GOSSIP - Natasha Lyonne di "Orange" su "Nylon": "sopravvissuta due volte, alle droghe e alla mia pessima reputazione..."
Natasha Lyonne is teaching proper texting etiquette. We’re nestled
in a back booth at a diner in Los Angeles’ Silver Lake neighborhood,
about to eat scrambled eggs and turkey sausage. She rests her head
against the wall as she pulls up a GIF saved on her phone of a woman
punching a human-sized penis. “A GIF always comes in handy,” she
explains. “It doesn’t have to be something racy—it could be a gerbil
eating a snack or whatever.”
The 36-year-old Orange Is the New Black actress, a
born-and-bred New Yorker, is only visiting L.A. Although she’s often
here for work, it’s clear the woman hails from the city that never
sleeps: She possesses a charming New York accent, an intrepid attitude,
and admits to shoulder-checking slow-moving pedestrians, but insists
it’s a polite gesture. “I feel very territorial, like I’ve already
pissed all over this town and I’m allowed to do what I want and where I
want to do it,” she adds. Teetering on the edge of sarcasm and sincerity, Lyonne admits to having some similarities with her Orange character,
Nicky Nichols, a tenacious convict and former drug addict with an Upper
East Side education. “Other than the fact that I was a scholarship kid,
it wasn’t too radically different from my own story,” she muses. She
delves into what it was like growing up in a major metropolis, and those
two years her family spent in Israel for tax evasion purposes. It was a
childhood full of pet rottweilers, BMX biking against traffic, Israeli
acrobat training, and adventures with her father, who every Sunday would
take her for a drive to steal all the newspapers in their neighborhood.
“It was this hilarious thing we would do,” she reminisces. “Looking
back, not a great influence.”
These hijinks were mixed with constant go-sees. She appeared in
commercials for Hershey’s, Robotech, Pine-Sol, Minute Maid. And then her
first big gig came at age six on Pee-Wee’s Playhouse. “Having
your child become a child actor is absurd in the first place,” she says.
“But if you’re going to do it, at least put them on Pee-Wee’s, because
then it’s, like, imagination land.” Eventually, her role as a cute
hippie kid on the show evolved into leading roles in cult classics like Slums of Beverly Hills and But I’m a Cheerleader, to name a couple.
“Now that I’m past the nightmare of it all—all my shenanigans and
drugs—and have come out the other side, it is kind of funny to be 36
with 30 years of experience of doing my job,” she says.
Lyonne, open in discussing her past drug addiction, likens the
experience to being a kid who enjoys a guiltless slice of Carvel ice
cream cake shaped like a whale at a birthday party before spiraling out
of control and eating the entire cake alone in her room. In Lyonne’s
case, the cake was heroin. “It’s hard to get a job after your reputation
is destroyed like that,” she admits. “There was a time when it felt
like, ‘I’m never going to do that again; that time is over.’ And then
you’re right back in it.”
sabato 22 agosto 2015
venerdì 21 agosto 2015
GOSSIP - Che coppia serial! Natasha Lyonne di "Orange Is The New Black" protagonista del video musicale dei Tanlines diretto e scritto da Kapovsky di "Girls"
Tanlines' new video for "Palace" is everything you never knew you wanted in a music video. Written and directed by Girls' Alex Kapovsky and Teddy Blanks as part of the UO Music Video Series and starring Orange is the New Black's Natasha Lyonne, it's the perfect accompaniment to the synth-pop song.Meandering through different realities, "Palace" follows a
recently broken-up couple (Tanlines' frontman Eric Emm and Lyonne)
playing with the human obsession of "what ifs?" and the challenge
of accepting the present, no matter how painful. But it's not all
serious: "Palace" hangs on to Tanlines' playful nature, verging on the
absurd by featuring things like a large burlap sack emblazoned with
"cocaine" and electrocution by a toaster tossed into a bathtub. It's
both ridiculous and confusing in all the best ways possible. Sex, drugs, drama, music, and some of our fave TV
stars—it's the perfect recipe for one killer music video. Watch the
video, made by Urban Outfitters.
