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sabato 18 febbraio 2012

Stracult e Stracotti - …ovvero la serie che questa settimana va su e quella che inevitabilmente va giù. Parola di Stargirl!

Da quando è finito, Lost sembra aver lasciato un buco enorme non solo nei cuori degli spettatori, ma anche e soprattutto nei palinsesti televisivi, al punto che si è cercata e si cerca tutt’ oggi, una serie tv capace di raccoglierne l’eredità.
Partiamo da una considerazione che riprenderemo alla fine: l’ultima stagione si è conclusa il 23 maggio del 2010, appena un anno e mezzo fa e dunque perché ci sembra passato tanto tempo?
Guardando indietro, possiamo contare su una mano o poco più, le “involontarie” vittime scaturite dalla sua eredità.
In principio fu
Jericho, uscito nel 2006, che cercava di calcare l’onda di Lost con un prodotto discreto ma dallo scarso appeal. La produzione fu sospesa dopo la prima stagione e solo grazie a un massivo intervento dei fan che reclamavano un finale, venne prodotta una mini seconda stagione sul web.
Poi arrivò il turno di
Flash Forward, che esordì poco prima dell’ultima stagione della creatura di JJ Abrams, e malgrado un magnifico cast e l’ottimo potenziale fu “bruciata” da un eccessivo carico di aspettative da parte del network non ripagate a dovere in termini di ascolti e tantomeno in quelli economici.
Nel settembre 2010 toccò a The Event, supportato da un potente viral marketing già prima della messa in onda, che a conti fatti però, servì a poco. In questo caso, diversamente da FF, la trama non riuscì a decollare mai veramente: i personaggi erano totalmente privi di una qualsiasi forza emotiva capace di suscitare coinvolgimento nello spettatore, motivo che la condusse alla cancellazione.
Nell’ottobre 2011 a cercare fortuna tra gli “orfani” di Lost giunse anche Spielberg, nelle vesti di produttore in Terra Nova, una serie fantasy piuttosto banale, caratterizzata da un budget di altissimo livello ma dai contenuti troppo poveri per diventare un nuovo successo.
Lo scorso gennaio invece ha debuttato
Alcatraz, figlia dello stesso JJ Abrams, che, da abile venditore qual è, ha inserito nel cast come protagonista uno dei punti cardine di quel Lost tanto invocato dai fan di tutto il mondo, Jorge Garcia, meglio conosciuto come Hurley. E due settimane fa infine è uscito The River, serie che mescola fantascienza e horror dove troviamo ancora una volta Spielberg nelle vesti di produttore, affiancato da Oren Peli, regista della serie di film Paranormal Activity.

E allora concentriamoci proprio su queste due new entries per capire quale sia già uno Stracult, e quale uno Stracotto!

Di Alcatraz avevamo già parlato con entusiasmo qualche settimana fa, mettendo in luce pregi e difetti di uno show ambientato nel carcere più famoso e affascinante del mondo.
Con questa serie Abrams torna e riconquista punti dopo un paio di esperimenti piuttosto deludenti come Undercovers e Person of Interest. Sviluppata su due linee temporali (quella del ’63 e quella attuale) ogni episodio vede protagonista uno dei detenuti di Alcatraz tornati nel presente per i motivi più disparati, e con lo scorrere delle puntate, gli intrecci fra i personaggi sembrano essere ben più forti di quel che appaiono: tornano stilemi e tematiche care a J.J. che ancora una volta ha la straordinaria capacità di creare un hype notevole che incolla lo spettatore al divano. I segreti dell’isola (vi ricorda qualcosa, forse?) sono tanti e ben articolati in un gioco di specchi dove nulla è come sembra: difficile non premiare questo showcome lo stracult di inizio 2012.

Il titolo di Stracotto invece va senza troppi fronzoli a The River, la maxi produzione Spielberg-Peli (Paranormal Activity), girata da Jaume Collet-Serra (The Orphan). L’idea alla base potrebbe anche risultare intrigante, benché non propriamente originale: Emmet Cole, famoso presentatore di un adventure show, svanisce nel nulla durante una delle sue numerose spedizioni lungo il Rio delle Amazzoni. A sei mesi dalla sua scomparsa, la moglie Tess e il figlio Lincoln seguiti 24 ore su 24 dal cinico produttore Qiuetly e dai suoi collaboratori, partono alla ricerca del desaparecido. La principale “novità” della serie è lo stile di regia, un mockumentary girato per lo più in handy-cam per dare  l’idea, appunto, di assistere a una puntata del reality. Quello che appare però a prima vista come uno spunto interessante si trasforma da subito nel suo limite più grande: il finto documentario risulta posticcio e irreale, e telecamere piazzate convenientemente in punti strategici, non sono sempre credibili. A questo va ascritto poi il peggior difetto in cui un horror può incappare: la noia, che caratterizza i novanta minuti della season première. Pathos e tensione sono totalmente assenti, i personaggi sono macchiette da b-movies, la recitazione è troppo enfatizzata e marcata, la sceneggiatura scialba e insipida. Un flop fatto e finito.

