venerdì 9 novembre 2007
NEWS - Ultima ora, Schwarzy, pensaci tu! Il Governatore della Californication torna ad Hollywood per scongiurare lo sciopero degli sceneggiatori
Los Angeles, 9 nov. - (Adnkronos) - 'Governator' torna ad Hollywood per cercare di negoziare un accordo che metta fine allo sciopero degli sceneggiatori che rischia di bloccare gli studios californiani. Arnold Schwarzenegger, all'indomani della sua dichiarazione di guerra all'amministrazione Bush sul fronte della lotta del riscaldamento globale, annuncia che sta lavorando "dietro le quinte" per mettere fine allo sciopero della Writes Guild of America, l'associazione degli sceneggiatori che rivendicano percentuali maggiori sulle vendite dei Dvd e per la diffusione di film e programmi su telefonini ed Internet. "Credo che sia importante che troviamo un accordo al piu' presto possibile perche' lo sciopero ha un tremendo impatto economico sul nostro stato", ha spiegato l'ex attore diventato governatore repubblicano della California. Lo sciopero infatti ha gia' toccato le prime produzioni televisive, con la maggior parte dei talk-show costretti a mandare in onda repliche ed alcune soap che rischiano di essere bloccate. Se lo sciopero andra' avanti - e nel 1988 ando' avanti per 22 settimane - per la fine di novembre si prevede il rischio paralisi anche per le principali serie televisive , con la conseguente perdita di centinaia di posti di lavoro sui set. "Questa e' la parte piu' triste della storia, perche' non saranno i manager degli studio a soffrire, non saranno i leader sindacali o gli sceneggiatori che scioperano a soffrire, perche' loro sono persone che hanno i soldi" ha affermato Schwarzy ricorrendo a toni populistici. Una risposta al governatore arriva dal suo ex collega Tim Robbins, che e' anche un iscritto come sceneggiatore al sindacato, che si e' unito a tanti altri attori che in questi giorni stanno portando solidarieta' ai dimostranti che fanno i picchetti di protesta fuori dagli Studios a Los Angeles e New York. "Non si tratta di sceneggiatori ultramilionari - ha detto Robbins, attore e regista tra i piu' liberal di Hollywood - questa e' una protesta di sceneggiatori della classe media che cercano di mantenere le proprie famiglie e pagare le rate del mutuo".
Los Angeles, 9 nov. - (Adnkronos) - 'Governator' torna ad Hollywood per cercare di negoziare un accordo che metta fine allo sciopero degli sceneggiatori che rischia di bloccare gli studios californiani. Arnold Schwarzenegger, all'indomani della sua dichiarazione di guerra all'amministrazione Bush sul fronte della lotta del riscaldamento globale, annuncia che sta lavorando "dietro le quinte" per mettere fine allo sciopero della Writes Guild of America, l'associazione degli sceneggiatori che rivendicano percentuali maggiori sulle vendite dei Dvd e per la diffusione di film e programmi su telefonini ed Internet. "Credo che sia importante che troviamo un accordo al piu' presto possibile perche' lo sciopero ha un tremendo impatto economico sul nostro stato", ha spiegato l'ex attore diventato governatore repubblicano della California. Lo sciopero infatti ha gia' toccato le prime produzioni televisive, con la maggior parte dei talk-show costretti a mandare in onda repliche ed alcune soap che rischiano di essere bloccate. Se lo sciopero andra' avanti - e nel 1988 ando' avanti per 22 settimane - per la fine di novembre si prevede il rischio paralisi anche per le principali serie televisive , con la conseguente perdita di centinaia di posti di lavoro sui set. "Questa e' la parte piu' triste della storia, perche' non saranno i manager degli studio a soffrire, non saranno i leader sindacali o gli sceneggiatori che scioperano a soffrire, perche' loro sono persone che hanno i soldi" ha affermato Schwarzy ricorrendo a toni populistici. Una risposta al governatore arriva dal suo ex collega Tim Robbins, che e' anche un iscritto come sceneggiatore al sindacato, che si e' unito a tanti altri attori che in questi giorni stanno portando solidarieta' ai dimostranti che fanno i picchetti di protesta fuori dagli Studios a Los Angeles e New York. "Non si tratta di sceneggiatori ultramilionari - ha detto Robbins, attore e regista tra i piu' liberal di Hollywood - questa e' una protesta di sceneggiatori della classe media che cercano di mantenere le proprie famiglie e pagare le rate del mutuo".
