sabato 22 giugno 2013
venerdì 21 giugno 2013
L'EDICOLA DI LOU - Stralci, commenti e cover sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
Addio a Gandolfini, il Soprano della depressione
"Non possiamo che ricordarlo così, nelle vesti di Tony Soprano. Ma non è solo un modo di dire, se pensiamo ai braccialetti di pesante oro giallo, al grosso anello al mignolo, alle polo fantasia Wal-Mart che Tony indossava in alternativa ai completi, all'accappatoio con la «S» ricamata, a tutto l'arredamento borghese della villetta con piscina in cui viveva con la sua dolce Carmela. James Gandolfini era Tony Soprano e lo sarà per sempre. Al cinema era stato un buon caratterista (che poi è l'ossatura dei buoni film), aveva interpretato numerosi film anche da coprotagonista, ultimamente in Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow aveva sostenuto il ruolo dell'ex capo della Cia, Leon Panetta. Ma Gandolfini era e sarà sempre Tony Soprano, un personaggio di insolita complessità, diviso tra le sue due «famiglie», un uomo apparentemente normale che è contemporaneamente uno spietato boss mafioso. Anche in televisione a volte succedono miracoli e The Sopranos (Hbo, 1999) è stato uno di questi: la serialità televisiva ha dimostrato di saper raccontare la realtà più del cinema e della letteratura (e comunque ha perso ogni complesso di inferiorità nei loro confronti, facendo sfoggio di invidiabili modalità narrative) e un personaggio, un mafioso di terza generazione, si è magicamente identificato nel suo interprete. Ai personaggi famosi della letteratura possiamo dare tanti volti, a Tony Soprano no. Tony va in analisi perché stressato: è svenuto per un attacco di panico. Alla dottoressa che lo interroga e cerca di sciogliere il suo garbuglio interiore confida: «Non lo so... È bello lanciarsi nelle cose quando accadono agli inizi e io sono arrivato un po' troppo tardi, questo è chiaro. Ma da un po' di tempo, ho la sensazione di arrivare sempre quando tutto sta finendo e il meglio è già passato. Se ripenso a mio padre, lui non è mai arrivato in alto come me ma in un certo senso gli è andata meglio di me. Aveva gente su cui contare, gente di sani principi, gente con le palle. Oggigiorno che c'è rimasto?». Anche la mafia, dunque, non è più quella di una volta, gli antichi modelli cui si ispira la mettono in crisi; basta un'anatra intravista nella piscina di casa per squassare una psiche e indurla al Prozac. Se oggi possiamo dire che Tony Soprano è uno dei grandi protagonisti del nostro immaginario tragico il merito è certo dell'autore David Chase, ma James Gandolfini ha fatto il resto, con un repertorio di sfumature psicologiche da grandissimo attore. L'epopea di Tony Soprano è anche il più grande affresco su una delle grandi malattie della modernità, la depressione. Un boss mafioso, l'ultimo erede delle famiglie che spadroneggiano nel New Jersey, diventa un caso clinico, un fragile depresso che ogni settimana deve incontrare una psicoterapeuta. L'impero del male si sta sfaldando, i padri storici rincoglioniscono in qualche casa di riposo, la polizia ha in mano elementi per incastrare la «famiglia», altre bande si fanno avanti... È complesso il mondo di Tony: una moglie tradita, vampate di rimorsi, amici traditori, figli ribelli, figliocci con scarse capacità malavitose, madri possessive, soldi sporchi, omicidi e furti, regolamenti di conti, doppie e triple morali, sensi di colpa, riavvicinamenti e rotture. Gandolfini è stato bravissimo a caricarsi sulle spalle questo universo in decomposizione e a restituircelo con ironia e consapevolezza. Tony è l'inconscio, James è il conscio. Nella memoria Tony e James sono inseparabili (come i pappagallini, i lovebirds, di Hitchcock) e hanno