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lunedì 7 maggio 2018

NEWS - Il canone contro Netflix! La Rai capeggia l'alleanza di network europei per contrastare l'avanzata dei big dell'on demand 

Articolo tratto da "Italia Oggi"
Rai, France Télévisions e la tedesca Zdf vogliono unire gli sforzi per coprodurre e distribuire nuove serie tv. Obiettivo: contrastare la concorrenza di Netflix ma anche di Amazon e Hbo, insomma di tutti gli over-the-top (ott). L'Alleanza è il nome italiano dell'accordo tra le tre emittenti che fanno già parte di European broadcasting union-Ebu, associazione dei servizi tv pubblici (non solo europei). Quindi alla nuova Alleanza potranno aggiungersi anche altre emittenti tra cui Rtve dalla Spagna, Rbtf e Vrt entrambe dal Belgio, Rts dalla Svizzera. Insomma, Italia, Francia e Germania hanno dato vita sul fronte media a quella che, in politica, è stata chiamata un'Unione europea ristretta, a maggior velocità. Per le altre tv del Vecchio continente, comunque, c'è la possibilità di unirsi. Tanto più che a un Netflix europeo, in chiave anti straniero, ci aveva già pensato Vincent Bolloré con la sua Vivendi, oggi però impegnato nella lotta contro il fondo Elliott in Telecom e nei tribunali contro Mediaset (di entrambi il finanziere bretone è azionista). Non solo, in Nord Europa una cooperativa simile (Nordvision) riunisce già le tv pubbliche. «I nostri network tv operano nei limiti dei confini nazionali ma i telespettatori guardano titoli che provengono da tutte le parti del mondo», ha dichiarato ieri Delphine Ernotte, a.d. di France Télévisions. «Eppure European broadcasting union investe 14 miliardi di euro l'anno in format originali mentre Netflix ne spende solo 7. Condividendo parte di queste risorse, noi possiamo assumere una rilevanza mondiale». Al festival Séries Mania, in calendario a Lille in Francia, da dove è stata annunciata l'Alleanza, per Viale Mazzini c'è Eleonora Andreatta, direttore di Rai Fiction che sulla tv pubblica tricolore ha portato titoli e format particolari come Braccialetti Rossi, Il Cacciatore, La linea verticale e coproduzioni internazionali come L'Amica geniale con Hbo. Al momento la Triplice Alleanza dei servizi tv pubblici ha reso noto un solo progetto comune: Leonardo, sulla vita di Leonardo da Vinci in occasione del 500° anniversario della morte. Realizzata da Lux e Beta Film, attesa sul mercato l'anno prossimo, la coproduzione conferma l'intenzione congiunta di rafforzare «l'identità culturale comune» europea, visto che l'artista è nato in Italia e ha vissuto anche in Francia. In generale, comunque, viene fatta salva la libertà per ogni membro dell'Alleanza (e di Ebu) di muoversi in modo autonomo o assieme solamente ad alcuni partner. Per esempio, Rai con France Télé farà rivivere La Città Eterna, ossia la Roma degli studi di Cinecittà agli inizi degli anni '60.

