to buy each other just about anything, and judging by this story they do just that.
Everybody’s favorite mother of dragons, Emilia Clarke, covers the June/July issue of Harper’s Bazaar, and in it she lets go a juicy nugget about Hov and B: they’re Game Of Thrones dorks just like the rest of us. So much so that Jay actually purchased one of the original and official dragon eggs from the show for Bey, eggs that Clarke says are “really, really, really expensive and they are really f*cking heavy and serious works of art”. So, if you’re ever fortunate enough to set foot in Jay Z and Beyonce’s home, and are bold enough to kick your feet up on their coffee table, that might be a dragon egg sitting next to your shoes. Like, the real deal.
News tratta da "Uproxx"
The gift-buying process is so integral to a relationship that screwing it up can end a union just like that. In fact, when you’re together long enough that you just aren’t breaking up no matter what, most folks put a cap on gifts so when we do screw it up it’s just stupid, and not expensive as well.
I’m guessing it doesn’t work like that for the billion-dollar Carters, because Jay Z and Beyonce have enough money to buy each other just about anything, and judging by this story they do just that.
Everybody’s favorite mother of dragons, Emilia Clarke, covers the June/July issue of Harper’s Bazaar, and in it she lets go a juicy nugget about Hov and B: they’re Game Of Thrones dorks just like the rest of us. So much so that Jay actually purchased one of the original and official dragon eggs from the show for Bey, eggs that Clarke says are “really, really, really expensive and they are really f*cking heavy and serious works of art”. So, if you’re ever fortunate enough to set foot in Jay Z and Beyonce’s home, and are bold enough to kick your feet up on their coffee table, that might be a dragon egg sitting next to your shoes. Like, the real deal.
mercoledì 13 maggio 2015
GOSSIP - Social is the new fuck! Taylor Schilling di "OITNB" si ribella al presenzialismo narcisistico on line
Taylor Schilling does double denim on the cover of Elle Canada‘s June 2015 issue.
Here’s what the 30-year-old Orange is the New Black actress had to share with the mag:
On the state of online culture: “There is something so sad about going online and seeing almost everyone shouting ‘Notice me, notice me!’ Which is such a human desire—to be acknowledged. But me responding to that with some sort of ‘You’re noticed, you’re seen’ only perpetuates the loneliness. Because I’m not seeing you; I’m not noticing you. And whoever you are, you so deserve to be noticed and valued. I feel lucky to have not grown up with the Internet because it forced me to get out, struggle and be so messy.”
On feeling pressures to share more on social media: “It has almost become a defiant thing at this point because I do not believe this celebrity Kim Kardashian culture is what I signed up for. I’d rather create something honest than try to create something for a social-media account. Besides, my brain is just way too fragile for both. [Laughs] I am susceptible to what people think; I think we all are. So it’s just easier for me to not engage with it too much.”
On when life hands you what you needs: “Right before Orange happened, I was in a period of fully questioning myself, and I came to the conclusion that either I’m going to like what I do or I’d be happy doing low-rent theatre in New York City. That bone-deep acceptance of your life – whatever it looks like – is when doors start to open and an opportunity presents itself.”
For more from Taylor, visit ElleCanada.com.
Taylor Schilling does double denim on the cover of Elle Canada‘s June 2015 issue.
Here’s what the 30-year-old Orange is the New Black actress had to share with the mag:
On the state of online culture: “There is something so sad about going online and seeing almost everyone shouting ‘Notice me, notice me!’ Which is such a human desire—to be acknowledged. But me responding to that with some sort of ‘You’re noticed, you’re seen’ only perpetuates the loneliness. Because I’m not seeing you; I’m not noticing you. And whoever you are, you so deserve to be noticed and valued. I feel lucky to have not grown up with the Internet because it forced me to get out, struggle and be so messy.”