un compito molto arduo: raccontare la complessità che si nasconde dietro l'uomo medio americano. Anche se delinquente patentato, Tony è un uomo medio in tutto e per tutto. Qualcuno l'ha paragonato a Emma Bovary: come lei, Tony è un'affascinante miscela di cultura popolare, ambizione e sottomissione agli impulsi e agli appetiti che la società non sanziona. Ma che volto ha Emma Bovary? Non lo sapremo mai. Sappiamo invece che Gandolfini è stato capace di dare profondità alla distanza che corre tra l'esercizio fisico della violenza organizzata e la cupa instabilità della depressione. Tony si trova con una figlia che ha studiato alla Columbia, si è laureata in legge, e, come sottolinea sprezzantemente il padre, farà «l'avvocato dei neri»; si trova con un figlio, irresoluto e «ipersensibile», che vorrebbe firmare per l'esercito, finire in Afghanistan e poi, eventualmente, arruolarsi nella Cia. Una certa comicità sinistra si sprigiona dalla cupezza: ormai Tony si costringe a pulire tristemente la sua piscina per scaricare la tensione, o forse soltanto per risparmiare sul giardiniere. James Gandolfini ci ha insegnato che anche in televisione si può aspirare al meglio e di questo gli saremo eternamente grati". (Aldo Grasso, 21.06.2013)
CORRIERE DELLA SERA
Addio a Gandolfini, il Soprano della depressione
"Non possiamo che ricordarlo così, nelle vesti di Tony Soprano. Ma non è solo un modo di dire, se pensiamo ai braccialetti di pesante oro giallo, al grosso anello al mignolo, alle polo fantasia Wal-Mart che Tony indossava in alternativa ai completi, all'accappatoio con la «S» ricamata, a tutto l'arredamento borghese della villetta con piscina in cui viveva con la sua dolce Carmela. James Gandolfini era Tony Soprano e lo sarà per sempre. Al cinema era stato un buon caratterista (che poi è l'ossatura dei buoni film), aveva interpretato numerosi film anche da coprotagonista, ultimamente in Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow aveva sostenuto il ruolo dell'ex capo della Cia, Leon Panetta. Ma Gandolfini era e sarà sempre Tony Soprano, un personaggio di insolita complessità, diviso tra le sue due «famiglie», un uomo apparentemente normale che è contemporaneamente uno spietato boss mafioso. Anche in televisione a volte succedono miracoli e The Sopranos (Hbo, 1999) è stato uno di questi: la serialità televisiva ha dimostrato di saper raccontare la realtà più del cinema e della letteratura (e comunque ha perso ogni complesso di inferiorità nei loro confronti, facendo sfoggio di invidiabili modalità narrative) e un personaggio, un mafioso di terza generazione, si è magicamente identificato nel suo interprete. Ai personaggi famosi della letteratura possiamo dare tanti volti, a Tony Soprano no. Tony va in analisi perché stressato: è svenuto per un attacco di panico. Alla dottoressa che lo interroga e cerca di sciogliere il suo garbuglio interiore confida: «Non lo so... È bello lanciarsi nelle cose quando accadono agli inizi e io sono arrivato un po' troppo tardi, questo è chiaro. Ma da un po' di tempo, ho la sensazione di arrivare sempre quando tutto sta finendo e il meglio è già passato. Se ripenso a mio padre, lui non è mai arrivato in alto come me ma in un certo senso gli è andata meglio di me. Aveva gente su cui contare, gente di sani principi, gente con le palle. Oggigiorno che c'è rimasto?». Anche la mafia, dunque, non è più quella di una volta, gli antichi modelli cui si ispira la mettono in crisi; basta un'anatra intravista nella piscina di casa per squassare una psiche e indurla al Prozac. Se oggi possiamo dire che Tony Soprano è uno dei grandi protagonisti del nostro immaginario tragico il merito è certo dell'autore David Chase, ma James Gandolfini ha fatto