L'EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti sulle serie tv dai giornali italiani e stranieri
L'ESPRESSO
S'avanza il lesbo-power della "Rubyfruit Mafia"
"Una volta provato com'è con le donne, gli uomini diventano una barba tremenda". Come in un'epidemia di stagione, giovani donne, sbuffanti di noia, diffondono il verbo di Rita Mae Brown: 'La giungla di fruttirubini' (ES). E tutte insieme, nello stesso posto e nella stessa ora, decidono di cambiare aria. Succede tra le colline di Hollywood, nelle stanze dei bottoni. È qui che si concentra la 'Rubyfruit Mafia', la mafia di fruttirubini, come l'ha battezzata la rivista americana 'W': produttrici, sceneggiatrici, responsabili di marketing ed esperte di strategie. Una autentica corporazione di donne di potere. Tutte esplicitamente lesbiche. "I tempi cambiano. E ci sono momenti in cui i cambiamenti si manifestano tutti insieme", dice Ilene Chaiken, cinquantenne madre lesbica di due bambini, e ideatrice del serial 'The L World', vero fenomeno di culto da tre anni a questa parte: "Le lesbiche stanno vivendo uno di questi momenti".
Hanno sopportato bisbigli alle spalle, porte chiuse in faccia, il tradizionale maschilismo e la perfidia da manuale dei potenti (Robert Sutton ha appena inserito Michael Eisner, capo storico della Walt Disney, tra i più fulgidi esempi del suo 'Metodo Antistronzi'). Ora, tana libera tutti: si spalancano gli armadi del potere. E una pubblica confessione dà un colpo di spugna sui segreti."Non che i miei fossero poi custoditi così bene", scherza con la stampa americana Nina Jacobson, 42 anni, ex presidente di Buena Vista Motion Pictures Group, divisione di Walt Disney, ora socia di Steven Spielberg e della sua Ambin Entertainment: già inclusa da Forbes nella lista delle 100 donne più potenti di Hollywood ha fondato, qualche anno fa, insieme col regista Bruce Cohen, "Out There", associazione di lesbiche e gay dell'industria dell'intrattenimento: "Tanto che quando ho fatto coming out, nessuno si è stupito più di tanto". Anche perché l'amore tra donne non è più un'eccezione. E questa versione femminile della 'Velvet mafia', la mafia di velluto, con la quale i conservatori hanno tradizionalmente additato i network gay, vere e proprie lobby economico-finanziarie, lo rende evidente. "Temo che 'Rubyfruit mafia' sia solo una bella espressione per colpire l'immaginazione", dice a 'L'espresso' Dana Rudolph, fondatrice ed editrice di Mombian (www.mombian. com), che si dedica attivamente al sostegno delle mamme lesbiche americane: "Ma è una definizione ambigua: allude a uno sforzo organizzativo, a un modo di lavorare in modo coordinato, che a me non sembra esistere".
Ma che non si può escludere. Le lesbiche di Hollywood stanno insegnando una complicità dimenticata. E in un mondo professionale con pochi ruoli leader al femminile, la tentazione è di tifare per loro. Le prime vere donne capaci di fare rete. Di fatto, la gang saffica è corposa e ben frequentata. È lesbica, per esempio, Carolyn Strauss, capo della programmazione del canale satellitare HBO: artefice di successi come i serial televisivi 'The Sopranos', 'Six Feet Under' e 'Big Love'. Altra lesbogirl è l'executive della società di produzione Fox 2000, Carla Hacken. E anche la cofondatrice della Killer Films Christine Vachon, ora hit-maker di successi indipendenti. E Cynthia Wornham del Sundance Institute, principale sponsor dell'omonimo Film Festival: anzi, proprio la sua partner, Annie Philbin, direttore dell'Hammer Museum di Los Angeles, ha dichiaratamente ispirato il personaggio di Jennifer Beals in 'The L World'. Se non bastasse, ha i suoi stessi gusti Kelly Bush, fondatrice di una delle più importanti società di relazioni pubbliche di Hollywood, portavoce di molte celebrities, madre di due figli e stessa compagna ormai da una dozzina d'anni. Donne che hanno iniziato la loro carriera una decina d'anni fa. E che ora, svoltati i 40, occupano i gangli più strategici dei loro settori. Con la conseguenza che non soltanto molti posti chiave sono ora occupati da persone più aperte alla libertà sessuale che in passato, ma che i prodotti da loro lanciati e sostenuti contribuiscono a veicolare, spesso e volentieri, contenuti omosessuali. L'ambizione, neppure troppo nascosta, è se non di modellare la cultura pop contemporanea, almeno di sdoganare gli ultimi tabù. E di favorire un atteggiamento più neutrale verso gli orientamenti privati di ognuno. Qualche esempio? Si moltiplicano i serial di successo con l'immancabile personaggio lesbico (l'ultimo è quello interpretato da Bonnie Somerville in 'Cashmere Mafia'); al cinema i