GOSSIP - Dall'anarchia alla monarchia, ormonaute in giubilo per Charlie Hunnam di "Sons of Anarchy" versione King Arthur! (la gallery completa)
sabato 8 agosto 2015
venerdì 7 agosto 2015
L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
La forza vitale di Tony Soprano, boss depresso da rivedere
Sky Atlantic sta riproponendo un classico della serialità: «I Soprano» di David Chase. Nonostante siano passati 14 anni dalla prima messa in onda italiana (16 da quella americana), i personaggi conservano una forza vitale quasi inscalfibile, a dimostrazione che anche la serialità televisiva sa raccontare la realtà più del cinema e della letteratura (e comunque ha perso ogni complesso di inferiorità nei loro confronti, facendo sfoggio di invidiabili modalità narrative) e il protagonista, un mafioso di terza generazione, si è magicamente identificato nel suo interprete, James Gandolfini. Ai personaggi famosi della letteratura possiamo dare tanti volti, a Tony Soprano no. L'epopea di Ibny Soprano è anche il più grande affresco su una delle grandi malattie della modernità, la depressione. Un boss mafioso, l'ultimo erede delle famiglie che spadroneggiano nel New Jersey, diventa un caso clinico, un fragile depresso che ogni settimana deve incontrare una psicoterapeuta. L'impero del male si sta sfaldando, i padri storici rincoglioniscono in qualche casa di riposo, la polizia ha in mano elementi per incastrare la «famiglia», altre bande si fanno avanti... È complesso il mondo di Tony: una moglie comificata, vampate di rimorsi, amici traditori, figli ribelli, figliocci con scarse capacità malavitose, madri possessive, soldi sporchi, omicidi e furti, regolamenti di conti, doppie e triple morali, sensi di colpa, riavvicinamenti e rotture. Gandolfini è stato bravissimo a caricarsi sulle spalle questo universo in decomposizione e restituircelo con ironia e consapevolezza. Il fenomeno «Soprano» è stato un evento mediatico che ha marcato quasi un decennio di storia della tv. Amato, anche criticato (in America è stato citato in giudizio perché avrebbe offeso l'immagine degli italo-americani) ha fatto discutere per il suo impatto sociale, fornendo a molti studiosi prezioso materiale d'indagine. Merita di essere rivisto". (Aldo Grasso)
CORRIERE DELLA SERA
La forza vitale di Tony Soprano, boss depresso da rivedere
Sky Atlantic sta riproponendo un classico della serialità: «I Soprano» di David Chase. Nonostante siano passati 14 anni dalla prima messa in onda italiana (16 da quella americana), i personaggi conservano una forza vitale quasi inscalfibile, a dimostrazione che anche la serialità televisiva sa raccontare la realtà più del cinema e della letteratura (e comunque ha perso ogni complesso di inferiorità nei loro confronti, facendo sfoggio di invidiabili modalità narrative) e il protagonista, un mafioso di terza generazione, si è magicamente identificato nel suo interprete, James Gandolfini. Ai personaggi famosi della letteratura possiamo dare tanti volti, a Tony Soprano no. L'epopea di Ibny Soprano è anche il più grande affresco su una delle grandi malattie della modernità, la depressione. Un boss mafioso, l'ultimo erede delle famiglie che spadroneggiano nel New Jersey, diventa un caso clinico, un fragile depresso che ogni settimana deve incontrare una psicoterapeuta. L'impero del male si sta sfaldando, i padri storici rincoglioniscono in qualche casa di riposo, la polizia ha in mano elementi per incastrare la «famiglia», altre bande si fanno avanti... È complesso il mondo di Tony: una moglie comificata, vampate di rimorsi, amici traditori, figli ribelli, figliocci con scarse capacità malavitose, madri possessive, soldi sporchi, omicidi e furti, regolamenti di conti, doppie e triple morali, sensi di colpa, riavvicinamenti e rotture. Gandolfini è stato bravissimo a caricarsi sulle spalle questo universo in decomposizione e restituircelo con ironia e consapevolezza. Il fenomeno «Soprano» è stato un evento mediatico che ha marcato quasi un decennio di storia della tv. Amato, anche criticato (in America è stato citato in giudizio perché avrebbe offeso l'immagine degli italo-americani) ha fatto discutere per il suo impatto sociale, fornendo a molti studiosi prezioso materiale d'indagine. Merita di essere rivisto". (Aldo Grasso)
giovedì 6 agosto 2015
GOSSIP - Clamoroso al Cibali! "Nina Dobrev potrebbe tornare a 'TVD' dal mondo dei morti...": Candice Accola dixit su "Fashionisima"
Candice Accola of "The Vampire Diaries" is ready for her endless summer adventures in this cute shot from the new issue of Fashionisima magazine. Here’s what the 28-year-old TVD actress had to share:
On Nina Dobrev leaving TVD: “We’re used of people leaving the show and then coming back from the dead. You never know what will happen.”
