venerdì 11 gennaio 2019
L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
IL FOGLIO
Le "Derry Girls" senza tempo di Netflix
"Cattive ragazze, come le "bitches" salutate da Olivia Colman dopo aver conquistato il Golden Globe come migliore attrice comica. Altro svarione perpetrato dai giornalisti della stampa estera a Los Angeles: parrebbe più drammatico regnare sull'Inghilterra di inizio 700, tra guerre e congiure di palazzo, che badare a un marito che si fa bello con gli scritti tuoi, come capita a Glenn Close in "The Wife". E alzi la mano chi, mentre l'attrice avvolta in una cappa nera afferrava il premio come attrice drammatica, non ha pensato a "Attrazione fatale" e alla pazza che bolliva il coniglietto pur di strappare Michael Douglas alla legittima consorte. Ai Golden Globes, sezione serie tv, Douglas figlio (Kirk ha compiuto 102 anni a dicembre) è stato premiato come miglior attore attore comico per il "Metodo Kominsky": così finisce la scappatella coniugale più famosa degli anni Ottanta. Cattive ragazze, come le "Derry Girls" nella serie scritta da Lisa McGee. Sta su Netflix, ma si capisce lontano un miglio che l'algoritmo c'entra poco, è un prodotto a denominazione d'origine controllata. Siamo in Irlanda del nord, negli anni Novanta: il ponte che devi percorrere per andare a scuola potrebbe saltare per aria ogni momento. Le ragazze, in divisa, frequentano un istituto cattolico. Quasi tutto femminile. Il "quasi" riguarda James, un cugino con il difetto di essere cresciuto fuori dall'Irlanda - quindi è l'unico che parla Cattive ragazze Le "bitches" salutate dalla Colman ai Golden Globe e le "Derry girls" irlandesi della nuova serie Netflix un inglese comprensibile senza sottotitoli: alla scuola per maschi sarebbe tartassato dai bulli. Naturalmente dalle suore non è previsto per lui neppure un bagno, il contrario di quel che accadeva alla Nasa per le matematiche nere che contribuirono a mandare in orbita le prime navicelle (fa testo il film di Theodor Melfi "Il diritto di contare"). Le attrici sono un po' grandicelle, stentano a sembrare sedicenni. Parlano sporco, con smorfie adolescenziali un po' caricate, e spaventano le suore - una muore sul posto di lavoro, novantenne, mentre sorveglia le ragazze (e il giovanotto) in punizione. Tra una pisciata nel cestino della carta, un rossetto rubato (intascato dalla sorvegliante), una ragazza che scavalca la finestra per andare al concerto del ragazzo che le piace (cotta unilaterale, si intende, l'invito era collettivo), all'apertura della porta lo spettacolo è raccapricciante. Il resto è working class irlandese, tante patate fritte e tanto merluzzo in pastella. Dove non ci sono i soldi per andare a Parigi in gita scolastica ("i vostri genitori hanno sicuramente soldi da parte per la vostra educazione", suggerisce una suora, pia illusione sfatata al rientro in casa). La più grassottella digiuna per l'Africa - da un momento all'altro ci aspettiamo la raccolta di carta stagnola per "i bambini meno fortunati". Sei puntate per la prima stagione, durano mezz'ora come si conviene a una sit-com (siccome siamo in Irlanda, il format non prevede le risate registrate). Sembra passato un secolo, da quando la novità tecnologica era il cordless: "Mi stava chiamando dal bagno" urla la zia che invidia la modernità". (Mariarosa Mancuso)
IL FOGLIO
Le "Derry Girls" senza tempo di Netflix
"Cattive ragazze, come le "bitches" salutate da Olivia Colman dopo aver conquistato il Golden Globe come migliore attrice comica. Altro svarione perpetrato dai giornalisti della stampa estera a Los Angeles: parrebbe più drammatico regnare sull'Inghilterra di inizio 700, tra guerre e congiure di palazzo, che badare a un marito che si fa bello con gli scritti tuoi, come capita a Glenn Close in "The Wife". E alzi la mano chi, mentre l'attrice avvolta in una cappa nera afferrava il premio come attrice drammatica, non ha pensato a "Attrazione fatale" e alla pazza che bolliva il coniglietto pur di strappare Michael Douglas alla legittima consorte. Ai Golden Globes, sezione serie tv, Douglas figlio (Kirk ha compiuto 102 anni a dicembre) è stato premiato come miglior attore attore comico per il "Metodo Kominsky": così finisce la scappatella coniugale più famosa degli anni Ottanta. Cattive ragazze, come le "Derry Girls" nella serie scritta da Lisa McGee. Sta su Netflix, ma si capisce lontano