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mercoledì 30 settembre 2015


NEWS - Fiat Netflix! Dal 22 ottobre (non più dal 16) lo sbarco in Italia
(ANSA) - ROMA - Ai 63 milioni di abbonati in 50 paesi dal 22 ottobre si aggiungeranno anche gli spettatori italiani. E' ufficiale da oggi la data del lancio di Netflix, la piattaforma tv via internet che in pochi anni si e' fatta strategicamente largo in tutto il mondo facendo cambiare abitudini al pubblico, prima fra tutta quella di partecipare alle maratone di serie tv, con tutti gli episodi uno di seguito all'altro anziche' aspettare gli appuntamenti settimanali. Lo stesso giorno sara' presentata a Milano nel dettaglio l'offerta e il progetto che basa la propria forza su illimitati programmi da vedere via internet ovunque e in qualsiasi momento. Alcuni contenuti sono noti tra film, serie originali esclusive, documentari e altri programmi provenienti da ogni parte del mondo. L'attesa e' pero' anche sulle produzioni italiane di cui si parla da un po', ad esempio una serie su Mafia Capitale, ma non ancora annunciate. Riuscira' ad affermarsi in Italia, dove peraltro la copertura della banda larga non e' totale? La domanda e' lecita in un mercato, quello italiano, che e' sempre stato definito ristretto e dove finora e' soprattutto sul calcio che ci si e' divisi gli abbonati tra Sky e Mediaset (Premium). La risposta arriva da Netflix stesso che, nel momento in cui ha deciso di puntare sull'Italia, ''e' un'opportunita' - ha detto a luglio a Ischia Global Fest ai produttori mr. Netflix Ted Sarandos incontrandoli per la prima volta - siamo qui non per distruggere il sistema italiano ma per partecipare facendolo crescere e contribuendo alla produzione, il che significa lavoro per gli italiani. Aprire in Italia e' un atto di fiducia''. Gia' chiari i costi: un piano Base con una sessione di streaming alla volta e definizione standard a 7,99 euro al mese, un piano Standard con due sessioni di streaming contemporanee e alta definizione a 9,99 euro al mese e un piano Premium, che consentira' quattro sessioni di streaming alla volta e la visione in Ultra HD 4K a 11,99 euro. Primo mese di lancio gratis per tutti e la promessa iniziale di abbonarsi facilmente con un clic e altrettanto facilmente disdire. Si potra' accedere da Smart TV, tablet e smartphone, computer e da una serie di console per videogiochi e set-top box connessi a Internet, oltre che da Apple TV e Google Chromecast. Due le partnership gia' siglate: con Telecom Italia e con Vodafone. Netflix sara' disponibile anche tramite il set-top box TIMvision e i clienti della compagnia telefonica potranno pagare l'abbonamento Netflix tramite la bolletta TIM, mentre Vodafone offrira' diverse promozioni esclusive che includeranno abbonamenti Netflix con l'acquisto di servizi di fibra ottica o 4G. Vodafone consentira' inoltre agli utenti italiani di semplificare la registrazione e il pagamento dell'abbonamento Netflix, che potra' avvenire tramite il contratto. Ci saranno anche le carte regalo Netflix presso diversi rivenditori autorizzati, tra cui GameStop, Unieuro, MediaWorld, Esselunga, Mondadori ed Euronics. In lingua originale, con sottotitoli o doppiate in italiano, le serie originali di Netflix tra cui quelle con Marvel, Darevil e Jessica Jones (entro la fine dell'anno) e poi la miniserie The Defenders, che riunisce i personaggi delle quattro serie precedenti. E poi ancora le serie Sense8, Grace and Frankie, Unbreakable Kimmy Schmidt, Marco Polo e Narcos, i documentari Virunga e Mission Blue, docu-serie come Chef's Table. Alla prassi di acquisto di titoli da qualche tempo si e' affiancato anche il salto nella produzione: tra i titoli annunciati figurano Crouching Tiger, Hidden Dragon The Green Legend, Jadotville, The Ridiculous 6 e War Machine di Brad Pitt, mentre alla Mostra del cinema di Venezia ha debuttato con successo il primo film originale Beasts of No Nation, sui bambini soldato. Capitolo a parte le serie cult gia' in onda in Italia ossia House of Cards (Sky Atlantic) e Orange is the New Black (Mediaset Premium) che comunque Netflix sta cercando di riprendersi.

lunedì 28 settembre 2015

NEWS - Nel cuore di Netflix! Un salto nel maxi quartier generale dove vigono due parole d'ordine: "libertà e responsabilità". E non manca mai la Nutella...

