giovedì 7 giugno 2018
Dal 4 giugno gli abbonati alla offerta satellitare di Sky trovano molte novità nella numerazione dei loro canali. Arrivano, infatti, i quattro canali di serie tv di Mediaset Premium, che vanno quindi ad aggiungersi ai cinque canali Premium di cinema già presenti da alcune settimane nell'offerta Sky cinema. Alla posizione 118 sbarcherà Premium Crime, al 122 Premium Stories, al 123 Joi e al 125 Premium Action. La novità dei canali Premium ha dato ai manager di Sky guidati dall'amministratore delegato Andrea Zappia l'occasione per un ripensamento generale delle numerazioni dal 118 in poi: Crime+Investigation, che al momento è al 118, slitterà al 119, al posto di Blaze che invece scivola al 124, sostituendo Comedy Central che arretra al 128, spingendo Fox Comedy al 137. Come si vede, si determinano notevoli effetti a catena, con editori felici e altri un po' più scontenti. Al 129, dal prossimo 4 giugno, ecco Comedy central +1, che va a occupare la posizione di Lei, facendolo slittare al 138. Perciò il canale di Rcs, che insieme all'altro canale Dove di Rizzoli dovrebbe uscire definitivamente dal bouquet di Sky, per ora rimane nella offerta pay satellitare. Al 130 ci sarà Mtv, al posto di Lei+1. Ed Mtv libererà la posizione 133, dove sarà promosso Man-ga, che adesso invece è al 149. Infine, Laeffe avanzerà al 135 (ora è al 139) e Classica al 136 (dal 138). Chiara la posizione di Sky in tema di piattaforma disponibile per altri editori: i canali televisivi devono essere in esclusiva Sky (un po' come fanno, ad esempio, Fox, V acom o Feltrinelli) e, ovviamente, editorialmente interessanti per poter ambire a posizioni privilegiate e a remunerazioni annue milionarie. Altrimenti, la piattaforma è disponibile sì, ma senza la possibilità per gli editori di ottenere fee da Sky. O, in alcuni casi, come piuttosto spesso accaduto negli ultimi anni, non è più disponibile. Nuove rivoluzioni ci saranno verso la fine del 2018, quando nel bouquet di Sky torneranno pure Rete 4 al 104, Canale 5 al 105 e Italia Uno al 106. Posizioni attualmente occupate da Rai 4, Sky Uno e Sky Sport Mix.
lunedì 12 febbraio 2018
News tratta da "L'Economia" del "Corriere della Sera"
Li chiamano i Liz Taylor e Richard Burton del mondo dei media. Come i due famosi divi hollywoodiani, sposati due volte e divorziati altrettante, Cbs e Viacom stanno infatti trattando il loro secondo matrimonio dopo quello finito con la separazione del 2006. A far tornare insieme il gruppo Cbs, che controlla la rete tv più popolare in America e quello che possiede gli studios Paramount è la nuova realtà del mercato dell'intrattenimento. Dove stanno andando in porto le mega fusioni fra la telecom ATeT e Time Warner e fra Disney e Fox, mentre si fanno avanti i giganti tecnologici che producono e distribuiscono contenuti video, da Amazon a YouTube (Alphabet), da Netflix a Facebook ed Apple. «Adesso dobbiamo competere contro società-mostro — ha detto Leslie Moonves, amministratore delegato (ceo) di Cbs —. Disney è grande sei volte noi Comcast anche. Il valore di Borsa di Netflix è enorme». La capitalizzazione a Wall Street di quest'ultima società infatti è di oltre 115 miliardi di dollari con un fatturato di soli u,7, contro la capitalizzazione di 2o,6 miliardi di Cbs e quella di 13 miliardi di Viacom, nonostante i due «promessi sposi» fatturino di più, cioè oltre 13 miliardi. Wall Street, in altre parole, scommette sul futuro delle piattaforme online e i marchi storici del piccolo e grande schermo si devono adeguare.
Non c'è problema invece per le sinergie, perché gran parte delle attività di Cbs e Viacom non si sovrappongono ma sono anzi complementari. Sul fronte televisivo, Cbs è leader sul mercato americano in termini di spettatori ed è anche all'avanguardia nei servizi di streaming: quelli indipendenti dei programmi di Cbs e del canale premium Showtime hanno oltre 4 milioni di abbonati, più della metà dell'obbiettivo di 8 milioni previsto dai manager entro il 2020. Viacom è più indietro sullo streaming e quindi non può che imparare dall'esperienza di Cbs; però ha anche una divisione Paramount television che produce contenuti tv di successo, come la serie Tredici trasmessa da Netflix. Per quanto riguarda il cinema, Paramount è reduce da un anno magro di incassi e arriva alla notte degli Oscar senza nemmeno una candidatura. Dallo scorso aprile ha un nuovo responsabile, l'ex Fox Jim Gianopulos, che ha promesso il rilancio ma i risultati devono ancora materializzarsi. Anche Cbs ha una divisione film, lanciata nel 2007, che ha prodotto alcuni titoli apprezzati dalla critica, come A proposito di Davis (2013) dei fratelli Joel ed Ethan Cohen. Una prima tomata di discussione fra Cbs e Viacom per fondersi c'era stata nel 2 16, naufragata per il disaccordo su come valutare le due società. Ma dal dicembre di quell'anno le loro quotazioni sono calate rispettivamente del 15 e del 596 contro un rialzo del 20% dell'indice SePSoo delle azioni Usa. Così gli investitori premono per le nozze riparatrici.