un miglio che l'algoritmo c'entra poco, è un prodotto a denominazione d'origine controllata. Siamo in Irlanda del nord, negli anni Novanta: il ponte che devi percorrere per andare a scuola potrebbe saltare per aria ogni momento. Le ragazze, in divisa, frequentano un istituto cattolico. Quasi tutto femminile. Il "quasi" riguarda James, un cugino con il difetto di essere cresciuto fuori dall'Irlanda - quindi è l'unico che parla Cattive ragazze Le "bitches" salutate dalla Colman ai Golden Globe e le "Derry girls" irlandesi della nuova serie Netflix un inglese comprensibile senza sottotitoli: alla scuola per maschi sarebbe tartassato dai bulli. Naturalmente dalle suore non è previsto per lui neppure un bagno, il contrario di quel che accadeva alla Nasa per le matematiche nere che contribuirono a mandare in orbita le prime navicelle (fa testo il film di Theodor Melfi "Il diritto di contare"). Le attrici sono un po' grandicelle, stentano a sembrare sedicenni. Parlano sporco, con smorfie adolescenziali un po' caricate, e spaventano le suore - una muore sul posto di lavoro, novantenne, mentre sorveglia le ragazze (e il giovanotto) in punizione. Tra una pisciata nel cestino della carta, un rossetto rubato (intascato dalla sorvegliante), una ragazza che scavalca la finestra per andare al concerto del ragazzo che le piace (cotta unilaterale, si intende, l'invito era collettivo), all'apertura della porta lo spettacolo è raccapricciante. Il resto è working class irlandese, tante patate fritte e tanto merluzzo in pastella. Dove non ci sono i soldi per andare a Parigi in gita scolastica ("i vostri genitori hanno sicuramente soldi da parte per la vostra educazione", suggerisce una suora, pia illusione sfatata al rientro in casa). La più grassottella digiuna per l'Africa - da un momento all'altro ci aspettiamo la raccolta di carta stagnola per "i bambini meno fortunati". Sei puntate per la prima stagione, durano mezz'ora come si conviene a una sit-com (siccome siamo in Irlanda, il format non prevede le risate registrate). Sembra passato un secolo, da quando la novità tecnologica era il cordless: "Mi stava chiamando dal bagno" urla la zia che invidia la modernità". (Mariarosa Mancuso)
giovedì 10 gennaio 2019
Il 2019 si apre con il sorpasso di @PrimeVideoIT su @NetflixIT in quanto a serie tv in prima tv assoluta in partenza: a gennaio 5 a 4.
— Leo Damerini (@LeoDamerini) January 9, 2019
martedì 8 gennaio 2019
L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
"Das Boot", racconto classico ante bingewatching
"Perché i film o le serie ambientate in un sottomarino mettono così tanta angoscia? Forse perché tutti siamo un po' claustrofobici, perché il mezzo assomiglia a un'enorme bara d'acciaio, perché l'ossigeno scarseggia sempre e gli spazi sono angusti... Per questo, fin dalle prime inquadrature, «Das Boot», la nuova serie prodotta da Sky Deutschland con Bavaria Fiction e Sonar Entertainment e diretta da Andreas Prochaska, propone una tensione emotiva cui è difficile resistere (Sky Atlantic). La serie in otto episodi è ispirata all'omonimo romanzo di Lothar-Günther Buchheim e al film di grandissimo successo del 1981 diretto da Wolfgang Petersen (uscito in Italia con il titolo di U-Boot 96). L'U-96 era un sottomarino di classe VII-C comandato dal capitano Willenbrock, che nella sua carriera affondò oltre ventotto navi per un totale di centonovantamila tonnellate, prima di essere distrutto da un attacco aereo nel porto di Wilhelmshaven. È il 1942 e il nuovo sommergibile, prodigio dell'ingegneria tedesca dell'epoca, è pronto a salpare dalle coste francesi occupate dai nazisti per una missione nell'Atlantico. II nuovo comandante, Klaus Hoffmann (Rick Okon), figlio di un leggendario comandante di U-Boot, dovrà convincere il suo scettico e giovane equipaggio di essere l'uomo giusto per guidarlo in battaglia.All'azione bellica, si affianca una spy story di grande intensità. Simone Strasser (Vicky Krieps) arriva a La Rochelle come traduttrice per la Marina tedesca: è originaria dell'Alsazia, territorio storicamente conteso tra Francia e Germania, ed è quindi vista come un'estranea da entrambe le nazioni, specie quando entra in contatto con la Resistenza. La struttura di «Das Boot» è classica, come fosse un film lungo più di otto ore. Motivo per cui va gustato settimana per settimana, come si faceva una volta, prima del bingewatching". (Aldo Grasso)
