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sabato 5 maggio 2012


Stracult e Stracotti - …ovvero la serie che questa settimana va su e quella che inevitabilmente va giù. Parola di Stargirl

Cathy is back. Per fortuna, verrebbe da dire. La mancanza di un’ottima serie come The Big C, stracult di oggi, si sentiva parecchio sul piccolo schermo, ancor di più quella nei confronti della magnifica Laura Linney. Non è un caso che lo show sia trasmesso da Showtime, network che negli anni ci ha regalato perle come Dexter, Nurse Jackie e Shameless. Dosando perfettamente la giusta quantità di humour e lacrime, la serie alterna momenti di forte intensità ad altri più leggeri, esorcizzando una malattia devastante come il cancro e infrangendo la maggior parte dei luoghi comuni per permettere al pubblico di riderci su.
Con i suoi atteggiamenti fuori dagli schemi Cathy fa sorridere, altre volte commuovere, spronando a riflettere, senza mai esagerare o rischiare di cadere nel melenso.
A metà strada tra il drama e la comedy, la serie rispecchia perfettamente lo stato d’animo della protagonista, guardando al cancro sotto una luce nuova, senza reagire in modo remissivo o arrendevole, ma prendendo invece il toro (in questo caso la vita) per le corna, cercando di cogliere al volo tutte le seconde chance che altrimenti andrebbero perse. Affrontando con una leggerezza solo apparente un tema scottante come quello del cancro, Cathy, donna dalle mille sfaccettature, riesce a far scorta di forza e coraggio per non di gettarsi nel vuoto, ma tentare invece il tutto per tutto pur di poter vivere il più a lungo possibile.

Nella serie australiana Miss Fisher’s Murder Mysteries, Essie Davis interpreta Phryne, una detective privata seducente e conturbante, con fare da diva e atteggiamenti provocanti.
Ambientata nella terra dei canguri negli anni Venti, la serie prende spunto dai romanzi di Kerry Greenwood e aldilà della magnifica scenografia, non può vantare nulla di più, e non esce dal rigido schema di un crime di bassa lega.
Gli intrighi che vedono coinvolta Phryne affliggono lo spettatore sin dal pilot, e affogano in un ritmo stagnante e incredibilmente lento. Le avventure sessuali/sentimentali della protagonista sono oltremodo stucchevoli e nulla lascia presagire che la situazione, in futuro, riesca a migliorare. La nostalgia per una detective vera come la mitica Angela Lansbury cresce di episodio in episodio, tanto che, alla fine della fiera, al centro di qualche omicidio, vorremmo ci finisse la stessa Phryne.
Almeno si risparmierebbe il titolo di stracotta della settimana.