On feeling pressures to share more on social media: “It has almost become a defiant thing at this point because I do not believe this celebrity Kim Kardashian culture is what I signed up for. I’d rather create something honest than try to create something for a social-media account. Besides, my brain is just way too fragile for both. [Laughs] I am susceptible to what people think; I think we all are. So it’s just easier for me to not engage with it too much.”
On when life hands you what you needs: “Right before Orange happened, I was in a period of fully questioning myself, and I came to the conclusion that either I’m going to like what I do or I’d be happy doing low-rent theatre in New York City. That bone-deep acceptance of your life – whatever it looks like – is when doors start to open and an opportunity presents itself.”
For more from Taylor, visit ElleCanada.com.
martedì 12 maggio 2015
NEWS - Netflix sotto l'Albero! A Natale 2015 il possibile sbarco in Italia (a 7,99 euro mensili). Accordi con Telecom (per la fibra) e produttori (per serie tv italiane stile "Orange" o "House")
Articolo tratto da DailyNet
Una giornata come tante altre. Errore: è il 25 dicembre, ti svegli e subito vai a curiosare sotto l'albero. E cosa trovi? Netflix. L'ormai mitico servizio di streaming agognato dagli internauti aprirà la versione italiana del suo catalogo di film e serie tv a 7,99 euro al mese proprio durante il periodo delle festività natalizie. La febbre, già innalzatasi a livelli esagerati qualche settimana orsono, quando si era parlato di un debutto autunnale, pare stia raggiungendo livelli oltre la classica guardia. I contatti con Telecom Italia sono stati confermati e si parla di accordi con i produttori italiani. Tutto questo mentre in Francia, dove Netflix ha aperto appena lo scorso settembre, fanno scalpore gli 8 milioni che il gruppo Usa ha impegnato per produrre con Gaumont la serie "Marseille", una fiction politica sulla linea di House of Cards e che sarà messa online entro l'anno con quello che è ormai il classico stile Netflix, cioè tutte le puntate assieme contemporaneamente. Un accordo analogo potrebbe arrivare presto con un altro produttore. Netflix esalta ma fa anche paura. A terrorizzare è l'uso di banda. "Negli Usa Netflix consuma più di un terzo del traffico internet in download nelle ore di picco, e fa registrare il più alto volume tra tutti i servizi video a banda larga. I suoi più diretti concorrenti, ITunes e Amazon, sono molto lontani, con quote rispettivamente di 2,8 e 2,6%, mentre YouTube consuma il 14% della banda disponibile", ha spiegato ad Affari e Finanza Augusto Preta, direttore di It Media Consulting che, a fine mese, pubblicherà il rapporto Il video on demand in Europa. Netflix ha portato benefici alle major e alle telco, da cui la società compra traffico. A pagare il conto, almeno a prima vista, sono state le pay tv: Netflix erode la cassa delle grandi piattaforme, ovvero Hbo di Warner, Fox di News Corp negli Usa e poi, attraversando l'Atlantico, Sky e man mano che entra nei vari mercati tutti gli altri, Canal Plus di Vivendi, Premium di Mediaset, Movistar di Telefonica.
