sabato 21 aprile 2018
NEWS - Ultima ora! Allison Mack di "Smallville" arrestata per aver fatto parte della setta sessuale di Keith Raniere e aver sottomesso donne allo stato di schiavitù
Allison Mack has been arrested for her role in alleged sex slave cult Nxivm. The 35-year-old Smallville actress will appear in Brooklyn federal court on Friday (April 20), Page Six reports.
She was last seen chasing after the cult’s leader Keith Raniere when police officers located him at the villa in Mexico where they had been hiding. Keith, who reportedly blackmailed women into becoming slaves and branded his initials into them, was taken into custody for sex trafficking and forced labor and brought back to the U.S. last month. Allison was recruited to Nxivm by her Smallville co-star Kristin Kreuk. Kristin ended up leaving, but Allison allegedly became Keith‘s second-in-command. According to Keith’s criminal complaint, Allison was his direct “slave” and had a sexual relationship with him, and she also acted as a “master” to other slaves. She allegedly ordered the slaves to have sex with Keith and to pose naked for photos.
Leggi anche QUI altri dettagli sulla setta.
venerdì 20 aprile 2018
NEWS - Netflix, l'ultimo trimestre è da record! Ricavi aumentati del 40% nonostante il flusso di cassa negativo e gli investimenti futuri di 8 miliardi di dollari in produzioni originali
Articolo tratto da "Italia Oggi"
Al momento il modello Netflix non solo regge ma pigia anche sull'acceleratore: il primo trimestre si chiude con risultati complessivamente oltre le previsioni del mercato. I ricavi aumentano del 40% sui 3,7 miliardi di dollari (pari a 3 miliardi di euro), spinti dalla crescita degli utenti e dal ritocco all'insù dei prezzi degli abbonamenti a fine 2017. In tutto il servizio streaming di tv on demand guidato da Reed Hastings ha attirato 7,4 milioni di nuovi utenti (+43% anno su anno), mentre 6,35 milioni erano quelli attesi. Precisamente dei 7,42 milioni 1,96 milioni arrivano dal mercato domestico degli Stati Uniti, i restanti 5,46 milioni da tutti gli altri mercati. Le precedenti proiezioni si fermavano sugli 1,45 milioni negli Usa, sui 4,9 milioni all'estero. Quindi la crescita oltre le previsioni è stata confermata su entrambi i fronti, nonostante i rialzi delle tariffe che portano il business a stelle e strisce a valere 1,82 miliardi di dollari (1,5 miliardi di euro) con un prezzo medio intorno agli 11 dollari (8,9 euro) e il giro d'affari nel resto del mondo (Italia compresa) a quota 1,78 miliardi (1,4 miliardi di euro) un'offerta sui 7,3 euro (nella Penisola a partire da 8 euro). Scendendo infine lungo il conto economico al 31 marzo scorso, Netflix è riuscita a migliorare il risultato operativo che è salito sui 446,6 milioni di dollari (361,5 milioni di euro) dai precedenti 257 milioni (208 milioni di euro). L'utile netto supera le attese (282 mln di dollari) e oltrepassa la soglia dei 290 milioni di dollari (quasi 235 milioni di euro), rispetto ai 178,2 milioni al 31 marzo 2017 (oltre 144 milioni di euro). Di contro, il free cash flow (flusso di cassa) è negativo per 286,5 milioni di euro (231,9 milioni di euro), era negativo per 2 miliardi di dollari (1,6 miliardi di euro) già a fine 2017 e si stima sarà pari a -3/-4 miliardi nel 2019 (-2,4/-3,2 miliardi di euro). Infatti i debiti a lungo termine hanno superato i 6,5 miliardi di dollari, pari a meno di 3,4 miliardi di dollari un anno prima (rispettivamente 5,3 e 2,7 con miliardi di euro). Eppure gli analisti non sembrano preoccupati dal fatto che il servizio streaming non riesca a finanziarsi con la vendita dei propri film e serie tv. Anzi, come ammesso dalla stessa Netflix, le attese sono per un flusso di cassa che rimarrà negativo ancora «per molti anni». In parallelo, ha