CORRIERE DELLA SERA
"Das Boot", racconto classico ante bingewatching
"Perché i film o le serie ambientate in un sottomarino mettono così tanta angoscia? Forse perché tutti siamo un po' claustrofobici, perché il mezzo assomiglia a un'enorme bara d'acciaio, perché l'ossigeno scarseggia sempre e gli spazi sono angusti... Per questo, fin dalle prime inquadrature, «Das Boot», la nuova serie prodotta da Sky Deutschland con Bavaria Fiction e Sonar Entertainment e diretta da Andreas Prochaska, propone una tensione emotiva cui è difficile resistere (Sky Atlantic). La serie in otto episodi è ispirata all'omonimo romanzo di Lothar-Günther Buchheim e al film di grandissimo successo del 1981 diretto da Wolfgang Petersen (uscito in Italia con il titolo di U-Boot 96). L'U-96 era un sottomarino di classe VII-C comandato dal capitano Willenbrock, che nella sua carriera affondò oltre ventotto navi per un totale di centonovantamila tonnellate, prima di essere distrutto da un attacco aereo nel porto di Wilhelmshaven. È il 1942 e il nuovo sommergibile, prodigio dell'ingegneria tedesca dell'epoca, è pronto a salpare dalle coste francesi occupate dai nazisti per una missione nell'Atlantico. II nuovo comandante, Klaus Hoffmann (Rick Okon), figlio di un leggendario comandante di U-Boot, dovrà convincere il suo scettico e giovane equipaggio di essere l'uomo giusto per guidarlo in battaglia.All'azione bellica, si affianca una spy story di grande intensità. Simone Strasser (Vicky Krieps) arriva a La Rochelle come traduttrice per la Marina tedesca: è originaria dell'Alsazia, territorio storicamente conteso tra Francia e Germania, ed è quindi vista come un'estranea da entrambe le nazioni, specie quando entra in contatto con la Resistenza. La struttura di «Das Boot» è classica, come fosse un film lungo più di otto ore. Motivo per cui va gustato settimana per settimana, come si faceva una volta, prima del bingewatching". (Aldo Grasso)
lunedì 7 gennaio 2019
NEWS - Golden Globes 2019, tutti i vincitori e vinti. Una sempre più equa spartizione tra network non generalisti/piattaforme
Miglior serie drammatica
The Americans - FX
Miglior miniserie o film per la tv
Miglior serie drammatica
The Americans - FX
Bodyguard - BBC One
Homecoming - Prime Video
Killing Eve - BBC America
Pose - FX
Miglior serie comedy o musical
Barry - HBO
The Good Place - NBC
Kidding - Showtime
The Kominsky Method - Netflix
The Marvelous Mrs. Maisel - Prime Video
Miglior miniserie o film per la tv
The Alienist - TNT
The Assassination of Gianni Versace - FX
Escape at Dannemora - Showtime
Sharp Objects - HBO
A Very English Scandal - Prime Video
Miglior attore in una serie drammatica
Jason Bateman - Ozark
Stephan James - Homecoming
Richard Madden - Bodyguard
Billy Porter - Pose
Matthew Rhys - The Americans
Miglior attrice in una serie drammatica
Caitriona Balfe - Outlander
Elisabeth Moss - The Handmaid's Tale
Sandra Oh - Killig Eve
Julia Roberts - Homecoming
Keri Russell - The Americans
Miglior attore in una serie comedy o in un musical
Sacha Baron Cohen - Who is America?
Jim Carrey - Kidding
Michael Douglas - The Kominsky Method
Donald Glove - Atlanta
Bill Hader - Barry
Miglior attrice in una serie comedy o in un musical
Kristen Bell - The Good Place
Candice Bergen - Murphy Brown
Alison Brie - GLOW
Rachel Brosnahan - The Marvelous Mrs. Maisel
Debra Messing - Will & Grace
Miglior attore in una miniserie o film tv
Antonio Banderas - Genius: Picasso
Daniel Bruhl - The Alienist
Darren Criss - The Assassination of Gianni Versace
Benedict Cumberbatch - Patrick Melrose
Hugh Grant - A Very English Scandal
Miglior attrice in una miniserie o film tv
Amy Adams - Sharp Objects
Patricia Arquette - Escape at Dannemora
Connie Britton - Dirty John
Laura Dern - The Tale
Regina King - Seven Seconds
Miglior attore non protagonista in una miniserie o film tv
Alan Arkin - The Kominsky Method
Kieran Culkin - Succession
Edgar Ramirez - The Assassination of Gianni Versace
Ben Whishaw - A Very English Scandal
Henry Winkler - Barry
Miglior attrice non protagonista in una miniserie o film tv
Alex Boenstein - The Marvelous Mrs. Maisel
Patricia Clarkson - Sharp Objects
Penelope Cruz - The Assassination of Gianni Versace
Thandie Newton - Westworld
Yvonne Strahovski - The Handmaid's Tale
domenica 6 gennaio 2019
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