E torniamo adesso a riflettere sulla domanda formulata poco fa. Se ci sembra passata una vita da Lost, è perché è stata l’unica serie capace di segnare davvero un’epoca (insieme ad altri telefilm) e la sua chiusura ha sancito la fine di una vera e propria Golden Age.
Inutile cercare oggi in altri show quello che ha rappresentato Lost, soprattutto per il tipo di legame che ha saputo instaurare col pubblico, un legame nato in fretta e che si è rafforzato nel tempo, anche in virtù di abili manovre “extra televisive” che hanno rinsaldato un amore durato anni.
Cercare ossessivamente un altro fenomeno simile è pura utopia, proprio perché nessuno di noi era realmente preparato: chi si sarebbe mai aspettato un tale livello di regia, storia, caratterizzazione dei personaggi da un prodotto televisivo?
Quella di Lost è un’isola dalla quale nessuno di noi sarebbe mai voluto ripartire.
È un’isola su cui, seppur virtualmente, abbiamo vissuto per sei lunghissimi anni.
L’abbiamo spostata temporalmente e fisicamente.
L’abbiamo esplorata, percorsa in lungo e in largo.
L’abbiamo amata, idolatrata, odiata, ogni tanto anche ripudiata.
Eppure, seppur masochisticamente, molti di noi vorrebbero che l’occhio di Jack non si fosse mai chiuso, e in fondo in fondo, vorrebbero il dottore ancora a lì, a battersi per il bene di tutti e per l’amore di Kate.
C’è chi ancora rimpiange quei tempi, quelli in cui ogni settimana ci lasciavamo catapultare in un mondo dove tutto poteva accadere, dove non avevamo bisogno di troppe giustificazioni per spiegare eventi soprannaturali, dove tutto era concesso.
E guai a chi dice che adesso certe “assurdità” non le accetteremo di buon grado: anche oggi a Jack, Sawyer e Locke, saremmo capaci di perdonare tutto, anche oggi accetteremmo situazioni di qualsiasi tipo.
Perché oggi più di ieri, seguiremo i naufraghi dell’Oceanic in capo al mondo, no matter what.
Penso sia sbagliato dire che se Lost andasse in onda nel 2012, saremmo più esigenti e severi, e non sarebbe la stessa cosa, perché in realtà lo sarebbe eccome.
Solo Lost è stato in grado di cambiare la tv, come nessuno aveva mai fatto prima, e come probabilmente, nessuno farà mai da oggi in poi.
La serie di Abrams ha segnato un traguardo importante, una vittoria senza precedenti, marcando un fuoco un universo dove non avrà mai rivali, checché se ne dica.

venerdì 6 gennaio 2012

NEWS - Post-it della Befana per ricordare i telefilm di gennaio da mettere nella calza (l'altra tenetevela libera per febbraio)
Piccola agenda ragionata d'inizio 2012 di telefilm in partenza a gennaio. Da lunedì prossimo, 9 gennaio, in partenza su Fox Life l'ottava stagione di "Grey's Anatomy" (ore.21.00) e la "prima" di "Pan Am"(ore 21.55). Sempre lunedì, in prima tv free su Cielo, inizia "Spartacus - Sangue e rabbia" (ore 22.30).
Il 12 gennaio prende avvio su FoxCrime "Silk"(ore 21.00, ogni giovedì). "C'era una volta", dopo l'anteprima natalizia, promette una partenza da favola il 17 gennaio su Fox (ore 21.00, ogni martedì). "The Event" debutta in chiaro su Italia2 il 18 gennaio (ogni mercoledì alle ore 21.30). L'avvio di "New Girl" è programmato per il 25 gennaio su Fox (ore 22.45, ogni mercoledì). "Dexter 6" è atteso dal 26 gennaio su FoxCrime (ore 22.50, ogni giovedì). "Alcatraz" di JJ Abrams è in rampa di lancio il 30 gennaio su Premium Crime (ogni lunedì in prima serata). Da segnalare due finali di stagione imperdibili: "The Killing" il 26 gennaio (FoxCrime, ore 21.00) e "American Horror Story" il 31 gennaio (Fox, ore 22.45). Che l'Uomo di Lattice sia con voi (più che dentro di voi)!

