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lunedì 6 maggio 2019

NEWS - Clamoroso al Cibali! Stop all'esclusiva delle serie tv Warner e Universal su Premium, Sky pronta a metterci le mani: Mediaset sempre più fuori dalla lotta pay tv

News tratta da "Italia Oggi"
Iniziato il conto alla rovescia per Premium di Mediaset. Il 31 maggio, come è noto, si spegnerà il segnale degli otto canali tv ancora presenti nell'offerta a pagamento sul digitale terrestre. Gli abbonati, ormai scesi ben sotto quota 500 mila unità, avranno tempo fino al 31 giugno per disdire l'abbonamento senza penali. La disdetta si potrà effettuare attraverso raccomandata, telefonicamente o dall'area clienti del sito Premium. Chi non disdice, invece, vedrà l'offerta dei canali lineari Premium e dell'on demand di Premium Play traslocare sulla piattaforma di Infinity (quindi solo in streaming), e riceverà le credenziali per l'accesso alla nuova offerta «Premium su Infinity» di Mediaset entro la fine di maggio a un costo complessivo di 7,99 euro al mese. Dal 1° al 10 giugno gli abbonati avranno comunque a disposizione 10 giorni di prova gratuita di Infinity, per capire se l'offerta interessa e, soprattutto, se sono dotati di televisori smart o dispositivi connessi in grado di accedere a quella app. Dal 1° giugno termina anche la promozione che offriva l'abbonamento congiunto a Dazn a tutti gli abbonati Premium con smart tv che in passato erano stati anche clienti di Premium Calcio. Da giugno, quindi, sarà necessario un nuovo contratto per accedere ai contenuti di Dazn, che non saranno inclusi per chi sottoscriverà un contratto Premium su Infinity. C'è poi un discorso più ampio da fare sul senso editoriale dei canali Premium nei prossimi mesi: per anni hanno avuto in esclusiva tutti i contenuti Universal e Warner, con film e serie tv molto caratterizzanti. I contratti in esclusiva con le due major, tuttavia, non verranno rinnovati. E Universal, peraltro, è di proprietà di Comcast, ovvero il nuovo azionista di maggioranza di Sky. I canali Premium, quindi, nei prossimi mesi perderanno buona parte dei contenuti esclusivi, col rischio di risultare un po' troppo generici e indistinti. A Sky, perciò, potrebbero non interessare più sulla pregiata piattaforma satellitare (che ha già molti canali di film e serie tv), mentre potrebbero conservare Universal e Warner un appeal per l'offerta più scarna e a buon prezzo che Sky ha apparecchiato per il digitale terrestre. Perché un conto è avere i canali di Fox, che adesso appartengono a Disney e quindi danno contenuti che, altrimenti, Sky non avrebbe. Un conto è invece ospitare i canali di Premium che di esclusivo, ormai, non hanno molto. Il processo di disimpegno di Mediaset dalla pay tv è iniziato nell'agosto del 2018, quando sono stati chiusi i canali Premium Sport e Premium Calcio; dal 1° gennaio 2019 si è spento Studio Universal; lo scorso 28 febbraio sono stati rescissi i contratti con Discovery Italia per i due canali di Eurosport e ID-Investigation Discovery; e, come detto, non verranno rinnovati i contratti in esclusiva con Warner e Universal che consegnavano alla piattaforma pay di Mediaset tanto prodotto di qualità. I ricavi di Premium nel 2018 si sono fermati a 407,3 milioni di euro, con costi a quota 450,3 milioni, di cui 175,4 milioni di ammortamenti e svalutazioni. Il risultato operativo, quindi, è stato negativo per 43 milioni di euro. Con un rosso parzialmente ridotto, poi, grazie a proventi da partecipazioni (10 milioni) e da attività finanziarie (7,6 milioni), per una perdita finale di 24,4 milioni di euro.

lunedì 18 marzo 2019

NEWS - Achtung, compagni! Tra una settimana viene presentato lo streaming di Apple anti-Netflix e Amazon

