Richard Madden gets down and dirty on the cover of Interview Magazine‘s Spring 2019 issue.
venerdì 12 aprile 2019
GOSSIP - Mad(den) Man! Dopo "GOT" tocca diventare...super-eroi!
Richard Madden gets down and dirty on the cover of Interview Magazine‘s Spring 2019 issue.
Richard Madden gets down and dirty on the cover of Interview Magazine‘s Spring 2019 issue.
The 32-year-old actor, who stars in the movie Rocketman, chatted with the film’s subject Elton John for his interview. Here’s what he shared:
On moving to Los Angeles: “I’ve been rather disinterested in living in L.A. for most of my career, but I’ve recently spent a lot more time here. It suits me more, it’s a much more proactive place. I can be lazier in London than I can be in L.A.”
On where he wants to be in five years: “I have no idea. I want to be happy. I want to be settled, calmer than I have been in my twenties. I want to be in a solid place where I can keep trying to get better at what I’m doing.”
On baring his soul on stage: “Nothing is more terrifying to me than standing up in front of a room of ten people. I was presenting at an awards ceremony the other week, physically shaking onstage, so much that I was sweating. But I can get naked onstage in front of 2,000 people as another character and it’s not an issue.”
On possibly playing a superhero: “You learn different skills from doing different things. Slam me in a bunch of Lycra and ask me to be a superhero, okay. Let’s work out how to do that and be honest within it.”
mercoledì 10 aprile 2019
L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
IL FOGLIO
Occhio a "Fosse/Verdon", biografia di coppia sulla grande Broadway che non c'è più
"Bob Fosse lo conosciamo, per "Cabaret", per "Lenny" e per "All That Jazz - Lo spettacolo comincia": l'autobiografia con l'angelo della morte che aspetta il suo tributo, dopo un infarto. Gwen Verdon la conosciamo meno. Prima che cominci la litania "grandi uomini arrampicati sulle spalle di una grande donna" va chiarito che lavorava a Broadway, che fu lei la prima Roxie - l'assassina in cerca di celebrità -nel musical teatrale "Chicago". Bob Fosse lo aveva costruito sulla bravura di Gwen Verdon, come "Sweet Charity", molto liberamente tratto da "Le notti di Cabiria" di Federico Fellini. Per agevolare il delicato passaggio da Broadway a Hollywood, i produttori pretesero un'attrice e ballerina conosciuta da chi andava al cinema. La parte della "ragazza che voleva essere amata", (come suggerisce il titolo italiano del film, toccò a Shirley MacLaine. E non fu un gran successo. Speriamo che la miniserie "Fosse/Verdon" (8 episodi, dal 18 aprile su Fox Life, con pochi giorni di ritardo rispetto all'uscita americana su FX) non insista sulle amanti di lui - non c'era ballerina che gli sfuggisse - e sulle sofferenze di lei, che continuò a far coppia nelle coreografie anche quando non stavano più insieme. In tempi di #Metoo non si è mai abbastanza diffidenti. E il filone "artisti vampiri, compagne che si fanno mordere sul collo" era già stato ampiamente sfruttato. Speriamo, perché la storia da raccontare ripercorre gli anni d'oro di Broadway, dove succedevano cose più interessanti dei tradimenti (le corna succedono in tutti i luoghi di lavoro, anche tra le scrivanie). Lin-Manuel Miranda di "Hamilton" sarà il produttore esecutivo, da uno che ha saputo scrivere un musical sulla Costituzione americana e il padre fondatore che sta sul biglietto di dieci dollari aspettiamo grandi cose. Ci aspettiamo grandi cose anche da Sam Rockwell e Michelle Williams, gli attori scelti nei ruoli di Bob Fosse e Gwen Verdon. Con uso di tip tap, certo, mischiato con la danza moderna e il jazz. Segni particolari: le ginocchia a spigolo, e quel lavorio di mani che si riconosce all'istante. Gli attori americani sanno far tutto e non temono di apparire calvi. Bob Fosse si era fatto notare nel film "Kiss me Kate" (le musiche erano di Cole Porter) tratto da "La bisbetica domata" di Shakespeare. I bisticci tra Caterina e Petruccio erano raddoppiati nella trama dai litigi tra gli attori, coniugi rissosamente divorziati, mentre due gangster venuti a riscuotere un debito di gioco pretendevano un posticino sul palco (per cantare "Brush up Your Shakespeare", a quel tempo anche il recupero crediti frequentava scuole decenti). Ma appunto era calvo, aveva più possibilità dietro le quinte, come coreografo (8 Tony Award) e regista (un altro Tony Award). Gwen Verdon era già una star, quando incontrò il coreografo: fu lei a intercedere per una seconda possibilità cinematografica, dopo