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lunedì 13 luglio 2020

GOSSIP - Solo Heather Morris si sbatte per Naya! Le altre star di "Glee" in silenzio, Lea Michele cancella l'account di twitter dopo gli insulti
Some Twitter aren’t happy that some Glee stars have chosen to keep quiet as the search remains for Naya Rivera, who went missing last week after a lake trip in California.
Now, Amber RileyKevin McHale, and more have spoken out about why they chose to be silent while others have sent prayers and other comments about Naya.
“I haven’t seen not one of the GLEE CAST MEMBERS POST ABT NAYA EXCEPT FOR @HeatherMorrisTV AND @dotmariejones y’all a need to do better @LeaMichele @JennaUshkowitz @chriscolfer,” one Twitter user wrote, sparking the conversation of why they didn’t. Amber was one of the first to clap back at her own reason – because it’s not about her. It’s about Naya. “Show some respect. All our energy is going toward helping find Naya and praying for her safe return and for her family. No one owes anyone online a performance of grief,” she wrote. “This is very real and devastating. Focus on Naya and her family. Not us. We don’t matter right now.”
Fans also came to Chris Colfer‘s defense, who hadn’t posted anything about Naya’s disappearnce. One wrote, “I just want to tell you that you don’t owe us anything, we love you and we’re here to support you and your friends who are going through so much pain right now, I’m sorry if there are people who have made you feel like you can’t grieve at peace, we love you ❤” Years ago, Chris also opened up about how he personally mourned losing Cory Monteith, who passed away seven years ago tomorrow, and his statement is just as relevant right now.
Lea Michele has deactivated her Twitter account as of the time of this posting.
Her usual handle, @leamichele, now shows a deactivated account page with none of her previous tweets listed.
Fans are beginning to theorize why Lea may have made this move. It has been a tough couple of months for Lea after she was involved in a big controversy over her alleged on set behavior.
Lea‘s Glee co-star, Naya Rivera, has also been missing for several days after boating with her son Josey, 4, at Lake Piru in California.
In addition, Monday (July 13) is the anniversary of Lea‘s boyfriend Cory Monteith‘s tragic death back in 2013. His cause of death was later revealed to be due to heroin and alcohol.

lunedì 8 giugno 2020

GOSSIP - Clamoroso al CibaLea! Tutti contro la Michele: Naya Rivera e Heather Morris si levano i cazzi dalle scarpe contro la collega primadonna di "Glee"..."sgradevole" 
Naya Rivera has unfollowed Lea Michele on Instagram following the allegations that have been made about the actress’ behavior on the set of Glee and other projects. It’s no secret to fans that Naya and Lea were in a feud throughout their time on the show and it has even been addressed by the show’s creator Ryan MurphyNaya also addressed the feud in her memoir that came out in 2016. Naya had been following Lea on Instagram up until Tuesday night (June 2). As of today, she is no longer following her on the social media platform. The only Glee cast members who Lea follows are Darren Criss, Chris Colfer, and Becca Tobin.
Even Heather Morris is speaking out about the allegations made against her former Glee co-star Lea MicheleThe 33-year-old actress and dancer, who played cheerleader Brittany S. Pierce on the beloved series, says that Lea was “very” unpleasant to work with. Samantha Ware, who appeared on the show’s final season, spoke out earlier this week and said that Lea made her first television gig a “living hell.”
Heather said, “Let me be very clear, Hate is a disease in America that we are trying to cure, so I would never wish for hate to be spread to anyone else. With that said, was she unpleasant to work with? Very much so; for Lea to treat others with the disrespect that she did for as long as she did, I believe she SHOULD be called out.”
“And yet, it’s also on us because to allow it to go on for so long without speaking out is something else we’re learning along with the rest of society,” Heather continued. “But, at the current moment its implied that she is a racist and although I cannot comment on her beliefs, I think we’re assuming, and you know what happens when we all assume…”

venerdì 27 dicembre 2019

GOSSIP - Un brutto "Affair"! Ruth Wilson è fuggita dal set della serie tv che l'ha consacrata per mobbing lesbo: l'autrice Sarah Treem la voleva sempre nuda...
News tratta da LaStampa.it
L’attrice inglese Ruth Wilson ha lasciato improvvisamente nel 2018 il set della serie tv The Affair per le troppe scene gratuite di nudo che le venivano richieste. Lo ha rivelato l’Hollywood Reporter, dopo che per molto tempo si era pensato che Wilson se ne fosse andata per protesta contro la disparità del suo trattamento economico rispetto a quello del suo partner, Dominic WestI soldi non c’entravano nulla, ha finalmente spiegato Ruth Wilson, obbligata al lungo silenzio da una clausola del contratto. A farle decidere di abbandonare la serie, conclusa quest’anno anche in Italia con il titolo “Una relazione pericolosa” erano state le continue richieste della produttrice Sarah Treem, che la voleva nuda anche quando non era necessario. Tra le due donne si era creato un clima insopportabile, culminato con la richiesta di Wilson di non avere Teen sul set quando lei girava. La produttrice, secondo il racconto di Hollywood Reporter, si rivolgeva all’attrice “con il linguaggio di un uomo degli Anni 50”, dicendole che “tutti aspettavano solo lei” e che “era bellissima”. Wilson, che per la sua interpretazione di Alison Lockhart nella serie ha vinto un Golden Globe, ha abbandonato il set dopo l’ennesima scena di sesso, prevista contro un albero durante una sessione di yoga. L’attrice ha lamentato che mentre si giravano queste sequenze erano presenti molte persone che non c’entravano con la produzione e che anche al di fuori del set tutti potevano vedere tutto sui monitor. Inoltre, ha lamentato il fatto che la maggiore quantità di carne esposta fosse la sua e non quella di Dominic West, che interpretava il suo amante. Sarah Treem si è difesa dicendo di essere sempre stata una femminista, di non avere mai usato il linguaggio che le viene attribuito, né di avere mai costretto qualcuno a spogliarsi. Ma testimoni intervistati da The Hollywood Reporter hanno raccontato di averla vista più volte tentare di persuadere gli attori a denudarsi “anche quando non erano a loro agio e non erano obbligati dal contratto”, in un ambiente di lavoro definito “molto tossico”. A Hollywood il rapporto tra registi, produttori e attori che devono girare scene di nudo è regolato dalle norme del SAG-AFTRA, un sindacato che rappresenta 160.000 attori di cinema e tv e che vincola ogni scena di nudo al rispetto della dignità e della volontà dei professionisti coinvolti. Poiché il nudo è un ottimo ed economico sistema per risollevare gli ascolti di programmi altrimenti destinati al fallimento, se ne fa sempre più uso nelle serie tv. Spartacus è stato considerato un film porno con una bella trama, Game of Thrones in Italia è stato portato in seconda serata per risparmiare almeno i bambini, Vikings e Versailles sono pieni di sesso gratuito che non c’entra nulla con la storia. E’ probabile che la decisione di Ruth Wilson di confessare la vera ragione del suo abbandono del set di The Affair apra un nuovo fronte dopo quello del metoo. Le situazioni imbarazzanti e le pressioni da lei vissute devono essere molto comuni nel mondo delle nuove serie tv, così ossessionate dal sesso da averlo ormai fatto persino venire a noia.