Articolo tratto da "La Stampa"
L'invito è nero, lucido, con la silhouette della mela morsicata e le parole: «It's show time». È l'ora dello spettacolo: scocca il 25 marzo alle 10 del mattino, ora locale di Cupertino, California. Non sta scritto, né sull'invito né altrove, ma tutti sanno (o immaginano) che li, in quel giorno e quell'ora la Apple annuncerà il lancio della sua piattaforma di streaming, la sua Netflix, la «tv» che viaggia su Internet e che ciascuno può vedere quando vuole - in abbonamento - su smartphone, tablet, computer e televisori collegati alla Rete. Sarà quello il preciso momento in cui si scatenerà la guerra tra giganti dell'intrattenimento che cambierà definitivamente il modo in cui useremo i piccoli e grandi schermi. Bob Iger, il grande capo Disney impegnato in questi mesi a digerire il boccone da 66 miliardi 20th Century Fox, ha svelato tre giorni fa che Disney+, il servizio di streaming che lancerà negli Usa entro l'anno, «ospiterà l'intero archivio dei nostri film» dagli Anni 20 a oggi, e naturalmente le produzioni future. Quale famiglia al mondo potrà resistere a una piattaforma che permette di vedere (e rivedere, come piace ai bambini) Dumbo, Il re leone, Frozen, Biancaneve e La sirenetta ogni volta che lo si desidera sullo schermo di casa? Intanto Amazon, il colosso del commercio online, più grande Internet company al mondo, punta forte sulla sua divisione di intrattenimento in streaming, Amazon Prime Video. Al recente festival Sundance, specializzato in cinema e documentari di qualità, ha speso 41 milioni di dollari, più di ogni altro distributore, per acquisire film, soprattutto commedie adatte a un pubblico femminile. L'azienda fondata da Jeff Bezos, l'uomo più ricco del mondo, ha ingaggiato diverse star (Julia Roberts, Jon Hamm, Orlando Bloom) e molto si attende da Good Omens, mini-serie coprodotta con la Bbc in arrivo a fine maggio. Ora porterà la sfida anche sul terreno della tv più tradizionale (unscripted in televisonese), storie vere, talk show e intrattenimento non sceneggiato. 
Se a questi big aggiungiamo il gruppo Warner, che ha annunciato una discesa in campo prima della fine del 2019, e Netflix, che con i suoi 140 milioni di abbonati guida la graduatoria di un mercato globale che ha sostanzialmente inventato, abbiamo un quadro abbastanza completo dei partecipanti alla guerra. Netflix, tra l'altro, non si ferma mai: stringe accordi in giro per il mondo, lavora molto sull'animazione (esce Love Death e Robots, diretta da David Fincher, il regista di Fight Club), ha già un cavallo di razza pronto per la corsa al prossimo Oscar, The Irishman, regia di Martin Scorsese, con Robert DeNiro e Al Pacino, costato 200 milioni di dollari, che in autunno uscirà anche in sala e questa volta in maniera massiccia, non in pochi «selezionati» cinema come Roma. E l'Italia? Siamo troppo piccoli per avere un ruolo nella tv via web? Da noi oggi si vedono Netflix, Amazon e forse presto anche Apple, che sfrutterà il suo vantaggio competitivo più evidente, il miliardo e 300 milioni di dispositivi con il marchio della mela in funzione nel mondo. Poi c'è Now Tv, il braccio via streaming di Sky, che offre anche il calcio, interessante perché indica una delle possibili strade future per i canali che Rupert Murdoch ha venduto a Comcast; c'è DPlay di Discovery; RaiPlay della Rai, che vanta già buoni numeri, anche in occasioni apparentemente vintage come il Festival di Sanremo. Tim Vision, che offre serie premiatissime come Il racconto dell'ancella e KillingEve, produce Skam Italia che è un piccolo fenomeno. E ci sono Chili e Rakuten, che propongono un modello diverso, senza abbonamenti, un sistema paga-ciò-che-vedi dai possibili interessanti sviluppi. Un'altra domanda si impone: c'è spazio per tutti, o nel mondo ne resterà solo uno, come nel film Highlander? La storia insegna che il flusso di informazioni del web finisce per portare al monopolio: c'è un solo motore di ricerca, una sola enciclopedia online, un solo sito per vedere i video. E chi può essere interessato a pagare quattro o cinque abbonamenti per vedere i film, le serie e gli show che ama? L'unica certezza è che il panorama è in movimento. Tra un paio d'anni i nomi citati in questo articolo potrebbero essere cambiati, o non esistere del tutto, o essersi aggregati. Ma non si tornerà indietro, la nuova televisione - quella che permette a tutti di costruire e smontare il proprio palinsesto casalingo con un clic - entrerà nelle nostre vite e le cambierà più di quanto abbia fatto finora.

