venerdì 27 luglio 2018

L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
LA STAMPA
"The Chi" a metà tra "Atlanta" e "The Wire"
"The Chi, in onda dal 15 luglio su Fox Italia, è la serie tv creata da Lena Waithe, scrittrice, produttrice e attrice americana che agli Emmy Awards dell'anno scorso ha fatto la storia per essere stata la prima donna nera a vincere il premio per la miglior sceneggiatura di una comedy con il suo episodio, intitolato «Thanksgiving», in Master of None 2. È una bella serie, a metà tra The Wire, con questi toni sempre un po' neorealisti, e Atlanta, la creatura di Donald Glover. È ambientata a Chicago, racconta la comunità nera, e lo fa in un modo preciso, quasi documentaristico, tra pregiudizi, eventi comicamente surreali, spaccio di droga e storie di ragazzi. Ha dei momenti tesissimi, terribili per la loro verità. Altri, più leggeri e dosati, sono amalgamati perfettamente con tutto il resto. Non ha senso parlare di uno o più protagonisti, perché in The Chi c'è molto più di questo. C'è uno sguardo attento a una società particolare e a una città, ai più giovani e ai loro problemi, ai neri e a quello che - ogni giorno, ogni ora - devono subire. Nessuna retorica da romanzo rosa. Dura e cruda, come un pugno allo stomaco". (Gianmaria Tammaro)

giovedì 26 luglio 2018

GOSSIP - Clamoroso al Cibali! La mamma di Cory Monteith ha saputo della morte del figlio da Lea Michele!
Cory Monteith‘s mom, Ann McGregor, is speaking about painfully hearing that her son had passed away in July of 2013. At the time, Cory had been dating his Glee co-star Lea Michele, and Ann says Lea called her “screaming” to ask her about the tragic news. “I got a call from Lea and she was screaming on the phone. She was yelling, ‘Is it true, is it true about Cory?’ and I said, ‘What about Cory?’ I had heard nothing. And then police knocked on my front door,” Ann recalled to People. “I went into a state of numbness. I just shut off all emotions, and I was numb.” “I knew it was real, but there were times when I could lie to myself and say, ‘He’s in L.A., he’ll call me soon.’ I’m still always hanging on edge. When you lose someone who is such a big part of you, you lose all purpose for living,” Ann added. Cory‘s mom spoke further about his tragic death, including what happened just before he died that may have contributed. If you don’t know, his cause of death was officially listed him as having “mixed drug toxicity, involving heroin and alcohol.”

mercoledì 25 luglio 2018

NEWS - Fermi tutti! La spia russa Maria Butina che tramava contro la Casa Bianca ricorda (troppo) Simon Martin dell'ultima stagione di "Homeland"...solo un caso?

News tratta dal "Corriere della Sera"
Maria Butina, nonostante abbia solo 29 anni, ha già fatto molte cose. Ha aperto un negozio di mobili in Siberia, ad Alta Krai, quindi lo ha venduto per trasferirsi a Mosca dove si è lanciata nella politica. Due anni dopo avrebbe iniziato una nuova vita, più intrigante e densa di contatti, fino ad entrare nel grande gioco del Russiagate. Per gli investigatori statunitensi questa ragazza dai capelli rossi, tenace e intraprendente, è «un’agente di influenza» russa incaricata di aprire «un canale segreto» per arrivare fino a Donald Trump. Accusa severa che si è tramutata in un atto di incriminazione e nel successivo arresto, avvenuto di gran fretta nel timore che potesse scappare dagli Stati Uniti, il suo terreno di caccia. La giovane russa — se sono fondati gli addebiti — ricorda altre semi-spie sguinzagliate dal Cremlino in questi anni. Persone capaci di muoversi in ambienti diversi, abili nel tessere legami, costruire amicizie, agire in profondità. Molto humint, ossia molto fattore personale, e poca tecnologia. Tante feste e party, congressi e persino raduni di preghiera, incontri aperti, non missioni mascherate. L’importante è trovare il sentiero giusto, quello che conduce lontano. E nella terra delle Colt Maria Butina si è lanciata nelle braccia della lobby delle armi, la National Rifle Association. Ed ecco le foto che la ritraggono a fiere con pistole, fucili e cappello da cowboy. Coltivando relazioni con dirigenti dell’Nra, frequentando membri importanti come Paul Erickson del South Dakota, presenziando ad ogni occasione possibile la «rossa» sarebbe riuscita a far breccia. Non certo per sua unica iniziativa. Il sospetto dell’investigatore speciale Robert Mueller è che dietro la Butina ci sia innanzitutto Alexander Toshin, figura di rilievo della Banca centrale russa, suo boss e gancio diretto con il Cremlino. Esaminando computer e cellulare dell’arrestata l’Fbi ha trovato le tracce dei report con la quale informava il referente. Un aggiornamento costante di quanto combinava in riva al Potomac e nelle sue incursioni nei corridoi dell’establishment. Lavorando sotto la luce del sole e delle telecamere, Maria avrebbe lanciato una serie di passi per rinsaldare l’amicizia con ambienti repubblicani e in particolare con l’entourage del candidato più gradito a Putin, Donald Trump. Viaggi in Russia, cene, ma anche rapidi colloqui hanno fatto da cornice. Ma, insieme a questi aspetti non certo misteriosi, c’è un lato più oscuro, quello di possibili finanziamenti, fronte sul quale c’è ancora da scavare malgrado la pista dei soldi non sia sempre facile da dimostrare. Sono intrecci che si sommano ad altri, non meno complicati, sempre sull’asse Mosca-Washington, con molti intermediari impegnati nel far crescere l’asse Vladimir-Donald. Nei mesi scorsi si è parlato di un ruolo di un principe degli Emirati Arabi, insieme all’ex fondatore della Blackwater, Erik Prince. Giri con una tappa esotica alle Seychelles, prospettive di affari, amicizie interessate. Non scopriamo certo nulla, denaro e politica (alta o bassa) in questo caso procedono sullo stesso binario, qualsiasi gesto ha un costo. Sono favori uniti a investimenti sul futuro. Maria Butina ora è in mezzo a tutto ciò. Si difende sostenendo di essere una appassionata d’armi, nega azioni malevole, non vuole certo passare per una pericolosa Mata Hari. Magari potrà portare come prova le dichiarazioni di Trump per dimostrare che il capo della Casa Bianca non ha bisogno di essere condizionato dagli 007 russi, la sua «passione»per Putin è evidente. Se non ci riuscirà deve essere pronta ad una condanna: rischia cinque anni di prigione. E in quel caso dovrà sperare in un gesto di clemenza oppure in uno scambio di spie.

