sabato 3 agosto 2019
L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
IL FOGLIO
"La Casa di carta" delude: meno ritmo e buchi nella trama
"Rintracciati per l'uso sconsiderato di un telefono satellitare. Ma no! Ma chi ci crede? Sono entrati nella Zecca Reale a Madrid, infagottati nelle tute rosse stile Guantánamo, i volti coperti dalle maschere con i baffi all'insù di Salvador Dali. Hanno stampato mucchi di denaro ("noi non rubiamo, siamo Robin Hood 2.0"). Hanno preso ostaggi, e sedotto l'ispettrice di polizia che seguiva il loro caso. Sono usciti con due miliardi e mezzo di euro in banconote non segnate (valgono bene qualche perdita umana, rubricata alla voce "danni collaterali"). Se li godono in posti esotici sconosciuti all'Interpol. Tutto benissimo, se non per un telefono satellitare comprato — sapremo poi — dai libici traditori. E usato con il più sciocco dei pretesti. C'entrano Tokyo e Rio, se servono altri dettagli. Produzione spagnola per la tv generalista (lo showrunner chiama Alex Pina) "La casa di carta" è la serie non in lingua inglese più vista su Netflix. Ha avuto successo ovunque, radunando scontenti, resistenti, arrabbiati con il sistema. La maschera di Salvador Dall ha sostituito nelle manifestazioni di protesta quella di Guy Fakes — dal film "V come vendetta", tratto dai fumetti di Alan Moore. Era difficile resistere alla tentazione di ricominciare — anche se la storia aveva completato il suo arco narrativo. Il capitale deve rendere, dopo un successo grandioso quanto inaspettato. In questo caso, i personaggi con nomi di città (all'inizio erano otto, gente che non aveva niente da perdere) e un colpo impossibile. Si ricomincia dal telefono satellitare, e quel che segue non è molto meglio. Almeno a giudicare dalle prime puntate di questa terza parte, che ne prevede otto. Già disponibili dopo un lancio che a Milano, in Piazza Affari, ha prestato al giustiziere con la maschera del surrealista spagnolo il dito eretto di Maurizio Cattelan. E quale potrebbe essere l'escalation, dopo la Zecca Reale di Spagna? Facile: le riserve auree che garantiscono il valore delle banconote medesime. Le prime due parti — rimontate da Netflix per avere episodi di 50 minuti, e non quasi-film di 75 — erano a presa rapida sullo spettatore, ma viste di seguito verso la fine avevano qualche buco nella trama. Meno ritmo, troppe complicazioni a danno della credibilità. Sarebbe stato saggio godersi il successo, e pensare ad altro. Cosa si può aggiungere a una rapina miliardaria che riesce, a un crimine che paga, perfino alle storie d'amore nate durante la forzata convivenza (nessuno si ritrova ricco ma solo e infelice, nel suo rifugio, quindi incline alle imprudenze). E dunque rieccoli, gli scolaretti agli ordini del Professore che scrive sulla lavagna "Benvenuti", come la prima volta. Spiega che le riserve stanno nei sotterranei, e che il sistema di sicurezza al primo allarme allaga il caveau, servirà un sommozzatore. Per entrare, serve una manovra diversiva: dirigibili con la faccia di Salvador Dall che sganciano banconote sulla folla madrilena. L'effetto è assicurato, al resto provvede l'aikido, arte marziale che il professore illustra così: sfruttare la forza del nemico per fare quel che da solo non riesci a fare. Per esempio, sgombrare l'edificio dagli impiegati. La cronologia impazzisce, bisogna raccontare certi retroscena che ignoravamo. Si comincia 77 giorni prima dell'Ora Zero, si torna indietro a tre anni prima, si salta a meno 3 ore dell'attacco (grazie, scritte in sovrimpressione). Saper chiudere al momento giusto è un'arte poco praticata. Per incrudelire, hanno annunciato una "Casa di carta 4"". (Mariarosa Mancuso)
IL FOGLIO
"La Casa di carta" delude: meno ritmo e buchi nella trama
"Rintracciati per l'uso sconsiderato di un telefono satellitare. Ma no! Ma chi ci crede? Sono entrati nella Zecca Reale a Madrid, infagottati nelle tute rosse stile Guantánamo, i volti coperti dalle maschere con i baffi all'insù di Salvador Dali. Hanno stampato mucchi di denaro ("noi non rubiamo, siamo Robin Hood 2.0"). Hanno preso ostaggi, e sedotto l'ispettrice di polizia che seguiva il loro caso. Sono usciti con due miliardi e mezzo di euro in banconote non segnate (valgono bene qualche perdita umana, rubricata alla voce "danni collaterali"). Se li godono in posti esotici sconosciuti all'Interpol. Tutto benissimo, se non per un telefono satellitare comprato — sapremo poi — dai libici traditori. E usato con il più sciocco dei pretesti. C'entrano Tokyo e Rio, se servono altri