Il Quiz uno e trino del 25 maggio scorso giunge alla sua soluzione con il sollievo di chi rimaneva tappato in casa o in ufficio per sapere il verdetto. Miss Sch(iena) era quella pazza sulla terrazza di Lindsay Lohan, che dopo aver intrapreso la relazione con la mascolina fidanzata deve avere un diavolo per capello. La Miss B-Side era Leighton Meester, che evidentemente faceva le prove generali del (presunto) video a luci rosse apparso in questi giorni in Internet. Infine la Miss Fucsia Quattrobraccia era Miley Cyrus, che oltre alle sue sapienti doti di intrattenitrice ha sviluppato il super-potere di duplicare i suoi arti (chissà come gioca a beach volley!!!). Complimenti agli indovinatori Gianluca, Flavia e Alex. A breve un nuovo entusiasmante Quiz, più fresco di un gelato Algida appena tirato fuori dal freezer.
sabato 27 giugno 2009
venerdì 26 giugno 2009
NEWS - Farrah, la ragazza dai capelli color miele: il ricordo di Pierangelo Sapegno su "La Stampa" di oggi
"Farah Fawcett è morta di cancro pochi giorni prima di sposare Ryan O’Neal, l’amore di tutta la sua vita, ma anche l’attore di un film che ha segnato un’epoca, Love Story. La realtà, ancora una volta, ha fregato la finzione, rendendo vuote, così inutili, le sue lacrime. In quella pellicola degli Anni 70, Ryan sposava la dolce Jennifer prima di vederla spegnersi per una leucemia. Ma la trama della vita ha raccontato una storia più crudele, stretta dagli scherzi del destino e dai nostri tempi, e svelata persino in diretta tivù, l’unico perverso legame che esiste davvero fra la finzione e la realtà. In quel documentario di 90 minuti, Farrah’s Story, così realistico da scandalizzare pure quelli che lo guardavano in lacrime, una telecamera seguì l’attrice dappertutto, nei gabinetti medici, fra referti e radiografie, e nel suo letto di dolore con il cancro al retto. L’occhio della tivù la guarda nei silenzi, o mentre parla, mentre fissa il cielo dalla finestra, sorride e si bagna di pianto, sussurrando: «So benissimo che tutti prima o poi muoiono. Ma io non voglio morire a causa di questa malattia». Seguendo quelle immagini, O’Neal aveva appena finito di rivelare a Barbara Walters, conduttrice dell’Abc, che questa volta finalmente avrebbe sposato Farrah, dopo una storia durata 29 anni, dopo una famiglia senza unione, dopo «un amore che non era mai finito». Lei era peggiorata. Ma lui disse: «Ho chiesto a Farah di sposarmi innumerevoli volte e adesso che sta combattendo per la propria vita, finalmente ha acconsentito. E lo faremo il più presto possibile, appena avrà la forza di dire sì. Anche se potrà solo annuire». Solo che non è finita come Love Story. Nella realtà, è arrivata prima la signora in nero. Anche se in quel documentario che tante polemiche aveva scatenato, Farah s’era aggrappata così fortemente alla vita da crederci ancora, da dirlo agli spettatori, cercando di vincere la sua paura. Si truccava gli occhi, pure quando andava a fare le terapie, e fissava con coraggio la sua amica Alana Stewart che la seguiva dappertutto con la videocamera. Un testamento, crudo e dolente. Aveva 62 anni. Era nata bene, Farah, figlia di un petroliere texano, cresciuta nelle scuole private cattoliche, prima di studiare all’Università del Texas. Un fotografo aveva spedito le sue immagini a un agente di Hollywood, David Mirisch, che era saltato sulla sedia: «Ma questa ragazza è già una star». E la sua vita sembrava davvero così in discesa che ebbe successo subito, al primo colpo, con la serie Charlie’s Angels. Poi vennero Sunborn, Saturn 3, The burning bed 2 e un altro sceneggiato famoso, Una povera ragazza ricca, ma per tutti restò sempre l’angelo biondo di Charlie’s Angels. Era un mito degli Anni Ottanta, un’attrice da un milione di dollari a film, una donna molto americana, che mangia poco, fa tanto sport, non beve e non fuma, come raccontava lei ai giornalisti, una figura sottile, i denti bianchissimi e i capelli color miele, un angelo biondo che aveva strappato un contratto da 20 milioni di dollari per legare il suo volto ai prodotti di bellezza, quella sua immagine di buona salute, di benessere made in Usa, tutto vitamine, sport, bicchieri di latte. Diceva che era stufa di recitare donne tormentate, disfatte da grandi dolori, provate da terribili esperienze. «Vorrei tanto interpretare un’oca giuliva», confessò una volta. Anche qui ci ha pensato la vita. Non ha avuto un’esistenza da commedia brillante. La storia con Ryan cominciò nell’80, e andò avanti tra alti e bassi, crisi e gelosie. Si separarono nel ‘97, ma ritornarono insieme quattro anni dopo, quando a O’Neal fu diagnosticata la leucemia. Anche quella volta sembrava il film di Love Story a parti invertite, perché Jennifer proprio per quel male aveva perso la vita. Farah tornò al suo fianco per stargli vicino e aiutarlo. Era il 2001. Ryan ce la fece. Da allora non si sono più lasciati. Nel 2006 era arrivato quest’altro cancro, molto più impietoso. Ryan lo sapeva e per questo aveva sognato il matrimonio. Diceva che lo voleva allegro, spensierato. Disse: «Abbiamo preparato tutto come un gioco. Io mi truccherò da gigolò. Vogliamo stare allegri». Disse così. Come se si potesse vincere, sul lato storto della vita.
