sabato 13 gennaio 2007

NEWS - Anche William Shatner nell'undicesimo film di "Star Trek" firmato da JJ Abrams
JJ Abrams è entusiasta di come si stia sviluppando il progetto cinematografico di "Star Trek XI". In un'intervista al popolare settimanale "Entertainment Weekly", l'ideatore di "Lost" e "Alias" ha annunciato che la prima stesura della sceneggiatura è già pronta, anche se ha comunque detto di non avere ancora un'idea su quando effettivamente il film potrebbe uscire nelle sale. Nessun dettaglio sulla trama. "Da una parte penso che i fan di Star Trek rimarranno soddisfatti di come abbiamo aggiustato le cose - ha detto Abrams - così come penso che chi non conosce o conosce solo vagamente Star Trek potrà ugualmente apprezzare il film, perché non richiede nessuna particolare conoscenza dell'universo della serie". Ipse dixit. Abrams ha anche affermato di guardare al pubblico "nuovo" con interesse particolare: "anche perché penso che verranno al cinema con una mentalità aperta". Tra le persone che stanno lavorando insieme ad Abrams al progetto cinematografico "stellare" ci sono i suoi collaboratori storici, ovvero Roberto Orci e Alex Kurtzman. Nel frattempo, William Shatner ha detto che Abrams gli ha confermato di volerlo nel film, anche se la parte di sceneggiatura che lo riguarda non è ancora stata scritta. "Devono ancora capire come far incontrare il capitano morto con il capitano giovane: è un problema tecnico un po' complesso, ma sono certo che lo risolveranno", ha chiosato Shatner.

venerdì 12 gennaio 2007

ANTEPRIMA - Jennifer Aniston e Courteney Cox di nuovo insieme: la coppia di "Friends" si riunisce in "Dirt"
La coppia di "Friends" Aniston-Cox è destinata a riunirsi in tv. Se non sarà nella reunion degli "amici" del Central Perk (vedi Post del 12 dicembre), le due attrici calcheranno lo stesso set di "Dirt", la serie che vede protagonista Courteney nei panni di una direttrice di giornale a caccia dell'ultimo scoop e del gossip più clamoroso. La Aniston comparirà da guest-star in un episodio. "Io e Courteney ne parliamo da un sacco di tempo e mi sembra meraviglioso recitare ancora insieme", ha dichiarato Jennifer, che nella serie potrebbe interpretare addirittura se stessa, vittima dei paparazzi come le è successo nella vita reale negli ultimi anni.
NEWS - Mercato telefilmico: affari d'oro con "CSI"
Goldman Sachs e CanWest Global Communication vogliono partecipare al fenomeno globale di "CSI". La banca d'affari Usa e il produttore televisivo canadese, secondo quanto riportato da "Bloomberg News", potrebbero comprare Alliance Atlantis, co-produttore delle fiction tv sulle indagini della polizia scientifica di Las Vegas, Miami e New York. Alliance, con sede a Toronto, cerca acquirenti dallo scorso dicembre e secondo alcune stime potrebbe raccogliere fino a 1,7 miliardi di dollari.
FLASHBACK - Bentornati a "Twin Peaks"!
"Telefilm Cult" compie un viaggio settimanale indietro nel tempo, naturalmente a puntate, nel mito tele-visionario firmato da David Lynch. E su come è stato...venduto.
A cura di Elena Palin