ruoli da lesbica sono sempre più frequenti (tra i più recenti Lucy Liu, lesbovampira nell'ultimo 'Rise: Blood Hunter' e Judi Dench, professoressa di storia, in 'Notes on a Scandal', innamorata della sposatissima Cate Blanchett). Ed è uno scambio continuo tra vita e fiction: basti pensare che nella sceneggiatura di un episodio di 'The L World' è entrato un sito 'reale' chiamato OurChart.com, che è una specie di Myspace soltanto per lesbiche: le iscrizioni si sono, ovviamente, immediatamente impennate."Che ci sia una Hollywood segreta lesbica è solo una leggenda metropolitana", obietta la regista Angela Robinson (ma il suo film, 'D.E.B.S, Spie in minigonne', uscito nel 2005, è una specie di Charlie's Angels adorato dalle lesbiche), ora produttrice di 'The L World' (che chiama 'il Dallas delle lesbiche'). Non le crede nessuno. Anche perché il coming out, sempre più esteso e visibile, supera le quinte del mondo del cinema e contagia altri settori: dai palcoscenici televisivi a molti posti chiave del mondo degli affari. Ellen DeGeneres, per esempio, apripista delle 'famose senza niente da nascondere' (oggi è fidanzata con l'attrice Portia de Rossi), sta diventando sempre più popolare, con il suo show tv, anche grazie al suo pubblico gay (http://ellen.warnerbros.com). 'AfterEllen.com', blog che commenta le notizie sul mondo delle lesbiche nell'entertainment, è diventato un punto di riferimento della Rete. Cynthia Nixon, l'avvocato dai capelli rossi di 'Sex and the City', ha ufficialmente scelto da che parte stare, e ora divide casa con la compagna Christine Marinoni. Rosie O' Donnell, per anni volto televisivo con 'The Rosie O'Donnell Show', lesbica con famiglia allargata (tre figli adottati e un altro della compagna Kelli Carpenter), è una militante dei diritti civili. Hillary Rosen, amministratore delegato della Recording Industry Association of America, la nemica numero uno di Napster, si è separata dalla compagna Elizabeh Birch, ex direttrice di Human Rights Campaign, ma resta tra gli esempi più seri di impegno per la libertà di amare chi ci pare. L'attrice Lily Tomlin, che solo fino a qualche anno fa teneva riservata la sua relazione trentennale con la stessa donna, non intende più tenerla nascosta.
(Ellen DeGeneres)"Devo ringraziare la mia incredibile moglie", ha detto commossa la bionda Melissa Etheridge, nel ricevere l'Oscar per 'I Need to Wake Up', colonna sonora di 'Una scomoda verità' di Al Gore (e sul red carpet era stata ironicamente impeccabile in tailleur pantaloni, al braccio della compagna in lungo). Impensabile, fino a qualche anno fa. La sua partner, l'attrice Tammy Lynn Michaels, l'ha confermato al magazine 'People': "Finora manager e agenti mi avevano sempre sconsigliato di dichiarare apertamente le mie preferenze sessuali". Ma perché oggi l'orientamento sessuale diventa faccenda puramente personale? È la comunità creatività di Hollywood, più tollerante di altri contesti, a favorire queste ammissioni? "L'industria del cinema è probabilmente un po' più aperta del resto della società americana, sebbene penso che il timore che un coming out possa nuocere alla carriera ci sia sempre", aggiunge Dana Rudolph: "Infatti non credo che questa ammissione, da parte di donne di potere, sia stata programmata, intenzionale, del tipo: avanti, gettiamo la maschera tutte insieme. Mi sembra, piuttosto, il risultato di un clima giusto per rendere pubbliche, singolarmente, le proprie preferenze sessuali. Certo, ogni volta che una donna di potere rivela al mondo di essere lesbica dà più fiducia e coraggio a tutte le altre. Questo cambiamento sociale è stato influenzato da alcuni fattori: un generale atteggiamento più disponibile a riconoscere i diritti degli omosessuali da parte dell'opinione pubblica, l'incredibile successo di produzioni televisive come 'The L World', e l'esempio di alcune personalità che hanno scelto da subito la visibilità: prima fra tutte, appunto, Ellen DeGeneres". Già qualche tempo fa il suo sito aveva elencato le madri lesbiche più potenti d'America e le loro partner. E, guarda caso, ne era venuta fuori una lista di personalità tra le più importanti di editoria, cinema, spettacolo, politica e nuovi media: Linda Villarosa, ex editrice del 'New York Times', insieme a Jana Welch, responsabile marketing; Kara Swisher, giornalista del 'Wall Street Journal', e Megan Smith, executive di Google; Cheryl Jacques, ex senatrice del Massachusetts, e Jennifer Chrysler, presidente della Family Pride Coalition. E Heather Poe, manager della Ups: la sua compagna è Mary Cheney, amministratrice di Aol. E figlia del vice presidente degli Stati Uniti.