venerdì 12 gennaio 2018
SONDAGGIO "QUAL E' LA MIGLIORE RETE/PIATTAFORMA DI SERIE TV DEL 2017"? - FINALISSIMA— AccademiaTelefilm (@AcademyTelefilm) 4 gennaio 2018
Vota anche qui: https://t.co/VLVA8UR4xj@NetflixIT @SkyAtlanticHD
sabato 7 ottobre 2017
In Italia, con tutti i problemi che ci sono, c’è chi ha pensato per 3 anni a una legge per limitare le #serietv americane. Davvero! (Ritwitta e fai sapere)https://t.co/7tae3EJHxH @LeoDamerini @dariofrance
— AccademiaTelefilm (@AcademyTelefilm) 6 ottobre 2017
mercoledì 4 ottobre 2017
Ricapitoliamo riforma tv #Franceschini.
— Lou Grant (@GrantLou) 3 ottobre 2017
1) 60% di titoli italiani/europei in tv stronca #serietv Usa e mette in ginocchio @NetflixIT, @SkyAtlanticHD, @foxtvit e #Italia1.
2) ma il #PD non era quello dello #IusSoli e dei direttori stranieri nei musei?https://t.co/DpTJiYXRQJ
martedì 3 ottobre 2017
ULTIMA ORA!
— AccademiaTelefilm (@AcademyTelefilm) 3 ottobre 2017
Il decreto #Franceschini che inibisce le #serietv Usa in Italia esteso anche a @Netflix, @PrimeVideoIT e on demand in genere. https://t.co/7tae3EJHxH
lunedì 2 ottobre 2017
ULTIMA ORA!
— AccademiaTelefilm (@AcademyTelefilm) 2 ottobre 2017
Il Consiglio dei Ministri ha dato via libera al decreto #Franceschini che inibisce le #serietv americane dalle TV italiane.https://t.co/7tae3EJHxH
Sei d'accordo con la proposta di legge di Franceschini che limiterebbe le #serietv americane nei palinsesti italiani?https://t.co/B3URoJtuHc @LeoDamerini @dariofrance
— AccademiaTelefilm (@AcademyTelefilm) 29 settembre 2017
mercoledì 30 marzo 2016
Articolo tratto da "Variety"
After MTV launched in 1981, a hot ad campaign prompted thousands of young viewers to shout its slogan: I want my MTV!” In recent times, it seems, that phrase has not been on as many lips.
With MTV suffering the defection of viewers who consume video entertainment in new ways, such as on tablets, that aren’t always counted in Nielsen tallies, the network’s owner, Viacom, is preparing to unveil a broad overhaul in coming weeks, said Philippe Dauman, the company’s executive chairman and chief executive, in an interview.
Executives will debut “a more significant re-imagining of the brand,” said Dauman, when hosting . “I’m confident we are going to get there,” he said of plotting a revival of the network famous for everything from hosts known as VJs to the reality program “Jersey Shore.” Ad revenue at the network has been choppy in recent years, falling in both 2013 and 2014, according to data from market-research firm SNL Kagan.
Some steps have already been taken. Sean Atkins, an executive vice president of digital media and strategy at Discovery Communications, was named MTV’s president last year. In February, Viacom renamed Palladia, a digital-cable network devoted to live music and rechristened it “MTV Live” and said it would be devoted more closely to live music. And MTV has made little secret of its desire to revive MTV News, hiring staffers who can chronicle national politics and popular culture and place those reports online, on the network or on new vehicles like podcasts. Executives in coming weeks are expected to detail new plans to strengthen MTV’s connection to music and pop culture. “This next broadcast year is going to be a landmark for that brand,” Dauman said.
