venerdì 16 giugno 2006

NEWS - Raoul Bova, lascio "What about Brian" per "Nassiriya"
(ANSA) - ROMA, 16 giu - Raoul Bova lascia l'America, ma solo per girare 'Nassiriya', la miniserie prodotta da Valsecchi per Canale 5. Un cosa che l'attore ci tiene a sottolineare con forza, visto che si era vociferato che la sua assenza alla seconda parte del telefilm americano 'What about Brian' fosse dovuta a una sua non riconferma. Le cose sono totalmente diverse, spiega Bova:" il fatto e' che ai primi di luglio parte il progetto Mediaset di Nassiriya di Michele Soavi e ho sentito la responsabilita' di fare questa miniserie che coincideva proprio con le riprese del telefilm americano". Cosi', continua Bova, "ho dovuto scegliere e ho chiesto agli americani di poter rinunciare. E loro mi hanno dato piena liberta' di farlo casomai utilizzandomi, come guest star, in
qualche puntata della nuova serie". Ma a prevalere in questa scelta dell'attore anche la sua partecipazione in 'Io e l'altro' di Mohesen Melliti, film low cost (800.000 E.) in post-produzione:"mi sono messo in questa operazione che mi ha fatto tornare la voglia di fare cinema e mi ha anche fatto ripensare alla mia esperienza americana". Comunque gli States, dice, "mi hanno dato la possibilita' di avere contatti con persone, una popolarita' accresciuta. E poi in 'What about Brian' mi sono misurato con la commedia, ovvero uscire dai mie soliti ruoli". Di "Nassiriya", che racconta dell'attentato che ha visto morire in Iraq il 12 novembre 2003 una ventina di italiani, tra soldati e civili, "ho amato subito la sceneggiatura. Questa voglia di raccontare queste vittime non come degli eroi tradizionali, ma degli eroi di fatto. Ma si parlera' anche, non solo dei soldati, ma della missione di pace e soprattutto dell'impatto che tutti questi uomini hanno avuto con una realta' cosi' diversa". In questa miniserie "saro' molto probabilmente un maresciallo", ma Bova non conferma ne' smentisce la possibile partecipazione di Claudia Pandolfi e di Giulio Scarpati ("il cast e' ancora tutto da definire"). Nel futuro di Bova, "una grande voglia ci concentrarmi solo sul cinema. Fare storie vere, anche a basso budget, ma storie anche un po' folli che possano anche essere esportare anche all'estero". Insomma, conclude l'attore, "dall'America ho imparato anche l'umilta' di attori come Sean Penn e Al Pacino, capaci di fare film commerciali, senza vergognarsi, e poi passare al teatro e cinema indipendente".

giovedì 15 giugno 2006

NEWS- Ultima ora, Raoul Bova lascia serie americana "What about Brian"
Raoul Bova lascia la serie dell'ABC "What about Brian" che lo vedeva tra i protagonisti, presentata allo scorso "Telefilm Festival" a Milano e da settembre in onda su FoxLife. Lo annuncia il sito dell'Accademia dei Telefilm, riprendendo una notizia apparsa sul sito del magazine americano "Tv Guide". Il telefilm, non avendo raggiunto ascolti eccezionali in patria, era stato dapprima sospeso, per poi essere riconfermato per la prossima stagione. Tuttavia Bova non farà più parte del cast. La storia della serie firmata da J.J.Abrams - già dietro i successi di "Lost", "Alias" e "Mission Impossible III" - è quella di un gruppo di amici che cerca di accasare il trentenne Brian (interpretato da Barry Watson, già visto nei panni di Matt Camden nella serie cult di Italia 1 "Settimo Cielo"). Tra gli altri attori presenti nel cast, al fianco di Bova spiccava la presenza di Rosanna Arquette. In questi giorni, proprio Raoul Bova è uscito allo scoperto con una dichiarazione di amore-odio per lo star-system americano: "La serie per me è stata un successo. Lavorare in America è una bella esperienza, ma la concorrenza a Hollywood è spaventosa, all'inizio ho vissuto momenti di frustrazione. Ti accolgono a braccia aperte, con grandi sorrisi, però difficilmente ti fanno entrare nel loro mondo".