lunedì 29 ottobre 2018

NEWS - Ma Netflix è come l'Italia! Lancia un bond di 2 miliardi per continuare a crescere (ma se non succede, son cazzi...)
Articolo tratto da "Libero"
Netflix si prepara al lancio di un altro "senior unsecured bond", vale a dire un titolo obbligazionario ad alto rischio e quindi ad alto rendimento. I tassi elevati sono necessari quando ci si rivolge al mercato con un "junk bond", un'obbligazione "spazzatura". Questa volta lancia un bond da 2 miliardi per raccogliere nuove risorse da investire principalmente per produrre nuovi contenuti ma anche, precisa la società per «acquisire nuovi contenuti, per spese in conto capitale, per investimenti e potenziali acquisizioni strategiche». È la sesta volta in meno di quattro anni che Netlix utilizza bond per raccogliere almeno un miliardo. Operazioni che hanno gonfiato il debito a lungo termine della compagnia: nella trimestrale chiusa a settembre ha raggiunto gli 8,34 miliardi di dollari, in aumento del 71% anno su anno. Netflix sta riservando enormi investimenti (8 miliardi nel 2018) alla produzione e all'acquisizione di nuovi film e serie tv. Durante la pubblicazione dell'ultima trimestrale, la compagnia ha rassicurato gli azionisti sostenendo che le risorse sono fondamentali per continuare a crescere, sia in termini di profitti che di utenti. Per il ceo Reed Hastings, la qualità e al quantità dei contenuti (capace di soddisfare utenti dai gusti diversi) sono l'unico modo per reggere alla concorrenza delle case produttrici (come Warner e Disney) e delle società tecnologiche (come Amazon e Apple) impegnate nello streaming. Netfiix ha chiuso il terzo trimestre con 7 milioni di nuovi utenti un utile di 402,8 milioni di dollari (oltre le previsioni degli analisti) e ricavi a 4 miliardi (in crescita del 34% anno su anno). Il peso degli investimenti in contenuti, oltre che sul debito di lungo periodo, si vedrà sui margini del prossimo trimestre. Alcune spese sono state rimandate, tenendo il margine operativo del terzo periodo al 12%. Ma nell'ultimo quarto dell'anno dovrebbe calare, secondo le previsioni di Netflix, al 4,9%.

venerdì 28 settembre 2018

NEWS - TimVision, con "L'amica geniale" apre alle serie tv autoprodotte dopo gli acquisti deluxe di "The Handmaid's Tale" e "Killing Eve"

Articolo tratto da "Affari&Finanza"
TIMVISION è una delle principali piattaforme di streaming del panorama italiano e offre serie tv in anteprima esclusiva, grandi successi cinematografici, film inediti, cartoni animati, grandi eventi sportivi, documentari, programmi di intrattenimento e news anche grazie ad importanti accordi siglati, tra i più recenti quelli con Vision Distribution, Mediaset, Warner Bros. e Eurosport. Punta a dare la migliore user experience con la migliore offerta di connettività fissa e mobile: l'obiettivo è quello di unire con una unica soluzione connettività e contenuti. Oggi alla base di qualsiasi servizio, in mobilità o a casa, è la disponibilità di una connessione veloce e stabile. E Tim punta a offrire qualità di infrastruttura sempre più orientata alla fruizione dei servizi, un percorso che registra oggi oltre 1,6 milioni di clienti Timvision e che consente alla piattaforma on demand di posizionarsi al centro della rivoluzione digitale promessa al mercato dal piano strategico DigiTIM. Inoltre, per vivere un'esperienza ancora più completa, con il decoder TIM Box e le sue funzionalità rinnovate è possibile l'accesso rapido ai canali, riprendere la visione dall'inizio del programma o rivederlo quando si vuole. Per quanto riguarda lo sport, comprende i grandi appuntamenti sportivi grazie alla partnership con Eurosport per seguire i principal' eventi italiani e internazionali. Dopo gli US Open dello scorso agosto, si prosegue in ottobre con il campionato Serie A di basket, la Coppa del Mondo di sci alpino a Sölden e le classiche di fine stagione del ciclismo. Anche il grande caldo della Serie A TIM è protagonista: per i clienti è infatti disponibile direttamente sul decoder l'app Dazn. Da più di un anno, inoltre, Timvision è impegnata nella realizzazione di progetti di produzione e coproduzione di film e serie TV, in collaborazione con i principali player del mercato nazionale ed internazionale e la stagione autunnale si avvia con molti titoli attesi che rafforzano l'offerta streaming. In questo percorso di crescita si è inserita a 'Venezia 75' con "L'amica geniale", uno dei progetti più attesi della prossima stagione televisiva, tratto dal primo libro della quadrilogia di Elena Ferrante, best seller nel mondo ed edito in Italia da Edizioni E/O. Sono state presentate al festival le prime due puntate della serie diretta da Saverio Costanzo. La serie andrà in onda in autunno nello stesso giorno e nella stessa fascia oraria su Timvision e Rai 1. Timvision punta alla pluralità dei modi di fruizione e nella differenziazione dei pubblici a cui si rivolge con stone sempre diverse ma ognuna con una sua natura innovativa, confermando il proprio impegno produttivo nel valorizzare la creatività italiana e i giovani talenti ma con attenzione anche ai grandi successi internazionali. Ne sono un esempio le esclusive in Italia di "The Handmaid's Tale", "Killing Eve" e "The Good Fight", le serie tv più importanti nel panorama mondiale. A questi titoli si affiancano produzioni di grande successo come "SKAM Italia", coprodotto con Cross Productions perla regia di Ludovico Bessegato. La prima stagione ha raccolto un incredibile successo di pubblico e critica in tutto il mondo, fino a trasformarsi in un vero e proprio fenomeno internazionale testimoniato dalle oltre 8 milioni di views sui social e da un pubblico estremamente giovane - il 65% dell'audience ha meno di 20 anni. Sempre per il pubblico dei giovanissimi ha prodotto la docuserie "Dark Polo Gang - La serie", sul gruppo musicale omonimo, una band che è un vero e proprio fenomeno di popolarità tra i teen, coprodotta con Oplon Film in associazione con Ring Film, e diretta da Tommaso Bertani e Carlo Salsa. "TIM prosegue con determinazione nel percorso di arricchimento dell'offerta di Timvision, puntando su prodotti esclusivi che derivano dalle nostre produzioni o da accordi con i più importanti player del mercato. La nostra offerta è già apprezzata da oltre 1,6 milioni di clienti e stiamo puntando molto sulle nuove produzioni e acquisizioni nazionali ed internazionali. II decoder TIM Box è una finestra aperta che propone le offerte di più player anziché un unico pacchetto di un solo broadcaster" sottolinea Daniela Biscarini, Responsabile Multimedia Entertainment e Consumer Digital Services di TIM.