ancora ampi margini di crescita sul fronte dei sottoscrittori (fino a 300 milioni globali prima che il mercato sia saturo dagli attuali 125 mln, stando ad alcuni studi di mercato). E anche sul fronte dei prezzi ci sono margini di rialzo. A conferma, ieri, il titolo è salito fino al +7,9% dopo la pubblicazione dei risultati nel primo trimestre. Hastings sa bene, però, che per aumentare i prezzi e non perdere pubblico occorre investire sul valore percepito dai sottoscrittori. Ecco perché ha deciso di spendere oltre 8 miliardi di dollari (6,5 miliardi di euro) in produzioni originali, di cui una quota crescente per i nonanglofoni e in particolare per gli ispanici. Altrettanto sta ingaggiando i principali sceneggiatori, tra cui Shonda Rhimes (Grey's Anatomy) e Ryan Murphy (Nip/Tuck e American Crime Story). Importanti saranno poi gli investimenti in tecnologia per migliorare la visione dei film. Per quanto riguarda i nuovi utenti, infine, Netflix non li andrà a prendere da sola o solo grazie a partnership con nuovi alleati come Sky, ma persino attraverso alleanze con i suoi ex competitor diretti come Comcast (con T Mobile e Altice le intese sono già state formalizzate). Così facendo possono essere al rialzo pure le previsioni per il secondo trimestre 2018: fatturato da 4 miliardi di dollari, 6,2 milioni di nuovi utenti (1,2 mln Usa + 5 mln mondiali) e un utile da 358 milioni di dollari. Un'ultima battuta Hastings la riserva agli organizzatori del Festival di Cannes, che hanno varato nuove regole per cui i fim non possono uscire prima online e poi nei cinema. Semplice la risposta di Netflix: «ci dispiace, promuoveremo le nostre produzioni in altri festival».
Articolo tratto da "Italia Oggi"
Al momento il modello Netflix non solo regge ma pigia anche sull'acceleratore: il primo trimestre si chiude con risultati complessivamente oltre le previsioni del mercato. I ricavi aumentano del 40% sui 3,7 miliardi di dollari (pari a 3 miliardi di euro), spinti dalla crescita degli utenti e dal ritocco all'insù dei prezzi degli abbonamenti a fine 2017. In tutto il servizio streaming di tv on demand guidato da Reed Hastings ha attirato 7,4 milioni di nuovi utenti (+43% anno su anno), mentre 6,35 milioni erano quelli attesi. Precisamente dei 7,42 milioni 1,96 milioni arrivano dal mercato domestico degli Stati Uniti, i restanti 5,46 milioni da tutti gli altri mercati. Le precedenti proiezioni si fermavano sugli 1,45 milioni negli Usa, sui 4,9 milioni all'estero. Quindi la crescita oltre le previsioni è stata confermata su entrambi i fronti, nonostante i rialzi delle tariffe che portano il business a stelle e strisce a valere 1,82 miliardi di dollari (1,5 miliardi di euro) con un prezzo medio intorno agli 11 dollari (8,9 euro) e il giro d'affari nel resto del mondo (Italia compresa) a quota 1,78 miliardi (1,4 miliardi di euro) un'offerta sui 7,3 euro (nella Penisola a partire da 8 euro). Scendendo infine lungo il conto economico al 31 marzo scorso, Netflix è riuscita a migliorare il risultato operativo che è salito sui 446,6 milioni di dollari (361,5 milioni di euro) dai precedenti 257 milioni (208 milioni di euro). L'utile netto supera le attese (282 mln di dollari) e oltrepassa la soglia dei 290 milioni di dollari (quasi 235 milioni di euro), rispetto ai 178,2 milioni al 31 marzo 2017 (oltre 144 milioni di euro). Di contro, il free cash flow (flusso di cassa) è negativo per 286,5 milioni di euro (231,9 milioni di euro), era negativo per 2 miliardi di dollari (1,6 miliardi di euro) già a fine 2017 e si stima sarà pari a -3/-4 miliardi nel 2019 (-2,4/-3,2 miliardi di euro). Infatti i debiti a lungo termine hanno superato i 6,5 miliardi di dollari, pari a meno di 3,4 miliardi di dollari un anno prima (rispettivamente 5,3 e 2,7 con miliardi