NEWS - Fox attack! Possibilità: "i titoli di Fox Crime e Fox Life su Mediaset Premium come 2° finestra". Progetto: "al via autoproduzioni italiane seriali". Netflix: "non fa paura e spinge all'on demand". Parla il CEO di Fox International Channels
Articolo tratto da "Il Sole 24 ore"
«In Italia affrontiamo quotidianamente la concorrenza di oltre 70 canali
in chiaro. Che diventino settanta più Netflix deve preoccuparmi?».
Argentino, Hernan Lopez come numero uno mondiale di Fox International
Channels siede su un business di 3 miliardi di dollari grazie a canali
che raggiungono una platea di 2 miliardi di spettatori nel mondo. Il
presidente e ceo di Fox International Channels nei giorni scorsi è stato
in Italia, a Roma, per l'anteprima mondiale della serie tv targata Fox,
Wayward Pines. «Da oggi, giovedì sarà trasmesso in
contemporanea in 126 Paesi. E questo la dice lunga sulla forza e la
capacità di un'azienda come la nostra». In Italia il gruppo- di
proprietà di quella 21st Century Fox nata dallo split delle attività di
intrattenimento della galassia Murdoch - ha un business che «sul
fatturato totale pesa a una cifra percentuale, ma significativa» e ha 11
canali televisivi satellitari distribuiti da Sky Italia con Fox Sports distribuito anche in Mediaset Premium.
Ma dalla prossima stagione il canale sarà in esclusiva sulla
piattaforma Sky. È la prova che Fox è parte in causa nella battaglia fra
Sky e quella Mediaset colpevole di avere
vinto i diritti della Champions league per il 2015-18? È solo il
risultato di trattative di mercato. Sky è nostro partner per quanto
riguarda la distribuzione di contenuti ed è stato il nostro partner in
esclusiva per molti anni. Fino a quando non abbiamo deciso di lanciare
Fox Sports. Questo tipo di contratto andava verso la scadenza (a giugno,
ndr.) e la controparte Sky ci ha fatto una proposta economica che ci
ha portato a optare per un'offerta in esclusiva. È possibile la
distribuzione attraverso Mediaset Premium
di vostri canali come FoxLife o FoxCrime? I canali sono e restano
esclusiva Sky. I prodotti, non i canali, potrebbero essere eventualmente
disponibile in una seconda finestra. In Italia sta per sbarcare Netflix.
Che impatto avrà sulle vostre scelte strategiche? Il lancio di Netflix
ha avuto un effetto molto importante su aziende come la nostra
soprattutto nella misura in cui ci ha spinti verso l'on demand per una
maggiore offerta di nostri contenuti. Siamo però pronti a competere.
Quindi avete intenzione di potenziare l'on demand, magari con una vostra
piattaforma? In molti Paesi noi abbiamo una nostra piattaforma: Fox
Play. Non in Italia, dal momento che operiamo in esclusiva con Sky che
ha una sua piattaforma. E se una delle motivazioni alla base della
creazione di Fox Play è stata quella di avere un unico punto di accesso
ai contenuti Fox, la presenza di una piattaforma Sky in questo senso
riduce la nostra esigenza. Nel mondo siete presenti nel free-to-air in
Finlandia e Turchia. Avete intenzione di replicare in altri mercati
europei? Siamo alla ricerca di opportunità, ma anche rigorosi nelle
nostre scelte. Per potere avere successo nel free-to-air devi avere la
scala necessaria in termini di vendita di contenuti pubblicitari, di
produzione di contenuti e titolarità dei diritti. Quindi una nostra
scelta nel free-to-air potrebbe avvenire solo considerando questi
fattori.
C'è grande fermento negli Usa nel settore televisivo. Voi
puntate a qualche acquisizione? Come dicevo, siamo alla ricerca di
opportunità. Ma non vedo grandi opportunità in giro. Tendenzialmente
però siamo soprattutto costruttori dei nostri asset in termini di
contenuti. Oggi peraltro siamo arrivati a una situazione, in termini
dimensionali e di struttura, tale da consentirci di fare produzioni in
casa, come avviene in Usa, Messico e Colombia. Ma proprio sul fronte
delle produzioni vogliamo aumentare il nostro impegno nel vostro Paese.
Quindi un centro di produzione vostro in Italia? Non dico questo. Però
l'italiano è una delle sei lingue che riteniamo strategiche insieme con
inglese, spagnolo, portoghese, mandarino e turco. E quindi produrremo di
più, puntando su contenuti originali, appoggiandoci su case di
produzione locali. E abbiamo anche un altro progetto. Quale? Vogliamo
espanderci nel licensing e nel merchandising. Quale messaggio si
sentirebbe di lanciare al mercato televisivo italiano? Gli operatori
dovrebbero lavorare di più insieme per riaccendere l'interesse da parte
della comunità degli inserzionisti. Dall'esterno si percepisce
abbastanza l'anomalia di un mercato pubblicitario in calo pur a fronte
di una tv che in Italia è viva, presente, vegeta.
giovedì 14 maggio 2015
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