il resto, con un repertorio di sfumature psicologiche da grandissimo attore. L'epopea di Tony Soprano è anche il più grande affresco su una delle grandi malattie della modernità, la depressione. Un boss mafioso, l'ultimo erede delle famiglie che spadroneggiano nel New Jersey, diventa un caso clinico, un fragile depresso che ogni settimana deve incontrare una psicoterapeuta. L'impero del male si sta sfaldando, i padri storici rincoglioniscono in qualche casa di riposo, la polizia ha in mano elementi per incastrare la «famiglia», altre bande si fanno avanti... È complesso il mondo di Tony: una moglie tradita, vampate di rimorsi, amici traditori, figli ribelli, figliocci con scarse capacità malavitose, madri possessive, soldi sporchi, omicidi e furti, regolamenti di conti, doppie e triple morali, sensi di colpa, riavvicinamenti e rotture. Gandolfini è stato bravissimo a caricarsi sulle spalle questo universo in decomposizione e a restituircelo con ironia e consapevolezza. Tony è l'inconscio, James è il conscio. Nella memoria Tony e James sono inseparabili (come i pappagallini, i lovebirds, di Hitchcock) e hanno un compito molto arduo: raccontare la complessità che si nasconde dietro l'uomo medio americano. Anche se delinquente patentato, Tony è un uomo medio in tutto e per tutto. Qualcuno l'ha paragonato a Emma Bovary: come lei, Tony è un'affascinante miscela di cultura popolare, ambizione e sottomissione agli impulsi e agli appetiti che la società non sanziona. Ma che volto ha Emma Bovary? Non lo sapremo mai. Sappiamo invece che Gandolfini è stato capace di dare profondità alla distanza che corre tra l'esercizio fisico della violenza organizzata e la cupa instabilità della depressione. Tony si trova con una figlia che ha studiato alla Columbia, si è laureata in legge, e, come sottolinea sprezzantemente il padre, farà «l'avvocato dei neri»; si trova con un figlio, irresoluto e «ipersensibile», che vorrebbe firmare per l'esercito, finire in Afghanistan e poi, eventualmente, arruolarsi nella Cia. Una certa comicità sinistra si sprigiona dalla cupezza: ormai Tony si costringe a pulire tristemente la sua piscina per scaricare la tensione, o forse soltanto per risparmiare sul giardiniere. James Gandolfini ci ha insegnato che anche in televisione si può aspirare al meglio e di questo gli saremo eternamente grati". (Aldo Grasso, 21.06.2013)
giovedì 20 giugno 2013
TWITTER-JAM - Le star telefilmiche ricordano James Gandolfini
Heartbreaking news about James Gandolfini... Shocking. HUGE loss. Kind, humble, and a Singular Talent. Rest in Peace.
— Debra Messing (@DebraMessing) June 20, 2013
In shock over the passing of James Gandolfini. Way to young to leave us. R.I.P. #GodBless
— David Boreanaz (@David_Boreanaz) June 20, 2013
James Gandolfini was an amazing actor. Life is too short.
— Zach Braff (@zachbraff) June 20, 2013
Such sad news about James Gandolfini... What an incredible actor... My thoughts are with his family.
— Lea Michele (@msleamichele) June 20, 2013
James Gandolfini was a kind, funny, wonderful guy. I'm so lucky to have worked with him. Sending love to his family. Such a sad, sad day.
— olivia wilde (@oliviawilde) June 19, 2013
Sweet journey home, James Gandolfini... The brightest stars burn the fastest....
— Ron Perlman (@perlmutations) June 20, 2013
James Gandolfini.. So talented, so nice and far too young to be taken away. You will be missed Sir
— Shannen Doherty (@DohertyShannen) June 20, 2013
James Gandolfini. This is a tremendous loss. A brilliant actor and a wonderful man. Our deepest sympathies to his family. Devastating.
— Michael Chiklis (@MichaelChiklis) June 20, 2013
Oh man James gandolfini died. Fantastic in the soprano, and true romance. A great talent.
