SGUARDO FETISH - Mistress of Seduction! Lizzy Caplan su "Rhapsody" Magazine...
sabato 6 agosto 2016
venerdì 5 agosto 2016
L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
IL FOGLIO
"Stranger Things", macchina del tempo per nostalgici e per millenial che non hanno mai visto "Stand by me"
"La scena imperdibile sta all'inizio del secondo episodio. Una ragazzina piuttosto male in arnese - capelli rapati a zero, un numero tatuato sull'avambraccio - viene accolta in casa da un ragazzino e da due compagnucci che assieme a lui passano i pomeriggi a giocare quella mania d'altri tempi che fu "Dungeons e Dragons". Ha addosso solo una maglietta arancione - una divisa, non è chiaro di quale istituzione - quindi le offrono una tuta. Lei fa la mossa di cambiarsi, i tre in preda al terrore indicano il bagno e pretendono pure la porta chiusa. Siamo nel territorio di Stephen King, geniale osservatore del momento preadolescenziale in cui i maschi preferiscono stare tra loro, le ragazze sono d'impiccio. Dura poco, lo racconta bene anche Wes Anderson in "Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore". Susy e Sam, entrambi dodicenni anche se lei ha gli occhi truccati come Françoise Hardy e lui il cappello di Davy Crockett, scappano insieme. Lui sa che deve darle il primo bacio, si fa così, e pure con la lingua. Lo fa, e poi sputa. In "Inside Out" di Pete Docter, è l'allarme rosso che scatta nella testa: "Aiuto, una ragazza!" (per l'antologia delle scene non basta lo spazio della rubrica, usiamo l'ultima digressione per ricordare che nel romanzo "Mr Mercedes" King raccontava un'auto assassina lanciata su una folla di poveracci in fila per un lavoro). Gli ultimi - per ora - a inoltrarsi nel territorio si chiamano Matt e Ross Duffer, con la serie "Stranger Things" (gli otto episodi della prima stagione sono su Netflix). Per via di "Stand By Me", il regno di Stephen King è presidiato in egual misura da Steven Spielberg, che in proprio contribuisce con "E. T.". Tra i due sì è solidamente inserito J. J. Abrams con "Super 8", prodotto appunto da Spielberg che ne approfitta per dar la sua benedizione (o passare le consegne). Vuol dire che la prima bicicletta con le ruotine entra in scena cinque minuti dopo i titoli di testa (assieme alla prima madre divorziata). E' la serie di cui si chiacchiera, segno che i nostalgici degli anni Ottanta sono una legione, tra spettatori e critici (va aggiunta agli entusiasti una manciata di millennial che si stupiscono di ogni cosa e reagiscono di conseguenza). Gente che a sentire "Demogorgon" prova la stessa reazione di Marcel Proust davanti a una madeleine (è il Principe dei Demoni nel gioco "Dungeons e Dragons", attendiamo un bell'editoriale sul tema "i nostri mostri erano migliori dei vostri Pokémon"). Figuriamoci che succede a vedere un telefono da muro di bakelite giallina, con il filo attorcigliato e il disco con le lettere, oltre che con i numeri. I ragazzini giocatori erano in realtà quattro, altrettanti nerd maltrattati dai bulli - allora essere nerd non era figo come pare oggi che abbiamo visto "The Big Bang Theory". Uno di loro scompare tornando a casa dopo un partitone. Siamo in una cittadina dell'Indiana, L'anno è il 1983, nel prologo (lo chiamiamo così perché i titoli di testa somigliano a copertine di Stephen King e gli episodi sembrano intitolati come capitoli) uno scienziato passa un momentaccio. Nel laboratorio le luci si accendono e si spengono. Lo sceriffo dorme in canottiera sul divano (segno sicuro di un'altra famiglia che non ha funzionato benissimo). E sì, certo, di nascosto dagli adulti si parla con il walkie talkie. Per farsi un giro negli anni Ottanta, "Stranger Things" è una perfetta macchina del tempo, c'è pure Wynona Ryder pettinata come l'operaia Meryl Streep in "Silkwood". Talmente esagerata - e priva di ironia - da sconfinare nella caricatura". (Mariarosa Mancuso, 27.07.2016)
IL FOGLIO
"Stranger Things", macchina del tempo per nostalgici e per millenial che non hanno mai visto "Stand by me"