INTRODUZIONE
A partire dagli anni novanta le serie televisive si sono affermate spesso come forme di “testualità di culto”, destinate a generare “consumi di fandom” ovvero forme di fruizione intense, appassionate, addirittura performative. La televisione, soprattutto nella forma dei telefilm di produzione americana, è stata in grado di dare luogo a ”fenomeni di culto”, che potremmo anche definire di telefilia.[1] Il fenomeno della “cultualità “ contemporanea abbraccia ambiti variegati e piuttosto differenti: riguarda oggetti non mediali, secondo un meccanismo di “feticizzazione della merce”[2], ma comprende soprattutto prodotti mediali, e la sua origine è da ricercarsi nel cinema e in alcune sue specifiche modalità di consumo. In particolare, la serialità televisiva americana ha definito forme peculiari di cultualità. Soprattutto a partire dagli anni novanta, la narrazione televisiva di fiction di produzione USA ha assunto la forma della serie serializzata[3]: anche forme seriali costruite per episodi conchiusi (le serie) hanno sviluppato linee narrative di continuità, sulla modalità del serial, incrociando in vario modo chiusura (in episodi) e apertura (in puntate).La televisione seriale di culto si situa all’interno di generi che potremmo definire fantastici: la fantascienza, l’horror o altre forme ibride. Questa caratteristica della cult-testualità televisiva contemporanea è un elemento centrale per la sua stessa definizione, perché essa va ad identificarsi, più che con forme testuali chiuse, con universi diegetici altamente complessi ed infinitamente rimaneggiabili dagli stessi spettatori[4]. La produzione televisiva americana di fiction ha iniziato, soprattutto a partire dagli anni novanta, a prevedere forme di fruizione diversificate, tese ad andare oltre il semplice consumo distratto e, al contrario, a generare modalità di consumo appassionate, affettive, produttive e performative. Si è passati cioè, da una programmazione prevalentemente “di flusso” a una costruzione dei palinsesti per appuntamenti essenziali” ed “eventi imperdibili”.[5] L’emergere di una cult-testualità televisiva interessa soprattutto per le sue caratteristiche simboliche, per i suoi meccanismi linguistici e per la sua relazione con il pubblico. Jankovich e Lyons[6] ne datano l’origine all’inizio degli anni novanta con la distribuzione di due serie televisive rivoluzionarie: Twin Peaks di David Lynch e X-Files di Chris Carter. Queste due serie sono state fondamentali nel ripensare il rapporto con il pubblico e la rigida divisione in generi che fino ad allora veniva teorizzata. Si tratta di particolari forme testuali che scavalcano i confini del testo e prevedono forme di fruizione di fandom, di serie televisive prodotte e distribuite sul mercato per incrementare non semplicemente spettatori regolari ma anche una notevole proporzione di fan.[7] Serie come Twin Peaks e X-Files adottano una varietà di meccanismi testuali e narrativi che attivano pratiche di visione immersive, interpretative e interattive. Di conseguenza, mutano sia le forme testuali sia il loro rapporto con il pubblico, due aspetti strettamente correlati. Ciò a cui la cult-testualità dà risposta non è semplicemente il desiderio di essere intrattenuti, quanto piuttosto la necessità di essere coinvolti in un universo immaginario. Essa cerca di raccogliere un significativo seguito di fan così devoti da non guardare semplicemente ogni episodio, ma da registrarli ed archiviarli tutti, da comprare le pubblicazioni ufficiali di cassette o dvd, da acquistare un’ampia serie di prodotti spin-off e da promuovere e supportare la serie in un numero infinito di modi.[8] La cult-testualità, quindi, non è più limitabile entro i confini del testo ma, piuttosto, si declina in universi immaginari che non si limitano nemmeno a vivere in un unico medium, anzi, si distendono lungo differenti media e differenti testi che non sono connessi tra loro da un unico, lineare racconto principale, ma che contribuiscono a creare mondi possibili, i quali, più che da consumare, sono da attraversare. Da qui, e dalla centralità di una serie come Twin Peaks per la nascita di un fenomeno di questo tipo, intende partire la mia riflessione, tesa ad esemplificare come una fiction televisiva di soli ventinove episodi possa essere presentata come evento imperdibile del palinsesto di rete e arrivare a monopolizzare l’attenzione dei più autorevoli quotidiani ad essa contemporanei.Per quanto destinato ad esaurirsi in breve tempo e a rappresentare una meteora nella storia del tubo catodico, Twin Peaks ha costituito uno degli eventi televisivi di questi ultimissimi anni.[9]Evento, non solo per il notevole successo di pubblico (oltre ai clamorosi ascolti negli Stati Uniti, la serie ha raccolto in Italia oltre 11 milioni di telespettatori per la prima puntata e si è stabilita su una media di 9 milioni per le puntate successive) ma soprattutto per l’eleganza e l’innovazione che lo contraddistingue. Prodotto e distribuito come serial di prime time, la sua realizzazione è risultata allo stesso tempo una ottimizzazione e una decostruzione del genere-programma. Presentato come un giallo basato sulla detection, cioè sull’ìinvestigazione, si è rivelato come un compendio dei generi della fiction televisiva e loro sovversione. [10] Tale operazione sui generi costituisce già una sorta di rivoluzione rispetto a ciò a cui il pubblico televisivo degli anni Novanta era abituato. Se gli anni Settanta segnano il prepotente ritorno dei telefilm polizieschi (The street of San Francisco, Starsky & Hutch, Charlie’s Angel) concludendosi con la parabola di una famiglia ossessionata dal potere (il feulleiton texano Dallas), e gli anni Ottanta iniziano a mettere da parte l’ottimismo made in Usa tramite telefilm di rottura come Hill Street Blues e Miami Vice, gli anni Novanta fanno a pezzi l’unità di genere che comunque permaneva nelle operazioni precedenti. Twin Peaks si caratterizza infatti per un’eterogeneità di generi e di registri discorsivi che comporta da parte del telespettatore l’attivazione di una molteplicità di competenze. Per quanto concerne il consumo televisivo lo spettatore non è per nulla facilitato ma la cospicua richiesta di cooperazione interpretativa a lui richiesta è controbilanciata da un’efficacia di un testo ricco di soluzioni narrative e procedure di patemizzazione ad hoc. Infatti, il principio organizzatore del serial lynchano sono le passioni[11]. La circolazione del sapere si riduce a dispositivo modale al servizio dei programmi passionali (ovvero il fare patemico ha per programma d’uso un fare cognitivo); la predominanza delle procedure di patemizzazione trova la sua attuazione nella produzione di effetti passionali locali specifici dovuti alle procedure di messa in discorso del materiale narrativo. Lynch mette in risalto questi ultimi attraverso specifiche procedure discorsive di accentuazione: servendosi di ruoli patemici sedimentati nella cultura, che istalla nel discorso come stereotipi, sceglie di disseminarli provocatoriamente calcandone i tratti fino al parossismo. La stessa identità attoriale dei personaggi si deflagra nell’assunzione di ruoli patemici stridenti tra loro[12]. Mentre da un lato l’insistenza sulle procedure di petemizzazione implica un non accontentarsi della sensibilizzazione culturalizzata di catene modali, con la conseguenza di un suo potenziamento a livello di sintassi discorsiva, dall’altro arriva a ritrattare tale sensibilizzazione deformandola e sovvertendola.[13] Di conseguenza, da una parte tale centralità delle passioni facilita la nascita di forme di fruizione appassionate, affettive e performative rispondendo alla necessità di immersione in una serie di mondi possibili, e contribuisce ad un debordare del testo lungo differenti media permettendone anche un’ampia opera di discorsivizzazione; dall’altra l’interposizione e l’incassamento dei generi, per mezzo di un gioco di attivazioni e disinneschi delle passioni di genere, provoca una passione del sovvertimento della norma e della continua possibilità di una sua riaffermazione che non permette una precisa definizione del prodotto e che, quindi, difficilmente si presta a poter essere sfruttata a livello di marketing. Se quindi Twin Peaks, all’epoca della sua uscita, non è stata contenuta entro i confini del mezzo televisivo, ma anzi, in quanto evento imperdibile, è stata sottoposta ad una copertura mediatica a tutto tondo, ciò è stato fatto con i dovuti accorgimenti e con le dovute strategie di presentazione a seconda del paese di riferimento, arrivando, in certi casi, perfino ad un parziale snaturamento del prodotto. Dopo una breve descrizione del serial lynchano, il mio studio si focalizzerà, in particolare, sulle modalità di vendita di quest’ultimo al pubblico italiano degli anni Novanta, proprio in virtù del suo essere un prodotto di rottura. Inizierò quindi con un’analisi delle matrici e di alcune scene o scelte stilistiche funzionali a giustificare precise scelte di marketing e modalità di discorsivizzazione da parte della stampa. Passando per la storia della messa in onda in Italia, concluderò con un’analisi dei promo e degli speciali a cura dalla rete emittente così da dare una visione a tutto tondo di quel che è stato un vero e proprio “evento mediale”.
(Continua la prossima settimana)