di euro). Eppure gli analisti non sembrano preoccupati dal fatto che il servizio streaming non riesca a finanziarsi con la vendita dei propri film e serie tv. Anzi, come ammesso dalla stessa Netflix, le attese sono per un flusso di cassa che rimarrà negativo ancora «per molti anni». In parallelo, ha ancora ampi margini di crescita sul fronte dei sottoscrittori (fino a 300 milioni globali prima che il mercato sia saturo dagli attuali 125 mln, stando ad alcuni studi di mercato). E anche sul fronte dei prezzi ci sono margini di rialzo. A conferma, ieri, il titolo è salito fino al +7,9% dopo la pubblicazione dei risultati nel primo trimestre. Hastings sa bene, però, che per aumentare i prezzi e non perdere pubblico occorre investire sul valore percepito dai sottoscrittori. Ecco perché ha deciso di spendere oltre 8 miliardi di dollari (6,5 miliardi di euro) in produzioni originali, di cui una quota crescente per i nonanglofoni e in particolare per gli ispanici. Altrettanto sta ingaggiando i principali sceneggiatori, tra cui Shonda Rhimes (Grey's Anatomy) e Ryan Murphy (Nip/Tuck e American Crime Story). Importanti saranno poi gli investimenti in tecnologia per migliorare la visione dei film. Per quanto riguarda i nuovi utenti, infine, Netflix non li andrà a prendere da sola o solo grazie a partnership con nuovi alleati come Sky, ma persino attraverso alleanze con i suoi ex competitor diretti come Comcast (con T Mobile e Altice le intese sono già state formalizzate). Così facendo possono essere al rialzo pure le previsioni per il secondo trimestre 2018: fatturato da 4 miliardi di dollari, 6,2 milioni di nuovi utenti (1,2 mln Usa + 5 mln mondiali) e un utile da 358 milioni di dollari. Un'ultima battuta Hastings la riserva agli organizzatori del Festival di Cannes, che hanno varato nuove regole per cui i fim non possono uscire prima online e poi nei cinema. Semplice la risposta di Netflix: «ci dispiace, promuoveremo le nostre produzioni in altri festival».
giovedì 19 aprile 2018
ANTEPRIMA - Patrick Dempsey sarà nel cast del ritorno de #LaDottoressaGiò con Barbara D'Urso. Inizio riprese a luglio.
— AccademiaTelefilm (@AcademyTelefilm) 19 aprile 2018
PREVIEW - @PatrickDempsey will be on the comeback of Italian tv series #LaDottoressaGiò with @carmelitadurso. First shooting on July. pic.twitter.com/dmY0sbneHt
mercoledì 18 aprile 2018
Intervista tratta dal "Corriere della Sera"
Il viso è inconfondibilmente quello di Dexter, investigatore di giorno, serial killer di notte. O, per gli appassionati di The Crown, quello del presidente John F Kennedy. Se il piccolo schermo gli ha portato la fama, il teatro e il cinema gli hanno regalato la varietà, nonché l'ammirazione di registi come Sam Mendes, che lo scelse per un revival di Cabaret, o di un musicista come David Bowie, che poco prima di morire gli affidò il ruolo del protagonista, Thomas Newton, nel musical Lazarus. Michael C. Hall torna adesso con Safe, miniserie di Netflix in cui, racconta, interpreta «finalmente il ruolo di un uomo normale al quale succedono cose inquietanti, piuttosto che quello di un uomo inquietante alle prese con la vita normale». «Un sollievo — sottolinea l'attore, anche se l'eredità di Dexter non è particolarmente pesante —. Sono felice che sia piaciuto al pubblico». L'unico fastidio, ammette, è l'interesse su una possibile nuova serie — «per ora non è in cantiere, ma mai dire mai» — e ogni tanto il fatto che i traguardi di una carriera variegata siano eclissati dal successo di uno sceneggiato. «In genere è sempre il copione per me a fare la differenza, ma non ho preferenze. Teatro, cinema, tv, musical: mi piacciono tutti, anzi, spero di riuscire a continuare a passare da una cosa all'altra». Safe gli è capitato tra le mani mentre era a Londra per il musical