sabato 8 dicembre 2018
L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
IL FOGLIO
Mrs. Masiel va a Parigi ed entra nel mito
"Mrs Maisel fa l'americana a Parigi. In una Parigi che ruba tutto quel che può al cinema, dal technicolor di Vincente Minnelli a "Ratatouille"; da "Les parapluies des Cherbourg" di Jacques Demy a Woody Allen di "Tutti dicono I love you". Immancabile la Tour Eiffel, che secondo i registi si scorge da tutte le finestre parigine - anche quella del ratto chef. Immancabile la concierge impicciona. Immancabili le sigarette. Immancabili gli artisti. Immancabili le soffitte. Immancabile il Lungosenna con i fidanzati che si baciano. Immancabile la baguette, con il cibo che al palato newyorchese sembra assai strano (Julia Child pubblicherà il suo bestseller "Mastering the Art of French Cooking" nel 1963, le trasmissioni in tv arrivano due anni dopo, del 2009 è l'omaggio di Nora Ephron nel film "Julie e Julia"). Mrs Maisel va in trasferta, dopo il trionfale numero comico che aveva concluso la prima stagione della premiatissima serie creata da Amy Sherman-Palladino (la seconda stagione da oggi su Amazon Prime Video). Un po' di genealogia: Sherman come Don Sherman, attore e sceneggiatore anche di qualche "Rocky", Palladino come il consorte Daniel Palladino. Prima della "Fantastica signora Maisel", la coppia aveva in curriculum "Una mamma per amica". A papà Sherman Amy deve la conoscenza della comicità stand up, un uomo e il suo microfono, una platea che o è distratta o rumoreggia. "Quando lui e i suoi amici provavano i numeri - ricorda - sembrava di vivere dentro 'Broadway Danny Rose"'. Per questo, dopo Parigi la serie farà tappa nei monti Catskill, altro luogo mitico della comicità ebraico-americana. Riassunto della trama, per chi si fosse perso la magnifica serie. Miriam Maisel detta Midge, casalinga niente affatto disperata dell'Upper West Side, viene lasciata dal marito perla segretaria (e fin qui ancora si potrebbe sopportare, ma la ragazza è cosi tonta da non saper usare un temperamatite - per le lamentele, rivolgersi alla showrunnec nel caso fosse sfuggito, è femmina e ama i cappellacci da strega). Un po' alticcia finisce in un locale al Greenwich Village, dove racconta le sue disgrazie in maniera cosi comica che il pubblico applaude. Siccome sul palco ha mostrato le tette - il perché è storia lunga, guardatevi la serie - finisce in un commissariato di polizia dove conosce Lenny Bruce, altro cultore appassionato della comicità che scatena i poliziotti. Mrs Maisel va in Europa per riportare a casa la madre, che nella Ville Lumière si è trasferita, stanca del marito che pretende il silenzio domestico e oltre a lei zittisce i nipoti. Lo ha annunciato, ha svuotato gli armadi, ha prenotato l'aereo, ha lasciato scritto pure l'indirizzo, ma il consorte se ne accorge solo dopo giorni. Da qui la missione a Parigi, dove le donne sfoggiano cappellini e abiti più belli del magnifico guardaroba indossato da Midge, anche quando lavora come centralinista. Tra le scene-capolavoro, c'era la vestizione per andare giù al Greenwich: via le gonne a palloncino intonate al paltò, via i tacchi alti, ora servono pantaloni neri a sigaretta e ballerine, un maglione a collo alto per il consorte che fa sparire giacca e cravatta. Per un po' separata dalla sua agente Susie (rimasta a New York, passa qualche guaio), Midge Maisel porta il suo numero ormai collaudato sul palco di Madame Arthur, storico cabaret parigino di travestiti. Con traduzione simultanea, e le immancabili punzecchiature sul fatto che i francesi, in materia di tradimenti coniugali, sono assai più tolleranti degli americani". (Mariarosa Mancuso)
IL FOGLIO
Mrs. Masiel va a Parigi ed entra nel mito