[1] Massimo Scaglioni, “Nuove forme di serialità e di consumi giovanili: il fandom”, da: “La linea d’ombra della tv: i giovani e i telefilm americani” 3^parte, “Vita e Pensiero1”, 2005
[2] Ibidem
[3] Ibidem
[4] Ibidem
[5] Ibidem
[6] M. Jankovich, J. Lyons, “Quality Popular Television”, London 2003
[7] Sara Gwenllian Jones, “Quality Popular television”, London 2003
[8] Ibidem
[9] Roberto Pastore, “Sulle strade della fiction. Le serie poliziesche americane nella storia della tv”, Lindau 2002
[10] P. L. Basso, O. calabrese, F. Marsciani, O.Mattioli, “Le passioni nel serial televisivo”, VQPT[11] Ibidem
[12] Ibidem
[13] Ibidem

giovedì 11 gennaio 2007

NEWS - Marcia Cross: una "Desperate Housewife" costretta a letto (a rischio la sua gravidanza). Le riprese del telefilm continuano a casa sua!!!
E' davvero "disperata" Marcia Cross: l'interprete di Bree in "Desperate Housewives" è stata obbligata a rimanere a letto dal suo medico in quanto la sua gravidanza (due gemelli attesi per aprile) sarebbe in pericolo. Lo riferisce la Associated Press. "E' solo una misura precauzionale", chiosa la sua P.R., Heidi Slan. La produzione di "DH" tuttavia non ne ha fatto un dramma, anzi. Le riprese del telefilm ambientato a Wisteria Lane sono solo state posticipate di una settimana e dalla prossima si trasferiranno a casa Cross (!!!). Da segnalare che nella sceneggiatura non era ancora stata inserita l'eventuale gravidanza di Bree (anche se era stata annunciata mesi fa).
NEWS - Ultima ora: Retromarsh! Ok all'Auditel per rilevare le singole reti satellitari. E' la fine del Paradiso dei telefilm?
Sentenza storica, quella di oggi, da parte della Corte d'Appello di Milano: Auditel può diffondere gli ascolti dei singoli canali satellitari (contrariamente a quanto deliberato dalle decisioni precedenti). E ora che succederà per i telefili che vedevano nel satellite l'oasi paradisiaca dei telefilm in onda con una consequenzialità pressochè perfetta? L'arrivo degli ascolti, spesso causa di tanti mali nella tv generalista per quanto riguarda i palinsesti "impazziti", pregiudicherà la programmazione satellitare (interruzioni, salti di orari o di giorni, soppressioni...)?. Difficile che resti tutto come prima, anche se si spera che non si crei l'effetto napalm di "Apocalypse Now!".