mercoledì 4 gennaio 2012

TelefilmCult
Anteprima! "The Event" dal 18 gennaio su Italia 2, ogni mercoledì alle ore 21.30.
1 ora fa via web

martedì 1 marzo 2011

NEWS - Altro che festa delle donne, il vero "Event" dell'8 marzo è su JOI!
The Event” torna su JOI e così l’evento continua…Dopo la pausa invernale e dopo che la NBC ha deciso di tardare la messa in onda della serie e attendere l’inizio del periodo di garanzia, torna la serie culto “The Event”. JOI infatti, a partire dall’8 marzo, trasmette in contemporanea con gli Usa e in esclusiva per l’Italia, gli ultimi 12 episodi della serie firmata e prodotta da Nick Wauters. Nelle prime puntate molti enigmi e dubbi sono stati risolti ma altrettanti sono ancora da spiegare. La struttura narrativa costituita da numerosi flashback ha teletrasportato lo spettatore nel lontano 1944, in Alaska, mostrando un gruppo di individui, del tutto simili agli esseri umani, ma con l’1% del Dna diverso e la caratteristica di invecchiare molto più lentamente rispetto agli standard terrestri. Questi individui di origine extraterrestre furono rinchiusi in un istituto penitenziario segreto sul Monte Inostranka. Dopo 66 anni, durante i quali la scottante questione rimane di esclusiva gestione dei servizi segreti, il neoeletto Presidente americano, Elias Martinez (Blair Underwood, in “Dirty sexy money”), ha voluto conoscere la verità e, in seguito a un dialogo con l’amica, nonché leader dei detenuti, Sophia Maguire (Laura Innes, la Dr.sa Weaver di “Er), ha deciso di rilasciarli e di rivelare tutto alla nazione. Un attentato terroristico organizzato da alcuni extraterrestri scampati all’arresto del 1944 capeggiati da Thomas (Clifton Collins Jr.) -il figlio di Sophia- impedisce a Martinez di rendere pubblico il segreto. Il Presidente scopre così della presenza di altri extraterrestri sul suolo americano e decide quindi di rinviare il loro rilascio. Nel frattempo il ragazzo della porta accanto Sean (Jason Ritter), dopo essersi avvalso dell'aiuto di un agente federale, riesce a ritrova Leila (Sarah Roemer), la fidanzata della quale aveva perso le tracce durante il primo episodio...Cosa succederà durante l’undicesimo episodio? Quali sono le reali intenzioni di questi individui? Ci si può fidare di loro? E soprattutto hanno tutti lo stesso obiettivo?
La programmazione: il primo marzo saranno trasmessi il nono e il decimo episodio per ricordare “dove eravamo rimasti”. L’8 marzo, saranno trasmessi, in lingua originale e sottotitolati, i primi due episodi inediti. La settimana successiva, invece - gli stessi episodi – saranno trasmessi doppiati in lingua italiana. Dal 22 marzo e per le settimane successive, alle 21.00 verrà riproposto doppiato l’episodio della settimana precedente, mentre alle ore 21.45 circa sarà trasmesso l’episodio inedito in contemporanea con gli USA sottotitolato in lingua italiana.