"Mrs Maisel fa l'americana a Parigi. In una Parigi che ruba tutto quel che può al cinema, dal technicolor di Vincente Minnelli a "Ratatouille"; da "Les parapluies des Cherbourg" di Jacques Demy a Woody Allen di "Tutti dicono I love you". Immancabile la Tour Eiffel, che secondo i registi si scorge da tutte le finestre parigine - anche quella del ratto chef. Immancabile la concierge impicciona. Immancabili le sigarette. Immancabili gli artisti. Immancabili le soffitte. Immancabile il Lungosenna con i fidanzati che si baciano. Immancabile la baguette, con il cibo che al palato newyorchese sembra assai strano (Julia Child pubblicherà il suo bestseller "Mastering the Art of French Cooking" nel 1963, le trasmissioni in tv arrivano due anni dopo, del 2009 è l'omaggio di Nora Ephron nel film "Julie e Julia"). Mrs Maisel va in trasferta, dopo il trionfale numero comico che aveva concluso la prima stagione della premiatissima serie creata da Amy Sherman-Palladino (la seconda stagione da oggi su Amazon Prime Video). Un po' di genealogia: Sherman come Don Sherman, attore e sceneggiatore anche di qualche "Rocky", Palladino come il consorte Daniel Palladino. Prima della "Fantastica signora Maisel", la coppia aveva in curriculum "Una mamma per amica". A papà Sherman Amy deve la conoscenza della comicità stand up, un uomo e il suo microfono, una platea che o è distratta o rumoreggia. "Quando lui e i suoi amici provavano i numeri - ricorda - sembrava di vivere dentro 'Broadway Danny Rose"'. Per questo, dopo Parigi la serie farà tappa nei monti Catskill, altro luogo mitico della comicità ebraico-americana. Riassunto della trama, per chi si fosse perso la magnifica serie. Miriam Maisel detta Midge, casalinga niente affatto disperata dell'Upper West Side, viene lasciata dal marito perla segretaria (e fin qui ancora si potrebbe sopportare, ma la ragazza è cosi tonta da non saper usare un temperamatite - per le lamentele, rivolgersi alla showrunnec nel caso fosse sfuggito, è femmina e ama i cappellacci da strega). Un po' alticcia finisce in un locale al Greenwich Village, dove racconta le sue disgrazie in maniera cosi comica che il pubblico applaude. Siccome sul palco ha mostrato le tette - il perché è storia lunga, guardatevi la serie - finisce in un commissariato di polizia dove conosce Lenny Bruce, altro cultore appassionato della comicità che scatena i poliziotti. Mrs Maisel va in Europa per riportare a casa la madre, che nella Ville Lumière si è trasferita, stanca del marito che pretende il silenzio domestico e oltre a lei zittisce i nipoti. Lo ha annunciato, ha svuotato gli armadi, ha prenotato l'aereo, ha lasciato scritto pure l'indirizzo, ma il consorte se ne accorge solo dopo giorni. Da qui la missione a Parigi, dove le donne sfoggiano cappellini e abiti più belli del magnifico guardaroba indossato da Midge, anche quando lavora come centralinista. Tra le scene-capolavoro, c'era la vestizione per andare giù al Greenwich: via le gonne a palloncino intonate al paltò, via i tacchi alti, ora servono pantaloni neri a sigaretta e ballerine, un maglione a collo alto per il consorte che fa sparire giacca e cravatta. Per un po' separata dalla sua agente Susie (rimasta a New York, passa qualche guaio), Midge Maisel porta il suo numero ormai collaudato sul palco di Madame Arthur, storico cabaret parigino di travestiti. Con traduzione simultanea, e le immancabili punzecchiature sul fatto che i francesi, in materia di tradimenti coniugali, sono assai più tolleranti degli americani". (Mariarosa Mancuso)
venerdì 7 dicembre 2018
GOSSIP - Ultima spiaggia! L'ex bagnina Pamela Anderson si tuffa nella polemica su twitter attaccando Salvini e lui replica: "peccato, da fan di 'Baywatch' la preferivo in costume"
News tratta da Corriere.it
L'ultima star del mondo dem si chiama Pamela Anderson. Proprio lei, la bagnina più amata della tv. Che diventa per un giorno la protagonista del web attaccando il ministro dell'Interno e azzardando un'analisi politica che non dispiace agli elettori delusi. Il primo tweet, mercoledì pomeriggio, comincia con un innocuo: «Pensieri dall’Italia», con tanto di bandierina del nostro Paese. Ma non c’è niente di idilliaco in quello che l’attrice naturalizzata negli States scrive: «L’Italia è un Paese meraviglioso, lo amo tanto, amo il cibo, la moda, la storia, l’arte, ma sono molto preoccupata dalle tendenze che mi ricordano gli anni ‘30». La modella, attrice e showgirl di origini canadesi, 51 anni portati splendidamente, prosegue la sua analisi politica e sociale: «la paura e l’insicurezza in tutte le fasce sociali, gli attacchi quotidiani a rifugiati e migranti, la profonda crisi economica...» .