Milano, 11 gen. - (Adnkronos) - Via libera, da parte dei giudici di Milano, alla diffusione dei dati di ascolto disaggregati delle singole emittenti satellitari, e quindi canale per canale. Accogliendo la richiesta presentata da Sky, la Corte d'Appello del capoluogo lombardo, infatti, ha annullato l'inibitoria che, nell'aprile del 2005 dopo un ricorso presentato dal gruppo Sitcom, vietava la pubblicazioni di dati disaggregati per quanto riguardava i canali satellitari. Nell'ordinanza viene rigettata l'istanza proposta dai ricorrenti che confermava il divieto di pubblicazione delle audiences delle emittenti televisive satellitari, nella loro forma disaggregata, canale per canale, evidenziando dubbi sulla loro attendibilita'. E' compito della Agcom, si legge nelle osservazioni del giudice della Corte d'Appello di Mialno "vigilare sulla correttezza delle indagini sugli indici di ascolto e di diffusione dei diversi mezzi di comunicazione rilevati da altri soggetti, effettuando verifiche sulla congruita' delle metodologie utilizzate e riscontri sulla veridicita' dei dati pubblicati". Da parte sua Agcom, si osserva nella sentenza "non ha richiesto alcuna sanzione nei confronti della Auditel e non ha esercitato il potere sostitutivo di rilevazione diretta degli indici di ascolto chiedendo solamente di adottare alcuni accorgimenti tecnici ai fini della attendibilita' dei dati rilevati. Nessuna censura di inaffidabilita' o di inadeguatezza risulta formulata da Agcom delle rilevazioni effettuate da Auditel". "La valutazione del rischio della diffusione di dati di ascolto delle televisioni satellitari -si legge ancora nella sentenza- in relazione ad eventuali profili di inattendibilita' della metodologia utilizzata da Auditel e' riservata alla Agcom che non ha rilevato tale profilo nelle attivita' di indagine doverosamente poste in essere per controllare la qualita' dei dati rilevati con la stessa collaborazione dell'Auditel anche al fine di perfezionare un sistema di ricerca e rilevazione dei dati tecnicamente corretto e condiviso". In pratica, conclude l'ordinanza "Agcom ha espresso una valutazione sostanzialmente positiva dell'operato dell'Auditel e comunque poiche' la stessa Agcom e' in grado di vigilare sulla correttezza delle indagini sugli indici di ascolto e di diffusione dei diversi mezzi di comunicazione rilevati dall'Auditel con verifiche sulla congruita' delle metodologie utilizzate e riscontri sulla veridicita' dei dati pubblicati, sono venute meno le ragioni giustificatrici della disposta inibitoria che va conseguentemente revocata".

La Tona (Gruppo Sitcom): "L'iter giudiziario continua, prossima udienza a marzo"
(ANSA) - Milano, 11 gen 07 - "La decisione della Corte d'Appello e' legata alla forte e decisa volonta' da parte di Sky di vedere pubblicati i dati delle singole emittenti satellitari e, nel contesto di un rapporto con Sky, ci siamo impegnati a non ostacolare questo percorso anche alla luce delle mutate condizioni di mercato. Tuttavia nulla cambia nella nostra posizione nei confronti di Auditel, che proseguira' con l'iter giudiziario avviato due anni fa". E' il commento di Valter La Tona, presidente e amministratore delegato del gruppo Sitcom. La Tona ricorda di aver intentato causa all'Auditel "per i danni legati secondo noi alla turbativa di mercato che dati falsi e non corretti di fatto implicano. In base alla nostra istanza, il giudice aveva riconosciuto il provvedimento cautelare che oggi e' stato annullato. Ma la causa continua e la prossima udienza di merito e' fissata a marzo". Contro la societa' di rilevazione dei dati, il gruppo Sitcom e' pronto ad aprire un nuovo fronte: "Abbiamo chiesto qualche tempo fa la sperimentazione per Sitcom 1 sul digitale terrestre, che Auditel si e' rifiutata di rilevare sperimentalmente. In primo luogo - conclude La Tona - chiederemo un intervento istituzionale da parte del ministero delle Comunicazioni e dell'Autorita' per le garanzie nelle Comunicazioni: ritenaimo scorretto che Auditel rilevi sul digitale terrestre i canali Rai e Mediaset, ma non il nostro".

Malgara (Auditel): "Riconosciuta la correttezza del nostro operato"
Milano, 11 gen. (Adnkronos) - "Riconosciuta la correttezza del nostro operato". Cosi Giulio Malgara, presidente dell'Auditel, commenta la sentenza emessa oggi dalla Corte d'Appello di Milano che ha annullato l'inibitoria con la quale nell'aprile del 2005 era stata vietata la pubblicazione dei dati di ascolto delle singole emittenti satellitari. "Con questa decisione -sottolinea Malgara- viene finalmente superata una situazione di stallo che aveva suscitato reazioni preoccupate degli inserzionisti televisivi". "Auditel, Sky ed alcune emittenti satellitari che avevano fatto ricorso contro il blocco dei dati -prosegue Malgara- esprimono oggi la propria soddisfazione per la decisione che restituisce al mercato un essenziale elemento di trasparenza, sia per le analisi editoriali che per la pianificazione pubblicitaria della piattaforma satellitare". Dall'ordinanza pubblicata oggi, sottolinea ancora Malgara "emergono gli sforzi tecnici e metodologici compiuti da Auditel, la valutazione positiva del suo operato e la conferma del ruolo di garanzia dell'Agcom sulla correttezza degli indici di ascolto".
(Su Auditelopoli, si veda anche i Post del 13 luglio, 4 e 26 ottobre, 17 e 30 novembre, 2006)
L'EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti dai giornali italiani e stranieri