dettagli. Produzione spagnola per la tv generalista (lo showrunner chiama Alex Pina) "La casa di carta" è la serie non in lingua inglese più vista su Netflix. Ha avuto successo ovunque, radunando scontenti, resistenti, arrabbiati con il sistema. La maschera di Salvador Dall ha sostituito nelle manifestazioni di protesta quella di Guy Fakes — dal film "V come vendetta", tratto dai fumetti di Alan Moore. Era difficile resistere alla tentazione di ricominciare — anche se la storia aveva completato il suo arco narrativo. Il capitale deve rendere, dopo un successo grandioso quanto inaspettato. In questo caso, i personaggi con nomi di città (all'inizio erano otto, gente che non aveva niente da perdere) e un colpo impossibile. Si ricomincia dal telefono satellitare, e quel che segue non è molto meglio. Almeno a giudicare dalle prime puntate di questa terza parte, che ne prevede otto. Già disponibili dopo un lancio che a Milano, in Piazza Affari, ha prestato al giustiziere con la maschera del surrealista spagnolo il dito eretto di Maurizio Cattelan. E quale potrebbe essere l'escalation, dopo la Zecca Reale di Spagna? Facile: le riserve auree che garantiscono il valore delle banconote medesime. Le prime due parti — rimontate da Netflix per avere episodi di 50 minuti, e non quasi-film di 75 — erano a presa rapida sullo spettatore, ma viste di seguito verso la fine avevano qualche buco nella trama. Meno ritmo, troppe complicazioni a danno della credibilità. Sarebbe stato saggio godersi il successo, e pensare ad altro. Cosa si può aggiungere a una rapina miliardaria che riesce, a un crimine che paga, perfino alle storie d'amore nate durante la forzata convivenza (nessuno si ritrova ricco ma solo e infelice, nel suo rifugio, quindi incline alle imprudenze). E dunque rieccoli, gli scolaretti agli ordini del Professore che scrive sulla lavagna "Benvenuti", come la prima volta. Spiega che le riserve stanno nei sotterranei, e che il sistema di sicurezza al primo allarme allaga il caveau, servirà un sommozzatore. Per entrare, serve una manovra diversiva: dirigibili con la faccia di Salvador Dall che sganciano banconote sulla folla madrilena. L'effetto è assicurato, al resto provvede l'aikido, arte marziale che il professore illustra così: sfruttare la forza del nemico per fare quel che da solo non riesci a fare. Per esempio, sgombrare l'edificio dagli impiegati. La cronologia impazzisce, bisogna raccontare certi retroscena che ignoravamo. Si comincia 77 giorni prima dell'Ora Zero, si torna indietro a tre anni prima, si salta a meno 3 ore dell'attacco (grazie, scritte in sovrimpressione). Saper chiudere al momento giusto è un'arte poco praticata. Per incrudelire, hanno annunciato una "Casa di carta 4"". (Mariarosa Mancuso)
mercoledì 31 luglio 2019
lunedì 29 luglio 2019
NEWS - Sotto sotto batte il cuore seriale di laF: in arrivo in anteprima "La guerra dei mondi" e "Stockholm Requiem"
La ricerca di un’offerta originale e inedita di intrattenimento culturale, insieme alle più attese serie TV internazionali ispirate alla grande letteratura classica e contemporanea, guida sempre di più la ricca proposta autunnale di laF, la pay TV di Feltrinelli (Sky 135, Sky on Demand e Sky Go). “Le anteprime assolute di Victoria 3, de La guerra dei mondi di BBC e del crime Stockholm Requiem confermano anche per il prossimo autunno l’ormai storico presidio di laF sulle grandi serie tv tratte dai classici della letteratura e dai bestseller mondiali. A queste si affiancano nuovi format originali e reportage internazionali che rendono ancora più ricco il nostro inedito racconto televisivo tra cultura e società, capace di intrattenere e allo stesso tempo stimolare domande, illuminare storie e raccontare passioni. Senza timore di sperimentare nuovi format e nuovi volti". Dopo il clamoroso successo delle prime 2 stagioni, a settembre arriva in prima visione assoluta “Victoria 3”, il costume drama che racconta la storia pubblica della leggendaria Regina inglese, ma anche e soprattutto la sorprendente e inedita vita privata emersa grazie all’accurato studio dei diari originali realizzato dalla sceneggiatrice Daisy Goodwin. Nella nuova stagione, che vede nel cast conferme come gli amati protagonisti Jenna Coleman e Tom Hughes e nuovi ingressi come Kate Fleetwood, Laurence Fox e Lily Travers, la Regina e il suo amato Albert sono alle prese con le rivoluzioni che stanno scuotendo le monarchie europee e con l’esposizione universale del 1851, mentre la loro famiglia si allargherà fino ad accogliere il loro settimo figlio.
