L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
Con "1993" la tragedia pubblica diventa spettacolo corale
"'1993' è il secondo capitolo della serie che racconta la storia di Tangentopoli. Come in '1992', le vicende ruotano attorno a sei personaggi: Leonardo Notte, un pubblicitario coinvolto nella nascita di Forza Italia (Stefano Accorsi), la sua compagna (Laura Chiatti), un onorevole leghista (Guido Caprino), una soubrette del Bagaglino (Miriam Leone), un poliziotto del pool Mani pulite (Domenico Diele) e una ricca ereditiera (Tea Falco) (Sky Atlantic, martedì, ore 21.15). La serie, prodotta da Wildside, scritta da Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi, Stefano Sardo, e diretta da Giuseppe Gagliardi, vive su due forti idee drammaturgiche. La prima è di rendere quanto più credibili i personaggi di finzione, soprattutto l'inafferrabile Notte, per poter poi liberamente usare i registri dell'eccentrico o del grottesco per rappresentare i personaggi «veri» (Craxi, Berlusconi, Di Pietro e il pool di Mani Pulite, i fratelli Dell'Utri, Costanzo, Biscardi, Marzullo, Lerner...). È come se la tv ci restituisse quanto voracemente hanno inghiottito in quegli anni turbinosi gli occhi di uno spettatore onnivoro. La seconda — riferita dagli sceneggiatori — è quella del «romanzo pop»: «Buttiamoci dentro tutte le nostre passioni di spettatori e le nostre frustrazioni di autori... Assumiamo il punto di vista di personaggi che apparentemente non ci assomigliano, di un campo che la narrativa italiana in genere considera avverso, con il piglio della serialità che amiamo». Ne esce così il ritratto di un Paese apatico e feroce, tragico e ridicolo, dove il «senso civico» ha lasciato il posto al «socialmente utile». Rispetto a 4992», che funzionava per tessere di mosaico (e di montaggio), in «1993» c'è più lavoro di scrittura e maggiore consapevolezza, con il dichiarato tentativo di ispirarsi a «American Tabloid» di James Ellroy. Così la tragedia pubblica si degrada velocemente in uno spettacolo corale. Siamo figli del Bagaglino!". (Aldo Grasso)
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mercoledì 17 maggio 2017
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mercoledì 9 aprile 2008
XL
Chi ha ucciso quel marxista di Colombo?
"'Colombo' è un brano omaggio al tenente del telefilm omonimo. Mi piace Peter Falk per come rispondeva alle interviste. Ci leggevo questa sottile critica marxista dietro e mi piace pensare che i creatori ci abbiano voluto scientemente mettere questo germe. Era strano che la scena fosse sempre in questi ambienti ricchi e gli assassini benestanti, alcuni anche famosi: non uccidono mai per amore ma solo per potere e denaro. Poi arriva questo sfigato, questo 'underdog' vestito in quel modo fuori tempo, col pantalone sgualcito, la macchina che cade a pezzi, il cane con cui non comunica. Però li inchioda sempre e mi piaceva prenderlo come metafora del mondo occidentale moderno, così ho ipotizzato questo coro degli assassini di Colombo. Credo che in questo momento siamo un pò tutti assassini di Colombo e colpevoli di qualcosa".
(Francesco Bianconi dei Baustelle, Febbraio 2008)
CORRIERE DELLA SERA MAGAZINE
Volevo essere Pamela Anderson
"Io mi sento bionda dentro. A 12 anni volevo essere bionda come Pamela Anderson, ero una fan di 'Baywatch'. Pregai la mia insegnante di canto (Cinzia, una pazza scatenata che aveva il culto dei capelli) di tingermi come Pamela. Lei, per paura di mamma, mi fece solo due ciocchettine platino davanti. Mia madre!!! Mi rispedì a calci (si fa per dire) dal parrucchiere. I capelli sono una componente molto turbolenta della mia vita...".
(Laura Chiatti, 21.02.2008)
LA STAMPA
"Crimini bianchi", alla larga da "Grey's" e "House"
"'Crimini bianchi' è una serie lontana anni luce dai 'Grey's Anatomy' o 'Dr. House', dove l'efficenza degli ospedali non viene mai messa in dubbio. Questa fiction denuncia una situazione di malasanità che è sotto gli occhi di tutti, ma nello stesso tempo plaude ai medici e agli infermieri preparati e capaci".
(Pietro Valsecchi, 21.02.2008)
IL MANIFESTO
Rex, un "bau" fuori dal coro
"Tempi lenti e frasi fatte ('se cerca di fare il furbo sparagli'), scene giustapposte, morale bene in vista, il cane Rex esegue il compito assegnato: mantenere, con il minimo sforzo, la media del 20% di share. Storie di ordinaria criminalità, senza affondare troppo il coltello nel sangue. Al contrario di certi cartoni animati, il pastore è l'immagine della bontà. Specialmente nel confronto con la nutrita compagnia di programmi finiti sotto la lente del Comitato di applicazione del Codice Tv e minori".
(Norma Rangeri, 21.02.2008)
TV SORRISI E CANZONI
"The OC", un addio perfetto
"Sono molto grata ai produttori e agli sceneggiatori di 'The OC', sono onorata di averne fatto parte. Gli ascolti si erano un pò abbassati. Nella storia eravamo arrivati a un buon punto per terminare, eravamo contenti di fermarci lì. E l'abbiamo fatto".
(Rachel Bilson, 01.03.2008)
LA REPUBBLICA
"I Cesaroni", serie 'piaciona' senza pretese
"Stando ai riscontri, tra i momenti felici per Mediaset in questo inizio d'anno bisogna citare soprattutto la seconda stagione de 'I Cesaroni', presentata come una sorta di successo epocale. A guardar bene, siamo dalle parti di un buon risultato per una serie molto piaciona che va su Canale 5 in una serata (quella del venerdì) in cui la concorrenza diretta di Raiuno non riesce a cavare un ragno dal buco. Però è difficile eccepire più di tanto di fronte alla farsa della famiglia allargata che distende i suoi mille meandri di trama sul filo dell'assenza di qualsivoglia pretesa. Il doppio binario rimane quello degli intrecci giovanili (figli, fidanzate, etc.) e di quelli dei grandi, che sono cresciuti per modo di dire".
(Antonio Dipollina, 19.02.2008)
IO DONNA
Sarah, una di noi
"La trasmissione preferita? I telefilm in genere".
(Sarah Felberbaum, 16.02.2008)
CORRIERE DELLA SERA
Sarah, un destino sui tacchi
"Ero una ragazza quasi povera. E come in 'Sex and the City' le scarpe con i tacchi a spillo sono state lo strumento per mutare l'andatura e il destino. Chi ama le scarpe è destinato a restare giovane, a trasmettere energia, ad aver voglia di camminare nel proprio 'viaggio'...".
(Sarah Jessica Parker, 28.02.2008)
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