LA STAMPA
Un pò Donna, un pò Brenda
"Adoro i telefilm, 'Doctor House', 'Grey's Anatomy, 'Smallville', 'CSI'. Sto facendo la tesi sui teen-drama. Faccio parte della generazione cresciuta con 'Beverly Hills 90210', sono una donna ma sono ancora un pò una ragazzina...".
(Silvia Toffanin, 11.01.2007)
NEWS - "Battlestar Galactica", in arrivo i film per Sci Fi Channel e DVD
Le dinamiche di mercato dei mondo dei telefilm sta cambiando in questi ultimi anni. Se è vero che tutt'ora la maggior fonte di introito per una casa di produzione è la vendita di una serie a un canale, tanto che la produzione stessa continua a dipendere dalle scelte del management del canale televisivo e quindi dai risultati degli ascolti, è anche vero che esistono e sono sempre più importanti altri canali di vendita. Come i download via internet o, più tradizionalmente, i dvd. E' stato clamoroso qualche anno fa il caso di "Firefly", un flop secondo la Fox che interruppe la serie a metà stagione, che poi si rivelò un successo quando fu messo in vendita il dvd, al punto da convincere la Universal a produrre un film per il grande schermo. Di recente c'è stato il caso di "Stargate SG-1", che non è stata rinnovata per una undicesima stagione su Sci Fi Channel e che è stata dirottata al mercato dvd dove usciranno alcuni film appositamente prodotti. E sullo stesso mercato andranno le prossime produzioni ambientate nel mondo di "Babylon 5". Universal non resta indietro con "Battlestar Galactica", e, anche senza mettere in discussione la conferma della serie per una quarta stagione (peraltro non ancora annunciata ufficialmente), si sta preparando a mettere in cantiere uno o più film da vendere su dvd. Alcuni siti americani hanno riportato la notizia, ipotizzando che il film o i film potrebbero andare in onda su Sci Fi Channel e poi essere distribuiti nel mercato home video. Si tratterebbe di storie slegate dalla continuity della serie, anche se potrebbero anche essere trasformati in un escamotage per concludere la storia nel caso in cui la quarta stagione non venisse confermata. La produzione di questi film dovrebbe cominciare già il prossimo marzo. La serie ufficiale invece, che riprenderà con gli episodi finali della terza stagone il 21 gennaio, è stata spostata dal venerdì alla domenica — che in generale non è un buon segno. Una doccia fredda è anche arrivata per chi si aspettava di vedere presto lo spin off "Caprica", che secondo una fonte di Sci Fi Channel "non arriverà prima del 2008". Se arriverà. Non sarebbe la prima volta che Sci Fi Channel annuncia una serie che poi viene annullata (accadde ad esempio con il remake di "Quantum Leap"), ma d'altra parte ci sono anche i precedenti dei molti spin off prodotti per il canale, da "Legend of The Rangers" ("Babylon 5") a "Stargate Atlantis". Vedremo, nel frattempo non trattenete il fiato.
(Articolo tratto da Fantascienza.Com)
NEWS - Addio a Yvonne De Carlo, la moglie di Frankenstein ne "I Mostri"
(ANSA) - Washington, 10 gen - L'attrice Yvonne De Carlo, che recito' nel classico 'I Dieci Comandamenti', e' morta in California. Aveva 84 anni. L'attrice, nata in Canada come Peggy Yvonne Middleton, aveva recitato nella sua lunga carriera soprattutto in film di 'serie B'. Dopo avere studiato come danzatrice e dopo avere vinto un concorso di bellezza (Miss Venice Beach) aveva interpretato nel 1941 il suo primo film (Harvard, Here I Come). Aveva quindi girato una lunga serie di film dove aveva cercato di sfruttare al meglio la sua bellezza esotica, da bruna tempestosa, in pellicole come 'Scheherazade' e 'Salome". Negli anni '50 interpreto' numerosi film di azione ed il classico 'I Dieci Comandamenti' (era la moglie di Mose'). Nel 1963 giro' con John Wayne il western 'Mc Lintock!' (famosa una scena dove si rotola giu' per le scale). Era diventata famosa comunque soprattutto per la sua partecipazione alla serie televisiva 'I Mostri', nel ruolo della moglie di Frankenstein, Lily.