venerdì 13 aprile 2018

L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
IL FOGLIO
"Il Cacciatore", modello seriale da esportazione che vince Cannes
"Non chiamatela fiction, per carità. Non chiamatela fiction: gli sceneggiatori, i registi, gli attori e i produttori hanno fatto del loro meglio per prendere le distanze. E non confondersi con la caterva di prodotti audiovisivi che sembrano fatti apposta per offrire materiale alla serie "Boris" (peraltro, l'unico esperimento riuscito di sit-com italiana, prima di "La linea verticale" diretto da Mattia Torre con Valerio Mastandrea). Non chiamatela fiction, per ripagare gli sforzi e per un motivo anche più nobile: solo in Italia — santino dopo santino, storia edificante dopo storia edificante — siamo riusciti a umiliare una nobile parola che altrove distingue le storie inventate dalle storie che non lo sono. Senza impegnarsi minimamente sulla qualità delle medesime. "La fiction è sugli stereotipi, la serie è sull'umanità", annuncia l'attore Francesco Montanari, appunto il "Cacciatore di mafiosi" (era il titolo dell'autobiografia di Alfonso Sabella, il magistrato del pool antimafia servito da traccia per il personaggio di Saverio Barone). Per interposti produttori, sceneggiatori e registi — le dodici puntate sono dirette da Stefano Lodovichi e Davide Marengo, premiato con il Flaiano nel 2011 per la terza stagione di "Boris", e al cinema applaudito per "Notturno bus"—vuol dire che "Il cacciatore" guarda a modelli internazionali. Oltre che alle serie italiane da esportazione: da "Romanzo criminale" (Francesco Montanari era il Libanese) a "Gomorra" e "Suburra". Viene citato Dante, in dialetto siciliano — il commissario Montalbano ha fornito un corso accelerato, neanche l'ombra dei sottotitoli — già nella prima puntata (la "selva oscura" va assai di moda, serve anche per il titolo dell'ultimo romanzo di Nicole Krauss, ex signora Jonathan Safran Foer, appena uscito da Guanda). Siamo nel 1993, dopo le stragi di Capaci e di Via d'Amelio, morto Giovanni Falcone e morto Paolo Borsellino. Chi già vorrebbe obiettare — "ma sempre mafia?" — prenda atto che le storie mafiose stanno all'Italia come il western sta agli Stati Uniti: una miniera inesauribile, troppo ricca per lasciarla sfruttare solo dai registi americani con il cognome italiano. "La piovra" ha aperto la strada, e l'ha lastricata di repliche. "Il cacciatore" va in onda su RaiDue dal 14 marzo scorso (con anteprima online su Raiplay, modalità già sperimentata con "La linea verticale"). Sulla via dell'esportazione, si è guadagnata la vittoria in concorso a Canneseries, prima edizione del Festival francese dedicato alle serie, dal 4 all'11 aprile. Sulla via del successo critico, viene celebrata da un articolo sul Post di Luca Sofri e uno su Wired. Non la chiameremo "fiction" (badando bene a non farci sentire fuori dall'Italia, dove la parola resta nobile). Abbiamo notato la fotografia non sciatta, le scritte in sovrimpressione che chiariscono allo spettatore chi è Giovanni Brusca e chi Leoluca Bagarella, e a quanto ammonta lo score dei rispettivi omicidi. Abbiamo notato il barile di acido, la violenza in montaggio alternato, l'autista Paolo Briguglia che deve mantenere la famiglia e altri lavori per chi è stato in galera non ce ne sono, il giovane che prova a fregarsene delle regole imposte dalla vecchia guardia, il magazzino-mattatoio. Alla voce "umanità contro stereotipi" arriva qualche interno bagnato di luce calda, con famiglia mafiosa che si scambia tenerezze (si pub far meglio). Da parte sua, il cacciatore di mafiosi è sempre rigido e compreso nella sua missione da compiere. Anche quando, da copione, dovrebbe scherzare". (Mariarosa Mancuso)

venerdì 6 aprile 2018

NEWS - Ultima ora! Per contrastare l'accordo Sky-Mediaset (+ Netflix), la Rai si allea con Amazon: le produzioni italiane visibili in streaming (sarebbe stato meglio il contrario...)

News tratta da "Il Sole 24 Ore"
A qualche giorno dall'intesa Sky-Mediaset e dall'annuncio della partnership Sky-Netflix, anche la tv pubblica batte un colpo. Fedele all'idea che "content is king", la Rai sigla una partnership con Amazon per far transitare contenuti di cinema (anche in prima tv), serie e contenuti per bambini sulla piattaforma video del colosso di Seattle. «Grazie a questo accordo - si legge nella nota di Amazon- Prime Video portai grandi contenuti locali a tutti i clienti in Italia che potranno guardare, ad esempio, tra gli altri, I Medici, Rocco Schiavone e Il Cacciatore, tre serie che saranno rese disponibili poco dopo la fine della messa in onda sui canali Rai». A queste si aggiungono altre serie e produzioni di Rai Cinema fra cui Ammore e Malavita, recente vincitore di cinque David di Donatello o i due film della saga Smetto quando voglio. Tutte fiche che la Rai mette sul tavolo di un'intesa che rientra nei fatti in una strategia che vede Viale Mazzini dialogare da tempo con il mondo degli Over The Top. Come con Amazon, un accordo Rai lo aveva già stretto l'anno scorso con Timvision. Altra partnership con Netflix, per la distribuzione di contenuti e per la serie Tv Suburra: prima coproduzione italiana tra Netflix, Rai e Cattleya disponibile per gli abbonati e poi in chiaro sulla Tv di Stato nel 2019. Per gli Ott il vantaggio è evidentemente quello di avere a disposizione contenuti attrattivi per gli abbonati, da unire a tutta una serie di produzioni originali su cui stanno investendo miliardi di dollari. Dal canto suo la Rai che pure ha la sua piattaforma Rai Play, gratuita - può contare proprio su quelle entrate garantite dal suo ruolo di content provider. Lato Amazon, Prime Video sta turbando i sonni di molti player del mercato tv e dei contenuti pay. Il gigante dell'e-commerce, del resto, sta diversificando a livello mondiale (dalla sanità, al mondo dei pagamenti) con tutto ciò che consegue in termini di messa a sistema dei propri servizifra cui, appunto, l'offerta video. Che infatti è compresa nell'abbonamento Prime con il quale a 36 euro l'anno (04,99 euro al mese) i sottoscrittori italiani possono, fra le varie cose, ricevere prodotti senza costi aggiuntivi in 1 giorno in oltre 6mila comuni. Per quanto riguarda gli altri Paesi gli abbonamenti costano 69 euro in Germania; 49 in Francia; 19,95 in Spagna e79 sterline inUk. InUsa il costo è di 99 dollari. E lì Amazon a fatto incursione anche nei diritti tv dello sport (Nfl e tennis).

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