Hanno sopportato bisbigli alle spalle, porte chiuse in faccia, il tradizionale maschilismo e la perfidia da manuale dei potenti (Robert Sutton ha appena inserito Michael Eisner, capo storico della Walt Disney, tra i più fulgidi esempi del suo 'Metodo Antistronzi'). Ora, tana libera tutti: si spalancano gli armadi del potere. E una pubblica confessione dà un colpo di spugna sui segreti."Non che i miei fossero poi custoditi così bene", scherza con la stampa americana Nina Jacobson, 42 anni, ex presidente di Buena Vista Motion Pictures Group, divisione di Walt Disney, ora socia di Steven Spielberg e della sua Ambin Entertainment: già inclusa da Forbes nella lista delle 100 donne più potenti di Hollywood ha fondato, qualche anno fa, insieme col regista Bruce Cohen, "Out There", associazione di lesbiche e gay dell'industria dell'intrattenimento: "Tanto che quando ho fatto coming out, nessuno si è stupito più di tanto". Anche perché l'amore tra donne non è più un'eccezione. E questa versione femminile della 'Velvet mafia', la mafia di velluto, con la quale i conservatori hanno tradizionalmente additato i network gay, vere e proprie lobby economico-finanziarie, lo rende evidente. "Temo che 'Rubyfruit mafia' sia solo una bella espressione per colpire l'immaginazione", dice a 'L'espresso' Dana Rudolph, fondatrice ed editrice di Mombian (www.mombian. com), che si dedica attivamente al sostegno delle mamme lesbiche americane: "Ma è una definizione ambigua: allude a uno sforzo organizzativo, a un modo di lavorare in modo coordinato, che a me non sembra esistere".
Ma che non si può escludere. Le lesbiche di Hollywood stanno insegnando una complicità dimenticata. E in un mondo professionale con pochi ruoli leader al femminile, la tentazione è di tifare per loro. Le prime vere donne capaci di fare rete. Di fatto, la gang saffica è corposa e ben frequentata. È lesbica, per esempio, Carolyn Strauss, capo della programmazione del canale satellitare HBO: artefice di successi come i serial televisivi 'The Sopranos', 'Six Feet Under' e 'Big Love'. Altra lesbogirl è l'executive della società di produzione Fox 2000, Carla Hacken. E anche la cofondatrice della Killer Films Christine Vachon, ora hit-maker di successi indipendenti. E Cynthia Wornham del Sundance Institute, principale sponsor dell'omonimo Film Festival: anzi, proprio la sua partner, Annie Philbin, direttore dell'Hammer Museum di Los Angeles, ha dichiaratamente ispirato il personaggio di Jennifer Beals in 'The L World'. Se non bastasse, ha i suoi stessi gusti Kelly Bush, fondatrice di una delle più importanti società di relazioni pubbliche di Hollywood, portavoce di molte celebrities, madre di due figli e stessa compagna ormai da una dozzina d'anni. Donne che hanno iniziato la loro carriera una decina d'anni fa. E che ora, svoltati i 40, occupano i gangli più strategici dei loro settori. Con la conseguenza che non soltanto molti posti chiave sono ora occupati da persone più aperte alla libertà sessuale che in passato, ma che i prodotti da loro lanciati e sostenuti contribuiscono a veicolare, spesso e volentieri, contenuti omosessuali. L'ambizione, neppure troppo nascosta, è se non di modellare la cultura pop contemporanea, almeno di sdoganare gli ultimi tabù. E di favorire un atteggiamento più neutrale verso gli orientamenti privati di ognuno. Qualche esempio? Si moltiplicano i serial di successo con l'immancabile personaggio lesbico (l'ultimo è quello interpretato da Bonnie Somerville in 'Cashmere Mafia'); al cinema i ruoli da lesbica sono sempre più frequenti (tra i più recenti Lucy Liu, lesbovampira nell'ultimo 'Rise: Blood Hunter' e Judi Dench, professoressa di storia, in 'Notes on a Scandal', innamorata della sposatissima Cate Blanchett). Ed è uno scambio continuo tra vita e fiction: basti pensare che nella sceneggiatura di un episodio di 'The L World' è entrato un sito 'reale' chiamato OurChart.com, che è una specie di Myspace soltanto per lesbiche: le iscrizioni si sono, ovviamente, immediatamente impennate."Che ci sia una Hollywood segreta lesbica è solo una leggenda metropolitana", obietta la regista Angela Robinson (ma il suo film, 'D.E.B.S, Spie in minigonne', uscito nel 2005, è una specie di Charlie's Angels adorato dalle lesbiche), ora produttrice di 'The L World' (che chiama 'il Dallas delle lesbiche'). Non le crede nessuno. Anche perché il coming out, sempre più esteso e visibile, supera le quinte del mondo del cinema e contagia altri settori: dai palcoscenici televisivi a molti posti chiave del mondo degli affari. Ellen DeGeneres, per esempio, apripista delle 'famose senza niente da nascondere' (oggi è fidanzata con l'attrice Portia de Rossi), sta diventando sempre più popolare, con il suo show tv, anche grazie al suo pubblico gay (http://ellen.warnerbros.com). 'AfterEllen.com', blog che commenta le notizie sul mondo delle lesbiche nell'entertainment, è diventato un punto di riferimento della Rete. Cynthia Nixon, l'avvocato dai capelli rossi di 'Sex and the City', ha ufficialmente scelto da che parte stare, e ora divide casa con la compagna Christine Marinoni. Rosie O' Donnell, per anni volto televisivo con 'The Rosie O'Donnell Show', lesbica con famiglia allargata (tre figli adottati e un altro della compagna Kelli Carpenter), è una militante dei diritti civili. Hillary Rosen, amministratore delegato della Recording Industry Association of America, la nemica numero uno di Napster, si è separata dalla compagna Elizabeh Birch, ex direttrice di Human Rights Campaign, ma resta tra gli esempi più seri di impegno per la libertà di amare chi ci pare. L'attrice Lily Tomlin, che solo fino a qualche anno fa teneva riservata la sua relazione trentennale con la stessa donna, non intende più tenerla nascosta.
