LA REPUBBLICA
Morto un Papi...si trasforma in "Angel"
"Al povero telespettatore che paga il canone, può capitare di sintonizzarsi intorno alle 19.30 su Rai 4, la "nuova" rete del servizio pubblico sul digitale terrestre e di imbattersi in un orripilante telefilm americano, intitolato Angel, a base di sesso e violenza, interpretato da personaggi che al momento di entrare in azione cambiano sembianze e si trasformano in vampiri. Sarà pure «una delle serie televisive fantastiche più amate dal pubblico mondiale degli anni Duemila», come recita trionfalmente una locandina pubblicitaria. Ma non ha proprio nulla a che fare con la missione del servizio pubblico. E non c'è neppure bisogno del "Qualitel" per impedire visioni del genere e per di più a quell'ora, nella fascia cosiddetta preserale, mentre i bambini hanno finito i compiti e le mamme stanno trafficando magari in cucina".
(Giovanni Valentini, 19.09.2009)
BLOG RAI4
Una replica coi...Buffy
Giovanni Valentini invoca interventi censori nei confronti di Rai 4. Poche pagine più in là prosegue la raccolta di firme in calce all’appello dei giuristi per la libertà di stampa. Sono stato tra i primi ad aderire e firmare l’appello. Ma mi chiedo: “E’coerente invocare la libertà di stampa ed insieme la censura?”. E’ una censura che chiede di espellere dal servizio pubblico i nuovi telefilm e per estensione anime e fiction non tradizionali. Vuole “normalizzare” la rete imponendole lo stile e la programmazione delle reti generaliste. Possibile che ogni volta che c’è un tentativo di rinnovamento, i benpensanti decidano (fortunatamente sino ad oggi senza successo) di stroncarlo sul nascere? Spiace vedere che sia sempre la parte “progressista” la più conservatrice. Ci interroghiamo perchè i giovani votino a destra e votino Berlusconi. Oggi solo la destra detiene l’immaginario e lo spettacolo, perchè finanzia e produce tutti i prodotti di culto delle nuove generazioni. Non è ora di riflettere? La cultura di oggi, l’immaginario della nostra epoca, deve essere a disposizione di tutti, non solo delle televisioni a pagamento. Oggi la fiction è serie e anime, non biografie di santi e di eroi del passato. Lasciamo questi prodotti a chi non condivide l’immaginario contemporaneo globale. Il servizio pubblico deve comunicare e diffondere ciò che è vivo. Non può continuare ad impersonare solo l’archeologia della comunicazione. Se la sua missione è una missione culturale, bisogna ammettere che accanto alle reti generaliste che ripropongono la cultura di ieri, esistano reti nuove che diffondano la cultura di oggi. La televisione sta vivendo una fase di rinascita e sperimentazione, nei confronti di un cinema che stenta a trovare nuove identità. Oggi le serie si traducono in film e non viceversa. Oggi la fiction americana ricostruisce intrecci narrativi complessi, mentre il cinema, per attirare il grosso pubblico, ha spesso sceneggiature elementari. Siamo in molti a condividere il culto per le serie televisive, per l’animazione giapponese, per i videogiochi, per gli scambi di informazione e di contatti in rete, per la convergenza tra mezzi digitali diversi, per un ruolo attivo dello spettatore. Difendiamo la nostra identità, combattiamo l’immaginal divide. (Se vuoi continuare a vedere le tue serie di culto, l’animazione giapponese e a partecipare coi tuoi suggerimenti all’identità di Rai 4, sottoscrivi questa lettera e inoltrala al sito di “La Repubblica” o scrivi a “La Repubblica” facendo riferimento a questo appello, aggiungendo le tue osservazioni e i tuoi suggerimenti)”.
(Carlo Freccero, 21.09.2009)
TV SORRISI E CANZONI
I telefilm vengono fuori...già con le parole
"E' cambiato il mio modo di guardare la tv. Non riesco più a vedere i film, le cose lunghe e lente. I telefilm americani, invece, sono eccezionali. Penso a 'CSI': i personaggi, i dialoghi, la sceneggiatura, è tutto perfetto. E poi amo i Simpson. Fantastici. Molto meglio di 'Porta a porta'".
