venerdì 13 giugno 2014

L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefiom dai media italiani e stranieri

CORRIERE DELLA SERA
"Masters of Sex", un ritratto di psicologie
"Masters of Sex è un gioco di parole fra «master» (maestro) e Masters William, il ginecologo statunitense che con la psicologa Virginia Johnson redasse il primo studio approfondito sul sesso, un lavoro durato 11 anni e sfociato nel famoso libro La risposta sessuale umana (1966), scritto in freddo linguaggio medico e pubblicizzato solamente fra gli addetti ai lavori, ma che divenne subito un best seller. Era la prima volta che la medicina si occupava non del dolore ma del piacere.Ispirata al romanzo biografico di Thomas Maier, Masters of Sex: The Life and Times of William Masters and Virginia Johnson , scritta da Michelle Ashford e interpretata da Michael Sheen e Lizzy Caplan, la serie racconta gli anni ardimentosi delle ricerche (su cui incombeva l'interdetto della depravazione) e la tortuosa vicenda sentimentale dei due (Sky Atlantic, lunedì, ore 21,10). Dato l'argomento, la serie poteva scadere nel racconto pruriginoso, in una sorta di pornografia «scientifica» giustificata dal camice bianco. Se le prime due puntate appaiono eccessivamente didascaliche, la serie prende quota dal momento in cui le psicologie dei singoli vengono meglio individuate e descritte. William è un uomo complesso, mosso da una grande intuizione (esplorare la sfera più privata dell'uomo) che si ritorce spesso contro di lui, prigioniero com'è di una cultura maschilista. Più sfumata e complessa la figura di Virginia Johnson, figura di donna indipendente, emancipata, anche se deve fare i conti con i suoi fallimenti privati e due figli da crescere. Come spesso succede nelle serie americane, la ricostruzione è impeccabile (persino la fotografia ricorda i film hollywoodiani degli anni 50, con gli immancabili letti separati, come imponeva il Codice Hays) e la scrittura riesce a dispiegarsi in molti registri". (Aldo Grasso, 11.06.2014)

giovedì 12 giugno 2014

NEWS - E comunque Fonzie-Renzie ha gli #happydays nel cuore (e negli hashtag)

PICCOLO GRANDE SCHERMO - Dopo "Fargo" e "True Detective", rivalutate William Friedkin! MGM studia le versioni serial dei suoi film "Killer Joe" e "Vivere a morire a L.A."

Articolo tratto da SlashFilm.com
It seems so long ago, but 2011 was the beginning of the McConaissance, when Matthew McConaughey‘s rep was re-invigorated with the release and/or festival debuts of The Lincoln Lawyer, Bernie, and Killer Joe. The last one, from director William Friedkin, may end up having the longest legs, as it is one of two Friedkin films being used as the inspiration for a new TV series. If it took a path similar to, say, Fargo, we’d watch a Killer Joe TV series in a hot minute.
Speaking to Movies.com, William Friedkin said that there are two different TV series in development based on his past work. MGM is trying to develop a television series on ‘To Live and Die in L.A.’ It won’t be that story at all, but it will be that vibe. They’re also trying to do a series on ‘Killer Joe.’ A Dallas detective who is a hired killer. It will not be the same story, but it will be very edgy, not unlike Fargo. The director said that he has script approvals for the possible To Live and Die series, but doesn’t know if he’ll direct an episode.
Friedkin is out on the promo trail for the restoration of his 1977 film Sorcerer, and that gives him a lot of opportunity to talk about stuff like this. He expands upon the idea of working in television, rather than film.
The only thing I’m interested in now is long form, which is what you’d call television …I don’t want to make a feature film, because I don’t want to make a movie about a guy in a mask and a spandex suit flying around and saving the world. I don’t want to see that movie, so why would I make it? And if you do make a serious film today, the chances are it won’t have a bright future in theaters. It could maybe take on an afterlife in home video and cable.
Here are the trailers for each original film.