(Ellen DeGeneres)"Devo ringraziare la mia incredibile moglie", ha detto commossa la bionda Melissa Etheridge, nel ricevere l'Oscar per 'I Need to Wake Up', colonna sonora di 'Una scomoda verità' di Al Gore (e sul red carpet era stata ironicamente impeccabile in tailleur pantaloni, al braccio della compagna in lungo). Impensabile, fino a qualche anno fa. La sua partner, l'attrice Tammy Lynn Michaels, l'ha confermato al magazine 'People': "Finora manager e agenti mi avevano sempre sconsigliato di dichiarare apertamente le mie preferenze sessuali". Ma perché oggi l'orientamento sessuale diventa faccenda puramente personale? È la comunità creatività di Hollywood, più tollerante di altri contesti, a favorire queste ammissioni? "L'industria del cinema è probabilmente un po' più aperta del resto della società americana, sebbene penso che il timore che un coming out possa nuocere alla carriera ci sia sempre", aggiunge Dana Rudolph: "Infatti non credo che questa ammissione, da parte di donne di potere, sia stata programmata, intenzionale, del tipo: avanti, gettiamo la maschera tutte insieme. Mi sembra, piuttosto, il risultato di un clima giusto per rendere pubbliche, singolarmente, le proprie preferenze sessuali. Certo, ogni volta che una donna di potere rivela al mondo di essere lesbica dà più fiducia e coraggio a tutte le altre. Questo cambiamento sociale è stato influenzato da alcuni fattori: un generale atteggiamento più disponibile a riconoscere i diritti degli omosessuali da parte dell'opinione pubblica, l'incredibile successo di produzioni televisive come 'The L World', e l'esempio di alcune personalità che hanno scelto da subito la visibilità: prima fra tutte, appunto, Ellen DeGeneres". Già qualche tempo fa il suo sito aveva elencato le madri lesbiche più potenti d'America e le loro partner. E, guarda caso, ne era venuta fuori una lista di personalità tra le più importanti di editoria, cinema, spettacolo, politica e nuovi media: Linda Villarosa, ex editrice del 'New York Times', insieme a Jana Welch, responsabile marketing; Kara Swisher, giornalista del 'Wall Street Journal', e Megan Smith, executive di Google; Cheryl Jacques, ex senatrice del Massachusetts, e Jennifer Chrysler, presidente della Family Pride Coalition. E Heather Poe, manager della Ups: la sua compagna è Mary Cheney, amministratrice di Aol. E figlia del vice presidente degli Stati Uniti.
(Sabina Minardi, 02.11.2007)
giovedì 8 novembre 2007
NEWS - Un altro scandalo lesbo per Mischa Barton
Mischa Barton continua a dar scandalo. Dopo il quasi debutto al cinema nella tormentata relazione femminile al centro de "L'altra metà dell'amore", dopo le effusioni omosessuali in "The OC", in cui il suo personaggio (Marissa) baciava la bella Alex (Olivia Wilde), l'attrice inglese sarà al centro di una nuova relazione lesbica nel film "Finding t.A.T.u.". Nella pellicola, incentrata sul duo lesbo-pop del titolo, Mischa interpreterà una fan di origini russe del gruppo che ad un loro concerto conosce una ragazza americana interpretata dalla bellissima Shantel VanSanten, ex modella di "Sports Illustrated". Già circolano in rete le foto, anche esplicite, di una drammatica liason realmente accaduta, finita con un matricidio e il carcere per le due protagoniste.
Mischa Barton continua a dar scandalo. Dopo il quasi debutto al cinema nella tormentata relazione femminile al centro de "L'altra metà dell'amore", dopo le effusioni omosessuali in "The OC", in cui il suo personaggio (Marissa) baciava la bella Alex (Olivia Wilde), l'attrice inglese sarà al centro di una nuova relazione lesbica nel film "Finding t.A.T.u.". Nella pellicola, incentrata sul duo lesbo-pop del titolo, Mischa interpreterà una fan di origini russe del gruppo che ad un loro concerto conosce una ragazza americana interpretata dalla bellissima Shantel VanSanten, ex modella di "Sports Illustrated". Già circolano in rete le foto, anche esplicite, di una drammatica liason realmente accaduta, finita con un matricidio e il carcere per le due protagoniste.