(Vasco Rossi, 22.09.2009)
Morto un Papi...si trasforma in "Angel"
"Al povero telespettatore che paga il canone, può capitare di sintonizzarsi intorno alle 19.30 su Rai 4, la "nuova" rete del servizio pubblico sul digitale terrestre e di imbattersi in un orripilante telefilm americano, intitolato Angel, a base di sesso e violenza, interpretato da personaggi che al momento di entrare in azione cambiano sembianze e si trasformano in vampiri. Sarà pure «una delle serie televisive fantastiche più amate dal pubblico mondiale degli anni Duemila», come recita trionfalmente una locandina pubblicitaria. Ma non ha proprio nulla a che fare con la missione del servizio pubblico. E non c'è neppure bisogno del "Qualitel" per impedire visioni del genere e per di più a quell'ora, nella fascia cosiddetta preserale, mentre i bambini hanno finito i compiti e le mamme stanno trafficando magari in cucina".
(Giovanni Valentini, 19.09.2009)
BLOG RAI4
Una replica coi...Buffy
Giovanni Valentini invoca interventi censori nei confronti di Rai 4. Poche pagine più in là prosegue la raccolta di firme in calce all’appello dei giuristi per la libertà di stampa. Sono stato tra i primi ad aderire e firmare l’appello. Ma mi chiedo: “E’coerente invocare la libertà di stampa ed insieme la censura?”. E’ una censura che chiede di espellere dal servizio pubblico i nuovi telefilm e per estensione anime e fiction non tradizionali. Vuole “normalizzare” la rete imponendole lo stile e la programmazione delle reti generaliste. Possibile che ogni volta che c’è un tentativo di rinnovamento, i benpensanti decidano (fortunatamente sino ad oggi senza successo) di stroncarlo sul nascere? Spiace vedere che sia sempre la parte “progressista” la più conservatrice. Ci interroghiamo perchè i giovani votino a destra e votino Berlusconi. Oggi solo la destra detiene l’immaginario e lo spettacolo, perchè finanzia e produce tutti i prodotti di culto delle nuove generazioni. Non è ora di riflettere? La cultura di oggi, l’immaginario della nostra epoca, deve essere a disposizione di tutti, non solo delle televisioni a pagamento. Oggi la fiction è serie e anime, non biografie di santi e di eroi del passato. Lasciamo questi prodotti a chi non condivide l’immaginario contemporaneo globale. Il servizio pubblico deve comunicare e diffondere ciò che è vivo. Non può continuare ad impersonare solo l’archeologia della comunicazione. Se la sua missione è una missione culturale, bisogna ammettere che accanto alle reti generaliste che ripropongono la cultura di ieri, esistano reti nuove che diffondano la cultura di oggi. La televisione sta vivendo una fase di rinascita e sperimentazione, nei confronti di un cinema che stenta a trovare nuove identità. Oggi le serie si traducono in film e non viceversa. Oggi la fiction americana ricostruisce intrecci narrativi complessi, mentre il cinema, per attirare il grosso pubblico, ha spesso sceneggiature elementari. Siamo in molti a condividere il culto per le serie televisive, per l’animazione giapponese, per i videogiochi, per gli scambi di informazione e di contatti in rete, per la convergenza tra mezzi digitali diversi, per un ruolo attivo dello spettatore. Difendiamo la nostra identità, combattiamo l’immaginal divide. (Se vuoi continuare a vedere le tue serie di culto, l’animazione giapponese e a partecipare coi tuoi suggerimenti all’identità di Rai 4, sottoscrivi questa lettera e inoltrala al sito di “La Repubblica” o scrivi a “La Repubblica” facendo riferimento a questo appello, aggiungendo le tue osservazioni e i tuoi suggerimenti)”.
(Carlo Freccero, 21.09.2009)
TV SORRISI E CANZONI
I telefilm vengono fuori...già con le parole
"E' cambiato il mio modo di guardare la tv. Non riesco più a vedere i film, le cose lunghe e lente. I telefilm americani, invece, sono eccezionali. Penso a 'CSI': i personaggi, i dialoghi, la sceneggiatura, è tutto perfetto. E poi amo i Simpson. Fantastici. Molto meglio di 'Porta a porta'".