mercoledì 14 giugno 2006

BOLLETTINO - Telefilm al Top 2/Stephen King diventa pazzo per…le serie tv
Se “Entertainment Weekly” mette sull’altare i telefilm di nuova generazione, all'osanna si accoda anche un fans insospettabile qual è Stephen King, che sullo stesso settimanale confida tutta la sua passione senza freni: “i miei figli e mia moglie pensano io sia un romanziere, ma ormai sono uno schiavo della tv. E’ successo 3 anni fa. Fino a quel periodo leggevo libri, andavo al cinema, suonavo la chitarra e, qualche volta, parlavo pure con qualcuno. Ma poi mi sono accorto di come la televisione sia cambiata in meglio e grazie al TiVo mi ci sono appassionato a tal punto da passare dalle 25 alle 30 ore settimanali davanti al piccolo schermo". E via con l'elenco dei telefilm che lo incatenano alla poltrona e i motivi della sua schiavitù. "The Shield": "esplora la redenzione dell'onore di un uomo che vuole espiare le proprie colpe". "Veronica Mars": "è come se Nancy Drew incontrasse Philip Marlowe: pura nitroglicerina!". "Lost": "mistero, scenari meravigliosi, cast attraente: è il miglior programma in tv". "Battlestar Galactica": "anche se non arriva ai livelli di 'Lost', è meglio di 'Star Trek' in tutte le sue incarnazioni". "I Soprano": "Gandolfini ha reso Tony Soprano un americano comunque meraviglioso e sorprendente". "24": "anche se è diventato un serial ridicolo, passerei sul corpo di mia nonna piuttosto che perdermi un episodio". Alla fine giunge la conclusione di Stephen King che potrebbe assurgere negli annali del genere telefilmico: "è la potenza della tv: i suoi personaggi entrano nella tua vita a ripetizione e diventano reali". Tv is (Stephen) King!
(Articolo di Leo Damerini tratto dal "Bollettino dell'Accademia" sul "Telefilm Magazine" di Giugno)

