sabato 12 dicembre 2009












GOSSIP - Brrrrr! Rachel Bilson s'infagotta per beneficenza
Non è solo a Milano e a Segrate che si barbela dal freddo. A veder Rachel Bilson ("The OC") ieri a New York, anche la Grande Mela sembra tirata fuori dal freezer. Infagottata in un piumino danese, la Bilson ha partecipato ad un evento benefico a High Line Park a favore di famiglie in precarie condizioni economiche, donando buoni di 100 dollari ciascuna per i prossimi regali natalizi. Solo che al giorno d'oggi con 100 dollari manco un iPod decente riesci a comprare. Non ditelo a Tremonti, che se lo viene a sapere, anche per via del freddo che tira, diventa Tramontana...

venerdì 11 dicembre 2009

PICCOLO GRANDE SCHERMO - Anteprima, il poster del sequel-movie di "Sex and the City"!
Ecco in anteprima il poster del secondo film di "Sex and the City", in uscita nelle sale a maggio 2010. Al centro della trama l'attualissima crisi economica che colpirà una delle protagoniste. Carrie on...

giovedì 10 dicembre 2009

L'EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti sui telefilm tratti dai giornali italiani e stranieri

TEMPI
Gossip mother

“Se fino a pochi anni fa le tempeste ormonali e spenderecce di adolescenti televisive piombavano dal sogno alla realtà solo guardando in faccia la propria mamma, come la mettiamo oggi se le madri sono in prima fila ad augurarsi un futuro fatto di sogni da gossip girl?”.
(Annalena Valenti, 28.10.2009)

BALLARO'
Obiezione, Vostro Onore!

“Ma Ghedini ha preso lezioni da Perry Mason?”.
(Maurizio Crozza, 06.10.2009)

IL FATTO QUOTIDIANO
Notizie da Roth...amare

"Non mi perdo una puntata del Tg1 di Minzolini: è meglio di 'Lie to me'".
(Daniele Luttazzi, 13.10.2009)

IL MESSAGGERO
Viva la Pa-Pa-Pa-Pavone...!

"Vorrei cantare con Rita Pavone, ha un carisma incredibile".
(Laura Esquivel, 25.10.2009)

THE OBSERVER
Tutti pazzi per “MM”
“’Mad Men’ è di gran lunga il miglior programma in onda non solo in Inghilterra, ma in tutti gli altri Paesi: siete pazzi se non lo guardate…!”.
(Kathryn Flett, 15.10.2009)

CORRIERE DELLA SERA
La magia del destino di "Flash Forward"

"Gli Stoici avevano risolto il problema con una certa rassegnazione: i fati guidano i volenti e trascinano i nolenti. Ma come si sarebbe comportato lo Stoico di fronte a un' incursione del destino nella quotidianità sotto forma di flash forward? Lacerato il manto mal rattoppato della Ragione, ci troviamo di fronte all' Inaccessibile? Il flash forward è una tecnica narrativa che consente di visualizzare un balzo nel futuro; l' esatto opposto dell' abusato flash back, il salto nel passato. «Flash forward» si ispira al romanzo Avanti nel tempo del canadese Robert J. Stayer e porta la firma dello sceneggiatore e regista David S. Goyer (visionario co-autore di Batman Begins e Il cavaliere oscuro, i due successi cinematografici di Christopher Nolan) e di Brannon Braga («24», «Star Trek: Enterprise»). La serie racconta le conseguenze di un improvviso e misterioso black out planetario che porta l' intera umanità a perdere coscienza nello stesso istante. Per 2 minuti e 17 secondi tutti gli abitanti della terra hanno una visione di cosa accadrà loro sei mesi più tardi e dovranno iniziare a fare i conti con il loro futuro. In realtà non è con il futuro che bisogna fare i conti ma con il nostro destino: impresa ardua anche per un agente FBI come Mark Benford (Joseph Fiennes) incaricato di raccogliere sul web tutte le testimonianze sul futuro in modo da comporre «Il Mosaico Collettivo», il domani sotto forma di puzzle. Ambientato nella Los Angeles di «Crash» di Paul Haggis, erede di molte tematiche di «Lost», «Flash forward» è una lunga interrogazione sul destino, cioè la domanda delle domande cui l' uomo tenta di dare una risposta da quando non subisce come le bestie; da quando Amleto si accorge che «The time is out of joint», è fuori dei cardini: lo dobbiamo accettare il nostro futuro o possiamo eluderlo? E vivere significa subire la magia del destino...".
(Aldo Grasso, 07.10.2009)