Articolo tratto da DailyNet
Una giornata come tante altre. Errore: è il 25 dicembre, ti svegli e subito vai a curiosare sotto l'albero. E cosa trovi? Netflix. L'ormai mitico servizio di streaming agognato dagli internauti aprirà la versione italiana del suo catalogo di film e serie tv a 7,99 euro al mese proprio durante il periodo delle festività natalizie. La febbre, già innalzatasi a livelli esagerati qualche settimana orsono, quando si era parlato di un debutto autunnale, pare stia raggiungendo livelli oltre la classica guardia. I contatti con Telecom Italia sono stati confermati e si parla di accordi con i produttori italiani. Tutto questo mentre in Francia, dove Netflix ha aperto appena lo scorso settembre, fanno scalpore gli 8 milioni che il gruppo Usa ha impegnato per produrre con Gaumont la serie "Marseille", una fiction politica sulla linea di House of Cards e che sarà messa online entro l'anno con quello che è ormai il classico stile Netflix, cioè tutte le puntate assieme contemporaneamente. Un accordo analogo potrebbe arrivare presto con un altro produttore. Netflix esalta ma fa anche paura. A terrorizzare è l'uso di banda. "Negli Usa Netflix consuma più di un terzo del traffico internet in download nelle ore di picco, e fa registrare il più alto volume tra tutti i servizi video a banda larga. I suoi più diretti concorrenti, ITunes e Amazon, sono molto lontani, con quote rispettivamente di 2,8 e 2,6%, mentre YouTube consuma il 14% della banda disponibile", ha spiegato ad Affari e Finanza Augusto Preta, direttore di It Media Consulting che, a fine mese, pubblicherà il rapporto Il video on demand in Europa. Netflix ha portato benefici alle major e alle telco, da cui la società compra traffico. A pagare il conto, almeno a prima vista, sono state le pay tv: Netflix erode la cassa delle grandi piattaforme, ovvero Hbo di Warner, Fox di News Corp negli Usa e poi, attraversando l'Atlantico, Sky e man mano che entra nei vari mercati tutti gli altri, Canal Plus di Vivendi, Premium di Mediaset, Movistar di Telefonica.
lunedì 11 maggio 2015
ESCLUSIVA - Donal Logue intervistato da "Telefilm Cult" per la ripresa di "Gotham" su Premium Action stasera: "Io, da 'Sons of Anarchy' a Batman, duro per forza..."
In occasione della trasmissione degli episodi inediti di "Gotham", dal 11 maggio su Premium Action (ogni lunedì in prima serata), Telefilm Cult ha intervistato in esclusiva Donal Logue, interprete del detective Harvey Bullock.
How does it feel to be part of the DC Universe?
In occasione della trasmissione degli episodi inediti di "Gotham", dal 11 maggio su Premium Action (ogni lunedì in prima serata), Telefilm Cult ha intervistato in esclusiva Donal Logue, interprete del detective Harvey Bullock.
How does it feel to be part of the DC Universe?
For me, it’s massive. To get a thumbprint
on a world that’s very important to a lot of people is huge. Prior to Gotham, my only experience of Harvey
Bullock was in Batman: The Animated Series.
My kids would watch that show as we drove up to our house in Oregon, so I was
familiar with that version of the character – but I wanted to make it my own. It’s
exciting to take your place on the shelf among all the other people who have
had a play in this world. It’s really exciting.
What’s
the atmosphere like on the set of Gotham?
It’s fantastic. Right now, we’re in the
middle of production, so we’re finding the rhythms and strides of the show.
Every episode has been a blast. So far, I feel like it’s a really, really strong
series.
Has
the show been strong since the very first episode?
It’s interesting because if you watch the
pilot for a series – for example, The
Sopranos – it takes a while to find a rhythm for a show. I think we found a
rhythm pretty quickly. To be honest, we always thought the pilot was strong.
Most
people know about Batman and Gotham City, but how difficult is it to describe
the show without giving away any spoilers?
I’ve never been on a show before where you didn’t
have to pitch the idea to the audience. When you work on something like [Donal’s
previous television show] Terriers,
where the title isn’t really implicit of what the show is about, you have to
generate all of that information and you pitch it in interviews. You don’t have
to pitch Gotham. It’s in the
nomenclature.
What
attracted you to the show?
For me, I was always drawn by it – but not because
I’m necessarily into fantasy and the super hero aspect of the show; I’ve always
liked it because it has a Raymond Chandler and James Ellroy quality to it. I
always like the noir-ish part of American society, the American urban underbelly.
It feels like Gotham can be used as a
descriptive term for the seedier side of any big metropolitan centre. That’s
what drew me to the show, and that’s what we’re playing up with the show. It
feels a bit like the movie Chinatown.
