Visualizzazione post con etichetta Fratelli Benvenuti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Fratelli Benvenuti. Mostra tutti i post

lunedì 31 maggio 2010

L'EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti sui telefilm dai giornali italiani e stranieri

ENTERTAINMENT WEEKLY
“Parenthood”, alla larga da “Modern Family”
“Chi non vorrebbe vedere un programma che racconta di legami familiari tra più generazioni? ‘Parenthood’ è stato un film di successo del 1989 diretto da Ron Howard e una serie mordi-e-fuggi nel 1990 in cui compariva Leonardo DiCaprio e tra gli sceneggiatori un certo Joss Whedon. Ora ci riprova la NBC, con una serie posticipata a causa della sostituzione di Maura Tierney per via di un tumore al seno (il pilota con lei protagonista fu mandato ai critici tv ed era terrificante, a dire il vero!). Ora c’è Lauren Graham quale protagonista e un Peter Krause di sicuro più a suo agio che in ‘Dirty Sexy Money’. Il network sta promuovendo la serie accostandola a ‘Modern Family’. Per ‘Parenthood’ è penalizzante. Semmai il confronto dovrebbe essere con ‘Brothers&Sisters’, e comunque la serie con Graham è migliore in certi aspetti. Se vi sintonizzate pensando di trovarvi una serie simile a ‘Modern Family’, rimarrete delusi e cambierete canale: non che sia meglio, è diversa. E’ soprattutto differente dalla prima versione televisiva, dove non esistevano sotto-trame. E forse per questo sarà un successo”.
(Ken Tucker, 12.03.2010)

THE OBSERVER MAGAZINE
Sue Sylvester e quella tuta così sexy…
“Una donna forte ha bisogno di un look identificativo. Michelle Obama punta sul porpora. Lady Gaga va in giro senza mutande e con maschere sulla faccia. Sue Sylvester di ‘Glee’ vive perennemente in tuta. Come una divisa militare. Così sorprendentemente che incute terrore, soprattutto con quella blu cobalto da SS. Per non parlare del suo inseparabile megafono, perché per lei urlare è troppo poco. E quelle scarpe da ginnastica rinforzate, pronte a calpestare cuori, ambizioni, desideri…E’ lei l’ultima anti-eroina dei giorni nostri. Schematica, manipolatrice, ambiziosa, cattiva fina al midollo…C’è qualcosa o qualcuno di più sexy di lei?”.
(Polly Vernon, 14.03.2010)

FAMIGLIA CRISTIANA
“Fringe”, originale novità

“Bella novità per gli amanti della suspense, più dalle parti di ‘X-Files’ che di ‘Lost’, con indagini ricche di risvolti ora ironici, ora oscuri e al limite del paranormale. Originale”.
(Maurizio Turrioni, 28.03.2010)

LA REPUBBLICA
"Fringe", viaggio divertente nell'oscurità
“'Fringe' è una sorta di viaggio oscuro, con margini di assoluto divertimento nell’interazione dei personaggi, più dalle parti di 'X-Files' che di 'Lost'”.
(Antonio Dipollina, 12.03.2010)

CORRIERE DELLA SERA
Il trasloco indovinato di “RIS: Roma”

“Pietro Valsecchi ha colpito ancora. Con un' idea che soddisfa sia i ‘veri’ RIS (dopo l'uscita dall'Arma di Luciano Garofano, storico comandante del Reparto Investigazioni Scientifiche, sentivano il bisogno di non localizzare solo a Parma il raggruppamento speciale), sia i ‘finti’ RIS, quelli televisivi, che possono cosi sfruttare l'effetto CSI, identificando le varie serie col nome della città che fa da sfondo (Las Vegas, New York, Miami) e mettere a fuoco un diverso stile visuale. E con una raccomandazione speciale, per differenziarsi dai ‘cugini’ americani. Tocca a un generale dell’Arma ricordare al gruppo che le investigazioni devono basarsi sia sul metodo (ovviamente scientifico, ben sapendo che il laboratorio scientifico è anche un laboratorio linguistico) sia sull'intuito, secondo la vecchia tradizione dei Carabinieri. Invece di intrecciare più vicende, che spesso viaggiano in parallelo, secondo la lezione americana, qui le storie si legano fra di loro (anche quelle private), una chiama l'altra. Altra differenza importante, che contribuisce non poco alla piacevolezza del racconto, è la vena sottilmente ironica che fa da contrappunto all'impianto poliziesco”.
(Aldo Grasso, 20.03.2010)