giovedì 20 agosto 2015
NEWS - "Cancer sucks!": dopo "The Big C" un'altra serie racconta il tumore come valvola di sfogo per migliorare la propria vita ("Chasing Life", dal 4 settembre su Premium Stories")
Come sopravvivere al cancro, oltretutto scoperto in giovane età, è il messaggio di speranza e solidarietà che traspare da “Chasing Life”, in prima tv su Premium Stories dal 4 settembre (ogni venerdì in prima serata). Al grido di “Cancer sucks!”, la 24enne April Carver (Italia Ricci) è un giovane giornalista di Boston che alterna la sua vita in redazione con la madre vedova Sara (Mary Page Keller), la sorellina ribelle Brenna (Haley Ramm), nonché frequentando il collega Dominic (Richard Brancatisano). Il destino le riserva tuttavia un brutto ostacolo quando viene a scoprire dallo zio medico che ha il cancro. La serie ideata da Susanna Fogel, Joni Lefkowitz, già rinnovata per la 2° stagione, è basata sulla serie messicana “Terminales” di Ricardo Alvarez Canales. Laura Harring di “Mullholland Drive” e Edward Asner di “Lou Grant” compaiono da guest-stars. Su “Variety” Brian Lowry ha commentato: “è solo dal terzo episodio che la protagonista realizza la gravità della malattia e di come la sua vita possa e debba cambiare di fronte alla possibilità della morte. Anzi, inizia a vivere come se dovesse vivere un solo giorno. La sua prospettiva diventa intrigante, condita da una buona dose soap che non rende il tutto obbligatoriamente drammatico e fatale”.
Come sopravvivere al cancro, oltretutto scoperto in giovane età, è il messaggio di speranza e solidarietà che traspare da “Chasing Life”, in prima tv su Premium Stories dal 4 settembre (ogni venerdì in prima serata). Al grido di “Cancer sucks!”, la 24enne April Carver (Italia Ricci) è un giovane giornalista di Boston che alterna la sua vita in redazione con la madre vedova Sara (Mary Page Keller), la sorellina ribelle Brenna (Haley Ramm), nonché frequentando il collega Dominic (Richard Brancatisano). Il destino le riserva tuttavia un brutto ostacolo quando viene a scoprire dallo zio medico che ha il cancro. La serie ideata da Susanna Fogel, Joni Lefkowitz, già rinnovata per la 2° stagione, è basata sulla serie messicana “Terminales” di Ricardo Alvarez Canales. Laura Harring di “Mullholland Drive” e Edward Asner di “Lou Grant” compaiono da guest-stars. Su “Variety” Brian Lowry ha commentato: “è solo dal terzo episodio che la protagonista realizza la gravità della malattia e di come la sua vita possa e debba cambiare di fronte alla possibilità della morte. Anzi, inizia a vivere come se dovesse vivere un solo giorno. La sua prospettiva diventa intrigante, condita da una buona dose soap che non rende il tutto obbligatoriamente drammatico e fatale”.