(Articolo di Leo Damerini pubblicato su "TU")
mercoledì 7 novembre 2007
PICCOLO GRANDE SCHERMO - Esce il 30 maggio l'imperdibilissimo film di "Sex and the City". E intanto il Sindaco della Grande Mela annuncia un cameo
Mano alle agendine: il 30 maggio prossimo non prendete impegni e prenotate un volo per Parigi o New York. In Francia e Stati Uniti debutta l'imperdibili-sexy-issimo film di "Sex and the City". E intanto il Sindaco della Grande Mela ha annunciato la sua partecipazione in un cameo...
(ANSA) - NEW YORK - Il sindaco di New York Michael Bloomberg fara' la parte di se stesso nel film Sex and the City. Il primo cittadino della Grande Mela ha girato il piccolo ruolo ieri a Bryant Park, ha annunciato il suo portavoce. Le riprese del film, ispirato alla celebre serie televisiva su cui e' calato il sipario nel 2004, sono cominciate in settembre. Le protagoniste sono quelle del piccolo schermo: Sarah Jessica Parker, Kim Cattrall, Kristin Davis e Cynthia Nixon.
NEWS - La vera Hero è lei: Hayden Panettiere s'è battuta come una leonessa per evitare la mattanza dei delfini in Giappone
In Giappone vengono uccisi 20 mila delfini all' anno. Una vera mattanza che raggiunge il suo picco in questo periodo e contro la quale hanno protestato una trentina di surfisti americani e australiani, scatenando la violenta reazione dei pescatori. Alcuni surfisti a cavallo delle loro tavole sono andati incontro ai pescatori del villaggio di Taiji, dove vengono approntate vere e proprie camere della morte e sono stati prima bloccati con una barca da pesca, poi respinti a colpi di arpione. Il tutto, però, compreso lo specchio di mare colorato di rosso dal sangue dei delfini uccisi, è finito sugli schermi di Sky News e da qui rilanciato in tutto il mondo. Il video esclusivo, infatti, ha avuto tra i surfisti protagonisti alcuni attori, Isabel Lucas (interprete di una soap di successo in Australia) e soprattutto Hayden Panettiere, l'interprete dell'indistruttibile Claire in "Heroes", la serie di cui è una delle protagoniste, negli Stati Uniti è un vero successo, con oltre 11 milioni di spettatori (da noi, su Italia 1 questa sera al debutto in seconda serata alle ore 23.30). Hayden interpreta una cheerleader dai poteri eccezionali, capace di rigenerare le proprie cellule all' istante, curandosi da qualunque ferita. Nella realtà, però, l' ambientalista Hayden ha passato dieci minuti davvero brutti e pericolosi, se i pescatori li avessero colpiti nessun potere da supereroe sarebbe servito. L' attrice in lacrime davanti alle telecamere ha spiegato: «È incredibile, stiamo protestando civilmente, mi chiedo come si possa massacrare così questi animali». La pesca dei delfini è vietata un po' ovunque da rigide norme internazionali, ma in Giappone e altrove continuano ad essere sterminati. (Vedi il reportage e lo spot con Hayden: attenzione, evitate di guardarli se siete facilmente impressionabili)
Hayden a hero to dolphins
Hayden a hero to dolphins
martedì 6 novembre 2007
PICCOLO GRANDE SCHERMO - Un telefilm che Scott(a). Dal film "American Gangster" nasce lo spin-off seriale "Mr. Untouchable"
(ANSA) - ROMA, 5 NOV - Uno dei personaggi di "American Gangster", il poliziesco di Ridley Scott che ha sbancato il botteghino Usa lo scorso weekend, arrivera' anche in tv. La Showtime, scrive "Variety", produrra' "Mr. Untouchable", fiction sulla vita di Leroy Nicky Barnes, boss a New York negli anni '70, che nel film di Scott ha il volto di Cuba Gooding Jr e nella versione televisiva avra' quello di Forest Whitaker (anche coproduttore). La serie non e' uno spin-off diretto di "American Gangster", con cui non ci sono legami produttivi, ma prende spunto soprattutto da "Mr. Untouchable" un documentario di Marc Levin arrivato nelle sale statunitensi una settimana fa. Nella fiction si raccontera' come Barnes negli anni '70 si e' costruito un impero grazie al traffico della droga, facendo concorrenza persino alla mafia, e arricchendosi a spese del quartiere dov'era cresciuto, Harlem.