mercoledì 23 ottobre 2019

NEWS - "Euphoria" mica troppo! Fa discutere la serie con Zendaya in onda su Sky: "Avvenire" si chiede se gli adolescenti di oggi siano davvero così, secondo l'Aiart il serial "crea pessimismo con situazioni umanamente abbiette"
Articolo tratto da "Avvenire"
Squilla un telefono. E un adolescente che ha appena guardato una serie tv di quelle considerate a rischio emulazione per i comportamenti potenzialmente distruttivi o autodistruttivi. Risponde un addetto del personale di segreteria che accoglie la telefonata, recupera le generalità, il luogo di residenza, e provvede a indirizzare l'adolescente, rimandandolo a degli psicologi professionisti, pubblici o privati, di prossimità. La serie tv per cui è stato attivato questo servizio è Euphoria, serie televisiva statunitense creata da Sam Levinson per il network Hbo, in Italia in onda su Sky Atlantic e Now Tv. La serie, prodotta dal rapper Drake e interpretata da Zendaya (prima stagione composta da otto episodi), si basa su un'omonima miniserie israeliana, ideata da Ron Leshem, Daphna Levin e Tmira Yardeni, e presenta uno spaccato della vita di un gruppo di adolescenti tra abuso di droghe, eccessi, violenza, e relazioni complicate della cosiddetta Generazione Z, ovvero i post millennial, cioè quella generazione che approssimativamente comprende i nati tra il 1995 e il 2010; la protagonista, Rue Bennett, è infatti nata a ridosso degli attentati dell' 11 settembre 2001. II servizio (mail e linea telefonica dedicata), proprio com'era avvenuto negli Stati Uniti con Hbo, è stato voluto da Sky, che ha deciso di «accompagnare la messa in onda di Euphoria con un'attività di sensibilizzazione e supporto per chi vive situazioni di disagio e di dipendenza, perché la rilevanza di queste storie vada oltre la tv e consenta a ciascuno di prendere consapevolezza e aiutare anche chi non sta guardando». II Consiglio nazionale dell'ordine degli psicologi ha concesso il proprio patrocinio per la serie, mettendo a disposizione un servizio di informazione e supporto di professionisti competenti, a titolo gratuito, fornito da Form-Aupi (Associazione Unitaria Psicologi Italiani - Società Scientifica): «La maggior parte delle richieste di supporto - ha spiegato Mario Sellini, presidente dell'associazione è arrivatatramite contatto mail, da parte di ragazzi e ragarip dai 17 anni in su. Inoltre devo dire mi sarei aspettato più richieste da parte dei genitori, invece sono stati principalmente i ragazzi a cercare un contatto per parlare delle loro problematiche e ricevere un aiuto». Riguardo a quelle che sono state le principali richieste di supporto, Sellini riporta un riscontro inaspettato: «Non abbiamo ancora dei numeri precisi, anche perché il servizio è tuttora attivo, ma ci sono state richieste principalmente di due tipologie: uso di stupefacenti - ma a differenza della serie non su droghe sintetiche e psicofarmaci - oppure problematiche di ordine sessuale, ed in particolare legate a questioni relative l'identità di genere, e il conseguente rapporto con i genitori per affrontare l'argomento; devo dire che questo è l'aspetto che ci preoccupa di più come professionisti, perché se una tossicodipendenza può essere inserita in un percorso di crescita complesso che va alla ricerca di un'esplorazione dei propri limiti, mentre le problematiche legate alla sessualità, invece, implicano più facilmente un non riconoscimento del problema, poiché non invalidanti. Per cui l'educazione alla sessualità viene percepita in modo distorto, anche per via della pornografia». Euphoria, com'era già avvenuto ad aprile 2018 per un altro teen drama, Tredici, ha ricevuto critiche da parte del Parents Television Council per la promozione di contenuti espliciti ad un pubblico adolescente. A tal proposito bisogna anche ricordare che recentemente Netfiix ha deciso di rimuovere la scena del suicidio dalla prima stagione, su indicazione di esperti medici dell'American for Suicide Prevention. Euphoria e Tredici, non sono comunque le uniche due serie tv ad affrontare queste e altre tematiche del mondo degli adolescenti, attraverso scene più o meno esplicite: le serie tv britanniche Sex education e The end of the f *** ing world, ne sono un esempio, ma anche l'italiana Baby, ispirata allo scandalo delle giovani squillo dei Parioli, e almeno un paio di passaggi su alcool e droga della serie spagnola Elite. Un'altra serie tv che tratta il tema della droga, poi, è la tedesca Come vendere droga online (in fretta). Su Euphoria è intervenuta anche l'Aiart, ovvero l'Associazione italiana cittadini mediali, che ha segnalato i contenuti agli organi di vigilanza e ha chiesto di aprire un tavolo di confronto con Sky e con tutte le emittenti che mandano in onda serie problematiche rivolte a un pubblico giovane, per riflettere su una responsabilità condivisa nella comunicazione: «E un processo - interviene con una nota Giovanni Baggio, presidente nazionale Aiart - che incoraggia l'emulazione di comportamenti a rischio e autodistruttivi. L'Agcom approva? Noi fatichiamo ad accettare una narrazione che mette in scena contenuti a tal punto estremi da indurre la stessa emittente ad aprire una linea di supporto psicologico attiva nei giorni in cui vanno in onda le puntate. Sky - prosegue Baggio - dichiara di voler incoraggiare una discussione e sensibilizzare il pubblico su questi problemi, ma l'Aiart è convinta che proporre immagini crude e contenuti espliciti come quelli che la serie presenta, spenga sul nascere qualsiasi discussione e sia in grado di creare non già una conoscenza critica di fenomeni degenerativi, come si asserisce, ma soltanto un senso di pessimismo, sconfitta e rassegnazione a situazioni umanamente abiette. E discutibile che le aziende radiotelevisive pur di far cassa ospitino contenuti di qualunque tipo, giustificandoli, ma i motivi di questo degrado televisivo restano essenzialmente tre: una regolamentazione inefficace, la potenza del web e il conseguente accesso 24 ore su 24 da parte di chiunque e a qualunque contenuto, e infine il silenzio degli organi di vigilanza». Resta infine da capire se davvero lo spaccato raccontato in queste serie tv sia rappresentativo del vero mondo degli adolescenti: «In verità - conclude Sellini - non tutti gli adolescenti vivono le problematiche raccontate. Quello che vediamo è solo una parte», e in parte risponde alla domanda che si pone Sam Levinson, il creatore di Euphoria, sul sito dedicato alle richieste di aiuto e supporto: «Come ci si orienta in un mondo che cambia ogni giorno?».