mercoledì 19 agosto 2015
L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
"Fresh off the boat", comicità intelligente al largo dal cinismo
"«Fresh off the boat» è un'espressione in slang americano che si potrebbe tradurre con qualcosa di simile a «da sbarco», ed è usata, con una certa dose di politicamente scorretto, per indicare gli immigrati da poco arrivati su suolo americano (spesso anche con viaggi fortunosi, da qui il riferimento alla barca), alla ricerca di una possittile integrazione nella nuova terra promessa. È anche il titolo di una recente sit-corn, che negli Usa va in onda su Abc e in Italia è proposta dal canale Fox Comedy, tutta giocata sul tema della «differenza» e sui piccoli e grandi problemi legati all'integrazione in un nuovo contesto sociale e culturale (venerdì, ore 23.15). Luis (l'attore Randall Park) e Jessica (la bravissima Constance Wu) sono una coppia molto innamorata, con tre figli: hanno origini taiwanesi e sono immigrati negli Stati Uniti alla rincorsa del loro personale «sogno americano». Nel 1995 decidono di trasferirsi dalla Chinatown di Washington a Orlando, per aprire una steak house molto poco in linea con lo stile estivo e solare della Florida. La serie è tratta dall'omonimo libro autobiografico di Eddie Huang, che è stato un piccolo caso editoriale. Le puntate di «Fresh Off the Boat» seguono, tra stereotipi e giochi sulle caratteristiche di una comunità molto connotata come quella degli Asian American, le vicende della famiglia I luang tra lavoro, scuola e una nuova rete sociale tutta da costruire. Ma, nello stile di Abc (la casa di un'altra sit-corn molto importante degli ultimi anni, «Modern Family»), le stone sono anche fortemente incentrate sul nucleo della famiglia, sulle dinamiche relazionali interne alla coppia e tra genitori e figli, con una comicità intelligente ma temperata e tradizionale, indirizzata idealmente a un pubblico molto ampio e forse anche per questo priva del cinismo che è invece una tendenza forte ed esasperata di molta narrazione seriale televisiva contemporanea". (Aldo Grasso)
CORRIERE DELLA SERA
"Fresh off the boat", comicità intelligente al largo dal cinismo
"«Fresh off the boat» è un'espressione in slang americano che si potrebbe tradurre con qualcosa di simile a «da sbarco», ed è usata, con una certa dose di politicamente scorretto, per indicare gli immigrati da poco arrivati su suolo americano (spesso anche con viaggi fortunosi, da qui il riferimento alla barca), alla ricerca di una possittile integrazione nella nuova terra promessa. È anche il titolo di una recente sit-corn, che negli Usa va in onda su Abc e in Italia è proposta dal canale Fox Comedy, tutta giocata sul tema della «differenza» e sui piccoli e grandi problemi legati all'integrazione in un nuovo contesto sociale e culturale (venerdì, ore 23.15). Luis (l'attore Randall Park) e Jessica (la bravissima Constance Wu) sono una coppia molto innamorata, con tre figli: hanno origini taiwanesi e sono immigrati negli Stati Uniti alla rincorsa del loro personale «sogno americano». Nel 1995 decidono di trasferirsi dalla Chinatown di Washington a Orlando, per aprire una steak house molto poco in linea con lo stile estivo e solare della Florida. La serie è tratta dall'omonimo libro autobiografico di Eddie Huang, che è stato un piccolo caso editoriale. Le puntate di «Fresh Off the Boat» seguono, tra stereotipi e giochi sulle caratteristiche di una comunità molto connotata come quella degli Asian American, le vicende della famiglia I luang tra lavoro, scuola e una nuova rete sociale tutta da costruire. Ma, nello stile di Abc (la casa di un'altra sit-corn molto importante degli ultimi anni, «Modern Family»), le stone sono anche fortemente incentrate sul nucleo della famiglia, sulle dinamiche relazionali interne alla coppia e tra genitori e figli, con una comicità intelligente ma temperata e tradizionale, indirizzata idealmente a un pubblico molto ampio e forse anche per questo priva del cinismo che è invece una tendenza forte ed esasperata di molta narrazione seriale televisiva contemporanea". (Aldo Grasso)
lunedì 17 agosto 2015
NEWS - Netflix, tanto rumore per nulla? Sbarca in Italia, dove solo 14 milioni di case hanno la connessione giusta
Articolo di Carlo Valentini per "Italia Oggi"