mercoledì 10 gennaio 2007

NEWS - Chi li fa, li accoppia. Da domani Italia 1 lancia i giovedì cult dedidati alla detection moderna: "CSI: New York"+"The Shield"
(AGI) - Roma, 10 gen. - A partire da domani, su Italia 1 la prima e la seconda serata del giovedi' saranno all' insegna delle indagini e del mistero con le nuove stagioni di due telefilm cult: "C.S.I New York" e "The Shield". Arriva infatti la seconda inedita stagione di "C.S.I.:New York", lo spin-off televisivo del primo fortunato "C.S.I-scena del crimine", una delle serie piu' viste al mondo anche per i racconti di indagini con dotte basandosi su innovativi metodi confidando nella forza e nelle potenzialita' dei laboratori scientifici. In onda andrano 24 inediti episodi, con sfondo ancora una volta la "Grande Mela" e come filo conduttore le indagini della squadra anticrimine che ha conquistato tutto il mondo con ascolti recod. Tornano quindi le indagini del detective Mack "Mac" Taylor (Gary Sinise), l'investigatore che crede che ogni evento sia collegato e che per ciascun individuo esista una storia. Insieme alla collega Stella Bonasera, l'uomo condivide la passione per il lavoro. I due guidano un team di esperti: Danny Messer, un detective di Brooklyn; quindi appunto il dottor Sheldon Hawkes, un medico legale che ha abbandonato una promettente carriera come chirurgo in seguito alla perdita di due pazienti. Insieme a loro collabora un giovane detective di nome Don Flack, un impulsivo, ma con un ottima conoscenza del lavoro forense, e Aiden Burn, le cui capacita' camaleontiche le permettono di adattarsi ad ogni situazione, in ogni momento. Il loro campo di indagine e' New York, la loro unica ragione di vita e sembra essere quella di trovare le prove, eliminare ogni dubbio e risolvere i casi per assicurare il colpevole alla giustizia. La seconda serata di Italia 1 prosegue poi con l'inedita quinta stagione di "The shield": le avventure del distretto di polizia del quartiere piu' malfamato di Los Angeles, dove la giustizia deve fare quotidianamente i conti con la violenza e la corruzione. La quinta stagione in prima visione assoluta e' segnata dall'arrivo al distretto del tenente Kavanugh (interpretato da Forest Whitaker) che creera' non pochi problemi al capo della squadra Vic Mackey (Micheal Chiklis). "The Shield" e' il telefilm dai toni molto cupi ideato e prodotto da Shawn Ryan. Sono le avventure di un gruppo di poliziotti che ogni giorno devono confrontarsi con la sottile linea che separa il bene dal male, la corruzione dall'agire secondo solidi principi morali. Il detective Vic Mackey e' il capo della Squadra d'assalto, un gruppo di agenti che opera allo scopo di eliminare il crimine, ma che il piu' delle volte lo fa seguendo le proprie regole, anche quando discutibili ed ambigue.
NEWS - "Tre cuori in affitto" nelle fiamme: brucia la casa di Suzanne Somers (ma anche di Victoria Principal di "Dallas")
(ANSA) - WASHINGTON, 9 GEN - L'attrice Suzanne Somers di "Tre cuori in affitto" e' tra le vittime dell'incendio che ha preso d'assalto le ville dei ricchi e famosi a Malibu (California) distruggendo quattro case e danneggiando gravemente altre quattro. La villa dell'attrice e' stata distrutta dalle fiamme, che hanno colpito un'area dove abitano anche Pamela Anderson, Mel Gibson e Barbra Streisand. "Non e' la morte di nessuno - ha detto la Somers - ricostruiremo la casa". Le fiamme hanno devastato quasi dieci ettari di lussuosa proprieta' immobiliare. Molte ville erano immerse nel verde rendendo piu' difficile l'opera dei vigili del fuoco. Tra le case minacciate c'era anche quella di Victoria Principal, una ex-protagonista della serie Tv 'Dallas', che ha passato alcune ore ad annaffiare il tetto della villa con la pompa dell'acqua per proteggerla dalle fiamme vicine. Solo uno degli abitanti della zona ha riportato danni fisici, per avere respirato troppo fumo, rendendo necessario il trasferimento in ospedale. Ma le sue condizioni non destano preoccupazione. I vigili del fuoco stanno indagando sulle cause dell'incendio per scoprire se e' stato di natura dolosa. Ma tutto lascia pensare che si sia trattato di cause naturali.

martedì 9 gennaio 2007

NEWS - Claire Forlani, S.O.S. al Ground Zero per "CSI: New York"
La bellissima Claire Forlani è stata chiamata a risollevare gli ascolti di "CSI: New York" - il terzo capitolo della famiglia "CSI" - nei panni del medico forense Peyton Driscoll. Ques'ultima è destinata a far battere il cuore del detective protagonista Mac Taylor (Gary Sinise), il quale ha perso la moglie nel crollo delle Torri Gemelle. L'attrice di origini inglesi, divenuta popolare al fianco di Brad Pitt nel film "Vi presento Joe Black", è fidanzata con l'attore belloccio Dougray Scott, tra i nuovi volti di "Desperate Housewives". Entrambe le serie sono girate a Los Angeles e la coincidenza rende felice Claire: "è bellissimo e rarissimo poter passare la notte assieme per due attori impegnati in set differenti".
(Articolo di Leo Damerini apparso su "TU")

lunedì 8 gennaio 2007

L’EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti sui telefilm dai giornali italiani e stranieri
Rubrica a cura di Leo “Grant” Damerini, tratta dal "Telefilm Magazine" di gennaio