"Farah Fawcett è morta di cancro pochi giorni prima di sposare Ryan O’Neal, l’amore di tutta la sua vita, ma anche l’attore di un film che ha segnato un’epoca, Love Story. La realtà, ancora una volta, ha fregato la finzione, rendendo vuote, così inutili, le sue lacrime. In quella pellicola degli Anni 70, Ryan sposava la dolce Jennifer prima di vederla spegnersi per una leucemia. Ma la trama della vita ha raccontato una storia più crudele, stretta dagli scherzi del destino e dai nostri tempi, e svelata persino in diretta tivù, l’unico perverso legame che esiste davvero fra la finzione e la realtà. In quel documentario di 90 minuti, Farrah’s Story, così realistico da scandalizzare pure quelli che lo guardavano in lacrime, una telecamera seguì l’attrice dappertutto, nei gabinetti medici, fra referti e radiografie, e nel suo letto di dolore con il cancro al retto. L’occhio della tivù la guarda nei silenzi, o mentre parla, mentre fissa il cielo dalla finestra, sorride e si bagna di pianto, sussurrando: «So benissimo che tutti prima o poi muoiono. Ma io non voglio morire a causa di questa malattia». Seguendo quelle immagini, O’Neal aveva appena finito di rivelare a Barbara Walters, conduttrice dell’Abc, che questa volta finalmente avrebbe sposato Farrah, dopo una storia durata 29 anni, dopo una famiglia senza unione, dopo «un amore che non era mai finito». Lei era peggiorata. Ma lui disse: «Ho chiesto a Farah di sposarmi innumerevoli volte e adesso che sta combattendo per la propria vita, finalmente ha acconsentito. E lo faremo il più presto possibile, appena avrà la forza di dire sì. Anche se potrà solo annuire». Solo che non è finita come Love Story. Nella realtà, è arrivata prima la signora in nero. Anche se in quel documentario che tante polemiche aveva scatenato, Farah s’era aggrappata così fortemente alla vita da crederci ancora, da dirlo agli spettatori, cercando di vincere la sua paura. Si truccava gli occhi, pure quando andava a fare le terapie, e fissava con coraggio la sua amica Alana Stewart che la seguiva dappertutto con la videocamera. Un testamento, crudo e dolente. Aveva 62 anni. Era nata bene, Farah, figlia di un petroliere texano, cresciuta nelle scuole private cattoliche, prima di studiare all’Università del Texas. Un fotografo aveva spedito le sue immagini a un agente di Hollywood, David Mirisch, che era saltato sulla sedia: «Ma questa ragazza è già una star». E la sua vita sembrava davvero così in discesa che ebbe successo subito, al primo colpo, con la serie Charlie’s Angels. Poi vennero Sunborn, Saturn 3, The burning bed 2 e un altro sceneggiato famoso, Una povera ragazza ricca, ma per tutti restò sempre l’angelo biondo di Charlie’s Angels. Era un mito degli Anni Ottanta, un’attrice da un milione di dollari a film, una donna molto americana, che mangia poco, fa tanto sport, non beve e non fuma, come raccontava lei ai giornalisti, una figura sottile, i denti bianchissimi e i capelli color miele, un angelo biondo che aveva strappato un contratto da 20 milioni di dollari per legare il suo volto ai prodotti di bellezza, quella sua immagine di buona salute, di benessere made in Usa, tutto vitamine, sport, bicchieri di latte. Diceva che era stufa di recitare donne tormentate, disfatte da grandi dolori, provate da terribili esperienze. «Vorrei tanto interpretare un’oca giuliva», confessò una volta. Anche qui ci ha pensato la vita. Non ha avuto un’esistenza da commedia brillante. La storia con Ryan cominciò nell’80, e andò avanti tra alti e bassi, crisi e gelosie. Si separarono nel ‘97, ma ritornarono insieme quattro anni dopo, quando a O’Neal fu diagnosticata la leucemia. Anche quella volta sembrava il film di Love Story a parti invertite, perché Jennifer proprio per quel male aveva perso la vita. Farah tornò al suo fianco per stargli vicino e aiutarlo. Era il 2001. Ryan ce la fece. Da allora non si sono più lasciati. Nel 2006 era arrivato quest’altro cancro, molto più impietoso. Ryan lo sapeva e per questo aveva sognato il matrimonio. Diceva che lo voleva allegro, spensierato. Disse: «Abbiamo preparato tutto come un gioco. Io mi truccherò da gigolò. Vogliamo stare allegri». Disse così. Come se si potesse vincere, sul lato storto della vita.