lunedì 30 agosto 2010

NEWS - Emmy, vincono i soliti ignoti in Italia (secondo la giornalista dell'Ansa)
(di Francesca Scorcucchi) (ANSA) - ROMA, 30 AGO - Per un normale telespettatore italiano questa edizione degli Emmy Awards ha molto poco senso. Modern Family, Breaking Bad, The Big Bang Theory, Jim Parsons, Eric Stonestreet, Bryan Cranston. Sono questi i titoli e gli attori che hanno vinto alla sessantaduesima edizione degli Oscar della tv, domenica sera a Hollywood. Novità per l'America, emeriti sconosciuti per l'Italia. Bryan Cranston per Breaking bad ha vinto l'Emmy per il migliore attore in una serie drammatica, surclassando attori come Hugh Laurie di House, Jon Hamm di Mad Men e Matthew Fox di Lost, Kyra Sedgwick per The Closer ha vinto l'analoga categoria femminile. Jim Parsons, protagonista di The big bang theory (in arrivo su Italia Uno) è il migliore attore protagonista per una commedia, mentre fra le donne ha vinto Edie Falco per Nurse Jackie, forse l'unico volto noto, per aver interpretato la signora Soprano nell'omonima serie sulla mafia italiana a New York. Anche la serie che ha ottenuto il premio più importante, quello per il miglior dramma, Mad Men, in Italia è relativamente poco conosciuta (fra poco partirà la quarta stagione su FX, canale di Sky), e certo è meno popolare di Lost, Desperate Housewives, Grey's Anatomy o House, che non hanno vinto nulla o addirittura erano fuori dai giochi per non avere neppure ottenuto una candidatura. Un andamento che la dice lunga sulle scelte di programmazione delle tv italiane, ancorate al passato e decisamente poco portate ad osare qualcosa di nuovo. Eppure Mad Men, che racconta gli inizi dell'industria pubblicitaria nella New York degli anni Sessanta, è un successo consolidato negli States. Quella di quest'anno è la terza vittoria consecutiva agli Emmy. Modern Family, che ha vinto la statuetta per la migliore commedia e che racconta le avventure di una contemporanea famiglia allargata è invece una novità anche negli Stati Uniti (in Italia verrà trasmessa da Fox, Sky). Il nome più noto al pubblico italiano pronunciato durante la cerimonia è stato quello di George Clooney, ormai quasi adottato dal Bel Paese, per via della villa sul lago di Como e della fidanzata italiana Elisabetta Canalis, presente alla cerimonia ma sempre defilata. Sul palco Juliana Margulies, sua collega ai tempi di E.R., il serial che l'ha reso famoso, gli ha consegnato il Bob Hope Humanitarian Award per il suo impegno nelle maratone televisive organizzate per raccogliere fondi a favore dei meno fortunati. Riconoscendo a Clooney il ruolo di filantropo il pubblico degli Emmy gli ha tributato un lungo applauso in piedi, che l'attore ha accolto con una battuta: "Non fate così altimenti penso di esser molto malato e di non saperne nulla". Negli anni Clooney ha aiutato ad organizzare tutti i maggiori eventi televisivi benefici: America: A Tribute to Heroes, dopo la tragedia dell'11 settembre, Tsunami Aid: A Concert of Hope nel 2005, dopo la tragedia dello Tsunami, A Shelter From the Storm, dopo l'uragano Katrina e recentemente the Hope For Haiti Now, per aiutare i terremotati del paese caraibico. "Quando succede qualcosa nel mondo tutti, noi vogliamo aiutare. Piu' difficile è riuscire a farlo dopo sei mesi, dopo cinque anni, quando la luce delle telecamere si è spenta in quei luoghi. E' allora che generalmente si fallisce. Non dobbiamo farlo, in Pakistan, in Sudan la gente continua a soffrire". Elisabetta Canalis, fasciata in un elegante abito bianco non è stata mai inquadrata dalle telecamere dello show e si è vista solo in sala stampa, nelle interviste che hanno seguito la premiazione. Per ritrovare qualche altro nome famoso è stato necessario attendere la fine della cerimonia quando, premiati ormai tutti i serial, si è passati ai riconoscimenti ai film per per la tv e delle miniserie: Al Pacino, protagonista di You don't know Jack, che racconta la storia del "Dottor Morte", Jack Kevorkian, condannato per aver praticato l'eutanasia su centinaia di pazienti, ha vinto la statuetta per il miglior protagonista maschile. Tom Hanks e Steven Spielberg hanno poi vinto in qualità di produttori per The Pacific, trasmessa in Italia da Sky cinema. Alla serie, che racconta il fronte orientale della Seconda Guerra Mondiale, è andata la statuetta per la miglior miniserie e Tom Hanks ha ringraziato anche a nome del collega regista, assente perchè impegnato sul set, in Inghilterra. Divertente la conduzione di Jimmy Fallon, che ha intrattenuto il pubblico cantando, suonando e imitando Elton John, Bruce Springsteen e Billie Joe Armstrong dei Green Day.
NEWS- Emmy Awards, vincono "Modern Family", "Mad Men" e "Glee". Nessun premio per "Lost" (che voglia dire qualcosa?)

MIGLIOR SERIE DRAMMATICA
Lost
Breaking Bad
Dexter
Mad Men
True Blood
The Good Wife

ATTRICE PROTAGONISTA (DRAMA)
Julianna Margulies (The Good Wife)
Mariska Hargitay (Special Victims Unit)
Glenn Close (Damages)
Kyra Sedgwick (The Closer)
January Jones (Mad Men)
Connie Britton (Friday Night Lights)

ATTORE PROTAGONISTA (DRAMA)
Jon Hamm (Mad Men)
Kyle Chandler (Friday Night Lights)
Bryan Cranston (Breaking Bad)
Hugh Laurie (House M.D.)
Michael C. Hall (Dexter)
Matthew Fox (Lost)