— Dominic Monaghan (@DomsWildThings) June 19, 2013
just heard about James gandolfini. I am fortunate to have worked with him. One of the best experiences ever. Such an artist. RIP
— Sarah Shahi (@onlysarahshahi) June 19, 2013
WGA recently named The Sopranos the top TV show of all time. James Gandolfini's brilliant performance changed TV forever.
— Glen Mazzara (@glenmazzara) June 19, 2013
I am heartbroken about James Gandolfini. He was a gentle giant and great man. I love this picture, I loved him. pic.twitter.com/Y1wdbeUDfK
— rose mcgowan (@rosemcgowan) June 19, 2013
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NEWS - Ciao Tony!
VIDEO: James Gandolfini Remembered With 10 Definitive Tony Soprano Moments http://t.co/o0gSB5zVYX
— Hollywood Reporter (@THR) June 20, 2013
"It’s a strange way for a grown man to make a living." James Gandolfini in his own words: http://t.co/RNmszxCYC0
— Vulture (@vulture) June 20, 2013
James Gandolfini Died During Father-Son Trip: New Details http://t.co/xP04GYAmiz
— JustJared com (@JustJared) June 20, 2013
Remembering James Gandolfini: Tony Soprano's 15 Best Quotes, courtesy of @EW http://t.co/j2Pfa4POx7
— People magazine (@peoplemag) June 20, 2013
Celebrities remember #JamesGandolfini: http://t.co/MGqhO2N1sL
— POPSUGAR (@POPSUGAR) June 20, 2013
@MarkHarrisNYC on James Gandolfini, an actor who left TV in better shape than he found it http://t.co/9quUel8d3L
— Entertainment Weekly (@EW) June 20, 2013
Non riesco a capire: Gandolfini de #ISoprano è morto in Italia, a Roma, e la notizia arriva dall'America...
— Leo Damerini (@LeoDamerini) June 20, 2013
Fondamentalmente Gandolfini se n'è andato come Tony Soprano nell'ultima scena: un nero all'improvviso. #lavitaèuntelefilm
— Leo Damerini (@LeoDamerini) June 20, 2013
mercoledì 19 giugno 2013
NEWS - At-tacchi-atevi agli '80! Più "Girls just wanna have fun" che "fuck". Da domani anche in Italia "The Carrie Diaries" con la giovane Bradshaw più emula di Cindy Lauper che della Carrie fine anni '90 (del resto son tutte sante prima di mordere la Grande Mela...)
(ANSA) - (di Nicoletta Tamberlich) - Le Manolo ai piedi Carrie arrivera' a indossarle solo all'ottavo episodio, quando avra' modo di assaggiare il famigerato cocktail Cosmopolitan e sara' un'autentica folgorazione. E' anche se e' ancora vergine e imbranata, diventera' prima o poi una donna. Il 20 giugno debuttera' in Italia in prima tv assoluta su Mya di Mediaset Premium The Carrie Diaries, ribattezzato il prequel di Sex and City, perche' racconta gli anni giovanili di Carrie Bradshaw, che sarebbe poi diventata la scrittrice giornalista fashion victim del noto telefilm. A prestarle il volto la 19enne AnnaSophia Robb, qui in versione liceale anni Ottanta, che ha recentemente confessato che inizialmente pensava di rifiutare perche' temeva i confronti con Sarah Jessica Parker che del resto aveva dato vita a un personaggio talmente gia' caratterizzato da rendere decisamente impossibile crearne un abbozzo. La Parker ha inviato una lettera alla Robb: ''Mi ha fatto le congratulazioni e mi ha detto cosa ha significato per lei il ruolo di Carrie, come le ha cambiato la vita''. Il produttore esecutivo della serie tv, Amy Harris (Sex and the City, Gossip Girl), ha tenuto a precisare che non ha voluto ''presentare una versione baby del telefilm cult: non ci sono le versioni adolescenti di Miranda, Charlotte e Samatha, lo show e' incentrato su come le relazioni e le amicizie giovanili siano moto diverse da quelle che si hanno da adulti''. Eppure i riferimenti alla Carrie del futuro ci sono, come i no decisi alla palestra e alla cucina, il diario