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domenica 20 gennaio 2019

L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri

IL FOGLIO
Le dimenticanze e le incongruenze dei Golden Globes
"Scorriamo le nomination ai Golden Globe per la migliore serie drammatica e niente, "Succession" non si trova. Scorriamo le nomination ai Golden Globe perla miglior serie comica (i membri della stampa estera hanno fatto un po' di confusione quest'anno, per esempio candidando "A Star is Born" con Lady Gaga come film drammatico, ma le parti migliori sono cantate): "Succession" non compare neanche lì. Dimenticata. Sparita. Forse snobbata. Eppure la serie Hbo di Jesse Armstrong - cresciuto alla scuola di Armando Iannucci e di "The Thickof It", preso a modello da "Veep - Vicepresidente incompetente" con Julia Louis-Dreyfus - è un magnifico prodotto Hbo. Una serie che parte veloce, continua velocissima, coltiva la perfidia e l'arte di organizzare ogni episodio con il suo arco drammatico. Magnifici gli attori, da Brian Cox a Hiam Abbass a Sarah Snook a Kieran Culkin. Eterno il tema: un ricco patriarca cerca tra i figli - e una figlia- il suo successore. Per sparigliare, fa entrare nell'asse ereditario la nuova moglie. Fatalità: dopo la festa per i suoi 80 anni ha un coccolone, e il nuovo assetto societario - operano nei media con la Cina e il Digitale che premono- non è stato ancora firmato. Trama da "Re Lear", non era difficile da capire. Neppure per la stampa estera a Los Angeles che dà il suo contributo all'imperante nostalgia candidando come attrici Debra Winger per "Will e Grace" (revival della serie anni 90) e Candice Bergen per "Murphy Brown" (revival della serie anni 80). Pub essere che siamo entrati nell'età di mezzo: giornalisti troppo giovani per capire, se non lo leggono nelle note per la stampa, che una serie può rifare Shakespeare. Ma abbastanza stagionati per non provare neanche un po' di curiosità per una serie come "Maniac". "Too Netflixy", sicuro, intendendo con questo che la serie soffre di esibizionismo. Di esibizionismo soffre anche il regista Cary Fukunaga, assieme allo sceneggiatore Patrick Somerville. Ma è meglio questo modo di essere Netflix del modo che ha "Il metodo Kominsky" di essere Netflix. "Maniac" esagera con l'originalità, "Il metodo Kominsky" esagera con il modello "strana coppia di vecchietti con gli acciacchi", vista e stravista al cinema. Michael Douglas (candidato come attore comico protagonista) assieme al compagno Alan Arkin (candidato come attore comico non protagonista, solo la stampa estera può spiegare la disparità di trattamento) regge benissimo il gioco. Sono assai più bravi, e senza rete, Emma Stone e Jonah Hill in "Maniac". Per di più, essendo i votanti della stampa estera, si sperava che almeno qualcuno fosse a conoscenza della serie norvegese che ha fatto da modello. I giornalisti esteri a Los Angeles hanno esaurito la loro voglia di stranezze candidando tra le serie comiche "Kidding- Il fantastico mondo di Mr Pickles", showrunner Dave Bolstein (la mania di spiegare i titoli ha contagiato anche Sky Atlantic). Da quando crede di essere la reincarnazione del comico Andy Kaufman, Jim Carrey ha l'occhio ancora più spiritato del solito (vedere, per credere, il documentario "Andy e I"). Mr Pickles è il presentatore di un programma tv per bambini, in un'interpretazione a metà tra "lo spettacolo deve andare avanti" e "Ridi pagliaccio sul tuo amore infranto..."-anche l'attore ha avuto la sua candidatura. Nella stessa categoria, Sacha Baron Cohen per i travestimenti di "Who is America?". Sempre in parte, il comico ha già chiesto a Sarah Palin di accompagnarlo alla cerimonia, a Beverly Hills". (Mariarosa Mancuso)