mercoledì 9 dicembre 2009

PICCOLO GRANDE SCHERMO - Diablo di una Cody! La sceneggiatrice di "United States of Tara" si dà agli zombie dopo il flop-Fox di "Jennifer's Body"
(ANSA) - COURMAYEUR (AOSTA) - L'adolescenza e le donne oggetto, temi fonti d'ispirazione del premio Oscar per Juno Diablo Cody, sono protagonisti in Jennifer's body di Karyn Kusama, la commedia horror con Megan Fox, presentata oggi in anteprima al Courmayeur Noir in festival e in uscita il 10 dicembre distribuita da 20th Century Fox. La sceneggiatrice, che oggi al festival ha incontrato i giornalisti, sfoggiando capelli corti, vestito verde smeraldo e sorriso cordiale, dopo l'Academy Award non si e' piu' fermata. Ha scritto la serie United States of Tara prodotta da Steven Spielberg, ora alla seconda stagione, e sta lavorando a nuove sceneggiature di film: la trasposizione dei romanzi per teenager Sweet valley high; la biografia di Hugh Hefner, il creatore di Playboy, che potrebbe avere il volto di Robert Downey Jr, e un nuovo progetto misterioso, di cui ha appena finito lo script. ''L'unico mio rammarico per Jennifer's Body e' che forse il messaggio non sia venuto fuori abbastanza radicale - ha spiegato la Cody -. La protagonista, una ragazza il cui corpo e' un oggetto di consumo, sfruttato e consumato, diventa una cannibale che mangia i corpi dei maschi''. E il fatto che i protagonisti siano adolescenti, come in Juno, non e' un caso: ''E' un tema da cui ho cercato di allontanarmi, ma per me e' troppo interessante. Le emozioni in quel periodo sono cosi' profonde e intense che si prestano moltissimo ad essere sviluppate in un racconto, non c'e' niente di passivo nei teenager. Sentono tutto con grande passione. Ho appena finito un copione che ha per protagonista un adulto, ma e' uno scrittore che non riesce smettere di scrivere storie sugli adolescenti... e' un argomento che continua a tornare''. In Jennifer's Body (che negli Usa e' stato un flop), la modella attrice Megan Fox e' Jennifer, una cheerleader che dopo un concerto rock terminato bruscamente per un incendio, decide di accettare l'invito a seguire la band. Il gruppo pero' la rapisce e la sacrifica al diavolo, chiedendo in cambio il successo, credendola, a torto, vergine. Dopo il sacrificio 'impuro', la ragazza ritorna in vita come demone cannibale affamato del corpo dei compagni di classe. L'unica che cerca di fermarla e' l'amica del cuore Needy (Amanda Seyfried). ''Ho iniziato a scrivere questa storia appena finita la sceneggiatura di Juno. Sono sempre stata interessata all'horror, e volevo essere genuinamente terrorizzante. Ho pensato alle cose che piu' mi spaventavano e mi sono venute in mente le ragazze e le amicizie complici tra donne, che possono veramente essere malefiche''. La Cody spiega che il copione e' stato comprato solo dopo il successo di Juno: ''La sceneggiatura non era ritenuta particolarmente commerciale e c'erano due protagoniste donne, per gli americani e' un inconveniente. Penso pero' che se questo film fosse stato sviluppato dopo Twilight, l'avrebbero prodotto prima, ma ci avrebbero fatto togliere il sesso, e gli elementi profani''. E cosa pensa della saga di Twilight? ''Fino ad adesso sono riuscita a non leggere i libri e a non vedere i film. Ma se piace tanto ai ragazzi sono sicura che ci sia molto di buono'' ha aggiunto con un sorriso beffardo. Del progetto su Hugh Hefner la sceneggiatrice, ex spogliarellista, dice di non poter parlare, mentre e' entusiasta del film tratto dai romanzi per teenager di Francine Pascal, della serie Sweet Valley High (gia' diventata negli anni '90 un telefilm), che ha per protagonista una coppia di giovani gemelle. La Cody e' inoltre produttrice, ma non sceneggiatrice, di Breathers: A Zombie's lament, un film sugli zombie: ''Ho deciso di farlo perche' gli zombie mi piacciono molto, vanno forte al box office - ha detto la Cody - e perche' sono cresciuta con i film di George Romero''.