ATTORE NON PROTAGONISTA (DRAMA)
John Slattery (Mad Men)
Aaron Paul (Breaking Bad)
Martin Short (Damages)
Terry O’ Quinn (Lost)
Michael Emerson (Lost)
Andre Braugher (Men of a Certain Age)

ATTRICE NON PROTAGONISTA (DRAMA)
Sharon Gless (Burn Notice)
Christine Baranski (The Good Wife)
Christina Hendricks (Mad Men)
Rose Byrne (Damages)
Archie Panjabi (The Good Wife)
Elisabeth Moss (Mad Men)

GUEST STAR MASCHILE (DRAMA)
Beau Bridges (The Closer)
Ted Danson (Damages)
John Lithgow (Dexter)
Alan Cumming ( The Good Wife)
Dylan Baker (The Good Wife)
Robert Morse (Mad Men)
Gregory Itzin (24)

GUEST STAR FEMMINILE (DRAMA)
Mary Kay Place (Big Love)
Sissy Spacek (Big Love)
Shirley Jones (The Cleaner)
Lily Tomlin (Damages)
Ann-Margret (Law & Order: Special Victims Unit)
Elizabeth Mitchell (Lost)

MIGLIOR SERIE COMMEDIA
Glee
Modern Family
Curb Your Enthusiasm
Nurse Jackie
30 Rock
The Office

ATTRICE PROTAGONISTA (COMEDY)
Lea Michele (Glee)
Tina Fey (30 Rock)
Toni Collette (The United States of Tara)
Julia Louis-Dreyfus (The New Adventures of Old Christine)
Edie Falco (Nurse Jackie)
Amy Poehler (Parks and Recreation)

ATTORE PROTAGONISTA (COMEDY)
Larry David (Curb Your Enthusiasm)
Alec Baldwin (30 Rock)
Matthew Morrison (Glee)
Steve Carell (The Office)
Jim Parsons (The Big Bang Theory)
Tony Shalhoub (Monk)

ATTORE NON PROTAGONISTA (COMEDY)
Chris Colfer (Glee)
Neil Patrick Harris (How I Met Your Mother)
Jesse Tyler Ferguson (Modern Family)
Jon Cryer (Two and A Half Men)
Eric Stonestreet (Modern Family)
Ty Burrell (Modern Family)

ATTRICE NON PROTAGONISTA (COMEDY)
Jane Lynch (Glee)
Kristen Wiig (Saturday Night Live)
Jane Krakowski (30 Rock)
Julie Bowen (Modern Family)
Sofia Vergara (Modern Family)
Holland Taylor (Two and A Half Men)

GUEST STAR MASCHILE (COMEDY)
Mike O’Malley (Glee)
Neil Patrick Harris (Glee)
Fred Willard (Modern Family)
Eli Wallach (Nurse Jackie)
Jon Hamm (30 Rock)
Will Arnett (30 Rock)

GUEST STAR FEMMINILE (COMEDY)
Christine Baranski (The Big Bang Theory)
Kathryn Joosten (Desperate Housewives)
Kristin Chenoweth (Glee)
Tina Fey (Saturday Night Live)
Betty White (Saturday Night Live)
Elaine Stritch (30 Rock)
Jane Lynch (Two and a Half Men)

giovedì 4 marzo 2010

NEWS - Quanto tira l'infermiera! Da domani "Nurse Jackie", la compagna ideale di "Dr. House"
(ANSA) - ROMA, 4 MAR - Sbarca anche in Italia la risposta in rosa a "Dr. House". Domani, infatti, arriva su Sky Uno 'Nurse Jackie, Terapia d'urto', che andra' in onda tutti i venerdi' alle 21. Gia' campione d'ascolti in Usa, 'Nurse Jackie' e' il discusso medical drama prodotto da Showtime, che ha come protagonista Jackie Peyton, capoinfermiera in un ospedale di New York stressata, arrogante e farmacodipendente. L'infermiera Jackie e' stata subito salutata come una sorta di Dr. House in gonnella. Un personaggio senza mezze misure, controverso, ma anche capace di grandi slanci emotivi: fuma come un turco, getta gli organi nella spazzatura, tradisce il marito con il collega farmacista, ma sa anche essere molto umana con i pazienti. A interpretare la protagonista e' Edie Falco, attrice gia' divenuta celebre con 'Oz', '30 Rock', ma soprattutto per il ruolo della moglie del boss mafioso Tony Soprano nella celebre serie tv 'I Soprano', che le valse un Golden Globe nel 2003 come miglior attrice in una serie drammatica.