venerdì 11 gennaio 2019

L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
IL FOGLIO
Le "Derry Girls" senza tempo di Netflix
"Cattive ragazze, come le "bitches" salutate da Olivia Colman dopo aver conquistato il Golden Globe come migliore attrice comica. Altro svarione perpetrato dai giornalisti della stampa estera a Los Angeles: parrebbe più drammatico regnare sull'Inghilterra di inizio 700, tra guerre e congiure di palazzo, che badare a un marito che si fa bello con gli scritti tuoi, come capita a Glenn Close in "The Wife". E alzi la mano chi, mentre l'attrice avvolta in una cappa nera afferrava il premio come attrice drammatica, non ha pensato a "Attrazione fatale" e alla pazza che bolliva il coniglietto pur di strappare Michael Douglas alla legittima consorte. Ai Golden Globes, sezione serie tv, Douglas figlio (Kirk ha compiuto 102 anni a dicembre) è stato premiato come miglior attore attore comico per il "Metodo Kominsky": così finisce la scappatella coniugale più famosa degli anni Ottanta. Cattive ragazze, come le "Derry Girls" nella serie scritta da Lisa McGee. Sta su Netflix, ma si capisce lontano un miglio che l'algoritmo c'entra poco, è un prodotto a denominazione d'origine controllata. Siamo in Irlanda del nord, negli anni Novanta: il ponte che devi percorrere per andare a scuola potrebbe saltare per aria ogni momento. Le ragazze, in divisa, frequentano un istituto cattolico. Quasi tutto femminile. Il "quasi" riguarda James, un cugino con il difetto di essere cresciuto fuori dall'Irlanda - quindi è l'unico che parla Cattive ragazze Le "bitches" salutate dalla Colman ai Golden Globe e le "Derry girls" irlandesi della nuova serie Netflix un inglese comprensibile senza sottotitoli: alla scuola per maschi sarebbe tartassato dai bulli. Naturalmente dalle suore non è previsto per lui neppure un bagno, il contrario di quel che accadeva alla Nasa per le matematiche nere che contribuirono a mandare in orbita le prime navicelle (fa testo il film di Theodor Melfi "Il diritto di contare"). Le attrici sono un po' grandicelle, stentano a sembrare sedicenni. Parlano sporco, con smorfie adolescenziali un po' caricate, e spaventano le suore - una muore sul posto di lavoro, novantenne, mentre sorveglia le ragazze (e il giovanotto) in punizione. Tra una pisciata nel cestino della carta, un rossetto rubato (intascato dalla sorvegliante), una ragazza che scavalca la finestra per andare al concerto del ragazzo che le piace (cotta unilaterale, si intende, l'invito era collettivo), all'apertura della porta lo spettacolo è raccapricciante. Il resto è working class irlandese, tante patate fritte e tanto merluzzo in pastella. Dove non ci sono i soldi per andare a Parigi in gita scolastica ("i vostri genitori hanno sicuramente soldi da parte per la vostra educazione", suggerisce una suora, pia illusione sfatata al rientro in casa). La più grassottella digiuna per l'Africa - da un momento all'altro ci aspettiamo la raccolta di carta stagnola per "i bambini meno fortunati". Sei puntate per la prima stagione, durano mezz'ora come si conviene a una sit-com (siccome siamo in Irlanda, il format non prevede le risate registrate). Sembra passato un secolo, da quando la novità tecnologica era il cordless: "Mi stava chiamando dal bagno" urla la zia che invidia la modernità". (Mariarosa Mancuso)

venerdì 2 novembre 2018

NEWS - Che derby rosa! Da stasera la first lady Robin Wright ("House of Cards") sfida la deb Julia Roberts ("Homecoming"). E Netflix gode tra le due litiganti con le teen "Baby" (dal 30) in un novembre seriale cult


Articolo tratto da "La Gazzetta dello Sport"
Uno scontro titanico apre un novembre rovente in tv per quanto riguarda le serie. Rivedremo le due attrici americane da oggi, in due titoli diversi: una alle prese con un finale di stagione, l'altra al debutto in una nuova serie. Robin Wright torna infatti ad essere la protagonista degli intrighi politici di House of Cards 6, su Sky Atlantic, mentre Julia Roberts è alla sua prima prova in una produzione seriale nel thriller psicologico Homecoming, su Amazon Prime Video.
La Roberts è Heidi, assistente sociale in un centro che aiuta i veterani a reinserirsi nella vita civile. Ma sono dubbie le motivazioni della struttura nella quale lavora. La serie è diretta da Sam Esmail (lo stesso regista di Mr. Robot) e arriva in originale: la versione doppiata sarà disponibile a partire dal 2019. Per quanto riguarda gli Underwood, la scelta di fare morire il marito Frank dipende dal licenziamento di Kevin Spacey a causa dello scandalo sessuale nel quale è rimasto coinvolto. Claire adesso è la presidente e la protagonista di questa stagione. Accanto a lei, arrivano alcuni personaggi nuovi interpretati da Diane Lane e Greg Kinnear nei panni di due fratelli lobbisti. Gli episodi della serie Netflix sono otto.
E proprio su Netflix debutta alla fine del mese la terza serie italiana della piattaforma di streaming; dopo Suburra e prima di Luna nera, il 30 arriva Baby, vicenda liberamente ispirata al giro di squillo minorenni dei Parioli, diretta da Andrea De Sica e Anna Negri. Due settimane prima, il 16, è la volta di Narcos: Messico, costola di Narcos, scritta dagli stessi autori, ambientata negli Anni 80. Stesso giorno di debutto per una commedia, Il metodo Kominsky, serie ideata da Chuck Lorre (quello di The Big Bang Theory) con due interpreti come Michael Douglas e Alan Arkin: il protagonista è un ex attore di successo che insegna recitazione a Hollywood. Torna in tv anche Jim Carrey con Kidding - Il fantastico mondo di Mr. Pickles, serie diretta da Michel Gondry già regista di Se mi lasci ti cancello (2004), in onda su Sky Atlantic dal 7 novembre. Carrey impersona un personaggio all'apparenza di successo, e dai grandi interessi economici, ma la cui vita privata va sgretolandosi. Due giorni dopo su Prime esordisce la seconda stagione di Patriot, con l'agente segreto John Tavner, interpretato da Michael Dorman, costretto a lavorare sotto copertura in un'impresa di tubature del Midwest. In arrivo su Rai 1 (la data di debutto ancora non confermata è il 19), Nero a metà, commedia poliziesca in sei puntate con Claudio Amendola.

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