Stracult e Stracotti - …ovvero la serie che questa settimana va su e quella che inevitabilmente va giù. Parola di Stargirl!
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Nonostante le alte aspettative e le ottime prerogative, la serie DOWN di questa settimana è Ringer, interpretata da Sarah Michelle Gellar. Ideata da Eric Charmelo e Nicole Snyder, Ringer ha debuttato lo scorso 13 settembre sulla CW, riscuotendo sì un discreto successo soprattutto tra i fan dell’ex “AmmazzaVampiri”, ma convincendo sempre meno a livello di plot, episodio dopo episodio. Tema portante della serie, sulla falsa riga del pluripremiato The Black Swan, il dualismo, in questo caso tra due sorelle gemelle, alimentato da vorticosi giochi di specchi, inquietanti proiezioni visive e prevedibili scambi di personalità. Bridget è un ex tossicodipendente testimone chiave di un delitto in uno strip club, che a poche ore dal processo in cui deve deporre ai danni del pericoloso pluriomicida, in preda al panico si dà alla fuga negli Hamptons, alla ricerca della sua gemella Siobhan. Riunitesi dopo sei anni di lontananza, e in seguito a un tragico incidente di cui per ora restiamo all’oscuro, le due sorelle partono per un giro in barca a mare aperto, da cui però Siobhan non farà mai ritorno, scomparendo misteriosamente. Bridget vede così una papabile via di fuga, coglie la palla al balzo e s’insinua nella vita della gemella, approfittando del fatto che nessuno è a conoscenza della sua esistenza. Il passato torbido di Siobhan non tarda però a venire a galla, e per Bridget iniziano i guai e senza rendersene conto, resta inghiottita in questo “mondo parallelo”, mentre da Parigi, la gemella presumibilmente defunta, trama ai suoi danni. Prendendo spunto dalla maggior parte dei thriller psicologici di questi ultimi anni, Ringer parte bene per sprofondare però nell’ovvietà, vittima della mancanza di colpi di scena plausibili e credibili. Enormi lacune nella regia smorzano purtroppo quella ricercata atmosfera inquietante e vagamente hitchcockiana che si vuole dare alla serie, scadendo nel b-movie di serie B, spesso privo di un filo logico che unisca gli eventi.
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