domenica 6 dicembre 2009

LA VITA E' UNA COSA SERIAL - Allarme Usa: i nuovi telefilm son foglie morte!
L’autunno telefilmico americano è drammatico. Non per creare allarmismo, non per struggerci nel pessimismo, ma l’onda lunga della crisi creativa a “stelle e strisce” continua e rischia di diventare tsunami. Ormai l’alibi dello sciopero degli sceneggiatori non regge più. A sfogliare i titoli della stagione, c’è da mettersi le mani nei capelli per l’invasione di serial-cloni e per le poche idee davvero originali. “Cougar Town” con Courteney Cox e “Accidentally on Purpose” con Jenna Elfman: tutto già visto in “A casa di Fran” (2005) con Fran Drescher. “The Good Wife” con Julianna Margulies fotocopia lo start-up di “In tribunale con Lynn” (1999), a sua volta già opera di un “taglia&incolla” nell’italiana “Cuore contro cuore” (2004). “The Forgotten” con Christian Slater rispolvera indagini poliziesche dimenticate come “Cold Case” (peraltro entrambe prodotte dalla stella in discesa Jerry Bruckheimer). “Trauma” non ha nulla di nuovo rispetto alle “Squadra Emergenza” (1972, 1999). "Mercy" è deja vu dopo l'avvento infermieristico al femminile del contemporaneo "Nurse Jackie". “The Beautiful Life” è crollata sotto gli scandali della vita poco beautiful di Mischa Barton – meglio un reality su di lei, forse – e gli echi di “Models Inc.” (1994). Ad un primo impatto “White Collar” sembra la versione tv del film “48 ore” (1982) di Walter Hill. “Flash Forward” – lanciata come la serie evento della stagione – declina ulteriormente il forward già visto in “Lost” (2004) e “Heroes” (2006). Quest’ultimo telefilm, a proposito, ha compiuto il suo jump the shark col bacio lesbo. I vari “CSI” sembrano mostrare la corda con i sempre più frequenti crossover vitalizzanti. “Lie to Me” e “The Mentalist” procedono di pari passo verso la ripetitività (già dopo una decina di puntate si è pervasi dalla sensazione di un “tutto qui?”). “Curb Your Enthusiasm” si riaccende con una puntata-reunion del cast di “Seinfeld”. “Castle” è un “Signore in Giallo” che intraprende una relazione alla “Moonlighting” (1985). “The Vampire Diaries” e “Three Rivers” succhiano sangue dal successo di “True Blood” (e prima di “Buffy”). I sequel di “Beverly Hills” e “Melrose Place” cercano il riadattamento ai giorni nostri, ma poi sono costretti a richiamare sul set i volti che avevano illuminato le serie originali. “Bones” e “Fringe” sopravvivono e cercano di scostarsi sempre più dal pesante ricordo del "terzo tipo" di “X-Files”. I figli di Abrams (J.J.), Roberto Orci e Alex Kurtzman, non hanno nulla di meglio da fare che metter mano ai remake di “Matt Helm” (1975) e “Squadra Hawaii Cinque Zero” (1968). “Eastwick” e il già avviato “Crash” dicono grazie al grande schermo. "Dollhouse" reca in sè il nocciolo di "Strange Days" (1998) di Kathryn Bigelow. "Dexter" e "Desperate Housewives" arruolano ottimi caratteristi per dare nuova linfa: il primo John Lithgow, il secondo Drea de Matteo. La quarta stagione di "Ugly Betty" promette - dalle parole del suo ideatore Silvio Horta - "una trasformazione", a cominciare dal look più sexy di Betty. L'episodio speciale di Halloween di "Medium" ingloba sequenze dal cult di George Romero "La notte dei morti viventi" (1968). Anche i più promettenti pagano pegno: "Glee" di Ryan Murphy è una pregevole "spugna-parodia" dei talent-show e dei musical; "Modern Family" è una "moderna" (modernissima) "Famiglia Bradford" (o la faccia ilare e più leggera di "Brothers&Sisters"...o la rivisitazione di "Sposati con figli", del 1987, vista la presenza di Ed O'Neill...). Impensabile fine a qualche mese fa che "Mad Men" potesse essere criticato, eppure "Variety" ci è andato giù duro con la seconda stagione ("s'illumina solo sporadicamente come la prima", ha scritto l'influente Brian Lowry). Insomma, un autunno di foglie morte che rischia di compromettere la rinascita (primaverile?) di un genere che fatica a riprendersi, a far crescere nuovi germogli da un humus piuttosto compromesso dalle inondazioni (di attualità, di crisi economiche e di contingenze scioperistiche) che ormai sono alle spalle. Con la speranza che qualcuno se ne sia accorto e non si crogioli nei fasti perduti. (Articolo di Leo Damerini su "Telefilm Magazine" di Dicembre)

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