giovedì 28 dicembre 2017

NEWS - Clamoroso al Cibali! I serial formato...espresso: Lavazza acquista il 25% di Chili e nel 2018 scende nell'arena delle serie tv al fianco di Sony, Paramount, Viacom e Warner. Oltre 11 milioni di euro per la promozione nel 2018
News tratta da "Il Sole 24 Ore"

"La piattaforma di videostreaming Chili come primo investimento della propria holding. Quella della famiglia Lavazza è evidentemente una scommessa che nulla ha a che fare con la storica produzione di caffè. Ma la fiche è di tutto rispetto: 25 milioni con cui è stato rilevato, a 155 euro per azione, il 24,95% di questa società fondata nel 2012, nata da una costola di Fastweb e attiva nel "Tvod": video on demand con formula basata su singoli acquisti e differente dallo "Svod", modalità in abbonamento scelta da Netflix, Infinity, Timvision, NowTv. Nessun commento da Lavazza se non la conferma che a investire è stata «una holding finanziaria riconducbile alla famiglia Lavazza». A fondare Chili fu, fra gli altri, Stefano Parisi. Con la discesa in politica - con "Energie per l'Italia", nel centrodestra - Parisi ha abbandonato le cariche pur rimanendo azionista all'interno di "Brace": veicolo dei fondatori e primo socio, ora con il 31,65%. Sempre in "Brace" ha quote Giorgio Tacchia, altro fondatore e ora presidente e ad. «Chili - spiega - è un progetto internazionale di cui si è potuto intravedere sino a oggi solo la parte in superficie. Da pura piattaforma siamo diventati un marketplace dell'intrattenimento. Sono molto felice che la famiglia Lavazza abbia creduto nel progetto, come altri investitori con grande esperienza internazionale». Fra questi ci sono 4 major-Sony (con il 2,96%), Paramount, e la controllante Viacom (4,1%); WarnerBros (4,17%)-entrate nel capitale nel 2016, oltre al direttore di Lvmh Antonio Belloni, al finanziere Francesco Trapani, alla famiglia Passera, a Negentropy (fondo basato a Londra), al fondo Antares di Stefano Romiti. Il bilancio ha sempre chiuso in rosso e il 2016 non ha fatto eccezione (-8,4 milioni). «Dopo tanti investimenti siamo entrati nella fase growth. I 7,1 milioni di ricavi del 2016 — precisa l'ad - sono raddoppiati nel 2017 e per il 2018 andranno sui 30 milioni». Il piano industriale prevede addirittura 300 milioni al 2022. Intanto nel 2018 «spenderemo 11,5 milioni in comunicazione» per far conoscere di più Chili in Uk, Germania, Austria e Polonia, dove il servizio è già attivo. Nel 2018 è quindi atteso il cambio di passo, sfruttando una peculiarità: in Chili si commercializzano non solo film e serie tv, ma anche oggetti e gadget. In più sul sito sono"cliccabili" trailer e anticipazioni di film non ancora sugli schermi con tutto ciò che consegue sul fronte dati. «Il nostro è un progetto di portata globale che mette al centro la profilazione dei clienti, né più e né meno di quanto fanno altri big mondiali. Siamo stati assistiti da Deutsche Bank Us nella ricerca di partner, riscontrando grande interesse». La famiglia Lavazza ci ha scommesso". 

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