Articolo di Deborah Ameri su "La Repubblica"
La fucina della tv che verrà si chiama The shu: una stanzetta insonorizzata, nascosta da una porta blindata. Qui si testano gli apparecchi televisivi che non sono ancora sul mercato, per verificarne la purezza del suono. Ce ne sono una trentina in attesa del proprio turno. Li vedremo nei negozi tra uno o due anni. Ma saranno ben diversi dal piccolo schermo come lo conosciamo oggi. Perché la rivoluzione inizia qui, al secondo piano di una palazzina color pastello nel centro della sonnacchiosa Los Gatos, cuore della Silicon Valley. È il quartiere generale di Netflix, gigante dello streaming online che, dopo essere sbarcato in 50 Paesi, arriva in Italia a ottobre. Ha cambiato così radicalmente il gusto dei teledipendenti che le smart tv di nuova generazione cominciano ad avere Netflix incorporato, con tasto dedicato sul telecomando. Ormai molti lo conoscono grazie alle due serie tv più famose: House of Cards e Orange is the new black (non a caso The shu prende il nome dalla cella di isolamento del telefilm). Sono però le uniche che non vedremo su Netflix. «Ma abbiamo molte altre serie originali a disposizione per gli italiani e stiamo negoziando con diverse compagnie di produzione perché vogliamo avere contenuti locali», rassicura Reed Hastings, il fondatore, che incontriamo nel gigantesco quartier generale dove si cambia il modo di guardare la tv. E da quest’anno non ci saranno solo più le serie gioiello (da Marco Polo, a Daredevil a Sense8) ma anche i film originali. Il primo, Beasts of no nation, già al Festival di Venezia, debutta sia nelle sale che online il 16 ottobre. E potrebbe essere proprio questa la data di lancio del servizio streaming in Italia. «Produrremo sempre più film, ci sentiamo abbastanza sicuri per affrontare il mondo del cinema », promette Hastings, che nel 1997, insieme a Marc Randolph, ha fondato quella che all’inizio era una compagnia che noleggiava dvd. Oggi Hastings è l’amministratore delegato di un gigante con oltre 65 milioni di abbonati nel mondo e una quotazione in borsa da 33 miliardi di dollari. Quest’anno il valore delle azioni è più che raddoppiato ma lui precisa: «Non abbiamo un grande profitto, perché lanciare il servizio in altri territori è molto costoso ». Lo incontriamo nella saletta Giungla d’asfalto, perché a Netflix ogni stanza e ufficio portano il titolo di un film o un telefilm. Le scrivanie sono alte, spesso si lavora in piedi. Una gigantesca lavagna invita gli impiegati a scrivere le proprie idee. Tutte vengono vagliate. Sui muri stampe giganti di scene da Breaking bad, Il Gladiatore, House of cards. «Qui lavorano soprattutto ingegneri, 1.400. Mentre nei nostri uffici di Beverly Hills siedono creativi e responsabili del marketing», spiega Marlee Tart, che ci guida in giro per la palazzina. Accanto a questa, altre due costruzioni, nuove di zecca, colonizzate da Netflix. Per girare tra gli uffici si usano piccole golf car. L’edificio è dotato di diverse cucinette con Nutella, frutti di bosco e distributori di popcorn e dove si servono colazione e pranzo. «Non la cena. È meglio andare a casa e stare con la propria famiglia », spiega Hastings. Che riassume la cosiddetta “ Netflix culture” con due parole: libertà e responsabilità. «Ognuno prende le ferie che vuole, non c’è un tetto. Desidero che i miei impiegati si impegnino non per ubbidire al loro capo, ma perché ci tengono. Io, poi, dò il buon esempio e prendo spesso vacanze. Sono appena tornato da Maiorca», sorride increspando l’abbronzatura. I rivali Berlusconi e Murdoch non sembrano impensierirlo: «Costiamo molto meno di Sky e Mediaset. La concorrenza non ci spaventa. So che Berlusconi e Murdoch si sono incontrati per parlare di Netflix, ma io non ho avuto contatti con loro», precisa. E la tv tradizionale, con palinsesti e pubblicità? «Tra vent’anni sarà morta. Sparirà come il telefono fisso. E tutto l’intrattenimento si trasferirà online».

lunedì 7 settembre 2015

NEWS - Netflix, lo sbarco in Italia il 16 ottobre!