lunedì 15 novembre 2010

LA VITA E' UNA COSA SERIAL - Le due televisioni sul nostro telecomando
Ormai esistono due televisioni, sempre più distinte e distanti. Quella di pancia e quella di testa. La prima va in onda sulla tv generalista: è quella delle risse nei talk-show, del voyeurismo da reality, dei bambini spacciati da cantanti adulti, delle fiction "santificate", dei funerali in diretta, dei pacchi scavicchiati con lacrimuccia, delle faccine da circostanza. Quella che fa spippettare Davide Maggio, tanto per intenderci. La seconda è quella che vola alta sul satellite e sul digitale terrestre: programmi tematici e, soprattutto, telefilm. La prima è da pugno nello stomaco, la seconda ti invita a riflettere. Le serie tv, in questo contesto, rimangono un'oasi felice e sempre più solitaria. L'Isola del tesoro. Viene da chiedersi retoricamente se chi guardi "Dexter" o "Mad Men" possa poi abbassarsi a guardare "Grande Fratello" o "Ti lascio una canzone". Se chi ormai guarda in contemporanea con l'America il finale di "Lost" o il lancio di "The Event" possa poi scanalare sulle Miss Italia di Milly Carlucci. In questo inizio di stagione, dati alla mano, sembra di no, guardando la significativa trasfusione di pubblico dalla generalista al satellite. Ancor più, i recenti flop di ascolti sulla generalista di "Lie to me", "The Mentalist", "FlashForward" e "The Big Bang Theory", la dicono lunga. Serie eccellenti rifiutate da un pubblico che si nutre di scazzi e schiamazzi fin dalle prime ore del mattino. E' come se la tv trash avesse generato i suoi anticorpi per rigettare il virus della qualità. Eppure sono i telefilm che tracciano la linea dell'originalità, che t'invitano a riflettere anche dopo il the end di puntata, con i suoi meravigliosi puntini di sospensione. La generalista, tanto per dire, ti incolla due puntate a botta, non lasciandoti il tempo. Il satellite ultimamente ci mette il suo, cambiando la "casa" di serial avviati su altri canali; Cielo, seppure in chiaro, ha scippato a Fox Retro parte dell'egemonia vintage; vengono lanciate in pompa magna anche serie chiuse dopo pochi episodi; è in atto una guerra a colpi di comunicati tra il satellite (Sky) e la generalista (Mediaset e Rai) sull'immobilità del sistema televisivo; la qualità d'Oltreoceano della nuova stagione telefilmica non pare sia eccelsa (a parte "The Boardwalk Empire" e "The Big C"). Nonostante le contingenze, il pueblo unido dei telefilm è più vivo che mai: è rincorso dai pubblicitari (i quali lo definiscono "attivo" rispetto al "passivo" che si nutre dei Pippi Baudi), è il core business delle promozioni dei "pacchetti", è quello che vede gruppi sempre più folti su facebook e twitter. E' quello ignorato dai giornali, che non hanno ancora compreso il suo valore di opinion leader: Natalia Aspesi su "La Repubblica" è arrivata solo oggi a segnalare il sorpasso della tv americana sul cinema - si veda L'Edicola di Lou - quando ormai si è a rischio di ri-sorpasso. Meglio piazzare in pagina le polemiche di Baudo che rifiuta Sanremo o le proteste sui bambini cantanti di Scotti e della Clerici. Nell'opinione pubblica italiana si ragiona ancora di pancia, con i numeri dell'Auditel (anche se non sono più quelli di una volta sulla generalista), con le polemiche create ad arte che si presume attirino lettori-spettatori, con gli orari sballati e i continui cambi di programmazione, con la proposta utopica di Antonio Marano - vicedirettore della Rai - di girare serie tv in inglese (quando la maggior parte degli attori del nostro paese dovrebbe imparare a parlare, perlopiù, in italiano...). Una rivoluzione sotterranea pronta ad esplodere, un bivio davanti al quale occorre prendere una decisione, fare una scelta, schierarsi. La tv di pancia o quella di testa: una scissione che al confronto la separazione di Fini e Berlusconi sembra un neo di Bruno Vespa.
(Articolo di Leo Damerini pubblicato su "Telefilm Magazine" di Novembre)

venerdì 12 novembre 2010

NEWS - "The Event", tra fisica e metafisica il telefilm-guida del possibile riscatto delle serie tv

sabato 25 settembre 2010

L'EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti sui telefilm dai giornali italiani e stranieri

CORSERA
"Happy Town", la copia sbiadita di "Twin Peaks"
"Una piccola cittadina sperduta tra boschi e laghi ghiacciati. Una fabbrica che dà lavoro a gran parte degli abitanti. Un diner dove bere caffè americano. Un liceo in cui due innamorati si incontrano di nascosto, all' insaputa di famiglie e amici. Un efferato omicidio che sconvolge la quiete del posto, e riporta alla luce torbidi segreti a lungo nascosti. A molti queste righe ricorderanno qualcosa. Però, purtroppo, non stiamo parlando di «Twin Peaks»: sono invece i presupposti di «Happy Town» (su Fox, canale 110 di Sky, lunedì, alle 21.10), copia parecchio sbiadita del grande successo dei primi anni Novanta. La ridente Haplin, nel Minnesota, detta anche «Happy Town», si affanna a dimenticare un trauma collettivo: la scomparsa, anni prima, di alcune persone, anche bambini, per colpa di un non meglio identificato «uomo magico». Il nuovo delitto riapre antiche inquietudini e, in una comunità in cui tutti sembrano avere qualcosa da nascondere, porta con sé altri eventi funesti: tra questi, lo sceriffo che perde il senno ed è sostituito dal figlio, giovanotto dalla famiglia modello e dai sani principi. Chloe, una ragazza appena giunta in città, cerca segreti - quando parla al telefono con un misterioso interlocutore capita di rimpiangere l' agente Cooper e il suo registratore. E un altro straniero, un maturo rubacuori con un negozio di cimeli cinematografici, osserva con malcelato interesse. La grande quantità di eventi sopperisce alla mancanza non solo di originalità, ma di uno sguardo «d' autore» che dia credibilità al soprannaturale: non c' è costruzione dei personaggi, solo il muoversi di marionette sballottate in colpi di scena che sfiorano il ridicolo (il taglio della mano! il corvo! lo sguardo inquietante!). La colonna sonora sembra quella di un procedural qualsiasi. E la tensione stempera nella noia. Intanto su Joi (Mediaset Premium) è iniziata «The Event» una serie che, a giudicare dall' esordio, promette ben altre emozioni. Ne riparleremo presto".
(Aldo Grasso, 23.09.2010)