NEWS - Farrah, se ne va l'ultima icona dell'All American Girl
(ANSA) - ROMA, 25 GIU - (di Giorgio Gosetti) E' facile dire oggi, 30 anni dopo il vertice del suo successo, che Farrah Fawcett - scomparsa oggi a 62 anni - e' stata un mito esemplare del sogno hollywoodiano e un'autentica icona generazionale, quella che negli anni '70 scopriva la cultura un po' plastificata della generazione pop. In realta' la vita di questa attrice-meteora nello star system rimase segnata drammaticamente dalla malattia (una forma cancerogena degenerata due volte) che ha segnato tutta la seconda parte della sua esistenza vedendola in prima linea, con coraggio e impegno civile, impegnata nelle attivita' di sostegno alla ricerca scientifica. Nata a Corpus Christi, Texas, il 2 febbraio 1947, aveva tutti i requisiti della tipica bellezza americana: misure da concorso, capelli biondi e sguardo chiaro, successo facile fin da quando i suoi compagni di scuola la votarono beautiful woman nei primi anni '60. Da li' il passo per piccole apparizioni televisive fu breve cosi' come il legame, nel 1968, con la star tv Lee Majors, ratificato in matrimonio cinque anni dopo. La sua fotografia in una vasca da bagno fece il giro d'America con un servizio da calendario venduto in piu' di oltre 8 milioni di copie. A questo exploit si deve il suo successo tv poiche' i produttori Spelling e Goldberg la scelsero per il ruolo di Jill Munroe nella serie delle Charlie's Angeles nel 1976. Un anno dopo lasciava pero' il set ritornandovi solo per una serie di fortunati episodi e nel 1980, ottenuto il divorzio, sposava Ryan O'Neal, con cui avrebbe vissuto per 17 anni dando alla luce Redmond e ottenendo una tardiva riconciliazione con la prima figlia del marito, l'attrice Tatum. Poi l'annuncio del matrimonio, dopo tanti anni, solo pochi giorni fa. In verita' i suoi film non sono molti e nemmeno di grande successo personale. Lavoro' con Stanley Donen (Saturn 3, del 1980), Alan Pakula (Ci penseremo domani, del 1988), James Orr, che fu anche suo compagno di vita (L'uomo di casa, del 1995), Robert Duvall (L'apostolo, del 1997). Le sue ultime apparizioni cinematografiche furono per Robert Altman (Il dottor T e le donne, del 2000) e Lance Riviera (The cookoud, del 2004). ''La ragione per cui i ragazzi americani - diceva con buona dose di autoironia - preferiscono la bellezza al cervello sta nel fatto che vedono meglio di quanto non pensino''. Di carattere generoso e aperto, profondamente legata fino all'ultimo a Ryan O'Neal, non ha mai voluto far mistero della sua malattia e si e' messa alle spalle bellezza, gioventu' e successo preferendo a tutto uno stile di vita da vera americana.