mercoledì 25 settembre 2019

NEWS - Dal 4 ottobre al via "1994" ma nessuno (Sky compresa) accenna a che fine abbia fatto Luca Pastore interpretato da Domenico Diele, condannato a 5 anni per omicidio stradale
Al via dal 4 ottobre in esclusiva su Sky “1994, l’ultimo capitolo della trilogia Sky Original prodotta da Wildside, parte di Fremantle, che racconta gli anni che hanno cambiato il Paese a cavallo fra Prima e Seconda Repubblica. Gli otto episodi della serie sono ambientati in quello che è un anno cruciale della nostra storia recente, raccontato attraverso gli occhi e le storie di persone comuni, la cui vita si intreccia con quelle dei protagonisti del terremoto politico, civile e di costume che segnò la prima metà degli Anni ’90. Nella serie, diretta da Giuseppe Gagliardi e da Claudio Noce, ritroviamo il cast di protagonisti Stefano Accorsi, Guido Caprino, Miriam Leone, insieme ad Antonio Gerardi, Giovanni Ludeno e Paolo Pierobon. 1994” è in onda dal 4 ottobre ogni venerdì alle 21.15 su Sky Atlantic e in simulcast su Sky Cinema Uno. Anche in 4k HDR per i clienti Sky Q. Disponibile anche su Sky On Demand, Sky Go e in streaming su NOW TV.
Nel 1994 l’Italia cambia per sempre: è l’anno della restaurazione. Lo sa bene Leonardo Notte (Stefano Accorsi): ha capito che conquistare il potere è difficile, ma mantenerlo è davvero una missione impossibile. Così come sembra impossibile per Pietro Bosco (Guido Caprino) riuscire a cambiare: anche ora che ha un ufficio al Viminale, non riesce ad abbandonare i suoi vecchi difetti, né riesce a dimenticare l’unica donna che ha davvero amato. Veronica Castello (Miriam Leone) deve infatti decidere chi sarà il suo compagno di vita, ma nel frattempo capisce che non vuole più essere solo la donna di uomini potenti e inizia così a giocare in prima persona la partita per il potere, diventando una parlamentare. Ritroveremo anche il PM di Mani Pulite Antonio Di Pietro (Antonio Gerardi), che continua la sua battaglia, Silvio Berlusconi interpretato da Paolo Pierobon e Dario Scaglia (Giovanni Ludeno). Con loro anche Maurizio Lombardi, già visto in 1992 e 1993 nel ruolo di Paolo Pellegrini, uomo di Berlusconi e neo-onorevole, che vive in adorazione del Cavaliere. "1994" è creata da Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo. L’idea del progetto è di Stefano Accorsi, che partecipa allo sviluppo creativo della serie. Beta Film è il distributore internazionale.

lunedì 16 settembre 2019

NEWS - Africa über alles! La rivoluzione femminile del continente africano diventa serial