mercoledì 11 giugno 2014

GOSSIP - Sia quel che Sia! Al "Late Night" Lena Dunham parruccata bionca canta in playback la splendida "Chandelier" della popstar, che l'aspetta sul letto a castello. Pieno espressionismo tedesco tra cartonati coi buchi e carta igienica a rotoli
Lena Dunham performs a lyrical dance while lip-syncing to Sia‘s “Chandelier” during an appearance on Late Night with Seth Meyers on Monday evening (June 9) in New York City.
The 38-year-old singer and hit-maker was lying face down on a bed during her performance while the 28-year-old Girls star, who wore a short blonde wig, danced around with toilet paper and other various props. Sia never once showed her face during the performance! At the end of the song, Lena and Sia ended up spooning on the bed. Watch the performance below.

martedì 10 giugno 2014

NEWS - "La Signora in giallo" crea mostri! Madre e figlio tentano l'omicidio della ricca zia imitando il telefilm con Angela Lansbury (meno male che non hanno mai visto "I Soprano" o "Breaking Bad"...)

Articolo tratto da "La Stampa" 
"Lo spunto è arrivato da un episodio della serie «La signora in giallo», dove i protagonisti avvelenavano l’anziano parente con il topicida per ricevere l’eredità. Alla fine «giustizia ha trionfato». Ma Elisabetta Martini, 62 anni, e il figlio Marco Coggiola, di 36, hanno creduto di aver imparato i segreti per il delitto perfetto. Sbagliavano. Sono stati arrestati dagli investigatori della Squadra Mobile (diretta da Luigi Silipo), che hanno addirittura filmato il tentativo di uccidere la zia P. M., di 97 anni, ricoverata nella casa di riposo «Villa dei Tigli», a Cavour. Elisabetta (difesa da Monica Commisso) è figlia della sorella dell’anziana diventata bersaglio del tentato omicidio, sventato dalla polizia. E Marco (avvocato Giuseppe Caprioli) è suo figlio. I due vivono con la pensione di reversibilità del marito di Elisabetta, morto da tempo. Hanno cercato di incrementare le entrate con un allevamento di cani. Ironia della sorte, la razza era il volpino. Ma gli affari non pare vadano molto bene. Tanto che già tre anni fa Elisabetta è finita nei guai. All’epoca era «amministratrice di sostegno» dei beni dell’anziana zia, ma «dimenticò» di pagare oltre 30 mila euro della retta per il soggiorno nella casa di cura. Il giudice civile le tolse il «portafogli» e la denunciò. Risultato: sei mesi «patteggiati» per appropriazione indebita. Da quel momento, i beni dell’anziana sono gestiti dall’avvocato Roberto Buffa, su incarico del giudice civile.
Il telefilm ha ispirato Marco, che ha rilanciato l’idea alla madre. E lei ha accettato: «Ho deciso di uccidere mia zia 3-4 mesi fa, con il veleno per topi. Lei parlava spesso di “volerla fare finita”. Poi, ho pensato che avrei potuto ripianare i debiti con la vendita del suo appartamento» ha raccontato Elisabetta ai pm Anna Maria Loreto e Francesco Pelosi. Versione confermata davanti al giudice per le indagini preliminari Gianluca Robaldo. L’anziana è proprietaria di un alloggio con garage e in banca ha oltre mezzo milione di euro. «L’idea era di somministrare il veleno un po’ per volta, in modo da simulare una morte per cause naturali» ha confessato Elisabetta. La prima volta risale a metà marzo. «Avevo inserito il veleno in una siringa e ho introdotto» il topicida «nel caffè e ho dato la tazza a mia zia». L’anziana faticava a deglutire e così «ho dovuto aiutarla io a bere» ha spiegato Elisabetta.
Lo stesso è avvenuto il 27 marzo, con tanto di ricovero in ospedale a Pinerolo. Sembrava l’effetto di un sovradosaggio di farmaci e l’anziana è stata rimandata in casa di cura. Altra siringata di veleno nel caffè il 3 aprile e nuovo ricovero in ospedale. Questa volta, però, il dirigente medico della casa di riposo ha intuito che i valori degli esami del sangue erano incompatibili con le condizioni generali e con le terapie dell’anziana. I medici dell’ospedale di Pinerolo hanno inviato campioni di sangue per un esame tossicologico a un centro specializzato di Pavia. Risultato: tracce di «Difenacoum», principio attivo dei topicidi. La segnalazione è rimbalzata all’avvocato Buffa e da lui al giudice tutelare, alla procura e agli agenti della Omicidi, coordinati da Luigi Mitola. 
La trappola per madre e figlio è scattata dopo un mese e mezzo di intercettazioni telefoniche, ma anche ambientali, con una «cimice» nella camera dell’anziana. In varie occasioni, i poliziotti hanno visto i movimenti sospetti di madre e figlio: lei vicino al letto, lui accanto alla porta a fare da «palo», con gesti e ammiccamenti per far capire quando era il momento di agire. 
Più volte hanno desistito e gli agenti hanno deciso di non intervenire.
Il momento propizio è arrivato alle 16 del 3 giugno, quando i due allevatori di volpini sono andati in clinica per somministrare l’ennesima dose di veleno. Questa volta, avevano scelto di mescolare il topicida a una gelatina di frutta. Elisabetta titubava, ma il figlio l’ha rassicurata «Dai, che cosa vuoi che succeda?». Nella stanza accanto, erano appostati gli agenti della Squadra Mobile. The end.
NEWS - La rivincita di "House of Cards" su "Orange Is The New Black": è la più piratata tra le due (ma nessuna batte "Game of Thrones")