It feels like my character is Jake Gittes in that movie. Jim Gordon comes along
and he’s really idealistic, but he’s partnered with Harvey Bullock, a guy who’s
been through it all. Maybe he’s got one bit of goodness left in him, though. It
takes a guy like Jim Gordon to bring that back out in Harvey Bullock.
You’ve
played a lot of tough characters on a variety of shows including Vikings and Sons Of Anarchy. Are
you looking forward to being the tough guy again in Gotham?
Yes, I am. Lee Toric in Sons Of Anarchy was probably a little
tougher than Harvey Bullock in Gotham –
but it’s great. It’s interesting because a television critic explained that our
new show is really violent and not for young fans. I replied, “Violent?
Compared to what? Vikings and Sons Of Anarchy? Come on!” To be honest,
my kids watched The Lord Of The Rings when
they were two years old and they loved it.
How
would you describe Harvey Bullock?
Harvey is an old school detective who’s
been around the block a lot. He’s a legend. I think he’s well liked among the police
department because he’ll defend the blue line. I wouldn’t say that he’s
unethical; I just say that he’s the willow and not the oak. He’s pragmatic. Just
like with police work in general, sometimes you have to cut a scumbag a break
to be a confidential informant to get bigger bad people. He’s actually crossed
that line a bit. He actually has relationships with people in the criminal
underworld, but he’s trying to survive – and maybe he’s trying to get to his
pension. When a guy like Jim Gordon shows up and starts saying, “No, there’s a
right and there’s a wrong.” Harvey thinks, ‘Good luck!’ However, Jim Gordon wakes
something up inside of Harvey Bullock. I think it maybe makes Harvey want to be
the cop that he once was.
Will
the show delve into the back-story of Harvey Bullock?
Absolutely. In fact, I just found out some
little tidbits about his back-story. We’re getting to that pretty soon in the
show, which is exciting.
How
much did you know about the back-story of Harvey when you signed up for the
role?
I had a good long talk with [Gotham creator] Bruno Heller about the
character when we first met. Bruno is brilliant. I can’t articulate the show
the way that he can, but he made it so plain and clear to me. Sometimes you
don’t have to try that hard to work out a character. When you have to work
really hard to try and figure out a character, it’s not always necessarily the
best thing. Harvey Bullock was a much easier cloak to put on than Donovan in Copper or King Horik in Vikings. It felt pretty easy and it felt
like it made sense.
Vikings, Copper and Gotham are three very specific and different time periods. Are you
suffering from whiplash from all these different characters and ideas?
No. As an actor, you get used to change. When
you’re doing summer repertoire theatre and you have a Joe Orton comedy in rep
but you’re also rehearsing a Sam Sheppard play during the day, you have to get
used to it. It was much more intense when I was doing Copper and Sons Of Anarchy at
the same time, which is where I was literally travelling between two cities for
work. I’d spend one day on Copper,
and the next day on Sons Of Anarchy.
That was tough. During the shooting of the Gotham
pilot, I was doing two massive episodes of Law & Order. That was a challenge, too. However, I think that if
you need something done, give it to a busy man. You’re more on point when it’s
challenging. I seem to thrive in that environment more than one where there
isn’t much pressure at all.
What’s
the strength of doing a prequel series as opposed to diving right into the
middle of the mythology of Batman?
I’ll mention the work of Don DeLillo to
answer this question. Don DeLillo’s fiction was always strongest when he took
an event where we know what happened, but he invents possible scenarios that lead
up to the event. Take the Kennedy assassination as an example. We all know what
happened there. We know the events of that day, but Don DeLillo’s novel brings
up new ideas. You already have tent pole moments to hang from, which is what we
have on the show. We know that at some point Batman is Batman. The Penguin
doesn’t fight the moniker of The Penguin. He learns to embrace it and become
it. We know we’re going to get to that point in the show, but how do you build
any suspense when you know the outcomes? You create moments where the audience
thinks, ‘If only for that, we wouldn’t have had all of this. What if?’ If
Hitler had been accepted to art school in Vienna, what if? That’s part of the
fun of it.