Articolo tratto da "La Stampa"
La rivoluzione femminile in Africa occidentale passa anche dalle serie tv. Dal Senegal alla Nigeria sono sempre di più le produzioni che vedono protagoniste donne emancipate, indipendenti e libere di affrontare tematiche vietate fino ad oggi come la sessualità femminile. Storie alla Sex and the City in salsa africana, capaci di ribaltare dinamiche secolari di società a maggioranza musulmana fondate sul patriarcato. Tra tradimenti e colpi di fulmine c'è spazio anche per temi profondi e delicati, dato che, in questa zona d'Africa, le donne sono spesso vittime indifese. Dalle violenze sessuali, alla poligamia, agli abusi domestici. Situazioni frequenti per milioni di donne costrette a subire la supremazia di genere a volte tutelata anche dalle leggi dello Stato. Un movimento che sta incollando agli schermi di w e smartphone, per chi assiste su YouTube, milioni di adolescenti africane e che sta destabilizzando le autorità statali garanti del pubblico decoro. In Senegal, uno dei Paesi più progressivi dell'Africa occidentale, il Consiglio Nazionale che regola le trasmissioni televisive (CNRA), ha minacciato di oscurare la diffusione della serie Maitresse d'un homme marié (L'amante di un uomo sposato), i cui contenuti sono ritenuti «una minaccia alla preservazione della cultura e dell'identità nazionale». La serie, in onda due volte a settimana sia su Youtube che sul canale senegalese privato 2STV, è stata scritta da una ex giornalista televisiva, Kalista Sy, e racconta le vicende sentimentali di quattro donne che lavorano in un'impresa edilizia alle porte della capitale Dakar. La protagonista del feuilleton, Marème Dial, intraprende una relazione extra coniugale con Cheikh, un uomo sposato con Lalla, archetipo della sposa tradizionale. «Ero stanca di vedere personaggi femminili ideati da uomini o stranieri - ha detto l'autrice Kalista Sy in un'intervista al New York Times - in Senegal è arrivato il momento di mostrare le donne per quello che sono senza nascondere pregi e difetti». Anche in Ghana, nella fiorente industria cinematografica di Gollywood, grazie all'entrata in scena di numerose registe donne, l'immagine femminile è stata ribaltata. Non più personaggi deboli,o passivi, ma pieni di forza ed autonomia. E il caso di Scorned (Respinta), uno dei film più emblematici di questa rivoluzione culturale, in cui una casalinga tradita, si vendica del marito fino a diventare un'eroina. In Nigeria, la più sviluppata industria cinematografica del Continente e seconda al mondo per numero di film prodotti, stanno emergendo sempre più serie e film in cui si affronta anche il tema dell'omosessualità femminile, pratica condannata per legge nellamaggior parte degli Stati africani di fede musulmana. Anche Netflix, il gigante americano dello streaming online, arrivato in Africa solo nel 2016 e che, con grande difficoltà sta provando a recuperare il terreno perso, ha deciso di puntare su produzioni al femminile.

mercoledì 24 luglio 2019

NEWS - Clamoroso al Cibali! La Rai ha sponsorizzato con uno speciale "La casa di carta" di Netflix (non per soldi ma per denaro)
Articolo tratto da "la Repubblica"
Una cosa così non si era vista mai. Una televisione pubblica, finanziata coi soldi dei cittadini, che dedica uno speciale in seconda serata per lanciare non uno dei suoi programmi di punta, bensì la più seguita serie (straniera) della concorrenza. E neppure un concorrente qualsiasi, bensì il colosso americano Netflix: la piattaforma streaming che con le sue produzioni e una compagna commerciale superaggressiva sta sottraendo share e pubblicità alle emittenti nazionali in tutto il mondo, Italia compresa. Possibile da guardare solo abbonandosi, cioè pagando. Alla faccia del canone che ora i 5S vorrebbero abolire (per rimettere soldi in tasca alle famiglie) e della creatività nostrana che si dice di voler valorizzare. La spericolata iniziativa è opera della cosiddetta Rai del cambiamento. La quale, non contenta di aver confezionato uno speciale di mezz'ora trasmesso l'altra sera su Rai 2 per reclamizzare la terza attesissima stagione de La casa di carta, ne ha affidato la conduzione al volto più noto del canale: Simona Ventura. E stata lei, dalle 23 alle 23.30, ad anticipare all'affezionato pubblico della tv di Stato storia e personaggi dell'avvincente banda di rapinatori che, sopravvissuta al colpo del secolo — violare la Zecca di Madrid per stampare 2 miliardi di euro perfettamente legali e sparire con l'ingente malloppo — prepara un'altra ambiziosissima impresa. Tutti sempre vestiti di rosso, con la maschera di Salvador Dalì a celarne le identità, il nome di una città assegnato in dote — Tokyo, Rio, Berlino, Mosca, Denver — e un personaggio, chiamato "il professore", a coordinare la squadra dall'esterno: tutti intervistati m seconda serata dalla Rai. Un traino formidabile per il titolo spagnolo, il più visto fra quelli in lingua non inglese, che per Netflix rappresenta una specie di gallina dalle uova d'oro. Disponibile però solo mettendo mano al portafogli sulla piattaforma che conta già 150 milioni di abbonati in 190 paesi: esattamente il modello che RaiPlay ambisce (in sedicesimo) a eguagliare. Ma cosa vuoi che sia la mission del servizio pubblico se ci si può guadagnare? E infatti Viale Mazzini ha firmato un accordo commerciale che frutterà la bellezza di 600 mila euro: 20 mila euro al minuto, calcolando la durata. Non finisce qui. Per lanciare la serie, Netflix ha investito molto sulla Rai. E l'emittente non si è fatta pregare. Non solo ha programmato la messa in onda di una serie di trailer incassando altri 400 mila euro. Ma per evitare che lo speciale passasse inosservato ha pure predisposto una batteria di spot per ricordare l'appuntamento di ieri sera. Quaranta secondi psichedelici con musica rock in sottofondo in cui si vedono i protagonisti togliersi la maschera e promettere: "Stiamo tornando e faremo le cose in grande". Per chiudere con la scritta in sovrimpressione: "Solo su Netflix dal 19 luglio". Cioè ieri, giorno dal quale La casa di carta è disponibile sulla piattaforma. Mai vista una tv che fa concorrenza a se stessa. Ormai specializzata nell'occupazione sistematica delle poltrone.