martedì 13 giugno 2006

NEWS - A Roma l'autore di "Lost" Damon Lindelof che si rifà ad Orson Welles e promette: "il serial diventerà sempre più mistico"
Attenzione, contiene Spoiler!
(ANSA) - ROMA, 13 giu - Damon Lindelof non e' un nome che dice molto ai piu', ma e' riuscito a
riempire, con tanto di posti in piedi, la sala de 'La casa del cinema' di Roma come era successo solo a Mel Brooks. E' solo uno degli effetti del fenomeno planetario di 'Lost' la serie tv americana pluripremiata di cui appunto Lindelof e' co-creatore insieme a J.J. Abrams. Occasione dell'incontro la presentazione del libro 'Lost-La guida' (Edita da Buena Vista Libri), con news, curiosita' sulla lavorazione del serial e l'uscita del Dvd il 28 giugno di 'Lost - Prima serie seconda parte', cofanetto con i 13 episodi conclusivi della prima serie (edita sempre da Buena Vista). Venduto in 210 paesi in tutto il mondo e trasmesso al pubblico italiano prima su Fox e poi su Raidue con lo share piu' alto mai registrato per un telefilm americano negli ultimi sette anni, 'Lost' che negli Usa e' arrivato alla terza serie arrivera' di nuovo sulla Rai, per la seconda serie a febbraio-marzo 2007. Spiega Lindelof, laurea della Tish School of the Arts, e vero creatore del serial (e' lui che lo ha proposto ad Abrams Ndr.): "sono sempre stato un tv dipendente. Ma mia madre mi permetteva di vedere la televisione solo due ore al giorno e cosi' io mi alzavo presto al mattino per fare il pieno di programmi. Allora ero un grande fan delle storie di avventura". Ma il vero mentore per il giovane autore e' stato il padre: "con lui ho visto oltre che molta tv, una passione che condividevamo, molto cinema. E chiaramente anche i film di Welles, un genio capace di mescolare mistero e realta', a cui mi sono ispirato e da cui ho copiato per la serie 'Lost"'. 'Lost', che racconta la storia di una ventina di naufraghi tutti dal passato oscuro e problematico, piombati su un'isola piena di misteri e apparentemente deserta, "e' una serie innovativa - spiega Lindelof - proprio perche' non segue un tempo lineare, ma e' piena di flashback che approfondiscono la vita di ogni personaggio tornando al loro passato prima del naufragio". Certo, aggiunge, "questo continuo tornare al passato, oltre ad essere difficile da girare come da produrre, puo' creare qualche problema anche allo spettatore. Anche se e' vero che ormai il pubblico americano e europeo si e' molto raffinato nei gusti". Sulla seconda serie di 'Lost' andata gia' in onda in America, di cui e' stato anticipato il primo episodio stamani a 'La casa del cinema', dice solo qualcosa ("chi vuol saper tutto quello che succede basta che vada su Internet"): "l'ambientazione cambiera', come d'altronde per la terza serie e la quarta, e si aggiungeranno nuovi personaggi. Esattamente quelli che erano nella coda dell'aereo e che si credevano morti". Della terza serie, gia' in onda negli States, e in corso di scrittura (la sceneggiatura viene consegnata, di volta in volta, solo due giorni prima del girato) spiega poi: "sara' la piu' cupa di tutte, un po' come l'episodio de 'L'impero colpisce ancora' sta agli altri episodi della serie di Guerre stellari. Ma sara' anche la serie dove verranno svelati molti misteri". Se i personaggi di 'Lost' subiscono tutti una sorta di fascinazione mistica (" si sentono come in un Purgatorio per qualcosa che si devono far perdonare") dipende anche "dall'influenza che ha avuto su di me mia moglie fervente cattolica". Si' e' vero ci tiene a dire Lindelof: "uno dei temi di questa serie e' la paura; ognuno ha la sua. E tutti sono sull' isola un po' come dei colpevoli che hanno voglia di redimersi". Da 'Lost' anche un gioco interattivo, forse il piu' grande del mondo derivato da una serie di tv, dal titolo 'Lost Experienxe'. "Tutti i fan di Lost - spiega con orgoglio Lindelof - possono giocare, investire e essere in qualche modo presenti sull'isola. Un gioco pero' comprensibile e giocabile solo per chi e' a conoscenza dei segreti della seconda parte del serial". Infine, nel futuro di Lindelof, sempre insieme ad Abrams, un progetto di una rivisitazione di 'Star Trek' ("ci stiamo lavorando").
BOLLETTINO - Telefilm al Top, le serie tv regine della cultura pop americana
Il numero di fine marzo di “Entertainment Weekly” – la Bibbia americana dello spettacolo – è da collezione e segna un diktat storico: in copertina il titolo strilla “Tv is king”. Nel pezzo interno il critico cinematografico (sì, cinematografico, non televisivo) Lisa Schwarzbaum, una delle firme a “stelle e strisce” più influenti, decreta i punti chiave della tesi. In sintesi, nell’epoca del TiVo (n.d.r: il metodo di registrazione che consente di rivedere un programma senza le pubblicità), la televisione sta conoscendo una nuova “golden age”: “dai polizieschi ‘24’ e ‘The Shield’ ai drammatici ‘I Soprano’ e ‘Desperate Housewives’, fino a ‘Prison Break’ e ‘Lost’, la televisione è dove la cultura pop nasce, viene celebrata, psicoanalizzata, giudicata e rimessa in circolo puntata dopo puntata”. “Ma mai come ora – prosegue l’articolo – le migliori menti creative americane crescono in tv o addirittura la preferiscono alle buie sale dei cinema. Un episodio di ‘Law&Order’ è meglio di molti film in circolazione, ‘The Office’ supera in acume molte commedie hollywoodiane, ‘The Wire’ meriterebbe l’Oscar. Non per niente Paul Haggis, nato e cresciuto in tv, dopo aver vinto l’Oscar per ‘Crash’, ha deciso di tornare nel piccolo schermo”. L’articolo-peana è corredato da classifiche sui culti a puntate. Nella Top Ten intitolata “L’ora da non perdere” svetta al primo posto “24” (“Sutherland interpreta qualcuno che va al di là della semplice brutalità ed è capace di rinnovarsi ad ogni stagione”), seguito da “I Soprano” (“l’ultima stagione alterna sequenze oniriche a manovre politiche all’interno della gang di Tony Soprano: la serie rivela il senso della vita anche se appare il più delle volte di pessimo sapore), “C.S.I.: Scena del crimine” (“c’è qualcosa di poetico nell’indagare con così tanta curiosità nell’efferatezza di chi vuole distruggere la vita”), “Battlestar Galactica” (“invece dei soliti temi fantascientifici, il serial è meritevole di dialoghi politici e religiosi che concernono più l’umanità che gli umani”), “Lost” (“è ‘Survivor’ con un cuore, è come se ‘Il Mago di Oz’ avesse fatto un incubo e tutti noi ne fossimo rimasti ipnotizzati”), “Everwood” (“è una sorta di soap familiare senza dive o malvagi, ma con persone sensibili e genuine che non sempre fanno la cosa giusta e per questo ci fanno innamorare di loro”), “Una mamma per amica” (“ci sono due cuori che battono come uno solo e nell’ultima stagione mai sono stati così all’unisono”), “Law&Order” (“è il migliore telefilm legale di tutti i tempi, con i suoi vari serial-franchising sempre al passo con i tempi”), “Veronica Mars” (“la teen-detective per eccellenza rivaleggia con ‘Lost’ per i misteri disseminati nel racconto!”), “The Shield” (“l’ingresso di Forest Whitaker ha regalato nuova tensione alla serie che vanta il miglior cast di tutti i tempi”). Nella categoria “Serie procedurali” vince “Senza traccia” (“Anthony LaPaglia è il migliore indagatore di tracce di scomparsi di sempre”), mentre nei “Telefilm con alieni” la spunta “Smallville” (“la quinta stagione ha una nuova sferzata di energia, con antagonisti che si rivelano mostri di culto in ogni puntata”). Nelle “Sit-com” è in vetta "Scrubs” (“l’energia di Zach Braff contagia tutto l’ospedale con un segno distintivo inequivocabile”), mentre nelle “Serie girate in un luogo che non vorresti mai visitare” prevale “Prison Break” su “Dr.House”. Infine anche una classifica delle “Serie con l’ultima chance”, praticamente una previsione di “de profundis”: 1. “Will&Grace” 2. “West Wing” 3. “Alias” 4. “Streghe”.
(Articolo di Leo Damerini tratto dal "Bollettino dell'Accademia" sul "Telefilm Magazine" di Giugno)