giovedì 25 giugno 2009
NEWS - L'Angelo ha smesso di battere le ali. Farrah Fawcett lascia tutti noi Charlie più soli
E' morta Farrah Fawcett. L'attrice americana, 62 anni, era stata ricoverata in ospedale lunedì, in seguito all'aggravarsi delle sue condizioni di malata di cancro. Lo stesso giorno il marito Ryan O'Neal, 68 anni, aveva annunciato che Farrah Fawcett, diventata famosa grazie al telefilm «Charlie's Angels» e considerata una delle donne più sexy di Hollywood negli anni Settanta, aveva accettato di sposarlo. La coppia, tra alti e bassi, viveva insieme da oltre vent'anni e ha un figlio, Redmond, 24 anni. Recentemente, l'attrice è stata protagonista di un documentario trasmesso sul canale NBV dal titolo «Farrah's story», in cui ha raccontato in prima persona la sua lotta contro il cancro, scatenando molte polemiche. Le sue condizioni si erano aggravate nelle ultime ore: i suoi familiari e gli amici più stretti erano arrivati da poche ore all'ospedale di Los Angeles in cui era ricoverata per unirsi al suo compagno Ryan O'Neal che da due settimane la vegliava. Ammalata sin dal 2006, aveva realizzato un documentario per la Nbc sulla sua lotta per il cancro. La morte di Farrah Fawcett è avvenuta alle 9.28 di giovedì mattina (ora della California), ha confermato un portavoce dell'ospedale St John's Health Centre di Santa Monica, precisando che accanto a lei si erano riuniti, oltre a Ryan O'Neal, amici e familiari.
NEWS - Tu chiamala se vuoi risintonizzazione. Guerra per "Bande" al grido di "ricanalizzazione" dei canali tv: più che switch off, un casino degno di un fuck-off...
Articolo di Marco Mele per "Il Sole 24 Ore"
«Non abbiamo fatto in tempo a "mettere le mani" sul televisore e sul decoder per il passaggio al digitale, che bisogna rifare tutto da capo », dicono in molti nella capitale. Si tratta, per Roma, solo della vicinanza temporale di due cose diverse: da una parte, lo spegnimento delle trasmissioni analogiche di Rai2 e Rete4, appena avvenuta in parte del Lazio, non senza problemi. Dall'altra parte, il fenomeno misterioso si chiama, tecnicamente, «ricanalizzazione della banda III Vhf». Operazione, quest'ultima, che sarà compiuta a livello nazionale dal 22 al 30 giugno, cominciando dalla Basilicata per coprire in pochi giorni tutte le regioni. Premessa: la televisione, in analogico come in digitale, viene trasmessa in due bande di frequenza, il Vhf, appunto, e l'Uhf. Nella prima banda, il Vhf, l'Italia aveva un assetto che non era allineato a quello degli altri paesi europei. Il "riallineamento" è previsto dal nuovo Piano di ripartizione delle frequenze e, peraltro, ci viene imposto dal Piano digitale approvato nella Conferenza mondiale di Ginevra del giugno 2006. Il risultato di tale riallineamento all'Europa è la creazione di un nuovo canale su tutto il territorio nazionale. È il canale E8, destinato a Europa 7 in analogico e in digitale. Questo, senza che nessuno perda le sue attuali frequenze, anticipando un'operazione che andrà comunque compiuta, regione per regione, quando la televisione passerà tutta al digitale (il cosiddetto switch off), com'è già successo in Sardegna.«Si tratta di spostamenti contenuti - sottolinea Stefano Ciccotti, amministratore delegato di RaiWay, la controllata Rai che gestisce rete e impianti del servizio pubblico - e faremo tutto in modo coordinato in otto giorni, seguendo il Piano del ministero dello Sviluppo». La Rai è il principale utilizzatore della banda coinvolta, sulla quale trasmette soprattutto Rai1 e dovrà intervenire su 470 impianti. Vi sono poi in Banda III alcune emittenti private e trasmissioni sperimentali di radiofonia digitale. A queste ultime sarà riservato il canale E12, che si libererà però solo con gli switch off (entro il 2012 in tutta Italia) ma si tratta per il canale E13, attualmente assegnato ma non utilizzato dalla Difesa. Gli utenti interessati a tale operazione sono 14 milioni e 500mila: devono risintonizzare il televisore analogico per vedere Rai1 e le altre emittenti coinvolte. Solo a Pescara e a Bologna, dove la Rai trasmette parte della sua offerta digitale nella banda interessata, bisognerà risintonizzare il decoder digitale (la ricerca o la scansione canali, a seconda del modello), oltre al tv color analogico, a eccezione della Sardegna. I costi economici sono contenuti: «Potevamo spendere sino a otto milioni - commenta Ciccotti - ma ne spenderemo la metà». Non sono quantificabili, invece, i costi per l'utenza perché non proprio tutti sanno risintonizzare decoder e televisori. Il presidente del Corecom Lazio Francesco Soro, infine, diffida la Rai dall'adottare un numero a pagamento, un 199, per informare i suoi abbonati.