Lazarus. «Ho fatto sapere al mio agente che non mi sarebbe dispiaciuto rimandare il rientro negli Usa», anche perché era il periodo delle elezioni presidenziali americane e il risultato non rendeva «il ritorno in patria particolarmente allettante». Detto fatto: Hall si è trovato alle prese con uno sceneggiato interpretato per la maggior parte da attori britannici e ambientato in una benestante comunità della campagna inglese. «Mi hanno colpito la tensione e il fatto che il mio personaggio, un chirurgo ancora con i sensi di colpa perla morte della moglie, all'improvviso viene catapultato in un nuovo inferno dalla misteriosa scomparsa di una figlia adolescente. Si sente incapace, non riesce a fare qualcosa di utile per ritrovarla». Gli ingredienti del thriller ci sono tutti e, a giudicare dai primi due episodi e dallo spessore del cast, Safe sarà presto il nuovo must di Netfiix, una piattaforma che, ammette Hall, sta cambiando il modo in cui consumiamo lo spettacolo. «Ammiro il fatto che non si attenga agli stereotipi e che non ci si occupi solo di un genere». Ha, ad esempio, guardato con ammirazione The Crown prima di arrivare a far parte del cast e apprezzato l'introduzione di un pezzo di storia a una nuova generazione ma è giusto dire, come ha fatto Helen Mirren, che l'avvento di Netflix sta distruggendo l'esperienza del cinema, che una volta era principalmente un'avventura di gruppo? «E vero che siamo sempre più legati agli schermi di computer e cellulare». L'importante, sottolinea, è imparare a gestire la tecnologia. Forse anche per via della grave malattia che lo ha colpito nel 2010 — il morbo di Hodgkin — oggi cerca un maggiore equilibrio tra lavoro e pause. «Sto diventando bravo a staccare la spina. Quando non lavoro porto il cane a passeggio, faccio sport e suono in una band di amici. Se il nostro mestiere è quello di emulare la vita normale è giusto ogni tanto riuscire anche a viverla».
NEWS - Clamoroso al Cibali! Spock risorge nella 2° stagione di "Star Trek: Discovery"
News tratta da "Uproxx"
The dream of a Quentin Tarantino-directed film is on hold for now, but Star Trek fans have something else to look forward to: Star Trek: Discovery season two. The inaugural 15-episode run ended on a stunning twist, and speaking of surprises, while recently speaking at the El Paso Comic Con, actor-director-bearded First Officer Jonathan Frakes announced some of the familiar names who will appear in the sophomore season of the CBS All Access series.
News tratta da "Uproxx"
The dream of a Quentin Tarantino-directed film is on hold for now, but Star Trek fans have something else to look forward to: Star Trek: Discovery season two. The inaugural 15-episode run ended on a stunning twist, and speaking of surprises, while recently speaking at the El Paso Comic Con, actor-director-bearded First Officer Jonathan Frakes announced some of the familiar names who will appear in the sophomore season of the CBS All Access series.
According to Justin Oser, the host of the Star Trek: The Next Generation show “Earl Grey” on Trek FM, Frakes confirmed that Anson Mount will appear in the second episode as Captain Christopher Pike and that the episode will include Spock. However, he did not confirm that it would be the adult Spock, who would be science officer aboard the Enterprise at the time Star Trek: Discovery takes place, but that a younger Spock would be featured in flashbacks along with his foster sister, Michael Burnham. (Via Comic Book)
Many young actors have donned the pointy Vulcan ears over the years, but the role of Spock is synonymous with two actors: Leonard Nimoy, who sadly passed away in 2015, and Zachary Quinto, who’s waiting for another film. But whoever the Discovery producers pick, he’d better have good dance moves.