lunedì 12 giugno 2006

NEWS - "Gli amici di Oskar", ecco il primo telefilm gay italiano
Oskar è un pesciolino che vive in casa di Marcello (Francesco D’Alessio), un ragazzo gay con due grandi sogni: trovare l’amore della sua vita e realizzarsi come attore. Nello stesso appartamento vivono Alberto (Luca Busnengo), il migliore amico di Marcello, che sta per sposarsi, e Alessia (Giulia Troiano), innamorata di Mirna (Elisa Cassissa), una ballerina, in partenza per un viaggio di studi. E' linizio della trama de "Gli amici di Oskar", il primo telefilm gay italiano presentato in anteprima, tra l'altro, in una delle scorse edizioni del "Telefilm Festival". Marcello si troverà a convivere con due nuovi inquilini: Daniele (Lucio Viglierchio), un ragazzo che ancora non è riuscito a superare una dura storia d’amore con un ragazzo “etero”, e Alex (Daniele Turina), diciottenne strafottente che vivrà una situazione disadattata quando i genitori scopriranno la sua omosessualità. Altre storie si intrecciano con quelle dei protagonisti: situazioni da sit-com si alterneranno con contesti più difficili. Il tutto condito con una colonna sonora anni ’50. Atmosfere da sogno, tanghi argentini, nonne con autista e cagnolino al seguito, matrimoni, amicizie, sguardi, uomini innamorati, ragazzi arroganti, ragazze innamorate di ragazze androgine, sorrisi, provini, schiaffi, corsi di recitazione, outing, passioni, genitori autoritari, diversità, normalità, mentalità aperta, mentalità troppo chiusa, CAPIRSI, NON CAPIRE NULLA DI NULLA E MOLTO ALTRO ANCORA…Si segnala che il prossimo 14 giugno, in attesa del Gay Pride, presso El Barrio, Strada Cuorgné 81 a Torino, si terrà una nuova proiezione dell’episodio pilota di questo primo progetto tv italiano incentrato sui gay. La proiezione è un’iniziativa organizzata dai Centri per il protagonismo giovanile El Barrio ed Electronic Free Lab, in collaborazione con la casa di produzione RtaMovie e il Comitato TorinoPride 2006. A seguire approfondimento: I media: qual è il messaggio che trasmettono rispetto al tema dell’omosessualità? I Pacs: a che punto siamo? un privilegio per pochi o un diritto per tutti? Interverranno: Enzo Cucco, coordinatore del Torino Pride 2006; Nicoletta Bosco, docente di Comunicazione Pubblica presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Torino; Gigi Malaroda, Circolo GLBT Maurice; Francesca Polo, presidente di Arcilesbica. L’ingresso sarà libero e gratuito. Per maggiori informazioni potete chiamare i seguenti numeri: 011.2625526 / 011.2629089 o contattare: info@elbarrio.it. Si può anche creare un link alla pagina di "Oskar". In home page c'è anche il trailer del telefilm scaricabile gratuitamente.
Trailer: http://www.rtamovie.com/Oskar.zip;
storia e personaggi: http://www.rtamovie.com/oskar.php;
il forum: http://rtamovie.forumup.it/.