l'insuccesso della prima. Il film era "Cabaret", fruttò a Bob Fosse il successo e la bellezza di otto Oscar (la Palma d'oro a Cannes arriverà per "All That Jazz", a pari merito con Akira Kurosawa per "Rashomon", presidente di giuria era Kirk Douglas, cose che succedevano nel 1980). E siamo al secondo grande rischio che la miniserie ha scelto di correre: trovare due attori in grado di rendere giustizia a Liza Minnelli e al maestro di cerimonie Joel Grey. Bob Fosse ballò il tip tap al funerale dell'amico sceneggiatore Paddy Chayefsky, glielo aveva promesso e mantenne la parola. Son queste le scene che aspettiamo: le corna e le ripicche coniugali gira e rigira sono sempre le stesse". (Mariarosa Mancuso)
IL FOGLIO
Occhio a "Fosse/Verdon", biografia di coppia sulla grande Broadway che non c'è più
"Bob Fosse lo conosciamo, per "Cabaret", per "Lenny" e per "All That Jazz - Lo spettacolo comincia": l'autobiografia con l'angelo della morte che aspetta il suo tributo, dopo un infarto. Gwen Verdon la conosciamo meno. Prima che cominci la litania "grandi uomini arrampicati sulle spalle di una grande donna" va chiarito che lavorava a Broadway, che fu lei la prima Roxie - l'assassina in cerca di celebrità -nel musical teatrale "Chicago". Bob Fosse lo aveva costruito sulla bravura di Gwen Verdon, come "Sweet Charity", molto liberamente tratto da "Le notti di Cabiria" di Federico Fellini. Per agevolare il delicato passaggio da Broadway a Hollywood, i produttori pretesero un'attrice e ballerina conosciuta da chi andava al cinema. La parte della "ragazza che voleva essere amata", (come suggerisce il titolo italiano del film, toccò a Shirley MacLaine. E non fu un gran successo. Speriamo che la miniserie "Fosse/Verdon" (8 episodi, dal 18 aprile su Fox Life, con pochi giorni di ritardo rispetto all'uscita americana su FX) non insista sulle amanti di lui - non c'era ballerina che gli sfuggisse - e sulle sofferenze di lei, che continuò a far coppia nelle coreografie anche quando non stavano più insieme. In tempi di #Metoo non si è mai abbastanza diffidenti. E il filone "artisti vampiri, compagne che si fanno mordere sul collo" era già stato ampiamente sfruttato. Speriamo, perché la storia da raccontare ripercorre gli anni d'oro di Broadway, dove succedevano cose più interessanti dei tradimenti (le corna succedono in tutti i luoghi di lavoro, anche tra le scrivanie). Lin-Manuel Miranda di "Hamilton" sarà il produttore esecutivo, da uno che ha saputo scrivere un musical sulla Costituzione americana e il padre fondatore che sta sul biglietto di dieci dollari aspettiamo grandi cose. Ci aspettiamo grandi cose anche da Sam Rockwell e Michelle Williams, gli attori scelti nei ruoli di Bob Fosse e Gwen Verdon. Con uso di tip tap, certo, mischiato con la danza moderna e il jazz. Segni particolari: le ginocchia a spigolo, e quel lavorio di mani che si riconosce all'istante. Gli attori americani sanno far tutto e non temono di apparire calvi. Bob Fosse si era fatto notare nel film "Kiss me Kate" (le musiche erano di Cole Porter) tratto da "La bisbetica domata" di Shakespeare. I bisticci tra Caterina e Petruccio erano raddoppiati nella trama dai litigi tra gli attori, coniugi rissosamente divorziati, mentre due gangster venuti a riscuotere un debito di gioco pretendevano un posticino sul palco (per cantare "Brush up Your Shakespeare", a quel tempo anche il recupero crediti frequentava scuole decenti). Ma appunto era calvo, aveva più possibilità dietro le quinte, come coreografo (8 Tony Award) e regista (un altro Tony Award). Gwen Verdon era già una star, quando incontrò il coreografo: fu lei a intercedere per una seconda possibilità cinematografica, dopo l'insuccesso della prima. Il film era "Cabaret", fruttò a Bob Fosse il successo e la bellezza di otto Oscar (la Palma d'oro a Cannes arriverà per "All That Jazz", a pari merito con Akira Kurosawa per "Rashomon", presidente di giuria era Kirk Douglas, cose che succedevano nel 1980). E siamo al secondo grande rischio che la miniserie ha scelto di correre: trovare due attori in grado di rendere giustizia a Liza Minnelli e al maestro di cerimonie Joel Grey. Bob Fosse ballò il tip tap al funerale dell'amico sceneggiatore Paddy Chayefsky, glielo aveva promesso e mantenne la parola. Son queste le scene che aspettiamo: le corna e le ripicche coniugali gira e rigira sono sempre le stesse". (Mariarosa Mancuso)
martedì 9 aprile 2019
lunedì 8 aprile 2019
NEWS - Clamoroso al Cibali! "Better Call Saul" non tornerà prima del 2020...E sul link con i personaggi di "Breaking Bad" e il film...