lunedì 1 luglio 2019

NEWS - Alla fine "Game of Thrones" e "Lost" hanno una cosa in comune...finali deludenti (ma non I più deludenti..., forse)

News tratta da "Uproxx"
A Song of Ice and Fire author George R.R. Martin was recently a guest on Leonard Maltin’s Maltin on Movies podcast, where he called the internet “toxic” (no argument here!) following the negative reaction to the Game of Thrones series finale. “The internet is toxic in a way that old fanzine culture and fandoms — comics fans, science fiction fans — in those days, was not,” he said. “There were disagreements. There were feuds, but nothing like the madness that you see on the Internet.” It’s this “madness” that led to “The Iron Throne” being voted a worst finale than “Last Forever: Part Two” from How I Met Your Mother, “Remember the Monsters?” from Dexter, and “The End” from Lost. Speaking of Lost: in 2011, shortly before Game of Thrones premiered, Martin told the New Yorker that he “watched [Lost] every week trying to figure it out, and as it got deeper and deeper, I kept saying, ‘They better have something good in mind for the end. This better pay off here.’ And then I felt so cheated when we got to the conclusion.” He added, “I want to give them something terrific,” referring to Game of Thrones readers and viewers. “What if I f*ck it up at the end? What if I do a Lost? They’ll come after me with pitchforks and torches.” You might say Martin’s comments, which ended up on the internet, were… toxic, and Lost co-creator Damon Lindelof hasn’t forgotten them.
“I agree with you, George. And I remain a huge fan of your work,” Lindelof wrote on Instagram over the weekend. “That said, I’ve always wondered if you’d be House Stark or House Lannister… now I know it’s House Glass. Let’s stop throwing stones, shall we?” He then added the hashtags #TheNorthRemembers and #Turd, which are both Thrones references, sort of. Anyway, this unlikely feud can only end one way: with peace and understanding after Martin invites Lindelof over to his house to show him his extensive hat collection. Or maybe GRRM will write “who watches the Watchmen? Not me!” on his blog, I dunno. At least we can all agree The Leftovers series finale? Perfect.

martedì 25 giugno 2019

GOSSIP - Smollet quel cappio! Il protagonista di "Empire" fermato dalla polizia: voleva impiccarsi?
New video of Jussie Smollett moments after his alleged attack has been released by the Chicago Police Department. The video comes from police body cam footage as they responded to the 37-year-old Empire actor’s 911 call back in January. In the vid, Jussie can be seen wearing rope around his neck in his apartment. The officers ask if he wants to remove the rope and he complies but says he “just wanted you all to see it.” He also adds that his alleged attackers poured bleach on him.
Jussie then tells officers he does not want to be recorded and they agree to turn their cameras off.
Check out the entire video

venerdì 31 maggio 2019

GOSSIP - Fonda a fondo. La co-protagonista di "Grace & Frankie" confessa: "durante il serial ho sofferto di una crisi nervosa!"
Jane Fonda went through a difficult time while filming the first season of Grace & FrankieThe 81-year-old actress opened up in an interview with The Hollywood Reporter published on Wednesday (May 29). “It took me a long time to figure out [my relationship to this character]. I had a nervous breakdown during the first season, and I discovered it’s because the very first episode our husbands tell us that they are going to leave us after 40 years and marry each other and that triggered abandonment,” she explained. “It was a big trigger, and I didn’t realize that a character in a comedy could actually trigger something very profound. And so I love her, and I learned to invite her into the room.” She also opened up about her similarities and differences to her character on the hit Netflix series.

domenica 19 maggio 2019

NEWS - Clamoroso al Cibali! Monta la protesta sul finale di "Game of Thrones": "va riscritto!"

Articolo tratto dal "Corriere della Sera"
L' ottava stagione di Trono di spade va riscritta da scrittori competenti. Questo l'ordine imperioso trasmesso a Hbo, tramite la piattaforma di petizioni online Change.org, dai fan. In quasi un milione hanno firmato l'appello che chiede un finale diverso per una delle serie tv più amate di sempre. A dare fuoco alle polveri della rivolta social è stato l'agguerrito Dylan D. da Fort Worth, Texas. Che qualche giorno dopo la messa in onda del quarto episodio (in prima tv Usa il 5 maggio, da noi trasmesso il 13), non ci ha più visto. «Ero deluso e arrabbiato» ha spiegato in un lungo post su Change.org: di qui la decisione di chiedere le «teste» degli sceneggiatori. «David Benioff e D.B. Weiss» si è sfogato Dylan D. su Change.org «hanno dimostrato di essere degli scrittori miseramente incompetenti in mancanza di materiale di riferimento», alludendo agli ultimi due romanzi inediti («Winds of Winter» e «Dream of Spring») di George R.R. Martin, il «padre» di Trono di spade. Insomma: senza i libri, sostengono i fan, Benioff e Weiss hanno «floppato». «Gli episodi sono scritti in modo approssimativo», «I colpi di scena non sono stati adeguatamente impostati», «Le motivazioni dei personaggi non sembrano plausibili» le lamentele più ricorrenti tra i firmatari della petizione. «Questa stagione — sintetizza un utente — ha demolito tutto ciò che è stato costruito durante la serie, come conseguenza di una narrazione raffazzonata, di uno scarso sviluppo dei personaggi e di una generale sciatteria». «Hanno rovinato la serie tv più bella di sempre. Questi due non devono nemmeno avvicinarsi a Star Wars», ha rincarato la dose uno dei «rivoltosi» riferendosi al fatto che Benioff e Weiss cureranno la sceneggiatura della prossima trilogia di Guerre Stellari (a onore di cronaca va ricordato che nemmeno i film del franchise creato da George Lucas sono estranei a proteste: dopo l'uscita di Star Wars: L'ultimo Jedi, fu lanciata una petizione per rimuovere l'episodio dal canone ufficiale, sostenuta da u6.945 firmatari; certo, un'inezia di fronte all'armata del milione sollevata da Dylan D.). Dato il costo di ciascun episodio — circa 15 milioni di dollari (13,4 milioni di euro) — è molto improbabile che Hbo ceda alle richieste dei fan. Ne è consapevole Dylan D. per primo: «Ma, come dice il Joker di Heath Ledger, "Non si tratta di soldi, si tratta di inviare un messaggio"». D'altro canto, non si può non considerare che il suasi milione di firmatari non e che una piccola parte di quei 18,4 milioni di spettatori che, secondo i dati diffusi da Hbo, hanno seguito gli episodi incriminati. Tra chi li difende, per esempio, c'è Stephen King: «A me l'ultima stagione è piaciuta molto», scrive su Twitter. «C'è stata molta negatività, ma credo che sia perché la gente non vuole che Trono di spade finisca». Né, del resto, «quei due», Benioff e Weiss, potevano ignorare la bufera social. «Una buona storia non è tale se non ha un buon finale» hanno detto a Entertainment Weekly. «Certo che siamo preoccupati». Hbo non ha fino a oggi rilasciato alcun commento. Forse per il canale parlerà l'ultimo episodio, in onda stasera negli Usa (domani in Italia). 