Articolo tratto da "Corriere Economia"
"Entreremo in quattro case su dieci": ecco il piano di Netflix, il big della Web tv, presente in 50 Paesi e pronto allo sbarco in Italia nelle prossime settimane. Con 8 euro al mese farà concorrenza a Sky e Mediaset. Negli Stati Uniti ha già tolto 2 milioni di spettatori ai rivali. E da noi...Oltre 650 mila americani hanno «tagliato la corda» nella prima metà di quest anno. Hanno cioè disdetto il loro abbonamento alla tv a pagamento, che negli Stati Uniti è il mezzo più comune di accedere ai canali televisivi. Se si aggiunge il numero di nuovi nuclei famigliari che si sono formati nello stesso periodo e non si sono mai collegati, si arriva a due milioni di clienti persi per le aziende del settore, che comprendono le grandi tele-com come Verizon, gli operatori via cavo come Time Warner Cable e quelli via satellite come DirectTv. È un tracollo storico, senza precedenti, spinto dal nuovo modo di guardare film, telefilm e altri show a cui si è abituato il pubblico grazie ai servizi online di video: non più solo sul «vecchio» piccolo schermo negli orari prefissati, ma in ogni momento, in modo semplice e personalizzato, su qualsiasi apparecchio connesso a Internet, dalla smart tv al pc, dalla console di gioco allo smartphone e tablet. Il protagonista numero uno di questa rivoluzione, Netflix, sta per sbarcare in Italia e, visto il suo impatto sul mercato americano — dove il 36% delle case è abbonato al suo servizio —, si può immaginare quanto siano preoccupati i due principali operatori di tv a pagamento nostrani, Mediaset e Sky. «Non abbiamo ancora fissato il giorno preciso in cui lanceremo il nostro servizio per i clienti italiani», dice a Corriere Economia Joris Evers, il portavoce di Netflix per l'Europa, dal suo ufficio ad Amsterdam, l'unica città del Vecchio continente dove l'azienda americana è presente con i suoi uomini. La data potrebbe però essere il 16 ottobre, quando debutterà — contemporaneamente nelle sale cinematografiche Usa e online — il primo film originale prodotto da Netflix: Beast of no nation, presentato la settimana scorsa al Festival di Venezia, girato da Cary Fukunaga, lo stesso regista della prima stagione della fortunata serie tv True detective. «Siamo ottimisti, in Italia ora c'è più banda larga sui dispositivi mobili». La produzione in proprio di contenuti originali è la strategia per fidelizzare i propri abbonati che Netflix ha inaugurato quattro anni fa con la serie House of cards, il thriller politico con protagonista Kevin Spacey premiato nel 2013 dagli Emmy awards, gli Oscar della tv americana. Era la prima volta che una Internet tv otteneva un simile riconoscimento. E ha aperto la corsa alla creazione di show solo per il pubblico online in cui si sono lanciati anche Amazon.com, Yahoo! e Google (con YouTube). Paradossalmente proprio House of cards e l'altro programma popolare di Netflix, Orange is the new black, non saranno disponibili agli abbonati italiani, perché i loro diritti erano stati ceduti rispettivamente a Sky Atlantic (della NewsCorp di Rupert Murdoch) e a Mediaset (il gruppo di Silvio Berlusconi), sulle cui reti continueranno a essere trasmessi. «Il successo di queste due serie è per noi una pubblicità gratuita — sostiene Evers —, perché ha abituato gli italiani ad associare programmi tv di qualità al nostro marchio». Ma certo la mancanza di due titoli famosi nel catalogo Netflix non contribuisce all'appeal del servizio. In conpenso gli spettatori italiani potranno vedere — sia doppiati in italiano sia in lingua originale (con o senza sottotitoli), al prezzo probabile di 7,99 euro al mese — altre serie tv originali Netflix  come Marco Polo — girata in parte a Venezia con gli attori Lorenzo Richelmy e Pierfrancesco Favino, e Narcos (la storia del traffico di droga del cartello di Pablo Escobar), oltre a film e documentari come Chefs Table. «Siamo molto ottimisti sulla crescita dell'Internet tv in tutto il mondo, Italia compresa — dice Evers — Negli Usa dopo otto anni dal lancio siamo arrivati a una penetrazione del 30-40% nelle case e speriamo di avere la stessa traiettoria in Italia, dove adesso cè una buona disponibilità della banda larga (Internet veloce), anche attraverso gli apparecchi mobili». L'obbiettivo dichiarato da Reed Hastings, il fondatore e amministratore delegato di Netflix è raggiungere tutto il mondo entro il 2017. Al momento la società americana è operativa in 50 Paesi e ha 65 milioni di abbonati, la maggioranza (42 milioni) negli Usa. Dove il suo marchio è così famoso, che un americano su cinque pensa che rimpiazzerà del tutto i tradizionali servizi televisivi (secondo un recente sondaggio a cura delle società di ricerca iModerate e Luminoso). «La tv del futuro sarà un grande iPad con le app al posto dei canali», ha detto Hastings. Una visione che sembra sempre più vicina alla realtà e con cui i tradizionali operatori come Mediaset e Sky devono fare i conti.