mercoledì 8 settembre 2010


NEWS - Achtung, compagni! E' partita la guerrilla marketing di "The Event": fogli di agenda e cartelline CIA per gonfiare l'attesa
E’ partita l’operazione di guerriglia marketing per promuovere la nuova serie "The Event", in onda il prossimo 21 settembre su joi (canale pay del digitale terrestre Mediaset Premium) in prima serata e in contemporanea con gli USA. Migliaia di pagine di agenda con la data fatidica sono state sparse in giro per Milano e Roma con tre messaggi diversi che alleghiamo. Prossimamente, sempre a Milano e Roma, verranno distribuite delle cartelline TOP SECRET contenenti documenti della CIA. Se ne occuperanno degli agenti, tipo “Men in Black”, posizionati alle uscite della metropolitana delle due città. Non allarmatevi, nel caso, non sono controllori...
NEWS - "Lost" ha tracciato il segno e non si può più tornare indietro (aka flashback). "The Event" debutta in contemporanea con l'America su Joi/Mediaset Premium (esclusiva per l’Italia)
In contemporanea con gli Usa
e in esclusiva per l’Italia, Joi, il canale pay del digitale terrestre Mediaset, trasmetterà la nuova serie di culto americana della Nbc, dal titolo “The Event”. La serie che debutterà il prossimo 20 settembre negli Stati Uniti, andrà in onda con il pilot sottotitolato su Joi a partire da martedì 21 settembre, in prima serata. Dalla settimana successiva, i telespettatori del digitale terrestre potranno vedere l’episodio della settimana precedente doppiato e quello nuovo, sempre in contemporanea con la messa in onda americana, sottotitolato.
Com’è possibile che un ragazzo comune sia coinvolto in una cospirazione che cambierà le sorti dell’intera umanità? Questo è l’interrogativo che emerge nella prima puntata della serie, nella quale Sean (Jason Ritter), un ragazzo come tanti, è alle prese con la scomparsa della sua fidanzata Leila (Sarah Roemer), ma non solo. Nel frattempo il neoeletto presidente degli Stati Uniti d’America, Elias Martinez (Blair Underwood, in “Dirty sexy money”), è pronto a rivelare al mondo una verità sconvolgente. Ovviamente, sarà ostacolato da una serie di fatti che lo porteranno a conoscenza di verità “più ampie” e che coinvolgeranno anche le persone a lui care, come Sophia (Laura Innes, la Dr.sa Weaver di “ER”), a capo di una misteriosa organizzazione, o Blake (Zeljko Ivanek, “Damages”), a capo della Cia. Nel seguire queste due vicende, verrà spontaneo chiedersi quale sia in realtà l’Evento, chi trama contro il Presidente e cosa c’entra con tutto questo Sean, il classico ragazzo della porta accanto…che, per la cronaca, è interpretato dal giovane attore emergente Jason Ritter, figlio dello scomparso John Ritter che i telespettatori italiani ricordano come protagonista della serie “Tre cuori in affitto”. La serie è firmata e prodotta da Nick Wauters. E’ stata definita un thriller cospirativo e la critica americana l’ha subito paragonata a “Lost”, per due motivi essenziali: il primo per il continuo ricorso ai flashback, il secondo, per la trama fitta di intrighi e misteri. Anche se nell’intenzione degli autori e, a differenza di "Lost", molti di questi complotti non rimarranno irrisolti. La curiosità sta anche nella distribuzione del prodotto, perché quella che si annuncia già una serie di culto partirà in America e, in contemporanea, anche in Italia sul canale Joi di Mediaset Premium e dopo arriverà negli altri paesi europei.

"Il trivial game + divertente dell'anno" (Lucca Comics)

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Lick it or Leave it!

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