Intervista tratta dal "Corriere della Sera"
Il viso è inconfondibilmente quello di Dexter, investigatore di giorno, serial killer di notte. O, per gli appassionati di The Crown, quello del presidente John F Kennedy. Se il piccolo schermo gli ha portato la fama, il teatro e il cinema gli hanno regalato la varietà, nonché l'ammirazione di registi come Sam Mendes, che lo scelse per un revival di Cabaret, o di un musicista come David Bowie, che poco prima di morire gli affidò il ruolo del protagonista, Thomas Newton, nel musical Lazarus. Michael C. Hall torna adesso con Safe, miniserie di Netflix in cui, racconta, interpreta «finalmente il ruolo di un uomo normale al quale succedono cose inquietanti, piuttosto che quello di un uomo inquietante alle prese con la vita normale». «Un sollievo — sottolinea l'attore, anche se l'eredità di Dexter non è particolarmente pesante —. Sono felice che sia piaciuto al pubblico». L'unico fastidio, ammette, è l'interesse su una possibile nuova serie — «per ora non è in cantiere, ma mai dire mai» — e ogni tanto il fatto che i traguardi di una carriera variegata siano eclissati dal successo di uno sceneggiato. «In genere è sempre il copione per me a fare la differenza, ma non ho preferenze. Teatro, cinema, tv, musical: mi piacciono tutti, anzi, spero di riuscire a continuare a passare da una cosa all'altra». Safe gli è capitato tra le mani mentre era a Londra per il musical Lazarus. «Ho fatto sapere al mio agente che non mi sarebbe dispiaciuto rimandare il rientro negli Usa», anche perché era il periodo delle elezioni presidenziali americane e il risultato non rendeva «il ritorno in patria particolarmente allettante». Detto fatto: Hall si è trovato alle prese con uno sceneggiato interpretato per la maggior parte da attori britannici e ambientato in una benestante comunità della campagna inglese. «Mi hanno colpito la tensione e il fatto che il mio personaggio, un chirurgo ancora con i sensi di colpa perla morte della moglie, all'improvviso viene catapultato in un nuovo inferno dalla misteriosa scomparsa di una figlia adolescente. Si sente incapace, non riesce a fare qualcosa di utile per ritrovarla». Gli ingredienti del thriller ci sono tutti e, a giudicare dai primi due episodi e dallo spessore del cast, Safe sarà presto il nuovo must di Netfiix, una piattaforma che, ammette Hall, sta cambiando il modo in cui consumiamo lo spettacolo. «Ammiro il fatto che non si attenga agli stereotipi e che non ci si occupi solo di un genere». Ha, ad esempio, guardato con ammirazione The Crown prima di arrivare a far parte del cast e apprezzato l'introduzione di un pezzo di storia a una nuova generazione ma è giusto dire, come ha fatto Helen Mirren, che l'avvento di Netflix sta distruggendo l'esperienza del cinema, che una volta era principalmente un'avventura di gruppo? «E vero che siamo sempre più legati agli schermi di computer e cellulare». L'importante, sottolinea, è imparare a gestire la tecnologia. Forse anche per via della grave malattia che lo ha colpito nel 2010 — il morbo di Hodgkin — oggi cerca un maggiore equilibrio tra lavoro e pause. «Sto diventando bravo a staccare la spina. Quando non lavoro porto il cane a passeggio, faccio sport e suono in una band di amici. Se il nostro mestiere è quello di emulare la vita normale è giusto ogni tanto riuscire anche a viverla».
1 commento:
c'è sempre il dubbio che si scelga di far risorgere una serie perché negli anni i protagonisti non siano riusciti a fare altro di decente
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