What
do you think of Oswald Cobblepot [aka The Penguin] in Gotham?
We have to start strong, and the critical
piece of the puzzle was who was going to play Oswald Cobblepot. That’s the
actor Robin Lord Taylor, who I’ve known for a long time, since he was very
young. He’s perfect. If he wasn’t fantastic, I think maybe the whole show
wouldn’t work, but we got the right man for the job. He’s amazing. It seems
like we’re very Oswald Cobblepot heavy right now, which is a good thing.
There’s
been a recent explosion of DC adaptations on television in 2014. Do you think
that’s helpful to Gotham?
Absolutely. I think high tide floats all
boats. I think comics in general have always been the most natural fit for television
because they are constantly evolving storylines. They are literally
storyboarded the way a Director Of Photography would storyboard them; they are
all drawn out with bits of dialogue attached to them. It’s harder to adapt
novels because there’s so much internal dialogue, but comics are really
cinematic. I think there’s room for everybody.
domenica 10 maggio 2015
GOSSIP - Po(r)ker! E sono 4: dopo Laverne Cox ("OITNB"), Katheryn Winnick ("Vikings") e Nicole Beharie ("Sleepy Hollow") tocca a Jordan Brewster di "Dallas" su "Allure"
"There's a strength to the portrait that I'm really proud of," says the Furious 7 and "Dallas" star. No kidding. Brewster, 35, runs six days a week, meditates twice a day, and mixes in "some weird Cirque du Soleil–type acrobatic work," she says. "Having to wear those tight outfits in the [Fast and Furious] franchise has helped me keep fitness a part of my life."
Have those Fast and Furious workouts changed your body?
"My legs used to be my least-favorite body part, but now they're really strong and muscular."
Did you tell your husband that you'd be posing nude?
"I asked if he had any reservations. He said, 'Just don't do full frontal.' He'll be pleasantly surprised."
Why now?
"I'm having more fun posing nude or being in a bikini or doing love scenes than I ever did before because it hit me: This is fleeting, and in a couple of years I won't be able to do this, so just enjoy it."
Do you walk differently when naked?
"It depends whether someone is watching."
Were you raised in a household where nudity was no big deal?
"I was raised in Brazil for part of my life, where people are pretty open about their bodies, so yeah. The bikinis are kind of nonexistent, so you might as well be naked."
"There's a strength to the portrait that I'm really proud of," says the Furious 7 and "Dallas" star. No kidding. Brewster, 35, runs six days a week, meditates twice a day, and mixes in "some weird Cirque du Soleil–type acrobatic work," she says. "Having to wear those tight outfits in the [Fast and Furious] franchise has helped me keep fitness a part of my life."
Have those Fast and Furious workouts changed your body?
"My legs used to be my least-favorite body part, but now they're really strong and muscular."
Did you tell your husband that you'd be posing nude?
"I asked if he had any reservations. He said, 'Just don't do full frontal.' He'll be pleasantly surprised."
Why now?
"I'm having more fun posing nude or being in a bikini or doing love scenes than I ever did before because it hit me: This is fleeting, and in a couple of years I won't be able to do this, so just enjoy it."
Do you walk differently when naked?
"It depends whether someone is watching."
Were you raised in a household where nudity was no big deal?
"I was raised in Brazil for part of my life, where people are pretty open about their bodies, so yeah. The bikinis are kind of nonexistent, so you might as well be naked."
Etichette:
Dallas,
GOSSIP,
Jordana Brewster,
Katheryn Winnick,
L'EDICOLA DI LOU,
Laverne Cox,
look,
Nicole Beharie,
Orange is the new Black,
sexy,
SGUARDO FETISH,
Sleepy Hollow,
toplessate,
Vikings
Iscriviti a:
Post (Atom)