«Non abbiamo fatto in tempo a "mettere le mani" sul televisore e sul decoder per il passaggio al digitale, che bisogna rifare tutto da capo », dicono in molti nella capitale. Si tratta, per Roma, solo della vicinanza temporale di due cose diverse: da una parte, lo spegnimento delle trasmissioni analogiche di Rai2 e Rete4, appena avvenuta in parte del Lazio, non senza problemi. Dall'altra parte, il fenomeno misterioso si chiama, tecnicamente, «ricanalizzazione della banda III Vhf». Operazione, quest'ultima, che sarà compiuta a livello nazionale dal 22 al 30 giugno, cominciando dalla Basilicata per coprire in pochi giorni tutte le regioni. Premessa: la televisione, in analogico come in digitale, viene trasmessa in due bande di frequenza, il Vhf, appunto, e l'Uhf. Nella prima banda, il Vhf, l'Italia aveva un assetto che non era allineato a quello degli altri paesi europei. Il "riallineamento" è previsto dal nuovo Piano di ripartizione delle frequenze e, peraltro, ci viene imposto dal Piano digitale approvato nella Conferenza mondiale di Ginevra del giugno 2006. Il risultato di tale riallineamento all'Europa è la creazione di un nuovo canale su tutto il territorio nazionale. È il canale E8, destinato a Europa 7 in analogico e in digitale. Questo, senza che nessuno perda le sue attuali frequenze, anticipando un'operazione che andrà comunque compiuta, regione per regione, quando la televisione passerà tutta al digitale (il cosiddetto switch off), com'è già successo in Sardegna.«Si tratta di spostamenti contenuti - sottolinea Stefano Ciccotti, amministratore delegato di RaiWay, la controllata Rai che gestisce rete e impianti del servizio pubblico - e faremo tutto in modo coordinato in otto giorni, seguendo il Piano del ministero dello Sviluppo». La Rai è il principale utilizzatore della banda coinvolta, sulla quale trasmette soprattutto Rai1 e dovrà intervenire su 470 impianti. Vi sono poi in Banda III alcune emittenti private e trasmissioni sperimentali di radiofonia digitale. A queste ultime sarà riservato il canale E12, che si libererà però solo con gli switch off (entro il 2012 in tutta Italia) ma si tratta per il canale E13, attualmente assegnato ma non utilizzato dalla Difesa. Gli utenti interessati a tale operazione sono 14 milioni e 500mila: devono risintonizzare il televisore analogico per vedere Rai1 e le altre emittenti coinvolte. Solo a Pescara e a Bologna, dove la Rai trasmette parte della sua offerta digitale nella banda interessata, bisognerà risintonizzare il decoder digitale (la ricerca o la scansione canali, a seconda del modello), oltre al tv color analogico, a eccezione della Sardegna. I costi economici sono contenuti: «Potevamo spendere sino a otto milioni - commenta Ciccotti - ma ne spenderemo la metà». Non sono quantificabili, invece, i costi per l'utenza perché non proprio tutti sanno risintonizzare decoder e televisori. Il presidente del Corecom Lazio Francesco Soro, infine, diffida la Rai dall'adottare un numero a pagamento, un 199, per informare i suoi abbonati.
martedì 23 giugno 2009
NEWS - Ultima ora, spunta un annunciato "sex tape" di Leighton Meester! Ma è davvero lei???
Clamorosissimo al Cibalissimo! Su Internet è comparso (in vendita) un annunciato (presunto) "sex tape" con protagonista Leighton Meester, interprete di Blair in "Gossip Girl". Ma è davvero lei? Dalle foto non si capisce tantissimo, tuttavia ad una prima occhiata il labbro leporino della signorina del video sembra più accentuato di quello di Leighton. Altro dettaglio sospetto: la collanina da vu cumprà di Corso Buenos Aires a Milano, per niente degna di una "gossip girl" alla moda qual è Leighton. Bufala bella e buona (alias, un fake)? Ci vorrebbe Grissom per fare chiarezza assoluta. Strano tuttavia che dallo staff dell'attrice ci si sia al momento limitati ad un "no comment"...Meester(o)!