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martedì 17 aprile 2018
L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
LA STAMPA
"Counterpart", il cult sci-fi sulla Guerra Fredda incredibilmente snobbato dall'Italia
"I russi e la guerra fredda tornano prepotentemente nel nostro immaginario. Questa volta tocca a Counterpart, serie tv creata da Justin Marks per il canale televisivo a pagamento americano Starz. La storia è una delle più originali degli ultimi anni. L'incipit è: nel 1987, prima ancora della caduta del muro di Berlino, gli scienziati della Germania dell'Est creano, non si sa come, non si sa perché, un'altra realtà. Un mondo uguale al nostro, una Terra 2, che vive un suo tempo e un suo presente e con cui si sono intrecciati rapporti di diplomazia e di spionaggio. Le Nazioni Unite hanno R una loro base e Howard Silk, interpretato dal Premio Oscar J. K. Simmons, è un impiegato che lavora in uno dei livelli più bassi. L'equilibrio tra i due mondi è fragile. E allora cominciano la caccia ai segreti e gli assassinii: Baldwin, faccia e voce di Sara Serraiocco, è una dei killer più gettonati. Di piani di lettura Counterpart ne offre tantissimi. A cominciare dai vari «se» che fanno la storia, per continuare con una guerra continua tra due realtà praticamente identiche (stesse città, stessi nomi; stesse anche persone: ci sono da una parte e dall'altra, e più di una volta, come nel caso di Howard, vengono in contatto). La Terra 2 si vuole vendicare della Terra 1, perché, quest'è la convinzione diffusa, ci sono loro, gli altri, i diversi, dietro un'epidemia che ha ucciso centinaia di milioni di persone. Nel corso di dieci episodi, viene raccontata una storia a metà, speculare, piena di intrighi e di risvolti quasi lynchiani. Qui in Italia Counterpart non ha ancora una distribuzione. Ed è incredibile visto che all'estero ha fatto il pienone di recensioni entusiaste e di pareri positivissimi. Nemmeno un mese fa, sono partite le riprese della seconda stagione. E già si vocifera di una terza. Tutto avviene a Berlino, in una sorta di eco perpetua. Azioni e reazioni, pro e contro; spionaggio e contro-spionaggio. Buoni contro presunti cattivi. Simmons, che interpreta sia un uomo medio che una spia eccellentissima, è straordinario. Tra i comprimari si fa notare la Serraiocco. Il suo personaggio ricorda una via di mezzo tra la Lisbeth Salander di Uomini che odiano le donne e la Evey di V per Vendetta. Counterpart è un thriller sci-fi ad alto tasso adrenalinico, che gioca con la suspense e con il rapporto contorto, complicato, tra domande e risposte. E un altro mondo, un'altra dimensione. E, allo stesso tempo, è la stessa realtà in cui viviamo noi: dove simili uccidono simili". (Gianmaria Tammaro)
LA STAMPA
"Counterpart", il cult sci-fi sulla Guerra Fredda incredibilmente snobbato dall'Italia
"I russi e la guerra fredda tornano prepotentemente nel nostro immaginario. Questa volta tocca a Counterpart, serie tv creata da Justin Marks per il canale televisivo a pagamento americano Starz. La storia è una delle più originali degli ultimi anni. L'incipit è: nel 1987, prima ancora della caduta del muro di Berlino, gli scienziati della Germania dell'Est creano, non si sa come, non si sa perché, un'altra realtà. Un mondo uguale al nostro, una Terra 2, che vive un suo tempo e un suo presente e con cui si sono intrecciati rapporti di diplomazia e di spionaggio. Le Nazioni Unite hanno R una loro base e Howard Silk, interpretato dal Premio Oscar J. K. Simmons, è un impiegato che lavora in uno dei livelli più bassi. L'equilibrio tra i due mondi è fragile. E allora cominciano la caccia ai segreti e gli assassinii: Baldwin, faccia e voce di Sara Serraiocco, è una dei killer più gettonati. Di piani di lettura Counterpart ne offre tantissimi. A cominciare dai vari «se» che fanno la storia, per continuare con una guerra continua tra due realtà praticamente identiche (stesse città, stessi nomi; stesse anche persone: ci sono da una parte e dall'altra, e più di una volta, come nel caso di Howard, vengono in contatto). La Terra 2 si vuole vendicare della Terra 1, perché, quest'è la convinzione diffusa, ci sono loro, gli altri, i diversi, dietro un'epidemia che ha ucciso centinaia di milioni di persone. Nel corso di dieci episodi, viene raccontata una storia a metà, speculare, piena di intrighi e di risvolti quasi lynchiani. Qui in Italia Counterpart non ha ancora una distribuzione. Ed è incredibile visto che all'estero ha fatto il pienone di recensioni entusiaste e di pareri positivissimi. Nemmeno un mese fa, sono partite le riprese della seconda stagione. E già si vocifera di una terza. Tutto avviene a Berlino, in una sorta di eco perpetua. Azioni e reazioni, pro e contro; spionaggio e contro-spionaggio. Buoni contro presunti cattivi. Simmons, che interpreta sia un uomo medio che una spia eccellentissima, è straordinario. Tra i comprimari si fa notare la Serraiocco. Il suo personaggio ricorda una via di mezzo tra la Lisbeth Salander di Uomini che odiano le donne e la Evey di V per Vendetta. Counterpart è un thriller sci-fi ad alto tasso adrenalinico, che gioca con la suspense e con il rapporto contorto, complicato, tra domande e risposte. E un altro mondo, un'altra dimensione. E, allo stesso tempo, è la stessa realtà in cui viviamo noi: dove simili uccidono simili". (Gianmaria Tammaro)
lunedì 16 aprile 2018
NEWS - Vampir-Ian per sempre! Somerhalder ancora coi canini affilati per la nuova serie di Netflix "V-Wars"
Ian Somerhalder is headed back to the Vampire world! The 39-year-old actor has signed on to star in the vampire drama V-Wars, which is based on the book by the same name. The 10-episode series will stream on Netflix. THR writes the show will revolve around “Dr. Luther Swann (Somerhalder), who enters a world of horror when a mysterious disease transforms his best friend, Michael Fayne, into a murderous predator who feeds on other humans.” Ian is no stranger to the Vampire world, having starred on The CW’s The Vampire Diaries.