scritto davanti alla finestra, l'amore per la citta' e la scrittura. Inoltre la scena iniziale del pilot ricorda l'intro di Sex and the city: una Carrie sognante, con gonna ampia e pochette in mano, che viene di colpo ''riportata alla realta''' (un passante maleducato nel caso di Robb, un autobus che la schizza nel caso di Parker). Nella serie tv Carrie, infatti, e' ancora una ragazzina di 17 anni che va al liceo: all'inizio vive in una piccola citta', ''era il 1984, la narrativa rosa faceva furore e avevamo un attore come presidente''. I produttori hanno specificato che il telefilm non e' un prequel diretto della serie televisiva della HBO Sex and the City, ma un adattamento dell'omonimo romanzo di Candace Bushnell, in Italia pubblicato con il titolo Il diario di Carrie, che narra le vicende di una giovane Carrie Bradshaw. La serie, che ha debuttato negli Stati Uniti il 14 gennaio sulla rete The CW, descrive un ambiente e un contesto non troppo differente da quello che viviamo noi oggi. Scuola, amici, primi amori, anche se la protagonista si sente diversa dai suoi coetanei. Ha perso la mamma, e' dunque piu' matura e fragile, ha una sorella piu' piccola a cui badare, cleptomane e che nasconde marjuana insieme alla biancheria, un padre con il quale dovra' imparare a rapportarsi, ma soprattutto ha un unico grande sogno: diventare una scrittrice e trasferirsi a New York. Nel primo episodio appaiono chiare quelle che saranno le colonne portanti della serie: da un lato la vita da liceale di Carrie, decisa ad iniziare una relazione con Sebastian, conteso con Donna, la ragazza piu' popolare della scuola; dall'altro c'e' New York. Carrie, infatti, inizia a lavorare come stagista in uno studio legale di Manhattan e, proprio nella Grande Mela, conosce Larissa, una donna alla moda e stravagante che le insegnera' a conoscere ed amare la citta'. Ottima la colonna sonora del pilot in cui spiccano: New Order, 'Blue Monday'; Madonna, 'Material Girl'; Kim Carnes, 'Bette Davis Eyes'; Depeche Mode, 'Just Can't Get Enough'; Footloose 'Kenny Loggins'. La bellezza nel personaggio di Carrie e' la sua spontaneita', la sua forza, ma anche la sua insicurezza: 'the last virgin', che comincia a interrogarsi sul sesso e sulla fiducia. Sara' interessante vedere quale sara' il passaggio che portera' da ''It's not a big deal, Carrie, sex isn't anything'' a ''Sex and the city''.
(ANSA) - (di Nicoletta Tamberlich) - Le Manolo ai piedi Carrie arrivera' a indossarle solo all'ottavo episodio, quando avra' modo di assaggiare il famigerato cocktail Cosmopolitan e sara' un'autentica folgorazione. E' anche se e' ancora vergine e imbranata, diventera' prima o poi una donna. Il 20 giugno debuttera' in Italia in prima tv assoluta su Mya di Mediaset Premium The Carrie Diaries, ribattezzato il prequel di Sex and City, perche' racconta gli anni giovanili di Carrie Bradshaw, che sarebbe poi diventata la scrittrice giornalista fashion victim del noto telefilm. A prestarle il volto la 19enne AnnaSophia Robb, qui in versione liceale anni Ottanta, che ha recentemente confessato che inizialmente pensava di rifiutare perche' temeva i confronti con Sarah Jessica Parker che del resto aveva dato vita a un personaggio talmente gia' caratterizzato da rendere decisamente impossibile crearne un abbozzo. La Parker ha inviato una lettera alla Robb: ''Mi ha fatto le congratulazioni e mi ha detto cosa ha significato per lei il ruolo di Carrie, come le ha cambiato la vita''. Il produttore esecutivo della serie tv, Amy Harris (Sex and the City, Gossip Girl), ha tenuto a precisare che non ha voluto ''presentare una versione baby del