NEWS - Ultima ora, this is a real "Love Story"! Farrah Fawcett di nuovo ricoverata, Ryan O'Neal vuole sposarla: è la storia più romantica (e tragica) dell'anno, degna di "Nip/Tuck"...(anche per i trascorsi)
(AGI) - Los Angeles, 23 giu. - Nuovo ricovero in ospedale per Farrah Fawcett, poche ore dopo l'annuncio che la sessantaduenne attrice gravemente malata di cancro si sposera' con il suo compagno Ryan O'Neal. Una fonte vicina alla protagonista di "Charlie's Angeles" ha riferito alla rivista "People" che le sue condizioni non sono buone. O'Neal ha fatto sapere di esser pronto a sposare la Fawcett, che ha definito "l'amore della mia vita", non appena il suo stato di salute lo consentira'. Si tratterebbe di una riedizione del famoso film "Love story", in cui lo stesso O'Neal interpretava un giovane di buona famiglia che riesce a sposare la sua amata Jennifer, poco prima che alla donna sia diagnosticata una leucemia fulminante. La storia tra O'Neal e la Fawcett, tra alti e bassi, continua da oltre vent'anni e la coppia ha un figlio, Redmond, 24 anni, che attualmente si trova in riabilitazione per violazione della liberta' vigilata per possesso di droga. Non e' la prima volta che O'Neal chiede la mano alla sua compagna, ma adesso la Fawcett sembra aver capitolato. Secondo indiscrezioni, i due attori avevano gia' provato a legalizzare la loro unione in Germania, dove la Fawcett si era trasferita per curarsi, ma un improvviso peggioramento delle sue condizioni aveva costretto la coppia a rimandare il matrimonio. L'attrice, diventata famosa per il telefilm "Charlie's Angels", e' molto provata dalla malattia: sta perdendo i capelli e, quando non e' in ospedale, trascorre le sue giornate a letto e puo' ricevere raramente la visita delle amiche piu' intime, come le colleghe Kate Jackson e Jaclyn Smith, gli altri due "angeli" della serie tv. Recentemente, e' stata protagonista di un documentario trasmesso sul canale NBV dal titolo "Farrah's story", in cui ha raccontato in prima persona la sua lotta contro il cancro, scatenando molte polemiche. In passato Ryan O'Neal, 68 anni, e' risucito a sconfiggere una leucemia.
(AGI) - Los Angeles, 23 giu. - Nuovo ricovero in ospedale per Farrah Fawcett, poche ore dopo l'annuncio che la sessantaduenne attrice gravemente malata di cancro si sposera' con il suo compagno Ryan O'Neal. Una fonte vicina alla protagonista di "Charlie's Angeles" ha riferito alla rivista "People" che le sue condizioni non sono buone. O'Neal ha fatto sapere di esser pronto a sposare la Fawcett, che ha definito "l'amore della mia vita", non appena il suo stato di salute lo consentira'. Si tratterebbe di una riedizione del famoso film "Love story", in cui lo stesso O'Neal interpretava un giovane di buona famiglia che riesce a sposare la sua amata Jennifer, poco prima che alla donna sia diagnosticata una leucemia fulminante. La storia tra O'Neal e la Fawcett, tra alti e bassi, continua da oltre vent'anni e la coppia ha un figlio, Redmond, 24 anni, che attualmente si trova in riabilitazione per violazione della liberta' vigilata per possesso di droga. Non e' la prima volta che O'Neal chiede la mano alla sua compagna, ma adesso la Fawcett sembra aver capitolato. Secondo indiscrezioni, i due attori avevano gia' provato a legalizzare la loro unione in Germania, dove la Fawcett si era trasferita per curarsi, ma un improvviso peggioramento delle sue condizioni aveva costretto la coppia a rimandare il matrimonio. L'attrice, diventata famosa per il telefilm "Charlie's Angels", e' molto provata dalla malattia: sta perdendo i capelli e, quando non e' in ospedale, trascorre le sue giornate a letto e puo' ricevere raramente la visita delle amiche piu' intime, come le colleghe Kate Jackson e Jaclyn Smith, gli altri due "angeli" della serie tv. Recentemente, e' stata protagonista di un documentario trasmesso sul canale NBV dal titolo "Farrah's story", in cui ha raccontato in prima persona la sua lotta contro il cancro, scatenando molte polemiche. In passato Ryan O'Neal, 68 anni, e' risucito a sconfiggere una leucemia.