La ricerca di un’offerta originale e inedita di intrattenimento culturale, insieme alle più attese serie TV internazionali ispirate alla grande letteratura classica e contemporanea, guida sempre di più la ricca proposta autunnale di laF, la pay TV di Feltrinelli (Sky 135, Sky on Demand e Sky Go). “Le anteprime assolute di Victoria 3, de La guerra dei mondi di BBC e del crime Stockholm Requiem confermano anche per il prossimo autunno l’ormai storico presidio di laF sulle grandi serie tv tratte dai classici della letteratura e dai bestseller mondiali. A queste si affiancano nuovi format originali e reportage internazionali che rendono ancora più ricco il nostro inedito racconto televisivo tra cultura e società, capace di intrattenere e allo stesso tempo stimolare domande, illuminare storie e raccontare passioni. Senza timore di sperimentare nuovi format e nuovi volti". Dopo il clamoroso successo delle prime 2 stagioni, a settembre arriva in prima visione assoluta “Victoria 3”, il costume drama che racconta la storia pubblica della leggendaria Regina inglese, ma anche e soprattutto la sorprendente e inedita vita privata emersa grazie all’accurato studio dei diari originali realizzato dalla sceneggiatrice Daisy Goodwin. Nella nuova stagione, che vede nel cast conferme come gli amati protagonisti Jenna Coleman e Tom Hughes e nuovi ingressi come Kate Fleetwood, Laurence Fox e Lily Travers, la Regina e il suo amato Albert sono alle prese con le rivoluzioni che stanno scuotendo le monarchie europee e con l’esposizione universale del 1851, mentre la loro famiglia si allargherà fino ad accogliere il loro settimo figlio.
A ottobre prende il via “La guerra dei mondi”, il nuovo attesissimo adattamento in 2 puntate del classico della fantascienza di Herbert George Wells firmato BBC, già venduto in oltre 169 Paesi in tutto il mondo. La prima storia in letteratura a raccontare un’invasione aliena rivive ora sugli schermi con un mix di fantascienza, costume drama e horror fedele allo scenario europeo originale e ambientato in epoca edoardiana con un cast di attori d’eccezione: Rafe Spall, Eleanor Tomlinson, Robert Carlyle e Rupert Graves.
Per il ciclo Bestseller in Tv, a novembre arriva invece “Stockholm Requiem” (STHLM Requiem) basata sulla trilogia bestseller di Kristina Ohlsson, che segna un nuovo capitolo nelle serie scandinave crime proposte in esclusiva da laF. Protagonista l’affascinante e misteriosa criminologa Fredrika Bergman, che dovrà faticare non poco per risolvere il mistero di alcuni bambini scomparsi e per entrare nelle grazie del Dipartimento della polizia di Stoccolma: 5 casi da 90 minuti, ognuno conclusivo ma con un’indagine più grande che li coinvolge tutti. La serie, prodotta dall’acclamato Piodor Gustafsson, già all’opera con i film Border – Creature di confine e L’Uomo Di Neve (tratto da Jo Nesbø), è interpretata da Liv Mjönes (Modus), Jonas Karlsson(L’Uomo Di Neve) e Alexej Manvelov (Chernobyl).
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