martedì 14 maggio 2019

NEWS - Clamoroso al Cibali! "Game of Thrones" non finirà mai: smentite voci di ultimi due capitoli letterari di George R.R. Martin

News tratta da "Just Jared"
Game of Thrones author George R.R. Martin is speaking out about rumors surrounding his final two novels. According to GOT actor Ian McElhinney, George had already finished The Winds of Winter and A Dream of Spring but was waiting for the HBO series to conclude before publishing them. “It boggles me that anyone would believe this story, even for an instant. It makes not a whit of sense. Why would I sit for years on completed novels?” George wrote on his blog.
He continue, “I will, however, say for the record — no, The Winds of Winter and A Dream of Spring are not finished. Dream is not even begun; I am not going to start writing volume seven until I finish volume six. No, the books are not done. HBO did not ask me to delay them. Nor did David [Benioff] & Dan [Weiss]. There is no ‘deal’ to hold back on the books.”
George‘s most recent book in the series, A Dance with Dragons, was published in 2011. 
HBO used the first five GOT books to create the series and were given an outline about how George planned to end the final two novels.

venerdì 3 maggio 2019

SGUARDO FETISH - Achtung, compagni! Se non scopate è colpa di Netflix!

Articolo tratto da "Il Foglio"
Nell'imbarazzato tentativo di spiegarci, senza offendere nessuno, perché il sesso nelle vite adulte ondeggi tra l'ossessione e il sottoscala del nostro interesse, e nel bisogno di romanzare la pigrizia demografica e la prudenza procreativa, andiamo sempre alla ricerca di un soggetto esterno a cui addossare la responsabilità di quel che accade ai nostri desideri sopra i nostri divani. Quindi adesso ecco a voi il maggiore indiziato in colpevolezza da stanchezza erotica e da esagerato successo nel controllo delle nascite: Netflix. La comodità e anche l'appagamento offerto da serie tivù senza interruzioni pubblicitarie (pare che le interruzioni pubblicitarie incitino al movimento, al dialogo, al bicchiere di vino, a manovre di avvicinamento fra esseri umani liberi e consenzienti), e anche quel meraviglioso senso di quasi infinito offerto dalla possibilità di accedere alla puntata successiva senza più lo sconforto e l'eccitazione data dall'attesa, la soddisfazione insomma, la varietà di scelta, la concentrazione, la solitudine ma anche eventualmente la condivisione dello spettacolo con la persona giusta (o sbagliata, non importa) creano una tale catena di intimità e vitalità che poi ci si addormenta senza alcun senso di omissione. Oppure si corre a casa, carichi di buone intenzioni, ma alla frase: "Stasera finiamo la terza stagione di Chiami il mio agente!", non si può resistere, e ci sarà sempre un'altra sera, e ci sarà sempre una nuova puntata di qualcosa anche di vecchio, ci sarà un documentario su Osho che finalmente ci aprirà gli occhi su Osho, sempre con l'euforizzante consapevolezza che non c'è soltanto Netflix. Sono stata al cinema tre volte in questa settimana, compreso il giorno di Pasquetta con la solita pioggia fuori, sono arrivata quasi in ritardo con la paura di trovare solo i posti in prima fila che mi fanno venire il torcicollo, e ogni volta in sala non eravamo più di quindici, tutti seduti vicinissimi a causa dei posti assegnati dal computer, e ci guardavamo sospettosi: non saremo dei pericolosi maniaci? Il pensiero successivo è stato: ma dove sono finiti tutti? A casa, sdraiati da qualche parte con Netflix in vena e in totale castità, è la risposta che danno i sondaggisti del Wall Street Journal, sempre nel tentativo di scovare un colpevole. Dei cinema deserti, delle culle vuote, dell'insonnia. Del resto, l'amministratore delegato di Netflix ha detto che uno dei suoi principali concorrenti, nel desiderio di occupare ogni momento libero dei suoi centoquarantanove milioni di abbonati, è il sonno. Non ha parlato di sesso, non ha parlato di vita: sa che non si possono fare due cose contemporaneamente. E' un problema, questo, che riguarda da sempre soprattutto i maschi. I sondaggisti non si sono ancora occupati dei pericolosi sconvolgimenti famigliari, coniugali e sentimentali di quando salta il wifi. Quando il film si blocca. Quando scopri che si è bloccato non per il wifi ma perché la ex del tuo fidanzato ha ancora le password di Netflix e le sta offrendo in giro per vendicarsi. In quei casi estremi può succedere di tutto, sesso compreso, tutto tranne la disdetta dell'abbonamento, che verrà più probabilmente allargato ai quattro schermi in contemporanea. Utili anche in caso di divorzio senza spargimento di sangue.