"La scena imperdibile sta all'inizio del secondo episodio. Una ragazzina piuttosto male in arnese - capelli rapati a zero, un numero tatuato sull'avambraccio - viene accolta in casa da un ragazzino e da due compagnucci che assieme a lui passano i pomeriggi a giocare quella mania d'altri tempi che fu "Dungeons e Dragons". Ha addosso solo una maglietta arancione - una divisa, non è chiaro di quale istituzione - quindi le offrono una tuta. Lei fa la mossa di cambiarsi, i tre in preda al terrore indicano il bagno e pretendono pure la porta chiusa. Siamo nel territorio di Stephen King, geniale osservatore del momento preadolescenziale in cui i maschi preferiscono stare tra loro, le ragazze sono d'impiccio. Dura poco, lo racconta bene anche Wes Anderson in "Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore". Susy e Sam, entrambi dodicenni anche se lei ha gli occhi truccati come Françoise Hardy e lui il cappello di Davy Crockett, scappano insieme. Lui sa che deve darle il primo bacio, si fa così, e pure con la lingua. Lo fa, e poi sputa. In "Inside Out" di Pete Docter, è l'allarme rosso che scatta nella testa: "Aiuto, una ragazza!" (per l'antologia delle scene non basta lo spazio della rubrica, usiamo l'ultima digressione per ricordare che nel romanzo "Mr Mercedes" King raccontava un'auto assassina lanciata su una folla di poveracci in fila per un lavoro). Gli ultimi - per ora - a inoltrarsi nel territorio si chiamano Matt e Ross Duffer, con la serie "Stranger Things" (gli otto episodi della prima stagione sono su Netflix). Per via di "Stand By Me", il regno di Stephen King è presidiato in egual misura da Steven Spielberg, che in proprio contribuisce con "E. T.". Tra i due sì è solidamente inserito J. J. Abrams con "Super 8", prodotto appunto da Spielberg che ne approfitta per dar la sua benedizione (o passare le consegne). Vuol dire che la prima bicicletta con le ruotine entra in scena cinque minuti dopo i titoli di testa (assieme alla prima madre divorziata). E' la serie di cui si chiacchiera, segno che i nostalgici degli anni Ottanta sono una legione, tra spettatori e critici (va aggiunta agli entusiasti una manciata di millennial che si stupiscono di ogni cosa e reagiscono di conseguenza). Gente che a sentire "Demogorgon" prova la stessa reazione di Marcel Proust davanti a una madeleine (è il Principe dei Demoni nel gioco "Dungeons e Dragons", attendiamo un bell'editoriale sul tema "i nostri mostri erano migliori dei vostri Pokémon"). Figuriamoci che succede a vedere un telefono da muro di bakelite giallina, con il filo attorcigliato e il disco con le lettere, oltre che con i numeri. I ragazzini giocatori erano in realtà quattro, altrettanti nerd maltrattati dai bulli - allora essere nerd non era figo come pare oggi che abbiamo visto "The Big Bang Theory". Uno di loro scompare tornando a casa dopo un partitone. Siamo in una cittadina dell'Indiana, L'anno è il 1983, nel prologo (lo chiamiamo così perché i titoli di testa somigliano a copertine di Stephen King e gli episodi sembrano intitolati come capitoli) uno scienziato passa un momentaccio. Nel laboratorio le luci si accendono e si spengono. Lo sceriffo dorme in canottiera sul divano (segno sicuro di un'altra famiglia che non ha funzionato benissimo). E sì, certo, di nascosto dagli adulti si parla con il walkie talkie. Per farsi un giro negli anni Ottanta, "Stranger Things" è una perfetta macchina del tempo, c'è pure Wynona Ryder pettinata come l'operaia Meryl Streep in "Silkwood". Talmente esagerata - e priva di ironia - da sconfinare nella caricatura". (Mariarosa Mancuso, 27.07.2016)
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giovedì 4 agosto 2016
SGUARDO FETISH - Buffy l'AmmazzaPastelli! In arrivo l'album da colorare (per adulti) della cacciatrice di vampiri
News tratta da "Entertainment Weekly"
Drop your Mr. Pointy and pick up some crayons: A “Buffy the Vampire Slayer” adult coloring book is on the way. Dark Horse Books, the publisher behind the upcoming Serenity and Avatar: The Last Airbender adult coloring books, is bringing Buffy the Vampire Slayer universe to the coloring book world, offering Whedonites 45 intricately detailed original illustrations that incorporate moments from the entire series. The pages will feature the “Scooby Gang,” as well as the baddies, including The Master, Glory, Drusilla, and the Trio. The original art was created by Buffy Season 8, 9, and 10 comic book artists Karl Moline, Rebekah Isaacs, Georges Jeanty, Yishan Li, Steve Morris, and Newsha Ghasemi. The “Buffy the Vampire Slayer Adult Coloring Book” is available now for pre-order with an expected release date of Jan. 17, 2017.