XL
Una bambola coi Buffy

"Odio la bambola di Buffy, non mi somiglia affatto, sembra Erik Estrada (il poliziotto bruno della serie 'CHiPs', n.d.r.). Ha quella massa marrone indefinibile in testa e l'abbronzatura perenne".
(Sarah Michelle Gellar, Novembre 2006)

CORRIERE DELLA SERA
In Italia mai più
"Impossibile lavorare in Italia, le fiction uccidono il talento".
(La nuova Bond-girl Caterina Murino, 12.11.2006)

IO DONNA
In Usa dilaga il 'tele-imbarazzo' da serie tv

"La fine della fruizione simultanea ha creato un fenomeno nuovo: il tele-imbarazzo. 'The Wire', 'Grey's Anatomy', 'Desperate Housewives', 'Lost': la 'discussione del mattino dopo' era un classico della vita d'ufficio americana. Ora i colleghi si guardano con sospetto, temendo che i più avanzati raccontino tutto a chi è rimasto indietro. I giornali parlano della fine del 'water cooler shows', i programmi che venivano commentati intorno al distributore dell'acqua che nella salutista e stakanovista America è un punto di ritrovo, come il bar di sotto per gli italiani e il pub dell'angolo per gli inglesi). Esiste addirittura un mercato nero degli episodi non ancora trasmessi, da cui partono raffiche di indiscrezioni su internet: rivelare le novità dei Sopranos significa rovinare il fine-settimana all'amica che intendeva chiudersi in casa a guardarsi tutta la terza serie. Ho sentito di piccoli ricatti, dispetti al capoufficio, allusioni, depistaggi. Perfino nelle email bisogna agire con prudenza: un riferimento di troppo e si può distruggere un'amicizia".
(Beppe Severgnini, 11.11.2006)

FAMIGLIA CRISTIANA
L'utopia di House
"Quella del dottor House è solo utopia trasferita in una clinica a 29 pollici".
(Gigi Vesigna, 19.11.2006)

IL FOGLIO
L'onnipotenza di House
"House piace, come piacciono gli eroi solitari, campioni di una giustizia senza legge, amministrata pistola in pugno e mano in tasca, con disinvoltura di modi e di metodi. House è sexy come tutti i maschi impossibili, quelli che fanno dire a ogni donna: io lo cambierò. Naturalmente non è vero. A lui interessa solo il gioco intellettuale di decifrazione dei sintomi, il malato è la mappa del tesoro, va esplorato da cima a fondo, rivoltato come un guanto, verificando le più audaci ipotesi. I suoi pazienti non lo possono amare come i suoi fans. Il dottor House fa trionfare l'asciuttezza e l'astrazione, pur entrando nel dettaglio dei corpi tagliati ed esaminati, con la telecamera che si confonde con gli strumenti per la visione endoscopica. La medicina con lui diventa una scienza onnipotente che si esercita sui corpi ignorando la persona, la sua identità individuale e la sua interezza. Perciò, guardare House sì, ma farsi curare da lui, mai".
(Eugenia Roccella, 23.11.2006)

MATRIX
Altro che "West Wing"...

"Se facciamo dietrologia politica, allora è un telefilm!".
(Antonio Di Pietro, 28.11.2006)

ENTERTAINMENT WEEKLY
A Wisteria Lane è tornato il sole
"Alla sua terza stagione, 'Desperate Housewives' si è finalmente risollevato e dimostra che ci può essere speranza dopo i cedimenti e i tempi bui. Le protagoniste interagiscono maggiormente tra loro, le sceneggiature sono meno scollate, le interpreti s'impegnano a fondo (basta un mezzo sorriso di Marcia Cross per descrivere le emozioni della sua Bree, mentre Teri Hutcher ha finito finalmente di ruzzolare ovunque adesso che ha iniziato una relazione stabile). Ma soprattutto c'è un vero mistero che coinvolge i telespettatori: chi diavolo è Orson, il nuovo marito di Bree interpretato da Kyle MacLachlan?".
(Henry Goldblatt, 10.11.2006)