(Vasco Rossi, 22.09.2009)
IL SOLE 24 ORE
Numbers&Fiction
“In Rai, nel 2008, la fiction nazionale ha subito un travaso da Raidue, che scende da 104 a 35 prime serate, a Raiuno, che sale da 166 a 191. L’incidenza della fiction sul totale del trasmesso è in calo sulle reti ‘ammiraglie’, dov’è più alta la quota della fiction italiana ed è in crescita nelle altre reti, dove prevale il prodotto d’importazione. Sia Rai che Mediaset hanno i loro produttori di riferimento: solo 4 su 36 lavorano per entrambi. Tra i tre maggiori fornitori di fiction nazionale in prima tv per numero di ore, due sono collegate a Mediaset: Mediavivere e Taodue”.
(Marco Mele, 29.09.2009)
METRO
“The Mentalist” in cattedra
“Niente da fare, la nostra fiction – autori, produttori, dirigenti – deve inchinarsi a quella straniera, di gran lunga superiore anche quando propone plot scivolosi. Penso a ‘The Mentalist’ con il fascinoso Simon Baker. Inaspettatamente avvincente”.
(Mariano Sabatini, 16.09.2009)
CORRIERE DELLA SERA
“Jonas”, un telefilm di formazione
“Al di là delle osservazioni più evidenti (regia, recitazione, sceneggiatura) non è facile cercare di spiegare il successo di prodotti Disney come ‘Jonas’. Si capisce che dietro a ogni prodotto c'è un lavoro di ricerca, c'è una grande attenzione alla psicologia dei più giovani, c'è un' indiscussa capacità professionale. Ma l'aspetto più sorprendente è che, dietro a una patina di normalità (una serie «normale» per ragazzi), s'intravvede uno sguardo rivolto al domani. Mentre la tv generalista è perdutamente rivolta al passato, è una fabbrica della nostalgia per un pubblico che ama più il passato del futuro, questa tv di settore guarda ed esprime un tenace desiderio di modernità. A suo modo, ‘Jonas’ è un telefilm di formazione: legge con molta attenzione la dimensione giovanile, non tanto e non solo nella sfera del quotidiano (le «problematiche») quanto piuttosto in quella dell' eterno confronto fra il materiale e l' immateriale, tra realtà e sogno”.
(Aldo Grasso, 20.09.2009)
Numbers&Fiction
“In Rai, nel 2008, la fiction nazionale ha subito un travaso da Raidue, che scende da 104 a 35 prime serate, a Raiuno, che sale da 166 a 191. L’incidenza della fiction sul totale del trasmesso è in calo sulle reti ‘ammiraglie’, dov’è più alta la quota della fiction italiana ed è in crescita nelle altre reti, dove prevale il prodotto d’importazione. Sia Rai che Mediaset hanno i loro produttori di riferimento: solo 4 su 36 lavorano per entrambi. Tra i tre maggiori fornitori di fiction nazionale in prima tv per numero di ore, due sono collegate a Mediaset: Mediavivere e Taodue”.
(Marco Mele, 29.09.2009)
METRO
“The Mentalist” in cattedra
“Niente da fare, la nostra fiction – autori, produttori, dirigenti – deve inchinarsi a quella straniera, di gran lunga superiore anche quando propone plot scivolosi. Penso a ‘The Mentalist’ con il fascinoso Simon Baker. Inaspettatamente avvincente”.
(Mariano Sabatini, 16.09.2009)
CORRIERE DELLA SERA
“Jonas”, un telefilm di formazione
“Al di là delle osservazioni più evidenti (regia, recitazione, sceneggiatura) non è facile cercare di spiegare il successo di prodotti Disney come ‘Jonas’. Si capisce che dietro a ogni prodotto c'è un lavoro di ricerca, c'è una grande attenzione alla psicologia dei più giovani, c'è un' indiscussa capacità professionale. Ma l'aspetto più sorprendente è che, dietro a una patina di normalità (una serie «normale» per ragazzi), s'intravvede uno sguardo rivolto al domani. Mentre la tv generalista è perdutamente rivolta al passato, è una fabbrica della nostalgia per un pubblico che ama più il passato del futuro, questa tv di settore guarda ed esprime un tenace desiderio di modernità. A suo modo, ‘Jonas’ è un telefilm di formazione: legge con molta attenzione la dimensione giovanile, non tanto e non solo nella sfera del quotidiano (le «problematiche») quanto piuttosto in quella dell' eterno confronto fra il materiale e l' immateriale, tra realtà e sogno”.
(Aldo Grasso, 20.09.2009)