lunedì 7 luglio 2014
TV SETTE (inserto del "Corriere della Sera")
Super panel o super-pena? Il ritardo dell'Auditel nel monitorare gli appassionati di serie tv
"L'Auditel ha deciso di voltare pagina e di provare a fotografare meglio il comportamento reale degli italiani davanti alla tv. Basterà a farci finalmente vedere tutto il meglio delle serie, invece del solito vecchio menù delle grandi reti? La televisione italiana non è vecchia solo per il profilo del pubblico e per le proposte editoriali. Mentre la scena mondiale subisce l'ultima radicale trasformazione, con gli Stati Uniti che sono entrati già nell'epoca della "televisione dopo la televisione", grazie all'arrembante sfida dei servizi online guidata da Netflix, in Italia siamo ancora allo scontro mediale generalista arbitrato dall'Auditel. Invece di coltivare una propria identità precisa, quasi tutti i canali mirano al pubblico indifferenziato così come viene rappresentato dai cinquemila e 600 "meter" in funzione, ovvero dagli apparecchietti dell'Auditel che registrano il comportamento dei telespettatori. Ora finalmente, per le rilevazioni ufficiali dell'ascolto televisivo, si comincia a parlare almeno di "super-panel". E' stato infatti appena varato un congruo aumento del numero di famiglie e di spettatori campione da monitorare, ma nessuno conosce i tempi tecnici effettivi con cui verrano quasi triplicati i meter. L'Auditel parla di un anno, ma intanto per esempio Sky ha già annunciato di procedere a nuove rilevazioni in proprio da contrapporre a quelle del duopolio Mediaset-Rai che ancora domina il mercato. Di certo lo hanno capito anche i muri che le classifiche d'ascolto non sono più adeguate - se mai lo sono state - a un panorama dove ormai si contano quasi quattrocento canali televisivi. Come
campione di base, poi, sono davvero niente 5mila e 666 meter per indagare il comportamento d'ascolto di una popolazione di 57 milioni e rotti (tanti sono gli italiani sopra i 4 anni), che si trasforma in più di ventisette milioni di spettatori televisivi nel prime-time, senza considerare la quantità di persone che ormai seguono la tv e le serie tv attraverso i pc, gli smartphone e altri devices. In queste settimane possiamo finalmente vedere la mini-serie Top of the Lake che è valsa il Golden Globe all'attrice Elisabeth Moss, la bravissima Peggy coprotagonista di Mad Men, eppure nessuno in Italia è ancora riuscito a far vedere in santa pace ai telespettatori tutto Mad Men. La domanda da porsi oggi è se sarebbe bastato il super-panel Auditel per non veder mortificato, con la scusa dei bassi ascolti, dai programmatori di Sky e della Rai - per non dire di Mediaset e La 7 che l'hanno proprio ignorato - uno dei telefilm americani che più hanno segnato la moda degli ultimi anni. Gli esempi potrebbero continuare: Mtv è cresciuta negli ascolti da quando spinge sui trash-show, e di conseguenza ha abbandonato un gioiello come Girls. E' chiaro che occorre un salto di mentalità, bisogna saper pensare ai pubblici e non più al pubblico, e solo la Rai, che è così sotto tiro da parte del nuovo premier, può e deve cominciare la trasformazione editoriale verso la nuova tv. Non possiamo restare un altro anno in attesa del miracolo del super-panel". (Paolo Martini)
venerdì 24 settembre 2010

(ANSA) - ROMA - Da stasera arrivano su Mtv Italia Valemont e True Blood, due attese nuove serie tv, ambientate nel mondo dei vampiri. Si inizia dunque alle ore 22.00 con Valemont, la nuova frontiera delle serie tv, un mix tra Lost e Twilights. La serie, che in Italia ha debuttato ad agosto solo sul sito di Mtv, www.mtv.it/valemont, con 35 mini episodi di 2-3 minuti ciascuno, arriva dunque ora su Mtv Italia nella sua forma classica, ovvero con 5 episodi di 30 minuti ciascuno. Selezionato con sei nomination agli Atreamy Awards come Original Web Video, Valemont ha gia' riscosso un notevole successo di pubblico e critica in America tanto da essere definito da Variety come ''Uno dei migliori serial mai visti per scrittura e struttura drammatica, arrivanndo ad essere accostato a serie cult americane come The Bannen Way and The Guild.
True Blood, alle 22.30, non e' solo una serie di vampiri. Non e' solo una commedia romantica. Non e' solo un'avventura nel mondo del sovrannaturale. True Blood e' una grande storia sulle difficolta' di persone di estrazione culturale e sociale diversa a convivere in armonia. Come moderni e sovrannaturali Giulietta e Romeo, anche i due protagonisti di True Blood, Sookie e Bill, incontrano infatti molte difficolta' nel far accettare la loro storia d'amore, e le loro problematiche sono le stesse di quelle affrontate dai ragazzi di oggi quotidianamente. Una storia, dunque, quella di True Blood, che parte dai vampiri per mostrare poi tutte le contraddizioni proprie della societa' moderna.
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