martedì 24 luglio 2018

L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri

LIBERO
Se la Rai osa d'estate con "The Good Doctor"...
"Prima ancora che good doctor è una good fiction. O almeno è un buon dottore, perché prova a curare la nostra tv da tanto, troppo tempo malata. La serie televisiva The Good Doctor, ieri in onda in prima assoluta su Rai Uno, arriva come una ventata di aria fresca in una programmazione del servizio pubblico paludata, ferma al palo, soprattutto d'estate, quando si accontenta dei Techetechetè. Stavolta la Rai ha avuto il coraggio di osare, non con le trite e tristi fiction nostrane, ma con un progetto dal respiro internazionale, nato per la prima volta in Corea nel 2013, poi ripreso e adattato a un pubblico globale nel 2017 negli Stati Uniti grazie al fiuto di David Shore, l'ideatore di Dr. House, e infine approdato nel nostro Paese, con tutti i crismi del predestinato. Negli Usa la serie tv, trasmessa su Abc, ha avuto un successo clamoroso, oltre 19 milioni di spettatori nell'episodio pilota, una media superiore ai 15 per tutti i 18 episodi. La forza di questa serie sta nel racconto, nella pregiatissima scrittura degli sceneggiatori, oltre che nella qualità degli attori e nell'efficacia del girato. E sta soprattutto nel messaggio che veicola, nella concretezza e nel valore simbolico della trama. La storia è incentrata sul personaggio di Shaun Murphy, interpretato dal bravo Freddie Highmore, un giovane chirurgo autistico con la sindrome del savant: la stessa patologia del protagonista del film Rain Man, che compensa disturbi cognitivi con qualità fuori dalla norma in alcuni ambiti. Nel primo episodio Shaun lascia il suo paese nado nel Wyoming e si trasferisce a San Jose, nel dipartimento di chirurgia del St. Bonaventure Hospital. Dove, nonostante le difficoltà di comunicazione e i problemi comportamentali, si mette in luce per le sue doti, che gli consentono di risolvere con intuizioni brillanti casi medici molto delicati. Si compie qui lo scarto rispetto al tradizionale rapporto medico-paziente: è proprio il «malato» Shaun a essere buon dottore, anzi il miglior dottore. La sua «intelligenza spaziale» coincide col suo essere diversamente sano: «Essere differente», recita il claim della serie, «può fare la differenza». E si badi all'uso non politicamente corretto del termine: perché gli autori, usando la parola «diverso», hanno l'intelligenza di connotarla come segno di contraddizione, rifiuto dei canoni usuali, capacità di andare controcorrente. Essere autistici, a volte, può significare essere geniali anticonformisti...Probabilmente però il merito principale della serie sta nel suo impatto emotivo dirompente, nel suo restituire carica sentimentale alle parole e alle immagini, nel rivolgersi all'anima dello spettatore e non solo alla sua testa, anche grazie a una colonna sonora da brividi, tale da commuoverlo. Suscita pathos e pietas, questa narrazione, facendoci sentire compartecipi del dramma umano che vi si consuma. E questo perché celebra la bellezza della vita in ogni suo stato e forma: la vita del giovane Shaun, che sembrava da buttare via per la sua sindrome e invece si rivela fonte di ricchezza, e le vite dei tanti uomini e donne che lui cura, le vite precarie o terminali a cui lui offre una speranza perché «il nostro compito è salvare la vita della gente». E un po' salva anche la nostra, questa serie, facendoci sentire appena migliori, alla fine dello show, rispetto a quando ci eravamo messi davanti alla tv".  (Gianluca Veneziani)

lunedì 23 luglio 2018

NEWS - Clamoroso al Cibalesbo! Arriva la serie su "Batwoman" con la protagonista eroina dei diritti LGBTQ (firmano il papà dell'Arrowverse e la lesbica dichiarata Caroline Dries, già dietro le quinte di "TVD")