giovedì 30 luglio 2015

NEWS - Fiat Netflix! In Italia si parte con "Daredevil", "Sense8", "Bloodline"...(doppiate o coi sottotitoli) 
Dal comunicato stampa Netflix
In occasione del lancio, l'offerta Netflix comprenderà le esclusive serie originali, tra cui Marvel's Daredevil, Sense8, Bloodline, Grace and Frankie, Unbreakable Kimmy Schmidt e Marco Polo, i famosi documentari Virunga, Mission Blue e Chef's Table, una speciale selezione distand-up comedy, oltre ad una sezione interamente dedicata ai più giovani. La programmazione si arricchirà continuamente, includendo anche i primi film originali Netflix, con titoli attesissimi quali Beasts of No Nation, Crouching Tiger, Hidden Dragon: The Green Legend, Jadotville e The Ridiculous 6. 
L’offerta Netflix sarà valorizzata per il pubblico italiano, grazie ai sottotitoli e al doppiaggio.

lunedì 20 luglio 2015

NEWS - Netflix si getta nella (m)Ischia! Lo sbarco in Italia parte dall'isola partenopea: "le nostre prime due serie saranno una messicana e una brasiliana. House of Cards e Orange? Puntiamo a riprendercele!" 
(ANSA) - ISCHIA (NA) - Cominciare con un dvd in una busta rossa da recapitare porta a porta agli abbonati americani, era il 1999, e arrivare oggi a coprire con un servizio di streaming di serie e documentari 60 paesi nel mondo con investimenti produttivi in 17 paesi, avendo quasi 66 milioni di utenti e 5 miliardi di dollari di budget per il 2016 con un 20% da investire nelle produzioni locali: una parabola velocissima e gia' premiata, come testimonia l'ultim'ora delle 34 nomination agli Emmy. A raccontare questo nuovo che avanza e' Mr. Netflix, Ted Sarandos che ha scelto Ischia Global Fest per la prima uscita pubblica in Italia, particolarmente importante poiche' il 16 ottobre il servizio arrivera' anche nel nostro paese. Alla villa La Colombaia, che fu di Luchino Visconti, ad ascoltarlo sono arrivati in tanti, il presidente dei produttori Apt Marco Follini, Stefano Balassone dell'Anica, il dg cinema del Mibact Nicola Borrelli e altri produttori come Matilde Bernabei della Lux Vide, Marco Chimenz di Cattleya e soprattutto Iginio Straffi della Rainbow, unico italiano ad avere da tempo un rapporto consolidato con Netflix per le sue Winx ed altro. Quanto costera' abbonarsi? "L'equivalente in euro di 7-9 dollari - sotto i 7 euro - come accade in tutti gli altri paesi in cui siamo presenti", risponde all'ANSA il capo di un'impresa che sta rivoluzionando il sistema. C'e' attesa, curiosita' e anche qualche apprensione, cosa risponde a chi teme l'invasione? "La domanda e' ricorrente in ogni paese in cui attiviamo il servizio, la prima reazione e' di terrore o meglio di confusione. Netflix e' un'opportunita', siamo qui non per distruggere il sistema italiano ma per partecipare facendolo crescere e contribuendo alla produzione, il che significa lavoro per gli italiani. Questi i numeri: gli abbonati guardano Netflix in media due ore al giorno per 10 miliardi di ore prodotte guardate nel mondo. All'inizio si pensa che il pubblico abbandoni la tv ma non accade questo, Netflix e' altro. A cambiare e' solo la quantita' e varieta' dell'offerta", spiega. Qual