VANITY FAIR
Rush meglio di Grissom

“A Grissom preferisco Lilly Rush di ‘Cold Case’: si fa rispettare ma è feminile. E poi io odio gli insetti, quando sul set arrivano le teche, io fuggo….!”.
(Euridice Axen di “RIS: Roma”, 24.03.2010)

TV SORRISI E CANZONI
Gli Amici telefilmici di Maria

“Ho due serie che seguo e che semmai registro per non rischiare di perdere un episodio: ‘24’ e ‘Grey’s Anatomy’”.
(Maria De Filippi, 30.03.2010)

TV BLOG
Fratelli poco…Benvenuti

“Il problema reale delle fiction come ‘Fratelli Benvenuti’, a parte la programmazione su cui noi produttori possiamo fare poco, sono le scritture. Quando fai una scrittura e sei convinto che funzioni, viene anche controllata dagli editor dei broadcaster, in questo caso Mediaset, che ti consigliano su eventuali variazioni. Questo è un prodotto che non costa neppure poco, ma in cui Mediaset ha creduto sin dall’inizio perchè innovativo. Questa fiction non è stata sospesa da Mediaset come è stato scritto, ma piuttosto è stata una decisione unilaterale tra noi produttori e la direzione generale del gruppo di Cologno Monzese di chiudere un programma che si era logorato, non tanto per il gradimento quanto per i numeri e la collocazione”.
(Massimo Boldi, 29.03.2010)

THE OBSERVER
“Glee”, Usa batte UK 1-0
“La Gran Bretagna non produce una serie così divertente, ironica, ottimista, satirica, pungente, innovativa da anni. Così dedicata a un pubblico giovane e nel contempo ai genitori. Sto parlando di ‘Glee’, che coniuga immaginazione e humour e umanità realistici, con un risultato esilarante. Ad un primo impatto, la serie segue un percorso familiare, quello dalle parti di ‘High School Musical’. Tuttavia stravolge i clichè per raggiungere una nuova ‘forma’, come se dal baco nascesse la farfalla. ‘Glee’ è posseduta da una visione liberale contrastata da un conservatorismo di divisa e dal non ‘politically correct’, rappresentati dalla coach Sue Sylvester. E’ come se il telefilm avesse due grammatiche opposte che trovano il loro catarsi nel musical, appena si comincia a cantare e l’anima s’innalzasse sopra i contrasti”.
(Andrew Anthony, 21.03.2010)