La soluzione a questi scenari drammatici? «Non è più Macron o più Salvini- scrive Anderson su Twitter- visto che «hanno bisogno l’uno dell’altro e si rafforzano l’un l’altro». Ma «un risveglio paneuropeo che valichi i confini e le nazionalità, che sia capace di affrontare la profonda crisi economica, sociale, ecologica che l’Europa sta attraversando». Del resto, quanto sta accadendo in Francia, insiste impietosa la bagnina simbolo di Baywatch, «è un problema europeo, nella stessa misura in cui le misure anti- immigrazione e le derive fasciste italiane sono un problema europeo». Quindi quando «Mr Salvini», come l’attrice chiama il nostro ministro dell'Interno, dice che «Macron è un problema per la Francia», «intendendo che quanto sta avvenendo in Francia con la protesta dei gilet gialli riguarda solo la Francia», sbaglia: «This is wrong», scrive Anderson. Riscuotendo i plausi degli elettori Dem, che, affranti per le guerre interne, arrivano a candidarla- sui social- a prossimo segretario del partito. Ironicamente. O forse no.
Dopo qualche ora arriva la replica del ministro dell'Interno: «Ahimè, con dolore da affezionato spettatore e fan di «Baywatch», lei questo sabato a Roma non ci sarà».
Poi il commento su Twitter che mette alla gogna la Anderson: «Oggi sono stato attaccato da un'importante politica americana: Pamela Anderson. La preferivo in costume». Una «battuta»criticata in Rete anche dai suoi fan: «Pessima, va bene in caserma, ma su Twitter ...». E qualcuno gli suggerisce di fare attenzione alle reazioni della Bongiorno e della Hunziker, impegnate da sempre in campagne anti- sessismo.
News tratta da Corriere.it
L'ultima star del mondo dem si chiama Pamela Anderson. Proprio lei, la bagnina più amata della tv. Che diventa per un giorno la protagonista del web attaccando il ministro dell'Interno e azzardando un'analisi politica che non dispiace agli elettori delusi. Il primo tweet, mercoledì pomeriggio, comincia con un innocuo: «Pensieri dall’Italia», con tanto di bandierina del nostro Paese. Ma non c’è niente di idilliaco in quello che l’attrice naturalizzata negli States scrive: «L’Italia è un Paese meraviglioso, lo amo tanto, amo il cibo, la moda, la storia, l’arte, ma sono molto preoccupata dalle tendenze che mi ricordano gli anni ‘30». La modella, attrice e showgirl di origini canadesi, 51 anni portati splendidamente, prosegue la sua analisi politica e sociale: «la paura e l’insicurezza in tutte le fasce sociali, gli attacchi quotidiani a rifugiati e migranti, la profonda crisi economica...» .