(ANSA) - ROMA, 5 NOV - Uno dei personaggi di "American Gangster", il poliziesco di Ridley Scott che ha sbancato il botteghino Usa lo scorso weekend, arrivera' anche in tv. La Showtime, scrive "Variety", produrra' "Mr. Untouchable", fiction sulla vita di Leroy Nicky Barnes, boss a New York negli anni '70, che nel film di Scott ha il volto di Cuba Gooding Jr e nella versione televisiva avra' quello di Forest Whitaker (anche coproduttore). La serie non e' uno spin-off diretto di "American Gangster", con cui non ci sono legami produttivi, ma prende spunto soprattutto da "Mr. Untouchable" un documentario di Marc Levin arrivato nelle sale statunitensi una settimana fa. Nella fiction si raccontera' come Barnes negli anni '70 si e' costruito un impero grazie al traffico della droga, facendo concorrenza persino alla mafia, e arricchendosi a spese del quartiere dov'era cresciuto, Harlem.
lunedì 5 novembre 2007
NEWS - Braccia incrociate oggi sui set dei telefilm! Si rischia una perdita di 1 miliardo di euro (loro) per lo sciopero degli sceneggiatori. L'ultimo nel 1988
(ANSA) Los Angeles, 5 Nov. - E' iniziato oggi l'annunciato sciopero degli sceneggiatori che potrebbe mettere a rischio l'intera produzione cinematografica e televisiva americana. La notizia e' stata data dal Writers Guild of America dopo il fallimento dell'ultima trattativa a Los Angeles per scongiurare la protesta: dieci ore consecutive di colloqui tanto serrati quanto infruttuosi tra il sindacato degli scrittori e l'Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP) che rappresenta le case di produzione. Gli sceneggiatori che risiedono sulla costa est hanno incrociato le braccia allo scadere della mezzanotte di domenica, i colleghi della costa ovest, hanno iniziato lo sciopero tre ore piu' tardi ed hanno gia' approntato i picchetti con i quali iniziare le dimostrazioni davanti agli studios. La protesta degli autori potrebbe avere un effetto immediato soprattutto sul palinsesto televisivo, dove gli show quotidiani come quelli di David Letterman, Jay Leno o Stephen Colbert, non potranno piu' avvalersi del contributo degli scrittori che quotidianamente preparano battute sui fatti del giorno. ''A coloro che gia' pensano che il mio spettacolo non faccia ridere cosi' dico: ragazzi il peggio deve ancora venire'', ha detto David Letterman, probabilmente imbeccato da uno di quegli autori ora in sciopero. Anche serial televisivi come "Lost", "Ugly Betty" e "Desperate Housewives" potrebbero essere costretti a chiudere presto i battenti, non tanto per la mancanza dei copioni quanto perchè‚ nessuno sceneggiatore sara' sul set ad apportare le modifiche dovute agli imprevisti che spesso si verificano nel corso delle riprese. Confusione poi fra coloro che ricoprono la doppia veste di autore e produttore. ''Dovrò trovare il modo di protestare contro me stesso - ha detto Spike Feresten, sceneggiatore e produttore del serial "Seinfeld" - potro' lanciarmi uova addosso?''. Per quel che riguarda il cinema le conseguenze arriverebbero in un secondo tempo perche' le case di produzione lavorano con piu' anticipo rispetto alla televisione e, proprio in vista della temuta protesta hanno accumulato copioni sui quali lavorare. Le trattative con gli studi e i produttori sono cominciate a luglio e non hanno fatto progressi: uno dei punti dolenti e' stata la richiesta degli sceneggiatori di essere compensati per le vendite di dvd e per le produzioni distribuite su Internet e su altri formati new media. L'ultimo sciopero degli sceneggiatori risale al 1988. Duro' ben 22 settimane, con perdite valutate intorno ai 550 milioni di dollari. Jack Kyser, economista di Los Angeles, ha predetto che uno sciopero simile a quello avvenuto 19 anni fa, potrebbe oggi portare a perdite per almeno un miliardo di dollari.