giovedì 28 marzo 2019

NEWS - Di Maio in peggio! Netflix definisce "crazy" le norme del governo ereditate da Franceschini (e mai smentite) che impongono una percentuale italiana/europea di produzioni ai soggetti di streaming 

News tratta da "Affari&Finanza"
"'This is crazy", è sbottata Marianna Scharf, EU policy manager di Netflix, mercoledì scorso al primo incontro del tavolo istituzionale governo e operatori convocato per discutere della direttiva Ue sui contenuti europei, sui decreti attuativi mancanti del "vecchio" Ddl Franceschini e, in sintesi, per decidere la quota di produzioni europee e italiane che deve comparire nei palinsesti delle tv, delle pay tv e anche delle library delle piattaforme Ott. Primo incontro e prima volta a un tavolo istituzionale anche per Amazon e Netflix. Per quest'ultima erano in tre. Il direttore della divisione European Public Policy Marzena Rembowski, che non parla italiano; la policy manager Sharf, che invece l'italiano lo parla, e infine Lucia Carta, esperta di acquisizione e gestione diritti che Netflix ha appena strappato a Mediaset. La "pazzia" era nel fatto che a Netflix era stato chiesto di accettare le quote e di esprimere una posizione negoziale precisa in fretta. Troppo in fretta per le loro abitudini. Al prossimo incontro, tra alcuni giorni, arriveranno sicuramente più attrezzati.

domenica 10 marzo 2019

NEWS - Fermi tutti! L'Antitrust accende i riflettori sull'inciucio monopolista tra Mediaset e Sky: "effetti preclusivi per altri operatori"

Articolo tratto da "Il Sole 24 ore"
L'Antitrust vuole andare più a fondo sulla vendita, da parte di Mediaset a Sky, di R2: la società che contiene la piattaforma del digitale terrestre usata da Premium. L'Autorità ha deciso di aprire un'istruttoria per accertare, come riportato in una nota, «le possibili ricadute concorrenziali dell'acquisizione, da parte di Sky, operatore dominante nel mercato della pay-tv, di R2, vale a dire la piattaforma tecnica del digitale terrestre». E tutto questo considerando che «Mediaset Premium ha rappresentato in passato sostanzialmente l'unico concorrente di Sky nel mercato della televisione a pagamento». Nessun commento dai quartier generali di Sky e Mediaset sull'avvio di questa "fase 2". Sembra farsi comunque in salita la strada verso la conclusione con lieto fine di questa operazione che trae origine dagli accordi del 30 marzo 2018 con cui Mediaset e Sky hanno siglato una pax televisiva declinata in vari punti di intesa. Frutto di quegli accordi è ad esempio lo sbarco sul digitale terrestre pay, ospite proprio sulla piattaforma di casa Mediaset, di una Sky che così facendo ha avuto il vantaggio non da poco di avviare la sua offerta Dtt a pagamento già da giugno, con i diritti della Serie A per il 2018-21 appena conquistati. Altra conseguenza l'aumento della library per la pay tv ora approdata nella galassia Comcast con i canali di cinema e serie Premium. Ulteriore vantaggio: l'approdo di tutti i canali free-to-air di Mediaset sull'offerta satellitare di Sky dal 1° gennaio 2019. Insomma un'offerta win-win per le parti, senza dimenticare che per Mediaset c'è il vantaggio della cessione di una struttura di costo (tutta la parte operation) legata a un'attività, la pay tv, sulla quale ha deciso di non insistere concentrandosi sulla tv in chiaro. Conditio sine qua non è però l'ok incondizionato delle Authority, che si tratti dell'Antitrust o anche dell'Agcom cui spetta un parere non vincolante. L'avvio di un'istruttoria non rappresenta uno stop, ma potrebbe a questo punto anche concludersi con l'indicazione di vincoli da parte di un'Antitrust preoccupata, come scrive nel provvedimento, di «effetti preclusivi nei confronti di altri operatori» in un mercato in cui Sky ha una «posizione dominante». Ora scattano 45 giorni. In caso di semaforo rosso o di ok condizionato la piattaforma, già passata con closing da Mediaset a Sky, tornerebbe di nuovo (a meno di ripensamenti delle parti del loro stesso accordo: cosa però difficile da considerare) al gruppo di Cologno. Mediaset potrebbe poi decidere di chiudere il tutto, con relative conseguenze anche per gli oltre 100 lavoratori occupati. Sky a quel punto dovrebbe crearsi una sua piattaforma Dtt. Ma non sarebbe una cosa impossibile: tecnicamente non d sono le stesse difficoltà del satellite. Intanto l'effetto positivo della cessione è stato quantificato in 6o-7o milioni annui sull'ebit del Bisdone. Difficile che Mediaset possa rivedere la sua scelta.

sabato 23 febbraio 2019

NEWS - La caduta dell'Impero! Ultima ora: Jussie Smollett fatto fuori da "Empire"
Jussie Smollett è stato rimosso dagli ultimi due episodi della quinta stagione di «Empire». Lo ha annunciato la produzione della serie tv della Fox dopo le accuse nei confronti dell'attore di aver inscenato un attacco omofobo e razzista nei suoi confronti perché non soddisfatto del suo salario. «Abbiamo deciso — si legge in un comunicato — di eliminare il ruolo di "Jamal" degli ultimi due episodi della stagione». Smollett aveva incontrato tutto il cast subito dopo le accuse e si era scusato per l'imbarazzo creato e sottolineando di essere innocente.