telefilm cult: non ci sono le versioni adolescenti di Miranda, Charlotte e Samatha, lo show e' incentrato su come le relazioni e le amicizie giovanili siano moto diverse da quelle che si hanno da adulti''. Eppure i riferimenti alla Carrie del futuro ci sono, come i no decisi alla palestra e alla cucina, il diario scritto davanti alla finestra, l'amore per la citta' e la scrittura. Inoltre la scena iniziale del pilot ricorda l'intro di Sex and the city: una Carrie sognante, con gonna ampia e pochette in mano, che viene di colpo ''riportata alla realta''' (un passante maleducato nel caso di Robb, un autobus che la schizza nel caso di Parker). Nella serie tv Carrie, infatti, e' ancora una ragazzina di 17 anni che va al liceo: all'inizio vive in una piccola citta', ''era il 1984, la narrativa rosa faceva furore e avevamo un attore come presidente''. I produttori hanno specificato che il telefilm non e' un prequel diretto della serie televisiva della HBO Sex and the City, ma un adattamento dell'omonimo romanzo di Candace Bushnell, in Italia pubblicato con il titolo Il diario di Carrie, che narra le vicende di una giovane Carrie Bradshaw. La serie, che ha debuttato negli Stati Uniti il 14 gennaio sulla rete The CW, descrive un ambiente e un contesto non troppo differente da quello che viviamo noi oggi. Scuola, amici, primi amori, anche se la protagonista si sente diversa dai suoi coetanei. Ha perso la mamma, e' dunque piu' matura e fragile, ha una sorella piu' piccola a cui badare, cleptomane e che nasconde marjuana insieme alla biancheria, un padre con il quale dovra' imparare a rapportarsi, ma soprattutto ha un unico grande sogno: diventare una scrittrice e trasferirsi a New York. Nel primo episodio appaiono chiare quelle che saranno le colonne portanti della serie: da un lato la vita da liceale di Carrie, decisa ad iniziare una relazione con Sebastian, conteso con Donna, la ragazza piu' popolare della scuola; dall'altro c'e' New York. Carrie, infatti, inizia a lavorare come stagista in uno studio legale di Manhattan e, proprio nella Grande Mela, conosce Larissa, una donna alla moda e stravagante che le insegnera' a conoscere ed amare la citta'. Ottima la colonna sonora del pilot in cui spiccano: New Order, 'Blue Monday'; Madonna, 'Material Girl'; Kim Carnes, 'Bette Davis Eyes'; Depeche Mode, 'Just Can't Get Enough'; Footloose 'Kenny Loggins'. La bellezza nel personaggio di Carrie e' la sua spontaneita', la sua forza, ma anche la sua insicurezza: 'the last virgin', che comincia a interrogarsi sul sesso e sulla fiducia. Sara' interessante vedere quale sara' il passaggio che portera' da ''It's not a big deal, Carrie, sex isn't anything'' a ''Sex and the city''.
martedì 18 giugno 2013
NEWS - Spazio, ultimo spuntino!
Raro scatto di "Star Trek" pubblicato su http://telefilmcult.tumblr.com/
Raro scatto di "Star Trek" pubblicato su http://telefilmcult.tumblr.com/
lunedì 17 giugno 2013
Da perfetta fashionista quale appare ultimamente, Naya Rivera di "Glee" è uscita da uno dei tanti aeroporti che frequenta in perfetto stile manageriale. Un trolley griffato in una mano, una borsa all'ultimissima moda nell'altra, l'attrice appare la sorella maggiore di colei che qualche anno fa compariva sulla cover (e in un servizio interno) della rivista per soli uomini (o uomini soli) "FHM", in perfetto stile teenager/cheerleader dei desideri. Alle sneakers si sono sostituite decoltè tacco 12 e una classe sempre più in via di perfezionamento, alla faccia della comodità che, nei lunghi viaggi alla quale Naya si sottopone, prende il...volo.
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