(ANSA) Los Angeles, 5 Nov. - E' iniziato oggi l'annunciato sciopero degli sceneggiatori che potrebbe mettere a rischio l'intera produzione cinematografica e televisiva americana. La notizia e' stata data dal Writers Guild of America dopo il fallimento dell'ultima trattativa a Los Angeles per scongiurare la protesta: dieci ore consecutive di colloqui tanto serrati quanto infruttuosi tra il sindacato degli scrittori e l'Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP) che rappresenta le case di produzione. Gli sceneggiatori che risiedono sulla costa est hanno incrociato le braccia allo scadere della mezzanotte di domenica, i colleghi della costa ovest, hanno iniziato lo sciopero tre ore piu' tardi ed hanno gia' approntato i picchetti con i quali iniziare le dimostrazioni davanti agli studios. La protesta degli autori potrebbe avere un effetto immediato soprattutto sul palinsesto televisivo, dove gli show quotidiani come quelli di David Letterman, Jay Leno o Stephen Colbert, non potranno piu' avvalersi del contributo degli scrittori che quotidianamente preparano battute sui fatti del giorno. ''A coloro che gia' pensano che il mio spettacolo non faccia ridere cosi' dico: ragazzi il peggio deve ancora venire'', ha detto David Letterman, probabilmente imbeccato da uno di quegli autori ora in sciopero. Anche serial televisivi come "Lost", "Ugly Betty" e "Desperate Housewives" potrebbero essere costretti a chiudere presto i battenti, non tanto per la mancanza dei copioni quanto perchè‚ nessuno sceneggiatore sara' sul set ad apportare le modifiche dovute agli imprevisti che spesso si verificano nel corso delle riprese. Confusione poi fra coloro che ricoprono la doppia veste di autore e produttore. ''Dovrò trovare il modo di protestare contro me stesso - ha detto Spike Feresten, sceneggiatore e produttore del serial "Seinfeld" - potro' lanciarmi uova addosso?''. Per quel che riguarda il cinema le conseguenze arriverebbero in un secondo tempo perche' le case di produzione lavorano con piu' anticipo rispetto alla televisione e, proprio in vista della temuta protesta hanno accumulato copioni sui quali lavorare. Le trattative con gli studi e i produttori sono cominciate a luglio e non hanno fatto progressi: uno dei punti dolenti e' stata la richiesta degli sceneggiatori di essere compensati per le vendite di dvd e per le produzioni distribuite su Internet e su altri formati new media. L'ultimo sciopero degli sceneggiatori risale al 1988. Duro' ben 22 settimane, con perdite valutate intorno ai 550 milioni di dollari. Jack Kyser, economista di Los Angeles, ha predetto che uno sciopero simile a quello avvenuto 19 anni fa, potrebbe oggi portare a perdite per almeno un miliardo di dollari.
NEWS - Storico cross-over tra "CSI" e "Senza traccia": come si comporteranno Italia 1 e Raidue?
Per i numerosi fans di due tra le serie televisive poliziesche di maggior successo degli ultimi anni, il prossimo 8 novembre sarà una data da segnare sul calendario.Infatti, quel giorno, la CBS trasmetterà i due episodi che segnano l’atteso crossover di "CSI" e "Senza traccia".
L’incontro dei due cast avverrà soltanto in parte: saranno, infatti, solo i protagonisti dei due telefilm a incontrare l’uno il cast di cui fa parte l’altro, mantenendo però una logica narrativa che richiederà la visione di entrambi gli episodi. Peccato che da noi i due telefilm non siano trasmessi, come in America, dallo stesso canale: come si comporteranno Italia 1 e Raidue, che trasmettono i rispettivi telefilm?
L’incontro dei due cast avverrà soltanto in parte: saranno, infatti, solo i protagonisti dei due telefilm a incontrare l’uno il cast di cui fa parte l’altro, mantenendo però una logica narrativa che richiederà la visione di entrambi gli episodi. Peccato che da noi i due telefilm non siano trasmessi, come in America, dallo stesso canale: come si comporteranno Italia 1 e Raidue, che trasmettono i rispettivi telefilm?
Si inizierà col l’arrivo a Las Vegas di Jack Malone (Anthony LaPaglia), nell’episodio intitolato “Who and What”, mentre nell’ora successiva toccherà a Gil Grissom (William Petersen) prendere l’aereo per New York, e comparire nell’episodio “Where and Why”. Ovviamente, sulla trama non si sa molto, solo che a legare i due protagonisti sarà un serial killer molto astuto, i cui misfatti hanno in passato coinvolto le due città.
Il faccia a faccia accadrà in via del tutto eccezionale, ma rimane la curiosità di vedere se il crossover segnerà un aumento di fan per l’uno o per l’altro telefilm, sebbene entrambi non abbiano bisogno di essere aiutati da questo punto di vista: tutti e due le produzioni sono infatti tra le dieci più viste in America, ed addirittura “C.S.I.” risiede regolarmente alla posizione numero uno, con una media di ben 20 milioni di telespettatori (”spodestato” la scorsa stagione da un episodio di "Grey's Anatomy").
Una curiosità: la vicenda raccontata nei serial ideati da Hank Steinbeg (”Senza traccia”) e Antony Zuiker (”C.S.I.” e spin-off annessi) è tratta però da un fatto realmente accaduto, come a dire che a volte la realtà (purtroppo, in questo caso), supera la fantasia.
Il faccia a faccia accadrà in via del tutto eccezionale, ma rimane la curiosità di vedere se il crossover segnerà un aumento di fan per l’uno o per l’altro telefilm, sebbene entrambi non abbiano bisogno di essere aiutati da questo punto di vista: tutti e due le produzioni sono infatti tra le dieci più viste in America, ed addirittura “C.S.I.” risiede regolarmente alla posizione numero uno, con una media di ben 20 milioni di telespettatori (”spodestato” la scorsa stagione da un episodio di "Grey's Anatomy").
Una curiosità: la vicenda raccontata nei serial ideati da Hank Steinbeg (”Senza traccia”) e Antony Zuiker (”C.S.I.” e spin-off annessi) è tratta però da un fatto realmente accaduto, come a dire che a volte la realtà (purtroppo, in questo caso), supera la fantasia.
Iscriviti a:
Post (Atom)