News tratta da Deadline
Batwoman is already scheduled to visit the Arrowverse for the annual crossover event in December; she may now become a permanent member of it, expanding the universe and breaking some TV ground in the process. The CW has put in development a Batwoman series for 2019 consideration. It hails from former The Vampire Diaries executive producer Caroline Dries and the architect of the CW Arrowverse, Greg BerlantiIn Batwoman, written by Dries based on the DC characters, armed with a passion for social justice and a flair for speaking her mind, Kate Kane soars onto the streets of Gotham as Batwoman, an out lesbian and highly trained street fighter primed to snuff out the failing city’s criminal resurgence. But don’t call her a hero yet. In a city desperate for a savior, Kate must overcome her own demons before embracing the call to be Gotham’s symbol of hope. Batwoman already has been a trailblazer for LGBTQ+ representation in comics. After a long hiatus, she was reintroduced to the DC comic universe in 2006 when she was established as a Jewish lesbian, becoming the first-ever lesbian superhero title DC character. Now Batwoman would become the first gay lead character — male or female — of a live-action superhero series. (DC, Berlanti and Warner Bros. Animation previously collaborated on the first animated show with a gay lead, Freedom Fighters: The Ray on CW Seed). Batwoman would join Arrowverse, which features a number of LGBT characters, including Arrow‘s Curtis Holt, The Flash‘s Captain Singh, Legends Sara Lance and Supergirl‘s  Alex DanversBatwoman comes from Berlanti Productions in association with Warner Bros. Television where the company recently extended its overall deal. Dries, who is lesbian, executive produces alongside Berlanti Prods.’ Berlanti and Sarah Schechter as well as former DC Entertainment president Geoff Johns (The Flash) via his new Mad Ghost Productions banner. Johns also has been producing the long-gestating Batgirl DC feature at Warner Bros., which switched writers this past spring. Casting is about to begin for an actress — likely lesbian — to play Batwoman in the DC crossover event in December. If Batwoman goes to pilot, the same actress will play the central character in it. Dries does not work on a CW DC series but is expected to be involved in some consulting capacity when the character of Batwoman is crafted for the crossover, which spans Arrow, The Flash, Legends of Tomorrow and Supergirl. (It is unclear yet which of the series would introduce her.) It was Arrow star Stephen Amell, along with the CW president Mark Pedowitz, who announced at the CW presentation in May that this year’s crossover event will feature Batwoman. “This is the first time ever that Batwoman will make a live-action appearance on any screen,” Pedowitz said, adding that, along with Batwoman, the City of Gotham also will be added to the ever-expanding Arrowverse. With Batwoman, the CW is following the strategy it used for The Flash, whose central character was introduced in a two-episode arc on Arrow in December 2013. While originally the network had planned a third Arrow episode later that season to serve as The Flash backdoor pilot, it ultimately opted for a standalone Flash pilot, which launched the series the following fall. Dries has superhero credentials — she started her writing career on the CW/WBTV Smallville before a seven-season run on The Vampire Diaries, on which she rose to executive producer and showrunner. The character Batwoman began appearing in DC Comics stories beginning with Detective Comics #233 in 1956, in which she was introduced as a love interest for Batman. On TV, Batwoman first appeared in animated series Batman: The Brave and the Bold, which premiered on Cartoon Network in 2008. On film, Batwoman appeared in Batman: Mystery of the Batwoman, voiced by Kyra Sedgwick, a 2002 direct-to-video animated film based on animated series The New Batman Adventures. Batwoman also made a cameo in direct-to-video superhero film Batman vs. Robin and appeared in 2016’s Batman: Bad Blood, voiced by Yvonne Strahovski.

"Il trivial game + divertente dell'anno" (Lucca Comics)

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Il GIOCO DEI TELEFILM di Leopoldo Damerini e Fabrizio Margaria, nei migliori negozi di giocattoli: un viaggio lungo 750 domande divise per epoche e difficoltà. Sfida i tuoi amici/parenti/partner/amanti e diventa Telefilm Master. Disegni originali by Silver. Regolamento di Luca Borsa. E' un gioco Ghenos Games. http://www.facebook.com/GiocoDeiTelefilm. https://twitter.com/GiocoTelefilm

Lick it or Leave it!

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