venerdì 15 marzo 2019

L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri

"Russian Doll", "Il giorno della marmotta" in versione Netflix
"'Se dovessi progettare l'inferno, lo farei così'. Circa a metà di 'Russian Doll', Nadia dai capelli rossi cerca di dare un senso a quel che le sta capitando. L'avventura inizia in bagno, alla sua festa per i 36 anni. Si guarda allo specchio, fuori bussano, lei esce, scambia un paio di battute con l'amica che ha organizzato il buffet, chiacchiera con gli ospiti, se ne va con il giovanotto appena rimorchiato. Viene investita da una macchina - non ha guardato prima di attraversare. E si ritrova davanti allo specchio del bagno: stessa festa, stessa musica, stesso buffet. Una volta, due volte, tre volte, quattro volte. Cambiano le circostanze della morte - scale, montacarichi, altre automobili, ci sarà poi la fuga di gas. E immancabilmente si ritrova davanti allo specchio. "Il giorno della marmotta" in versione Netflix conta 8 episodi, 25 minuti ciascuno. Meglio classificabile come miniserie, se non sapesse di vecchia tv. 0 come lungo film ridotto a spezzoni: non sarà tanto tecnico, e neanche tanto chic, ma coincide con l'esperienza dello spettatore. Vederli tutti di seguito non si configura neanche come binge watching - è quel che abbiamo fatto, per esempio, con "The The End of the F***ing World" di Jonathan Entwhistle, stessa lunghezza e stessa struttura: vuol dire che l'arco drammatico funziona sulla storia intera, la scansione degli episodi è secondaria. Dietro 'Russian Doll' (sta per "matrioska") troviamo un gruppo agguerrito di sceneggiatrici: Leslye Hedland (aveva scritto e diretto "The Wedding Party"), Amy Poehler (aveva fatto coppia con Tina Fey al Saturday Night Live) e Natasha Lyonne, che ha tenuto per sé la parte di Nadia. Il format tiene la fine abbastanza vicina all'inizio (il lavoro di chi racconta storie, spiega Nick Hornby, sta nel "tenere la fine lontana dall'inizio", non vale solo per i romanzieri). Quindi abbiamo la curiosità di sapere come va a finire. Insomma, cosa ha provocato "le mille e una morte" di Nadia, per citare un racconto di Jack London intitolato appunto "Le mille e una morte". Un giovanotto sul punto di annegare- "poi fu il vuoto" - si sveglia a bordo di una nave. Lo hanno fatto tornare in vita allo scopo di ucciderlo tante altre volte. Il capitano nella nave (che poi scopriamo essere suo padre) ha inventato un marchingegno per risuscitare i morti, e non vede l'ora di sperimentarlo. Ma gli servono morti di giornata, al massimo tenuti in ghiacciaia per qualche ora: il poveretto viene costretto a fare avanti e indietro sul confine tra la morte e la vita. Avvelenato, strangolato, asfissiato, steso con troppa morfina o abbattuto con una scarica elettrica. La curiosità per quel che succede a Nadia - che tra una morte e l'altra sperimenta vite parallele, ricombinate partendo da elementi che conosciamo - aumenta quando accanto a lei compare Alan. Il riconoscimento avviene in ascensore, la cabina precipita, tutti urlano e si sdraiano per ammortizzare l'urto. Loro due restano in piedi. "Non hai paura di morire?" chiede Nadia. "Mi succede di continuo", risponde Alan. "Anche a me". Insieme, cercano di uscire dal loop temporale (forse un bug di progettazione, suggerisce lei che traffica con i videogiochi). Non vale svelare cosa succede, se e come riusciranno a cavarsela. Però qualcosa si può dire, anche per scongiurare una seconda stagione: a occhio, un tour de force per le sceneggiatrici, una punizione per lo spettatore. Il finale non è all'altezza dell'inizio, né per trama né per scrittura. Nadia sprizza scintille, Alan fatica a bucare lo schermo". (Mariarosa Mancuso)

mercoledì 13 marzo 2019

NEWS - Ma che succede alla Sky neo acquisita da Comcast? Ieri l'annuncio della serie su calciatori+procuratori alla Icardi+Wanda Nara, oggi l'"innovativo" serial "Petra" con la detective Paola Cortellesi venduta come la prima donna poliziotto (ma Ambra con "Il silenzio dell'acqua" e Miriam Leone in "Non uccidere" che sono?), tra l'altro ennesima serie tratta da romanzi (spagnoli) e quindi manco originale...
Articolo tratto da "La Stampa"
"Finalmente anche qui da noi arriva una donna poliziotta, una che risolve casi e omicidi, una che non s'improvvisa investigatrice (basta suore e basta professoresse), ma che lo fa per mestiere, che è molto brava, e che per questo viene apprezzata. Petra Delicado nasce dalla penna della scrittrice Alicia Giménez-Bartlett, «la Camilleri al femminile» come l'ha definita qualcuno; e ora diventa la protagonista della nuova serie di Sky prodotta da Cattleya e da Bartlebyfilm. Ovviamente tra storia originale e adattamento televisivo ci sono differenze: nella serie, Petra è interpretata da Paola Cortellesi, lavora a Genova, fa l'ispettrice, ha due matrimoni falliti alle spalle e un giorno viene promossa dall'archivio alla squadra mobile. Al suo fianco c'è il vice ispettore Antonio Monte, poliziotto vecchio stampo prossimo alla pensione, interpretato da Andrea Pennacchi. Alla regia di Petra, per la prima volta impegnata in una produzione per il piccolo schermo, c'è Maria Sole Tognazzi: «Nei miei film ho sempre voluto raccontare donne anticonvenzionali, libere, sorprendenti, che sfidassero il senso comune. E in Petra ho trovato l'occasione perfetta per cimentarmi in un grande progetto mantenendomi fedele ai temi che mi sono più cari». Tutti, da Nicola Maccanico - executive vice president programming di Sky Italia - a Riccardo Tozzi - co-Ceo e fondatore di Cattleya, si dichiarano entusiasti del progetto. Una riconferma, dice uno, per la qualità delle produzioni di Sky. L'ennesimo titolo, dice l'altro, con cui proviamo a sperimentare. Ora sta a loro, alla Cortellesi e alla Tognazzi, dare vita a Petra, che andrà prossimamente in onda, in esclusiva, su Sky. Le riprese, iniziate  a Genova, si sposteranno poi a Roma. La sceneggiatura è firmata da Giulia Calenda, Furio Andreotti, Ilaria Macchia e Enrico Audenino". (Gianmaria Tammaro)