domenica 21 giugno 2009
LA VITA E' UNA COSA SERIAL - Porno-remake, un toccasana per i telefilm di cul(t)
La fine che fa "Sottiletta" Cunningham è tutta nel suo soprannome. Ma il colpo di scena è che finisce tra Ralph e Potsie, la coppia di amici più sfigati dell'immaginario seriale, roba che non battevano chiodo manco se finivano rinchiusi da Arnold's con una decina di ragazze per tutta la notte. Eppure "This ain't Happy Days XXX" è già un culto e ha sdoganato i telefilm classici nell'industria pornografica, fino ad oggi più attenta ai remake di pellicole sbanca-botteghini che ai rifacimenti seriali. Basta dare un'occhiata alla sigla su YouTube, già scaricatissima, per accorgersi dell'inedita cura con cui sono stati scelti gli attori (quasi tutti rassomiglianti agli originali), all'impiego di ambientazioni-fotocopia rispetto alla Milwaukee dei Cunningham, di sceneggiature piuttosto fedeli, perlomeno fino a quando si rimane coi vestiti indosso, a quelle degli anni '70. Il regista del film (Axel Braun, italiano dal nome esotico, figlio d’arte di Lasse, pioniere delle luci rosse) ha puntato a una meticolosità degna delle più grandi pellicole mainstream. Il rosso Ralph ad esempio, interpretato da Jack Lawrence, è uguale all’originale; il padre di Richie, Howard Cunningham, è la controfigura di Tom Bosley grazie al volto di James Bartholet; Raquel Devine dà vita a una mamma Cunningham dalle voglie represse. Tra i reclutati forse è proprio Fonzie, qui l’energumeno Tommy Gunn (dove Gunn è il soprannome affibiatogli per la sua "pistola"), uno dei più improbabili, mentre la nota Missy Stone ammicca maliziosa come «sottiletta» Cunningham. E che il mondo del porno strizzi l'occhiolino alla galassia dei telefilm è ormai evidente con l'uscita del remake hard di "Star Trek" a pochi giorni dall'uscita mondiale dell'undicesimo cine-capitolo firmato da JJ Abrams. "This ain't Star Trek XXX", prodotto anch'esso - come "Happy Days" - dalla Hustler di Larry Flynt, si permette addirittura di rileggere la leggenda de "L'Ira di Khan", al centro della seconda traduzione su grande schermo della serie tv. Il porno-equipaggio dell'Enterprise è del tutto simile all'originale (Sulu su tutti), mentre gli effetti speciali fanno il paio con quelli della serie classica (ricostruirli oggi deve essere stato una bazzecola). Nel cast spicca la magnifica Sasha Grey, nuova musa di Steven Soderbergh che l’ha scelta come protagonista di "The Girlfriend Experience". Nel frattempo la prolifica Hustler ha già dato alle stampe a marzo il rifacimento di "Tre cuori in affitto": scommettiamo che Jack Tripper, interpretato per l'occasione da Van Damage, se la spassa con le due coinquiline, a turno o insieme che sia? Anche in quest'occasione la ricostruzione rasenta la perfezione e sfiora il feticismo (si noti lo stereo e l'edera sullo stipite alle spalle del divano del tris di protagonisti: sono collocati perfettamente nella medesima posizione della sit-com originale). Nel cast bussano alla porta anche due mostri sacri del genere come Ron Jeremy e Nina Hartley. A proposito di "Mostri", anche la serie omonima anni '60 nata come risposta alla "Famiglia Addams" ha conosciuto la sua declinazione naked, con tanto di sigla-pulp che farebbe la gioia di Tarantino. Se la versione hot de "L’isola di Gilligan", serie popolarissima negli Usa su sette naufraghi su un’isola del Pacifico, da qualcuno indicata come un "Lost" ante-litteram, vede i sopravvissuti più assetati di sesso che di acqua, la vera sorpresa nei remake-hard è "La Famiglia Partridge", storia di una famiglia canterina in giro per gli States che si rivela, più che un tour musicale, un tour de force degno del Kamasutra. In un mercato sempre più dinamico come quello dei telefilm anche la rilettura accurata e sistematica dei cult in versione porno è in fondo una dichiarazione (o un'erezione) d'amore verso un genere che il cinema, al contrario, nei suoi improbabili rifacimenti-blockbuster, ha rimaneggiato, tradito e, diciamolo pure, oltraggiato. (Articolo di Leo Damerini pubblicato su "Telefilm Magazine" di Giugno)
Vedi i promo (light) delle versioni hard di
TRE CUORI IN AFFITTO
I MOSTRI
L'ISOLA DI GILLIGAN