domenica 11 giugno 2006

L’EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti sui telefilm dai giornali italiani e stranieri
A cura di: Leo “Grant” Damerini

CORRIERE MAGAZINE
Gli orientamenti generazionali di "The O.C."
"'The O.C.' orienta i comportamenti dei giovanissimi, tanto da incuriosire i sociologi. Anche l'omosessualità femminile è mostrata come un fatto naturale e non una eccezione, tanto poi le stesse vanno anche con i ragazzi. Il gruppo è la sorgente dei propri valori usa e getta, perchè mutano a seconda dell'umore. Che bel modello educativo!".
(Rosa Alberoni, 23.02.06)

VANITY FAIR
"Patrick Dempsey l'ho scelto io!"
"Al provino di 'Grey's Anatomy' mi hanno fatto vedere 6 uomini. Ho puntato il dito e ho detto: 'voglio Patrick Dempsey!'".
(Ellen Pompeo, 23.02.06)

L'UNITA'
Peter Falk meglio di Berlusca
"Ce l'abbiamo con Berlusconi per ragioni propriamente televisive. Infatti domenica sera, mentre ci apprestavamo come altri fans a registrare un episodio della serie del tenente Colombo, ci siamo trovati il premier rialzato e rimboschito che imperversava su Rete4. E occupava lo spazio di Peter Falk ripetendo le boiate pazzesche con le quali ci va ammorbando da mesi. E' troppo! Un editore non può sostituirsi a un telefilm. Agnelli non ha mai tentato di farsi passare per una Cinquecento".
(Maria Novella Oppo, 07.03.06)

IL GIORNALE
Mannaggia a "C.S.I.", evviva "Sex and the City"!
"Il vero competitore del 'Grande Fratello' non è 'Don Matteo ma 'C.S.I.'. Faremmo 2 o 3 punti in più senza la serie di Italia 1. Comunque io non vedo l'ora che mi offrano un ruolo in una serie stile 'Sex and the City'. Se qualcuno la fa, mi metto subito in lista"
(Alessia Marcuzzi, 15.03.06)

CORRIERE DELLA SERA
"Basta recitare in bikini a 'Lost'!"
"Ogni volta che mi arriva un copione tremo, chiedendomi in quante scene dovrò apparire nuda o quasi. Le mie inquadrature senza veli, diciamolo, sono perlopiù gratuite, e per fortuna non mi hanno ancora assoggettato al nudo integrale nè mi hanno imposto di fare sesso con 6 uomini alla volta".
(Evangeline Lilly, 20.03.06)

ANSA
Don Matteo come Trinità
"Piu' passa il tempo piu' Don Matteo, specie in questi ultimi episodi che stanno chiudendo la quinta serie, finisce con l'assomigliare a Trinita' per una sua ironia e un gusto del vivere che e' anche il mio nel recitare questi due personaggi".
(Terence Hill, 27.03.06)

LO SPECCHIO
I telefilm, la traccia comune degli adolescenti
"'Lost', 'The O.C.', 'Una mamma per amica' sono la traccia comune su cui gli adolescenti confrontano la loro esperianza di relazione. Le strutture narrative di questi telefilm non sono affatto rozze o distanti dal reale. Nella maggior parte dei casi hanno un forte collegamento con le esperienze individuali più diffuse, si possono permettere di costruire un'epica del quotidiano, i personaggi riscuotono consensi che in alcuni casi sono moltiplicati attraverso capillari dissertazioni in rete: Internet ne riflette le vicende attraverso i fans club che si scambiano trame e notizie".
(Gianluca Nicoletti, 15.04.06)

"Il trivial game + divertente dell'anno" (Lucca Comics)

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Il GIOCO DEI TELEFILM di Leopoldo Damerini e Fabrizio Margaria, nei migliori negozi di giocattoli: un viaggio lungo 750 domande divise per epoche e difficoltà. Sfida i tuoi amici/parenti/partner/amanti e diventa Telefilm Master. Disegni originali by Silver. Regolamento di Luca Borsa. E' un gioco Ghenos Games. http://www.facebook.com/GiocoDeiTelefilm. https://twitter.com/GiocoTelefilm

Lick it or Leave it!

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