On singing backup for Miley Cyrus on the Hannah Montana tour: “She was extremely confident, directing all the crew. I wish I had had her confidence when I was 14 years old.”
Candice Accola of "The Vampire Diaries" is ready for her endless summer adventures in this cute shot from the new issue of Fashionisima magazine. Here’s what the 28-year-old TVD actress had to share:
On Nina Dobrev leaving TVD: “We’re used of people leaving the show and then coming back from the dead. You never know what will happen.”
On singing backup for Miley Cyrus on the Hannah Montana tour: “She was extremely confident, directing all the crew. I wish I had had her confidence when I was 14 years old.”
mercoledì 5 agosto 2015
lunedì 3 agosto 2015
NEWS - Oh là là! Netflix delude in Francia. La campagna di lancio del servizio ha creato grosse
aspettative non supportate da una significativa library. Molte
sottoscrizioni gratuite, poche conferme a pagamento
Articolo di Emilio Pucci* su "Prima Comunicazione"
Il 15 settembre 2014 Netflix ha lanciato il servizio in Francia con un'imponente campagna di comunicazione e in diretta competizione con i servizi già esistenti, in un mercato in cui il Video on Demand (VoD) era ampiamente diffuso già a partire dal decennio scorso grazie ai numerosi abbonati alle offerte Iptv, mai decollate in Italia. Le aspettative erano assai elevate ma in realtà il leader mondiale delle offerte basate su un abbonamento fisso mensile (Subscription Video on Demand, SVoD) non ha avuto grandi risultati. Con contenuti limitati e, come molti osservatori hanno notato, al di sotto delle aspettative, l'offerta di Netflix non ha cambiato il mercato francese e pare sia stata contrastata bene dalla capacità competitiva degli altri player storici. Importante per il ridimensionamento dell'impatto di Netflix sul mercato francese è stata la capacità dei player televisivi di acquisire in anticipo i contenuti pregiati. Il caso francese può essere utile a comprendere cosa potrà accadere in Italia con il prossimo lancio di Netflix. Infatti, i due mercati sono, per certi versi, simili e soprattutto hanno visto gli operatori nazionali attrezzarsi preventivamente con presidi forti (Mediaset con Infinity e Sky con Sky Online) e con strategie di acquisto di diritti pregiati. In Gran Bretagna invece lo sbarco di Netflix aveva colto i broadcaster impreparati. Qui Netflix ha costruito una library con una significativa ampiezza di assortimento e ha conquistato la leadership di mercato. L'operazione di contrasto di Sky (con il lancio del servizio on line Now Tv) era partita in ritardo. Ma torniamo alla Francia. Quale è stato il principale handicap del lancio di Netflix? Perché a dieci mesi dal lancio il numero degli utenti paganti è largamente al di sotto delle aspettative? Semplice: Netflix è vittima delle stesse aspettative che crea. Prima del suo arrivo molti francesi, non essendo a conoscenza delle dinamiche di acquisto dei diritti e dei meccanismi di formazione di una library SVoD, erano convinti che al prezzo di pochi euro al mese avrebbero trovato un assortimento quasi illimitato di film e serie. Si sono così precipitati a sottoscrivere il periodo di prova gratuita del servizio per scoprire che l'offerta era limitata e comunque ben più limitata di quella presente in servizi concorrenti ma dotati di minor forza di brand. "Netflix a été victime d'un fantasme qui a duré jusqu'à son lancement. Et puis on s'est aperçu que c'était banal" ("Netflix è stato vittima del suo stesso fantasma che ha avuto effetto fino al giorno del suo lancio. Poi tutti si sono accorti che non era nulla di così speciale"), ha dichiarato a Le Figaro un operatore SVoD francese. L'offerta di Netflix in Francia è dunque ancora limitata con meno di 1.700 titoli in catalogo a febbraio 2015, mentre alla stessa data il catalogo Usa ne offriva circa 8.500. Secondo alcune fonti a marzo del 2015, cioè a sei mesi dal lancio, Netflix avrebbe raggiunto in Francia i 500mila abbonati, tuttavia ancora lontani da quelli di Canal-Play che a dicembre 2014 dichiarava 600mila utenti paganti. Secondo altre fonti, alla partenza, in soli 15 giorni, Netflix avrebbe segnato 100mila abbonati ma avrebbe poi raggiunto i 200mila a gennaio 2014 e cioè quattro mesi dopo. In Italia sta per determinarsi una situazione molto simile. La stragrande maggioranza di coloro che sanno dell'arrivo di Netflix sono convinti che stia per arrivare una sorta di tivù via Internet che offre "tutto a pochi euro" al mese. Una sorta di cornucopia video televisiva. Invece, per forza di cose la library di Netflix sarà quella di un servizio SVoD che arriva sul mercato dopo altri, e che dovrà lottare per la conquista dei diritti migliori. Netflix farebbe forse meglio a cambiare strategia di comunicazione per evitare un forte effetto di rimbalzo: grande corsa alla prima sottoscrizione gratuita, delusione e poche conferme dell'abbonamento. Questo è un rischio concreto. (* direttore e-Media Institute)