martedì 25 maggio 2010

LA VITA E' UNA COSA SERIAL - “RIS”, tutte le strade dei telefilm portano a Roma
Non dite ai vertici della Lega Nord che il popolare “RIS” di Parma si è trasferito, almeno telefilmicamente, all’ombra del Cupolone. Al momento di andare in stampa stranamente nessuno degli esponenti del Carroccio si è indignato per la partenza di “RIS: Roma” e la chiusura della serie originale girata nel parmense. Eppure, il cambio di città poteva presupporre una qualche indignazione d’orgoglio padano. Non si tratta in effetti di uno spin-off vero e proprio come il quasi contemporaneo – relativamente alla trasmissione italiana – “NCIS”, che ha aperto una succursale nella più scontata Los Angeles. Tant’è che la produzione italica considera il “trasferimento” romano come la “sesta stagione” di questo fac simile di franchising. Qui si tratta di un vero e proprio smantellamento, con solo due personaggi “sopravvissuti” (agli ascolti in flessione) che permangono nel tentativo di rivitalizzare l’interesse scemato. Impresa non facile, a dire il vero: a fronte di una polizia scientifica che nella realtà dei grandi casi italiani degli ultimi anni ha scoperto ben poco di risolutivo (vedi Cogne, Perugia, Garlasco…), pure il mitico Luciano Garofalo a capo dei (veri) RIS ha mollato il colpo per dedicarsi a consulenze private e ospitate televisive. E così uno dei pochi (pochissimi) telefilm non ambientato a Roma ha ceduto al richiamo della Lupa. Povero tenente Venturi, povero Flaherty, che ha sommessamente protestato per la distruzione del DNA del suo personaggio. Strano destino avverso quello delle serie tv “alla larga da Roma”: mi vengono in mente lo sperimentale “48 ore” (2006), girato a Genova (bensì con la presenza romana garantita di Claudio Amendola), sospeso come un camallo con i suoi echi evidenti di “24” e “Senza traccia”; il più meritevole “Il Bene e il Male” (2009), con Gianmarco Tognazzi sotto la Mole Antonelliana, soppresso ad interim; il “volemo fà Carrie e Samantha di SATC” a Milano di “Amiche mie” (2008), con una delle quattro protagoniste, comunque, in fuga da Roma; la recente debacle dei salumieri “Fratelli Benvenuti” di Massimo Boldi&Co., tagliati a fettine sottili dall’Auditel nel loro centro commerciale del Nord. Altro che delocalizzazione, altro che federalismo: nei telefilm italiani, piaccia o meno, vige il motto “Roma Padrona”. Che sia il sintomo di una mancanza di incentivi economici? Il cinema italiano, al contrario, sembra conoscere una lieve inversione di tendenza: vedi “Io sono l’amore”, con Tilda Swinton sulle guglie del Duomo di Milano, a fianco della Madunina. Chissà come son fischiate le orecie al Ministro alle Infrastrutture Roberto Castelli, che alcuni mesi fa ha lanciato strali sulle fiction nostrane, adducendo che “parlano tutti in romanesco, è una cosa insopportabile”! Strano che la Lega, solitamente sensibile a quanto passa sul piccolo schermo, si sia distratta su “RIS: Roma”. Scintilla ancora negli annali quando Umberto Bossi in persona espresse la sua indignazione per il bacio lesbo tra Ally McBeal (Calista Flockhart) e Ling Woo (Lucy Liu) trasmesso dalla Rai all’ora di cena, chiedendo le dimissioni dell’allora presidente Roberto Zaccaria: peccato che si trattasse della riproposizione di “Blob” di una sequenza del telefilm in onda il giorno prima su Canale 5 nella fascia protettissima del day-time. A ben vedere, ora per le strade della Capitale si rischia l’ingorgo: tra Trastevere, il Tuscolano e la Garbatella, è tutto di un via-vai di medici, poliziotti, investigatori della scientifica: se un Cesaroni si rollasse una canna, rischierebbe di venire fermato da uno di “Distretto di polizia”, per poi venir esaminato da capo a lingua da una dei “RIS”. Se poi avesse dato inavvertitamente fuoco alla casa nel tentativo di nascondere il cannone, magari verrebbe salvato da un vigile del fuoco di una serie di prossima produzione…(sperando che si realizzi in tempo!) e portato a farsi controllare in uno delle decine di ospedali dove in corsia si fa tifo per Totti. Ma forse è meglio così. Vuoi mettere un telefilm girato al Nord, magari intitolato “Ecopass: Zona 15”, sull’aria di “sapessi com’è strano, incontrarsi al coprifuoco di Via Padova, a Milano…”? (Articolo di Leo Damerini pubblicato sul Telefilm Magazine di Maggio)

"Il trivial game + divertente dell'anno" (Lucca Comics)

"Il trivial game + divertente dell'anno" (Lucca Comics)
Il GIOCO DEI TELEFILM di Leopoldo Damerini e Fabrizio Margaria, nei migliori negozi di giocattoli: un viaggio lungo 750 domande divise per epoche e difficoltà. Sfida i tuoi amici/parenti/partner/amanti e diventa Telefilm Master. Disegni originali by Silver. Regolamento di Luca Borsa. E' un gioco Ghenos Games. http://www.facebook.com/GiocoDeiTelefilm. https://twitter.com/GiocoTelefilm

Lick it or Leave it!

Lick it or Leave it!