lunedì 15 febbraio 2010

L'EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti dai giornali sui telefilm dai giornali italiani e stranieri

TV BLOG
Lavoro lost, lavoro ritrovato

“Stavo lavorando alla terza stagione di Alias quando Lloyd Braun (a capo della Abc tra il 2002 ed il 2004, ndr) mi chiese di scrivere un pilot su dei sopravvissuti ad un disastro aereo. Nel giro di una settimana ci fu il via libera alle riprese. Mi sono incontrato con Damon Lindelof lunedì, andammo subito d’accordo e preparammo una traccia con gli allora autori e produttori di ‘Alias’ Jesse Alexander e Jeff Pinkner. Sabato, Lloyd ci diede l’ok. Fu uno sforzo assurdo, ed 11 settimane e mezzo dopo avevamo realizzato l’episodio pilota. Durante una delle prime riunioni, ricevetti una chiamata da Steven Spielberg, Tom Cruise e Paula Wagner (patner nelle produzioni di Cruise, ndr.). Dissi ‘Cosa?!?’ Non aveva senso. Mi sembrava di essere in una puntata di ‘Punk’d’. Mi chiesero se avessi voluto scrivere ‘La guerra dei mondi’. Conoscevo Spielberg da qualche anno, ma ogni volta che lo incontravo era come un’esperienza extracorporale, e vederlo seduto su un divano insieme a Cruise lo rendeva più assurdo. Fu un bell’incontro, io Tom ci trovammo subito, ed alla fine il mio assistente gli regalo le prime due stagioni di ‘Alias’. Non ho potuto fare ‘La guerra dei mondi’ perché stavo girando il pilot di ‘Lost’. Mi sentivo come se stessi ammazzando la mia carriera: stavo lavorando ad un pilot di cui non avevo neanche una sceneggiatura, mentre avrei potuto essere con Spielberg e Cruise. Stavamo girando l’ultima scena del pilot, che per noi era quella in cui i naufraghi sentono la trasmissione della Rousseau e Charlie dice “Ragazzi, dove siamo?”. Si stava facendo buio ed avevamo perso la luce, e dovemmo interrompere le riprese. Non potevo sentirmi più frustato quando il mio assistente mi disse ‘J.J., c’è Tom Cruise al telefono’, Mi girai verso gli altri e dissi ‘Scusate. Tom Cruise mi chiama!’. Pare che avesse visto le prime due stagioni di ‘Alias’ e che ne fosse rimasto entusiasta, e mi voleva vedere una volta che fossi tornato a Los Angeles. In quel periodo stava lavorando alla realizzazione di ‘Mission: Impossibile: 3’ e pensavo volesse vedermi per propormi qualcosa, ma non fu così. Mi invitò ad un concerto, ma non potei andare, allora mi chiese di rivederlo. Sembrava volesse chiedermi un appuntamento. Così lo invitai alla mia festa di compleanno, e diventammo amici. Un giorno mi chiamò il mio agente e mi chiese ‘Sei a conoscenza delle voci che girano?’ ed io ‘Quali voci?’ ‘Tom vuole che tu sia il regista di ‘Mission: Impossible 3’. Non aveva senso…”.
(J.J. Abrams, 30.12.2009)