Tanto rumore per nulla? In Francia è stato così. Netflix è arrivato un anno fa e non ha superato i 200 mila abbonati. Un flop perché nel quartier generale di Los Gatos, in California (la centrale europea è ad Amsterdam), se ne aspettavano dieci volte tanti. Con gran squilli di tromba Netflix a ottobre sbarcherà in Italia. Avrà più fortuna che in Francia? Come sempre succede in questi casi c'è chi pronostica la rivoluzione, con una vittima: la tv come l'abbiamo finora conosciuta. In realtà si tratta semplicemente di un'offerta in più. Cos'è Netflix? E la scommessa di un americano, Reed Hastings (che ha vissuto anche un anno a Roma): produrre accattivanti serie televisive (le più famose sono House of cards e Orange is the new black) da proporre in Internet. Finora ne ha prodotte o acquistate per 100 milioni di ore. Si cucca sì sulla proposta d'abbonamento, da 6 a 10 euro al mese, che si pub disdire con un altro clic. Chi si abbona riceve il menù giornaliero ma ha a disposizione anche tutto l'archivio e pub guardarsi ciò che vuole. Ma solo intrattenimento: serie televisive, film, documentari, programmi (negli Stati Uniti è molto popolare Chef's table, un programma di cucina). Niente news e sport. E niente pubblicità. Un punto di forza è che il bacino d'utenza è mondiale: cioè i programmi sono gli stessi (coi sottotitoli o il doppiaggio) nei 50 paesi in cui è presente. Dal punto di vista economico, Hastings sembra avere visto giusto: lo scorso anno ha fatturato 5,5, miliardi di dollari con un utile di 267 milioni e 2.000 dipendenti. Ma negli Stati Uniti, dove si trovano 40 milioni di abbonati sui 62 milioni totali nel mondo, gli ascolti di Abc e Nbc non ne hanno risentito. Inoltre una parte del fatturato arriva dalla vendita dei diritti delle serie più pregiate proprio ai grandi network in Italia, per esempio, House of cards è trasmesso e continuerà a esserlo da Sky. La banda larga è in molti paesi (compresa l'Italia, dove solo 14 milioni di case hanno una connessione appropriata) ancora lontana: rischia di essere un ostacolo invalicabile? Il giro di boa della tv non sarà Netflix ma quando la tecnologia consentirà di realizzare (a prezzi popolari) il telecomputer, cioè nel salotto di casa un unico apparecchio e un unico telecomando (con tastiera) per gestire allo stesso modo tv e web.
Articolo di Carlo Valentini per "Italia Oggi"
Tanto rumore per nulla? In Francia è stato così. Netflix è arrivato un anno fa e non ha superato i 200 mila abbonati. Un flop perché nel quartier generale di Los Gatos, in California (la centrale europea è ad Amsterdam), se ne aspettavano dieci volte tanti. Con gran squilli di tromba Netflix a ottobre sbarcherà in Italia. Avrà più fortuna che in Francia? Come sempre succede in questi casi c'è chi pronostica la rivoluzione, con una vittima: la tv come l'abbiamo finora conosciuta. In realtà si tratta semplicemente di un'offerta in più. Cos'è Netflix? E la scommessa di un americano, Reed Hastings (che ha vissuto anche un anno a Roma): produrre accattivanti serie televisive (le più famose sono House of cards e Orange is the new black) da proporre in Internet. Finora ne ha prodotte o acquistate per 100 milioni di ore. Si cucca sì sulla proposta d'abbonamento, da 6 a 10 euro al mese, che si pub disdire con un altro clic. Chi si abbona riceve il menù giornaliero ma ha a disposizione anche tutto l'archivio e pub guardarsi ciò che vuole. Ma solo intrattenimento: serie televisive, film, documentari, programmi (negli Stati Uniti è molto popolare Chef's table, un programma di cucina). Niente news e sport. E niente pubblicità. Un punto di forza è che il bacino d'utenza è mondiale: cioè i programmi sono gli stessi (coi sottotitoli o il doppiaggio) nei 50 paesi in cui è presente. Dal punto di vista economico, Hastings sembra avere visto giusto: lo scorso anno ha fatturato 5,5, miliardi di dollari con un utile di 267 milioni e 2.000 dipendenti. Ma negli Stati Uniti, dove si trovano 40 milioni di abbonati sui 62 milioni totali nel mondo, gli ascolti di Abc e Nbc non ne hanno risentito. Inoltre una parte del fatturato arriva dalla vendita dei diritti delle serie più pregiate proprio ai grandi network in Italia, per esempio, House of cards è trasmesso e continuerà a esserlo da Sky. La banda larga è in molti paesi (compresa l'Italia, dove solo 14 milioni di case hanno una connessione appropriata) ancora lontana: rischia di essere un ostacolo invalicabile? Il giro di boa della tv non sarà Netflix ma quando la tecnologia consentirà di realizzare (a prezzi popolari) il telecomputer, cioè nel salotto di casa un unico apparecchio e un unico telecomando (con tastiera) per gestire allo stesso modo tv e web.
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