La soluzione a questi scenari drammatici? «Non è più Macron o più Salvini- scrive Anderson su Twitter- visto che «hanno bisogno l’uno dell’altro e si rafforzano l’un l’altro». Ma «un risveglio paneuropeo che valichi i confini e le nazionalità, che sia capace di affrontare la profonda crisi economica, sociale, ecologica che l’Europa sta attraversando». Del resto, quanto sta accadendo in Francia, insiste impietosa la bagnina simbolo di Baywatch, «è un problema europeo, nella stessa misura in cui le misure anti- immigrazione e le derive fasciste italiane sono un problema europeo». Quindi quando «Mr Salvini», come l’attrice chiama il nostro ministro dell'Interno, dice che «Macron è un problema per la Francia», «intendendo che quanto sta avvenendo in Francia con la protesta dei gilet gialli riguarda solo la Francia», sbaglia: «This is wrong», scrive Anderson. Riscuotendo i plausi degli elettori Dem, che, affranti per le guerre interne, arrivano a candidarla- sui social- a prossimo segretario del partito. Ironicamente. O forse no.
Dopo qualche ora arriva la replica del ministro dell'Interno: «Ahimè, con dolore da affezionato spettatore e fan di «Baywatch», lei questo sabato a Roma non ci sarà».
Poi il commento su Twitter che mette alla gogna la Anderson: «Oggi sono stato attaccato da un'importante politica americana: Pamela Anderson. La preferivo in costume». Una «battuta»criticata in Rete anche dai suoi fan: «Pessima, va bene in caserma, ma su Twitter ...». E qualcuno gli suggerisce di fare attenzione alle reazioni della Bongiorno e della Hunziker, impegnate da sempre in campagne anti- sessismo.
giovedì 6 dicembre 2018
NEWS - Al via "Mayans MC", spin-off di "Sons of Anarchy". E il protagonista, metà argentino e metà salvadoregno, accusa: "Obama ha privilegiato gli afroamericani e ha dimenticato i latini"
Articolo tratto da "La Stampa"
J. D. Pardo, classe 1980, americano, papà argentino e mamma di El Salvador, è il protagonista di Mayans M. C. , serie spin-off di Sons of Anarchy, in onda su Fox da stasera. Interpreta un motociclista, diviso tra il club - i Mayans del titolo - e la sua vecchia vita. «Ero emozionato quando mi hanno scelto - ha raccontato al Fox Circus, evento milanese che in tre giorni ha raccolto più di 50 mila persone —. Ma ero emozionato anche per tutta l'attesa che c'era attorno a questa serie». Sons of Anarchy, ha detto, l'ha recuperata subito prima di fare il provino: «Perché volevo conoscere il mondo e la realtà in cui queste storie sono ambientate». Per prepararsi, oltre ad imparare a guidare una Harley, ha deciso di seguire i consigli di Kurt Sutter, il creatore della serie. E cioè: evitare qualunque contatto con i club motociclistici. «Ez, il mio personaggio, è solo un aspirante, e in un certo senso rappresenta gli occhi del pubblico: deve scoprire ogni cosa di volta in volta, e le mie reazioni dovevano essere genuine». Ez è anche un ragazzo intelligente, figlio di immigrati, che è andato a Standford e che incarna il sogno americano. «Aveva una fidanzata conosciuta al liceo e sapeva quello che voleva fare nella sua vita - ha precisato Pardo -. Poi, però, a causa di un incidente, è finito in galera. Ed è su questo che volevo concentrarmi». E quindi sulla prigione e su come riesca a stravolgere le persone e il loro futuro. Una cosa che - ha insistito Pardo - non viene fatta spesso nei film e nelle serie tv. «Io, invece, volevo analizzare a fondo questo aspetto. Quando sei in galera, vivi secondo un codice. Non importa chi sei, il tuo aspetto, quello che indossi; importa solo la tua parola. È tutto quello che hai». Quello di Ez è un ruolo diverso dal solito: non è il tipico delinquente, e - come ha tenuto a dire anche Pardo - non è il tipo di lavoro che viene offerto ai latini ad Hollywood. Ed è per questo che ha sentito una certa responsabilità: «Da una parte c'è quella di non deludere le aspettative dopo Sons of Anarchy. E dall'altra c'è quella di attore. A Hollywood la comunità latina non ha molte visibilità. Ora sento il peso della posizione in cui mi trovo». Perché? «Quando Obama è diventato presidente, ha aperto molte porte per gli afro-americani. Per i latini, invece, ci sono sempre le stesse possibilità. Al cinema e in tv».