AVVENIRE
"Bones", un "Crossing Jordan" ridotto all'osso

"'Bones' segue il successo dei vari 'CSI' e anche di 'Crossing Jordan'. La sbrigativa e ironica anatomopatologa protagonista è interpretata da Emily Deschanel, non un volto particolarmente simpatico, così come non lo è quello del suo compagno, l'agente FBI David Boreanaz. Nei primi due episodi la sceneggiatura indugia nei ritmi, inserisce battute e spiritosaggini che forse mirano a stemperare la tensione, ma sono irritanti. Riusciranno a scalzare Jordan e Grissom, i loro antecedenti ormai popolari?".
(Mirella Poggialini, 06.12.2006)
BOLLETTINO - Sit-com, bye-bye con qualche rimpianto
Ne sono passate di risate finte sotto i ponti televisivi da quel lontano 1997, anno in cui si contavano ben 62 situation-comedy nei palinsesti d'inizio di stagione. Se oggi se ne contano in America solo 20, una ragione ci sarà. Non che dopo l'11 settembre 2001 gli americani abbiano dimostrato, giustamente, una gran voglia di ridere - con la conseguente chiusura di serie-moloch come "Frasier", "Tutti amano Raymond" o "Friends" - ma sospinto da alcune perle come "Arrested Development", "My name is Earl" e "Everybody hates Chris", il genere sit-com sembrava in leggera ripresa. Quest'anno tuttavia, nonostante il boom di ascolti e le critiche entusiastiche per "The New Adventures of Old Christine" con Julia-Louis Dreyfus (icona femminile del filone negli anni '90, esplosa in "Seinfeld" nel ruolo di Elaine Benes) e la conferma di "Due uomini e mezzo" - uniche due sit-com presenti nei 30 programmi più visti del 2005/2006 - si parla già di de profundis. Quando "La Famiglia Partridge" dettava legge e ciuffi a caschetto correva l'anno 1970-1971 e nella Top 30 si contavano già altre 5 sit-com. Nella stagione 1975-76 "Laverne&Shirley" stappavano bottiglie di birra in compagnia di altre 15 serie in cui si rideva per finta. Nel 1980-81, con 11 sit-com nei 30 programmi più visti di stagione, si registrava un boom di spin-off (tra i quali svettava "I Jefferson" nata da "Arcibaldo"), nonchè un'inversione di tendenza che si sarebbe fermato solo nel 1984, con l'avvento de "I Robinson". Nel 1985-86 il genere conosceva anche un lieve impegno politico-sociale con "Casa Keaton" (13 sit-com nella Top 30). Su a salire fino al climax del 1990-91, anno in cui le situation-comedy imperarono con ben 20 presenze su 30, capitanate da "Pappa e ciccia" e "Cin cin". Nel 95-96 si calava a 14 pur annoverando il culto di "Seinfeld". Nel 2000-2001, prima del crollo delle Torri Gemelle e del suo effetto Big Bang sulla tv americana, si contavano 9 sit-com nella Top 30. Oggi siamo alle due succitate. Semplice crisi creativa o c'è di più? "Una volta gli sceneggiatori arrivavano dalla strada, portando con sè tutti i fermenti dell'epoca - ricorda un produttore esecutivo dello star-system americano che vuole rimanere anonimo - oggi escono tutti dall'università e hanno pochissima esperienza di vita e molta voglia di guadagnare. E poi è tutto prestabilito, privo di iniziativa. Ci sono anche i format da vendere: se vuoi una sit-com alla CBS devi trovare un grassone con moglie affascinante della media borghesia, se punti all'NBC trova protagonisti giovani e arrapati, possibilmente newyorkesi, se vai all'ABC è meglio che ci siano un pò di bambini pestiferi. E' chiaro che il pubblico non ne possa più". Tocca ad uno sceneggiatore altrettanto anonimo dire la sua: "dopo 'Seinfeld' e 'Friends' è difficile creare qualcosa che non gli assomigli. Oggi i network badano meno alle storie e più alle riprese. Adesso va di moda la telecamera unica come in 'My name is Earl' e 'The Office'. Si punta molto alla velocità e al montaggio sporco, meno ai contenuti. Ma questa frenesia aiuta solo a risparmiare e non penso sia recepito dal pubblico come un nuovo stile, quanto come una povertà di idee che lascia il tempo che trova".
(Articolo di Leo Damerini tratto dal Bollettino dell'Accademia apparso sul "Telefilm Magazine" di gennaio)
QUIZ - Chi è l'attrice telefilmica che all'inizio del 2007 si è messa il burqua?
Anno nuovo, look nuovo. C'è chi sfoggia il maglioncino fatto a mano regalato dalla nonnetta e chi si è convertita all'anonimato. Chi è dunque l'attrice telefilmica che sfoggia una bandana simil burqua? Questa volta nessuna lista di papabili. Due indizi però, degni di Ellery Queen: le unghie pittate di nero e i teschi sul foulard (da fare invidia a Keith Richards...).
QUIZ - L'attrice telefilmica in short a Natale era...
Con il ritorno, aihmè, dalle ferie festive, spariscono gli Alberi di Natale e i Babbi Natali che si arrampicano sui muri (anche se non tutti!), così come i dubbi che hanno attanagliato taluni per sapere chi fosse l'attrice telefilmica che il 18 dicembre scorso se ne andava in giro in short bianchi incollati come una seconda pelle. Era Evangeline Lilly di "Lost". Nessuno ha indovinato, anche perchè il suo nome non compariva nell'elenco delle papabili...A Natale non tutti sono buoni, evidentemente! Stay tuned per un Quiz d'inizio anno a risposta libera.

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