CORRIERE DELLA SERA
Fenomeno "Glee", magico e surreale
"«Glee» è davvero una cosa speciale. Merita di essere seguita. A Natale, Fox (canale 110 di Sky) ha proposto l'episodio pilota della serie diretta da Ryan Murphy. «Glee» è ambientato alla McKinley High School di Lima, Ohio, dove tutto ruota attorno ai giocatori di football e alle cheerleader. Una situazione che non piace all' insegnante di spagnolo Will Schuester (Matthew Morrison) che vuole riportare in auge il Glee Club, un' attività extrascolastica dove si studia canto, ballo e musica, discipline che alla McKinley vengono considerate da sfigati. Tramite un espediente illecito, Schuester obbligherà il quarterback della squadra Finn Hudson (Cory Monteith) a entrare nel Glee Club, assieme alle cantanti Rachel Berry (Lea Michele) e Mercedes Jones (Amber Riley), al soprano Kurt Hummel (Chris Colfer), al chitarrista sulla sedia a rotelle Artie Abrams (Kevin McHale) e alla balbuziente Tina Cohen-Chang (Jenna Ushkovitz). «Glee» ha preso «High school musical» e l' ha trasformato in una storia per adulti, non rinunciando ai «problemi» tipici del liceo (la coscienza di sé, la droga, le incertezze sessuali, etc), ma aggiungendovi un aspetto surreale e magico, lontano dalla quotidianità. La trama è poco realista, come fosse il racconto di un ragazzo che ascolta un iPod «on shuffle» e interiorizza le canzoni legandole per «temi». Per questo i dialoghi sono molto serrati, da musical, costruiti sui cliché della teen comedy e possono anche permettersi il gusto di prendere in giro le questioni razziali o altri temi scottanti, sfuggendo alle regole del politicamente corretto. «Glee» significa «sensazione di gioia», «entusiasmo immotivato», «cieco ottimismo», «abbandono» (proprio quello che manca alle scuole italiane)".
(Aldo Grasso, 27.12.2009)

TV SORRISI E CANZONI
“Kings”, originalità trasposta

“7+ all’originalità del telefilm ‘Kings’ di Joi: la storia del re Davide trasposta ai giorni nostri intrecciando notazioni realistiche e clima da favola, immagini accurate e facce nuove”.
(Mirella Poggialini, 22.12.2009)

IL SOLE 24 ORE
La tv che cambia

“Nel 2009 i possessori di decoder per il digitale terrestre hanno superato quelli con decoder per la tv satellitare, sia free sia pay. Secondo Auditel oggi sono 10,7 milioni le famiglie in grado di sintonizzarsi sul digitale terrestre; 4,5 milioni gli abbonati alla tv satellitare 2,2 milioni le famiglie con parabola satellitare senza abbonamento pay”.
(Francesco Siliato, 04.01.2010)

PRIMA COMUNICAZIONE
Tecniche di programmazione

“Per le serie americane, decidiamo caso per caso se trasmetterle prima sulla pay o sulla free, in base a valutazioni sui risultati, il target, il formato, la disponibilità del prodotto, ma teniamo anche conto di aspetti più generali tipo l’andamento della stagione. Se poi una serie è irrinunciabile per una rete, penso a ‘Dr. House’ per Canale 5, non si discute nemmeno. Insomma, non c’è una regola fissa, cerchiamo di trovare un equilibrio tra le esigenze di tutti”.
(Federico Di Chio, Direttore Mediaset Premium, dicembre 2009)

VARIETY
Il clone che soffia sul…collar

“Non c’è più nulla di nuovo sotto il sole. ’White Collar’ ricicla fin troppo ‘It takes a thief’ (n.d.r.: ‘Operazione Ladro’), accentuando il taglio high-tech e puntando sull’alchimia perfetta tra Matt Bomer e Tim DeKay”.
(Brian Lowry, 19.12.2009)

IL GIORNALE
E’ l’ora dei Psycho-serial
“Nulla è più misterioso ed affascinante della mente umana. Sarà che quasi ogni giorno si ha notizia di qualche scoperta nel campo delle nueroscienze. Sarà che il ricorso alla psicoterapia è sempre più diffuso. Sarà che qualche concetto base della disciplina inventata da Freud (‘complesso di Edipo’, ‘rimozione’, ‘proiezione’) è ormai entrato nella cultura popolare. Fatto sta che in tv proliferano le serie basate sulla psicologia. ‘The Mentalist”, ‘Psych’, ‘Mental’, ‘Lie to me’, ‘In Treatment’ e adesso ‘Nurse Jackie’…”.
(Vincenzo Pricolo, 11.01.2010)