News tratta da "Entertainment Weekly"
Drop your Mr. Pointy and pick up some crayons: A “Buffy the Vampire Slayer” adult coloring book is on the way. Dark Horse Books, the publisher behind the upcoming Serenity and Avatar: The Last Airbender adult coloring books, is bringing Buffy the Vampire Slayer universe to the coloring book world, offering Whedonites 45 intricately detailed original illustrations that incorporate moments from the entire series. The pages will feature the “Scooby Gang,” as well as the baddies, including The Master, Glory, Drusilla, and the Trio. The original art was created by Buffy Season 8, 9, and 10 comic book artists Karl Moline, Rebekah Isaacs, Georges Jeanty, Yishan Li, Steve Morris, and Newsha Ghasemi. The “Buffy the Vampire Slayer Adult Coloring Book” is available now for pre-order with an expected release date of Jan. 17, 2017.
mercoledì 3 agosto 2016
NEWS - E adesso Netflix s'inventa Flixtape, le playlist a tema
News tratta da "Vulture"
Netflix knows it's your favorite place to procrastinate. To help you kill more time, it's added a new feature: Flixtape, a playlist function that will enable you to make Netflix-TV-and-movie "mixtapes" — because you don't need to do errands or clean your house, you need to make an "Every Show I Liked in 1999" playlist. (Start with Buffy, proceed with The West Wing ...). If you're looking for inspiration, Netflix has some premade Flixtapes all lined up for you. The "Besties or Frenemies" playlist contains eps of Pretty Little Liars, Unbreakable Kimmy Schmidt, New Girl, and wild-card 1997 film Good Burger, while the "Summertimes" playlist features Wet Hot American Summer: First Day of Camp, Moonrise Kingdom, Grease, and, ahem, High School Musical 2.
Before you commence your Flixtape-ing, remember John Cusack's High Fidelity mixtape advice: “The making of a good compilation tape is a very subtle art. Many dos and don'ts. First of all, you’re using someone else’s poetry to express how you feel. This is a delicate thing.” Truer words were never spoken.
News tratta da "Vulture"
Netflix knows it's your favorite place to procrastinate. To help you kill more time, it's added a new feature: Flixtape, a playlist function that will enable you to make Netflix-TV-and-movie "mixtapes" — because you don't need to do errands or clean your house, you need to make an "Every Show I Liked in 1999" playlist. (Start with Buffy, proceed with The West Wing ...). If you're looking for inspiration, Netflix has some premade Flixtapes all lined up for you. The "Besties or Frenemies" playlist contains eps of Pretty Little Liars, Unbreakable Kimmy Schmidt, New Girl, and wild-card 1997 film Good Burger, while the "Summertimes" playlist features Wet Hot American Summer: First Day of Camp, Moonrise Kingdom, Grease, and, ahem, High School Musical 2.
Before you commence your Flixtape-ing, remember John Cusack's High Fidelity mixtape advice: “The making of a good compilation tape is a very subtle art. Many dos and don'ts. First of all, you’re using someone else’s poetry to express how you feel. This is a delicate thing.” Truer words were never spoken.
lunedì 1 agosto 2016
NEWS - Netflix, è passata la moda? Abbonati in fuga, il titolo crolla...Finirà come Blockbuster?