Articolo di Emilio Pucci* su "Prima Comunicazione"
Il 15 settembre 2014 Netflix ha lanciato il servizio in Francia con un'imponente campagna di comunicazione e in diretta competizione con i servizi già esistenti, in un mercato in cui il Video on Demand (VoD) era ampiamente diffuso già a partire dal decennio scorso grazie ai numerosi abbonati alle offerte Iptv, mai decollate in Italia. Le aspettative erano assai elevate ma in realtà il leader mondiale delle offerte basate su un abbonamento fisso mensile (Subscription Video on Demand, SVoD) non ha avuto grandi risultati. Con contenuti limitati e, come molti osservatori hanno notato, al di sotto delle aspettative, l'offerta di Netflix non ha cambiato il mercato francese e pare sia stata contrastata bene dalla capacità competitiva degli altri player storici. Importante per il ridimensionamento dell'impatto di Netflix sul mercato francese è stata la capacità dei player televisivi di acquisire in anticipo i contenuti pregiati. Il caso francese può essere utile a comprendere cosa potrà accadere in Italia con il prossimo lancio di Netflix. Infatti, i due mercati sono, per certi versi, simili e soprattutto hanno visto gli operatori nazionali attrezzarsi preventivamente con presidi forti (Mediaset con Infinity e Sky con Sky Online) e con strategie di acquisto di diritti pregiati. In Gran Bretagna invece lo sbarco di Netflix aveva colto i broadcaster impreparati. Qui Netflix ha costruito una library con una significativa ampiezza di assortimento e ha conquistato la leadership di mercato. L'operazione di contrasto di Sky (con il lancio del servizio on line Now Tv) era partita in ritardo. Ma torniamo alla Francia. Quale è stato il principale handicap del lancio di Netflix? Perché a dieci mesi dal lancio il numero degli utenti paganti è largamente al di sotto delle aspettative? Semplice: Netflix è vittima delle stesse aspettative che crea. Prima del suo arrivo molti francesi, non essendo a conoscenza delle dinamiche di acquisto dei diritti e dei meccanismi di formazione di una library SVoD, erano convinti che al prezzo di pochi euro al mese avrebbero trovato un assortimento quasi illimitato di film e serie. Si sono così precipitati a sottoscrivere il periodo di prova gratuita del servizio per scoprire che l'offerta era limitata e comunque ben più limitata di quella presente in servizi concorrenti ma dotati di minor forza di brand. "Netflix a été victime d'un fantasme qui a duré jusqu'à son lancement. Et puis on s'est aperçu que c'était banal" ("Netflix è stato vittima del suo stesso fantasma che ha avuto effetto fino al giorno del suo lancio. Poi tutti si sono accorti che non era nulla di così speciale"), ha dichiarato a Le Figaro un operatore SVoD francese. L'offerta di Netflix in Francia è dunque ancora limitata con meno di 1.700 titoli in catalogo a febbraio 2015, mentre alla stessa data il catalogo Usa ne offriva circa 8.500. Secondo alcune fonti a marzo del 2015, cioè a sei mesi dal lancio, Netflix avrebbe raggiunto in Francia i 500mila abbonati, tuttavia ancora lontani da quelli di Canal-Play che a dicembre 2014 dichiarava 600mila utenti paganti. Secondo altre fonti, alla partenza, in soli 15 giorni, Netflix avrebbe segnato 100mila abbonati ma avrebbe poi raggiunto i 200mila a gennaio 2014 e cioè quattro mesi dopo. In Italia sta per determinarsi una situazione molto simile. La stragrande maggioranza di coloro che sanno dell'arrivo di Netflix sono convinti che stia per arrivare una sorta di tivù via Internet che offre "tutto a pochi euro" al mese. Una sorta di cornucopia video televisiva. Invece, per forza di cose la library di Netflix sarà quella di un servizio SVoD che arriva sul mercato dopo altri, e che dovrà lottare per la conquista dei diritti migliori. Netflix farebbe forse meglio a cambiare strategia di comunicazione per evitare un forte effetto di rimbalzo: grande corsa alla prima sottoscrizione gratuita, delusione e poche conferme dell'abbonamento. Questo è un rischio concreto. (* direttore e-Media Institute)
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