Articolo tratto da "La Stampa"
J. D. Pardo, classe 1980, americano, papà argentino e mamma di El Salvador, è il protagonista di Mayans M. C. , serie spin-off di Sons of Anarchy, in onda su Fox da stasera. Interpreta un motociclista, diviso tra il club - i Mayans del titolo - e la sua vecchia vita. «Ero emozionato quando mi hanno scelto - ha raccontato al Fox Circus, evento milanese che in tre giorni ha raccolto più di 50 mila persone —. Ma ero emozionato anche per tutta l'attesa che c'era attorno a questa serie». Sons of Anarchy, ha detto, l'ha recuperata subito prima di fare il provino: «Perché volevo conoscere il mondo e la realtà in cui queste storie sono ambientate». Per prepararsi, oltre ad imparare a guidare una Harley, ha deciso di seguire i consigli di Kurt Sutter, il creatore della serie. E cioè: evitare qualunque contatto con i club motociclistici. «Ez, il mio personaggio, è solo un aspirante, e in un certo senso rappresenta gli occhi del pubblico: deve scoprire ogni cosa di volta in volta, e le mie reazioni dovevano essere genuine». Ez è anche un ragazzo intelligente, figlio di immigrati, che è andato a Standford e che incarna il sogno americano. «Aveva una fidanzata conosciuta al liceo e sapeva quello che voleva fare nella sua vita - ha precisato Pardo -. Poi, però, a causa di un incidente, è finito in galera. Ed è su questo che volevo concentrarmi». E quindi sulla prigione e su come riesca a stravolgere le persone e il loro futuro. Una cosa che - ha insistito Pardo - non viene fatta spesso nei film e nelle serie tv. «Io, invece, volevo analizzare a fondo questo aspetto. Quando sei in galera, vivi secondo un codice. Non importa chi sei, il tuo aspetto, quello che indossi; importa solo la tua parola. È tutto quello che hai». Quello di Ez è un ruolo diverso dal solito: non è il tipico delinquente, e - come ha tenuto a dire anche Pardo - non è il tipo di lavoro che viene offerto ai latini ad Hollywood. Ed è per questo che ha sentito una certa responsabilità: «Da una parte c'è quella di non deludere le aspettative dopo Sons of Anarchy. E dall'altra c'è quella di attore. A Hollywood la comunità latina non ha molte visibilità. Ora sento il peso della posizione in cui mi trovo». Perché? «Quando Obama è diventato presidente, ha aperto molte porte per gli afro-americani. Per i latini, invece, ci sono sempre le stesse possibilità. Al cinema e in tv».