Articolo tratto da "Variety"
If piracy is a gauge of popularity, Netflix’s “Orange Is the New Black” second season is not as big a hit as “House of Cards” — and neither series holds a candle to HBO’s “Game of Thrones,” the world’s most-pirated TV show.
In the first two days of its release, “OITNB” season 2 episodes were being illegally downloaded by 55,668 individuals over peer-to-peer networks in the four biggest markets for piracy (U.S., Canada, U.K. and Australia), according to piracy-tracking firm Excipio. That’s up more than tenfold from 3,850 pirates for the first two days of the initial season of “Orange Is the new Black” last July, which is to be expected because the series didn’t build buzz for itself until later in its run.
Still, “OITNB” was outperformed by the sophomore debut of Netflix’s other notable original series, “House of Cards,” which was pirated by 90,841 people in the same four countries in the two days following its Feb. 14, 2014, premiere, Excipio data showed.

And neither Netflix series matches “Game of Thrones”: 1.17 million unique Internet addresses worldwide were downloading torrents of the HBO swords-and-dragons drama within 15 hours of the season 4 premiere episode appearing online, according to Excipio.
Netflix doesn’t disclose viewing figures, and piracy does not always align with how popular content is via legitimate channels. An analysis of social-media data last week indicated “OITNB” season 2 was garnering far more buzz than “Cards” 2.0, although it’s worth noting social chatter does not always translate into viewership.
Netflix execs have suggested that total “Orange Is the New Black” first-season viewership was tracking higher than season 1 of “House of Cards.” It’s possible that “Orange” is proving more popular in the U.S. than “Cards,” which may play better overseas; the majority of Netflix’s customers today are in the States.
HBO’s “GoT” wears the piracy crown partly because to get the premium cabler, consumers must have cable TV service, and also because new “Thrones” segments are not available immediately outside the U.S. On the other hand, Netflix is not currently available in Australia, which may spur disproportionately higher piracy Down Under of the company’s original series relative to the U.S., Canada and U.K.

Netflix has previously said that it takes “antipiracy measures similar to those that other content providers take.” The company also has disclosed that it monitors piracy to help determine what content will be popular in a given region, and Netflix also claims that piracy has dropped dramatically after it launches in a given country.
According to Germany-based Excipio, Netflix is not one of its clients.

lunedì 9 giugno 2014

NEWS - Tutto quello che avreste voluto chiedere sul sesso in una serie tv. Da stasera "Masters of Sex": "più che sulla sessualità è un telefilm sulla famiglia"