LA FAMIGLIA PARTRIDGE
HAPPY DAYS
STAR TREK
La fine che fa "Sottiletta" Cunningham è tutta nel suo soprannome. Ma il colpo di scena è che finisce tra Ralph e Potsie, la coppia di amici più sfigati dell'immaginario seriale, roba che non battevano chiodo manco se finivano rinchiusi da Arnold's con una decina di ragazze per tutta la notte. Eppure "This ain't Happy Days XXX" è già un culto e ha sdoganato i telefilm classici nell'industria pornografica, fino ad oggi più attenta ai remake di pellicole sbanca-botteghini che ai rifacimenti seriali. Basta dare un'occhiata alla sigla su YouTube, già scaricatissima, per accorgersi dell'inedita cura con cui sono stati scelti gli attori (quasi tutti rassomiglianti agli originali), all'impiego di ambientazioni-fotocopia rispetto alla Milwaukee dei Cunningham, di sceneggiature piuttosto fedeli, perlomeno fino a quando si rimane coi vestiti indosso, a quelle degli anni '70. Il regista del film (Axel Braun, italiano dal nome esotico, figlio d’arte di Lasse, pioniere delle luci rosse) ha puntato a una meticolosità degna delle più grandi pellicole mainstream. Il rosso Ralph ad esempio, interpretato da Jack Lawrence, è uguale all’originale; il padre di Richie, Howard Cunningham, è la controfigura di Tom Bosley grazie al volto di James Bartholet; Raquel Devine dà vita a una mamma Cunningham dalle voglie represse. Tra i reclutati forse è proprio Fonzie, qui l’energumeno Tommy Gunn (dove Gunn è il soprannome affibiatogli per la sua "pistola"), uno dei più improbabili, mentre la nota Missy Stone ammicca maliziosa come «sottiletta» Cunningham. E che il mondo del porno strizzi l'occhiolino alla galassia dei telefilm è ormai evidente con l'uscita del remake hard di "Star Trek" a pochi giorni dall'uscita mondiale dell'undicesimo cine-capitolo firmato da JJ Abrams. "This ain't Star Trek XXX", prodotto anch'esso - come "Happy Days" - dalla Hustler di Larry Flynt, si permette addirittura di rileggere la leggenda de "L'Ira di Khan", al centro della seconda traduzione su grande schermo della serie tv. Il porno-equipaggio dell'Enterprise è del tutto simile all'originale (Sulu su tutti), mentre gli effetti speciali fanno il paio con quelli della serie classica (ricostruirli oggi deve essere stato una bazzecola). Nel cast spicca la magnifica Sasha Grey, nuova musa di Steven Soderbergh che l’ha scelta come protagonista di "The Girlfriend Experience". Nel frattempo la prolifica Hustler ha già dato alle stampe a marzo il rifacimento di "Tre cuori in affitto": scommettiamo che Jack Tripper, interpretato per l'occasione da Van Damage, se la spassa con le due coinquiline, a turno o insieme che sia? Anche in quest'occasione la ricostruzione rasenta la perfezione e sfiora il feticismo (si noti lo stereo e l'edera sullo stipite alle spalle del divano del tris di protagonisti: sono collocati perfettamente nella medesima posizione della sit-com originale). Nel cast bussano alla porta anche due mostri sacri del genere come Ron Jeremy e Nina Hartley. A proposito di "Mostri", anche la serie omonima anni '60 nata come risposta alla "Famiglia Addams" ha conosciuto la sua declinazione naked, con tanto di sigla-pulp che farebbe la gioia di Tarantino. Se la versione hot de "L’isola di Gilligan", serie popolarissima negli Usa su sette naufraghi su un’isola del Pacifico, da qualcuno indicata come un "Lost" ante-litteram, vede i sopravvissuti più assetati di sesso che di acqua, la vera sorpresa nei remake-hard è "La Famiglia Partridge", storia di una famiglia canterina in giro per gli States che si rivela, più che un tour musicale, un tour de force degno del Kamasutra. In un mercato sempre più dinamico come quello dei telefilm anche la rilettura accurata e sistematica dei cult in versione porno è in fondo una dichiarazione (o un'erezione) d'amore verso un genere che il cinema, al contrario, nei suoi improbabili rifacimenti-blockbuster, ha rimaneggiato, tradito e, diciamolo pure, oltraggiato. (Articolo di Leo Damerini pubblicato su "Telefilm Magazine" di Giugno)
Vedi i promo (light) delle versioni hard di
TRE CUORI IN AFFITTO
I MOSTRI
L'ISOLA DI GILLIGAN
LA FAMIGLIA PARTRIDGE
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