martedì 12 marzo 2019

NEWS - Profondo Nara! Luca Barbareschi prepara una serie tv per Sky sui calciatori e i loro procuratori: ogni riferimento a Icardi e alla compagna-mistress Wanda è del tutto casuale...
Una serie tv (si chiamerà L'impero) che avrà per tema il mondo del calcio, con in primo piano le vicende dei procuratori e dei calciatori. E l'idea confidata a Tuttosport da Luca Barbareschi, attore, regista, direttore artistico del Teatro Eliseo di Roma: «Per gli argomenti che trattiamo, e anche per come li vogliamo trattare, sarà una cosa mai vista in Italia. II mio obiettivo è smuovere le coscienze». La serie dovrebbe andare in onda su Sky l'anno prossimo. L'attore ha precisato che la serie non sarà su Moggi e Calciopoli.

domenica 10 marzo 2019

NEWS - Fermi tutti! L'Antitrust accende i riflettori sull'inciucio monopolista tra Mediaset e Sky: "effetti preclusivi per altri operatori"

Articolo tratto da "Il Sole 24 ore"
L'Antitrust vuole andare più a fondo sulla vendita, da parte di Mediaset a Sky, di R2: la società che contiene la piattaforma del digitale terrestre usata da Premium. L'Autorità ha deciso di aprire un'istruttoria per accertare, come riportato in una nota, «le possibili ricadute concorrenziali dell'acquisizione, da parte di Sky, operatore dominante nel mercato della pay-tv, di R2, vale a dire la piattaforma tecnica del digitale terrestre». E tutto questo considerando che «Mediaset Premium ha rappresentato in passato sostanzialmente l'unico concorrente di Sky nel mercato della televisione a pagamento». Nessun commento dai quartier generali di Sky e Mediaset sull'avvio di questa "fase 2". Sembra farsi comunque in salita la strada verso la conclusione con lieto fine di questa operazione che trae origine dagli accordi del 30 marzo 2018 con cui Mediaset e Sky hanno siglato una pax televisiva declinata in vari punti di intesa. Frutto di quegli accordi è ad esempio lo sbarco sul digitale terrestre pay, ospite proprio sulla piattaforma di casa Mediaset, di una Sky che così facendo ha avuto il vantaggio non da poco di avviare la sua offerta Dtt a pagamento già da giugno, con i diritti della Serie A per il 2018-21 appena conquistati. Altra conseguenza l'aumento della library per la pay tv ora approdata nella galassia Comcast con i canali di cinema e serie Premium. Ulteriore vantaggio: l'approdo di tutti i canali free-to-air di Mediaset sull'offerta satellitare di Sky dal 1° gennaio 2019. Insomma un'offerta win-win per le parti, senza dimenticare che per Mediaset c'è il vantaggio della cessione di una struttura di costo (tutta la parte operation) legata a un'attività, la pay tv, sulla quale ha deciso di non insistere concentrandosi sulla tv in chiaro. Conditio sine qua non è però l'ok incondizionato delle Authority, che si tratti dell'Antitrust o anche dell'Agcom cui spetta un parere non vincolante. L'avvio di un'istruttoria non rappresenta uno stop, ma potrebbe a questo punto anche concludersi con l'indicazione di vincoli da parte di un'Antitrust preoccupata, come scrive nel provvedimento, di «effetti preclusivi nei confronti di altri operatori» in un mercato in cui Sky ha una «posizione dominante». Ora scattano 45 giorni. In caso di semaforo rosso o di ok condizionato la piattaforma, già passata con closing da Mediaset a Sky, tornerebbe di nuovo (a meno di ripensamenti delle parti del loro stesso accordo: cosa però difficile da considerare) al gruppo di Cologno. Mediaset potrebbe poi decidere di chiudere il tutto, con relative conseguenze anche per gli oltre 100 lavoratori occupati. Sky a quel punto dovrebbe crearsi una sua piattaforma Dtt. Ma non sarebbe una cosa impossibile: tecnicamente non d sono le stesse difficoltà del satellite. Intanto l'effetto positivo della cessione è stato quantificato in 6o-7o milioni annui sull'ebit del Bisdone. Difficile che Mediaset possa rivedere la sua scelta.

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