Articolo di Renato Franco per il "Corriere della Sera"
"Il sesso come scienza. Non solo osservare nel corso di 11 anni oltre 10 mila atti sessuali compiuti da circa 700 volontari. Ma anche misurarne le reazioni fisiologiche e documentarle con foto e filmati. Fu un lavoro monumentale quello del ginecologo William Masters (1915-2001) e della sua assistente e poi moglie Virginia Johnson (1925-2013) che sconvolse i perbenisti anni 50. Il risultato scientifico più rilevante fu quello di sdoganare l’orgasmo femminile e renderlo rilevante quanto quello maschile; il risultato televisivo è la serie «Masters of Sex». A interpretare i protagonisti ci sono il 45enne gallese Michael Sheen e la 31enne americana Lizzy Caplan. Si parla molto di sesso, ma inevitabilmente anche di amore perché — a volersele fare — ci sono domande senza tempo: cos’è l’intimità? Qual è la natura del desiderio? Che cosa sono l’attrazione e l’amore?
«Questa serie è un’esplorazione sulla sfida di essere intimo con qualcun altro — spiega Sheen —. Ossia sulla difficoltà di essere fisicamente, emotivamente e psicologicamente vulnerabili nei confronti di qualcun altro. E il sesso e l’amore sono solo una parte di questa sfida». Sheen dà il volto a un personaggio ambivalente, esperto di sesso, ma conoscitore superficiale di donne, distaccato nei rapporti umani. Ambizioso, ma anche trattenuto.

«Masters è un uomo che ha bisogno di avere tutto sotto controllo, ma allo stesso tempo è alla disperata ricerca di come perdere questo controllo, anche se lo nasconde a se stesso. Lui è un uomo che ha costruito il suo mondo per fare quello che deve fare, ma a scapito di seppellire una parte essenziale di se stesso. Quando incontra Virginia, lei inizia a parlare a quella parte sepolta e il suo mondo inizia a implodere».

In onda da stasera, ogni lunedì, alle 21.10 su Sky Atlantic (canale 110 della piattaforma a pagamento), «Masters of Sex» non lesina — e non potrebbe visto l’argomento — scene di sesso in cui prevale l’aspetto scientifico, freddo e anestetizzato (non sempre) su quello pruriginoso. I recensori americani hanno approvato: su 49 giudizi — ha calcolato il sito Rotten Tomatoes — il 90% sono stati favorevoli con una media voto di 8,4 su 10. Al centro del racconto c’è non solo l’evoluzione delle ricerche di Masters &  Johnson ma anche l’incrocio delle loro vite private. Lui era sposato con una donna con cui non riusciva a stabilire una relazione sessuale e affettiva, lei aveva due matrimoni alle spalle e due figli come risultato, una donna indipendente ed emancipata per i canoni dell’epoca. Così la ricerca da scientifica diventò personale: iniziarono una relazione che si concluse in matrimonio nel 1971. Del resto una serie sulla sessualità non può che essere anche una serie sulla famiglia che in fondo è il prodotto sociale del sesso".
NEWS - Meglio in prigione che alla Casa Bianca! "Orange Is The New Black" supera in popolarità "House of Cards" nel derby Netflix
Nel derby tra serie d’alta qualità targate Netflix, “Orange Is The New Black” (da settembre su Mya) batte “House of Cards” (SkyAtlantic) 2 a 1. La prima ha infatti doppiato la seconda in termini di popolarità. Lo rende noto una ricerca pubblicata dal prestigioso “Variety” che ha preso in considerazione i dati di Twitter, Facebook e Wikipedia.
 I followers di “OITNB”” sono risultati 1.400.000 (più della metà di quelli di “House of Cards”), mentre gli hashtag riguardo le prigioniere in tuta arancione sono arrivati, nei primi tre giorni della 2° stagione, alla cifra di 124.000, 3.5 volte di più rispetto alla serie che ruota attorno alla Casa Bianca (33.000). Orange” batte “House” anche su Facebook, nettamente in testa sia per numero di “mi piace” che di PTA (People Talking About). L’unica roccaforte mantenuta da “House of Cards” riguarda Wikipedia dove il traffico calcola 609.000 contatti rispetto ai 408.000 (ma in crescita) di “OITNB”. Dati che rispecchiano anche l’audience: in un confronto tra le due serie, gli ascolti americani hanno visto prevalere “Orange”. I suddetti dati di supremazia popolare della serie in arrivo su Mya con la 1° e 2° stagione una dopo l’altra – secondo alcune voci – avrebbero convinto i vertici di Netflix a spostare le fiches della promozione e del marketing su “Orange” rispetto a “House of Cards, fino a qualche tempo fa immagine-simbolo del popolare servizio streaming americano.

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