e' il modello Netflix? "Prevede l'acquisizione di diritti di trasmissione di contenuti audiovisivi di produzione locale e avere e proprie co-produzioni. Percentuali e tempi variano e dipendono dalla risposta di ciascun paese. In Francia dopo due mesi abbiamo subito attivato una co-produzione, Marsiglia, ad alto budget e con Depardieu nel cast, in altri paesi invece solo dopo 3 anni e' capitato di attivare le coproduzioni. Ad agosto debuttiamo con due serie nuove: la prima serie in lingua spagnola, la messicana Club de Cuervos sul calcio, e la brasiliana Narcos su Pablo Escobar. In Italia abbiamo l'accordo con Rainbow e vorremmo avere ulteriori licenze prima del debutto di ottobre", ha risposto senza dare titoli (la serie Cattleya su Mafia Capitale e' una proposta di cui si parla). In Italia si attendeva Netflix da tempo, ma l'infrastruttura e' la nota dolente, cos'e' cambiato ora? "Diciamo che e' un atto di fiducia. L'Italia ha un potenziale narrativo enorme e pensiamo che il problema della banda larga si possa risolvere in tempi brevi", dice all'ANSA Sarandos, senza accennare all'eventuale accordo con Telecom che pure potrebbe essere imminente. Due delle serie che hanno fatto la fortuna di Netflix nel mondo, House of Cards e Orange is the new black, sono trasmesse con successo, la prima su Sky la seconda su Mediaset Premium. Si vedranno sulla nuova piattaforma on demand? "In 2-3 settimane contiamo di fare il punto. E' chiaro che puntiamo a riprenderci i nostri prodotti come e' ovvio una volta arrivati in Italia".  Quali generi e quali formati per il mercato italiano? "A noi interessano i contenuti e la massima qualita' senza rigidita' di generi e formati. Abbiamo documentari, come Chef Table che va in onda in tutto il mondo ed e' il programma di cucina a piu' alto budget mai prodotto, e poi commedie, dramma, animazione". Il local con Netflix diventa global e magari va in onda in contemporanea mondiale, con quali regole? "A noi interessano proposte che raccontino i territori superando le barriere linguistiche. Siamo diffidenti rispetto alle produzioni cosiddette internazionali girate magari in lingua inglese per accontentare il mercato estero. E' la potenza della narrazione che deve fare la differenza e diventare brand. Prendiamo Gomorra, italiano anzi napoletano, brand affermatissimo anche all'estero grazie a qualita' eccellente e  alto livello narrativo. Ma ci sono anche eccezioni: Marco Polo, di cui stiamo cominciando la seconda stagione, una produzione da 800 persone, girata tra Venezia, Malesia, Kazakistan in 27 lingue". Aprirete societa' in Italia? "Netflix e' una societa' americana. In Europa con sede ad Amsterdam c'e' una nostra entita' europea. Localmente invece usiamo piccoli uffici per marketing e pubbliche relazioni. I nostri contatti sono solo con i produttori indipendenti locali, non chiederemo ad esempio accesso agli incentivi ministeriali. Quanto agli investimenti non c'e' una cifra precisa destinata all'Italia: dipendera' dal numero degli abbonati che faremo qui e dall'audience globale che i contenuti italiani riusciranno a fare".

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