L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
TV SETTE (inserto del "Corriere della Sera")
Super panel o super-pena? Il ritardo dell'Auditel nel monitorare gli appassionati di serie tv
"L'Auditel ha deciso di voltare pagina e di provare a fotografare meglio il comportamento reale degli italiani davanti alla tv. Basterà a farci finalmente vedere tutto il meglio delle serie, invece del solito vecchio menù delle grandi reti? La televisione italiana non è vecchia solo per il profilo del pubblico e per le proposte editoriali. Mentre la scena mondiale subisce l'ultima radicale trasformazione, con gli Stati Uniti che sono entrati già nell'epoca della "televisione dopo la televisione", grazie all'arrembante sfida dei servizi online guidata da Netflix, in Italia siamo ancora allo scontro mediale generalista arbitrato dall'Auditel. Invece di coltivare una propria identità precisa, quasi tutti i canali mirano al pubblico indifferenziato così come viene rappresentato dai cinquemila e 600 "meter" in funzione, ovvero dagli apparecchietti dell'Auditel che registrano il comportamento dei telespettatori. Ora finalmente, per le rilevazioni ufficiali dell'ascolto televisivo, si comincia a parlare almeno di "super-panel". E' stato infatti appena varato un congruo aumento del numero di famiglie e di spettatori campione da monitorare, ma nessuno conosce i tempi tecnici effettivi con cui verrano quasi triplicati i meter. L'Auditel parla di un anno, ma intanto per esempio Sky ha già annunciato di procedere a nuove rilevazioni in proprio da contrapporre a quelle del duopolio Mediaset-Rai che ancora domina il mercato. Di certo lo hanno capito anche i muri che le classifiche d'ascolto non sono più adeguate - se mai lo sono state - a un panorama dove ormai si contano quasi quattrocento canali televisivi. Come
campione di base, poi, sono davvero niente 5mila e 666 meter per indagare il comportamento d'ascolto di una popolazione di 57 milioni e rotti (tanti sono gli italiani sopra i 4 anni), che si trasforma in più di ventisette milioni di spettatori televisivi nel prime-time, senza considerare la quantità di persone che ormai seguono la tv e le serie tv attraverso i pc, gli smartphone e altri devices. In queste settimane possiamo finalmente vedere la mini-serie Top of the Lake che è valsa il Golden Globe all'attrice Elisabeth Moss, la bravissima Peggy coprotagonista di Mad Men, eppure nessuno in Italia è ancora riuscito a far vedere in santa pace ai telespettatori tutto Mad Men. La domanda da porsi oggi è se sarebbe bastato il super-panel Auditel per non veder mortificato, con la scusa dei bassi ascolti, dai programmatori di Sky e della Rai - per non dire di Mediaset e La 7 che l'hanno proprio ignorato - uno dei telefilm americani che più hanno segnato la moda degli ultimi anni. Gli esempi potrebbero continuare: Mtv è cresciuta negli ascolti da quando spinge sui trash-show, e di conseguenza ha abbandonato un gioiello come Girls. E' chiaro che occorre un salto di mentalità, bisogna saper pensare ai pubblici e non più al pubblico, e solo la Rai, che è così sotto tiro da parte del nuovo premier, può e deve cominciare la trasformazione editoriale verso la nuova tv. Non possiamo restare un altro anno in attesa del miracolo del super-panel". (Paolo Martini)
TV SETTE (inserto del "Corriere della Sera")
Super panel o super-pena? Il ritardo dell'Auditel nel monitorare gli appassionati di serie tv
"L'Auditel ha deciso di voltare pagina e di provare a fotografare meglio il comportamento reale degli italiani davanti alla tv. Basterà a farci finalmente vedere tutto il meglio delle serie, invece del solito vecchio menù delle grandi reti? La televisione italiana non è vecchia solo per il profilo del pubblico e per le proposte editoriali. Mentre la scena mondiale subisce l'ultima radicale trasformazione, con gli Stati Uniti che sono entrati già nell'epoca della "televisione dopo la televisione", grazie all'arrembante sfida dei servizi online guidata da Netflix, in Italia siamo ancora allo scontro mediale generalista arbitrato dall'Auditel. Invece di coltivare una propria identità precisa, quasi tutti i canali mirano al pubblico indifferenziato così come viene rappresentato dai cinquemila e 600 "meter" in funzione, ovvero dagli apparecchietti dell'Auditel che registrano il comportamento dei telespettatori. Ora finalmente, per le rilevazioni ufficiali dell'ascolto televisivo, si comincia a parlare almeno di "super-panel". E' stato infatti appena varato un congruo aumento del numero di famiglie e di spettatori campione da monitorare, ma nessuno conosce i tempi tecnici effettivi con cui verrano quasi triplicati i meter. L'Auditel parla di un anno, ma intanto per esempio Sky ha già annunciato di procedere a nuove rilevazioni in proprio da contrapporre a quelle del duopolio Mediaset-Rai che ancora domina il mercato. Di certo lo hanno capito anche i muri che le classifiche d'ascolto non sono più adeguate - se mai lo sono state - a un panorama dove ormai si contano quasi quattrocento canali televisivi. Come
campione di base, poi, sono davvero niente 5mila e 666 meter per indagare il comportamento d'ascolto di una popolazione di 57 milioni e rotti (tanti sono gli italiani sopra i 4 anni), che si trasforma in più di ventisette milioni di spettatori televisivi nel prime-time, senza considerare la quantità di persone che ormai seguono la tv e le serie tv attraverso i pc, gli smartphone e altri devices. In queste settimane possiamo finalmente vedere la mini-serie Top of the Lake che è valsa il Golden Globe all'attrice Elisabeth Moss, la bravissima Peggy coprotagonista di Mad Men, eppure nessuno in Italia è ancora riuscito a far vedere in santa pace ai telespettatori tutto Mad Men. La domanda da porsi oggi è se sarebbe bastato il super-panel Auditel per non veder mortificato, con la scusa dei bassi ascolti, dai programmatori di Sky e della Rai - per non dire di Mediaset e La 7 che l'hanno proprio ignorato - uno dei telefilm americani che più hanno segnato la moda degli ultimi anni. Gli esempi potrebbero continuare: Mtv è cresciuta negli ascolti da quando spinge sui trash-show, e di conseguenza ha abbandonato un gioiello come Girls. E' chiaro che occorre un salto di mentalità, bisogna saper pensare ai pubblici e non più al pubblico, e solo la Rai, che è così sotto tiro da parte del nuovo premier, può e deve cominciare la trasformazione editoriale verso la nuova tv. Non possiamo restare un altro anno in attesa del miracolo del super-panel". (Paolo Martini)
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