SGUARDO FETISH - Carta canta! Escono i tarocchi dei telefilm, dall'"appeso" Dexter alla "luna" di "Twin Peaks"...
Articolo tratto da "La Stampa"
La papessa? «Vita da strega». Il carro? «La casa nella prateria». La morte? «Dead Like me». L'appeso? «Dexter» Il bagatto? «The mentalist». La luna? «Twin Peaks». I tarocchi più nuovi (e già prenotati on line da centinaia di Netflixdipendenti) sono quelli in grado di fornire una doppia lettura, quella del futuro e quella della favola moderna che ci inchioda per un weekend davanti allo schermo: gli arcani delle serie-tv. Ben disegnati e omologati dai professionisti dell'arte divinatoria, garantiti quindi per la lettura del futuro. Ad inventarli uno scrittore e sceneggiatore torinese, con il pallino della fantasy, il quarantacinquenne Gero Giglio che dopo aver pubblicato sei romanzi ora scrive film fra l'Italia e l'America. Editi da Scarabeo, leader mondiale nel settore delle carte da gioco, i tarocchi dedicati alle fiction saranno in vendita fra circa un mese. Disegnati cosi da piacere a un pubblico di tutte le età, sul loro retro (nero come uno schermo) campeggia la «spinning wheel» la ruotina che precede l'atteso «play» della serie tv preferita. Niente come i tarocchi sono stati raccontati con tutte le sfumature delle mode del momento. L'ultima mostra allestita a Torino, al Museo Ettore Fico ne è stata la prova: i bastoni, le spade, le coppe e i denari si baloccavano con Diabolik, David Bowie o Hugo Pratt, dimostrando che non c'è briciola dello scibile umano che non sia stato tentato dalla fiaba dei tarocchi. Le immagini psicologiche per definizione, come le aveva definite Carl Gustav Jung, funzionano da archetipi dell'inconscio collettivo che hanno sedotto da Renato Guttuso a Italo Calvino, e da Emanuele Luzzati a Gero Giglio «serie-tv-addicted» che insiste su un'affinità profonda tra queste e gli arcani, tale da meritare un mazzo che ne celebri il matrimonio: «I tarocchi e le fiction sono due metodi narrativi complementari - spiega - soprattutto se si guarda alla narrativa anglosassone che si basa sul viaggio dell'eroe». Nel mazzo, carte positive, medie e negative, come nei tarocchi tradizionali, abbinate a serie tv storiche: dal primo episodio di «Twin Peaks» a oggi, accostando la faccia Fonzie a quella Merlin (la spada nella roccia rappresenta l'asso di spade), passando per «Black Mirror», «Miami Vice» e «Battlestar Galactica» che è la carta preferita dall'ideatore del mazzo «quella che mi porterei su un'isola deserta». Il metodo usato da Giglio è stato scientifico: «Ho preso un arcano alla volta e, basandomi sul suo significato tradizionale, ho pensato alla serie tv che più gli corrispondesse» (un pò alla cazzo: n.d.r.). Il mazzo, però, che contiene le 78 carte regolamentari inserisce anche nuove simbologie, «il cui significato potrà essere più o meno criptico: ma proprio come i tarocchi illustrano il grande percorso dell'esistenza, ognuna di queste fiction mostra diversi aspetti di questo cammino: sarà poi un bel viaggio nella memoria riconoscere una serie del passato aggiungendo un gioco in più alla divinazione classica». Ed ecco che secondo uno degli autori di Camera Cafè (Giglio ha curato parecchi programmi di successo) l'unione fra esoterismo e racconto a puntate non ha nulla di blasfemo e molte affinità. «Creare questo mazzo di tarocchi è diventata un'urgenza - confessa - durante la visione, per la decima volta, proprio del primo episodio di Twin Peaks, serie tv che a mio modesto parere ha dato il via alla terza era d'oro della medesima. È n che mi so- no detto quanto sarebbe stato bello trasformare queste forme di narrazione pop in qualcosa di iniziatico». Lo dice mentre apre il mazzo a caso ed esce la carta di «Battlestar Galactica». «Vede? Mi segue sempre».