martedì 13 ottobre 2009

LA VITA E' UNA COSA SERIAL - Ottanta Revival: iniezione retrò in attesa del futuro
Chissà se la riforma sanitaria fortemente voluta da Barack Obama entrerà presto nelle sceneggiature telefilmiche. Quale sarà la prima serie ad aggiudicarsela, a sventolarla nei credits, a inglobarla nei plot? Quale titolo si schiererà per primo, pro o contro? “Grey’s Anatomy”, “Dr. House”, “Nurse Jackie”? In attesa di risposte, c’è una gran voglia di ritorno al passato. Non necessariamente con punte di nostalgia. E non solo telefilmicamente parlando. Nella musica son tornati prepotentemente i suoni anni ’80: è un tripudio di synth con La Roux, IAMX, Lady Tron, Little Boots, Junior Boys, Rubicks, Fisherspooner…Provate a mixare “Poker Face” di Lady Gaga con “Sweet Dreams” degli Eurythmics e ne avrete la prova. Tornano in scena pure gli Spandau Ballet, dopo le reunion già salutate da entusiasmo dei Duran Duran, Yazoo, Ultravox, DAF. Torna in auge la New-Wave, addirittura con un festival ad hoc (a Fano, a fine luglio scorso). Stili Eighties anche nella moda: bretelline sottili alla Kajagoogoo, trucchi marcati alla Human League, eyeliner e mega-orecchini alla Visage, t-shirt sotto la giacca con immancabili spalline alla Mazinga-Z. Su Facebook non si contano più i gruppi che rivorrebbero in commercio lo Slaim o la Micronite. Il Subbuteo è più vivo che mai e conta migliaia di praticanti – oltre che di irriducibili fedeli – in tutto il mondo, Italia in primis (si veda: http://oldsubbuteo.forumfree.net/). C’è in giro voglia di leggerezza tipica di quegli anni, ma anche di quella creatività che ha caratterizzato la decade dell’era Thatcher. Il vento mediatico di FoxRetro spira in questo senso. Non è stata tanto una geniale invenzione di marketing, quanto la capacità di intercettare la moda del momento. Voglia di fermarsi, più che di guardarci indietro con la lacrima pronta. E’ come se ci volessimo prendere una pausa in una piazza di sosta per uno spuntino, per poi ripartire più veloci di prima. E’ come quando da bambino non vedi l’ora di arrivare all’autogrill costruito come un ponte, per gustarti i maccheroni al sugo guardando le macchine che passano sotto: dopo l’iniziale stupore che ti distoglie dal piatto fumante, fissi nella memoria una macchina o un camion per vedere se dopo il pranzo ormai freddo li risorpasserai. Scorgi la Ford Torino di Starsky e Hutch o le Ferrari di Magnum P.I. e Sonny Crockett: non vedi l’ora di tornare in macchina e fiondarti nella loro scia. Telefilmicamente, siamo alla finestra, con la faccia incollata al vetro. La sensazione è che viviamo una versione anni ’80 di “Life on Mars”. Le storie dei nuovi titoli d’Oltreoceano sembrano voler raccontare meno la realtà quotidiana, quella sociale e quella politica, per farle semmai emergere dai volti dei protagonisti, dalle loro vicende personali. A piccole dosi, di sguincio. In passato, nel recente passato, si è sfiorato l’eccesso. Poi il reflusso: l’inizio dell’uso (smodato) dei flashback, titoli “a ritroso” come, appunto, “Life on Mars” (inglese non a caso: è in Europa che questa spinta al passato tipicamente Ottanta è risultata più propulsiva), “The Class”, “Everybody hates Chris”. Con il recente “Dollhouse” è come se si volesse impedire che qualcuno ci cancelli tutta la memoria: abbiamo diritto al ricordo, seppure di “strange days” ed emozioni non sempre piacevoli…E’ come se si volesse costruire un ponte (come quello dell’autogrill) per vedere passare sotto i personaggi: taluni decisi, altri disperati, altri ancora storditi. Non si sa in quale direzione s’incamminino: c’è la carreggiata che li teletrasporta al futuro e quella che li riporta al passato. Tu con loro. Dipende da dove ti siedi a gustarti i maccheroni. (Articolo di Leo Damerini pubblicato su "Telefilm Magazine" di Ottobre)

"Il trivial game + divertente dell'anno" (Lucca Comics)

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Il GIOCO DEI TELEFILM di Leopoldo Damerini e Fabrizio Margaria, nei migliori negozi di giocattoli: un viaggio lungo 750 domande divise per epoche e difficoltà. Sfida i tuoi amici/parenti/partner/amanti e diventa Telefilm Master. Disegni originali by Silver. Regolamento di Luca Borsa. E' un gioco Ghenos Games. http://www.facebook.com/GiocoDeiTelefilm. https://twitter.com/GiocoTelefilm

Lick it or Leave it!

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