Articolo tratto da "Italia Oggi"
Netflix piange: incrementa assai meno del previsto il numero dei suoi abbonati e crolla in Borsa. Battuta d'arresto o esplosione di una bolla? E poi: questa crisi è una buona o una cattiva notizia? Per molti versi buona, anzi ottima. Vediamo perché. Netflix, la tv online più celebre e temuta (dai network televisivi tradizionali) del mondo, si è imposta, con 87 milioni di abbonati, grazie a una semplicità di accesso e di ricerca, unita a una vastità di scelte e a un'economicità di prezzo, senza precedenti. Ma il vero boom, la web-tv su cavo l'ha ottenuto meritoriamente indovinando alcune «fiction» che l'hanno consacrata e fatta amare. E qui, direbbe Totò, casca l'asino. I successi imperniati sulla creatività hanno il difetto di essere effimeri e reversibili, perché tale è la natura umana: oggi ci piace l'operetta, e ci andiamo tutti pazzi, domani passa la moda, arriva quella del rock'n roll e l'operetta resta un gusto di pochi. La Metro Goldwin Mayer era la numero uno ed è fallita... Questo gioco dei cicli emotivi fa parte dei nostri archetipi e guai, guai seri, se le tecnologie lo distruggessero: la nostra creatività, che ci distingue dalle bestie, finirebbe tritata da un algoritmo, e non da esso potenziata come lo fu dalla macchina per scrivere o dalla cinepresa. Quindi? Semplice: le serie di maggior cassetta di Netflix «tirano meno», perché tutte le mode passano; e i giocherelli digitali graditi agli abbonati non sono la «killer application» (la «trovata assassina», per usare il solito gergo da fessi) che si pensava. Tutto qui: ed è qui anche la buona notizia, che la creatività fa ancora e sempre la differenza. Piccolo-grande corollario: potersi scegliere in pace, tra infinite opzioni, ciò che si preferisce vedere è bello. Ma non è l'unico modo gradevole di vivere. Scegliere costa fatica, innanzitutto. E limita l'esplorazione almeno quanto appare agevolarla, perché fatalmente si tende a scegliere cose note o almeno fantasticate, ma l'ignoto si tende a scartarlo. I vecchi palinsesti televisivi prescrittivi (alle 20 il tg, alle 20,30 la satira, eccetera) sembrano stantii, ma sono confortevoli, come tutte le abitudini. «Arto', fa' caldo, sto' stanca, vedi che fanno su Raiuno», è e rimarrà un'esigenza anti-scelta. Quindi Netflix non sarà il cianuro dei network televisivi tradizionali, li affiancherà senza soppiantarli. Ce lo ricordiamo Blockbuster? Sottocasa, migliaia di film da scegliere e affittare per poco, e ti compravi pure i pop-corn. E' durato dieci anni. E del resto, per finire con un sacrilegio, anche al colosso Sky, re delle comode tv a pagamento, se togli il calcio e il porno quanto business resta?
Articolo tratto da "Italia Oggi"
Netflix piange: incrementa assai meno del previsto il numero dei suoi abbonati e crolla in Borsa. Battuta d'arresto o esplosione di una bolla? E poi: questa crisi è una buona o una cattiva notizia? Per molti versi buona, anzi ottima. Vediamo perché. Netflix, la tv online più celebre e temuta (dai network televisivi tradizionali) del mondo, si è imposta, con 87 milioni di abbonati, grazie a una semplicità di accesso e di ricerca, unita a una vastità di scelte e a un'economicità di prezzo, senza precedenti. Ma il vero boom, la web-tv su cavo l'ha ottenuto meritoriamente indovinando alcune «fiction» che l'hanno consacrata e fatta amare. E qui, direbbe Totò, casca l'asino. I successi imperniati sulla creatività hanno il difetto di essere effimeri e reversibili, perché tale è la natura umana: oggi ci piace l'operetta, e ci andiamo tutti pazzi, domani passa la moda, arriva quella del rock'n roll e l'operetta resta un gusto di pochi. La Metro Goldwin Mayer era la numero uno ed è fallita... Questo gioco dei cicli emotivi fa parte dei nostri archetipi e guai, guai seri, se le tecnologie lo distruggessero: la nostra creatività, che ci distingue dalle bestie, finirebbe tritata da un algoritmo, e non da esso potenziata come lo fu dalla macchina per scrivere o dalla cinepresa. Quindi? Semplice: le serie di maggior cassetta di Netflix «tirano meno», perché tutte le mode passano; e i giocherelli digitali graditi agli abbonati non sono la «killer application» (la «trovata assassina», per usare il solito gergo da fessi) che si pensava. Tutto qui: ed è qui anche la buona notizia, che la creatività fa ancora e sempre la differenza. Piccolo-grande corollario: potersi scegliere in pace, tra infinite opzioni, ciò che si preferisce vedere è bello. Ma non è l'unico modo gradevole di vivere. Scegliere costa fatica, innanzitutto. E limita l'esplorazione almeno quanto appare agevolarla, perché fatalmente si tende a scegliere cose note o almeno fantasticate, ma l'ignoto si tende a scartarlo. I vecchi palinsesti televisivi prescrittivi (alle 20 il tg, alle 20,30 la satira, eccetera) sembrano stantii, ma sono confortevoli, come tutte le abitudini. «Arto', fa' caldo, sto' stanca, vedi che fanno su Raiuno», è e rimarrà un'esigenza anti-scelta. Quindi Netflix non sarà il cianuro dei network televisivi tradizionali, li affiancherà senza soppiantarli. Ce lo ricordiamo Blockbuster? Sottocasa, migliaia di film da scegliere e affittare per poco, e ti compravi pure i pop-corn. E' durato dieci anni. E del resto, per finire con un sacrilegio, anche al colosso Sky, re delle comode tv a pagamento, se togli il calcio e il porno quanto business resta?
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