Articolo tratto da "La Stampa"
La papessa? «Vita da strega». Il carro? «La casa nella prateria». La morte? «Dead Like me». L'appeso? «Dexter» Il bagatto? «The mentalist». La luna? «Twin Peaks». I tarocchi più nuovi (e già prenotati on line da centinaia di Netflixdipendenti) sono quelli in grado di fornire una doppia lettura, quella del futuro e quella della favola moderna che ci inchioda per un weekend davanti allo schermo: gli arcani delle serie-tv. Ben disegnati e omologati dai professionisti dell'arte divinatoria, garantiti quindi per la lettura del futuro. Ad inventarli uno scrittore e sceneggiatore torinese, con il pallino della fantasy, il quarantacinquenne Gero Giglio che dopo aver pubblicato sei romanzi ora scrive film fra l'Italia e l'America. Editi da Scarabeo, leader mondiale nel settore delle carte da gioco, i tarocchi dedicati alle fiction saranno in vendita fra circa un mese. Disegnati cosi da piacere a un pubblico di tutte le età, sul loro retro (nero come uno schermo) campeggia la «spinning wheel» la ruotina che precede l'atteso «play» della serie tv preferita. Niente come i tarocchi sono stati raccontati con tutte le sfumature delle mode del momento. L'ultima mostra allestita a Torino, al Museo Ettore Fico ne è stata la prova: i bastoni, le spade, le coppe e i denari si baloccavano con Diabolik, David Bowie o Hugo Pratt, dimostrando che non c'è briciola dello scibile umano che non sia stato tentato dalla fiaba dei tarocchi. Le immagini psicologiche per definizione, come le aveva definite Carl Gustav Jung, funzionano da archetipi dell'inconscio collettivo che hanno sedotto da Renato Guttuso a Italo Calvino, e da Emanuele Luzzati a Gero Giglio «serie-tv-addicted» che insiste su un'affinità profonda tra queste e gli arcani, tale da meritare un mazzo che ne celebri il matrimonio: «I tarocchi e le fiction sono due metodi narrativi complementari - spiega - soprattutto se si guarda alla narrativa anglosassone che si basa sul viaggio dell'eroe». Nel mazzo, carte positive, medie e negative, come nei tarocchi tradizionali, abbinate a serie tv storiche: dal primo episodio di «Twin Peaks» a oggi, accostando la faccia Fonzie a quella Merlin (la spada nella roccia rappresenta l'asso di spade), passando per «Black Mirror», «Miami Vice» e «Battlestar Galactica» che è la carta preferita dall'ideatore del mazzo «quella che mi porterei su un'isola deserta». Il metodo usato da Giglio è stato scientifico: «Ho preso un arcano alla volta e, basandomi sul suo significato tradizionale, ho pensato alla serie tv che più gli corrispondesse» (un pò alla cazzo: n.d.r.). Il mazzo, però, che contiene le 78 carte regolamentari inserisce anche nuove simbologie, «il cui significato potrà essere più o meno criptico: ma proprio come i tarocchi illustrano il grande percorso dell'esistenza, ognuna di queste fiction mostra diversi aspetti di questo cammino: sarà poi un bel viaggio nella memoria riconoscere una serie del passato aggiungendo un gioco in più alla divinazione classica». Ed ecco che secondo uno degli autori di Camera Cafè (Giglio ha curato parecchi programmi di successo) l'unione fra esoterismo e racconto a puntate non ha nulla di blasfemo e molte affinità. «Creare questo mazzo di tarocchi è diventata un'urgenza - confessa - durante la visione, per la decima volta, proprio del primo episodio di Twin Peaks, serie tv che a mio modesto parere ha dato il via alla terza era d'oro della medesima. È n che mi so- no detto quanto sarebbe stato bello trasformare queste forme di narrazione pop in qualcosa di iniziatico». Lo dice mentre apre il mazzo a caso ed esce la carta di «Battlestar Galactica». «Vede? Mi segue sempre».
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