venerdì 22 febbraio 2019

NEWS - Denunce da prendere con le...Smollett. Il protagonista di "Empire" arrestato per aver finto attacco omofobo e razzista
News tratta da "Il Giornale"
E' finito in manette e rischia tre anni di carcere, dopo essere stato incriminato per aver mentito, l'attore statunitense Jussie Smollett, che a gennaio aveva denunciato di essere stato vittima di un'aggressione razzista e omofoba a Chicago, da due persone che gli avevano lanciato insulti razzisti. Lo ha fatto sapere la polizia di Chicago, precisando che l'attore, noto per la serie televisiva «Empire», è stato portato in custodia. Il 36enne aveva denunciato di esser stato aggredito da due persone nel centro di Chicago, che l'avrebbero bersagliato di «insulti razzisti e omofobi», prima di picchiarlo. Secondo la polizia, Smollett ha inventato l'episodio, «sfruttando il dolore e la rabbia che il razzismo causa, per promuovere la propria carriera». Un portavoce ha aggiunto che l'attore ha pagato «3.500 dollari per inscenare l'aggressione». E sul caso è intervenuto anche il presidente statunitense Donald Trump, rivolgendosi direttamente alla star in maniera polemica: «Jussie Smollett, che dire di Maga e delle decine di milioni di persone che hai insultato con i tuoi commenti razzisti e pericolosi?».

lunedì 28 gennaio 2019

NEWS - Più vinci premi, più rinegozi il contratto. "The Marvelous Mrs. Maisel" sbanca i SAG Awards e il cast tira la corda sui compensi

News tratta da Deadline.com
It’s been a longtime TV industry tradition for the cast of successful series to renegotiate their contracts and get salary bumps after the first two seasons. The practice has been employed by the broadcast networks for decades, with NBC’s This Is Us as a recent example, and also has been adopted by the streaming platforms, illustrated by the recent salary bumps after Season 2 for the actors of Netflix’s Stranger Things and 13 Reasons Why. Add Amazon’s breakout dramedy The Marvelous Mrs. Maisel to the list. Originally picked up with a two-season order, the period series from Amy Sherman-Palladino was renewed for a third season in May, months ahead of its November premiere. Since its launch, Mrs. Maisel has been an awards juggernaut, winning a slew of  top awards, including Emmys and Golden Globes. At tonight’s SAG Awards, where the show had another sweep with statuettes for Emmy and Golden Globe winner Rachel Brosnahan, co-star Tony Shalhoub and the cast in the comedy ensemble category, Shalhoub referenced the renegotiations. It was the first time since 30 Rock in 2008 that one series won all three comedy categories. “I want to thank everyone in Amazon, Jen Salke, and especially James Sterling in legal affairs and not just because I’m in the middle of renegotiation,” Shalhoub quipped in the acceptance speech for his third SAG Award in the actor in a comedy series category, first for Mrs. Maisel (He previously won twice for Monk.) Shalhoub went on to “thank my incredible cast and crew.”Salke is the head of Amazon Studios, while Sterling is Senior Business Affairs Executive. According to sources, the renegotiations are ongoing with no major issues, and the deals, which are said to include sizable salary increases for the main actors, are expected to close to pave the way for Season 3. In addition to Brosnahan and Shalhoub, the core cast of The Marvelous Mrs. Maisel includes Emmy winner Alex Borstein, Michael ZegenKevin Pollak and Marin Hinkle. 

venerdì 25 gennaio 2019

NEWS - Giù la maschera! La Fondazione Dalí mette sull'attenti "La Casa di carta"
News tratta da "Il Fatto Quotidiano"
"Stiamo procedendo a regolarizzare gli usi del diritto di immagine di Salvador Dalí". Con questo breve comunicato la Fondazione Gala-Salvador Dalí - fondata dallo stesso pittore nel 1983 con l'obiettivo di promuovere e difendere la sua eredità e la sua immagine - ha fatto sapere di aver messo sotto la lente d'ingrandimento La casa di carta, la serie tv i cui ladri utilizzano maschere con l'aspetto, i baffi egli occhi sporgenti del pittoresurrealista. Nel mirino ci sono anche tutte le maschere utilizzate per Carnevale o per Halloween. La fondazione di Figueres (Girona), pur ricordando di aver "assegnato la gestione dei diritti esclusivamente allo Stato spagnolo", osserva che "non è solo un problema economico. Qualsiasi persona che desideri esercitare o sfruttare uno di questi diritti deve avere l'autorizzazione preventiva della fondazione".

giovedì 27 dicembre 2018

NEWS - Fermi tutti! L'eterosessualissimo Darren Criss ha deciso che non interpreterà più omosessuali: "non sarò un altro attore etero a interpretare gay!"
News tratta da Deadline.com
Darren Criss has played numerous characters on TV, film, and stage, but he is best known for his roles as Blaine in Glee and his recent turn as the real-life Andrew Cunanan in The Assassination Of Gianni Versace: American Crime Story for which he has won an Emmy and, most recently, a Golden Globe nomination. In addition, he played the titular character in Broadway’s Hedwig and the Angry Inch. The characters are members of the LGBTQ community and Criss, who identifies as heterosexual, said that those will be the last queer characters he will play. During a recent event for Clorox’s What Comes Next in New York, Criss said that the gay roles that he has played are wonderful. He followed that up with saying, “But I want to make sure I won’t be another straight boy taking a gay man’s role.” Hollywood is currently in transition when it comes to authentic representation of LGBTQ characters, people of color and other members from marginalized communities — and Criss is very cognizant of that. He admits that he no longer feels comfortable playing these roles and that it is “unfortunate.” “The reason I say that is because getting to play those characters is inherently a wonderful dramatic experience,” he said. “It has made for very, very compelling and interesting people.”

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