News tratta da "Uproxx"
When we last left Better Call Saul, Jimmy McGill — who never quite got over his brother’s death, or the shadow of his brother that hung over him — had fully transformed into Saul Goodman. We haven’t got a ton of details about where Better Call Saul will be headed in season five, though it appears that Saul will explore the relationship between Kim and Jimmy now that Jimmy is Saul. Unfortunately, fans of the series are going to have to wait for a while before the next season of Better Call Saul arrives on AMC. During an earnings call with AMC this week, we learned that the Breaking Bad spin-off will not be returning in 2019. The head of AMC, Sarah Barnett, would not offer anything else about the series, except that talent concerns drove the decision, and that Saul is closer to the end than it is the beginning. The move actually makes sense. The series has taken longer in the last two seasons than the first two seasons (seasons one and two began in February, while season 3 began in April and season 4 in August). We’re it to follow a similar schedule, it would premiere in October, which is when The Walking Dead typically debuts, so it’s probably best to hold it until either the interim between the two halves of The Walking Dead or April 2020, when The Walking Dead is wrapping up its tenth season. It also makes sense because Peter Gould and Vince Gillian typically take at least a full six months to write the season before shooting even begins, and Saul may take more finessing, particularly if it needs to work in conjunction with the Breaking Bad movie, which is expected to center on Aaron Paul’s character in a post-Breaking Bad world. That might also entail crossing paths with Gene, the future incarnation of Saul Goodman, who currently lives in Nebraska. As Better Call Saul approaches the Breaking Bad timeline, there’s also a higher degree of difficulty where it concerns the writing (and possibly more scheduling conflicts, should additional Breaking Bad characters need to be added to the mix). In either case, it’s going to be a long wait for season 5 of Better Call Saul, but if there’s one thing we know from past seasons, it’s that it will be worth it. In the meantime, Killing Eve, which will now air on both BBC America and AMC, may satiate the fix for those looking for a smart, sophisticated drama.
News tratta da "Uproxx"
When we last left Better Call Saul, Jimmy McGill — who never quite got over his brother’s death, or the shadow of his brother that hung over him — had fully transformed into Saul Goodman. We haven’t got a ton of details about where Better Call Saul will be headed in season five, though it appears that Saul will explore the relationship between Kim and Jimmy now that Jimmy is Saul. Unfortunately, fans of the series are going to have to wait for a while before the next season of Better Call Saul arrives on AMC. During an earnings call with AMC this week, we learned that the Breaking Bad spin-off will not be returning in 2019. The head of AMC, Sarah Barnett, would not offer anything else about the series, except that talent concerns drove the decision, and that Saul is closer to the end than it is the beginning. The move actually makes sense. The series has taken longer in the last two seasons than the first two seasons (seasons one and two began in February, while season 3 began in April and season 4 in August). We’re it to follow a similar schedule, it would premiere in October, which is when The Walking Dead typically debuts, so it’s probably best to hold it until either the interim between the two halves of The Walking Dead or April 2020, when The Walking Dead is wrapping up its tenth season. It also makes sense because Peter Gould and Vince Gillian typically take at least a full six months to write the season before shooting even begins, and Saul may take more finessing, particularly if it needs to work in conjunction with the Breaking Bad movie, which is expected to center on Aaron Paul’s character in a post-Breaking Bad world. That might also entail crossing paths with Gene, the future incarnation of Saul Goodman, who currently lives in Nebraska. As Better Call Saul approaches the Breaking Bad timeline, there’s also a higher degree of difficulty where it concerns the writing (and possibly more scheduling conflicts, should additional Breaking Bad characters need to be added to the mix). In either case, it’s going to be a long wait for season 5 of Better Call Saul, but if there’s one thing we know from past seasons, it’s that it will be worth it. In the meantime, Killing Eve, which will now air on both BBC America and AMC, may satiate the fix for those looking for a smart, sophisticated drama.
domenica 7 aprile 2019
SGUARDO FETISH - Kit Harington fa il travesta al "Saturday Night Live"! E "le" riesce bene...
Kit Harington shows off his six pack abs while doing a striptease for a sketch on his episode of Saturday Night Live on Saturday (April 6) in New York City. The 32-year-old Game of Thrones actor played a man who crashed his fiancee’s bachelorette party to do a burlesque striptease dance for the bridal party. Kate McKinnon played a woman who taught Kit the art of burlesque and she sat in the corner with a cigarette while watching the dance. At the end of the sketch, we found out that Melissa Villasenor‘s character, who was praising Kit‘s body, was actually his sister! Make sure to watch the opening monologue, featuring surprise appearances from Game of Thrones cast members!
Kit Harington shows off his six pack abs while doing a striptease for a sketch on his episode of Saturday Night Live on Saturday (April 6) in New York City. The 32-year-old Game of Thrones actor played a man who crashed his fiancee’s bachelorette party to do a burlesque striptease dance for the bridal party. Kate McKinnon played a woman who taught Kit the art of burlesque and she sat in the corner with a cigarette while watching the dance. At the end of the sketch, we found out that Melissa Villasenor‘s character, who was praising Kit‘s body, was actually his sister! Make sure to watch the opening monologue, featuring surprise appearances from Game of Thrones cast members!
He's so naughty. 🌹 #SNL pic.twitter.com/2BCCt65opu— Saturday Night Live - SNL (@nbcsnl) 7 aprile 2019
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