mercoledì 5 dicembre 2018
ULTIMA ORA!@Hbo e #RAI hanno confermato la seconda stagione de #LAmicaGeniale. Lo hanno annunciato Casey Bloys, presidente di @Hbo Programming e Fabrizio Salini, amministratore delegato della Rai.@TIM_vision @RaiPlay @RaiUno
— AccademiaTelefilm (@AcademyTelefilm) 5 dicembre 2018
martedì 4 dicembre 2018
NEWS - Strategia Netflix: il prezzo degli abbonamenti varia da Paese a Paese: in Asia a poco più di 3 euro, in Francia a quasi 17
News tratta da "Italia Oggi"
Netflix gioca coi prezzi dei suoi abbonamenti pur di trovare nuovi utenti. Ma per gli adolescenti si concentra maggiormente sui contenuti: quindi via a produzioni ad hoc chiamate «romcom», dall'inglese commedie romantiche. In particolare, la piattaforma streaming guidata da Reed Hastings sta sperimentando nel Sudest asiatico una tariffa a 4 dollari (3,5 euro circa), più bassa rispetto alle tradizionali offerte a 7,99, 10,99 e 13,99 euro (così come in Italia). Però offerta che accetti catalogo di titoli che ti ritrovi e, per 3,5 euro, la visione di film e serie tv è consentita solo via mobile (smartphone e tablet). A spingere Netflix verso la sperimentazione ci sono i prezzi dei concorrenti in Asia, molto più contenuti dei suoi. Così succede in tutta l'Asia e in India. Ecco perché la sperimentazione a 3,5 euro, attualmente prevista solo in Malesia e altri piccoli mercati locali (niente Europa, niente Italia), può essere considerata una prima mossa per raggiungere l'obiettivo che davvero sta a cuore a Hastings: l'India con i suoi 100 milioni di clienti potenziali, secondo le stime della stessa piattaforma Usa. Peraltro la formula «testare e imparare» dal mercato è stata applicata da Netflix, in senso contrario, anche in Francia. Oltralpe è stata avviata una formula di abbonamento più cara di quanto proposto finora (a 16,99 euro), per posizionarsi in una fascia premium. Insomma, a seconda del potere d'acquisto dei consumatori, si aggiusta il prezzo ma il fil rouge della strategia è e resta quello di coinvolgere nuovi utenti. Del resto, per sostenere le spese delle produzioni originali (in tutto 12 miliardi di dollari, pari a 10,5 miliardi di euro) e mitigare le proiezioni su una marginalità in contrazione a fine anno, non rimane altro se non sfondare l'attuale soglia dei 137 milioni di abbonati nel mondo. La strategia di Hastings non punta comunque sul solo prezzo offerto ma anche sulle produzioni locali. In Asia, per esempio, sono stati annunciati 17 nuovi titoli realizzati in loco e, per la sola India, dopo la prima serie locale Giochi Sacri, sono in lavorazione quattro cortometraggi di Storie sensuali, il titolo horror Ghoul (genere poco diffuso in India) e un titolo tratto dal romanzo I figli della mezzanotte di Salman Rushdie, scrittore britannico nato a Bombay (vedere ItaliaOggi del 21/7/2018). Le produzioni originali verranno declinate diversamente non solo per area geografica ma anche per target di pubblico. Quello messo ora nel mirino da Hastings sono gli adolescenti tra i 15 e i 25 anni. L'amo saranno commedie romantiche come The kissing booth, storia scritta da un 15enne a cui ha puntato anche Sony. Le cosiddette romcom hanno, infine, il pregevole vantaggio per un produttore di richiedere basse spese di realizzazione.
News tratta da "Italia Oggi"
Netflix gioca coi prezzi dei suoi abbonamenti pur di trovare nuovi utenti. Ma per gli adolescenti si concentra maggiormente sui contenuti: quindi via a produzioni ad hoc chiamate «romcom», dall'inglese commedie romantiche. In particolare, la piattaforma streaming guidata da Reed Hastings sta sperimentando nel Sudest asiatico una tariffa a 4 dollari (3,5 euro circa), più bassa rispetto alle tradizionali offerte a 7,99, 10,99 e 13,99 euro (così come in Italia). Però offerta che accetti catalogo di titoli che ti ritrovi e, per 3,5 euro, la visione di film e serie tv è consentita solo via mobile (smartphone e tablet). A spingere Netflix verso la sperimentazione ci sono i prezzi dei concorrenti in Asia, molto più contenuti dei suoi. Così succede in tutta l'Asia e in India. Ecco perché la sperimentazione a 3,5 euro, attualmente prevista solo in Malesia e altri piccoli mercati locali (niente Europa, niente Italia), può essere considerata una prima mossa per raggiungere l'obiettivo che davvero sta a cuore a Hastings: l'India con i suoi 100 milioni di clienti potenziali, secondo le stime della stessa piattaforma Usa. Peraltro la formula «testare e imparare» dal mercato è stata applicata da Netflix, in senso contrario, anche in Francia. Oltralpe è stata avviata una formula di abbonamento più cara di quanto proposto finora (a 16,99 euro), per posizionarsi in una fascia premium. Insomma, a seconda del potere d'acquisto dei consumatori, si aggiusta il prezzo ma il fil rouge della strategia è e resta quello di coinvolgere nuovi utenti. Del resto, per sostenere le spese delle produzioni originali (in tutto 12 miliardi di dollari, pari a 10,5 miliardi di euro) e mitigare le proiezioni su una marginalità in contrazione a fine anno, non rimane altro se non sfondare l'attuale soglia dei 137 milioni di abbonati nel mondo. La strategia di Hastings non punta comunque sul solo prezzo offerto ma anche sulle produzioni locali. In Asia, per esempio, sono stati annunciati 17 nuovi titoli realizzati in loco e, per la sola India, dopo la prima serie locale Giochi Sacri, sono in lavorazione quattro cortometraggi di Storie sensuali, il titolo horror Ghoul (genere poco diffuso in India) e un titolo tratto dal romanzo I figli della mezzanotte di Salman Rushdie, scrittore britannico nato a Bombay (vedere ItaliaOggi del 21/7/2018). Le produzioni originali verranno declinate diversamente non solo per area geografica ma anche per target di pubblico. Quello messo ora nel mirino da Hastings sono gli adolescenti tra i 15 e i 25 anni. L'amo saranno commedie romantiche come The kissing booth, storia scritta da un 15enne a cui ha puntato anche Sony. Le cosiddette romcom hanno, infine, il pregevole vantaggio per un produttore di richiedere basse spese di realizzazione.
lunedì 3 dicembre 2018
L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
Le ingenuità e gli stereotipi di "Baby"
CORRIERE DELLA SERA
Le ingenuità e gli stereotipi di "Baby"
"'Per noi la vita è semplice, vogliamo sentirci onnipotenti, divertirci e fare cazzate. E se non riusciamo a farlo alla luce del giorno ci rifugiamo in qualcosa che è solo nostro. La cosa bella è avere una vita segreta...». Adolescenti inquieti e genitori egocentrici, perdizione e rispettabilità borghese, Parioli e borgate: liberamente ispirata alla vicenda delle «baby-squillo» minorenni che segnò la «Roma bene» nel 2013, la serie «Baby» (Netflix) se ne discosta ampiamente, senza troppo cedere alla pressione della cronaca. Dopo «Suburra», il colosso globale dello streaming conferma la Capitale come ambientazione privilegiata per le proprie produzioni locali italiane; una Roma di nuovo scandagliata nei suoi bassifondi morali, ma osservata stavolta nei suoi spazi urbani più elitari e distintivi e mediata tramite un universo giovanile a rischio d'implosione. A raccontare la storia dell'amicizia tra Chiara (Benedetta Porcaroli) e Ludovica (Alice Pagani), delle loro frequentazioni pericolose e della loro solitudine familiare, così diversa ma in fondo simile (il formalismo di genitori «separati in casa» nel caso di Chiara, l'assenza del padre e la presenza di una madre assalita da patologie adolescenziali nel caso di Ludovica), è la scrittura del collettivo Grams, un insieme di giovani autori romani, pressoché coetanei dei protagonisti della serie, e forse proprio per questo titolati a imprimere agli snodi della trama scarti un po' ingenui e a forzare i diversi piani di conflitto e di contrapposizione con soluzioni stereotipate (o prese a prestito dal nuovi §cenaci del teen trama, tipo la serie spagnola Elite). L'operazione va, tuttavia, nella direzione di immaginare anche un pubblico largo. II cast attinge dai giovani attori di Braccialetti rossi ad adulti come Pandolfi, Isabella Ferrari, Calabresi". (Aldo Grasso)
domenica 2 dicembre 2018
Iscriviti a:
Post (Atom)